martedì, dicembre 12, 2006

ANCHE IL BOLOGNA HA LA ROGNA! QUINDI, NON SOLO ROMA & NAPOLI AIUTATI, DOPO CHE HANNO SALVATO L'INTER DAL FALLIMENTO!

ANCHE IL BOLOGNA HA LA ROGNA!
Putroppo, non tutti sanno che proprio il Bologna è stato più volte aiutato al "mostro" istituzionale. Partiamo dalla fine, ovvero dalla stagione 1992-1993. Il Bologna dell'allora presidente Gnudi navigava ingloriosamente in serie C. Le ripetute magagne finanziarie portarono al fallimento della società. Ora, come tutti sanno, una società fallita dovrebbe ripartire almeno da una serie inferiore a quella del fallimento (ma se ci fosse giustizia dovrebbe ripartire dalla 3° categoria con un nome diverso, ma questa sarebbe GIUSTIZIA PURA...), ma un atto di clemenza della Federazione, guidata da Matarrese (ma guarda un pò...), permise al suo amico Gazzoni di acquistare la società emiliana in serie C a prezzi di saldi invernali. In pratica, la federazione che tanto è criticata dai bolognesi gli permise di stare in C quando avrebbero dovuto finire tra i dilettanti, evitando di fatto al Bologna fallire con conseguenze molto peggiori in un futuro prossimo (l'allenatore era il caro Zaccheroni, chissà se se lo ricorda....).

Chissà se gli ultras che martedì sciopereranno sanno cosa accadde alla loro squadra nel 1964, l'anno del suo ultimo titolo di campione d'Italia... Probabilmente lor signori non sanno che ad un controllo antidoping 5 calciatori vennero trovati positivi. SUccesse il finimondo: il Bologna fu frima penalizzato e poi riabilitato, con un finale di campionato "quasi pilotato" per arrivare allo spareggio con l'Inter di Allodi.

La vicenda rimane tutt'oggi ambigua, d aun lato si disse che erano state persone vicine all'Inter ad aver alterato gli esiti del controllo antidoping, dall'altro si disse che il controllo era corretto, ma successivamente manipolato al fine di riabilitare i rossoblu.

insomma, una vicenda boccaccesca, con protagoniste due società dall'immagine non certamente cristallina, ma che oggi non perdono occasione per prostrarsi "pulite".

Passiamo a quanto accadde nel campionato 1979-80. Il Bologna "esempio di calcio pulito" si manifestò al meglio nella vicenda del calcioscommesse che, come sapete, decimò parecchie squadre, portando alla retrocessione di Milan e Lazio.

I rossoblù vennero coinvolti per un episodio, la gara con l'Avellino, per cui vennero squalificati il presidente Fabbretti ed i calciatori Zinetti, Paris, Dossena, Petrini e Savoldi. Ci fu anche il tentativo di coinvolgere la Juventus, insinuando una combine dei presidenti per un pareggio concordato: il teste doveva essere un allibratore clandestino, Cruciani, a cui sarebbe stato riferito tale presunto accordo dai giocatori del Bologna. I quali, però, smentirono tutto nel corso del processo.

Per adesso mi limito a queste prime rivelazioni (molti già le sanno, ma credo che la maggior parte delle persone non ne fossero a conoscenza), ma molto presto parleremo di strani cambi di scuderia per i diritti TV, di scudetti revocati al Torino (molto simile a quello successo alla Juve quest'estate), di partite "accordate" e di strani labiali.
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Milano, 22 lug. - (Adnkronos) - Il consiglio della Lega Calcio, riunitosi oggi per l’esame degli adempimenti ai fini della iscrizione delle societa’ ai campionati di A e B per la prossima stagione sportiva rende noto che, a tutt’ora, non sono iscritte la Roma e il Napoli. Le due societa’ potranno presentare ricorso alla Figc.
Nel comunicato che conclude la riunione del Consiglio di Lega, si sottolinea che la Covisoc ha trasmesso il 22 luglio il parere ‘’sfavorevole'’ all’iscrizione al prossimo campionato di Roma e Napoli. E che il Consiglio di Lega, ‘’per quanto di propria competenza in ordine alla sussistenza dei requisiti per l’iscrizione ai campionati, ha rilevato a carico della A.S. Roma mancanti adempimenti regolamentari'’. Il ricorso alla Figc potra’ essere presentato dalle due societa’ ‘’nei termini e con le modalita’ stabilite dal C.U. numero 151/A del 28 aprile 2003 della Figc'’.
Roma e Napoli dovranno presentare ricorso contro la decisione del Consiglio di Lega entro martedi’ 29 luglio. La Figc dovra’ esaminarlo entro il 31 visto che per quel giorno e’ prevista la formulazione dei calendari della stagione 2003-2004.
la stessa FIGC implicata nello scandalo ATTUALE il ricorso dell’atalanta non fu accettato se la retroattività la fanno valer per il 2004-2005, VALEANCHE PER IL 2003-2004 se questa federcalcio è corrotta.. ed è la stessa di allora allora anche roma e napoli ripartono di nuovo in C2 perchè non avevano titoli per essere iscritte al campionato e questa FIGC le ha ingiustamente iscritte
…perchè circa le provvigioni riconosciute dalle società oggetto di indagine per le prestazioni ricevute, al fine di correttamente inquadrare l’elemento psicologico e la buona fede dei Clubs coinvolti, l’Atalanta ha sollecitato sia fatta chiarezza sulle modalità di corresponsione ed entità delle stesse, nonchè sulle ragioni che hanno indotto i rappresentanti amministrativi a rilasciare numerosissimi titoli di credito in soluzioni frazionate. Ciò in quanto, come noto a tutti gli operatori del settore, normalmente la provvigione viene corrisposta, previo rilascio di fattura, alla società che ha fornito la prestazione, e pagata mediante bonifico bancario, o assegno circolare non trasferibile, intestato alla realtà finanziaria o assicurativa. Nella situazione in esame, invece, come noto, sono state poste in essere procedure del tutto difformi ed assolutamente inusuali.
Ma quel che più dovrebbe attirare l’attenzione dell’Ufficio Indagini riguarda l’ammontare della provvigione, corrisposta in misura sensibilmente superiore alle consuetudini e prassi bancarie e assicurative, normalmente assestate attorno allo 0,50%-1,00%!!
Da ultimo, si ribadisce la decisiva circostanza, in base alla quale, e secondo le dichiarazioni rese dal segretario della Co.Vi.So.C. alla Polizia Giudiziaria, riportate anche dalla Gazzetta dello Sport e dal Corriere della Sera, la Roma avrebbe depositato la documentazione relativa all’iscrizione al campionati di Serie A Tim, stagione 2003-2004 oltre il termine fissato dal C.U. n. 151/A del 28/04/2003 nel 28 luglio 2003, ad ore 19.00, ovvero il giorno successivo, 29/07/2003. Verità confermata dalla stessa a.s.roma..
Quanto sopra è stato deciso nell’interesse primario dell’accertamento della verità, per addivenire ad una verità attendibile, imparziale ed oggettiva, attraverso l’applicazione delle regole esistenti, nonché per evitare possibili disparità di trattamento tra società affiliate alla F.I.G.C.
Il CONI risponde con una comunicazione, prot. 1598 del 22/08/2003, con la quale detto organismo informa circa “la necessità al momento di soprassedere da ogni pronuncia sugli esposti presentati”.
Immediatamente, in data odierna, la società, assistita dall’Avv. Mattia Grassoni del Foro di Bologna, ha presentato ulteriore esposto-diffida al CONI, agli organi collegiali dello stesso ed al Ministero dei Beni Culturali, sottolineando come il Presidente della FIGC, Dott. Franco Carraro, al termine del Consiglio Federale del 20 agosto u.s., abbia dichiarato “il Capo dell’Ufficio Indagini, Italo Pappa, ci ha fornito una dettagliata documentazione che ha tolto ogni dubbio: ci ha assicurato che le fideiussioni erano evidentemente non autentiche, le società erano in buona fede e le fideiusiioni erano comunque state presentate entro il termine inderogabile di scadenza del 28 luglio alle ore 19.00” (Il Sole 24 Ore del 23 agosto 2003, articolo firmato da Gianni Dragoni). Peccato che il Gen. Italo Pappa, avanti alla Giunta Nazionale del CONI, nell’audizione del giorno successivo, 21 agosto 2003, abbia precisato: “Io non ho mai detto che le fideiussioni erano state presentate nei termini” (Cfr. sempre Il Sole 24 Ore del 23 agosto 2003)!!!
Appare, quindi, definitivamente certo che il termine inderogabile di cui al C.U. n. 151/A del 28 aprile 2003 non è stato rispettato né dalla S.S. Napoli Calcio S.p.a., né dalla A.S. Roma S.p.a..
Addirittura i massimi responsabili amministrativi di quest’ultima hanno a più riprese confermato tale circostanza, sostenendo, per bocca del Direttore Generale, Sig. Franco Baldini: “La Roma era convinta di aver assolto a qualsiasi obbligo per l’iscrizione al campionato già il 22 luglio, ma ci è stato detto di no. Il 29 ci siamo presentati DI NUOVO DI FRONTE ALLA Co.Vi.So.C……” (Gazzetta dello Sport, 09/08/2003, pag. 11, articolo a firma Alessandro Catalano). Infine, il Presidente del Collegio Sindacale dell’A.S. Roma S.p.a., Dott. Franco Rotunno, ha affermato che: “gli atti il 28 non erano pronti, hanno rinviato al giorno dopo” (Repubblica, 20 agosto 2003, articolo firmato da Elsa Vinci).
Non veritiere, quindi, sono le affermazioni del Presidente Federale, Dott. Franco Carraro, dallo stesso pronunciate in conferenza stampa il 20 agosto 2003, radicalmente smentite tanto dal Capo dell’ Ufficio Indagini della FIGC, quanto dai dirigenti della stessa A.S. Roma S.p.a..
L’Atalanta Bergamasca Calcio S.p.a., nella situazione attuale, a differenza del CONI, contesta e si oppone all’autonomia della F.I.G.C., in quanto esercitata nel suddetto modo, non ritenendo ammissibile alcuna sospensione del giudizio da parte del CONI, come disposta con nota n. prot. 1598 del 22/08/2003, alla luce della delibera di cui al C.U. n. 56/A del 20/08/2003.
Non possono certamente soddisfare le conclusioni a cui è giunto l’Ufficio Indagini della Federcalcio al termine del lavoro svolto, né alcun soggetto dell’ordinamento sportivo può accettare e considerare conclusa l’indagine all’esito della consegna del rapporto del 20 agosto u.s.!!!
Si fa, altresì, presente che la scrivente società in data 19 agosto ha avanzato alla F.I.G.C. domanda di autorizzazione alla deroga alla clausola compromissoria, rimasta ad oggi priva di riscontro.
Alla luce del comportamento posto in essere dalla F.I.G.C., nella funzione di applicazione delle vigenti norme dell’ordinamento di settore, palese appare la responsabilità di tale organismo, con conseguente maturazione del diritto al risarcimento del danno in favore dell’Atalanta Bergamasca Calcio S.p.a..
La F.I.G.C. è responsabile, e tenuta, a risarcire il danno, per non aver correttamente fatto rispettare il C.U. n. 151/A del 28 aprile 2003 nei confronti di Napoli e Roma; ma lo è, ancor di più, nell’aver concesso un nuovo termine a detti Clubs, mentre quello del 28 luglio era da considerarsi incontestabilmente perentorio, onde provvedere alla presentazione di nuove garanzie fideiussorie, in luogo a quelle false e contraffatte, depositate il 29 luglio 2003, quindi oltre il termine di scadenza.
Parimenti, il CONI, per quanto tempestivamente e ripetutamente investito della questione attraverso esposti e memorie depositate dalla scrivente e da altre società, ha dapprima rimesso ogni valutazione all’organo interno della FIGC, mentre oggi, nella lettera del 22 agosto 2003, prot. 1598, comunica “al momento la necessità di soprassedere da ogni pronuncia sugli esposti presentati”.
Questa non è la vigilanza ed il controllo che il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ai sensi del D.Lvo 242/99 e dello Statuto, deve adottare in maniera tanto delicata e fondamentale nella vita di una F.S.N., quale il corretto adempimento delle prescrizioni economico finanziarie da parte dei Clubs affiliati!!!
Il CONI, nella sua funzione indubbiamente pubblicistica, non intervenendo né vigilando, consente, in questo modo, a società sportive non aventi titolo di essere ammesse ai campionati di competenza, usufruendo di finanziamenti e denaro pubblico, con ogni conseguente apprezzabilità e rilevanza di siffatto comportamento in ambito di responsabilità amministrativa e penale.
L’Atalanta, conclusivamente, risulta parte offesa in ogni atto compiuto, od omesso, per quanto dovuto, da parte della F.I.G.C., C.O.N.I., e loro organi interni, e comunica che, in caso di mancato riconoscimento dei propri diritti, promuoverà ogni azione a tutela del proprio patrimonio e della propria immagine. (Francesco Mario 26 maggio 2005)



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