Il CORROTTO Saverio Borrelli con il CORRUTTORE Massimo Morqtti
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G. FIORITO
Telecom_risarcimenti. De Santis convoca Moratti
Radio Manà, 19 ottobre 2012. Parole e musica di De Santis: “L'Inter
mi ha pedinato per un anno. Cipriani lo fece su mandato dei nerazzurri.
Il problema di Calciopoli nasce a Milano, con gli stessi personaggi
implicati a Napoli. Facchetti? Lui mi chiamava perché la stessa FIGC
dava i numeri ai tesserati”.
L’ex arbitro non ci sta e
convoca a testimoniare Moratti, Tronchetti Provera, Caterina Plateo,
Tavaroli e Cpriani, seguendo la via tracciata da Bobo Vieri, che il 4
settembre ha ottenuto in primo grado un risarcimento meno cospicuo del
previsto, ma che certifica la responsabilità dell’Inter nei dossieraggi
illegali Telecom. Vedremo se stavolta il presidente dell’Inter, che
nel maggio 2010 si rifugiò negli Stati Uniti d’America per non
testimoniare a Napoli e non fu più richiamato, si presenterà finalmente
al banco dei testimoni.
Quelli che Canale Inter ha definito
“i vaneggiamenti di De Santis” si basano su un numero talmente cospicuo
di riscontri e deposizioni che coincidono, da far ritorcere la
definizione contro coloro che un tempo si vantarono, festeggiando in
smoking bianco uno scudetto assegnato a tavolino, di vincere senza
rubare. E’ passato quasi un anno da quando la signora Caterina Plateo,
segretaria di A. Bove e membro di comprovata fiducia all’interno della
sicurezza di Telecom al punto di essere menzionata da A. Pompili, nel
libro Le tigri di Telecom, come la persona che si recò in Brasile
a prelevare il cd con la prova dei dossieraggi della Kroll, ha deposto
al processo Telecom di Milano indicando i nomi di coloro che erano stati
posti sotto osservazione illegalmente. Tra giugno e settembre Tavaroli e
Cipriani hanno chiarito che il mandante dell’attività illegale di spionaggio è stato Massimo Moratti,
il quale si sarebbe servito di Giacinto Facchetti e della sua
collaborazione con Danilo Nucini, all’epoca dei fatti arbitro in
attività, per girare le dritte al capo della sicurezza di Telecom e al
fidato titolare dell’agenzia di investigazioni Polis d’Istinto affinché
fosse redatto il ”Dossier ladroni”. Non è più un mistero per nessuno che
Moratti, con la collaborazione di Tronchetti Provera, che
contemporaneamente era presidente di Telecom e sedeva nel cda
dell’Inter, si sia reso colpevole del grave reato di spionaggio industriale.
Né lo è mai stato, perché lo stesso Moratti fu di bocca larga nel 2006,
rilasciando a Beccantini per la Stampa e a Sabelli Fioretti per Il
Corriere della Sera Magazine dichiarazioni che non smentivano l’attività di intelligence e anzi la attribuivano a Tavaroli Salvo poi andare a dichiarare al procuratore federale di non sapere nulla del “Dossier ladroni”.
E’ un mistero il pasticciaccio del quale furono autori Borrelli e Palazzi, che nel 2007 si passarono il testimone nella staffetta alla guida della procura federale, archiviando il caso dei dossieraggi illegali Telecom
con una formula che sembrava rimandare alla prescrizione e che la
Gazzetta dello Sport lesse come un’improbabile “assoluzione sportiva” di
Moratti. Come ha osservato Gigi Moncalvo, sottolineando il parere
contrario di Tuttosport che avrebbe auspicato una chiamata in causa di
Facchetti.
Secondo Tuttosport, nell’udienza del 24 ottobre della
causa che vede De Santis contro l’Inter, di fronte a Paolo Gallinelli e
Federico Lucarelli, legali di De Santis, gli avvocati dell’Inter, Luisa
Beretta e Silvia Trupiano hanno eccepito sulla prescrizione della condotta e un difetto di legittimazione passiva,
poiché l’Inter non sarebbe responsabile dello spionaggio e il
risarcimento andrebbe richiesto direttamente a Telecom. Peccato che lo
stesso Cipriani abbia testimoniato al processo Telecom che fu proprio
l’Inter a saldare il conto dei dossieraggi attraverso la Pirelli,
società facilmente riconducibile a Tronchetti Provera, per motivi di
segretezza. Ricordiamo che la sentenza Panasiti del giugno 2010 ha già
accertato che Tavaroli e Cipriani agivano alle dipendenze di Tronchetti
Provera, ritenuto inaffidabile nelle sue dichiarazioni, e secondo i suoi
interessi.
De Santis ha prodotto la sentenza Vieri, i legali
della società nerazzurra la condanna di De Santis a Napoli e quella
inflitta dalla Corte dei Conti la scorsa settimana per risarcire la
FIGC.
De Santis chiede all’Inter di essere risarcito per essere
stato, insieme con i suoi familiari, pedinato, intercettato e spiato fin
dentro i conti correnti bancari.
La causa è iniziata il 13 marzo
2012 e gli avvocati del club di Massimo Moratti hanno depositato presso
il tribunale di Milano un documento nel quale si affermerebbe che l’Inter ha appreso del “Dossier ladroni” dalla stampa. I legali hanno cercato di far ricadere le responsabilità dei dossieraggi su Facchetti,
che in questo documento appare privo delle necessarie deleghe, mentre è
Moratti ad essere indicato come l’amministratore dotato di tutte le
deleghe necessarie a rappresentare la società nerazzurra e a
sottoscrivere contratti vincolanti.
Dopo l’udienza del 24
ottobre il giudice dovrà sciogliere la riserva sull'acquisizione delle
documentazioni presentate e sull'ammissione dei testimoni. Non si
conosce la data della prossima udienza.
Secondo Abete gli interisti sono al sicuro, protetti come al solito dall’ombrello salvifico della prescrizione. Invece Cipriani ha testimoniato che l’Inter ha perpetrato la sua attività di spionaggio fino al 2006,
quando con lo scoppio di calciopoli si sarebbe ritenuta soddisfatta del
lavoro svolto. Un lavoro fatto confluire nelle indagini che i
carabinieri stavano svolgendo a Roma attraverso il pc di Tavaroli, che
sequestrato il 3 maggio 2005 a Milano, approdò il 9 maggio in Via In
Selci per essere ispezionato con il suo prezioso carico: il “Dossier
ladroni”. I conti non tornano. Gli spiati di ieri sono gli imputati di
oggi.
Frattanto. Il 19 ottobre Ilgiornale.it ha dato notizia che è
passata la linea Bernabé ed è stato raggiunto “l’accordo di transazione
tra Telecom Italia e gli ex amministratori Carlo Buora e Riccardo
Ruggiero che porterà nelle casse della società 2,5 milioni… Anche se i
piccoli azionisti, che si sono avvicendati negli interventi, hanno
sottolineato che ancora non è chiara l'entità del danno apportato alla
società: un report di Deloitte parla di una cifra tra i 19 e i 27
milioni, ma secondo altri potrebbero essere anche 400”. Secondo il
Corrierecomunicazioni.it Asati ha chiesto l’azione di responsabilità verso Marco Tronchetti Provera, con una lettera al Cda, al Comitato di Corporate Governance di Telecom Italia, alla Consob e alla procura di Milano “In
riferimento alla disponibilità degli atti del fascicolo delle indagini
della Procura di Milano su Tronchetti per ricettazione…”. Secondo Asati,
l’associazione azionisti di Telecom Italia, nel corso dell’assemblea di
ieri “il Collegio Sindacale non si è distinto per una conoscenza seria e
approfondita di fatti così gravi avvenuti nella società tanto che ha
addirittura ammesso che nel Rapporto Deloitte del dicembre 2010 non è
stata inclusa proprio l'Operazione K (spionaggio alla Kroll)”.
Giustizie
in corso, che si specchiano l’una nell’altra, mettendo a fuoco un
enigma risolto da tempo. Ma che continuamente sfugge. Fino a quando
qualcuno non salderà il conto.
giulemanidallajuve.com - del 25/10/2012
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Il CORROTTO Stefano Palazzi con il CORRUTTORE Massimo Moratti
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