giovedì, luglio 27, 2006

Lettera al pres. corte prima DELL' APPELLO

All'onorevole presidente della Corte .....é signori della corte.....
Vostro onore, la signoria vostra é affezzionato al calcio, per quel che ne so, patito tifoso Laziale. Sbaglio se dico che in classe la Juventus é la madre delle sue ironie? La capisco, dopo tutto anche lei é un essere umano con pregi, difetti(più pregi certamente), gusti e disgusti. Quindi non scopro l'acqua calda se penso che anche lei sa che abbiamo vinto troppo e la cosa iniziava ad essere insopportabile. Da qui la necessità di inventarsi qualcosa per demolirci: uno scandalo gonfiato seguito da un processo burla. Nel quale la Juve (apprendo dalle motivazioni) non è stata condannata sulla base di 2 presunti illeciti, ma per un’attività nei confronti del sistema arbitrale che avrebbe prodotto la conquista automatica dello scudetto 2004-05. Sulla base di un generico teorema fondato sull’ che non attesta la colpevolezza della Juventus e dei suoi ex dirigenti,ma come lei sa, la malafede di chi questa condanna l’ha scritta, manovrato da Terzi e condizionato dalla sfacciata complicità dei media (quelli che già "24 ore prima la conoscevano nei dettagli" e l’hanno divulgata). Malafede si! Perché non si può, in fase investigativa e dibattimentale, sostenere che esistessero due sistemi capaci di condizionare i campionati - quello juventino e quello milanista - e poi colpire con ferocia solo il primo e usare la mano di velluto per il secondo. Al quale è stato pure permesso di partecipare alla Coppa Uefa grazie ad un errore sicuramente non accidentale (perché sarebbe sintomo di imperizia) ma voluto nel conteggio dei punti da detrarre alla squadra rossonero nell’ultimo torneo.
Caro presidente, cari signori della Corte, guardate che quelli che avevano patteggiato siamo stati noi mica i milanisti, che insieme alla loro innocenza hanno continuato a reclamare persino la restituzione di due scudetti. Eppoi, non so se i signori giudici se siano resi conto, ma punendo con questa disparità di trattamento Milan e Juve hanno implicitamente avvalorato il concetto che nel nostro calcio basta delegare le truffe a dei pirlotti qualunque per evitare guai seri ai propri club. Chiedere la radiazione di Moggi e Giraudo e la sospensione per un unico anno di Galliani significa, ho bendarsi gli occhi, ho essere asserviti di taluni poteri....se non addirittura stravolgere la teoria del sistema bicefalo. Allora devo dare proprio ragione al nostro ex amministratore delegato quanto dichiara: .
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All'avvocato difensore...
Caro avvocato Zaccone, il principe del foro è lei e di sicuro non mi permetto di insegnarle il mestiere, ma a naso - e io ne sono particolarmente dotato - mi sembra che non essendoci nessun illecito, materiale per allestire una buona difesa ce ne siano a sufficienza. Sappia che lei non sta difendendo solo il club calcistico più importante d’Italia, ma speranze e aspettative di un popolo di quasi 14 milioni di tifosi bianconeri. Deponga il fioretto e usi la clava, possibilmente non alla Fred Flinstone ma come Maciste, solo così, il presidente e la corte apprezzeranno.
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Al presidente della Juventus.......
All’altrettanto caro presidente Cobolli Gigli mi permetto poi di fare una proposta, neanche troppo peregrina: visto che in questo Paese trattano noi juventini peggio dei paria e viene a mancare verso il nostro club quel rispetto e quella riconoscenza che sarebbero dovuti ad una società che- coi propri giocatori e un ex allenatore - ha così ampiamente contribuito alla conquista dell’alloro mondiale, incominciamo a ragionare sulla possibilità di emigrare, di cavalcare pure noi la cosiddetta trasferendoci all’estero.
Chiediamo l'annesione, come club, alla Savoia e iscriviamoci per esempio alla Ligue francese, oppure portiamo i nostri capitali in Svizzera (del resto, lo fanno già in tanti in Italia) e con loro la nostra ragione sociale e partecipiamo a quel campionato. Perché ormai questo processo farlocco ne è la carta di tornasole: in Italia diamo fastidio, non ci vogliono. E allora, senta a 13 e sette ottavi dei circa 14 milioni di Juventini e togliamo pure il disturbo, andiamocene via prima che, dopo il doping ipotetico e l'illecito strutturato si inventino qualcos’altro per rovinarci del tutto. Questa Italia ,e una larga parte di chi la abita, non ci merita. La nostra non sarà mai una fuga, ma un rimedio per poter sopravvivere nei modi che ci sono propri: col rispetto e il rango che si devono a una Vecchia, splendida Grande Signora. Noblesse oblige, dicono in Francia. E allora, trasferiamoci lì.
Francesco Mario I
24 luglio 2006

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