mercoledì, febbraio 22, 2012

Andrea Agnelli risponde all'Ebete: L'intervento di Abete è stato inopportuno

                                           PARLA IL PRESIDENTE DELLA JUVENTUS

Adesso non passa più nulla: niente più interventi a gamba tesa sulla Juve, né da parte delle avversarie né da parte delle Istituzioni. A far la guardia si sono Conte, Marotta, Nedved ed Agnelli, una difesa a quattro rocciosa, decisa e puntuale negli interventi e pronta a rilanciare.

L'altroieri, dall'alto, da Abete, era arrivato un commento sulle parole post-Parma di Antonio Conte, parole che il numero uno della Figc aveva definito abbastanza forti, cogliendone il riferimento a Calciopoli, per lui solo un ricordo triste e tranquillo. E al numero uno federale ha risposto il numero uno bianconero Andrea Agnalli, che nell'ottica del clima di attesa del match-clou Milan-Juve, ha osservato:

"E’ un evento per noi molto importante, che viene preceduto da diverse polemiche. C’è stato anche un intervento del Presidente della Federazione Abete; sicuramente le parole del presidente Abete io le ho trovate decisamente inopportune: perché o il Presidente della Federazione commenta tutte le settimane tutte le dichiarazioni di tutti gli allenatori, oppure solo quelle del nostro sicuramente non mi sta bene, mi rendo conto che ci sia un po' di nervosismo, mi rendo conto che molte persone in questo momento tutelino i loro interessi, ma mi sembra una caduta di stile. E di stile si è parlato molto: noi esponiamo le nostre posizioni, i nostri sentimenti e parliamo solo ed esclusivamente di noi stessi. Vedo invece che tanti altri si divertono a commentare le vicende juventine e questo a me non sta bene. Ognuno pensi per sé. Affrontiamo la partita di sabato sapendo che il Milan è favorito perché è campione d’Italia ed è già nei quarti della Champions League. Noi abbiamo un grandissimo privilegio, siamo molto sereni e andremo a fare una bella partita, è tanto tempo che non se ne gioca una così".

Di stile si parla ormai ad ogni piè sospinto dal 7 febbraio, allorché Allegri aveva vantato lo stile Milan quando bacchettando Conte che lamentava il mancato rigore per il plateale fallo di mano in area del senese Vergassola; attacchi gratuiti proseguiti sino a domenica praticamente senza soluzione di continuità. E purtuttavia nel mirino di Abete era entrato solo Conte, che lamentava effettivi torti subìti dalla sua squadra, senza guardare in casa d'altri. E ad Andrea non è garbato, né l'atteggiamento di Abete né quello di chi non pensa per sé.

L'intervento di Agnelli ha avuto come cornice la cerimonia in cui al Palavela di Torino è stata ufficialmente presentata la candidatura di Torino 2015 per ottenere il prestigioso titolo di "Capitale europea dello sport": entro il 30 maggio dovrà essere elaborato il dossier da presentare a Bruxelles, dossier che ruoterà attorno a due temi fondamentali: valori (etica, integrazione sociale, salute, benessere, educazione) e territorio. In lizza con Torino c'è Cracovia; il conferimento è previsto per il 7 novembre 2015.

E a sostenere la candidatura a questo importante status internazionale, in una cerimonia cui erano presenti il ministro per il Turismo e lo Sport Piero Gnudi, il sindaco di Torino Piero Fassino e l'Assessore comunale allo sport e tempo libero Stefano Gallo, c'era la Juventus, il più illustre simbolo dello sport torinese, rappresentata dal presidente Andrea Agnelli, dal consigliere Pavel Nedved e da Gianluca Pessotto, responsabile organizzativo del settore giovanile. "E’ un grande piacere sostenere questa importante candidatura – ha detto in proposito Agnelli – che significa maggiori investimenti sul territorio, maggiori risorse e maggiori possibilità di sviluppo. Io personalmente e noi come Juventus daremo tutto il sostegno possibile affinché questa candidatura possa tramutarsi in un’assegnazione definitiva e Torino possa fregiarsi del titolo di Capitale Europea dello Sport nel 2015". (22 febbraio 2012)

fonte ju29ro.com. news

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