venerdì, giugno 15, 2007

BORRELLI PALAZZI ED I BILANCI TRUCCATI DI INTER E MILAN.

BORRELLI PALAZZI ED I BILANCI TRUCCATI DI INTER E MILAN.
Mon 06/04/07 05:48 PM

Borrelli (e Palazzi), ci dovete spiegare come mai non decolla mai a
livello sportivo l'indagine sulle plusvalenze incrociate fittizie delle
due società milanesi, atte a truccare i bilanci gravati da forti
perdite. L'ex presidente Covisoc, Ukmar, continua a puntare il dito sui
bilanci drogati e lo pone come un problema ben più grave ed di rilevanza
penale maggiore dei fatti emersi da calciopoli. Eppure, questi reati non
vengono perseguiti con la stessa durezza con cui sono stati puniti i"
presunti"(il suo geniale illecito strutturale...) illeciti attribuiti
alla vecchia dirigenza della Juve, come dire che fino ad ora tutti si
sono adoperati a far fuori le pulci, senza preoccuparsi degli elefanti.
Sappiamo che lei dottor Borrelli e' stato messo li da Guido Rossi perchè
con la sua fama di giustiziere poteva tranquillamente insabbiare le
malefatte diell'Inter e' di conseguenza del Milan senza destare
sospetti. Sappiamo anche che così facendo ha trovato in Massimo Moratti
la gallina dalle uova d'Oro, è che anche il Giudice suo figlio raccoglie
fieno nella Mangiatoia dei Moratti prendendo per i fondelli il popolino
pecora che lo ha eletto a eroe! Allora io le invio questo esame dei
conti dell'Inter con la speranza che qualche giornale fuori della cupola
Rcsmediagrup che faccia sentire la sua voce assieme a Quotidiano.net
(Qn) Mi creda Dottor Borrelli io vorrei denunciarla, purtroppo per me,
lei oltre ad essere ricattato dagli spioni di Tronchetti-Moratti, è
sotto la protezione della massoneria. Forse lei si domanda perchè nomino
lei è non il procuratore Palazzi, ma perchè anche le pietre sanno che
Palazzi e la banda Auricchio e Arcangioli sono al servizio del piduista,
ed è come parlare al vento.

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fonte - http://qn.quotidiano.net/calcio_mercato/20...ndo_rosso.shtml
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Caro Moratti quanto gli costano Palazzi e Borrelli per l'insabbiamento
delle sue malefatte?
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BILANCI & PLUSVALENZE
Inter, un 2006 da profondo rosso
31/05/2007
Prende il via con l’esame dei conti dell’Inter prima in classifica,
un’inchiesta di Quotidiano.net sui conti delle società di calcio di
serie A e B. Un lungo viaggio fra 'imbellettamenti' contabili, sprechi
di danaro, debiti a profusione

massimo moratti Milano, 29 gennaio 2007 - L’Inter ha concluso l’ultima
stagione con un profondo rosso di gruppo pari a 181,4 milioni di euro.
Per la prima volta, la società nerazzurra ha stilato il bilancio
consolidato al 30 giugno 2006, comprendente oltre ai conti della
capogruppo Fc Internazionale spa, anche quelli delle controllate al 100%
Inter Futura e Inter Brand.

Come si legge nel documento disponibile in Camera di commercio, ciò è
una “fotografia” finalizzata “a fornire una adeguata informativa
sull’andamento economico e patrimoniale del gruppo”. Nel consolidamento
sono state eliminate tutte le transazioni con le controllate, come la
cessione dei marchi dall’Inter a Inter Brand, che ha fruttato alla prima
una plusvalenza di 158 milioni, ed è stato stornato il loro ammortamento
(7,9 milioni).

Con queste operazioni, il risultato finale della capogruppo èin passivo
di “soli” 31,1 milioni rispetto ai 118,7 del 2004/05. Il consolidato
presenta una serie di dati molto pesanti: il patrimonio netto era
negativo per 122,8 milioni (contro +27,4 milioni di Inter spa),
l’indebitamento bancario era di oltre 209 milioni (89,1 milioni in Inter
spa). La maggior parte dell’indebitamento complessivo del gruppo è
riposta in Inter spa, schiacciata dal peso di 424,4 milioni, in aumento
del +54,1% rispetto ai 275,3 milioni del 2004/05.

Preoccupante lo squilibrio debiti-crediti pari a oltre 434 milioni ,
contro la disponibilità liquida di soli 35 milioni. L’indebitamento
bancario di Inter spa è diminuito del 34,15% a causa della cessione dei
marchi alla Inter Brand, avvenuta il 29 dicembre 2005 “per un
corrispettivo di 158 milioni”. Contestualmente “è stata redatta la
relativa scrittura di licenza d’uso dei marchi del valore complessivo di
160 milioni” di durata decennale.

Ma ci sono due problemi gravi. “La vendita dei marchi dall’Inter alla
controllata Inter Brand - spiega l’avvocato Domenico Latino,
specializzato in diritto civile e sportivo - configura l’ipotesi del
contratto con se stesso: quindi per la legge è nulla, anche se
irrilevante essendo maturata all’interno del gruppo”. In pratica, è come
se il marchio fosse passato dalla tasca destra alla sinistra.

“Inoltre, l’Inter al termine del contratto di licenza d’uso - prosegue
Latino - perderà il marchio. La società avrà tre alternative per
evitarlo: può incorporare la Inter Brand, rinnovare l’accordo o
riacquistare il marchio”. Secondo il documento contabile, l’operazione
“ha consentito di ottenere da un primario istituto di credito un
finanziamento a medio-lungo termine per 120 milioni”.

L’Inter rivela in seguito la banca, specificando che a garanzia del
prestito è stato acceso il “pegno, a favore di Banca Antonveneta sul
100% delle quote sociali di Inter Brand”. C’è però da evidenziare che
l’azionista di riferimento e presidente della società nerazzurra,
Massimo Moratti, è anche consigliere esecutivo di Interbanca, banca
d’affari di AbnAmro Antonveneta. Al riguardo potrebbe esserci un
conflitto d’interesse per Moratti, che riveste il contemporaneo ruolo di
banchiere e cliente.

La società di revisione Kpmg ha rilevato che “sull’Irap accantonata non
è stata compresa l’imposta relativa alla plusvalenza di 158 milioni”.
L’Inter, avvalendosi di un parere della Lega Calcio, ha ritenuto di non
dover anche assoggettare all’Irap i 7,5 milioni di plusvalenze da
cessione calciatori, nonostante una risoluzione contraria dell’Agenzia
delle Entrate del 2001.

I debiti tributari, ammontati a 19,7 milioni, sono aumentati del
13,3%.Le plusvalenze sono state inserite nei ricavi, mentre nei costi
sono state incluse le minusvalenze (848 mila euro), contravvenendo in
via di principio al Codice Civile. I giocatori sono un bene: la loro
vendita rientra nei proventi straordinari e non ordinari. Infine,
l’Inter ha accantonato 111,8 milioni per l’ammortamento per svalutazione
calciatori fatta con il “salvacalcio” al 30 giugno 2003: dovrà pagare
l’ultima rata per lo stesso importo il 30 giugno prossimo.

Stando al verbale di assemblea che ha approvato il bilancio al 30 giugno
scorso, l’Inter è controllata da un patto di sindacato. In esso il socio
di maggioranza al 95% è Internazionale Holding (che ha rilevato di
recente il pacchetto da Inter Capital, che è stata fusa per
incorporazione in Inter spa) controllata da Massimo Moratti: l’altro
socio è la panamense Minmet Financing Company della famiglia Giulini. In
Internazionale Holding è presente un mistero nerazzurro, riguardante la
società lussemburghese Hellas Sport International che ne possiede
l’1,74%: il suo rappresentante legale è Jean Hoffmann.

Secondo il Journal Officiel del Granducato l’azionista di maggioranza
della Hellas Sport è la Ihf-International holding & financial company
con sede a Tortola, nel paradiso fiscale delle Isole Vergini
britanniche. Chi ci sia dietro quest’ultima società non è possibile
saperlo, protetto dietro il muro di gomma della località caraibica.

L’operazione di cessione dei marchi nerazzurri ha anche un altro
risvolto. Nel paragrafo “rapporti con parti correlate” si legge che “la
società ha iscritto nei costi per servizi un importo pari a 200mila euro
relativo ad una consulenza fornita da un componente del consiglio di
amministrazione di Inter Brand”.

L’Inter non specifica su quale oggetto sia stata fornita la consulenza e
il nominativo del membro del cda della sua controllata. Misure della
Camera di commercio alla mano, nel consiglio di Inter Brand siedono il
presidente Angelomario Moratti, figlio di Massimo e vicepresidente
dell’Inter, Accursio Scorza, consigliere della società milanese, e
Jantra Giulini, membro della omonima famiglia presente nel patto di
sindacato: uno di questi tre è il beneficiario della consistente cifra
di 200mila euro.

L’importo è pari al 6,70% della voce “consulenze esterne”, pari a
complessivi 2,98 milioni. Tra i costi della produzione dell’Inter spa,
si segnala un incremento del 20% delle spese per servizi (da 39,2 a 47
milioni). In esse, si segnala il boom di quelle amministrative, passate
da 9,1 a 12 milioni. Nonostante i due esercizi in rosso in cui è stato
in carica, risultano in rialzo anche i compensi per l’ex amministratore
delegato e direttore generale Mauro Gambaro da 450mila a 650mila euro.

In lieve calo (-1,84%) risulta il costo complessivo del personale ,
passato dai 144,35 milioni del 2004/05 ai 141,69 dell’ultimo esercizio.
Le spese per tesserati sono calate dai 135,59 a 131,59 milioni, mentre
quelle per gli altri dipendenti sono in aumento da 8,96 milioni a 10,10
milioni. Scomponendo i compensi ai tesserati si nota un robusto aumento
per gli allenatori (da 6,11 a 10,42 milioni), mentre per i giocatori è
in calo (da 118,45 a 105,85). Questi ultimi si sono ripagati con i premi
rendimento (da 9,11 a 14,01 milioni).

Uno dei punti di forza della società nerazzurra, i “risconti passivi”
(anticipo di ricavi futuri) è risultato in calo da 103,17 milioni a
44,46 milioni per il “decremento delle anticipazioni ricevute da società
di factoring a fronte di contratti relativi a diritti televisivi”.

L'Inter vi ha sopperito in parte con l’aumento del 15% dei ricavi del
conto economico, grazie soprattutto alla crescita della voce
“sponsorizzazione proventi vari e altri ricavi” (da 140,26 a 174,98
milioni). In quest’ultima sono presenti per la prima volta i “diritti di
prelazione e prima negoziazione” per 21 milioni stipulati con Rti per la
stagione televisiva 2009-2010. Essi consentono alla società del gruppo
Mediaset di sedersi per prima al tavolo delle trattative, per un tempo
congruo, per stipulare il nuovo contratto della trasmissione criptata
sul digitale terrestre. Per lo stesso motivo Mediaset aveva versato 20
milioni alla Juventus nel giugno 2004.
31/05/2007 -
di Marco Liguori
Caro Moratti quanto gli costano Palazzi e Borrelli per l'insabbiamento
delle sue malefatte?

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