sabato, novembre 26, 2011

ProCesso CalciOpoli come ProCesso FarsOpoli: SENTENZA GIA SCRITTA

LEPORE-NARDUCCI-AURICCHIO: LA GANG DELLA DISCARICA(tribunale)DI NAPOLI!

PROCESSO CALCIOPOLI - MAI STATO FAN DI TERESA CASORIA!    
Che l’aria non fosse favorevole agli imputati, nella aula di udienza del Tribunale di Napoli, ove si attendeva la lettura del dispositivo, lo si doveva capire quando, prima della sentenza, è iniziato su Raisport uno special curato dall’interista Civoli Marco, con ospite l’impasticcato interista Mazzola Sandro, e con la riesumazione del famigerato giornalista a delinquere del fogliaccio rosa milanese, Palombo Ruggero: questo perchè, quando si alzano in cielo gli avvoltoi, notoriamente c’è profumo di morte e di morti, o se preferite, in questo caso, profumo di condanna.

La lettura del dispositivo poi ha confermato quell’aria, ma più in generale tutto il clima nel quale si è celebrato il più grande processo burla della storia giudiziaria italiana, clima che purtroppo era stato dimenticato o non considerato, da molti, a seguito delle prove difensive portate, e dalla scoperta di quella vastissima quantità di intercettazioni nascoste da Narducci, Auricchio e soci, oltre alla dimostrazione delle innumerevoli contraddizioni contenute negli atti di indagine e nelle deposizioni di testi ritenuti "chiave", a cominciare dallo stesso Auricchio (pagato con denaro pubblico per leggere il giornale in ufficio il lunedì mattina, e farsi redigere le veline pilotate da un cosiddetto "giornalista" del famigerato fogliaccio rosa milanese).

Chi ha avuto la pazienza di leggermi in questi anni, sa bene che non sono mai stato molto fiducioso sugli esiti di questo processo, anche se ad un certo punto ho sperato che quel principio che si trova scritto nelle nostre aule giudiziarie, "LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI", fosse un principio reale e rispettato, non una mera dichiarazione di intenti, come è stata ridotta da anni.

E questo non perchè non dessi credito alle strategie difensive, al contrario le ritengo le migliori possibile, ben oltre le più rosee aspettative degli imputati e del pubblico di fede juventina che ha seguito le sorti e le varie fasi del processo di Napoli; semplicemente perchè non ho mai dimenticato che dietro la vicenda farsopoli (o, per fare contento il P.M. Capuano, vicenda calciopoli), non ci sono certo i modesti ascari che l’hanno propagandata, ossia i vari Palombo, Gualdi, Monti, gazziettieri in rosa vari, pletora para-interista che ha popolato i vari media nel 2006 e che ritorna prepotentemente oggi alla ribalta. Questi sono stati l’ultimo stato della grande impostura, la manovalanza scarsa dedita alle azioni di bassissimo valore, per lavare il cervello ai frequentatori dei bar dello sport, ma non certo le menti, nè gli esecutori, nè i beneficiari.

Calciopoli nasce nei piani alti dell’economia e della finanza nazionale: una grande banca, forse la più grande e ben addentrata nel sistema calcistico; un grande gruppo di telecomunicazioni, collegato e controllato da un grande gruppo industriale milanese, e molto potente quale sponsor calcistico; grandi imprenditori ed industriali che avevano investito (e male) nel calcio, per cui dovevano comunque recuperare gli investimenti; perversi intrecci di politica all’interno di Confindustria, con settori della politica nazionale; il tutto "avallato" da una situazione di difficoltà di un importante gruppo industriale e finanziario torinese, ove si celebrava pure una lotta ed una resa dei conti tra un piacione venuto dal nulla ma che da quel gruppo aveva avuto tutto, ed un imprenditore che forse voleva guadagnare quanto più spazio possibile in quel gruppo; ed il tutto con il beneplacito interessato di altro potentissimo gruppo editoriale milanese che, da quella vicenda, poteva trarre nuova linfa e nuova forza (come dimostrano sia la mite condanna del 2006, sia le vittorie successive). Questo è il contesto nel quale è nata farsopoli, ed è un contesto che, come vi renderete certamente conto, è ancora potente attualmente, cosa che impedirà ancora per qualche anno l’emergere della verità, sempre ammesso che riesca ad emergere.

Gli esecutori del progetto sono stati quelli che hanno controllato la giustizia sportiva dell’epoca, e dunque dai governanti del momento, l’infausta melandra, messa lì appunto perchè certi che non avrebbe capito nulla, Guido Rossi a Cesare Ruperto e Piero Sandulli, insigni giuristi che si sono vergognosamente prestati a fare da foglia di fico all’impostura; mentre i beneficiari sono stati quelli che avevano organizzato il piano, la banca citata che è rientrata dalle esposizioni notevoli ed ha potuto interferire ancora nel calcio, idem il gruppo di telecomunicazioni, salvo poi staccarsi dal gruppo industriale milanese che produce pneumatici, idem ancora gli imprenditori che avevano perso e molto a causa delle scelleratezze compiute da un dirigente calcistico perdente ed incompetente (e non a caso, appena tutti costoro hanno ottenuto i loro benefici, il dirigente calcistico in questione, e la sua squadra, stanno progressivamente ritornando laddove vivacchiavano fino al 2006).

Ci ha guadagnato anche chi si è venduto 109 anni di leggenda del calcio, con lucrose sponsorizzazioni del suo giocattolo, e aumentata influenza in Confindustria, cose pagate anche con la svendita di giocatori della Juventus. Ecco, provate a immaginare gli effetti devastanti di una sentenza di assoluzione a Napoli, avverso tutti costoro, ancora presenti ed influenti nelle sorti economiche e sportive del Paese: vi renderete conto agevolmente che non poteva esserci in alcun modo una sentenza favorevole agli imputati, che avrebbe prodotto decisamente una lunga serie di azioni di risarcimento danni, dalle conseguenze inimmaginabili.

Qualcuno dirà: ma la giustizia è un potere autonomo, dovrebbe funzionare senza condizionamenti, e dunque fare in modo che si condanni chi è colpevole realmente, e si assolva chi colpevole non è. Già, la giustizia, il potere giudiziario, "la legge uguale per tutti", l’autonomia e indipendenza della magistratura, tutte belle parole a cui si smette di credere appena si esce dalle aule universitarie e si entra in quelle giudiziarie, dato che ben presto si scopre che quello giudiziario, in quanto "Potere" autonomo ed indipendente, ha necessità di "garantire" per "garantirsi".

Provate mentalmente a rivedere le fasi di questo processo burla (e cercate di seguirmi con attenzione), nato a seguito di una denuncia presentata dal  direttore sportivo del Venezia Calcio, nei confronti di un dirigente del Messina, e di un gruppo di arbitri componenti la cosiddetta "combriccola romana", denuncia presentata ... a Napoli, da un veneziano contro un messinese e contro dei romani, per fatti avvenuti ovunque ma non a Napoli!

Indagine proseguita su imputati operanti in tutte le parti d’Italia tranne in Campania, e specificamente nella zona Torino, Milano, Livorno, Roma, e altre zone limitrofe, per fatti da essi commessi sempre in tutte le parti d’Italia ma non a Napoli e dintorni! Come mai?
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PER IL MALEDETTO IMBROGLIO, SCELTI TUTTI NAPOLETANI!
Giandomenico Lepore: Napoli
Francesco S. Borrelli:  Napoli
Giuseppe Narducci:  Napoli
Filippo Beatrice:  Napoli
Attilio Auricchio:  Napoli
Stefano Palazzi:  Napoli
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Chiedetevi infine la ragione per cui certe intercettazioni telefoniche a Torino sono state ritenute penalmente irrilevanti, ma a Napoli no, e capirete che Napoli era proprio il "luogo giusto" per fare decollare una vicenda che altrove sarebbe abortita in pochissimo tempo. Aggiungete pure che il Collegio giudicante, in particolare la presidente Casoria, è stato ricusato ben due volte dall’ineffabile Narducci (mister "piaccia o non piaccia", insabbiatore delle vicende non meno gravi che riguardavano altri) per essere ritenuto troppo filo difese degli imputati, e che la stessa dottoressa Casoria è stata "pressata" anche dal procuratore di Napoli, Lepore, e vi renderete conto che il Collegio giudicante aveva una sola via per smentire i sospetti lanciati da Narducci, ossia quella di condannare gli imputati, accogliendo in tutto o in parte le richieste dell’accusa. Accolte in tutto!

Aggiungete infine le solite ragioni di carriera dei singoli giudici, i collegamenti a correnti interne alla magistratura, i condizionamenti ambientali più disparati, vi renderete agevolmente conto che non potevano che servire la polpetta avvelenata letta in aula ieri sera (10-11-201). E stavolta è davvero avvelenata, visto che alla condanna di Moggi e degli altri, è seguita l’esclusione delle domande di risarcimento danni chiesti alla Juventus.

Come dire, la società bianconera non può rispondere in alcun modo dei fatti commessi da Moggi, e del resto nessuna delle gare bianconere oggetto del processo ha portato a condanne, ma quelle nelle quali Moggi avrebbe "manipolato" a favore della Fiorentina (i Della Valle condannati), o di altre squadre.
Si capisce che era questo l’unico modo per emettere una sentenza di condanna senza suscitare reazioni di qualcuno, dato che oggi il gruppo Exor e la Juventus presieduta da Andrea Agnelli, hanno ripreso prestigio e influenza, e certamente non sarebbe stata digerita come nel 2006 una eventuale condanna al risarcimento dei danni.

E si capisce pure il messaggio: le strade della Juventus e di Moggi, ammesso che fossero unitarie o parallele fino ad oggi, dovranno necessariamente separarsi, prezzo probabilmente da pagarsi, da un lato per avere la Juventus la restituzione di quanto toltole in questi anni, dall’altro per legittimare in qualche modo il post calciopoli e il temporaneo avvento di altre squadre leader nel panorama calcistico nazionale.
Del resto, la sentenza di Napoli si rivela essere un assist alle pretese di Andrea Agnelli, l’esclusione di ogni responsabilità della società bianconera è il presupposto per la richiesta intanto di revoca dello scudetto 2006 all’Inter, società oggetto invero di richiesta di archiviazione ma responsabile di fatti ritenuti dal procuratore sportivo Palazzi, veri e propri illeciti sportivi.

Insomma, l’aspetto più paradossale della sentenza sarà probabilmente un punto di forza per le rivendicazioni future della Juventus, a patto di non mischiarle con le vicende personali di Moggi; e si capisce pure che l’obiettivo vero dell’accusa, si realizzerà in appello, fra pochi mesi maturerà la prescrizione dei reati, e dunque alla fine ... vivranno tutti felici e contenti, da un lato non si potrà parlare di assoluzione ma di prescrizione, dall’altro si potrà dire che la condanna era ingiusta ma le lungaggini non hanno consentito l’accertamento della verità.

Questo per nascondere la realtà dei fatti: ossia che ci stanno raccontando la favola di un ex ferroviere che, a detta dei giudici di Napoli, sarebbe più potente di banche, aziende quasi monopolistiche di telecomunicazioni, industrie e società finanziarie, gruppi editoriali immensi, politici e governanti vari.
Chiudo questa mia lunga dissertazione, ripromettendomi di tornarci quando sarà depositata la motivazione della sentenza (prevista entro il 6 febbraio 2012), con due ultime osservazioni, la prima sul processo, la seconda sulle prospettive future, conseguenti a questa sentenza.

Fermo restando che, come detto, la difesa di Moggi e degli altri imputati ha fatto davvero il massimo, in un contesto ostile, non ho ben compreso la scelta difensiva di rinunciare ad alcuni testi ammessi ad inizio processo, ed in particolare all’audizione di Massimo Moratti: tutti i testi ammessi dovevano secondo me sfilare ed essere esaminati a dovere, anche a costo di allungare i tempi del processo (del resto non è stata colpa delle difese se la richiesta di rinvio a giudizio è arrivata quattro anni dopo l’iscrizione della notizia di reato); ma in particolare doveva essere sentito proprio lui, cavaliere senza macchia e senza paura di un calcio pulito a parole ma sporco e marcio, che per vincere ha avuto bisogno di porre le sue fondamenta in una grande impostura.

La seconda considerazione riguarda noi juventini in genere.

Ho letto molta amarezza in tanti amici, e soprattutto intravedo il rischio di una contrapposizione tra i "moggiani ortodossi" e gli altri, conseguenza di un comunicato stampa corretto ma mal interpretato, quello emesso ieri sera dalla società bianconera. Come scritto sopra, adesso le due strade dovranno prendere comunque vie diverse, ma non è detto che saranno contrapposte, solo che per ora non possono proseguire parallelamente.

La vera guerra finale inizia adesso, contro chi ci ha tolto le vittorie maturate sul campo, contro chi ci ha svenduto nel 2006, e contro gli ascari servili che hanno provato a fare carriera attaccando la Juventus.

Ed è una guerra che deve essere portata avanti da tutto l’ambiente Juventus, società, giocatori sul campo e tifosi fuori, per vincere d’ora in avanti da un lato, e per riprendere ciò che ingiustamente ci è stato tolto.

I veri nostri avversari sono altrove, non certo in Corso Galileo Ferraris di Torino.

Antonio La Rosa 9/11/2011  - http://www.juworld.net/articolo.asp?id=18017 
LA GANG DEL SICARIO (tronchetti) MENEGHINO DEI POTERI OCCULTI


martedì, novembre 22, 2011

CALCIOPOLI: COMPLOTTO PAROLA GROSSA? MAURIZIO PANIZ, LA MENTE PENZANTE DI BERLUSCONI, TIFOSO DELLA JUVENTUS? E' COSA HA FATTO PER DIFENDERE LA JUVENTUS PER FARSOPOLI? HA FATTO DI TUTTO PER IMPEDIRE CHE SI NOMINASSE UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI GIUSTIZIA, E' SI INDAGASSE PER SCOPRIRE LA VERITA, PERCHE' SAPEVA CHE SI SAREBBE ARRIVATI A BERLUSCONI!

                                     
MAURIZIO PANIZ? UNO DI LORO!
                                                 
Alcuni FATTI come raccontati dal parlamentare: X iscritto allo Juventus Club Parlamento
(Associazione Parlamentare Giovanni Agnelli – Juventus Club)

Maurizio Paniz deputato PDL e capo gruppo del suo partito alla Camera, e’ anche presidente del Club Juventus Parlamento. Associazione che raccogle 145 scritti. Maurizio Paniz e Niccolo’ Ghedini sono l’anima, le due menti pensanti del Cavaliere. A sentire l’Onorevole X, Tutte le leggi, o proposte di legge ad personam del Cavaliere, sono uscite dalla mente dell’Avvocato Bellunese, e’ da lui proposte o suggerite…altro che Ghedini….

Questo per indicare il Potere dell’Avvocato Paniz. Ebbene, il potente Onorevole Maurizio Paniz, dicesi super tifoso della Juventus al punto da essere eletto Presidente del Club Juventus, dedicato all’Avvocato Agnelli (si stara’ rivoltando nella Tomba!). L’Onorevole X dice che nel Club sono rappresentati
tutti i Partiti politici. Quindi piu’ che by partisan!

Allora come mai che con tanto potere, in oltre 5 drammatici lunghi anni per i tifosi Juventini, non ha mai sentito il bisogno di chiedere una commissione parlamentare di inchiesta per far luce su Calciopoli?

ON. X : E’ si che Paniz riceveva molte e-mail dai tifosi per un suo interVento, affinche’ facesse qualcosa, niente, sempre evasivo… e con quel sorriso beffardo dipinto sul volto.

E’ perche’ voi del club non gli avete messo pressione?
ON. X: ci abbiamo provato, ma ha sempre risposto in modo evasivo e cambiando argomento.

Ma come, se ancheun radicale (Marco Beltrandi, in periodo elettore… of course) su calciopoli ha promosso una commissione parlamentare di inchiesta.Non potevate voi almeno appoggiarlo?
ON. X: Lo abbiamo fatto, lui per primo, ma a parole… Poi a microfoni spenti ha cominciato a fare lobby per il contrario, e l’avvocato Paniz e’ molto, ma mooolto persuasivo….

Ma perche’? Come spieghi questo comportamento, questo volta faccia?
ON.X: Berlusconi…

Berlusconi?
ON.X: ” Si, Paniz era venuto a sapere di certe trame tra Berlusconi, Tronchetti e il generale Pollari, se abbia saputo dal premier o da chi non lo so. Non so se sapeva anche del Generale Mario Mori… certamente deve averne parlato con Berlusconi, e’ sono convinto che sia stato lui a chiedergli di fare di tutto affinche’ calciopoli restasse fuori dal Parlamento. Devono aver parlato anche di Mori. A berlusconi non conveniva tenerlo allo scuro…sapevano che con un’inchiesta parlamentare sarebbe venuto fuori il coinvolgimento dei Servizi Segreti: il Generale Pollari e la Morte di Adamo Bove; Il Generale Mori, con Arcangioli e Auricchio, e la falsa inchiesta per incastrare Moggi e la Juve.

Ma ora che Berlusconi e fuori dei giochi, Paniz potrebbe Parlare….
ON.X: Non Paniz e per mille ragioni: prima perche’ e’ un rispettabile Avvocato e ne andrebbe minata la credibilita e l’onore, poi perche’ a rimetterci ci andrebbe solo lui. Berlusconi oltre ad essere potente di suo, e’ anche concusso con gli altri poteri… La figlia marina siede a fianco di Tronchetti nel CDA di Mediobanca, il fido Confalonieri all’ “Aspen Istitute” con John Elkann, Paolo Mieli, Gabriele Galateri di Genola, Francesco Caltagirone, Cesare Romiti, Luigi Abete, Romano Prodi Ecc. Ecc. Ecc….” Cantare l’avvocato Paniz”? No! Pitttosto si fara’ tagliare la l’ingua!
IL BOSS E IL SICARIO
inviato da Federico Antonio
afedericoantonio@aol.com

venerdì, novembre 18, 2011

Condanna Moggi e incompetenza TNAS...nessuna sorpresa. Ecco perche`.

Nessuna Sorpresa sul verdetto del Tribunale di Napoli, ampiamente previsto, e immortalato in piu' occasioni nelle e-mail inviate alle maggiori testate di Milano, Roma, Torino e Firenze, ed a decine di giornaliti, per esempio:  il 6/10/2011 interOpoli: Abete & Palazzi i protettori dell'intoccabile "massimo" --- E il 12/10/2011 GIULEMANIDALLAJUVE e JUVENTINO VERO: giustizia sportiva? ---- Come nessuna sorpresa sul responso dell'udienza del TNAS del 16 novembre sull' Esposto della Juventus, come non lo fu il responso del 10 ottobre 2011. Perfettamente in linea con quelli che sono i dettami della Cupola Mafiosa (Loggia Massonica) di Milano. Si badi bene, Milano che non vuol dire soltanto i Tronchetti Provera-Moratti, perche' va oltre questi nomi, e' va ben oltre i confini di Milano: Torino e Roma, il famoso triangolo della morte...dell'Italia! Alla luce del verdetto di Napoli, e dell'autodeterminata incompetenZa di tutte le istituzioni sportive per dare una Risposta al "PRESIDENTE della JUVENTUS", a giochi fatti, rifaccio alcune domande, per determinare se il Pescatore Portoghese Jose Mourinho aveva ragione a definire i giornalisti (e presunti tali) italiani: "prostitute intellettuali"!

  *Perche' Giovanni Petrucci ha dato il potere di "commissario-speciale ad un dirigente dell'inter: Guido Rossi; colluso con i proprietari della stessa: i Moratti e Tronchetti provera, ed essendo il conflitto di INTERessi evidente, lapalissiano, chi glielo ha imposto?
*Perche' Guido Rossi ha potuto commettere i crimini di interLand tranquillamente, con il support (la gogna mediatica di Corsera & Gazzetta!) del piu' potente braccio armato della piovra: RCS-Mediagroup?
*Perche Guido Rossi ha portato con se come vice commissario l'atro colluso con Moratti & Tonchetti: Paolo Nicoletti?
*Perche appena annientata la Juventus, Guido Rossi e' stato premiato: prima con la presidenza di Telecom, e a seguire "ufficiale" Special Adviser della Famiglia Elkann, proprietari della Juventus?
*Perche' hanno chiamato Francesco S. Borrelli (un'altro braccio armato della piovra:  tangentopoli dixit) per uno scandalo sportivo?
*Perche' il massone Giovandomenico Lepore ha consegnato i documenti dell'inchiesta a Francesco S. Borrelli (un libero cittadino!), per poi darli alla Gazzetta dello Sport e usarli assieme a quelli che loro (gli sciacalli della procura di Napoli) in incognito hanno dato ai giornalisti di Espresso Republica, per la gigantesca gogna mediatica che ha creato il famoso sentimento popolare: giudice Serio dixit?
*Perche' gli attori della "drammatica-farsa" li hanno scelti, oltre a un Toscano, un Calabese ed una Pugliese, TUTTI Napoletani?!!!
*Perche' mano mano che la mess'inscena si avviava alla conclusione, gli attori (escluso Narducci, al quale era stata promessa la promessa la promozione a procuratore capo!) venivano promossi e trasferiti? Arcangioli, Auricchio, Beatrice ecc.ecc.?
*Perche', malgrado il grido di dolore nella relazione alla commissione parlamentare di Borreli (per mancanza di tempo e personale  l'inchiesta non e' completa, e resta ancora molto lavoro da fare), hanno abolito l'ufficio indagini, dando tutto il lavoro di procura e ufficio indagini ad una sola persona: Stefano Palazzi, se prima con due uffici non si era potuto concludere il lavoro?
*Perche' Palazzi ha condotto per mano lgli illeciti di moratti & facchetti alla Prescrizione, non volendo....o non dovendo continuare l'inchiesta nel 2006, malgrado il chiaro invito di Borrelli a continuare il lavoro da lui lasciato incompiuto, e' fino al 2010 nulla ha fatto, muovendosi soltanto nel dicembre 2010, ben OTTO mesi dopo l'esposto per la revoca dello scudetto di cartone da parte della Juventus, ma solo dopo le reiterate sollecitazioni del Presidente Andrea Agnelli,,,e comunque aspettando altri 6 mesi, cioe' fino al giorno della prevista INTERvenuta Prescrizione?!!!
*Perche' Massimo Moratti, teste della difesa e che o vedeva coinvolto come parte lesa, si e' incontrato con il capo dell'inchiesta: il colonnello Attilio Auricchio ed il Publico Ministero del processo Giuseppe Narducci in un luogo protetto da "TRE ALANI": i giornalisti: Gianni Cipriani, Gianni Mina' e Valerio Piccioni (il Piccione Gazzettaro socio di Maurizio Galdi il collaboratore di Auricchio, cioe' colui che gli forniva i tabellini con falsi dati). Quel colonnello Auricchio resto' per oltre mezzora spalla spalla a confabulare con il fetido Petrolire sotto lo sguardo attento dei suddetti ALANI, e quando arrivo' il suo turno, il Pm  Narducci si chiuse in conclave nell'ascensore con il presidente dell'inter per SETTE lunghi minuti!!!?
*Perche' il presidente dell'inter, un tesserato convocato a presentarsi in procura federale per essere interrogato sui rapporti con i designatori Bergamo e Pairetto, si e' rifiutato dichiarando ai media: se il procuratore Federale mi vuole parlare, che venga nel mio ufficio!???
*Perche' il procuratore federale, invece di fare il suo dovere: deferire Moratti, e' andato lui a rinchiudersi per tre ore e mezza con gli avvocati della Saras nell'ufficio di moratti, dove si dice che furono gli avvocati di Moratti a fare la stesura della relazione da presentare al consiglio Federato dall'Ebete Giancarlo, con la farsesca accusa degli illeciti Prescritti!!?
*Perche' a suo tempo il procuratore federale, non un giudice, ma un investigatore, ha dichiarato prescritti moratti-facchetti e inter? Chi le ha hato questo potere, Tronchetti Provera? Edmondo Bruti Liberati? Michele Vietti? Faccia di tonno-Palamara? Ha tramato con la concittadina Boccassini?...Or did someone make him an offer he couldn't refuse..like: il volo del Bove: volare da un cavalcavia come Adamo Bove?
*Perche' il magistrato Ilda Boccassini ha segretato le malefatte di Massimo Moratti e', NON vuole consegnare all'Avvocato Gallinenelli il modello 45 strumentale per la difesa di Massimo De Santis? Ilda Boccassini e' una corrota che fa il teatrino contro Berlusconi per distogliere l'attenzione dai crimini di Tronchetti-Moratti?
*Perche' il procuratore Palazzi non ha deferito Moratti e Facchetti per l'illecito per avere un rapporto segreto con l'arbitro in attivita'-Danilo Nucini?
*Perche' il capoufficio indagini Borrelli, per incolpare moratti & facchetti non ha chiesto il modello 45 alla procura di Milano, come fece a suo tempo con la procura di Torino?...questo e' lo stesso capoufficio indagini che si precipito' a Napoli dal suo sodale Lepore a chiedere i documenti per incolpare la Juventus-Giraudo-Moggi, senza averne dritto?
*Perche tutte le istituzioni sportive danno gli stessi verdetti...in foto copia?
*Perche' il corrotto giudice Luigi Fiasconaro per salvare il culo-(la faccia) al suo presidente: Luca Palamara, si e' inventato un verdetto di violenza privata, 16 mesi di carcere per aver detto a un suo calciatore: senti, l'allenatore non ti vede, e se non accetti Perugia, tutte le domeniche ti tocca andare in tribuna... E' allora cosa dovevano fare a Lotito per il caso Ledesma, e' specialmente a Cellino che ha rischiato di stroncare la carriera al secondo portiere della Nazionale? E' palamara dove e' stato in tutto il tempo che Lotito e Cellino consumavano la violenza?!!! Si tratta dello stesso disonesto presidente dell'Ass. Naz. Magistrati: Luca Palamara che insabbiato "l'illecito dell'assicurazione" SENSI-BERGAMO!
*Perche' l'altro Napoletano: il giudice De Gregorio nel processo con rito abbreviato ha condannato Giraudo senza prove, ma motivando come "dati certi" le schede sim di gestori stranieri fornite da Luciano Moggi agli arbitri (senza nessuna prova che cio' fosse avvenuto!), e per il peso che l’uomo aveva nell’ambiente calcistico, peso sul piano logico compatibile piuttosto che con la sua qualità di amministratore di una società avente pari dignità di altre, con la sua appartenenza ad un gruppo organizzato ed influente sulle cose di calcio, secondo il corrotto De Gregorio!?
*Perche' Auricchio non ha indagato per vedere se corrispondevano al vero, le voci che volevano le SIM comprate dall'inter date ai carabinieri che andavano nelle localita' di residenza degli arbitri, senza accertarsi se gli stessi fossero nelle loro dimore o fossero assenti? Ragion per cui la "Banda di Di Laroni" faceva degli illegibili scarabocchi a mano, invece di usare la tecnologia per gli accertamenti?!
*Perche' Giancarlo Abete, fratello scarso di Luigi, ostenta tutta questa sicurezza e tranquillita? Forse perche' il fratello Luigi e un membro dell' Aspen Community e colluso con John Elkann, che dell'Aspen Istitute ne e il Vice Chairmen....e' perche' da Presidente della BNL e' colluso con Tronchetti Provera vicepresidente di Medio Banca...e' tutti e due collusi con il delinquente Luca Cordero di Montezemolo (quel delinquente del quale Romiti disse che lo hanno beccato alla Fiat che delinquenzava e lo mandarono alla Cinzano!), quello che traeva vantaggio dello spionaggio industriale che Tronchetti faceva fare a Tavaroli al mondo della Formula Uno, e' che gli a permesso di scoprire la Spia della MacLaren in casa Ferrari permettogli di di intascare 100 milioni!

Ecco che tutte le risposte convergono nella Cupola-Telecom-Rcs....che con 100mila dossier in mano, controlla e domina gli italiani che ontano. Un amico mi ha detto: che in questo affaire, i padroni della Juventus (famiglia Elkann)se anche ci rimettono 2/300 milioni, sono una goccia di olio nell'oceano di interessi che la juventus gli produrra' nel prossimo futuro. Ma la parte piu' importante dello scandalo e, di aver permesso alla cupola di commettere un'infinita' di delitti di ogni genere, finanziari in primis per miliardi di Euro.... e galera evitata agli impuniti di TronchettOpoli del Paese Dei Moratti.!!!
Francesco Calabrone

VINOVO 17 Novembre 2011: Conferenza Stampa del Presidente Andrea Agnelli

«RISPOSTA  A giovanni petrucci, SULLÀCCUSA  ALLA  JUVE, DI DOPING LEGALE»
https://www.youtube.com/watch?v=3cQfQA2q7C0

"Questa mattina, il presidente del Coni Petrucci ha tenuto una conferenza stampa che ho ascoltato molto attentamente. Nonostante non abbia mai citato direttamente la Juve, parlare di doping legale è stato chiaramente un chiamarci in causa. Voglio replicare partendo dal fatto che oggi si è insediato un nuovo governo, a cui va il nostro in bocca al lupo per il duro lavoro che dovrà svolgere. All'interno di questo lavoro molto importante viene da fare una riflessione semplice ed efficace: ognuno faccia il proprio mestiere. Io faccio il presidente della Juve con grandissimo orgoglio e devo tutelare gli interessi del mio club. Petrucci ha fatto un appello affinché torni armonia e serenità nel mondo sportivo e nel calcio ad altro livello: è giusto e doveroso cogliere l'appello dell'istituzione. Il presidente ha richiamato al rispetto delle regole. Per quanto mi riguarda noi abbiamo sempre rispettato le regole e continueremo a farlo".

«ESPOSTO FIGC LETTERA MORTA PER 14 MESI. CALCIOPOLI CHIUSA IN QUATTRO» 
"Ma dal maggio del 2010 ad oggi - ha proseguito il presidente del club bianconero - sono avvenuti avvenimenti straordinari che esulano da un percorso normale e vorrei ripercorrere con voi le tappe principali affinché sia chiaro il comportamento della nostra società. Partiamo da maggio 2010, quando presentiamo un esposto alla Figc per verificare i presupposti per l'assegnazione (l'assenza di comportamenti poco limpidi) dello scudetto 2005-2006 all'Inter. Questa nostra richiesta di risposta per garantire la corretta giustizia ed equità da parte dell'istituzione resta lettera morta per 14 mesi. E qui si impone una Prima riflessione doverosa con gli ordinamenti di giustizia sportiva: si è svolto un maxiprocesso nel 2006, quello di Calciopoli, in soli quattro mesi arrivando a pesanti condanne, ci sono voluti 14 mesi per rispondere ad un esposto di otto pagine".

«RELAZIONE PALAZZI POCHI GIORNI DOPO L'AVVENUTA PRESCRIZIONE DEI FATTI»
Dopo la prima stoccata, Agnelli continua il suo excursus ricordando la relazione del procuratore federale Stefano Palazzi e la sua tempistica: "Il 26 ottobre 2010 riceviamo dalla federazione una lettera in cui ci comunica che ha valutato il nostro ricorso, alla luce del lavoro della procura federale già in corso. Unica comunicazione ufficiale in 14 mesi di silenzio, quando arriviamo al 1 luglio 2011, giorno della relazione Palazzi. Relazione che arriva proprio qualche giorno dopo l'avvenuto trascorrere dei termini di prescrizione degli atti contestati e che rileva una «notevole rilevanza disciplinare degli elementi presenti e concrete conseguenze sul piano sportivo, per la fitta rete di rapporti stabili atti a inficiare il giudizio arbitrale, violazione dei principi dell'art.1 e dell'art.6, lesione di principi fondamentali della gestione arbitrale». A questo punto la vicenda non può che diventare politica".

«IL CONSIGLIO FEDERALE POTEVA DECIDERE E NON L'HA FATTO»
"Fino al luglio 2011 abbiamo avuto totale fiducia nell'ordinamento sportivo, rispettando tutte le regole. Poi il Consiglio Federale da noi sollecitato decide di non decidere e solo allora, quando il Consiglio ha tutti i poteri per rivedere la decisione («Il commissario straordinario racchiude in sé i poteri del Consiglio Federale», ricorda Agnelli) e invece decide di dichiararsi incompetente, decidiamo di utilizzare gli strumenti legali a nostra disposizione per tutelarci".

«RISPETTO DELLE REGOLE? SEMPRE E PER TUTTI»
Agnelli è un fiume in piena. "Voglio ricordare che l'ordinamento giuridico sportivo è all'interno di un ordinamento superiore, la giustizia italiana. E quindi accolgo l'appello del rispetto delle regole, che devono valere però sempre e per tutti".

«AL TNAS FIGC E INTER HANNO MANDATO SOLO AVVOCATI»
"Passando al Tnas, che si è dichiarato incompetente in questi giorni, e alla definizione di 'doping legale' che è venuta fuori: il Tnas prevedeva anche la possibilità di un tavolo conciliatorio e voglio ricordare che a quell'incontro di conciliazione io ero l'unico presidente presente, che è l'unica persona in grado di conciliare. Figc e Inter in quell'occasione decisero di mandare solo i loro legali".

«A PETRUCCI E GNUDI CHIEDO UN TAVOLO POLITICO PER CHIARIRE PASSATO E DISCUTERE DEL FUTURO»
E si arriva al rilancio al presidente del Coni e al nuovo ministro dello Sport e del Turismo: "E' vero ed è corretto concordare sul fatto che il clima si sia riscaldato da un punto di vista legale, ma noi abbiamo deciso di intraprendere un cammino che, sottolineo di nuovo, rispetta tutte le regole. Petrucci chiede un passo indietro? Io chiedo a Petrucci e a Gnudi, neoministro di Sport e Turismo, di fare un passo avanti e di aprire un tavolo politico dove far confluire tutti gli elementi emersi dal 2006 al 2011 e concentrare i nostri sforzi per dare un futuro migliore allo sport e al calcio di alto livello, una delle dieci industrie principali del nostro paese. Ci sono tanti argomenti da discutere: leggi sugli impianti sportivi, riforma dei codici di giustizia sportiva, Legge Melandri. Questo tavolo avrebbe la possibilità di riportare armonia e serenità nel mondo del calcio, che resta la cosa piu bella e affascinante visto giocare dai bambini, dai ragazzi, da tutti ma ad alto livello è anche un business da miliardi di euro".

«TAVOLO POLITICO PER RIDARE SERENITA'» 
Agnelli, nel rispondere ai giornalisti, ribadisce il concetto: "La risposta a Petrucci è quindi l'idea di un tavolo insieme conciliatorio e proiettato ai problemi futuri. L'agenda? "Il tavolo deve essere il capo dello sport italiano a convocarlo. Per chiarire gli ultimi cinque anni e per proiettarci al futuro. E lì mi presenterò come presidente della Juventus, di un club che ha rispettato nel suo cammino tutti i passaggi della giustizia sportiva con il massimo rispetto delle istituzioni e degli organi che le appartengono. Il tavolo per me sarebbe un buon modo per portare un clima di serenità in questo ambiente, come l'appello di Petrucci di estremo buonsenso richiedeva. Io sono pronto a partecipare oggi stesso a questo tavolo se si dovesse decidere di aprirlo, ovvio che questo tavolo dovrebbe essere anche politico".

«RICONOSCERE I NOSTRI ERRORI? SIAMO ANDATI IN B...»
Si chiede la disponibilita ad Agnelli di riconoscere gli errori della Juventus. La risposta è icastica: "La Juve ha accettato serenamente le decisioni della giustizia sportiva. Siamo stati penalizzati e retrocessi. L'abbiamo accettato e siamo ripartiti serenamente, per cercare di tornare a vincere sul campo e chiudere così questo cerchio. Noi i nostri errori li abbiamo riconosciuti, non c'è gesto più nobile nella vita come quello di riconoscere un proprio errore. Cosa che poteva fare anche il Consiglio Federale".

«MOLLARE? NON FA PARTE DEL MIO DNA»
A Napoli non è emersa nessuna responsabilità oggettiva del club, ma prima di fare valutazioni il presidente bianconero ritiene "giusto e corretto attendere il terzo grado di giudizio, quello definitivo, prima di questo è difficile poter valutare. Quando si chiuderanno allora ne parleremo. Se ho mai pensato di mollare? Non fa parte del mio Dna".
QUESTO AGNELLI, RIFLESSIVO E DECISIONISTA
                           

Perche' la Triade moratti-petrucci-abete, ha paura della Giustizia?

   Il brutto del alcio
di Davide Fumagalli

Andrea Agnelli, in data 14 novembre 2011, ha formalmente vinto due prestigiosi premi.
Il primo (Premio Sport e Lavoro) gli è stato consegnato al teatro Regio di Parma direttamente dal Presidente del Parma Calcio Tommaso Ghirardi, nell'ambito della rassegna "Premio Internazionale Sport Civiltà". Insieme a lui, altri sportivi, personaggi del mondo del giornalismo e la moglie del calciatore Stefano Borgonovo hanno ritirato i restanti riconoscimenti, in qualità di rappresentanti illustri e degni di merito dello sport italiano ed internazionale, a vario titolo.
Il secondo, ambitissimo e, naturalmente, più strombazzato, gli è stato affibbiato nel corso della contemporanea manifestazione "Premio Facchetti: il bello del calcio".

Ad onor del vero, il riconoscimento creato dalla Gazzetta dello Sport e dalla famiglia Facchetti e consegnato nella Sala Buzzati della RCS, è andato a "Le Roi" Michel con la seguente motivazione: "A prescindere dalla fama e dalla fortuna — che nel suo caso non mancano — un uomo è speciale quando mantiene uno stile riconoscibile nelle diverse fasi ed esperienze della vita. Michel Platini è un eterno ragazzo che, dopo aver incantato Francia e Italia con le sue giocate meravigliose accoppiate alla capacità di non prendersi troppo sul serio, ha saputo reinventarsi dirigente sportivo di altissimo profilo senza perdere il gusto dell’ironia, e della «giocata» spiazzante, nel campo delle idee.

E dopo aver esaltato i tifosi della Juve senza mai risultare antipatico agli altri - circostanza che lo rende un felice alieno - il suo impegno all’Uefa è ora animato da una spinta propulsiva trasparente, il bene del gioco inteso come patrimonio comune". A premiarlo, un sorridente Massimo Moratti ed i figli della bandiera interista alla quale è intitolato il premio, di fronte ai vertici della Federcalcio e dello sport italiano Abete, Petrucci, Albertini e Galliani, in prima fila in una platea composta soprattutto dai giornalisti del quotidiano più rosa che esista: perché in definitiva, al di là di quel che sembrerebbe, non era un premio di natura federale né attribuito dall'Inter, bensì un riconoscimento assegnato da un giornale della galassia RCS (legata, questa sì, commercialmente al club nerazzurro: e poi, in RCS si nasce interisti), forse in funzione della tutela di quelle figure sportive da preservare, come ebbe a dichiarare proprio il direttore della Rosea, in occasione della scorsa edizione di questo premio.

Ma ecco che una notizia scuote la platea e rovina la festa dei gazzettari, dei dirigenti federali e di quelli interisti, curiosamente uniti a festeggiare nella stessa sala e ad inneggiare alla memoria del grande Giacinto: Andrea Agnelli ha compiuto l'ennesimo passo, il ricorso al Tar del Lazio. Chiedendo 443 milioni di euro di risarcimento alla stessa FIGC.

Questo il comunicato apparso sul sito bianconero: JUVENTUS FOOTBALL CLUB S.p.A. ha depositato in data odierna presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ricorso ai sensi dell’art. 30 del codice del processo amministrativo contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e nei confronti della F.C. INTERNAZIONALE s.p.a. chiedendo la condanna al risarcimento del danno ingiusto subito dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria in relazione ai provvedimenti adottati dalla FIGC nell’estate del 2006 e del 2011.

Con tale atto JUVENTUS intende far accertare la mancanza di parità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata ottenendo il risarcimento agli ingenti danni che sono prudenzialmente stimati in diverse centinaia di milioni di euro per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chances e di opportunità, costi e spese.

Il ricorso dà seguito alla pronuncia del Presidente Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport (TNAS) del 9 settembre 2011 che ha rimesso la Società innanzi al TAR limitatamente ai danni e rientra nella più ampia strategia di tutela della Juventus in ogni sede, già preannunciata nella conferenza stampa del 10 agosto 2011.

Immediato il conferimento del premio "il brutto del calcio" al Presidente bianconero Andrea Agnelli: la decisione di uscire con questa boutade senza prima controllare che si trattava proprio del giorno della memoria non è andata giù.
"
I nostri legali capiranno di più questo desiderio di attaccare. Non credo al cattivo gusto fino a quel punto (per la coincidenza dell'evento, ndr)", sentenzia Moratti, che ribadisce: "La Juve chiede 443 milioni di danni? Sono tanti, non entro in questa cosa perché, se devo essere sincero, la trovo ridicola". Gli fa eco Abete: "L'iniziativa della Juventus sul versante risarcitorio era preannunciata ma, ed è una mia valutazione, forse non era il giorno giusto per presentarla". Anche Petrucci si straccia le vesti: "Troppi avvocati nel calcio!"

Si muovono anche i legali della Federazione, preoccupati, certo, da una richiesta milionaria e solo apparentemente spropositata (oltre che inopportuna, ma questa è la solita solfa). A rimorchio arriva, dalle colonne del Corriere della Sera, la richiesta di Roberto Perrone di assegnare di assegnare ad Agnelli il premio "Sport e perfidia": peccato che la Juventus ha presentato un ricorso del tutto legittimo.

Chissà perché queste sparate non venivano fatte quando Moratti chiedeva (eccome!) gli scudetti bianconeri? E mica solo quelli degli anni sotto indagine, pure quello del '98 e perché no, magari anche quello della figuraccia del 2002 (accomunati fondamentalmente dall'immagine di un Ronaldo in lacrime, più che da presunte ruberie).

Peraltro, Andrea Agnelli ha subito risposto alle prevedibili reazioni del duo inscindibile Federazione Gioco Calcio-Internazionale (che poi così non ci sarebbe nemmeno da cambiare l'acronimo della Federcalcio...): "Il ricorso al Tar è semplicemente il follow up, la prima delle sette azioni che avevamo annunciato in agosto". Ha poi continuato: "La nostra è un'iniziativa tesa a verificare gli atti amministrativi compiuti dalla Federazione nel 2006 e nel 2011. Abbiamo bisogno di chiarezza con la Figc: o si è sbagliato prima, o si è sbagliato dopo. Il nostro atto è rivolto verso chi ha giudicato. L'Inter? È un danno collaterale". Per finire con una critica piccata, che testimonia come lo stile Agnelli non sia proprio stato dimenticato: "Alcune istituzioni hanno l'abitudine di far trascorrere i termini, altre no".

Per l'appunto, c'è chi attacca lo stile ormai perduto della casata piemontese, come se il voler proseguire una battaglia contro altre società o contro la Federazione sia un'onta per gli illustri avi: e così, per tagliar la testa al toro, la società Juve ha rilanciato con ulteriori esposti: uno al Prefetto di Roma, in cui si chiede il commissariamento della Federazione; in particolare, che: 1) eserciti i poteri di controllo e vigilanza sulla Figc, 2) ordini l'immediata sospensione del provvedimento del Commissario Straordinario della Figc, l'avvocato Guido Rossi, in data 26 luglio 2006 e della delibera del Consiglio Federale in data 18 luglio 2011, 3) ordini lo scioglimento del Consiglio Federale della Figc, nominando un Commissario Governativo.

E non è finita qui: visto che anche il Tnas ha dichiarato la sua incompetenza a decidere sul ricorso del club bianconero avverso Figc e Inter sull'assegnazione dello scudetto 2006 ai nerazzurri, decisione che mette fine al percorso della Juventus in campo sportivo, i legali della società torinese oggi presenteranno un esposto al procuratore regionale del Lazio presso la Corte dei Conti per chiedere di verificare se sia ravvisabile un danno erariale del comportamento della Figc nei confronti della Juve

Non essendo ancora disponibili le motivazioni della sentenza che ha condannato Moggi a Napoli e che ha escluso, invece, la Juve dai risarcimenti alle parti civili, non troviamo lecito dare per certa l'inutilità di questi ricorsi. Questa è la strada intrapresa, questo è il difficile sentiero su cui la società bianconera aveva annunciato si sarebbe inerpicata, tentando di raggiungere quanto le spetterebbe di diritto. O quantomeno, sperando di ristabilire la verità dei fatti e la famosa parità di trattamento, la quale, Moggi o non Moggi, ancora non si vede all'orizzonte.

ju29ro.com: 16 Novembre 2011

giovedì, novembre 17, 2011

L'etica sportiva del Massone, a capo dello sport italiano...

A Giovanni Petrucci, il  braccio armato dei Poteri forti che si atteggia a padrino, vorrei chiedere: lui che parla di etica sportiva, se ha idea di come distribuisce i fondi il suo Coni per relizzare un campetto o un centro sportivo???

Ha mai notato che spesso un impianto sportivo viene rifinanziato una, due o anche tre volte?

Ha mai guardato i servizi di Brumotti, le Iene o Striscia sulle piscine olimpioniche e i centri sportivi finanziati dal Coni e mai portati a termine??? Vuole qualche esempio, signor Petrucci?? Vuole qualche cifra????

Sa che il Coni distribuisce soldi in base alle simpatie e alle conoscenze politiche e massoniche, spesso ignorando chi ha realmente bisogno e le società minori che non hanno un presidente amico di...o cugino di....?

Lo sa che a livello di Società minori di calcio (per esempio Lega nazionale dilettanti), si decide chi deve salire e chi deve scendere ancora prima che il campionato inizi?? Che si perde apposta per far salvare tizio o caio, che si ricorre alle squalifiche mirate e si vendono giocatori in cambio di punti salvezza o promozione?

Lo sa come si reclutano atleti Etiopi o nigeriani, poco più che bambini, a cui il SUO Coni di mer*** rilascia regolare  tessera sportiva  per conto di società sportive che li fanno correre, li spremono fino a 21/22 anni, li sfruttano per avere contributi per istruzione, abbigliamento, attrezzature d'allenamento e poi il 99% li rimandano al loro paese con pochi spiccioli, dopo averne intascati dieci volte dieci dalle gare vinte e dallo stesso Coni????

Ora che fa.... al sentire la parolaTar si è messo a dettare una nenia araba per addormentare i polli, forse ha paura che questa volta il ricorso non venga ritirato, e si andrè fino in fondo?

Ha forse capito che per quanto l'Associazione a Delinquere Mediatica lo Nasconda, con internet tutti sanno/verranno a sapere che lui e un Pericoloso  Braccio Armato dei Poteri Forti (massoneria!), che crede di agire da padrino occulto, mentre e da tutti spernacchiato...e corre il pericolo che si scopre il pentolone e si viene a sapere della trama: Petrucci-Carraro-Galliani-Collina dello scudetto nel pantano di Perugia assegnato alla Lazio, e quello "Manzelliano" della Roma con le regole cambiate in Corsa e scaccia le ombre che gli assillano la sua anima merdosa?

E malgrado i fetido silenzio mediatico, con il solo Tiuttosport a riportare le schifezze dei adri federati, Coni e federazione si sentono sotto mira e allora urlano messaggi ai loro padroni....  si fanno forza, si difendono a vicenda, annusano che stanno perdendo la poltrona, i soldi, tanti, che fottono alla povera gente...questa gentaglia al suo interno ha formato una cooperativa in cui uno ripete le ca**ate dell'altro, decidono "coram popoli "di non difendere, insieme, abbracciati, come soldatini che vanno a morire per la patria ( la loro ), questa in Calabria si chiama associazione a delinquere.

Ho tifato per Platini, delusione amara, un mito quel numero 10...(da invertire ora a 01) che scende in mezzo alla spazzatura per perdere la faccia e il c..lo. Maledetto il potere e i soldi che annebbiano la vista! Agli Amici Juventini di qualunque ceto dico, non molliamo, nei giornali si parla di noi juventini , siamo chiamati antipatici, ossa dure, perchè onesti è non ricattabili per nessun prezzo! Nella ricerca della Verità e della Giustizia Restiamo Uniti, e dopo avergli rotto il c**o sul campo, cerchiamo sempre più di rompere i co****ni a tutta questa mandria di "vili" pecoroni! .

Etica sportiva? Come non ricordare che Giovanni Perucci è, il massone che da presidente del Coni si è "autonominato" Commissario della FIGC, e con l'aiuto dell'Associazione a Delinquere Mediatica ha dato gli scudetti del Giubileo a Lazio e Roma, e con Carraro e Cesare Geronzi ha salvato la squadra giallorossa dal fallimento! FAI SCHIFO! Altro che etica sportiva....

lunedì, novembre 14, 2011

La Juventus Ricorre al TAR contro Figc & inter, e chiede: Danni per oltre 443 milioni e commissariamento

GLI ASSOCITI: inter & FIGC hanno voluto la guerra? E' Guerra Sia!

COSA CHIEDE LA JUVENTUS:
La richiesta della Juve alla Figc è di 443.725.200 euro - In merito al ricorso presentato dalla Juve al Tar del Lazio, dal sito web di Repubblica si apprendono ulteriori particolari, desunti dalle oltre cento pagine che compongono il ricorso stesso, sulla quantificazione dei danni: "La quantificazione dei danni ingiusti patiti dalla Juventus Football Club s. p. a in conseguenza dell’illecita condotta tenuta dalla F.I.G.C. è pari ad euro 443.725.200“. In dettaglio:
- 79,1 milioni di euro è costata la mancata partecipazione alle coppe europee;
- 60 milioni di euro è il danno derivato dalle cessioni sottocosto di giocatori svalutati a causa della retrocessione in serie B. Entrando nei dettagli, il club evidenzia che la perdita di valore dei giocatori inseriti nella prima squadra e la richiesta da parte di alcuni di loro di essere ceduti al fine di poter partecipare con altre società calcistiche alle competizioni sportive più prestigiose ha causato consistenti minusvalenze: In particolare, aver dovuto svendere Ibrahimovic avrebbe causato 44,7 milioni di euro per mancata plusvalenza: la cifra è “pari alla differenza tra il corrispettivo della cessione del calciatore Ibrahimovic alla Società Football Club Internazionale Milano s.p.a.", cioè 24,8 milioni, "ed il corrispettivo della cessione del medesimo calciatore da quest’ultima al Barcellona F. C.", cioè 69,5 milioni. A questi 56,8 milioni vanno ad aggiungersi 3,2 milioni di euro di danno derivato dalla cessione di altri elementi importanti della rosa, come Cannavaro, Emerson e Zambrotta ("mancata prestazione sportiva" );
- 41,5 milioni di euro ”dai mancati e/o ridotti introiti derivanti dalla cessione dei diritti televisivi per l’ormai persistente mancanza della Champions League e della costante riduzione dell’attrazione commerciale e delle sponsorizzazioni”;
- 110 milioni di valore di perdita di valore del marchio Juve;
- 20 milioni di euro, derivanti dal ritardo nella costruzione e nell'apertura del nuovo stadio di proprietà, ritardo che avrebbe cagionato "un danno da perdita del margine sugli incassi da vendita dei biglietti, che la Società ricorrente ritiene di quantificare in euro 20 milioni, 10 milioni per ciascuna stagione sportiva di ritardo";
- 133 milioni circa di calo del titolo azionario: "il calo del proprio titolo azionario, nei dodici mesi successivi a 'Calciopoli 2006', è andato oltre il limite fisiologico del deprezzamento generale, riferito alle società calcistiche quotate in Borsa nel corso degli ultimi anni. In particolare, in seguito alla negligenza della F. I. G. C., la quale ha colpevolmente portato a conoscenza degli organi di stampa solamente le intercettazioni riguardanti la Società ricorrente, il valore del titolo azionario è sceso da euro 2,10 ad euro 1,00". Pertanto, l'ammontare complessivo di questa singola voce "deve essere quantificato in euro 133.025.200".

La Juventus chiede il commissariamento della Figc - Ma la guerra che la Juventus ha scatenato contro la Figc non si è fermata alla richiesta danni. Infatti il club bianconero ha depositati anche un esposto al prefetto di Roma in cui chiede di
- esercitare i poteri di controllo e vigilanza sulla Figc;
- ordinare l'immediata sospensione del provvedimento del Commissario Straordinario della Figc, l'avvocato Guido Rossi, in data 26 luglio 2006 e della delibera del Consiglio Federale in data 18 luglio 2011;
- ordinare lo scioglimento del Consiglio Federale della Figc, nominando un Commissario Governativo.
   
* * * * *
Andrea Agnelli a Parma per ritirare il 35° 'Premio Internazionale Sport e Civiltà', ha rilasciato questa breve interVista:

^^^^^^Domanda: E' un'occasione importante questa del premio ma è anche un'occasione importante quello che sta succedendo al di fuori di Parma,quello che avete fatto anche oggi.
*A.A.Risposta: Oggi credo che si stato semplicemente il follow up di qualcosa che avevamo dichiarato il 10 agosto in occasione della conferenza stampa che abbiamo tenuto. Si vede che in questo paese non tutti poi mantengono quello che dicono, noi oggi abbiamo semplicemente dato corso a qualcosa che avevamo ampiamente descritto, consegnato a tutti voi, una lista con sette azioni, oggi se n'è compiuta una di queste.

^^^^^^Domanda: Il Presidente della Figc Abete è stato un po' morbido rispetto a quel che avete fatto, ha detto: ' E' una cosa giusta, però sostanzialmente è una cosa che riguarda la Juventus e non noi,
*A.A.Risposta:  Ma guardate non so bene... una cosa che riguarda la Juventus senz'altro. E' un atto che però va a verificare quelli che sono stati gli atti amministrativi compiuti dalla Federazione nel 2006 e nel 2011.

^^^^^^Domanda: Il Presidente Abete ha parlato anche un po' di mancanza di stile perché oggi era la giornata dedicata a Facchetti; ha detto: 'La Juventus poteva aspettare un giorno'.
*A.A.Risposta:  Eh ma alcune istituzioni hanno l'abitudine a far trascorrere i termini, altre no.

^^^^^Domanda:  Moratti anche è stato critico nei vostri confronti...
*A.A.Risposta:  Eh beh ci mancherebbe altro.. che non fosse critico nei nostri confronti. Da questo punto di vista però a me piace ricordare che l'Inter è un danno collaterale, come avuto modo di dire prima. Quella che è la nostra ricerca per la parità di trattamento va verso chi ha giudicato nel 2006 e nel 2011. Quindi quello che noi abbiamo bisogno è di fare chiarezza con la Federazione Italiana Gioco Calcio.

^^^^^^Domanda: La sua però è una posizione molto chiara che ha il sostegno di tutti i tifosi juventini. Da questo punto di vista Lei si sente appunto appoggiato...
*A.A.Risposta:  Ma è una questione di chiarezza per quella che è la necessità della Società Juventus di fare chiarezza su quelle che sono state le azioni compiute nel 2006 e nel 2011: dell'una, l'altra. O s'è sbagliato prima o s'è sbagliato dopo.

Francesco Calabrone

domenica, novembre 13, 2011

Stefano Palazzi: il servo ubidiente della Cupola Tronchetti & Moratti

Dopo aver condotto alla “prescrizione” gli illeciti perpetrati dall’azionista di riferimento della Fc internazionale: "massimo moratti" e dal presidente "giacinto facchetti", ed aver ubbidito ai dettami dell’Associazione di evitare all’inter ogni pericolo di processo, e duopo far notare a lor signori che questo Ufficio ritiene che le losche condotte fossero certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale“ -“è emersa l’esistenza di una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale, instaurati, in particolare fra i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto (ma anche, sia pur in forma minore, con altri esponenti del settore arbitrale) ed il Presidente dell’Inter, "giacinto facchetti“…. “Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo“ “La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti“ “assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra“ “In relazione a tali gare il presidente Facchetti si pone quale interlocutore privilegiato nei confronti dei designatori arbitrali, parlando con essi delle griglie arbitrali delle gare che riguardano la propria squadra nonchè della stessa designazione della terna arbitrale ed interagendo con i designatori nelle procedure che conducono alla stessa individuazione dei nominativi degli arbitri da inserire in griglia e degli assistenti chiamati ad assistere i primi“. Comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore. (…) Ne consegue che la condotta del tesserato in esame, Moratti, in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell’art. 1 CGS vigente all’epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati“ “In alcuni casi emerge anche l’assicurazione da parte dell’interlocutore di intervento diretto sul singolo direttore di gara, come rivelato da alcune rassicurazioni che il designatore arbitrale rivolge al proprio interlocutore, in cui si precisa che l’arbitro verrà ‘predisposto a svolgere una buona gara’ o, con eguale significato, che è stato ‘preparato a svolgere una bella gara’; o ancora, affermazioni del designatore volte a tranquillizzare il presidente Facchetti sulla prestazione dell’arbitro, nel senso che gli avrebbe parlato direttamente lui o che già gli aveva parlato“. “In un caso, addirittura, il designatore arbitrale, nel tentativo di tranquillizzare il proprio interlocutore e sedare le preoccupazioni di quest’ultimo sulle tradizioni negative della propria squadra con un determinato arbitro, afferma che quest’ultimo è stato avvertito e che sicuramente lo score dell’lnter sotto la sua direzione registrerà una vittoria in più in conseguenza della successiva gara di campionato“ “Tale capacità di interlocuzione in alcuni casi diventa una vera e propria manifestazione di consenso preventivo alla designazione di un arbitro e rappresenta un forte potere di condizionamento sui designatori arbitrali, fondato su rapporti di particolare amicizia e confidenza che il Presidente Facchetti può vantare nei confronti degli stessi designatori e che trovano la loro concretizzazione espressiva nella effettuazione anche di una cena privata con Bergamo e nello scambio di numerosi favori e cortesie (elargizione di biglietti e tessere per le gare dell’Internazionale, di gadget e borsoni contenenti materiale sportivo della squadra milanese, etc…) e non meglio precisati ‘regalini’“. Il P.C. della FIGC: Stefano Palazzi
Corruttore & Corrotto
Obligato a non tenere conto delle Gravissime Dichiarazioni dell'ex capo della Security Telecom, Luciano Tavaroli sui Dossier Illeciti: "Voglio il Processo con tutte le mie forze, dimostrerò che ho fatto ciò che mi chiedevano"!


A leggere i giornali, e qualche anticipazione del documento che annuncerà oggi la chiusura delle indagini del pubblico ministero di Milano, l'affaire Telecom sembra essersi sgonfiato come un budino malfatto. Più o meno, si sostiene che fossero all'opera, in Telecom, soltanto un mascalzone (Giuliano Tavaroli) e un paio di suoi amici d'infanzia (Emanuele Cipriani, un investigatore privato, e Marco Mancini, il capo del controspionaggio del Sismi). La combriccola voleva lucrare un po' di denaro per far bella vita e una serena vecchiaia. I "mascalzoni" avrebbero abusato dell'ingenuità di Marco Tronchetti Provera (presidente) e di Carlo Buora (amministratore delegato). Tutto qui.

L'affaire Telecom è stato dunque, secondo quest'interpretazione, soltanto un bluff mediatico-giudiziario utilizzato (o, per alcuni avventurosi osservatori, organizzato) da circoli politici per sottrarre al "povero" Tronchetti la società di telecomunicazioni.

La ricostruzione è minimalista. Evita di prendere in esame, anche soltanto con approssimazione, la sequenza dei fatti accertati (a cominciare dalla raccolta di migliaia di dossier illegali); la loro pericolosità; i protagonisti (alcuni mai nemmeno nominati); un multiforme network di potere che condiziona ancora oggi un'imprenditoria debole senza capitali e una politica fragile senza legittimità: imprenditoria e politica sorrette, protette o minacciate - secondo convenienza - da alcune burocrazie della sicurezza. È nelle pieghe di questi deficit e contraddizioni italiani che è fiorito l'affaire, uno scandalo che nessuno - a quanto pare - ha voglia di affrontare. Vedremo se lo farà la prudente magistratura di Milano.

Per definire almeno la cornice del "caso" e gli attori e un metodo e qualche fondo fangoso, Repubblica - nel corso del 2008 - ha avuto sei colloqui (a Bereguardo, Milano e Albenga) con un Giuliano Tavaroli convinto già da tempo (e quel che accade sembra dargli ragione) che "nessuno avrà interesse a celebrare il "processo Telecom". Nessuno: né i pubblici ministeri, né gli imputati, né la Telecom vecchia, né la Telecom nuova. Ma io non sono e non farò né accetterò mai di essere il capro espiatorio di questo affare. Io vorrò con tutte le mie forze il processo e nel processo vorrò vederli in faccia ripetere quel che hanno riferito ai magistrati. Il mio vantaggio è che tutti - tutti - hanno mentito in questa storia, e io sono in grado di dimostrare che le informazioni che ho raccolto sono state distribuite in azienda perché commissionate dall'azienda e nel suo interesse... Ne ho sentite di tutti i colori. Come Marco Tronchetti Provera che nega di aver mai avuto conti all'estero, come se non sapessi che per lo meno fino al 2006 i suoi conti erano a Montecarlo".



Tavaroli lamenta di essere stato "messo in mezzo" per aprire la strada all'inchiesta Abu Omar. E' il "signore della sicurezza" Telecom. I pubblici ministeri devono intercettare gli uomini del Sismi che hanno cooperato con la Cia per sequestrare illegalmente il cittadino egiziano, sospettato di essere un terrorista. Con i buoni rapporti di Tavaroli con il Sismi, l'operazione sarebbe stata a rischio. "Così - dice Tavaroli - hanno cominciato a indagare su di me in modo strumentale. Sì, strumentale. Potrei farvelo leggere nelle carte. Nelle carte c'è scritto. Dispongono la perquisizione nel mio ufficio con un unico obiettivo: rimuovermi dal mio posto nella convinzione che, se non lo avessero fatto, non avrebbero avuto campo libero per le intercettazioni dell'inchiesta Abu Omar e quindi per l'ascolto decisivo dei funzionari del Sismi. Pensavano: questo Tavaroli se ne accorge e avverte il suo amico Mancini (era il capo del controspionaggio dell'intelligence) e noi non caviamo un ragno dal buco. Così sono finito nel tritacarne...".

Sarà, quel che è saltato poi fuori giustificava l'iniziativa penale, ma qui conta altro. E' vero o è falso che, nel tempo, si è creata una sovrapposizione operativa, una contiguità d'interessi tra l'intelligence di Stato, le security delle grandi aziende al servizio di obiettivi ora istituzionali ora politici ora economici, ora l'uno e l'altro? Un "sistema" che per alcuni anni ha avuto il suo centro nella Telecom di Marco Tronchetti Provera?

Tavaroli dice che, se si vuole davvero capire che cosa è accaduto in Telecom, bisogna andare indietro nel tempo.

Una data d'inizio.
"Questo metodo ha, se si vuole, una data d'inizio con la nascita del nucleo speciale di polizia giudiziaria a Torino, un gruppo che non aveva alcuna corrispondenza nell'Arma dei carabinieri. Esisteva soltanto lì a Torino, dove il generale Dalla Chiesa era comandante (Tavaroli lo chiama sempre il Generale, e sembra di vedere la maiuscola). E' nel "nucleo" che nascono l'operazione di Frate Mitra che conduce all'arresto di Renato Curcio o all'arresto di Patrizio Peci. In quest'occasione furono "infiltrati" in Fiat - con l'assenso e la collaborazione della "sicurezza" dell'azienda - cinque operai "collaborazionisti": uno di essi fu poi reclutato dalle Brigate Rosse; fu l'uomo che indicò al Generale il "covo" di Peci.

Dopo questi successi il metodo trovò una "natura giuridica", una sistematizzazione legislativa. Non è che le nuove leggi lo prevedessero esplicitamente, ma rendevano possibile - meglio, tolleravano - quei sistemi se, in qualche modo, "controllati" dall'autorità giudiziaria. Diciamo che le linee di collaborazione con la magistratura si accorciarono e capitava che il pubblico ministero lavorasse gomito a gomito con il sottufficiale operativo senza la mediazione delle gerarchie. Nacquero le sezione speciali anticrimine. Con l'assassinio di Guido Rossa, comincia la collaborazione anche del Pci e dei sindacati. Ugo Pecchioli offre tutte le informazioni che i militanti e i sindacalisti raccolgono nelle fabbriche. Indicano tutti i nomi di coloro che, in fabbrica, sono o paiono essere vicini al terrorismo. Ci sono ancora in giro ex-sindacalisti che possono essere buoni testimoni di questo lavoro".

(Dunque, vediamo integrati in una sola "piattaforma", l'Arma dei carabinieri con un suo nucleo speciale, le procure alle prese con un "diritto speciale di polizia", le attività informative della più grande impresa privata del Paese, la Fiat, e del maggior partito di opposizione, il Pci, presente in modo massiccio nel sindacato e nelle fabbriche. Lo schema è destinato a riprodursi e, con la sconfitta del terrorismo, a deformarsi, a "privatizzarsi").

"Diciamo che nella lotta al terrorismo nacque un "sistema" e fu selezionata un'élite di professionisti, che è o è stata al vertice della security delle maggiori imprese italiane. Con i pool di magistrati, operavamo a stretto contatto, avevamo molte responsabilità anche di decisione. Accadde quello che nelle aziende si sarebbe chiamato "accorciamento della catena decisionale". Gli ufficiali in parte partecipavano e comprendevano l'importanza dell'esperienza, in parte avvertivano di avere meno potere: contavano le competenze e non il grado sulla spalla. Si forma così una generazione di uomini che emerge per il merito, la competenza. Siamo in un periodo di "leadership situazionali", ovvero di persone che prendono la leadership a seconda delle situazioni e delle circostanze, con grande flessibilità. E' in questo periodo che si afferma "la dittatura della conoscenza". Conta chi ha competenza e conoscenza e capacità di analisi. Ecco perché io e Marco Mancini ci affermammo nonostante fossimo soltanto dei sottufficiali: noi avevamo competenza e conoscenza. I generali avevano i gradi, ma né l'una né l'altra.

Nel dicembre del 1988, quasi con un colpo di testa - decisi d'istinto, dalla mattina alla sera, appena mi arrivò la proposta - lasciai l'Arma per l'Italtel. Ormai noi dell'Antiterrorismo ci giravamo i pollici. Molti si decisero a riciclare i loro metodi nella lotta alla criminalità organizzata. Non era per me. Io penso che la mafia ti rovini la testa, ti avveleni. Quando mi chiudo alle spalle la porta di casa, voglio poter lasciare fuori anche il pensiero del lavoro. Ma quando hai a che fare con gente che scioglie un bambino nell'acido, come fai a dimenticartelo? Te lo porti a casa, il lavoro. Andai via".

"Lo scambio delle figurine"
"Per il mondo della sicurezza privata, quelli, sono anni decisivi. Nel 1989 cade il Muro, implode l'Unione Sovietica. Le ragioni costitutive di una cultura della sicurezza, della sua organizzazione, metodo, visione del mondo vengono meno. Io ho 30 anni e sono consapevole che devo trasformarmi in un uomo di business. Comprendo subito che la sicurezza deve diventare una funzione dell'azienda, non restare - come era allora - un corpo separato dell'impresa. Tra il 1991/1992 nascono business intelligence, market intelligence, competitive intelligence... Un vecchio mondo si frantuma, prestigiosi "salotti" diventano polverosi e inutili. Mondi che prima erano separati da ostacoli, più o meno, invalicabili - o valicabili a prezzo di grandi rischi - entrano in costante comunicazione. A quel punto i servizi segreti che, con il mondo diviso in blocchi, erano monopolisti dell'informazione perdono, nello spazio di un mattino, la loro supremazia. E' uno scettro che passa nelle mani dell'impresa privata.

Italtel, per dire, aveva dopo il 1989 150/200 uomini in Urss e agiva con i governi delle singole repubbliche dell'ex-blocco sovietico mentre il Sismi faticava per infiltrare anche soltanto un uomo oltre le linee. Chi contava di più? Chi poteva avere più informazioni?
Queste condizioni creano un nuovo mercato. Comincia lo scambio delle figurine tra security private e servizi segreti. La parola d'ordine convenuta è "diamoci una mano". E' una collaborazione che cresce, si allarga e sviluppa senza uno straccio di protocollo, senza rendere trasparente e condiviso che cosa è lecito, che cosa non lo è. In ogni altro paese - Stati Uniti, Inghilterra, Francia - ci sono protocolli che regolano i rapporti tra imprese, sicurezza privata e servizi. Da noi, c'è un vuoto che ciascuno occupa come crede.

Nel 1996, aprile, vado in Pirelli. A quel punto le aziende che agiscono sul mercato globale hanno già una sovranità superiore a quella degli Stati. I governi hanno abdicato. L'11 settembre, se riproduce nel mondo una nuova logica bipolare Occidente contro Islam, esalta le potenzialità e il protagonismo delle imprese multinazionali o plurinazionali. Con in più lo straordinario e inedito potere della tecnologia. Cambia di nuovo tutto. Cambiano la cultura e i players dell'informazione. Tutti affidano tutto all'indagine elettronica: tracce elettroniche, carte di credito ecc. ecco che le telecomunicazioni diventano appetite, sempre più strategiche. Le indagini si fanno con le intercettazioni. Di nuovo: difficile dividere lecito e meno lecito. In Francia, la polizia fa le intercettazioni legali; la Direction de la Surveillance du Territoire (Dst) fa quelle illegali. Tutto normale, in Italia no".

"Tronchetti voleva il Corriere"
"Poi Pirelli acquista la Telecom. E' per tutti noi una sorpresa. Forse non tutti sanno che Tronchetti Provera non aveva alcuna intenzione di entrare in Telecom, in realtà. In quel 2001, stava scalando Rcs. Ha sempre avuto una passione non nascosta per il Corriere della Sera che riteneva, e forse ritiene, un'istituzione essenziale per la democrazia italiana. In quei mesi stava acquisendo posizione e posso credere che si preparasse a lanciare un'offerta pubblica di acquisto. Fu Buora a proporre il dossier Telecom. Tronchetti gli diede fiducia.

Le cose, per noi, non stanno per niente messe bene nel 2001, quando Berlusconi e i suoi si insediano a palazzo Chigi. Era al potere una famiglia impenetrabile, gente che è insieme, gomito a gomito, dai banchi di scuola, gente che pensa soltanto agli affari e all'assalto alla diligenza e tutti - dico, tutto l'establishment - sono "fuori asse". A chi rivolgersi? Come scegliere gli interlocutori "giusti"? E ci sono davvero, in quella compagnia, gli "interlocutori giusti"? Per dirne una. Telecom aveva un contenzioso per un centinaio di miliardi di lire con il ministero della Giustizia. Come venirne a capo? Chi era Roberto Castelli? E quel Brancher lì (era l'"ambasciatore" di Forza Italia presso la Lega di Bossi), che "pesce" era?

La verità è che noi in quell'avvio avevamo soltanto pochissimi interlocutori. Ad esempio, Pisanu (ministro per l'attuazione del programma). Vecchia scuola. Formazione politica solida. Interlocutore affidabile. Con lui, Tronchetti filò subito d'amore e d'accordo. Con gli altri soltanto guai. E i guai toccava a me affrontarli. In quel periodo accade qualcosa che mi fa capire.

Accade che dovevamo rivedere gli organici e le responsabilità negli uffici di Roma. Una persona, di cui non voglio dire per il momento il nome, mi sollecita a "salvare", negli uffici della capitale, la signora Laura Porcu. La cosa mi convince e la Porcu viene "salvata". Dopo qualche tempo, la Porcu mi chiede se voglio essere messo in contatto con personalità influenti del mondo romano. Accetto".

"Il network eversivo"
"La Porcu organizza un giro delle sette chiese, un'agenda di incontri con Nicolò Pollari, Francesco Cossiga, Paolo Scaroni (Eni), Enzo De Chiara (uno strano personaggio, finanziere italo-americano, vicino alle amministrazioni Usa, già finito in qualche inchiesta giudiziaria), Pippo Corigliano (Opus Dei) che a sua volta mi presenta Luigi Bisignani che già aveva chiesto di incontrarmi (se fosse stato siciliano, dopo averlo conosciuto, avrei pensato che fosse un mafioso) e la Margherita Fancello (moglie di Stefano Brusadelli, vicedirettore di Panorama), che a sua volta mi riportò da Cossiga, Massimo Sarmi (Poste), Giancarlo Elia Valori, il generale Roberto Speciale della Guardia di Finanza. Insomma, dai colloqui, capisco che questi qui sono in squadra.

(Tavaroli annuncia in settembre una memoria difensiva molto documentata e comunque va ricordato qui che la sua è la ricostruzione di un indagato). Mi immagino una piramide. Al vertice superiore Berlusconi. Dentro la piramide, l'uno stretto all'altro, a diversi livelli d'influenza, Gianni Letta, Luigi Bisignani, Scaroni, Cossiga, Pollari. E' il network che, per quel che so, accredita Berlusconi presso l'amministrazione americana. Io non esito a definire questa lobby un network eversivo che agisce senza alcuna trasparenza e controllo.

Mi resi conto subito che quella lobby di dinosauri custodiva segreti (gli illeciti del passato e del presente) e li creava. Che quei segreti potevano distruggere la reputazione di chiunque e la vera sicurezza è la reputazione. C'era insomma, tra la Telecom di Tronchetti e quell'area di potere, un disequilibrio informativo che andava affrontato subito e nel miglior modo da noi, riequilibrandolo o addirittura annullandolo con la creazione, a nostra volta, di altri segreti.

C'era bisogno di coraggio. Che è proprio la virtù che manca a Marco Tronchetti Provera. Ha il culto di se stesso. Non decide mai. Non se la sentiva di attaccare frontalmente, magari pubblicamente, quel network né voleva "sporcarsi le mani", cioè entrare nel club pagandone il prezzo in opacità, ma incassandone i vantaggi lobbistici. 

Non prende posizione. Non si "compromette" né in un senso né nell'altro. Per questo quella "compagnia" lo scarica. Come, lo spiegherò presto. Il fatto è che quando Tronchetti si insedia in Telecom è debole. Debole non per l'indebitamento, come tutti pensano. Ma per il suo isolamento nel mondo politico, economico. 

Tronchetti non piace alla politica. Ne è distante e questo non è gradito. Non capisce la politica di Roma e questo è un problema. Non piace agli industriali. La Confindustria è guidata da Antonio D'Amato, espressione della media industria, e questo è un altro problema. E' su questa zona di confine che mi dicono di "ballare". E io ballo. Me ne ha dato atto, quando mi ha liquidato, anche Tronchetti. Mi ha detto papale papale: "Forse le abbiamo chiesto troppo". E' vero, mi chiesero molto. Forse troppo". (1. Continua)  31 luglio 2008 

31 luglio 2011giuseppwe d'avanzo: "E Tronchetti mi disse:
Le abbiamo chiesto troppo".
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21 luglio 2008 Giuseppe D'avanzo: le abbiamo chiesto troppo 
Tronchetti? I Sicari(i giudici!)dei Poteri Occulti, Scaricano tutto sul Braccio Armato: Tavaroli! 

martedì, novembre 01, 2011

Avvocato Trofino: Paolo Bergamo tifa Milan in maniera sfegatata con la moglie.

Stefano Palazzi corrotto carrierante sicario dei poteri Meneghini, da ambo le sponde del naviglio!
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Estratti dell'arringa dell'avvocato Trofino
1 ) - E comincia un processo signor Presidente, con le dichiarazioni di Baldini che i pm non hanno nemmeno il coraggio di chiamare come testimone davanti a voi. L’ha citato la difesa.

E comincia esclusivamente sulle chiacchiere di Baldini che aveva avuto dei rapporti con i carabinieri sicuramente prima della sua “deposizione ufficiale”.

Se voi prendete la telefonata di Baldini con Mazzini, riferimento a Castagnini, il famoso procuratore sportivo di cui caldeggiava Baldini la collocazione presso l’Arezzo.

Voi vedete che in quella telefonata, Baldini dice una cosa sconcertante per me. Vi da la prova che già parlava con i carabinieri. E perché vi da la prova? Perché dice a Mazzini: “Io non ho fatto il tuo nome, ho fatto il nome di Moggi, ho fatto il nome di Galliani; ho fatto il nome di tizio, di pincopallo, ma il tuo non l’ho fatto. Io ti salverò quando farò il ribaltone”.

Non è che aveva in animo di moralizzare il calcio questo signore; non è che aveva in animo di denunciare qualcosa che nel calcio non andava. Baldini aveva in animo di fare il ribaltone cioè di impadronirsi del potere, di andare lui al potere. E quel dato signor presidente, al di là della notizia di reato che non c’era,al di la.. è inquietante.

È inquietante che i carabinieri parlino con un testimone prima, dopo e durante. E’ inquietante che prima di mettere in piedi l’indagine si parli informalmente con un testimone. Un testimone interessato, animato da un odio profondo nei confronti di Moggi. Un odio per documento giudiziario. Vi sono querele in campo nell’uno e nell’altro

Baldini ha detto in udienza a Moggi che era uomo di nessun pregio. Vorrei rispondere a Baldini che l’Avvocato Agnelli, quando la Juventus nel 1994 era pieni di debiti, priva assolutamente di successi, pensò di chiamare quest’uomo di nessun pregio al timone di quella squadra in condominio di Antonio Giraudo, altro manager del gruppo.

E l’Avvocato Agnelli che prima di parlare con i grandi del mondo, la mattina alle 6 e mezza la prima telefonata sapete a chi la faceva? A Luciano Moggi! Altro che uomo di nessun pregio.

Aveva tanti pregi assieme a Giraudo perché dal 1994, quella squadra piena di debiti e vuota di successi cominciò a marciare alla grande e senza che gli azionisti di riferimento spostassero una sola lira, quella squadra è stata rimessa in campo ed è diventata la migliore. Vedete nelle telefonate del campionato qui in contestazione 2004-2005, lo dirà la Fazi, lo diranno molti addetti ai lavori: era la squadra più forte in assoluto.

E noi abbiamo messo in piedi un’associazione a delinquere di così grandissime dimensioni, con tutto questo ambaradan per fare cosa? Per far vincere la squadra più forte.

Quindi un uomo di nessun pregio. Un uomo di grandissimi pregi calcistici, straordinariamente bravo. Non vorrò citare la finale del 2006, cosa che io feci già all’epoca del procedimento disciplinare , dove in campo, dall’una e dall’altra parte, c’erano tutti calciatori trattati da Luciano Moggi.

2 ) - Ecco perché ancora oggi viene fuori quella telefonata di qua, quella telefonata di la, perché l’instancabile Nicola Penta, ancora ormai con questo orecchio che sarà diventato d’argento è ancora li ad ascoltarle. Ancora oggi abbiamo trovato telefonate signor presidente signor tribunale. E sono telefonate che nell’impegno mio della brevità voglio leggervi subito. Voglio leggervi subito, anche in relazione, soprattutto in relazione alla richiesta che vi ho fatto, perché, leggendo queste telefonate, ci chiariamo l’idea su tutto questo processo.
Fino adesso si è detto del metodo delle indagini. Prioreschi vi ha dato delle considerazioni di carattere tecnico e dei dati storici talmente insuperabili, che quella indagine è stata un’indagine da buttare in un cestino. Che è stata un’indagine inquinata da mille anomalie. Ma noi via abbiamo dato ancora la prova, la certezza al 100% e ve la daremo con queste telefonate, di come vi sia stata una sistematica, voluta, un sistematico occultamento delle telefonate, in una maniera fatta ad arte. E io ve lo provo in due minuti signor presidente, signori del tribunale. Ve lo provo in due minuti leggendovi tre telefonate inedite, inedite che sapete seguono la telefonata che voi conoscete tra Carraro e Bergamo.

C’è quella famosa telefonata della quale voi siete già a conoscenza, nella quale si dice, un giorno prima delle elezioni : “Mi raccomando, non facciamo vincere la Juve! Mi raccomando, che la Juve non vinca!”, che già mi sembra un atteggiamento.. voglio dire una …totale. Voglio dire noi siamo un’associazione che sta favorendo Carraro per la lotta al potere. Carraro che è favorito da noi, telefona e dice al designatore: “attenzione, non facciamo vincere la Juve, perché se vince la Juve sorgono polemiche etc..etc..”vabbè..
La telefonata di Carraro e Bergamo, la conoscete perfettamente, è quella del 26.11.2004 ed è fatta il giorno del sorteggio, in cui si è tenuto il sorteggio per la partita di inter-Juventus o di Juventus-Inter non mi ricordo …. E Carraro dice chi c’è per la Juventus, c’è Rodomonti , mi raccomando che non vinca.

C’è qualcosa in più. La prima telefonata sfuggita, signor presidente, qui non faccio considerazione sulla buona fede degli investigatori, perché si può dire che fra 170.000 telefonate, uno mette la mano, non la trova, beh…cercare un ago nel pagliaglio.Ma se si ricostruisce questa telefonata, e quindi vuol dire che il riflettore investigativo era acceso su questo episodio, mi risulta strano che dopo 24 ore, 36 ore, altre telefonate non siano state assolutamente messe in evidenza. E la telefonata successiva è tra Bergamo e Rodomonti. Ora sia ben chiaro, che il furbo assicuratore livornese (paolo bergamo), sapendo che la conversazione potrebbe essre registrata o intercettata ed essere accusato di comportamento illecito, a Rodomonti, finge dargli dei consigli.
 
 Sapete che gli dice? 
Bergamo: «Stai preparando bene la partita?».
Rodomonti: «Sì, sì, sì…».
Bergamo: «Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi?»
Rodomonti: «No, ho visto quasi niente…».
Bergamo: «Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetto, credimi, che tu non sbagli niente». (consiglio o ricatto? ndr)
Rodomonti: «Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità».
Bergamo: «Oltretutto, c'è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene».
Rodomonti: «Va bene, tranquillo…».
Bergamo: «Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n'è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa più a chi è dietro piuttosto che chi è davanti, dammi retta!».
Rodomonti: «Va bene, parola d'onore, va bene, sta tranquillo».
Bergamo: «E' una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente!».
Rodomonti: «Perfetto, ho capito tutto!».
Bergamo: «La cosa rimane tra me e te, come mi auguro».
Rodomonti: «Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me».
Bergamo: «Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento
Rodomonti: «In questo momento»
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Finisce qui la telefonata con Rodomonti, ma ce né un’altra successiva, sfuggita a questi investigatori così attenti.
Avvocato Maurilio Prioreschi (team difesa moggi)
3 ) - Signor Presidente, questi investigatori che hanno messo in campo una macchina investigativa degna di miglior causa. 171.000 intercettazioni, pedinamenti – tra l’altro sono stato pedinato anche io una volta .. io e l’avvocato Melandri che abbiamo fatto una riunione allo studio, alla piazza..all’albergo … c’era Giulia Buongiorno… c’erano tutti gli avvocati e noi siamo stati fotografati e non solo. E nel rapporto c’era scritto pure, si allontano tali profili…eravamo i difensori di Moggi costituiti quindi, investigatori esperti che non avevano nemmeno capito che noi eravamo gli avvocati di Luciano Moggi – ma al di la di queste disgressione che poco ci interessa, Bergamo–Fazi è una telefonata che sfugge ancora a costoro nel successivo.
Bergamo: «Ma sai, il problema sai qual è? Che se stasera perdessero (la juventus ndr)con l'Inter... ».
Maria Grazia Fazi: «mammamia, che Dio volesse!».
Fazi: «Paolo? ».
Bergamo: «Ecco fatto».
Fazi: «Allora?».
Bergamo: «Ci ho parlato».
Fazi: «E' andata? ».
Bergamo: «Molto, molto, molto, molto esplicito... ».
Fazi: «Ah, co' Pasquale proprio? ».
Bergamo: «Sì, sì. Ho detto: "Io conto anche sulla tua intelligenza, perché... una telefonata fra me e te", quindi... ».
Fazi: «E lui? ».
Bergamo: «Sappi che se poi non mantieni la discrezione dovuta le conseguenze le paghi te. Dice "No, no, stai tranquillo, ti ringrazio, ho capito...". Boh, vediamo cosa fa. La cosa: non chiara, più che chiara».
Fazi: «Più che chiara».
Bergamo: «Più che chiara».
Fazi: «Sei stato proprio chiaro, chiaro, chiaro».
Bergamo: «Più che chiaro. E quindi... ».
Fazi: «Uhm, è andata dai... è andata, io son sicura che farà bene.. ».
Bergamo: «Speriamo».
Fazi: «Eh, non era per lui questa partita, non c'è niente da fare... infatti, quella non è per nessuno, figurati per lui, dopo tanto tempo... ma ringraziamo Dio ci stanno 'sti 15 punti, però.. ».
Bergamo: «Eh ma gliel'ho detto "Hai faticato anni a ritornare lì, cerca di rimanerci"..».

Questa telefonata prosegue e ci da anche qualche notizia interessante perché ci dice:
Fazi: «Il Milan non c'è proprio. Quest'anno la Juve lo scudetto lo vince perché non c'è nessun altro... nessuno! Mamma mia».
Bergamo: «Ma sai, il problema sai qual è? Che se stasera perdessero con l'Inter... ».
Fazi: «Mamma mia, che Dio volesse! ».

Ma il Signor Bergamo, era o no nell’ipotesi di accusa un sodale, uno che fa parte della cupola di Moggi e non solo, ma con compiti importanti, perché è raggiunto anche dall’aggravante di essere promotore e organizzatore di questa associazione.

E noi apprendiamo che il promotore di questa associazione, che voglio ricordare a tutti aveva come obiettivo finale di far vincere il campionato alla Juventus, in una telefonata privata dove non c’è nessun motivo per mentire, una telefonata di tipo famigliare, parlando con tono famigliare lui dice “però il Milan proprio non c’è. Ma sai quale è il problema? Se perdesse con l’inter ..”.. E Fazi sapete cosa risponde? “mammamia, che Dio volesse “!

Ma Fazi è l’altra sodale? E nel decreto di citazione, è citata in questo giudizio, fa parte dell’associazione a delinquere, quella di Luciano Moggi, questa cupola. Sono quelli che sono d’accordo, e hanno messo in piedi un sistema criminale per alterare il campionato e far vincere alla Juve.

Ma ci rendiamo conto della follia di questa accusa? Se leggiamo questa telefonata “mammamia, Dio volesse, speriamo che perde”, la Juve. E qui parliamo ancora di esistenza dell’associazione. Ma proseguiamo… E Bergamo ancora dice:

Bergamo: «... allora poi si riapre, poi c'è la Coppa dei Campioni, gli impegni, gli infortuni».
Fazi: «Ma come fa a perdere con l'Inter, che l'Inter è morta? ».
Bergamo: «Eh... stasera giocano senza Trezeguet e senza Del Piero, cioè questi hanno fatto questo campionato senza il centravanti titolare».

Non dice “giochiamo” senza ma “giocano”… dovrebbe essere quello che tira per la Juve. Proseguiamo:

Bergamo: «Ci ho parlato».
Fazi: «E' andata? ».
Bergamo: «Molto, molto, molto, molto esplicito... ».
Fazi: «Ah, co' Pasquale proprio? ».
Bergamo: «Sì, sì. Ho detto: "Io conto anche sulla tua intelligenza, perché... una telefonata fra me e te", quindi... ».
Fazi: «E lui? ».
Bergamo: «Sappi che se poi non mantieni la discrezione dovuta le conseguenze le paghi te. Dice "No, no, stai tranquillo, ti ringrazio, ho capito...". Boh, vediamo cosa fa. La cosa: non chiara, più che chiara».
Fazi: «Più che chiara».
Bergamo: «Più che chiara».
Fazi: «Sei stato proprio chiaro, chiaro, chiaro».
Bergamo: «Più che chiaro. E quindi... ».
Fazi: «Uhm, è andata dai... è andata, io son sicura che farà bene.. ».
Bergamo: «Speriamo».
Fazi: «........ma ringraziamo Dio ci stanno 'sti 15 punti, però.. ».
Bergamo: «Eh ma gliel'ho detto "Hai faticato anni a ritornare lì, cerca di rimanerci"..».

Questa telefonata prosegue e ci da anche qualche notizia interessante perché ci dice:
Fazi: «Il Milan non c'è proprio. Quest'anno la Juve lo scudetto lo vince perché non c'è nessun altro... nessuno! Mamma mia».
Bergamo: «Ma sai, il problema sai qual è? Che se stasera perdessero con l'Inter... ».
Fazi: «Mamma mia, che Dio volesse! ».

Bergamo: «Eh ma gliel'ho detto "Hai faticato anni a ritornare lì, cerca di rimanerci"..».

Questa telefonata prosegue e ci da anche qualche notizia interessante perché ci dice:

Fazi: «Il Milan non c'è proprio. Quest'anno la Juve lo scudetto lo vince perché non c'è nessun altro... nessuno! Mamma mia».
Bergamo: «Ma sai, il problema sai qual è? Che se stasera perdessero con l'Inter... ».
Fazi: «Mamma mia, che Dio volesse! ».

Ma il Signor Bergamo, era o no nell’ipotesi di accusa un sodale, uno che fa parte della cupola di Moggi e non solo, ma con compiti importanti, perché è raggiunto anche dall’aggravante di essere promotore e organizzatore di questa associazione.

E noi apprendiamo che il promotore di questa associazione, che voglio ricordare a tutti aveva come obiettivo finale di far vincere il campionato alla Juventus, in una telefonata privata dove non c’è nessun motivo per mentire, una telefonata di tipo famigliare, parlando con tono famigliare lui dice “però il Milan proprio non c’è. Ma sai quale è il problema? Se perdesse con l’inter ..”..
E Fazi sapete cosa risponde? ........“mammamia, che Dio volesse “!

Ma Fazi è l’altra sodale? E nel decreto di citazione, è citata in questo giudizio, fa parte dell’associazione a delinquere, quella di Luciano Moggi, questa cupola. Sono quelli che sono d’accordo, e hanno messo in piedi un sistema criminale per alterare il campionato e far vincere alla Juve.

Ma ci rendiamo conto della follia di questa accusa? Se leggiamo questa telefonata “mammamia, Dio volesse, speriamo che perde”, la Juve. E qui parliamo ancora di esistenza dell’associazione. Ma proseguiamo… E Bergamo ancora dice:

Bergamo: «... allora poi si riapre, poi c'è la Coppa dei Campioni, gli impegni, gli infortuni».
Fazi: «Ma come fa a perdere con l'Inter, che l'Inter è morta? ».
Bergamo: «Eh... stasera giocano senza Trezeguet e senza Del Piero, cioè questi hanno fatto questo campionato senza il centravanti titolare».

Non dice “giochiamo” senza ma “giocano”… dovrebbe essere quello che tira per la Juve. Proseguiamo:

Bergamo: «Eh... stasera giocano senza Trezeguet e senza Del Piero, cioè questi hanno fatto questo campionato senza il centravanti titolare».
Fazi: «Te rendi conto? E stanno a 15 punti dalle papabili».
Bergamo: «E sai, questi qui, purtroppo... non c'è niente da fare».
Fazi: «Ma quelli son bravi, son bravi. Questi, quando copri le fasce, la difesa ce l'hai, Buffon c'è... prima o poi pure Zalayeta la butta dentro».
Bergamo: «Hai capito?».

Allora Signor Presidente, da questa telefonata il teorema dell’accusa si frantuma completamente perché abbiamo appreso che, a parte il fatto che poi Paolo Bergamo tifa Milan in maniera sfegatata con la moglie.

 Sicuramente tutta una serie di telefonate tra Galliani e Bergamo che sono una cosa.. quando perde con la Juve, il Milan nella partita clou, quella che ci assegna lo scudetto, a casa Bergamo
 si piangeva. “sono distrutto”, dice Bergamo; “mia moglie è ancora più distrutta di me”.
Allora questo tifoso del Milan, 
che faceva parte di un’associazione che doveva far vincere la Juve, Signor Presidente, è mio sodale, è nostro sodale, è sodale di Luciano Moggi nella cupola con un compito anche molto importante.
Allora, prove alla mano, a me pare che Paolo Bergamo fosse un Sicario di questa Cupola!