CRIMINALI SENZA SCRUPOLI - IL VOLTO DEL MALE
DELL'IGNARO MUCCHIO CHE FESTEGGIA IL MALE, SI FACCIA L'APPELLO
FRANCO ZAGLIO
E' VERAMENTE TRISTE.... E' TRISTE PENSARE CHE LA PROCURA DELLA REPUBLICA DEL TRIBUNALE DI TORINO, ABBIA PERMESSO AD UN COMPLESSATO E VENDICATIVO MAGISTRATO (raffaele guariniello!), UNA CROCIATA DIFFAMATORIA DURATA 9 ANNI E BASATA SULLE DICHIARAZIONI DI UN INVIDIOSO E PERDENTE INDIVIDUO (z.zeman!) A SPESE DELLO STATO!
E' UNA VERGOGNA CHE, PER IMPEDIRE CHE LO STATO PAGASSE MEGA RISARCIMENTI ALLA JUVENTUS ED AI SUOI DIPENDENTI, E' DOVUTA CORRERGLI IN SOCCORSO LA CORTE DI CASSAZIONE, INVENTANDOSI LA NECESSITA', SE NON FOSSE SUBENTRATA LA PRESCIZIONE, DI UN NUOVO PROCESSO SULL'ACCUSA DI ABUSO DI FARMACI LEGALI. VERGOGNA E' POI VERGOGNA!
VERGOGNA SI', SE SI PENSA CHE ALLA PROCURA DELLA REPUBLICA DEL TRIBUNALE DI MILANO, PER APRIRE UN'INCHIESTA SUL DOPING DELL'INTER CHE "AVREBBE" CAUSATO TANTE MORTI, NON SONO BASTATE LE ACCUSE DI GIOCATORI DEL PASSATO CHE IL DOPING LO HANNO VISSUTO SULLE LORO PERSONE: F.Mazzola e F.Zaglio, E ATTUALI: Grigorios Georgatos, TESTIMONE DI UN FLUSSO DI STUPEFACENTI NEL CENTRO SPORTIVO ANGELO MORATTI DI APPIANO GENTILE, LA "casa dell'inter-squadra, E' MOHAMED KALLON, TROVATO POSITIVO ALL'ANTIDOPING DOPO L'INCONTRO UDINESE-INTER!
E' OLTRE A TUTTO QUESTO, PER APRIRE UN'INCHIESTA SUI CRIMINI DELL'INTER, ALLA PROCURA DI MILANO NON E' SERVITA NEANCHE L'INCONFUTABILE PROVA DELLE 2000 TELEFONATE INTERCETTATE DALLA PROCURA DELLA REPUBLICA DI TRENTO (reclamate dal Tribunale di Milano per "diritto-territoriale", per poterle insabbiare!) DOVE GIOCATORI, DIRIGENTI E STAFF TECNICO PARLANO DI "DROGA", E OGGETTI RUBATI: AUTO DI LUSSO E GIOIELLI!
DOVE L'ALLENATORE DELL'INTER ROBERTO MANCINI, CHIEDE A DOMENICO BRESCIA, SPACCIATORE DI DROGA PER LANDRANGHETA (camuffato da sarto!), ADDIRITTURA STAMPELLE PER I GIOCATORI PRIMA DELLE PARTITE! TRIBUNALE DI MILANO, SERVO DI TRONCHETTI & MORATTI, VERGOGNA!
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Dopo F.Mazzola e Georgatos...Franco Zaglio
” TORNANDO ALLE “VITAMINE”: SEMPRE IN QUEL 1962 SCOPPIO’ ALL’INTER UN CASO DOPING…
“ Beccarono i tre cremonesi: Guarneri, Bicicli e il sottoscritto. Quella però fu una cosa strana: nell’imminenza della partita che pareggiammo 2 - 2 contro la Juve (25 febbraio 1962) i nostri dirigenti vennero a sapere che a fine gara ci sarebbe stato il controllo antidoping. Il segretario corse negli spogliatoi e raccomandò di non prendere niente. Un’insinuazione strana: come se noi giocatori prendessimo iniziative personali! Voglio precisare che fino a quando sono rimasto io, cioè fino al 1964, nessuno di noi ha mai preso niente per propria scelta: certe cose, caso mai, ce le mettevano altri nel caffè“!
E DOPO IL 1964 ?
“ Forse ....le cose cambiarono nelle coppe internazionali. Perché si sa: quando una partita vale tre milioni di premio chiunque può decidere di rischiare. Senza contare che a livello internazionale non c’era alcun controllo. “
MENTRE IN ITALIA L’ANTIDOPING FU INTRODOTTO NEL 1961…
“Si, ma erano controlli per modo di dire: c’erano mille modi per farla franca.“
VOI “CREMONESI” PERO’ FOSTE PIZZICATI…
“Ripeto: quella fu una faccenda strana, come strano fu ad esempio il “caso Bologna” nel 1964, quando alcuni rossoblù risultarono positivi. Alla fine venne fuori che qualcuno negli spogliatoi aveva manipolato le fialette. C’era molta, chiamiamola così, approssimazione.
“EFFICACIA A PARTE, L’INTRODUZIONE DELL’ANTIDOPING VOLEVA PUR SIGNIFICARE QUALCOSA. DIFFICILE PENSARE CHE LA FEDERAZIONE METTESSE SU UN’IMPALCATURA COSI’ COSTOSA SOLO PER I CAFFE’ DI HERRERA…
“Neppure in questo campo Herrera inventò niente: già nel 1957-58, quando giocavo nella Spal, i più anziani si tiravano su con la loro brava pasticchetta di simpamina. E pure nella Roma, dove giocai prima di passare all’Inter, ci davano le “vitamine”, che finivano sistematicamente nel cesso. “
CHE EFFETTO FACEVANO QUESTE “VITAMINE”?
“Le racconto una cosa: è la primavera del 1961, non gioco da mesi per un’operazione al menisco ma Herrera mi vuole a tutti i costi in squadra: l’Inter aveva perso tre partite di seguito e stava giusto buttando alle ortiche lo scudetto. “Non ti preoccupare per la tua condizione fisica” mi fa il Mago. “Ci penso io !”. A Genova contro la Sampdoria perdiamo 4 - 2, ma con mia grande sorpresa reggo benissimo i 90’. I problemi cominciano la sera: andiamo ancora in ritiro, così vuole Herrera, ma non c’è verso di prendere sonno. Mi lamento con Mauro Bicicli, mio compagno di stanza, ma lui sogghigna: “Lo hai preso, il caffè ?“ domanda con fare allusivo. Compresi all’istante.“
Il placido distacco di Zaglio si fa stupore sgomento quando apprende della morte di Bicicli, del tumore al fegato nato da un’epatite C che “Bicicletta” si era preso mente giocava:
“dopo Tagno, dopo Picchi, tutti miei ex compagni…”
A quel punto gli zompa in mente un episodio, a proposito di epatite C e di quelle siringhe sporche che giravano negli spogliatoi. E’ un ricordo scomodo, che affiora dalla memoria come un afrore sgradevole e incontrollabile:
“ Il nostro portiere prima di Sarti era Buffon, un ex milanista. Una sera eravamo in camera e mi fa: “Ti ricordi quando nel ’58 noi rossoneri ci beccammo tutti l’epatite C ?” Certo che ricordavo: in nazionale militare giocavo con Gastone Bean, attaccante di quel Milan: prima di pranzo gli toccava prendere tre o quattro pastiglie per curare i postumi della malattia. “Ricordi che al fischio dell’arbitro dopo il primo tempo correvamo tutti come razzi negli spogliatori ?” prosegue Buffon. “Dovevamo fare presto, il nostro medico doveva fare undici iniezioni. Figurati un po’ se stava lì a cambiare la siringa…
” PURE FERDINANDO MINIUSSI E’ MORTO DI CIRROSI EPATICA PRESA DALL’EPATITE…
“Anche Miniussi ? Beh, ma lui era un portiere. I portieri mica le prendevano quelle cose”
scappa detto a Zaglio, quasi lui sia convinto che “quelle cose” abbiano ucciso i suoi ex compagni. Poi rivolge un pensiero a Carlo Tagnin, il suo successore: “ Mi dispiace per Tagno, ma di lui si sapeva: gli davano di tutto. Era già anziano, e per di più lento. Aveva bisogno di carica. Poi si sa, è questione di fisico, c’è chi smaltisce e chi no “.
PRENDEVA TROPPI CAFFE’, TAGNIN ?
“A lui davano anche altro “.
Non si spiega invece, Franco Zaglio, la morte di Picchi.
“I suoi fratelli erano medici. Tanto che fu lui a dirci che nel caffè c’erano cose strane. Fece la voce grossa: non voleva che Herrera facesse queste cose .”
Sono quasi le tredici. Zaglio si accomiata con la cortesia dell’uomo mite. La sua famiglia lo attende a tavola, ora che è in pensione il tempo è un fiume placido che accompagna i ricordi senza fretta. Chissà se, dopo pranzo, Zaglio sorseggerà il caffè che la moglie Argia gli avrà preparato. Certo non paventerà strane insonnie: ad addolcire quel caffè sarà giusto l’amore di una vita.
E niente altro.
....è questione di fisico, c’è chi smaltisce e chi no “. Mazzolino ha detto che chi non giocava, per fargliele smaltire, Herrera li faceva correre dietro all'autobus......
IL CAPOCUPOLA, E LA GANG DEGLI INTOCCABILI
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