sabato, ottobre 06, 2012

CHE PENA DEL PIERO CHE PENA! PERCHE SCEGLIERE PROPRIO LUI CHE PER ANNI TI HA COPERTO DI MERDA?!!! PER FARE UN DISPETTO ALLA JUVENTUS ED AGLI JUVENTINI? - PER AIUTARE A CAPIRE IL VERDETTO DEL TNAS

crosetti & del piero": accoppiata vincente?
Del Piero che si attovaglia con il nemico che di lui scriveva: abita un corpo che non è più il suo

FRANCESCO IENZI: LA MERDA DI CROSETTI, SU DEL PIERO e JUVENTUS!
Di Del Piero, mi è rimasta impressa la presentazione di quel capolavoro letterario scritto a quattro mani con il nemico giurato "SUO" (suo di del piero!) e' della Juventus: "maurizio Crosetti". 

Qualche anno dopo aver  scaricato tanta di quella "merda su "DI LUI" (lui del piero!) e' sulla Juve che anche la meta' sarebbe bastata per infestare Torino e San Vendemiano! Eppure in quella merda, Del Piero ha deciso di sguazzarci dentro pur di fare arrivare gli schizzi e il fetore alla Juventus e' a TUTTI i suoi VERI TIFOSI, a cominciare dal reprobo: Andrea Agnelli! Accusato di averlo cacciato (crosetti dicit) BUGIARDIIIII-"del piero & crosetti"!

Come molti di voi sapranno Maurizio Crosetti, è l'autore del libro "Giochiamo ancora", che racconta in 10 capitoli la carriera e la vita di Alessandro Del Piero.

Fin qui niente di male, anche se Crosetti non è molto amato dai tifosi juventini (è a ragione!), non per le critiche, ma per la crociata contro la Juventus ed i suoi giocatori: DEL PIERO il piu maltrattato (addirittura accusato di essere "gonfio" [dopato!] e finito) durante i 9 anni di inchiesta e processo doping! Fino all'umiliazione dopo l'addio alla Juventus, con la scusa di essere stato cacciato dal Presidente Andrea Agnelli! (cacciato? ecco il suo l'ultimo contratto!) 

Ma andiamo dietro nel tempo, precisamente nel 2000, e vediamo cosa scriveva e pensava Crosetti su Del Piero!
Come si perde un campione

TORINO - Oggi, Alessandro Del Piero è soprattutto un uomo pesante. Gli pesa il cuore, muscolo gonfio di tristezza e autocritica persino eccessiva, forse terapeutica. E gli pesa il corpo. Vederlo correre arrancando fa impressione, l' altra sera la maglietta bianca gli metteva in risalto il petto, e pareva un seno di donna.

Qualcosa, qualcuno gli ha spento quella scintilla che ne faceva un artista gioioso e leggerissimo. Qualcosa: il calcio palestrato, che esclude chiunque non sia un rambo di centrocampo. Qualcuno: Lippi, che lo preferì a Roberto Baggio, ma per quella Juve assatanata ci volevano bicipiti da pugile. Il preparatore atletico della Juventus, Giampiero Ventrone, che pretende tutti gonfi e tronfi come paracadutisti. Il medico bianconero Riccardo Agricola, ma su quest' ultimo toccherà ai giudici dire se davvero lo spogliatoio bianconero fosse una farmacia, e perché. "E' tutta colpa mia" ripete, ossessivo, Del Piero. E invece no, se ne convinca.

La colpa dei due incredibili gol sbagliati è di chi aveva una pepita d' oro e l' ha voluta trasformare in giacimento. Quasi una mutazione genetica, una metamorfosi fisica che per primo segnalò Zeman, ex nemico della Juventus, peccato che ora il boemo lavori nel Napoli pilotato da Moggi. Alessandro Del Piero inventava, creava con spavalderia: adesso non gli resta neppure il coraggio di tirare le punizioni, che lascia regolarmente a Zidane. In un anno di campionato ha segnato solo una volta su azione, di testa, e gli elogi più convinti all' Europeo li ha meritati facendo il terzino contro l' Olanda.

Allucinante, se ci rendiamo conto di chi stiamo parlando, cioè del favoloso campione che segnava al volo, di sponda, d' effetto, in corsa. Il nuovo Del Piero ha purtroppo la massa muscolare dei vitelli cresciuti a estrogeni, e qualcuno dovrà spiegarci chi gli ha preparato i mangimi. Lui solo sa quanto gli è costato, in dolore fisico e morale, l' infortunio al ginocchio.

Lui solo sa come ci si sente dovendo abitare un corpo che non è più il tuo. A questo si aggiungano le incursioni crudeli nella sua vita privata, l' impietosa ironia sullo sciagurato spot del Cepu, le sconfitte in serie. Perdere uno scudetto e un Europeo all' ultimo secondo è un destino tremendo, senza neppure la consolazione della popolarità: perché, dopo Rotterdam, Del Piero rischia di diventare il personaggio più odiato d' Italia e davvero non lo merita, per la persona che è e per il campione che era.

Altri, al posto suo, avrebbero reagito in modo scomposto alle unghiate della vita, che sa essere molto cattiva anche con chi guadagna diciotto miliardi l' anno. Invece Del Piero ha come ripiegato i margini della sua tristezza e ci si è infilato: quando la Juve lo aspettava comunque, e lui segnava solo i rigori, e quando la nazionale lo ha fatto rimbalzare tra prato e panchina, storia vecchia, prima ha diviso il tempo con Baggio e poi con Totti. Difficile capire se la pesantezza di Del Piero è più di anima o di muscoli, più da creatina o da solitudine in area. Forse tutto insieme.

Di sicuro, per uscirne avrebbe bisogno di aiuto e non di esami, di amici e non di avversari. Uno l' aveva, si chiama Inzaghi, ora non si possono sopportare. Insieme, hanno zavorrato la Juve (ottavo attacco della serie A) e la nazionale, prima che Zoff capisse che Delvecchio sa anche giocare mentre Inzaghi sa "solo" segnare, e neppure sempre.

Oggi pomeriggio, a Torino verrà presentato David Trezeguet e per Del Piero sarà un altro sfregio del destino, proprio Trezeguet e proprio nella Juve, Trezeguet che in un istante ci ha tolto tutta l' aria dai polmoni. A chi leverà il posto, adesso? Comunque, il senso ultimo di questa storia è un forte sentimento di perdita. Perché Del Piero era di tutti, era l' allegria, e adesso non è di nessuno.

La vittima non è solo lui, ma tutti quelli che da piccoli sognano di essere come lui, cioè numeri dieci: vocazione perdente, ragazzi. Mangiate pasta e bistecche, semmai, e studiate da mediani.

Lo hanno gonfiato, spremuto e spompato. Poi gli hanno fatto assaggiare le macchine computerizzate, programmate da un professore che ha studiato nei marines, e forse qualche pillola. Bel risultato. Il prossimo fantasista, la Juve vada a cercarlo nell' esercito degli Stati Uniti, oppure se lo costruisca in laboratorio. Anzi no, di esperimento ne è bastato uno.
 MAURIZIO CROSETTI (4 luglio 2000)
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PERCHE' DEL PIERO PERCHE? SHAME ON YOU DELPIERO!
Io spero che Del Piero possa condividere la merda che l'infame nemico del popolo juventino, e' suo: "maurizio crosetti" le ha spalato addosso, e' che per sempre se ne stia lontano dalla Juventus e' dai suoi (suoi della juventus!) VERI tifosi! Noi lo ricordiamo come un grande calciatorre (io personalmente lo reputo assieme al"Signor Gaetano Shirea" il piu' grande nalciatore Italiano-di sempre!), ma non dimentichiamo quel ricatto: "o mi danno 10 miliardi o me ne vado e perdono tutto"! E non dimentichiamo il connubbio con l'infame nemico della Juventus: "maurizio crosetti"!

ULTIMA NOTA: Alessandro Del Piero, "capitano di te sresso", vai dove ti porta il fetore di crosetti con i vostri 30 (ora 34) scudetti...PERCHE' i nostri sono 32 (ora 36!)!!! 
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Il Verdetto del TNAS x il patteggiamento di Antonio Contevoluto da Franzo Grande Stevens
Risolto il problema. 
Praticamente un compromesso per evitare di andare sotto processo. Avvocati che abbiano una certa esperienza devono considerare ogni cosa, anche l’eventualità che ci sia una condanna, seppur ingiusta”.

Franzo Grande Stevens è stato promotore del circolo politico e culturale «Libertà e Giustizia», insieme a Umberto Eco con, Guido Rossi (!), Carlo Debenedetti, Leopoldo Pirelli, Giandomenico Lepore e tanti altri, su cui dispensò la seguente battuta : “Libertà e Giustizia non è una lobby ma piuttosto una mafia".
Più che una battuta direi un lapsus.
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UN PASSO INDIETRO - Riunione, dell'Ass. Giustizia E liberta'
Ma, scusa se ti interrompo Umberto, le lobby di solito non riuniscono persone che fanno lo stesso mestiere? 

Ma io non ho detto che noi siamo una lobby. "Noi siamo una mafia", semmai.
Quella descritta da Umberto Eco, riunitasi il 18 novembre al Teatro Studio di Milano, è la "famiglia" dei garanti della neonata associazione "Libertà e giustizia". Presenti: Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Innocenzo Cipolletta, Umberto Eco, Aldo Gandolfi, Franzo Grande Stevens, Gianni Locatelli, Claudio Magris, Simona Peverelli, Guido Rossi. Assenti, ma solo dalla sala: Enzo Biagi, Alessandro Galante Garrone, Giovanni Sartori, Umberto Veronesi. Si tratta di protagonisti della vita culturale ed economica del nostro Paese, o come li ha chiamati un po' provocatoriamente Gad Lerner (moderatore della serata), di un pezzo di establishment, di un "Club di miliardari" che non avrebbe certo bisogno di riunirsi per dire la propria sui quotidiani o in tivù.

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