venerdì, dicembre 25, 2009

denti marci e faccia da culo, interisti disonesti atavici! Piu, il giornalista Beha, dal Tribunale di Napoli.

Nucini? Il mio nome è Bond, Danilo Bond


L'onestone moratti, all'altro onesto facchetti sul letto di morte:
Gipe, qualche mese fa ti chiedevo un po' scherzando un po' sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace.
Fantastico.
Non ne era capace la tua grande dignità, non ne era capace la tua naturale onestà, la sportività intatta dal primo giorno che entrasti nell'Inter
"moratti & palazzi" corruttore & corrotto 
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Strofa di una nota hit dell’estate 2006 

Danilo Nucini, ex fischietto bergamasco attivo in serie A e B dalla seconda metà degli anni ’90 alla stagione 2004-05, si è presentato in aula, l’altro ieri (26 maggio), per raccontare l'ostracismo a lui riservato dall'intero mondo arbitrale, tanto da privarlo dalla possibilità di fare carriera ad alti livelli. Si è ripetutamente definito uno spirito libero, un uomo senza padroni, ma la storia che ha raccontato ha molte falle, e nel raccontarla è incorso in numerose imprecisioni e contraddizioni, reagendo con spocchia e nervosismo a chi glielo faceva notare.

Molta specie ha fatto il racconto della sua assidua frequentazione, mentre era un arbitro in attività, con un massimo dirigente dell’Inter, il compianto Giacinto Facchetti, che ha descritto come un punto di riferimento costante a cui si rivolgeva per trarre conforto dai suoi problemi di carriera.
Senza contare le numerose inesattezze e bizzarrie che costellano la storia degli incontri con Fabiani e Moggi e la faccenda della SIM italiana con relativa omessa denuncia. Ma andiamo per ordine.

L'OSTRACISMO DEL MONDO ARBITRALE
Nucini accusa la Commissione Arbitrale Nazionale di aver sempre gestito con logiche clientelari le carriere, senza criteri meritocratici, ripetutamente dichiarandosi vittima del sistema.
Significativa però l’ammissione di aver avuto problemi con tutti i commissari che si sono succeduti alla guida della CAN, nessuno escluso, da Casarin, a Baldas/Mattei, a Pairetto e Bergamo. Nucini racconta candidamente di aver litigato con tutti. Inoltre, ammette di non aver mai legato nemmeno con i colleghi, di essersi sempre tenuto isolato dagli altri.

A suo dire, il problema non era lui, ma di certo chiunque avesse attorno non andava bene. Insomma, il classico piantagrane. Tranne il primo anno, con la CAN commissariata, momento di emergenza che portò alla cooptazione di molti arbitri dalle serie inferiori, permettendogli di accedere al livello più alto, arbitrare in serie A e B, traguardo che in caso contrario difficilmente avrebbe potuto raggiungere.

Per cercare di dare sostanza alle sue accuse contro il mondo arbitrale, cita la vecchia storia del giornalista Di Tommaso di Tuttosport, che nella famigerata stagione 1997-98, secondo un’inchiesta dalla concorrente (!) Gazzetta, venne accusato di aver tenuto rapporti inopportuni con alcuni arbitri, i quali però, una volta sottoposti a procedimento disciplinare, vennero scagionati. Non sarà questa l’unica volta in cui Nucini userà argomentazioni legate non tanto a fatti, ma a campagne di stampa e a opinioni vicine alle ragioni dell’Inter (l'affare Di Tommaso scoppiò in corrispondenza delle polemiche sul famigerato rigore di Ronaldo e conseguenti piagnistei).

JUVENTUS BOLOGNA 1-0 del 14/01/01
Nucini racconta di essere stato ostracizzato dai designatori Bergamo e Pairetto dopo aver concesso un rigore contro la Juve, nel match interno contro il Bologna del 14 gennaio 2001. Attribuisce a quell'episodio una sospensione di 40 giorni che subì. Poi però ammette di aver anche risposto male a Pairetto il quale, al successivo raduno settimanale a Coverciano, gli aveva fatto notare l’errore. Ma il rigore c’era?

Prima Nucini parla di un'intervista nella quale, secondo un racconto telefonico della moglie immediatamente successivo alla partita, Iuliano, l'autore del fallo, gli avrebbe dato ragione; poi è costretto ad ammettere di aver subito unanimi critiche da tutti gli organi di stampa, e non solo per il rigore; un arbitraggio disastroso, a parere di tutti.

Invito il lettore a leggere L'articolo del Corriere su quella partita, eloquente fin dal sottotitolo: “L'arbitro Nucini il peggiore in campo”, a 9 minuti dalla fine assegna un rigore molto dubbio al Bologna, sotto per 1-0 (rigore poi sbagliato da Cruz).

Siamo sicuri che i designatori lo criticarono solo per quel rigore? Addirittura, Nucini racconta di aver fatto resistenza all’invito di Bergamo a chiedere scusa a Pairetto per la reazione a Coverciano. Dunque, Nucini arbitrava male e rispondeva male ai rilievi dei designatori. Di più: lamenta la mancata solidarietà dei colleghi, a suo avviso troppo competitivi con le nuove leve.

Gli si chiede se dopo la partita i dirigenti bianconeri andarono a protestare, ma la risposta è no. Per dare una parvenza di sostanza alle sue “sensazioni”, si attacca a un gadget post-partita, di quelli che i club ospitanti danno sempre agli arbitri e che, nel caso della Juve, era costituito da uno zainetto contenente una maglia e la videocassetta del match: in quel caso, Nucini vi trovò una casacca bianconera con un quadrato nero invece del nome del giocatore. In pratica, descrive l'episodio come si trattasse una ritorsione da thriller, manca solo il sangue.

Dunque, da quella gara, da quel rigore contro la Juve, a suo dire l’avrebbero ostracizzato. Peggio: dall’anno successivo gli avrebbero fatto arbitrare solo partite di serie B. Vero? No, falso. Basta controllare: Verona - Fiorentina 25° giornata 3 marzo 2002 e Lecce - Parma 18° giornata 14 gennaio 2002 (e altre 3 nel 2002-03). In realtà Nucini arbitrò partite di serie A fino all’ultimo anno di carriera, il 2004-05, quando ad esempio diresse un contestatissimo Fiorentina –Messina.
Insomma, su questo Nucini mente.

Non solo, sempre nel 2000-01, dopo quel Juve-Bologna diresse altre 4 gare di serie A, di cui una della Juve stessa (Juve-Reggina, vittoria della Juve) e, quando gli avvocati difensori glielo fanno notare, si rifugia nell'evocazione di una fantomatica strategia dei designatori per dismetterlo senza destare sospetti. Delirante.
Ma quale fu la prima partita di A che diresse dopo quel Juve-Bologna?
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INTER – UDINESE 2-1 del 25/02/01
Questo è il vero momento chiave, molto più del rigore dato contro la Juve. Infatti, in seguito a una mancata ammonizione all’interista Di Biagio, Nucini viene redarguito negli spogliatoi dal commissario arbitrale, e poi telefonicamente da Bergamo. Come negli altri casi, l’arbitro non accetta la critica, ribatte a muso duro al commissario, e Facchetti, che assiste alla scena, il giorno dopo lo chiama.

Un dirigente interista che telefona a un arbitro, per altro dopo un errore arbitrale in suo favore.
Gli avvocati vanno a nozze: “E’ normale questo? Era consentito dal regolamento?”

No, ammette, ma Bergamo è una città piccola e la conoscenza con Facchetti risaliva già al '98, no, al '99, no, al '97. Ci si incontrava, si beveva un caffè (come Baldini e Auricchio a Roma?....sssiiiii ).

Gli chiedono perché non ha segnalato all’Ufficio Indagini la telefonata del dirigente interista, tanto più che in precedenza Nucini aveva detto di aver segnalato ai designatori la presenza di Moggi negli spogliatoio dopo un Napoli-Ancona arbitrato da lui (che lo aveva semplicemente, e cortesemente, salutato, ammette), senza che la sua “denuncia” avesse seguito;
“eh, ma per la telefonata dipende dal contenuto”; “eh, ma Moggi a Napoli non doveva starci”.

Gli si fa notare che all’inizio si era lamentato del comportamento di arbitri accusati (poi assolti) di aver frequentato un giornalista, che dunque predica bene e razzola male. E’ costretto a convenire.

Poi il dossier. Nucini parla di un dossier, compilato da lui, sugli errori arbitrali pro-Juve (diretti e indiretti), relativo alla stagione del 5 maggio, il 2001-2002, e su come i designatori, a suo avviso, li valutassero in ottica filo-juve.

L'idea sarebbe nata dall’indignazione per un rigore concesso da Bolognino in un Juve-Chievo del 15 settembre 2001. Il documento viene acquisito agli atti. Nel dossier c'è un Parma-Juve, perché a dire di Nucini ci fu un rigore non concesso ai padroni di casa da Racalbuto; il difensore dell'arbitro gli fa notare che quella partita fu vinta dal Parma e che anche la Juve reclamò per la mancata espulsione di Almeyda. Risposta. "Io scrivevo quello che interessava a me". Il legale di Racalbuto va oltre: "Sa qual è la sospensione più lunga comminata a un arbitro? 8 mesi, che vennero inflitti a Racalbuto per un rigore dubbio concesso alla Juve contro la Roma"...... Nucini abbozza.

Gli si chiede se con Facchetti si cominciarono a vedere dopo quell’episodio, ma lui ammette che si frequentavano già prima, al bar, anche nell’ufficio di Facchetti a Bergamo, dove faceva l’assicuratore. Parlavano di “impressioni verbali, sensazioni, episodi e poi l'elenco delle partite”. Con che frequenza si vedevano? Frequentemente, anche settimanalmente.
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Poi la questione Fabiani, e il racconto di Nucini si trasforma in una spy-story.
L'ARBITRO SPIA: IL MIO NOME E' BOND, DANILO BOND
Fu Facchetti, secondo il racconto dell’ex arbitro, ad avere l’idea. Nucini, dopo il "tragico" 5 maggio, aveva presentato al suo amico il dossier sulla Juve, a suo dire convincendolo a fatica (in effetti mai gli interisti avevano recriminato prima di allora…) del presunto marcio nel calcio (durante il controesame dei difensori Nucini ammette ripetutamente che si trattava solo di sue “sensazioni” non suffragate da prove).

Facchetti gli avrebbe consigliato di diventare “amico” degli arbitri, in particolare di De Santis (dossierato Telecom). E a una cena di Natale (2002?), sempre Facchetti gli avrebbe poi detto: “Informati su chi è Fabiani” (singolare: anche lui dossierato Telecom).

Durante una cena, Nucini avrebbe così chiesto ai colleghi chi fosse Fabiani, recependo del nervosismo (?) da parte di Racalbuto. E il giorno dopo, De Santis, col pretesto di uno strappo sull'auto di Nucini al campo di allenamento di Linate, gli avrebbe chiesto perché fosse interessato al soggetto, confidandogli di conoscerlo per essergli stato collega presso un carcere minorile, prima di nuovamente rimproverarlo per il rigore dato contro la Juve ormai più di un anno prima (remember l’articolo del Corriere "Nucini il peggiore in campo"!).

In seguito, dopo un Cosenza - Triestina (di cui Fabiani era DS) arbitrata il 16 marzo 2003 da Nucini, in aeroporto sarebbe avvenuto il primo incontro, durante il quale il ds gli avrebbe dato i suoi numeri di telefono.

L’avvocato di Fabiani, nel controesame, ha contestato la presenza di Fabiani quel giorno in aeroporto, producendo i documenti di viaggio predisposti dalla Triestina per quella trasferta, che non prevedevano il volo di ritorno per Fabiani. Inoltre, davanti al pm Nucini racconta di un Fabiani che promette di fargli avere un buon voto dal commissario arbitrale, ma al controesame dell’avvocato innesta la retromarcia, in realtà si sarebbe trattato solo un breve e amichevole saluto.

Dopo quell'episodio, Nucini sarebbe stato chiamato da Fabiani che lo avrebbe invitato al bar dell’hotel Cristallo a Bergamo, dove l’avrebbe rassicurato che ci avrebbe pensato lui a fargli tornare ad arbitrare la serie A. Tramite "il suo uomo". Peccato che, come già detto, nel 2002-03 Nucini la serie A l'aveva già fatta: Piacenza – Empoli del 26 ottobre 2002, Piacenza – Como del 2 marzo 2003 (quindi solo 14 giorni prima della partita di Cosenza) e Como – Perugia del 12 aprile.

L’"uomo di Fabiani", ovviamente, sarebbe Moggi, che in quell’occasione Fabiani avrebbe chiamato al cellulare, per poi passarglielo. Davanti al pm, Nucini racconta di un ambiguo invito di Moggi: “Fai quello che dice lui” (ma poi al controesame, al solito, parzialmente ritratta, parlando di uno semplice scambio di frasi di cortesia), e di uno show di Fabiani che si sarebbe vantato di poter designare gli arbitri. Così il pm gli chiede cosa accadde dopo quell’incontro, Nucini risponde che in effetti andò finalmente a fare una partita di A. Peccato che in aula citi proprio quel Piacenza – Como, una gara che si era svolta due settimane prima di Cosenza – Triestina, e cioè ben prima del primo incontro al bar.

Si arriva alla stagione 2003-2004. Nucini si aspetta di partire dalla A, ma lo mandano in B per Palermo – Cagliari. La sua direzione viene contestata dall’osservatore Ingargiola, ma Fabiani, a suo dire, l’avrebbe chiamato per rassicurarlo: “Non preoccuparti, non fare casini, ci penso io”. Nucini esegue, a Coverciano non fa casini, ma viene punito comunque: quindi Fabiani è un cazzaro? E poi perché non designarlo per la A?

A quel punto, finalmente, Fabiani si sarebbe deciso a presentargli il “suo uomo”. Appuntamento a Greggio, sulla MI-TO, dove Fabiani l’avrebbe caricato in macchina e portato in un paesino per fare un bancomat e comprare una ricarica telefonica da un tabaccaio (strampalato e confuso il racconto). Poi di nuovo alle rispettive macchine: a questo punto Fabiani l’avrebbe guidato a Torino, all’hotel Concord, dove in una stanza li avrebbe raggiunti Moggi, che dopo i convenevoli avrebbe fatto un paio di chiamate dimostrative a entrambi i designatori, trattandoli male, perorando la causa di Nucini e invitandoli a valorizzarlo; inoltre, avrebbe ingiunto a Pairetto di non designare Dondarini per la Juve. E dove andò il Donda a fare danni quella domenica? Ovvio, a Udine, a punire l’Inter, la grande vittima dei soprusi moggiani.

Quando Moggi si dilegua, Fabiani avrebbe consegnato a Nucini una SIM italiana.
Dunque, non straniera? No, italiana. Bah.

Esilarante, infine, la ricostruzione delle istruzioni che gli avrebbe impartito Fabiani: "Mi spiegava che le cellule si dividono... le cellule di qui... le cellule di là...". Forse voleva dire "celle", comunque è un capolavoro di nonsense.
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LA SIM MAI USATA, ANZI SI’; 
MAI DENUNCIATA, ANZI SI’; 
ANZI, NO; 
NON VOGLIO DIRLO
Dunque, la Sim di Fabiani. Italiana. Qua tutto si fa ancora più confuso e grottesco.
Nucini racconta di aver subito chiamato Facchetti in autostrada, di ritorno dall'incontro all'Hotel Concord, per raccontargli della Sim. Tempo dopo, a casa di Facchetti, ci sarebbe stato un colloquio più dettagliato. “Ecco, è questo il problema”, avrebbe concluso l’ex arbitro (dovremmo essere ormai verso la fine del 2003; sarebbe interessante verificare quando iniziarono le attività di Tavaroli per l'Inter).

Ma la Sim? Nucini la usò? No. Anzi, sì. Forse un paio di volte. Il teste continua a contraddirsi. D’altronde, come gli fanno poi notare gli avvocati, agli inquirenti aveva raccontato di essersi segnato il numero (comunicato solo a Facchetti) e di averla buttata subito. No, ora ricorda meglio, non subito, prima ci sarebbero state un paio di chiamate di Fabiani.

Ma Facchetti e Nucini non decisero di sporgere denuncia? A quel punto avrebbero in mano una bella bomba (la sim). Qualcuno vicino all’Inter consiglia di mandarlo dalla Boccassini, alla procura di Milano. Lui ci va, ma la sim l’aveva già buttata. Perché? Non poteva tenerla e dire alla Bocassini di intercettare quel numero? Ma allora che disse al pm milanese? Mistero. Nucini non vuole parlarne. “Parlammo di calcio”. Insomma, un "qui studio a voi stadio" con uno spruzzo di "un giorno in pretura".

E l’ufficio indagini della Figc? Era lì apposta. Macché, lui, Nucini, l'uomo senza briglie, non si fidava di nessuno.
Di nessuno. Anzi, di uno si, di Facchetti. “L'ho detto a Giacinto Facchetti, perché era l'unico, che poteva smontare tutto! Se io mi fossi rivolto all'ufficio indagini, a chiunque, nessuno mi avrebbe ascoltato, ma mi avrebbero buttato fuori!”.

Gli chiedono se è vero, come riportato da alcuni giornali, che voleva lavorare per l’Inter, magari fare l’addetto agli arbitri. Nucini prima nega decisamente qualsiasi ipotesi di tal genere, poi deve ammettere che Facchetti gli aveva offerto un posto di lavoro. Tiene a specificare che lui avrebbe rifiutato sdegnoso.

Gli avvocati lo incalzano: “Negli incontri con Moggi e Fabiani, non le è venuto in mente di portare un registratore?". Risposta. “Il registratore non è elegante. E poi non faccio l’investigatore.”
E per finire questo prolisso resoconto, una piccola chicca: infervorato, sotto i colpi del controesame dei legali che gli contestano le discrepanze tra la testimonianza resa in aula e quelle registrate nel 2006 e 2007 dagli inquirenti, Danilo Nucini-Bond si lascia andare: “Sa cos'è? Per venire qua mi sono letto un file di 250 pagine che ho archiviato e allora non l'avevo fatto!”.

I legali si scatenano: “Ah sì? E dove le ha prese queste informazioni? E quando le avrebbe raccolte? Ce l'aveva anche nel 2007 dai Carabinieri, allora? Prima di venire qua in questi giorni ha parlato con qualcuno di questo processo? Si è consultato con qualcuno?".
Un avvocato fa rilevare strane uguaglianze testuali tra due sue precedenti deposizioni agli inquirenti, come se la seconda fosse frutto di copiaincolla della prima. Il giudice cerca di calmare gli animi. Danilo Nucini-Bond non accetta le insinuazioni su eventuali "suggeritori" nell'ombra:

“No, no, non mi son consultato con nessuno, stia tranquillo, avvocato! Non ho mai avuto nessun padrone, avvocato”.
Mario Incandenza giovedì 28 maggio 2009

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VEDI CALCIOPOLI A NAPOLI - E IL CALCIO MUORE

OLIVIERO BEHA IN TRASFERTA SOTTO IL VESUVIO PER LA DEPOSIZIONE DELL’OMISSIVO CELLINO: “TUTTI SAPEVANO TUTTO… BERGAMO E PAIRETTO? DUE GRAN SIGNORI” (MA POI IL SORTEGGIO DOVEVA ESSERE TRUCCATO) - LA “MAFIA DEGLI ARBITRI” RISALIVA A MOGGI? NON SI RICORDA PIÙ BENE – LA MORALE: IL POTERE NON È FORSE DI CHI CE L’HA?...  

Oliviero Beha per "Il Fatto Quotidiano"
Una mattinata nelle viscere di Calciopoli, di Napoli, del suo tribunale, dell'essenza sempiterna della caratteristica "sceneggiata" che applicata al pallone viene ancora meglio. Il presidente del Cagliari, Massimo Cellino che come in una canzone di Mina accusa, difende e ancora accusa tutto il sistema-calcio e non solo Moggi, includendo responsabilità federali ed "espellendo" quasi fisicamente, il sospetto che i sorteggi arbitrali fossero truccati. OLIVIERO BEHA - copyright

Pizzi Il maresciallo dei carabinieri che ammette: "Siamo andati a prendere a Chiasso le schede telefoniche svizzere senza rogatoria, in auto con lo stesso commerciante", smentendo precedenti testimonianze dei suoi colleghi d'arma. Un tribunale che ascolta tutto e sembra molto più avvertito di come viene descritto abitualmente sulla carta. Stampata.

E poi Sky e "Un giorno in pretura" con tanto di telecamere, un po' di stampa, fervori da proscenio per molti componenti di questa commedia all'italiana che non è una tragedia ma neppure una farsa, che dovrebbe appurare reati penali ma in realtà non riesce a sottrarsi al solito clima particolare. 9i32 Luciano Moggi con stile.

Quello sempre e comunque da bar sport o da processo biscardiano, almeno quando testi come Cellino raccontano della partita x y e non realizzano che stanno mettendo inconsapevolmente a nudo le magagne dello "sport più amato dagli italiani", tifosi midollari facilmente raggirabili. E' proprio così: il calcio in tv è diverso da quello "vero", visto allo stadio.

Per osmosi, anche il processo a Calciopoli visto (quasi nulla) e letto sui giornali è assai diverso da quello cui ho assistito per alcune ore nell'aula 216 del Tribunale di Napoli, alloggiato desolatamente in una delle tre tristissime torri del Palazzo di Giustizia, in un centro direzionale che non so che cosa diriga e verso dove. Fuori, pioggia, vento che spazza o spazzerebbe le strade se non fossero sempre sporche, almeno intorno alla Stazione Centrale, e tassisti incazzatissimi "con la sinistra" perché la corsa richiesta è troppo breve.

Con il sole sarei andato a piedi, spiego. 3m44 massimo cellino presidente cagliari Ma è inutile... Aula piccola ma a densità Hong Kong per gli avvocati dei 25 imputati per reati mica da ridere come l'associazione a delinquere, e cioè in ordine alfabetico l'assistente arbitrale Ambrosino più 24, e i legali delle parti civili.

Una falange abbastanza ordinata pronta ai microfoni e disposta tra la parete di fondo del pubblico, cui si appoggia smarrito un ragazzetto, il figlio del difensore dell'arbitro Bertini, che aspetta suo padre avendo saltato la scuola, e all'estremo opposto l'anfiteatro della giustizia, dove regnano la legge e il tribunale.

pairetto bergamo designatori figc La presidente, Teresa Casoria, confermata al suo posto giacché la sua ricusazione è andata in fumo proprio ieri, donna energica che ha avuto a che fare in aula con Raffaele Cutolo e quindi certo non si fa impressionare da Moggi, e i due giudici a latere, due donne, una, la Gualtieri che scrive a mano dietro un paio di occhiali gentili, l'altra, la corvina Pandolfi, che caccia gli occhi sui testimoni e sul computer.

Delle tre si dice che non capiscano nulla di calcio, ed effettivamente mentre si ricorda un gol di Serginho "sceso sulla fascia dopo un fallo non segnalato da Tombolini" la Casoria sorride. Chissà che non sia un bene se il gineceo togato ignora di pallone. Se sa di legge, basta e avanza.

Presenti tra gli imputati a quel che vedo nella jungla di teste e cappotti, solo l'arbitro De Santis in sciarpa turchese e in prima fila neanche fosse in tv Luciano Moggi, tirato per i capelli alla fine della testimonianza di Cellino a una dichiarazione spontanea il cui senso letterale è "sono l'imputato dei si dice" e poi la domanda "E' giustizia questa?"

arbitro massimo de santis 01 lap Saprà il tribunale rispondere a questa domanda, ed è ben posta? Qui si annida la vipera del dibattimento, e di tutto un pasticciaccio cui certamente il rito abbreviato non rende né giustizia né chiarezza.

Anche perché da sempre, dalla giustizia sportiva in poi del 2006 a caldo, all'udienza di ieri, una verità continua pur ad emergere, oltre le bugie, le simulazioni, i millantati crediti, le ritrattazioni e le omissioni di cui Massimo Cellino, da 18 anni padrone del Cagliari e di professione "presidente" (adr.), teste dell'accusa tradotto finalmente a Napoli con i carabinieri, ha riempito la sua deposizione: e cioè la verità oggettiva che prendere solo un pezzo del Lego di cui è fatto il calcio è quasi impossibile, e quindi è tutto il meccanismo che è a giudizio anche se oggi solo sotto le voci "Moggi, cupola, arbitri".

Il sistema è quello del puzzle, o dei vasi comunicanti. In questo senso le due testimonianze di ieri, appunto di Cellino e del maresciallo capo Nardone, assistente del capo-indagine tenente colonnello Attilio Auricchio ieri assente perché appena diventato padre (la Casoria: "Ma che impedimento è, mica avrà partorito lui..."), sono state sufficientemente rivelatrici.

Vediamo di coglierne il dettato, poi il senso almeno come appare a chi scrive, e infine il nesso tra tutto ciò. Si comincia dal maresciallo, teste dell'accusa, ad Auricchio toccherà il 9 febbraio. E' preziosa la sua testimonianza sulle schede, prima del Liechtenstein poi svizzere. Queste ultime, 9, sono state recuperate a Chiasso "informalmente". Teresa Casoria Senza rogatoria? Dunque tutte annullate? Oppure il commerciante che le "offre spontaneamente ai carabinieri" le rende giuridicamente valide? Vedremo.

Quando tocca a Cellino, casual nel suo dolce vita carta da zucchero, che sta per passare sei o sette brutti quarti d'ora tutti di seguito, l'atmosfera è "pronta". Il presidente Casoria gli dà spesso dell'esuberante mentre lo incalza il pm Capuano nelle contraddizioni tra ciò che ha dichiarato ai carabinieri in passato e ciò che sta dicendo in aula.

Quando poi lui si becchetta con qualche avvocato lei gli fa "uè, uè", e si fa chiamare più volte "signora" per non fargli perdere il filo. Un filo che Cellino intorcina e sgomitola più volte. Bergamo e Pairetto? Due gran signori, ma poi il sorteggio doveva essere truccato. La "mafia degli arbitri" risalente secondo i "si dice" a Moggi e alla Juve? Non si ricorda più bene, ma comunque al telefono intercettato l'ha ripetuto tante volte all'uomo di Carraro, Francesco Ghirelli, con Carraro prosciolto dal gup in questo processo.

E poi all'ufficio inchieste della Federcalcio. Se non intervengono loro, e non lo fanno mai, io che ci posso fare, è il tenore dell'omissivo, imbarazzato e riottoso Cellino.
Spettacolo leggermente deprimente per la morale: il potere non è forse di chi ce l'ha?
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scritto da Farsopolata in seconda pagina? x bek non esiste. 26/12/2009 18:45


le designazioni arbitrali di Pairetto in ambito europeo, False Accuse: luogo comune, come gli arbitraggi pro-Juve del passato di questo immorale e miserabile paese!

Fazi Maria Grazia
Pairetto Luigi 
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Sulla Falsa Accusa per le designazioni arbitrali di Pairetto in ambito europeo per la Juventus:  leggiamo, cosa dice il PM di Torino
Dott. Marcello Maddalena:
"Quanto al primo punto, vanno premesse le modalità con le quali avvengono le designazioni di arbitri per le partite internazionali, tra cui quelle di Champions League 
(vedasi al riguardo le s. i. t. [sommarie informazioni testimoniali] di FAZI Maria Grazia).

"Quanto al primo punto, vanno premesse le modalità con le quali avvengono le designazioni di arbitri per le partite internazionali, tra cui quelle di Champions League (vedasi al riguardo le s. i. t. [sommarie informazioni testimoniali] di FAZI Maria Grazia).

Le designazioni vengono effettuate dalla Commissione arbitrale UEFA e, a differenza di quanto avviene per le partite del campionato italiano (sulle quali, vedi infra), si tratta di designazioni del tutto discrezionali, nel senso che i designatori non effettuano alcun sorteggio. Della commissione, di cui PAIRETTO è vice-presidente mentre presidente è un tedesco, fanno peraltro parte più commissari, di nazionalità diverse, essendo PAIRETTO il rappresentante italiano.

Quindi, salvo ipotizzare che PAIRETTO sia riuscito "di fatto" a far prevalere la sua volontà in ordine alla designazione di un arbitro "compiacente" per la Juventus a tutti gli altri commissari, come chiaramente fatto da dal corrotto dirigente Fifa: Waler Gagg, al quale Moratti fece un ufficio a Milano (cosa che gazzettari & corrierini cercarono strenuaqmente, ma invano, di trovarne uno per la Juventus) ed i buoni uffici del Presidente di Banca Unicredit (Alessandro Profumo), pare alquanto limitata per tali partite la possibilità del PAIRETTO di pilotare le designazioni arbitrali, in violazione ai propri doveri di imparzialità e correttezza, verso un ben determinato arbitro."

"E, difatti, in alcune conversazioni intercettate che riguardavano la precedente partita di Champions League del 25.8.04 disputata a Stoccolma (Djurgarden-Juventus 1-4,n.d.r.), emerge come per tale partita la designazione dell'arbitro non sia stata affatto pilotata dal PAIRETTO" .

Al riguardo, mentre in un primo momento PAIRETTO comunicava a MOGGI che l'arbitro designato sarebbe stato il portoghese CARDOZO (rassicurando il MOGGI sul fatto che si trattava di "uno buono": cfr. int. tel. del 15.8.04 n.234), in realtà l'arbitro che poi sarà designato dalla Commissione Uefa per la partita sarà l'inglese GRAHAM, sulla cui "bontà" comunque PAIRETTO ugualmente rassicura il MOGGI, sia pur con minor convinzione rispetto al CARDOZO, così icasticamente il PAIRETTO tratteggiando la personalità del GRAHAM, "...è buono, è buono, però sai gli inglesi son tutti stronzi.."(cfr. int. tel.23.8.04 h.14,58)."

"Ancora, anche in relazione ad una precedente partita di Champions League (ossia l'incontro di andata dei preliminari di Champions) si registra una conversazione tra MOGGI e PAIRETTO (cfr. int. tel. n.92 del 11.8.04) nella quale il primo manifesta il suo disappunto in ordine al fatto di aver appreso che per la partita era stato designato dall'UEFA l'arbitro VANDEL, al che PAIRETTO rassicura il MOGGI affermando che l'arbitro VANDEL "è uno dei primi".

Dialogo quindi da cui si desume, da un lato, che l'arbitro non era stato previamente "individuato" dal PAIRETTO previa intesa con MOGGI, e dall'altro che le rassicurazioni circa la "bontà" dell'arbitro fornite dal PAIRETTO in questa occasione non attengono al fatto che si tratti di un arbitro "compiacente" per la Juventus, ma più semplicemente che trattasi di arbitro di elevata professionalità (non altrimenti potendosi interpretare la frase "è uno dei primi")."

"Tutto questo per dire che la asserzione del PAIRETTO di aver scelto l'arbitro MAYER ben può interpretarsi come una sorta di millanteria del PAIRETTO, una autoattribuzione in via esclusiva di una scelta effettuata collegialmente, nel desiderio (naturalmente, del tutto censurabile sul piano etico e deontologico per chi, come il PAIRETTO, nella sua veste dovrebbe essere e comportarsi in modo terzo e distaccato rispetto ai dirigenti delle società calcistiche) di compiacere il potente amico MOGGI."

"Ma, quale che sia stato il ruolo del PAIRETTO nella designazione dell'arbitro MAYER, l'aspetto focale della vicenda è quello afferente il secondo punto, ossia la promessa di denaro o utilità."

"La frase del MOGGI sopra ricordata non è certamente inequivoca, non è cioè tale da indicare in modo probatoriamente certo che con essa in modo velato il MOGGI abbia inteso riferirsi appunto ad una remunerazione da corrispondere al PAIRETTO, ben potendo spiegarsi (anche per il contesto scherzoso, seguendo ad essa una risata del PAIRETTO) come una battuta o comunque una promessa di "ricordarsi" del PAIRETTO ma senza che ciò sia necessariamente collegato ad una prebenda da corrispondergli."

"E, comunque, decisivo è il rilievo che in seguito a tale dialogo, e più in generale in tutto il corso delle intercettazioni (che, come ricordato in premessa, sono state decisamente "intense", riguardando una molteplicità di utenze in uso agli indagati e per un periodo significativo di tempo), non è mai stato registrato alcun accenno al fatto che i vertici dirigenziali della Juventus abbiano corrisposto somme di denaro o altre utilità a PAIRETTO."


Mi chiedo: il Signor F.B. ha informazioni diverse da questo documento, che ricordo essere della 
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          Forse non tutti sanno che...

boccazipCari lettori, come vi avevamo promesso due settimane fa, se avete conservato i vostri appunti che suggerivamo di scrivere in relazione a quattro celebri situazioni riguardanti la Juventus, potrete ora confrontarli con i fatti accertati relativi a tali episodi e con l’interpretazione di parte juventina che di solito trova scarsissima diffusione tra addetti ai lavori e tifosi.
Ci auguriamo che questo esercizio di confronto tra i fatti e le interpretazioni dichiaratamente di parte juventina, finalmente disponibili, con la versione propagandata negli anni dalla macchina mediatica, possa farvi rendere conto quanto quest’ultima abbia contribuito a creare nell’opinione pubblica il sentimento popolare antijuventino, determinante, per stessa ammissione di un giudice, per gli esiti della farsa dell’estate 2006.

Il goal di Turone conosciuto anche come “Er go’ de Turone” in Juventus-Roma 1980-1981 - Torino, 10 Maggio 1981. Juventus e Roma si affrontano a tre giornate dal termine del campionato con la Juventus in vantaggio di un punto sulla Roma. A un quarto d’ora dalla fine sul punteggio di 0-0 l’arbitro Bergamo annulla una rete per fuorigioco al giocatore della Roma Turone.

Descrizione dei fatti
La Juventus gioca la partita decisiva con la Roma priva di Roberto Bettega squalificato. Al diciassettesimo minuto del secondo tempo, l’arbitro Bergamo espelle il capitano della Juventus 
Giuseppe Furino per doppia ammonizione, 
lasciando la Juventus in 10 uomini per l’ultima mezzora di gioco. 

Nel 1981, la regola del fuorigioco, più volte modificata anche in tempi recenti, prevedeva che la posizione in linea fosse considerata irregolare. Il calciatore della Juventus Prandelli, che potrebbe tenere in gioco Turone, si trova in elevazione al momento del passaggio e i suoi piedi non sono a contatto con il terreno: ciò ha reso più difficile stabilire, anche a distanza di anni e con l’ausilio dei mezzi televisivi, la reale posizione del calciatore e determinare la regolarità o meno dell’azione sulla quale non è stato ancora trovato un accordo unanime (su Internet si trovano versioni discordanti persino sull’esito del celebre test con il Telebeam, precursore della supermoviola di Biscardi); la Juventus vincerà il campionato con due punti di vantaggio sulla Roma

Nell’incontro Juventus-Roma del maggio 1981 si sono verificati due fatti da moviola importanti, uno dei quali ha favorito la Roma (espulsione di Furino dopo due terzi di gara), uno la Juventus (rete annullata alla Roma per fuorigioco).

Interpretazione juventina 
La squalifica di Roberto Bettega è una squalifica che viene comminata sulla base di dichiarazioni di calciatori avversari relative a tentativi di combine mai provate, del tipo di quelle di Materazzi all’Olimpico di Roma il 5 maggio 2002 (prive di conseguenze seppure provate dalla lettura del labiale in TV), e arriva a distanza di quasi due mesi dall’episodio contestato, al momento giusto affinché una delle tre giornate di squalifica venga scontata nella partita decisiva contro la Roma. 
L’episodio ricorda la squalifica di Ibrahimovic che obbligò la Juventus a disputare la sfida decisiva contro il Milan a San Siro dell’8 maggio 2005 senza uno dei suoi attaccanti più in forma.
In occasione dell’espulsione di Furino, l’arbitro Bergamo sembra avere interpretato il regolamento in maniera severa: c’è sempre un certo margine di discrezionalità nella distribuzione dei cartellini (ricordiamo tutti come questo argomento sia stato usato contro la Juventus nell’estate del 2006, spesso a sproposito), un arbitro che avesse voluto favorire la Juventus avrebbe benissimo potuto evitare di espellere Furino.
Il famigerato goal di Turone (Er go’ de Turone), regolare o irregolare che sia (non è stato ancora accertato), lo è per una questione di centimetri. Bergamo e il suo assistente Sancini sono stati bravissimi oppure hanno sbagliato nel giudicare un fuorigioco millimetrico (probabilmente non lo sapremo mai). https://www.youtube.com/watch?v=i83pDS3LgeI
La Roma perde un altro punto dalla Juventus nelle due giornate successive: la rigorosa analisi matematica ci dice che il goal annullato a Turone avrebbe significato spareggio e non scudetto alla Roma. Probabilmente ci sarà obiettato che le motivazioni per Juventus e Roma sarebbero state diverse nelle ultime due giornate e che, se il goal di Turone fosse stato convalidato, la Roma non avrebbe poi perso il punto di vantaggio. I fatti ci dicono che in diverse occasioni la squadra favorita si è vista sfilare lo scudetto dalle maglie all’ultimo tuffo conto ogni pronostico (Milan 1973, Roma 1983, Juventus 2000, Inter 2002), l’unico dato incontestabile è quello matematico.

Il rigore di Ronaldo in Juventus-Inter 1997-1998 - Torino, 26 Aprile 1998. Juventus e Inter si affrontano a quattro giornate dalla fine con la Juventus in vantaggio di un punto sull’Inter. Al venticinquesimo del secondo tempo, sul risultato di 1-0 a favore della Juventus l’arbitro Ceccarini ignora un contatto in area di rigore Juventina tra Ronaldo e Juliano e nell’azione immediatamente successiva concede un rigore alla Juventus per fallo di West su Del Piero.
Descrizione dei fatti
Il regolamento del gioco del calcio prevede il calcio di punizione di seconda in area per fallo di ostruzione.

Il commento a caldo dei telecronisti di Telepiù è di sorpresa per le esagerate proteste degli interisti: in particolare l’ex arbitro Chiesa, guardando il primo replay afferma: “Per me non è rigore”.
Il successivo rigore assegnato alla Juventus viene sbagliato da Del Piero e risulta ininfluente sul risultato finale. La Juventus si aggiudicherà il venticinquesimo scudetto con 5 punti di vantaggio sull’Inter.

Interpretazione Juventina
 Ronaldo, qualora considerato falloso, sarebbe classificabile come fallo di ostruzione, per il quale il regolamento prevede l’assegnazione di un calcio di punizione indiretto in area di rigore

Qualora invece fosse stato assegnato un rigore e se il rigore fosse stato realizzato, l’Inter avrebbe ottenuto un punto in più e la Juventus due in meno. La differenza tra le due squadre nella classifica finale sarà di ben cinque punti.
La matematica ci dice che il risultato della gara Juventus Inter risulta ininfluente sulla classifica finale, visto il notevole distacco tra le due squadre.
Per una lettura più approfondita dell’episodio vi rimandiamo al relativo capitolo de “Il campionato dei piagnoni”.

Il goal di Cannavaro in Juventus-Parma 1999-2000 - Torino, 7 Maggio 2000. La Juventus ha due punti di vantaggio sulla Lazio a due giornate dal termine e affronta in casa il Parma. A un minuto dalla fine, con la Juventus in vantaggio per 1-0, l’arbitro De Santis annulla un goal al difensore del Parma Cannavaro per fallo sul giocatore bianconero Kovacevic. 
Descrizione dei fatti
Il calcio d’angolo dal quale scaturisce il goal annullato viene concesso per errore dell’arbitro De Santis. Dalle immagini rallentate, appare evidente che l’ultimo a toccare il pallone prima che superi la linea di fondo è il giocatore del Parma.

Il calciatore della Juventus Darko Kovacevic cade in area e non riesce a contrastare Cannavaro.
La Juventus sarà sconfitta a Perugia la domenica successiva in una gara giocata in condizioni meteorologiche estreme.
L’intervallo della partita di Perugia viene prolungato per 67 minuti, oltre i 15 previsti da regolamento.
Durante l’intervallo l’arbitro Collina, attuale designatore, comunica al cellulare con interlocutori la cui identità non è mai stata rivelata.
Nel campionato 1999-2000 la Lazio schiera il calciatore Juan Sebastian Veron dotato di passaporto comunitario irregolare.
L'irregolarità’ del passaporto di Veron è stata accertata da una sentenza penale per la quale sono state emesse sentenze di condanna per Maria Elena Tedaldi (un anno e tre mesi di reclusione), dipendente di uno studio legale di Buenos Aires, e Gianfranco Orsomarso (cinque mesi), impiegato del comune di Fagnano Castello (Cosenza). I due imputati - secondo il giudice - avrebbero materialmente preparato, tra l’Argentina e la Calabria, i documenti contraffatti utilizzati per il passaporto comunitario di Veron. Il tribunale, dichiarata la falsità degli atti, ne ha ordinato la cancellazione dagli uffici dell’anagrafe comunale di Roma.
Interpretazione Juventina
Un arbitro che avesse voluto favorire la Juventus non avrebbe certamente assegnato un calcio d’angolo inesistente al Parma a un minuto dalla fine dell’incontro.
Il calciatore della Juventus Kovacevic, molto forte nel gioco aereo, sembra essere sbilanciato da Cannavaro, il fallo non è evidentissimo, ma ci può stare.
L’arbitro potrebbe avere adottato un criterio molto fiscale nella valutazione del fallo su Kovacevic perché condizionato dal precedente errore nella concessione del calcio d’angolo.
La veemente campagna di stampa all’indomani della partita Juventus-Parma e le manifestazioni di piazza dei tifosi laziali (o spareggio o guerra) condizionano pesantemente l’esito dell’ultima giornata del campionato, che vede la Juventus impegnata in trasferta a Perugina.
Per la prima volta in assoluto nella storia del calcio italiano, l’arbitro Collina fa riprendere la partita Perugia Juventus dopo una sospensione di ben 82 minuti.
Durante la lunga interruzione, l’arbitro Collina si consulta telefonicamente con un interlocutore mai reso noto, il sospetto è che la decisione di non sospendere definitivamente la gara sia stata politica piuttosto che tecnica.
La regola per la quale i secondi tempi delle partite dell’ultima giornata devono iniziare in contemporanea viene violata, Lazio-Reggina riprende con largo anticipo rispetto a Perugia-Juventus.
Il secondo tempo della partita di Perugia si gioca su campo impraticabile.
Il goal annullato a Cannavaro risulta ininfluente sul campionato vinto dalla Lazio con un punto di vantaggio sulla Juventus.
A norma di regolamento, la Lazio avrebbe dovuto perdere a tavolino tutte le partite del campionato 1999-2000 nelle quali è stato schierato il calciatore Juan Sebastian Veron, sarebbe risultata ultima in classifica e sarebbe retrocessa in serie B.

Il messaggio sms di Bergamo al quarto uomo in Roma Juventus 2004-2005 - Roma, 5 Marzo 2005. Durante l’intervallo della partita Roma-Juventus, con la Juventus in vantaggio per 2-1, l’arbitro Bergamo invia un messaggio sms al quarto uomo Gabriele.

Descrizione dei fatti 
Dalla pubblicazione delle intercettazioni si apprende che il presidente federale Carraro aveva dato precise istruzioni al designatore affinché in situazioni dubbie la Juventus non venisse favorita (Carraro: “Le dico mi raccomando… Se c’è un dubbio, per carità, che, che, che, che il dubbio non sia a favore della Juventus dopo di che succede… Gli dà quel rigore lì!?”). 
Al diciannovesimo minuto del primo tempo l’arbitro Racalbuto concede un goal irregolare alla Juventus, Cannavaro segna in posizione di fuorigioco. Al trentottesimo minuto del primo tempo, l’arbitro convalida il goal del romanista Cassano che è in posizione regolare, mentre altri giocatori della Roma sono in posizione di fuorigioco considerato passivo.

A un minuto dall’intervallo, l’arbitro concede un calcio di rigore alla Juventus per fallo su Zalayeta sulla linea dell’area di rigore o in posizione molto prossima alla stessa - (altra piu' attenta versione, invita a guardare attentamente, perche' al momento dell'impatto del corpo di Dellas con l'avversario, il piede destro dello Juventino e' sulla linea [quindi rigore], e' tutto il corpo e' ben dentro l'area!)
Nel corso del primo tempo il calciatore della Roma Cufré colpisce il capitano della Juventus Del Piero a gioco fermo con un pugno, Del Piero non reagisce, Cufré non viene espulso.
Ancora nel corso del primo tempo il calciatore della Roma Dacourt commette un fallo da tergo molto violento, ma non viene espulso.
L’arbitro Gabriele ha sostenuto di fronte ai magistrati di Napoli che con l’sms inviato nell’intervallo il designatore «rimproverava» la terna arbitrale per gli errori che avevano sino a quel momento determinato il risultato a favore della Juventus.
Nel secondo tempo, sul risultato di 2-1 per la Juventus, l’arbitro annulla un goal regolare a Ibrahimovic per un fuorigioco che appare inesistente.

Interpretazione Juventina 
Dalle intercettazioni telefoniche rese pubbliche e dalle dichiarazioni rese dal quarto uomo Gabriele di fronte ai magistrati di Napoli, appare evidente che, almeno per la partita Roma-Juventus, le direttive degli organi federali agli arbitri, attraverso i designatori, erano di giudicare i casi dubbi a sfavore della Juventus: ciò rende credibili le affermazioni di Moggi quando sostiene che la Juventus era un fortino assediato.


Nel corso dell’incontro si verificano sei casi da moviola: 
(ju29ero.com: Indagine su roma-Juve del 5-3-2005)
https://www.youtube.com/watch?v=nxtcZIy9qcQ

goal di Cannavaro, pugno di Cufré a Del Piero, violento fallo da tergo di Dacourt, goal di Cassano, rigore su Zalayeta, goal di Ibrahimovic; in una circostanza l’arbitro sbaglia a favore della Juventus (goal di Cannavaro), in due circostanze l’arbitro si comporta secondo le direttive ricevute (“Ehh, questo uhhehh Racalbuto era preparato” le parole di Bergamo a Carraro) e sbaglia a favore della Roma (mancata espulsione di Cufré, goal di Ibrahimovic), nelle tre rimanenti situazioni il dubbio rimane (la posizione di Cassano è certamente regolare, ma gli altri giocatori della Roma in fuorigioco considerato passivo potrebbero aver distratto Buffon; il fallo di Dacourt sembrerebbe appartenere alla categoria di falli punibili con rosso diretto secondo il regolamento, anche se riconosciamo un margine di discrezionalità al direttore di gara, Zalayeta sembra essere atterrato sulla linea dell’area di rigore, ma quand’anche fosse al di fuori lo sarebbe per pochissimi centimetri, la valutazione risulta difficilissima anche alla moviola).
versione 
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Le situazioni che abbiamo appena descritto sono note alla maggioranza degli appassionati di calcio, perché sono state propagandate per anni come episodi simbolo dei favoritismi di cui avrebbe goduto la Juventus, come probabilmente sarà scritto nei vostri appunti della scorsa settimana.
Per tutte e quattro le occasioni, crediamo di avere dimostrato che la Juventus non è stata clamorosamente favorita e che tre volte su quattro la decisione arbitrale è risultata ininfluente per l’assegnazione dello scudetto; l’unico episodio determinante è il goal di Cannavaro che, anche grazie all’atteggiamento dei media, origina un clima di altissima tensione che condiziona l’esito della giornata successiva e costa lo scudetto alla Juventus a favore della Lazio di Cragnotti e Veron.

Siamo convinti che abbiate trovato molte più difficoltà a ricordare gli episodi che verranno elencati di seguito: anche con l’ausilio di Internet certe informazioni son molto difficili da scovare e a volte non si trovano proprio; non è difficile immaginare che stiamo parlando di episodi nei quali la Juventus è stata gravemente svantaggiata. Si tratta di episodi sempre determinanti e verificatisi in competizioni più importanti del campionato di serie A.

Atene, 25 Maggio 1983. Finale di Coppa dei Campioni. Nel corso del secondo tempo con l’Amburgo in vantaggio per 1-0, l’arbitro rumeno Rainea non concede il calcio di rigore alla Juventus per un vistoso atterramento di Michel Platini da parte del portiere tedesco Stein. L’Amburgo vince l’incontro per 1-0 e si aggiudica la Coppa dei Campioni. 


Madrid, 22 ottobre 1986. Andata degli Ottavi di finale di Coppa dei Campioni. Nel corso del primo tempo con il Real Madrid in vantaggio per 1-0 l’arbitro scozzese Valentine annulla al bianconero Manfredonia un goal che appare assolutamente regolare. Il Real Madrid si aggiudica l’incontro per 1-0 e seppure sconfitto nella gara di ritorno per 1-0 passa il turno ai calci di rigore. Juventus eliminata dalla Coppa dei Campioni. 

Il goal di Laudrup in Napoli-Juventus del 1989 

Napoli, 15 Marzo 1989. Ritorno dei quarti di finale della Coppa Uefa. Al decimo minuto del primo tempo, l’arbitro Kirschen della Germania Est, concede un rigore molto generoso al Napoli. In precedenza aveva annullato per fuorigioco inesistente un goal regolare al bianconero Michael Laudrup. La Juventus, che aveva vinto 2-0 l’incontro di andata, viene sconfitta per 3-0 ed è eliminata dalla Coppa Uefa. -  


Monaco di Baviera 28 Maggio 1997. Finale di Champions League. Nel corso del primo tempo, con il Borussia Dortmund in vantaggio per 2-0, l’arbitro ungherese Puhl annulla al bianconero Vieri una rete che appare regolare: il tocco di mano del giocatore bianconero (non chiarissimo dalle immagini televisive) appare del tutto involontario. Il Borussia Dortmund vince l’incontro per 3-1 e si aggiudica la Champions League. La Juventus recrimina anche per la mancata concessione di due calci di rigore per falli su Jugovic nelle fasi iniziali del match e su Del Piero nella ripresa (celebri le dichiarazioni di Bettega nel post-partita).   


Amsterdam 20 Maggio 1998. Finale di Champions League. Al ventiduesimo minuto della ripresa il giocatore del Real Madrid Mijatovic segna il goal del vantaggio madrileno in posizione irregolare. Le immagini rallentate mostrano un fuorigioco di circa 2 metri. L’arbitro tedesco Krug convalida. Il Real Madrid vince l’incontro per 1-0 e si aggiudica la Champions League. 


Manchester 28 Maggio 2003. Finale di Champion’s League. La Juventus priva di Nedved (Pallone d'Oro di quell'anno), squalificato per un’ammonizione comminata negli ultimi minuti della semifinale con il Real Madrid, si gioca la coppa ai calci di rigore contro il Milan. Per la Juventus sbagliano Trezeguet, Zalayeta e Montero. Al momento della battuta di Zalayeta e Montero, il portiere del Milan Dida si trova circa due metri in avanti rispetto alla riga di porta (il movimento di Dida appare meno evidente sul rigore di Trezeguet). Con il portiere in quella posizione la larghezza della porta si riduce di circa il 20%. I calciatori bianconeri dovevano segnare in una porta larga 6 metri anziché 7,32 metri come da regolamento. L’arbitro tedesco Merk non fa ripetere nessun rigore. Il Milan vince l’incontro per 3-2e si aggiudica la Champions League. 

Questi ultimi episodi sono ben stampati nella memoria di noi juventini, ma ovviamente per i dettagli ci siamo dovuti aiutare con un lavoro di ricerca prevalentemente sulla rete. Alcuni degli episodi suddetti non sono nemmeno citati o sono difficili da scovare.
Il rigore su Platini nella finale di Atene si trova in un filmato con commento in inglese e lo ricorda Giovanni Trapattoni in un’intervista a Gianni Mura del 1999; il goal annullato a Manfredonia è menzionato in un ritratto dello stesso giocatore (“Il pallone racconta”); il goal di Laudrup a Napoli non siamo riusciti a trovarlo; il goal di Vieri a Monaco si trova in un filmato con commento in inglese; il filmato dei rigori di Manchester è reperibile con relativa facilità, ma il commentatore si guarda bene dal commentare l’evidente movimento anticipato di Dida.

Il capolavoro è sul Corriere online del 21 maggio 1998: un articolo a firma Roberto Perrone e Giancarlo Padovan descrive così il goal di Mijatovic: “Certo, poi, conta anche il caso, perché la conclusione di Roberto Carlos è diventata un assist a Mijatovic, in sospetto fuorigioco”. Un fuorigioco di due metri che costa una finale di Champions League si liquida in due righe definendolo sospetto e si assegna un bel 6 in pagella all’arbitro tedesco Krug. Era passato nemmeno un mese dal rigore di Ronaldo.
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Dopo altri 8 anni di questa informazione, il terreno per Farsopoli era stato preparato, 


E GLI INFAMI, VISSERO INFELICI e MALEDETTI!

La lettera aperta di Federici a Fulvio Bianchi, e le e-mail "mie" scambiate con Fabrizio Bocca, giornalista di Republica

SCAMBIO E-MAIL del CALABRONE 
FABRIZIO BOCCA, DOPO PUBLICAZIONE del SUO ARTICOLO: CONDANNA CHE FA STORIA
(f.bocca@republica.it)
                   
  1. CALCIOPOLI, E GLI INTERESSI DEL SISTEMA
  2. 1)-Giraudo & Moggi
  3. Il Sistema ammetterebbe un loro ritorno? Si,no… si o no? Certo che NO! C’e’ una terza via: che per quanto anno pagato in maniera esorbitante e sopratutto ingiusta scompaiano, o rinuncino ad avere giuztizia. Ma dovrebbero appunto sparire, morire o cambiare pianeta. Moggi-Giraudo e la Juve sono stretti in una morsa: quella del Sistema. Il Sistema non ammette sgarri: se sgarri paghi. E Moggi & Giraudo hanno sgarrato. Hanno vinto Troppo, e’ non contenti, volevano vincere ancora di piu’, volevano stravincere
  1.  DUE SCUDETTI "USURPATI" DALLA "FEDERAZIONE INTERISTA GIOCO CORROTTO!

  2. Un anno di B? Una squadra smembrata? Due anni semza Champions e senza i suoi proventi? 150-200 milioni di danno patrimoniale, ben oltre quello che stabilisce il regolamento delle Societa’ quotate in borsa? BAZZECOLE !!! Bazzecole per Elkann e per Exor, per costoro la Juve e’ un fastidio. La Juve vincente era un ostacolo alle vendite FIAT. Ve lo ricordate? La Juve e’ una goccia d’ acqua nell’ Oceano del business e dell’ alta Finanza. All’ interno del Sistema ci sono i poteri forti, poteri dotati di una potenza di fuoco impressionante. 

  3. Questi poteri hanno dietro tutto il sietema m”eneghino-lombardo” con i Tronchetti Provera, Moratti ed i loro sodali, e’ non potevano piu’ accettare che Moggi-Giraudo e la Juventus continuasero a vincere. Moratti non poteva piu’ pemettersi a fronte di una spesa di oltre 1000 milioni di Euro e di una minaccia di interdizione da parte dei suoi familiari, di continuare a spendere senza avere un ritorno.
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    L’inter aveva gia’ creato un grave problema alla “SARAS” con le Azioni Gonfiate! A Moratti Massimo e’ corso in aiuto il Malfattore Tronchetti con i suoi dossier ricattatori…. Su come si sia concretizzato il complotto del 2006, e da dove e quando e’ partito, a lungo si e’ dibattuto, nei circoli, blog, forum Juventini e in altre sedi. Ma giova ricordare 3 fatti: la scomparsa di Giovanni e Umberto Agnelli, la torbida vicenda Telecom (con forti interessi Ifil-Exor-Fiat e intesa San Paolo) con la morte di Adamo Bove (catapultato giu’ da un cavalcavia a Napoli!), e da ultimo il famoso incontro a Marrakech tra Elkann e J.C. Blanc avvenuto il 31 dicembre 2004. Quindi antecedente il 2006.
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    Quindi Tronchetti, i vertici Ifil e Montezemolo avevano gia’ tutto organizzato… Accelerate le dipartite dell’Avvocato(24 Jan 2003), e del Dottore (27 May 2004), ora potevano tranquillamente organizzare il “Golpe”, Eliminare Giraudo, impadronirsi della Juventus e frenare l’ascesa dell’Ultimo Agnelli della Dinastia… Ora Finalmente, e’ tutto nelle sicure manni della famiglia Elkann, meglio dire, della “Grande Loggia del Medio Oriente”.
  4.  I CONGIURATORI della CONGIURA DEL SISYEMA
  5. 3-Le prove della Trama de Misfatto

  6. Il misfatto e’ andato in porto nel 2006, e tra il 2006 e il 2007, la Juventus ha chiuso ogni rapporto con il suo passato e con chi c’ era fino al 2006. Tutti fuori. Tutti fuori ma anche rinuncia al Tar, patteggiamento con la Figc per eventuali contenziosi futuri: il pretesto furono le Sim Svizzere. 300.000 euro devoluti alla Figc. Addirittura ci fu una richiesta di patteggiamento in ambito di Giustizia Ordinaria con tanto di denuncia contro IGNOTI(?) per danni patrimoniali.
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    Mi riferisco al Processo per falso in bilancio contro Moggi e Giraudo – Accusati di aver rubato soldi alla juventus!. Li’ a Elkann e ai suoi avvocati ando’ male, in quanto essendo il Giudice un’incosciente, non ebbe paura ne’ dei dossier di Tronchetti, e’ ne’ di fare la fine di Edoardo Agnelli e Adamo Bove. Il giudice assolse Moggi e Giraudo in quanto il fatto non sussisteva; troppo evidente, elementare addirittura!
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    Premmesso tutto cio’, la Juventus o meglio Andrea Agnelli, tirato per la giacca dai suoi tifosi, alla luce di quanto emerso nel Processo di Napoli (si potrebbe dire anche alla luce di quanto non emerso) vorrebbe riaprire cio’ che suo cugino attraverso i suoi avvocati e la Cupola Mediatica aveva seppellito sotto la pietra tombale del silenzio. A tale riguardo ricordo la celebre frase di quel lurido beone di G. Cobolli Gigli: ” Gli scudetti? E meglio dimenticarli, bisogna voltare pagina”.
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    Andrea Agnelli non ha potuto fare finta di niente rispetto a quello uscito furoi a Napoli. Ne’ ha potuto ignorare le nuove intercettazioni, nascoste nel 2006 dai Corrotti Carabinieri di Roma e dai corrotti PM della Famigerata Procura Napoletana, ma ritrovate e sbobinate dagli Esperti del pool di difensori di Luciano Moggi. In mezzo a questo Andrea Agnelli potra’ a sua volta tirare la giacca a suo cugino? O faranno volare anche lui da un un cavalcavia?
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  7. 4-La Loggia Massonica dei Poteri Occulti.
    Se la Loggia Massonica lo permettesse, Andrea potrebbe/dovrebbe dire: nel 2006 ci avete ingannati. Ci avete fatto credere che Moggi e Giraudo erano dei ladri, ci avete fatto credere che esistesse una Cupola juventus. Adesso sappiamo che “se cupole c’erano, erano a Milano e a Roma, perche’ Milan e Inter facevano MOLTO peggio della Juventus, che Moggi non ladrava, ma che per come andavano le cose, sospettava che (Cupola o non Cupola) le squadre di Milano e Roma ladrassero, e’ cercava di difendersi!
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    Lo ha Testimoniato Sotto Giuramento al Tribunale di Napoli l’ex arbitro Romeo Paparesta, che i sorteggi non erano truccati. Ma anche volendo, John Elkann puo’ rivoltarsi contro quel Sistema del quale i poteri dietro la sua famiglia sono la parte dominante? La loggia d’Israele di cui lui e’ parte attiva glielo permette? Io dico di no. Troppo grandi i liro interessi (miliardi si Euro!)! Io non credo alla favoletta che sia stato ingannato, Elkann. Lui non sacrificherebbe altri e piu’ remunerativi business per amore della Juventus.
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    Lui non ama lo sport pedatorio e della Juventus a lui non frega niente, lui deve badare alle ricchezze lasciate dal “padre di sua madre”, deve badare alla Fiat e Alla FERRARI. Quella Ferrari che dal prossima Mondiale di Formula uno avra’ gommature PIRELLI. La Pirelli il cui Presidente e’ Tronchetti Provera, e Massimo Moratti sta li’ come consigliere di Amministrazione. La Ferrari vuole tornare a vincere il Mondiale, e i sodali di Monnezzemolo qualche vantaggio lo daranno e sono in grado di darlo…al Cavallino.
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    Traete voi le conseguenze. Moggi a Napoli sta vincendo, anzi sta passeggiando. Se Moggi sara’ assolto vorra’ rientrare nel mondo del calcio dalla porta principale. Se Moggi vince chiedera’ risarcimenti multimilionari. La Figc ha questi soldi? NO ! Il Sistema nel 2006 ha buttato fuori dal mondo del Calcio Moggi e Giraudo, e se Moggi vince la Figc deve pagare! Ma con quali soldi? Con quelli dei poteri che hanno organizzato il Golpe? Impossibile!
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    Allora qualcosa faranno! Ma cosa….. Cambieranno il giudice Casoria, e metteranno un corrotto-burattino come il giudice Eduardo De Gregorio? Anche se segnali che danno Narducci, la Procura di Napoli e il silenzio di Palazzi e abete, sono chiaramente in questa direzione, credo che troveranno una via meno appariscente. Sceglieranno la Via gia’ indicata da “Borrelli-Palazzi-Ruperto-Sandulli” nel proCesso Sportivo: L’ “Illecito Strutturale”, e’ dal Giudice Fiasconaro: “Violenza Privata, ne proCesso Gea! Non credo che arriveranno a commettere l’imprudenza di eliminare Moggi ricorreranno alla violenza dei Servizi Segreti con un finto suicidio, un incidente, oppure una fialetta che gli procuri un cancro clinico che lo facesse fuori come a Giovannino Agnelli.
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    5-Nella Morsa del Sistema.
    Ora sappiamo che la Juve e’ nella morsa del Sistema, e’ che vi restera’ fino a quando non si arrivera’ a sentenza a Napoli. In questo momento il Sistema, a causa degli esiti quasi scontati del Processo, e’ messo male. Di conseguenza Moggi “dovrebbe” essere assolto dalle accuse di associazione a delinquere e di frode sportiva. DOVREBBE! Maaaa….E’ vero che ad oggi l’assoluzione di Moggi appare scontata, e’ di conseguenza, le cose si metterebbero bene anche per Giraudo, che ha scelto il rito abbreviato e in primo grado e’ stato condannato dal solito giudice corrotto, ma io ci credo poco.
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    La Juve e Andrea Agnelli cosa devono fare? Continuare a girare le spalle a Moggi? La Juve e’ nella morsa del Sistema del quale fa parte la famiglia Elkann, e il Sistema la sta ricattando: e’ un ricatto che arriva attraverso messaggi occulti dal medio oriente. Sul piano puramente calcistico la Juve non riesce piu’ a centrare un obiettivo di mercato. Appena il nome di un calciatore viene accostato alla Juve, la GANG MORATTI-PROVERA o se lo prende come fatto con Benitez e Pazzini, oppure si adoperano per farlo andare altrove.
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    In campo le cose vanno anche peggio. E’ dall’inizio del campionato che gli arbitri la frustrano e la trattano a pesci in faccia senza che da parte della societa’ vi sia una presa di posizione. E’ non serve citare gli innumerevoli episodi, come quelli delle partite del nuovo anno, che ha cominciato Juve-Parma, nello stesso modo in cui era finito il 2011 Chievo-Juve: in modo vergognoso!!!
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    6-Le apparenze ingannano?
    E’ inconfutabile che da quando il Processo di Napoli e’ decollato e le cose si sono messe bene per Moggi, e Palazzi ha parlato di chiamare Massimo Moratti per interrogarlo sulle telefonate – sue e di facchetti – agli Arbitri e designatori, gli arbitri si sono ancora di piu’ incarogniti, ed i risultati della Juve si sono capovolti. Quest’ anno e’ peggio degli anni passati. Il ricatto e’ questo. Il Sistema vuole stroncare la Juve, e la sta ricattando per le velleita’ di Andrea Agnelli di rivolere indietro gli scudetti scippati da Guido Rossi.
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    Noi adesso abbiamo il dovere di stare vicini alla squadra. Abbiamo un tecnico mediocre e una rosa infarcita di mezzi giocatori. Poco importa, diamogli il Nostro incondizionato sostegno. Noi siamo La Juve, tutto il resto e’ noia. Preghiamo per la Casoria, preghiamo che non la levino di mezzo “suicidandola” o trasferendola ad altro incarico; preghiamo che non la intimidiscono toccandogli i familiari! Preghiamo che si arrivi a sentenza entro maggio/giugno. E’ se dopo, qualche volontario bombarolo toglie di mezzo gli infami, ci divertiremo noi.
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    Fino a Prova contraria, ad Andrea Agnelli nulla da rimproverare, non ci sono cose che non mi piacciono di Agnelli. Con la sua usciata dalla scena nel 2006 ed i 4 anni di latitanza, e’ chiaro come il sole che e’ stato vittima di un gigantesco furto! E’ se la Madre non lo avesse forzato ad all’ontanarsi e’ chiudersi nel silenzio fino a tempi migliori, a quest’ ora non ci sarebbe un Agnelli Presidente della Juventus!
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    Quindi amici Juventiuni, aggrappiamoci a lui, con la speranza che non gli fanno fare la fine di suo fratello Giovannino, e del Cugino Edoardo. Amiamo la Juve? Non c’e’ altra strada ora come ora. Siamo in guerra, e’ dobbiamo combattere!
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    Farsopoli, non un responsabile, ma “Figlia deI Sistema”!
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( 1 )-Sig. Bocca, ammiro il suo coraggio.
 Lei mi risponde dicendo: La prima sentenza del tribunale di Napoli sullo scandalo di Calciopoli - per la parte riguardante il rito abbreviato - è stata una condanna a più imputati e con pene differenti, fino a 3 anni, per "associazione a delinquere finalizzata al reato di frode sportiva". Giusta l'informazione, è fin qui tutto bene, ma solo se si fosse fermato qui.

Lei purtroppo, ha voluto mostrare la sua indole "sciacallesca", che nulla ha da spartire con il dovere del Giornalista! Mi scusi, ma lei la Carta dei doveri del giornalista la conosce? Nessuno le ha mai detto che ne esiste una? In ogni caso lei deve essere persona distratta o altamente menefreghista, l'uno o l'altro atteggiamento molto grave per un giornalista. Infatti immaginando che lei non ne fosse a conoscenza, alla mia lettera ho aggiunto la suddetta: CARTA DEI DOVERI DEL GIORNALISTA.

Allora, vediamo di esserle utile in altra maniera. Per esempio, sul dovere del giornalista la carta recita quando segue:> Il giornalista non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla completa ricostruzione dell'avvenimento. I titoli, i sommari non devono travisare, né forzare il contenuto degli articoli o delle notizie.<

E lei cosa fa? Ignora il suo dovere, è come uno sciacallo salta sulla preda per sbranarla, lei si butta sulla notizia con questo titolo: Condanna che fa storia.

E poi approfittando di quell'atavico senso "terroristico" che servì alla spirituale formazione del giornale la Republica, mostra la tipica viggliaccheria del tifoso interista, è deforma la notizia: La sentenza chiude ogni ipotesi alla revisione di calciopoli dopo tre anni e mezzo. Eppure i nostalgici della Triade sono un partito fortissimo. Nessuna riapertura per gli scudetti tolti alla Juventus di FABRIZIO BOCCA ( Nessuna riapertura? Le farebbe piacere...he? E l'articolo 39 del C.G.S lo ha dimenticato?).

Fiero del suo nome scritto a stampatello a chiudere la notiza.. vero? Purtroppo per il becero tifoso interista(lei), le cose non stanno propriamente così. Il becero e complessato tifoso interista fregandosene del dovere di giornalista, in pieno stile Republichino bombarolo scrive: Associazione a delinquere: dovremmo cominciare da qui, dalla considerazione più semplice e banale. Avevano trasformato il calcio in un'associazione a delinquere. Delinquenti, dunque. E anche truffatori, visto che la frode sportiva era la loro specialità.

MALAFEDE! Degna di quel nido di terroristi che E' il giornale la Republica, nella cui redazione-direzionee si gioca allo stupro della carta dei doveri del giornalisti, perchè è formata da una banda di terroristi e malavitosi violentatori di ogni genere dei diritti civili dei cittadini! Altrimenti ricorderebbero che: Il giornalista non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla  completa ricostruzione dell'avvenimento(il contrario di quello che fanno Fabrizio Bocca-lei, Mensurai, Gilioli, Travaglio, Serrai ed il resto dei serpenti velenosi che si annidano all'interno e all'esterno de la Republica-Espresso!). I titoli, i sommari e le didascalie non devono travisare, né forzare il contenuto  degli articoli o delle notizie(infatti negli articoli che"riguardano la Juventu" fate tutto ciò che la carta dice di non fare, ed anche peggio!!!, come lei fa nel suo articolo! Lei sig. Bocca dimentica tutto questo. Anzi per dimostrarmi quanto è falso è, in MalaFede, mi scrive cambiando  il contenuto del suo articolo nel gionale, anche se dello stesso tenore, altrettanto disinformante!

1)-Ecco, lei cosa mi scrive: La prima sentenza del tribunale di Napoli sullo scandalo di Calciopoli - per la parte riguardante il rito abbreviato - è stata una condanna a più imputati e con pene differenti, fino a 3 anni, per "associazione a delinquere finalizzata al reato di frode sportiva". Un gruppo cioè di delinquenti che operava per manomettere le regole del gioco, vale a dire truffatori. E'  la sentenza che offre agli occhi di tutti - e di chi vuol vederlo - questo quadro penale gravissimo e sconvolgente, la prima sentenza del genere in Italia. E' ovvio che gli imputati hanno diritto ai successivi gradi di giudizio, ma gli attori dello scandalo - genericamente intesi, così come è scritto nell'articolo - per questo al momento sono stati condannati.

2)-ed ecco cosa scrive nell'articolo del giornale: Associazione a delinquere: dovremmo cominciare da qui, dalla considerazione più semplice e banale. Avevano trasformato il calcio in un'associazione a delinquere. Delinquenti, dunque. E anche truffatori, visto che la frode sportiva era la loro specialità. Ricordiamocelo bene adesso, dopo che gli ultimi tre anni e mezzo sono passati a ridimensionare, lentamente ma costantemente, lo scandalo di Calciopoli. Prima le sentenze sportive limate piano piano - per tutti - e poi il progetto di rimettere in discussione ogni verità. Un po' perchè Calciopoli non era esistita, era una congiura, era una creazione paranoica di chi per anni era arrivato alle spalle della Juve. Un po' perchè le sentenze erano state ingiuste, perchè quegli scudetti non potevano essere toccati. E un po' perchè, dicevano e dicono ancora, "così facevano tutti".  Questo sig. Bocca, è TERRORISMO tipico dei republichini de la Repubica, è sciacallaggio e vigliaccheria tipica dell'interista... in primis gli interisti intellettuali; quelli che si annidano nelle stanze, negli uffici e parano il culo nelle poltrone delle istituzioni... magistrati e giudici malfattori, per intenderci !!!

Lei sig. Bocca, è l'espressione fatta persona del bugiardo patologico, falso ideologico e (parafrasando il pescatore Portoghese dal comportamento zingaresco) prostituta intelluale. In poche parole - tipico interista. Infatti, inizia il suo articolo con questa bugia-autentica perla:>  La sentenza chiude ogni ipotesi alla revisione di calciopoli dopo tre anni e mezzo. Eppure i nostalgici della Triade sono un partito fortissimo. Nessuna riapertura per gli scudetti tolti alla Juventus (repetita juvant....le piacerebbe, vero?).

Qui sig. Bocca si supera; mente sapendo di mentire! Questa è una BoccaCCiota degna di una PalomboTa, quindi peggio di una cazzata, perché - l'articolo 39 del C.G.S -. tratta di "revisione e revocazione", e prevede proprio i casi in cui le sentenze (irrevocabili per i gazzettari&republichini) possono essere revocate e il precedente Guardiola lo dimostra. Sig, Bocca, ha mai saputo del caso Guardiola che ha creato il precedente?

Sig. Bocca, lei conclude dicendo: Tutto il resto delle sue considerazioni mi sembra sinceramente fuori luogo e in molti passaggi addirittura senza senso.   Cosa posso dire.... le dico che questa volta ho cercato di restare dentro il luogo, è CON tutti i sensi ho cercato di essere più realista nelle mie considerazioni. Sperando di essere stato chiaro, chiudo parafrasando il becerume interista, del quale lei dimostra di essere parte integrante: non sapendo più come insultarla. saluto i "republichini di la Republica con un saluto molto caro ad Albertone Sordi: republichini... Pernacchia!

PS. Mi riprometto di rispondere all'altra parte del suo articolo.
A risentirci
Francesco Ienzi
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( 2 )-E già, lei sig. Fabrizio Bocca,
non più tardi del 14 dicembre 2009, beato tra i beati disinformatori republichini di professione, servi del PADRONE-(carlo de benedetti) de "la Republica", sul verdetto di colpevolezza di Giraudo emanato dal giudice De Gregorio (tifoso 'ultrà del ciuccio, quindi corruttibile... certamente corrotto!) scriveva il campeggiante titolo: Condanna che fa storia... Urca! Condanna che fa storia? Eppure si tratta solo del verdetto di primo grado (mi scusi sig Bocca, ma lei lo sa che nè Giraudo è ne Moggi sono MAI stati inquilini delle carceri dello stato?) Lei, da quel - addestratissimo disinformatore qual'è - pretende di dimenticare che a differenza del suo padrone, nè Giraudo è nè Moggi sono dei pregiudicati - In quanto al verdetto, era prevedibilissimo per tutti, tranne purtroppo, per i difensori di Giraudo. Questi, ignari di cose, costumi e abitudini napoletane, credevano di avere a che fare con dei Giudici di vocazione, credevano che Edoardo de Gregorio fosse un Magistrato al servizio dello Stato ed hanno scelto il rito abbreviato! Poveri polentoni, perchè prima non consultarsi co Moggi o con l'Avv. Trofino?

Sig. Bocca, lei nell'articolo infamante scrive: Tre anni e mezzo dopo c'è ancora chi non accetta - ingenuamente o subdolamente - questa realtà. Moggi è ancora tra noi, è oggetto di grandi interviste senza che nessuno lo tratti per l'intrallazzatore che è stato.... Ebbene, lei mostra una "professionale(se fosse naturale lei sarebbe un mostro!!!) acredine. Faccio l'ingenuo e le domando:  quando ha cercato lavoro a L'Espresso la Republica, sapeva chi era il suo Padrone? Se si, mi domando perchè invece di demonizzare un, fino all'ultimo grado di giudizio innocente, non ci ha raccontato delle malefatte di un vero malfattore, carcerato, pregiudicato. Intendo il suo padrone Carlo Debenedetti? Egli si, un pregiudicato che meriterebbe la galera a vita per tutte le malefatte! Lei non sa che Carlo Debenedetti ha conosciuto il tanfo delle patrie galere?

Lei taccia Moggi da intrallazzatore... Può anche darsi che l'aggettivo gli calzi bene, infatti chi va al mercato, in qualche modo intrallazza... Ed il mercato del calcio è, Intrallazzo! di conseguenza TUTTI gli operatori del calcio sono degli: Intrallazzatori, di conseguenza anche Moggi! Sig. Bocca, lei sa, come so io che PER gli intrallazzi di Moggi o a causa degli intrallazzi di Moggi, non si sono verificati morti.Allora, parafrasando la Giudice Casoria, vogliamo parlare di cose più Serie?  Per esempio: degli intrallazzi del Suo Padrone Carlo Debenedetti? Lei perchè non ci racconta che dove ha operarato il suo padrone(Carlo Debenedetti) "casualmente" ci sono dei finti suicidi?

Leggendo i suoi articoli disinformatici, come non notare che il caso dell'editore di repubblica dimostra quanto finanza e affari abbiano le mani in pasta nel controllo dell’opinione pubblica. Ammetterà che Carlo De Benedetti è un editore impuro, come tutti gli altri. E' chi ne paga le spese siamo noi   cittadini che ci puppiamo un sistema di informazione illiberale, da campagna militare.... Republichina? Non crederà che sono il solo a conoscre la storia, gli intrallazzi e le malefatte del SUO PADRONE Carlo Debenedetti. La sola differenza sta che io mi sono scoglionato che una banda di "omertosi&terroristi mediatici continua a fare della vigliacca disinformazione.

E' visto che lei persevera a fare disinformazione su Giraudo e Moggi, la informo io su "Alcune" delle "Innumerevoli malefatte(atti criminali?) del suo"padrone" Carlo Debenedetti. Senza contare il Traffico internazione di materiale tecnologico per fornire L'Unione Sovietica(roba da fucilazione!...concorda?), a quel tempo nemica dell'Italia e pericolo internazionale. Di questi autentici crimini, nè lei, nè Serra, ne Mensurati, Ne gilioli è nè il viscido Travaglio scrivete di queste porcate! E' se credete che Debenedetti molla la presa, non ci contate. Siete i suoi servi! Mi pare che anche Financial Times e  Wall Street Journal dicono che: anche in pensione De Benedetti si riserva il potere di nominare i direttori di Repubblica e Espresso, dunque “continuerà a influenzare la vita pubblica italiana da una posizione privilegiata”. SERVI!!!

CRACK BANCO AMBROSIANO da 1400 miliardi di lire: De Benedetti fu condannato a 8 anni e 6 mesi di Galera"! Allora come può un pregiudicato essere nominato Cavaliere del Lavoro, se non per corruzione? E' guardi che stiamo parlando di un individuo che ha subìto un processo per quasi 16 anni. Lo stesso individuo che per non pagare le tasse in Italia, si compra la cittadinanza Svizzera.

IL CORRUTTORE:  Nel 1993, in piena bufera Tangentopoli, Carlo De Benedetti venne arrestato, e il gigante informatico ammise ai sostituti procuratori Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo e Paolo Ielo, di avere pagato tangenti per una ventina di miliardi. La fetta più grande andò via per gli appalti del ministero delle Poste: 10 miliardi e 24 milioni. Il resto dei versamenti miliardari andò al Psi negli anni 85 90, per procurarsi una protezione politica contro l' invasione delle multinazionali informatiche. Venne iscritto all'albo degli indagati, ma De Benedetti non andrà ima in Galera per sopraggiunta prescrizione.
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SERGIO FEDERICI - GIULEMANIDALLA JUVE, A...
FULVIO BIANCHI

Egregio dottor Fulvio Bianchi, sento il bisogno di scriverLe questa pubblica lettera dopo essermi soffermato sul Suo articolo pubblicato su Repubblica il 12 settembre u.s. “Pairetto un ritorno da maestro”.
Nonostante io sia solamente un tifoso (juventino), e non invece un addetto ai lavori, non posso esimermi dal farle notare una serie di imprecisioni, inesattezze e omissioni in cui Lei è incorso.

Il primo appunto che mi viene da evidenziare è come Lei definisca la relazione tra l’ex DG bianconero Luciano Moggi e Pierluigi Paiertto come quella di “amiconi”. Il rapporto di grande cordialità tra Moggi e Pairetto è certamente innegabile. Poiché nell’articolo che ha redatto vi sono numerosi richiami al Processo alla Cupola (per usare una Sua espressione) che si sta celebrando a Napoli, sarebbe forse opportuno ricordare il fatto che nel dibattimento un testimone indicato dall’accusa, il sig. Fabio Galati (dipendente della F.I.G.C..), ha ricostruito la genesi dell’incarico di designatore a Pierluigi Pairetto. A dire del teste venne infatti organizzata una mitica cena a cui parteciparono “le sette sorelle” (Juventus, Milan, Inter, Roma, Lazio, Parma e Fiorentina) durante la quale fu deciso, senza che fossero nemmeno consultate le altre società, l’organigramma che doveva avere la Commissione Arbitrale Nazionale di A e B. Paolo Bergamo fu indicato dalla LEGA, e dall’allora suo Presidente Carraro, quale Responsabile Designatore.

Tuttavia il Presidente della Roma, Franco Sensi, ebbe a lamentarsi che il candidato della LEGA era troppo vicino “politicamente” ai club del nord e pretese l’elezione di un “doppio designatore”, proposto dalla FIGC e che questi fosse un garante (dal suo punto di vista..). D'accordo con il Presidente Nizzola proposero Pairetto che fu dunque accoppiato a Bergamo. Pairetto sarà certamente amicone di Luciano Moggi, ma pare che abbia avuto un vero e proprio padre putativo in senso professionale… E così non sarebbe nemmeno insignificante menzionare il fatto che, quando Luciano Moggi parlava al telefono con Antonio Giraudo si riferiva a Pairetto con il nomignolo di “Pinocchio”, (telefonata 17402 del 6 febbraio 2005): Pinocchio, un personaggio che non è certo un esempio di sincerità e di affidabilità. Insomma un amicone certamente… ma un po’ sui generis…. Una vera e propria inesattezza in cui Lei è incorso è invece la Sua affermazione che “Pairetto acquistava Maserati ("mi raccomando, quattroporte...") con l'aiuto dell'allora dg della Juventus.

L'auto Maserati (del gruppo Fiat) fu acquistata da un amico di Pairetto; poiché i tempi per la consegna erano di circa un anno, l’ex Designatore (dietro richiesta dell’amico) chiese a Luciano Moggi di intercedere per ottenere la consegna dell'auto all’amico in tempi rapidi "scavalcando" la lista d'attesa. Lucianone telefonò alla FIAT per sveltire la consegna dell’auto desiderata. Questi favori non sono per caso una forma di “convenevoli e cordialità tra persone influenti e potenti” che nessun vantaggio ricavano dall’episodio. Perché invece Lei ha scritto deliberatamente al riguardo una frase ambivalente ed equivoca?

Non credo si possa considerare scandaloso il fatto che il Direttore Moggi e il Designatore Pairetto “si scambiavano informazioni, pareri, consigli”. Questa circostanza non era vietata dalle norme federali, forse era inopportuna; ma la convivialità era circostanza comune nelle alte sfere del calcio, dove chi raggiungeva i vertici di cariche istituzionali e o societarie era in quell’ambiente molto ristretto da decine di anni. Non ha mai fatto scandalo l’affermazione di Paolo Bergamo circa il fatto che il compianto Giacinto Facchetti, quando si trovava a Livorno, fosse ospite a casa dell’altro designatore Paolo Bergamo, pur essendo lui pure il Presidente dell’Inter F.C..

Trovo surrettizio e fuorviante scrivere del “sorteggio truccato secondo i PM di Napoli“. Sulla correttezza del sorteggio arbitrale innanzitutto la Procura della Repubblica di Torino ha svolto un’indagine (tramite le famose intercettazioni telefoniche) e il G.I.P. l’ha valutata priva di rilievo penale, decidendo l’archiviazione del caso. Inoltre la correttezza del sorteggio arbitrale è stata ribadita da una sentenza del settembre 2007 della Corte d’Appello di Roma, alla quale si era rivolto il Suo collega giornalista Gianfranco Teotino,querelato dagli ex designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto (appunto).

GianfrancoTeotino – che sosteneva la tesi del sorteggio arbitrale taroccato - è stato condannato in quella sede al pagamento di mille euro di multa più le spese processuali. Pur di perseverare nel mettere in cattiva luce in qualche modo la figura di Luciano Moggi Lei si pone il dubbio angoscioso di “quando torna quello che per i PM era il capo della Cupola” poiché l’ex Direttore Generale della Juventus non può fare a meno della “passione del pallone”. La indiscussa “passione” di Moggi per il pallone non è però un fatto estemporaneo, come invece per altri industriali o uomini d’affari che si affacciano nel mondo del calcio per assaporarne estemporaneamente l’aroma.

Luciano Moggi ha trascorso una intera carriera professionale quarantennale nel calcio, lavorandovi a tempo pieno. Ma Lei ci regala pure nel suo pezzo una primizia. La circostanza che Luciano Moggi lavori attualmente come consulente di Menarini al Bologna è una situazione smentita da entrambe le parti interessate. Chi Le scrive risiede in quel di Bologna e la circostanza non è certo di pubblico dominio sulla piazza felsinea. Sarebbe interessante che Lei (che è sicuramente in possesso di ben più dettagliate informazioni al riguardo) ci spiegasse meglio i contenuti del rapporto e di cui nessun altro giornale ora fa menzione. Dal mio modesto punto di vista in questo contesto è doveroso ricordare che lo scandalo di Calciopoli (o forse Farsopoli, a seconda di come lo si voglia interpretare), è iniziato proprio con la pubblicazione del contenuto di telefonate tra il Designatore Paieretto e l’arbitro Dondarini prima e dopo un rovente Sampdoria – Juventus.

Anche in quella occasione la stampa stralciò solo pezzi dell’intercettazione e li decontestualizzò per fare illazioni o addirittura ravvisarvi prove di illeciti e scorrettezze. Pochissimi pubblicarono la valutazione che fece il PM che stava appunto vagliando il contenuto della telefonata. Così si espresse, chiedendo al G.I.P. l’archiviazione, il dr. Marcello Maddalena Procuratore capo a Torino sul colloqui Pairetto-Dondarini “il contenuto della conversazione appare di solare luminosità. (..) E quindi si tratta di conversazione assolutamente... innocua (anche nell'ottica della peggior cultura del sospetto) perché di Sampdoria - Juventus non si parla proprio e, men che meno, si parla o si accenna ad un arbitraggio di favore per la Juventus.

” Ma, ora, rileggendo tutto quello che Le ho scritto mi sorge spontanea una domanda scomoda (che è poi il reale motivo che mi spinge a scriverle). E’ mia convinzione che Lei conosce precisamente e minuziosamente tutte le circostanze che Le ho ricordato ed evidenziato in precedenza. Lei si occupa professionalmente di setacciare le vicende extra agonistiche del modo del calcio; è una persona preparata e documentata; un giornalista di successo che attinge alle più aggiornate fonti di informazione. Se la mia impressione fosse fondata, mi aiuti cortesemente a capire il motivo per cui "lei" ha pubblicato l’articolo appena rivisto, disseminandolo con quelle imprecisioni. Attendo con fiducia un Suo cortese riscontro.
Federici 18/9/2009 14:40
                                http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=377