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Cos’hanno in comune: Franco Zaglio, Aristide Guarneri e Mauro Bicicli?
Poco a dire la verità. O forse molto, moltissimo. Il primo era un “mediano di spinta”, il secondo uno stopper e il terzo un attaccante.
Nel 1962 ci fu, nella Grande Inter, un caso di doping.
Anzi tre: furono, infatti, trovati positivi al controllo antidoping proprio Zaglio, Guarneri e Bicicli.
“Beccarono i tre cremonesi: Guarneri, Bicicli e il sottoscritto.”
Sono le parole proprio di Franco Zaglio, in un’intervista di tanto tempo fa al Corriere della Sera, protagonista, suo malgrado, della vicenda. Una vicenda strana, comunque, della quale è molto difficile trovare traccia nel web: provate a fare una ricerca su internet e lo vedrete anche voi.
Io qualcosa l’ho trovata e ve la racconto.
Era il 25 febbraio del 1962.
A Milano va in scena quella che sarebbe diventata “la” partita della Serie A: Inter e Juventus si affrontano a viso aperto. Sono i nerazzurri ad andare in vantaggio al 13’ con un gol proprio di Bicicli e a raddoppiare al 74’ con Hitchens. Ma la Juventus non è mai stata una squadra in grado di arrendersi e, in meno di 9 minuti pareggia: prima è Sivori al 79’ ad accorciare le distanza, poi Stacchini a 3 minuti dalla fine ad agguantare il pareggio.
Ma qualcosa era già successa prima della partita.
E’ Franco Zaglio a raccontarlo, tanti anni dopo.
“Beccarono i tre cremonesi: Guarneri, Bicicli e il sottoscritto. Nell’imminenza della partita che pareggiammo 2-2 contro la Juve (25 febbraio 1962) i nostri dirigenti vennero a sapere che a fine gara ci sarebbe stato il controllo antidoping. Il segretario corse negli spogliatoi e raccomandò di non prendere niente. Un’insinuazione strana: come se noi giocatori prendessimo iniziative personali ! Voglio precisare che fino a quando sono rimasto io, cioè fino al 1964, nessuno di noi ha mai preso niente per propria scelta: certe cose, caso mai, ce le mettevano altri nel caffè.“
Le parole sono importanti, pesanti, gravi.
Per tanto tempo ho sentito parlare della “pillola nel caffè” di Herrera solo da Ferruccio Mazzola. Parlando con i miei amici interisti di questa cosa mi è sempre stato fatto notare come le dichiarazioni di un solo giocatore non possono essere sufficienti a concludere che quella storia è vera.
Ma adesso c’è un secondo giocatore che sostiene che qualcuno gli scioglieva delle pillole nel caffè. A questo punto, quindi mi viene da pensare che, qualche verità nelle parole di Ferruccio Mazzola ci può essere: già mi sembrava strano che un ex giocatore si fosse inventato tutta quella storia solo per gettare discredito verso chi non l’ha amato fino in fondo, figuriamoci due.
Ma le parole di Franco Zaglio non sono finite.
Franco Zaglio è, dunque, il secondo giocatore della Grande Inter a raccontare delle misteriose pillole che Herrera scioglieva nel caffè.
Zaglio ha giocato nell’Inter dal 1960 al 1964 per poi passare al Mantova dove è rimasto solo una stagione prima di andare al Genoa in Serie B e concludere, l’anno successivo, la sua carriera.
Il 1964 è l’anno del caso doping al Bologna. Ma questa è un’altra storia…
Zaglio, dunque, sostiene che, fino al 1964, fino a quando, cioè, è stato all’Inter, nessun giocatore nerazzurro ha preso di sua iniziativa alcun tipo di pillola.
Ma Zaglio sa cos’è successo dopo?
E cosa succedeva nelle competizioni internazionali?
Zaglio un’idea ce l’ha e non la nasconde.
”Quando una partita vale tre milioni di premio chiunque può decidere di rischiare. Senza contare che a livello internazionale non c’era alcun controllo.“
Era più facile, quindi, doparsi fuori dall’Italia, dove i controlli antidoping erano stati introdotti solo nel 1961.
“Si, ma erano controlli per modo di dire: c’erano mille modi per farla franca.“
Poco più di una ventina d’anni dopo, Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli racconterà come si riusciva a fare in modo che Maradona non risultasse positivo all’antidoping. Vent’anni e più per non far cambiare nulla.
Ahimè, anche questa è l'Italia del calcio.
Ma torniamo al nostro discorso.
Ma Zaglio, Guarneri e Bicicli furono comunque “pizzicati” dalle analisi.
“Ripeto: quella fu una faccenda strana, come strano fu ad esempio il “caso Bologna” nel 1964, quando alcuni rossoblù risultarono positivi. Alla fine venne fuori che qualcuno negli spogliatoi aveva manipolato le fialette. C’era molta, chiamiamola così, approssimazione.“
Ma leggendo la storia del doping in Italia, la storia raccontata in quegli anni viene spontaneo chiedersi una cosa: per quale motivo, all’improvviso, fu introdotto il controllo antidoping in Italia? Era solo per le pillole di Herrera?
In realtà qualcosa di grosso si muoveva e lo si era capito.
I vertici del calcio italiano si stavano ormai “svegliando”: era ormai chiaro che nel calcio c’era un costante uso di farmaci.
Nel 1961, infatti, ci fu un’inchiesta della FIGC su quelle che venivano definite le “abitudini farmacologiche degli atleti”: le conclusioni di quest’inchiesta portarono addirittura il Presidente della Federazione del Medici Sportivi (FMSI), Antonio Venerando, a parlare di “abuso di terapie” e di “paradoping”.
Questa cosa è stata “scoperta” (ma, mi chiedo io, si può parlare di “scoperta” quando si fa riferimento ad una cosa che è stata pubblica?) durante il processo per abuso di farmaci alla Juventus: gli investigatori della Procura di Torino hanno acquisito agli atti un servizio giornalistico sul doping pubblicato nel “lontano” 1964 da "Vitalità", un rotocalco mensile di attualità sanitaria, con una lunga intervista al dottor Antonio Venerando, allora presidente della FMSI.
L'articolo è entrato nelle inchieste di Guariniello sul binomio doping-calcio (non solo quindi in quella relativa al processo subito dalla Juventus) per essere utilizzato come prova d’accusa.
Ma quali sono i risultati di quest’indagine?
Secondo l'artico di “Vitalità”, l’indagine della FIGC permise di scoprire che "il 17% degli atleti (calciatori di serie A e B) faceva uso in gara di amine psicotoniche" (sono stimolanti della vigilanza e, per questo, sono dette anche “pillole della gioia”) e che erano assai diffuse altre sostanze. In quell’articolo si parla anche di un accertamento svolto nel 1962 fra tutte le federazioni sportive del CONI: si constatò "che il fenomeno del doping - fu il commento di Venerando - é limitato principalmente agli sport del calcio e del ciclismo".
L’analisi e lo studio del fenomeno del doping partiva proprio dal ciclismo, che fu “vivisezionato”: la FMSI aveva raccolto "la casistica relativa a casi sospetti o accertati di doping verificatisi dal 1949 in poi", compresi alcuni casi di morte o di grave intossicazione dovuti ad assunzione eccessiva di anfetamine.
Ma nel calcio ci si dopava davvero?
Ancora una volta è Franco Zaglio a rispondere.
“Neppure in questo campo Herrera inventò niente: già nel 1957-58, quando giocavo nella Spal, i più anziani si tiravano su con la loro brava pasticchetta di simpamina. E pure nella Roma, dove giocai prima di passare all’Inter, ci davano le “vitamine”, che finivano sistematicamente nel cesso.“
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” TORNANDO ALLE “VITAMINE”: SEMPRE IN QUEL 1962 SCOPPIO’ ALL’INTER UN CASO DOPING…
“ Beccarono i tre cremonesi: Guarneri, Bicicli e il sottoscritto. Quella però fu una cosa strana: nell’imminenza della partita che pareggiammo 2 - 2 contro la Juve (25 febbraio 1962) i nostri dirigenti vennero a sapere che a fine gara ci sarebbe stato il controllo antidoping. Il segretario corse negli spogliatoi e raccomandò di non prendere niente. Un’insinuazione strana: come se noi giocatori prendessimo iniziative personali! Voglio precisare che fino a quando sono rimasto io, cioè fino al 1964, nessuno di noi ha mai preso niente per propria scelta: certe cose, caso mai, ce le mettevano altri nel caffè“!
E DOPO IL 1964 ? “ Forse ....le cose cambiarono nelle coppe internazionali. Perché si sa: quando una partita vale tre milioni di premio chiunque può decidere di rischiare. Senza contare che a livello internazionale non c’era alcun controllo. “
MENTRE IN ITALIA L’ANTIDOPING FU INTRODOTTO NEL 1961…
“Si, ma erano controlli per modo di dire: c’erano mille modi per farla franca.“
VOI “CREMONESI” PERO’ FOSTE PIZZICATI…
“Ripeto: quella fu una faccenda strana, come strano fu ad esempio il “caso Bologna” nel 1964, quando alcuni rossoblù risultarono positivi. Alla fine venne fuori che qualcuno negli spogliatoi aveva manipolato le fialette. C’era molta, chiamiamola così, approssimazione.
“EFFICACIA A PARTE, L’INTRODUZIONE DELL’ANTIDOPING VOLEVA PUR SIGNIFICARE QUALCOSA. DIFFICILE PENSARE CHE LA FEDERAZIONE METTESSE SU UN’IMPALCATURA COSI’ COSTOSA SOLO PER I CAFFE’ DI HERRERA…
“Neppure in questo campo Herrera inventò niente: già nel 1957-58, quando giocavo nella Spal, i più anziani si tiravano su con la loro brava pasticchetta di simpamina. E pure nella Roma, dove giocai prima di passare all’Inter, ci davano le “vitamine”, che finivano sistematicamente nel cesso. “
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CHE EFFETTO FACEVANO QUESTE “VITAMINE”?
“Le racconto una cosa: è la primavera del 1961, non gioco da mesi per un’operazione al menisco ma Herrera mi vuole a tutti i costi in squadra: l’Inter aveva perso tre partite di seguito e stava giusto buttando alle ortiche lo scudetto. “Non ti preoccupare per la tua condizione fisica” mi fa il Mago. “Ci penso io !”. A Genova contro la Sampdoria perdiamo 4 - 2, ma con mia grande sorpresa reggo benissimo i 90’. I problemi cominciano la sera: andiamo ancora in ritiro, così vuole Herrera, ma non c’è verso di prendere sonno. Mi lamento con Mauro Bicicli, mio compagno di stanza, ma lui sogghigna: “Lo hai preso, il caffè ?“ domanda con fare allusivo. Compresi all’istante.“
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Il placido distacco di Zaglio si fa stupore sgomento quando apprende della morte di Bicicli, del tumore al fegato nato da un’epatite C che “Bicicletta” si era preso mente giocava:
“dopo Tagno, dopo Picchi, tutti miei ex compagni…”
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A quel punto gli zompa in mente un episodio, a proposito di epatite C e di quelle siringhe sporche che giravano negli spogliatoi. E’ un ricordo scomodo, che affiora dalla memoria come un afrore sgradevole e incontrollabile:
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“ Il nostro portiere prima di Sarti era Buffon, un ex milanista. Una sera eravamo in camera e mi fa: “Ti ricordi quando nel ’58 noi rossoneri ci beccammo tutti l’epatite C ?” Certo che ricordavo: in nazionale militare giocavo con Gastone Bean, attaccante di quel Milan: prima di pranzo gli toccava prendere tre o quattro pastiglie per curare i postumi della malattia. “Ricordi che al fischio dell’arbitro dopo il primo tempo correvamo tutti come razzi negli spogliatori ?” prosegue Buffon. “Dovevamo fare presto, il nostro medico doveva fare undici iniezioni. Figurati un po’ se stava lì a cambiare la siringa…
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” PURE FERDINANDO MINIUSSI E’ MORTO DI CIRROSI EPATICA PRESA DALL’EPATITE…
“Anche Miniussi ? Beh, ma lui era un portiere. I portieri mica le prendevano quelle cose”
scappa detto a Zaglio, quasi lui sia convinto che “quelle cose” abbiano ucciso i suoi ex compagni. Poi rivolge un pensiero a Carlo Tagnin, il suo successore: “ Mi dispiace per Tagno, ma di lui si sapeva: gli davano di tutto. Era già anziano, e per di più lento. Aveva bisogno di carica. Poi si sa, è questione di fisico, c’è chi smaltisce e chi no “.
PRENDEVA TROPPI CAFFE’, TAGNIN ?
“A lui davano anche altro “.
Non si spiega invece, Franco Zaglio, la morte di Picchi.
“I suoi fratelli erano medici. Tanto che fu lui a dirci che nel caffè c’erano cose strane. Fece la voce grossa: non voleva che Herrera facesse queste cose .”
Sono quasi le tredici. Zaglio si accomiata con la cortesia dell’uomo mite. La sua famiglia lo attende a tavola, ora che è in pensione il tempo è un fiume placido che accompagna i ricordi senza fretta. Chissà se, dopo pranzo, Zaglio sorseggerà il caffè che la moglie Argia gli avrà preparato. Certo non paventerà strane insonnie: ad addolcire quel caffè sarà giusto l’amore di una vita.
E niente altro.
....è questione di fisico, c’è chi smaltisce e chi no “. Mazzolino ha detto che chi non giocava, per fargliele smaltire, Herrera li faceva correre dietro all'autobus......
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LISTA AGGIORNATA ALLA SCOMPARSA DI giacinto facchetti DELL'ECATOMBE, POSSIBILMENTE, CAUSATA DA PILLOLE E INTRUGLI DI HERRERA & QUARENGHI
Per la precisione - i seguenti dati sono frutto di ricerche personali e, quindi, confutabili.
Non conosco lo stato attuale di salute della maggior parte dei giocatori interisti sopravissuti all' ECATOMBE!. A parte quelli conosciuti e quelli presenti in questa lista non so come stiano gli altri):
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Giacinto Facchetti: 634 gare con l'Inter (Morto di tumore al pancreas)
Aristide Guarneri: 335 gare (vivo, positivo all'antidoping nel 1961)
Armando Picchi: 257 gare (morto di tumore a 36 anni)
Lennart Skoglund: 246 gare (morto per infarto o suicidio nel 1975 a 46 anni)
Giorgio Ghezzi: 191 gare (morto a 60 anni. Da allenatore provava su di sé gli effetti del doping)
Mauro Bicicli: 183 gare (morto nel 2001 per tumore al fegato)
Livio Fongaro: 184 gare (da allenatore favoriva l'uso di doping)
Enea Masiero: 168 gare (morto di tumore)
Guido Vincenzi: 109 gare (morto nel 1997 di SLA)
Enzo Matteucci: 96 gare (morto di SLA)
Enrico Cucchi: 91 gare (morto a 31 anni per una rara malattia)
Domenico Caso: 76 gare (vivo. Tumore al fegato nel 1995)
Carlo Tagnin: 56 gare (morto per osteosarcoma nel 2000)
Franco Zaglio: 54 gare (vivo, positivo all'antidoping nel 1961)
Egidio Morbello: 51 gare (morto pochi anni fa)
Gerry Hitchens: 43 gare (infarto a 49 anni)
Ferdinando Miniussi: 23 gare (morto nel 2002 per epatite)
Giuseppe Longoni (1961-62) - Morto di vasculopatia cronica nel 2006 (malato dal 1995)
Francesco Brignani (1967-68) - Morto di infarto a 45 anni
Marcello Giusti (1967-68) - Morto di cancro al cervello alla fine degli anni novanta
Bruno Beatrice (1968-69) - Morto di leucemia a 39 anni.
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Riposino in pace, ma l'Obbrobbrio, e' una pugnalata al cuore dei loro cai, e' grida vendetta!
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E' DOPO FERRUCCIO MAZZOLA E FRANCO ZAGLIO, ANCHE GRIGORIOS GEORGATOS
NELL'INTER, HO VISTO ALCUNE COSE ED HO CAPITO COSA STAVA ACCADENDO
E' DOPO CHE HANNO FATTO SPARIRE L'INTERVISTA ORIGINALE, CI TIENE A PRECISARE:
MA L'NTER NON C'ENTRAVA NULLA EH! E RONALDO, MAI PRESO NIENTE AL 100 x 100 EH!
Grigoris Georgatos in contropiede è andato poche volte almeno nei due anni passati ad Appiano Gentile. Centrocampista offensivo o attaccante aggiunto, della sua brave tappa milanese si ricordano in pochi, una parentesi a riflettori spenti. Oggi, il quasi trentaquattrenne greco alle dipendenze del tecnico norvegese Trond Sollied all'Olympiacos scuote la testa e ritorna sui suoi passi, e da una versione un po diversa dalle dichiarazione rilasciate al Giornale Greco Ethno Sport. Ecco alcuni stralci della lunga confessione di Georgatos, nell'intervista che suona come un atto di accusa all'indirizzo dei compagni d'aell'inter di allora.
«... non ho mai fatto uso di anabolizzanti nella mia carriera, ma ho visto alcune cose ed ho capito cosa stava accadendo...», ma tiene a precisare: «... il club non aveva niente a che fare, ho visto giocatori prendere pillole e fare iniezioni... l'Inter non c'entrava nulla... c'erano gruppi di persone che rifornivano i giocatori...» (la gang dello Spacciatore della Ndrangheta: Mimmo Brescia).
Affondi pesanti, passaggi che vogliono, nelle intenzioni del centrocampista greco, svelare certe pratiche dello spogliatoio nerazzurro, ma... senza che la società ne fosse a conoscenza! Ripete che 'Inter non alcuna responsabilità, ci tiene a precisare più volte Georgatos. Nessun dirigente nerazzurro poteva essere al corrente che i giocatori si drogavano!
«... pillole e punture sospette...» . L'atto di accusa continua e, senza svelare i nomi dei giocatori, il centrocampista greco disegna comunque un identikit, seppur sbiadito, dei suoi accusati.
«... chi gioca per tanti anni ad alti livelli non ha bisogno di ricorrere agli anabolizzanti... chi gioca pochi anni ad altissimi livelli e poi sparisce invece... Ronaldo? Mai preso niente al 100 per cento! Garantisco io.».
Georgatos va in contropiede. Sbarcato all'Inter nella stagione '99-2000 (a gennaio) trovò come compagni di squadra (l'allenatore era Marcello Lippi), tra gli altri, Ferron, Peruzzi, Blanc, Camara, Colonnese, Cordoba, Fresi, Galante, Panucci, Simic, Cauet, Dabo, Pirlo, Seedorf, Roby Baggio, Mutu, Recoba, Ronaldo, Vieri, Zamorano. Poi, dopo un anno all'Olympiacos (aveva nostalgia della Grecia), tornò in nerazzurro. L'Inter era allenata da Hector Cuper, c'erano, fra le nuove conoscenze, Toldo, Materazzi, Conceicao, Dalmat, Emre, Farinos, Gresko, Okan, Adriano, Kallon. Una parentesi senza lasciare traccia, quella del centrocampista nato al Pireo. Gergatos con la maglia dell'Inter giocò poco e senza regalare particolari sussulti (solo tre le reti, 37 le presenze complessive) alla tifoseria interista.
Le accuse di Georgatos arrivano alla fine di una giornata che aveva visto il patron interista Massimo Moratti precisare le prossime mosse di mercato nerazzurre.
«Henry mi dà piacere solo nel vedere come si muove in campo. Mi risulta che stia bene a Londra e che l'Arsenal abbia intenzione di rinnovargli il contratto. Se, poi, dovessimo capire che invece vuole fare una nuova esperienza altrove, ci inseriremo fra i suoi corteggiatori. Ronaldo? Sembra che dobbiamo riprenderlo per forza. Intanto - così Moratti - dovrebbe dimagrire di 20 chili e poi non è l'unico attaccante al mondo».
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E' VERAMENTE TRISTE......
E' TRISTE CONSTATARE CHE LA PROCURA DELLA REPUBLICA DEL TRIBUNALE DI TORINO, ABBIA PERMESSO, AD UN COMPLESSATO E VENDICATIVO MAGISTRATO (raffaele guariniello!) UNA CROCIATA DIFFAMATORIA DURATA 9 ANNI A SPESE DELLO STATO, E' BASATA SULLE DICHIARAZIONI-ACCUSE DI UN PERDENTE INDIVIDUO (z.zeman!) CHE MAI AVEVA VARCATO LA SOGLIA DI CASA-JUVENTUS!
UNA VERGOGNA, CHE POI PER IMPEDIRE CHE LO STATO PAGASSE MEGA RISARCIMENTI ALLA JUVENTUS ED AI SUOI DIPENDENTI, E' DOVUTA CORRERGLI IN SOCCORSO LA "CRICCA-CORTE DI CASSAZIONE" INVENTANDOSI, IN CASO DI NECESSITA'(se non fossero scaduti i termini della prescizione) DI UN NUOVO PROCESSO SULL'ACCUSA DI ABUSO DI FARMACI LEGALI! VERGOGNA!
SI, VERGOGNA! SE SI PENSA CHE ALLA PROCURA DELLA REPUBLICA DEL TRIBUNALE DI MILANO PER APRIRE UN'INCHIESTA SUL DOPING DELL'INTER CHE - "AVREBBE?" CAUSATO TANTE MORTI, NON SONO BASTATE LE ACCUSE DI GIOCATORI DEL PASSATO, QUESTI SI' CREDIBILI! CREDIBILI PERCHE' IL DOPING LO HANNO VISSUTO SULLA LORO PELLE: "Ferruccio Mazzola e Franco Zaglio", MA ANCHE GIOCATORI ATTUALI: "Grigorios Georgatos" , TESTIMONE DI UN FLUSSO DI STUPEFACENTI NEL CENTRO SPORTIVO ANGELO MORATTI DI APPIANO GENTILE (la "casa dell'inter-squadra), SCOPERTO DALLA PROCURA DI TRENTO ATTRAVERSO 2000 TELEFONATE INTERCETTATE, TRA DIRIGENTI, ALLENATORI E GIOCATORI DELL'INTER E LO SPACCIATORE NDRANGHETANO MIMMO BRESCIA & Co!
MOHAMED KALLON NE FU UNA VITTIMA, PERCHE' L'ANTIDOPING DEL CONI DECISE DI FARE DEI TEST ANALISI A SORPRESA A UDINESE-INTER A CAUSA DI UNA SOFFIATA SU ALCUNI GIOCATORI FRIULANI, MA VENNE TROVATO POSITIVO, SOLO IL GIOCATORE DELL'INTER, E' NON POTERONO FARE A MENO DI METTERLO NEL VERBALE!
E' OLTRE A TUTTO QUESTO, PER APRIRE UN'INCHIESTA SUI CRIMINI DELL'INTER, ALLA PROCURA DI MILANO NON E' SERVITA NEANCHE L'INCONFUTABILE PROVA DELLE 2000 TELEFONATE INTERCETTATE DALLA SUDDETTA PROCURA DELLA REPUBLICA DI TRENTO (il faldone dell'inchiesta venne reclamato dalla corrotta procura del tribunale di milano, per poter insabbiare l'ennesimo crimine dell;intre!), DOVE PARLANO DI "DROGA" E OGGETTI RUBATI: AUTO DI LUSSO E GIOIELLI!
DOVE L'ALLENATORE DELL'INTER ROBERTO MANCINI CHIEDE ALLO SPACCIATORE DI DROGA PER LANDRANGHETA CAMUFFATO DA SARTO, ADDIRITTURA LE STAMPELLE PER I GIOCATORI PRIMA DELLE PARTITE!
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Dopo lustri dalle "Accuse-Denunce di Ferruccio Mazzola e Franco Zaglio All' "INTER-DOPATA" di "angelo moratti-herrera-quarenghi"(1960-1968 -1973-1974), e' l'Accusa Denuncia del giocatore Greco Grigoris Georgatos All' "INTER-DOPATA" di Ernesto Pellegrini-PieroVolpi(1984-1995),
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Inter Beppe Bergomi: «Il doping? Preoccupato per i farmaci che ci davano»
come un fulmine a ciel sereno, all'improvviso, esce allo scoperto anche il campione del mondo 1982: Giuseppe Bergomi, con la Denuncia dell' "INTER-DOPATA"(20 anni) di
"Fraizzoli-Pellegrini-moratti-MarioBenazzi - PasqualeBergamo - ArturoGuarino - PieroVolpi"
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ECCOLO SOTTO L' EFFETTO DEGLI INTRUGLI INTERISTI!
E' come se non bastasse la MERDA che gia' tanto ha sporcato il nome ed i colori degli infami bauscia, ecco "ESPLODERE la BOMBA-SANDRO MAZZOLA"!
TU VISCIDO SERPENTE! PENSI ALLE PENE CHE HAI DATO A TUO FRATELLO?!
Dichiarazioni ESPLOSIVE sul DOPING dell' INTER di quella che fu falsamente chiamata "grande inter", che ricalcano le accuse del Fratello Ferruccio che lui tando osteggio', da farlo incanrenire e' morire di "cancro e crepacuore"!
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Che faranno ora le infami famiglie che, a cominciare dai media, hanno corrotto TUTTO cio'che si poteva corrompere, per nascondere la verita' sulle loro malefatte nel maneggiamento della societa' piu' sporca del calcio mondiale?
Quereleranno anche "sandro mazzola"? Oppure per impedirgli di sbroccare nuovamente, gli solleciteranno quella dipartita, che a causa delle "pasticche" di "helenio herrera" e gli "intrugli" di "Quarenghi-Klinger-Cipolla- (Carle)", pare gia' molto avanzata?!
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INTERISTI, VISCIDI E SCHIFOSI SERPENTI!INTERNAZIONALE FC MILANO: DNA DEL MALE!
Se hai le prove vai in tribunale, senno' sei solo un poveraccio.
RispondiEliminaPer il poveraccio-anonimo.
RispondiEliminaMi scuso per il ritardo, perche' penso che una risposta sia doverosa. Mi chiede delle prove? Ma guardi che quello che ho publicato, e' ampiamente documentato! Credo che se non erano colpevoli, le prove per primo le doveva chiedere l'inter a Gianni Brera. Credo invece che lei dovrebbe chiedere informazioni all'inter sul risultato del "processo a Ferruccio Mazzola al Tribunale di Roma, per la querela all'ex giocatore dell'inter, per le accuse che aveva lanciato alla sua ex squadra (l'inter!), che gli costo' la querela dei campioni di disonesta', padrone e presidente dell'inter:"moratti & facchetti"! Se il risultato del processo non lo conosce (la corrotta stampa di regime lo copri' sotto un manto di silenzio!)ed e' troppo pigro per chiederlo ai "moratti & tronchetto", il verdetto glielo comunico io:L'"inter-moratti-facchetti" ha perso la Causa! Ferruccio Mazzola ha detto il vero: L' "inter DOPAVA i giocatori! Ferruccio Mazzola ne fu una vittima. L' "inter" e' stata condannata a pagare TUTTE le spese processuali!In'oltre, le prove, invece di chiederle a me, le chieda agli autori delle accuse ancora in vita: "Franco zaglio,,(Grigorios Georgatos), Giuseppe Bergomi e 'Sandro" Mazzola" che il Doping lo hanno subito!
In quanto ad andare in Tribunale, nel caso in questione quello di Milano, E' un tribunale-Loggia dei Poteri Massoni dietro a "tronchetti-moratti & soci", inclusi i "massoni di Torino": Elkann, De Benedetti & Co., e' sanno bene cosa fare quando incidentalmente compare una malefatti di chi e' sotto il loro ombrello!
Ti dice niente, l'insabbiamento del famigerato connubbio dello "Spacciatore di Droga per la Ndrangheta: Domenico Brescia-Dirigenti-Allenatori-Giocatori dell'inter", scoperto a Trento attraverso 2000 telefonate, ma preteso e ottenuto per "Diritto Territoriale", consegnate al "Corriere della Sera" per publicarle alcune interettazioni innoque e' subito tutto insabbiate!
Andare al Tribunale di Milano, quale? Quello della ventennale della farsa: "caccia alla primula Berlusconi, per fuorviare l'attenzione dai mega imbrogli dei poteri forti, tramite sicari tipo Tronchetti Provera? Questi sono Fatti, non pugnette mentali!
Toto' direbbe: ma mi faccia il piacere, puzzone che non sei altro. Ma io NON lo dico, ma rimando indietro il suo: poveraccio!
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Gianni Brera: "Storia critica del calcio italiano"
....qualcosa che pareva contenuto in una bustina di zucchero. Anche di questo non si doveva chiedere nulla: o credergli o restare fuori.
Il dottor Clerle, che presiedeva al servizio medico della squadra, ha preteso di sapere ed è stato tolto di mezzo"(pag.304)
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http://calabrone37.blogspot.ca/2014/08/doping-i-delitti-dellinter-e-il.html
So o tutte minchiate..
RispondiEliminaDella grande Inter a parte Picchi e Facchetti..che purtroppo hanno avuto tumori naturali non mi pare ci siano stati casi.