mercoledì, novembre 28, 2012

L'INTER, DAL DOPING DI MORATTI PADRE, AL DOPING/MOBBING DI MORATTI FIGLIO

L'inter maestra di illeciti, dalla Procura di TronkettOpoli...MAI punita!

R.it I RepublicaSPORT
Inter, Branca: "Sneijder? Se non firma non gioca"   
 Il dirigente nerazzurro chiarisce senza mezze misure i motivi della perdurante assenza dell'olandese: "Stiamo discutendo con lui una modifica contrattuale necessaria, la decisione di non utilizzarlo va ricondotto all'attesa di maggiore serenità e chiarezza"

 MILANO - "Chiedetelo alla società...", ha sussurrato di Wesley Sneijder ad un tifoso che gli ha chiesto quando sarebbe tornato. La risposta polemica, quella dell'olandese, va ricondotta al fatto che ormai da tempo il 10 nerazzurro sembra messo ai margini. Il tecnico Stramaccioni alle richieste di chiarezza sullo stato fisico di Sneijder dà spiegazioni vaghe: "Non vogliamo rischiare". Ma, i fatti tra società e giocatore li spiega Marco Branca ai microfoni Sky. Il dirigente senza mezze misure conferma: Wesley non torna finché non ci risponde in merito alla modifica del contratto che gli abbiamo sottoposto. In una parola: mobbing.

LE FRASI DI BRANCA - "Wesley Sneijder fa parte della nostra storia e gli vogliamo bene, ma stiamo discutendo con lui una modifica contrattuale necessaria", dice Branca ai microfoni Sky. "Diamo a lui e al suo entourage il tempo per valutare la proposta - prosegue -, quindi la scelta di non utilizzare il giocatore va ricondotta all'attesa di maggiore serenità e chiarezza. La società e il tecnico sono concordi, finché non ci sarà la serenità del giocatore non ci sarà neanche un aspetto tecnico".

Nel frattempo il tecnico, che su Sneijder segue solo le indicazioni dettate dall'Inter, prepara la squadra per la sfida di lunedì sera contro il Parma. Il gruppo è carico e l'infermeria si svuota: Chivu e Stankovic sono tornati a lavorare con il gruppo. Ranocchia sta bene così
come Guarin, che ha recuperato dal problema alla coscia accusato a Bergamo. Mariga sta ritrovando la giusta condizione. Rimangono fuori solo Mudingayi e Obi.                            
TIZIANA CAIRATI - 24 Novembre 2012 Inter, Branca:"Sneijder? Se non firma non gioca"
L'IMPUNITO CORRUTTORE MASSIMO E IL CORROTTO PROCURATORE FEDERALE 


martedì, novembre 27, 2012

GAETANO IL GRANDE

GAETANO SCIREA, UN LOMBARDO, DI ESTRO ED EDUCAZIONE SICILIANA
S come Scirea, S come Stile, S come Sicilia.
                                           (Le sue origini)                                   
Lo stile-Juve, nel suo significato più grande, più nobile. Emblema della correttezza, della classe, della signorilità in campo e fuori, un gentiluomo che stava sopra tutti, dall’alto dei suoi maestosi silenzi.

L’inizio alla Juventus non fu facile, l’eredità di Salvadore non era leggera. Ma Boniperti e Parola credevano fermamente in lui. Arrivava dall’Atalanta dove Heriberto Herrera e Titta Rota lo avevano plasmato, impiegandolo prima come mezzala e poi definitivamente come battitore, vista la sua visione di gioco, il suo tempismo e l’abilità nell’uscire palla al piede.

Ma l’investitura nel ruolo che lo ha consacrato nel mondo fu abbastanza casuale. Nella primavera nerazzurra (campione d’Italia sotto la guida del giovane Castagner) si ruppe una gamba Belotti, il libero titolare e Gaetano lo sostituì positivamente. In prima squadra sostituì il titolare della numero 6 Savoia a Cagliari, contro Riva. Finì 0-0, lo stesso la domenica dopo col Napoli. Savoia rientrò a San Siro col Milan, e l’Atalanta fu sepolta da 9 reti. Scirea rapparve come libero contro l’Inter di Mazzola e Boninsegna, e fu ancora 0-0. La maglia fu sua.
La sua evoluzione tecnica si completò

in 4 anni: dai timidi esordi in bianconero nel ’74 alla consacrazione nel mondiale argentino del 1978, nel quale fu valutato come terzo miglior libero dopo Passarella e Krol. I critici in principio erano scettici, dicevano – riprendendo il giudizio di Bernardini – che non sapesse colpire di testa, che non avesse personalità per guidare il reparto, che non fosse abbastanza cattivo per fare il difensore. Il gol di Zuidema a Torino, quando il Twente di Enschede eliminò la Juve in una semifinale UEFA, gli valse molti giudizi negativi, ma Gaetano tirò dritto e la società con lui. Dino Zoff dall’alto del suo carisma ne prendeva pubblicamente le difese.

Con Morini e Gentile in marcatura, Cuccureddu sulla fascia e Furino a coprirlo negli sganciamenti Scirea formava un pacchetto difensivo che fu per anni fra i migliori d’Europa. Esplose definitivamente anche in azzurro e raccolse il testimone di Facchetti, Bearzot stravedeva per lui.

Una carriera straordinaria, nel 1988 si congeda in sordina, dopo aver fatto da “chioccia” a Roberto Tricella, erede designato e però delusione in bianconero. Boniperti quindi lo chiamò subito per fare “apprendistato” come vice di Zoff in panchina. E proprio in questo ruolo, in missione in Polonia per spiare il Gornik Zazbre avversario di coppa, muore a 36 anni in un incidente stradale.

E’ stato il lutto più doloroso, nella storia della Juventus. Al suo funerale una folla immensa. Era amato da tutti, non aveva nemici neppure fra le tifoserie più avverse al bianconero. Tarantini, durissimo difensore campione del mondo con l’Argentina di Menotti, disse: “Per nessun avversario mi sarebbe dispiaciuto così tanto. Era un vero signore, il giocatore più leale che abbia conosciuto.”

La sua tomba nel piccolo cimitero di Morsasco riflette la sua assoluta modestia.
Un uomo riservato, che non aveva bisogno di urlare per farsi sentire, o di apparire per farsi considerare. Una volta un cronista, alla fine di un’intervista, disse al Trap: “Un tipo piatto questo Scirea”. E Giovanni: “Piatto lo dice lei. E’ solo uno che non ama la platealità. Ricordi che dietro a certi tipi si nascondono uomini veri.”

Un aneddoto dà la dimensione del personaggio. Lo racconta egli stesso, nell’audiocassetta da lui realizzata a fine carriera. 1975, il suo primo scudetto. “Dopo la vittoria del campionato andammo in un locale di Torino a festeggiare e facemmo molto tardi. Rincasai a piedi: mentre passeggiavo, ormai era l’alba, vedevo gli operai che aspettavano gli autobus alle fermate per andare al lavoro. Non so perché, ma provai un senso di vergogna. Mi sembrava di aver avuto troppo dalla vita, io semplice ragazzino scudettato.....”

C’è la testimonianza di uno scrittore che vale la pena citare. Roberto Mussapi, nel suo “La polvere e il fuoco”, dedica un paragrafo ai mondiali vinti dall’Italia, e queste parole a Scirea:    “ ....Ma lui, che anticipava come non avendo avversario, che combatteva col tempo e non coll’uomo.....E non fu necessario alcuno scontro, sempre agì di previsione, sempre determinò il lancio in solitudine, nel cuore della partita ed estraneo al suo strepito, al tumulto di Gentile e Tardelli, alla
rapida corsa di Bruno Conti, alle frecce di Rossi. Giocò la partita d’anticipo, contro un avversario invisibile: lineare, apollineo nel correre, silenzioso. Lui, più di tutti, ricordo.....”
Un campione di serietà, di sobrietà, di eleganza, di misura. Addirittura, forse, fuori dal tempo.

Sarebbe bello che i tifosi che occupano la curva a lui dedicata, e i divi che di fronte ad essa si esibiscono, ne onorassero sempre la memoria con i comportamenti, tentando di emularne il garbo, l’educazione, la pulizia morale. 

Non ricordiamoci di Gaetano solo per veloci commemorazioni, per le rituali “formazioni ideali del secolo”, ma anche per la Sua grandezza e umilta, ma anche  per le 552 partite in bianconero, con 32 reti. Per 4 anni capitano. 7 scudetti, due coppe Italia, tutte le coppe europee più la Supercoppa e l’Intercontinentale.78 volte nazionale (2 i gol), tre mondiali giocati, campione del mondo in Spagna. Eletto miglior libero di quella rassegna dell’’82, considerato dalla Federazione di Storia e Statistica Mondiale (IFFHS) fra i dieci giocatori italiani più forti di ogni tempo. 
Da GiIU le MANI dalla JUVE- Tratto dal libro " Novissimo Gobbo" 
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Per l'Autore di Questo Blog, tra i grandi calciatori italiani di Sempre, Fuori Contesto.
Un fuoriclasse raro, inarrivabile. Per la raffinata eleganza con cui stava in campo e per l'educazione e l'onestà con cui affrontava la vita. Gaetano Scirea è stato un campione straordinario e un uomo squisito. Come giocatore della Juventus ha vinto tutto [...] Come uomo è stato un modello di dolcezza e integrità, una persona leale e gentile. Lascia La Moglie Mariella (Marianna all'anagrafe) e il Figlio Riccardo. E a Loro il Mondo della Jventus. e' sempre Vicino
Gaetano Scirea, Semplicemente ...il Piu' Grande. 

Gaetano Scirea.
Stella della Juvents e Campione del Mondo degli italiani

Sky Gaetano Scirea parte 1 

Sky Gaetano Scirea parte 2 

Sky Gaetano Scirea parte 3 
https://www.youtube.com/watch?v=Q-3Y8oWPrDs 

Rai Omaggio a Gaetano Scirea 

L'Omaggio di un Milanista- 25 anni senza un Campione
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Gaetano Scirea il Piu' Grande calciatore del la Storia del Calcio Italiano
ORA L'ASSU'... A FAR DIVERTIRE GLI ANGELI. CORRI GAETANO CORRI.....
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2 5 ettembre 2009

AGGIORNAMENTO DEL CONTATORE....

                                                     
- Sono passati 218 giorni da quando è uscita la notizia sulla presunta combine di Napoli Sampdoria: ancora nessuno sviluppo !
- Sono passati 178 giorni dall’arresto di Mauri: ancora nessuno sviluppo !
- Sono passati 141 giorni da quando è uscita la notizia sul presunto coinvolgimento di Ranocchia: ancora nessuno sviluppo !
- Sono passati mesi da quando si parla di Inter Lecce: ancora nessuno sviluppo !

- Conte, Bonucci e Pepe sono stati processati nell’arco di qualche decina di giorni.

- Sono 489 le partite in cui l’Inter ha schierato giocatori acquistati tramite contratti irregolari o grazie a documenti falsi (Milito 145, Motta 83, Recoba 261).
- Oltre alla prescrizione per Calciopoli, sono 3 le Serie B meritate dall’Inter.

Petrucci, Abete e Palazzi, sappiamo perchè non andate a casa! Non andate a casa perchè siete al "Soldo della Cupola Mafiosa di Milano... la Cupola di Via Bigli! La cupola del Tronchetto! Il Tronchetto ramificato con le famiglie Elkann... De Benedetti... Caltagirone (solo per nominare quelle piu' note e padrone del potere dell'informazione!) ma anche la famiglia Moratti... Sono quelle che hanno organizzato Calciopoli per distogliere l'attenzione dei Mega Furti ai danni dello stato e non! Impadroniti di Banche e Finanza...Impadroniti di (quasi) TUTTI i BENI (gli asset?) dello Stato... Impadroniti di TUTTI i canali d'informazione! Impadroniti del sistema Giudiziario (a cominciare dal Csm!)... Ed hanno scelto Tronchetti Provera come Braccio Armato! Ecco perchè Palazzi, Abete e Petrucci non possono andare a casa per loro volontà...a meno che non vogliano cantare...volare giù da un cavalcavia... 

domenica, novembre 25, 2012

Ma la Giustizia del Tribunale di Milano, e' uguale alla giustizia del Tribunale di Roma? Oppure....‏

Tronchetti GANG Nel Paese dei Moratti

Mi e' stato raccontato, che alcuni mesi dopo le condanne del processo Gea a Moggi padre e figlio, un avvocato, conoscente (amico?) del PM Palamara le abbia chiesto, se era proprio necessario attaccarsi alla violenza privata, per poter condannare Luciano Moggi... reo di aver detto ad ad alcuni giocatori alle sue (della Juventus) dipendenze: bello mio, l'allenatore non ti vede, e' se ti rifiuti di andare al Perugia, ogni partita ti tocca andare in tribuna.... Al che, alquanto seccato, il magistrato" avrebbe" freddamente risposto: "La violenza privata è il delitto previsto dall’art. 610 Codice Penale secondo cui chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a 4 anni. Punto....Era Questo quanto previsto dalla legge al Tribunale di Roma.

Allora mi domando e domando: Milano fa parte della Republica Italiana? Se si:' al tribunale di Milano", la legge, non dovrebbe essere la stessa della legge del Tribunale di Roma?

R.it - RepublicaSPORT   
Serie A Inter, Branca: "Sneijder? Se non firma non gioca"!
Il dirigente nerazzurro chiarisce senza mezze misure i motivi della perdurante assenza dell'olandese: "Stiamo discutendo con lui una modifica contrattuale necessaria, la decisione di non utilizzarlo va ricondotto all'attesa di maggiore serenità e chiarezza"
di TIZIANA CAIRATI 
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Blooog - Bocca: "Figuriamoci in serie C"
MILANO - "Chiedetelo alla società...", ha sussurrato di Wesley Sneijder ad un tifoso che gli ha chiesto quando sarebbe tornato. La risposta polemica, quella dell'olandese, va ricondotta al fatto che ormai da tempo il 10 nerazzurro sembra messo ai margini. Il tecnico Stramaccioni alle richieste di chiarezza sullo stato fisico di Sneijder dà spiegazioni vaghe: "Non vogliamo rischiare". Ma, i fatti tra società e giocatore li spiega Marco Branca ai microfoni Sky. Il dirigente senza mezze misure conferma: Wesley non torna finché non ci risponde in merito alla modifica del contratto che gli abbiamo sottoposto. In una parola: mobbing.
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LE FRASI DI BRANCA - "Wesley Sneijder fa parte della nostra storia e gli vogliamo bene, ma stiamo discutendo con lui una modifica contrattuale necessaria", dice Branca ai microfoni Sky. "Diamo a lui e al suo entourage il tempo per valutare la proposta - prosegue -, quindi la scelta di non utilizzare il giocatore va ricondotta all'attesa di maggiore serenità e chiarezza. La società e il tecnico sono concordi, finché non ci sarà la serenità del giocatore non ci sarà neanche un aspetto tecnico".

Nel frattempo il tecnico, che su Sneijder segue solo le indicazioni dettate dall'Inter, prepara la squadra per la sfida di lunedì sera contro il Parma. Il gruppo è carico e l'infermeria si svuota: Chivu e Stankovic sono tornati a lavorare con il gruppo. Ranocchia sta bene così come Guarin, che ha recuperato dal problema alla coscia accusato a Bergamo. Mariga sta ritrovando la giusta condizione. Rimangono fuori solo Mudingayi e Obi. - (24 novembre 2012)
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IL CORRUTTORE MASSIMO & IL CORROTTO DI CARRIERA

di Angelo Calabrese


mercoledì, novembre 21, 2012

!«Modello 45» - PROVA che "Ilda Boccassini E' AL SERVIZIO DI tronchetti & moratti - «Modello 45» !

                                                       IL BOSS e LA SUA GANG
La scoperta del mistero «Modello 45» da parte dell'Avvocato Paolo Gallinelli, e' la PROVA che Ilda Boccassini e', il braccio armato della Mafia Massone tronchetti & moratti, e' per distogliere l'attenzione, da 20 anni finge di correre dietro il depravato NANO malefico di Berlusconia!

Francesco Calabrone
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21 Novembre, 201
Fonter Tuttosport
  Guido Vaciago

l mistero del «Modello 45» e la Calciopoli alla milanese

Intervista all'avvocato Gallinelli, l'uomo del Modello 45, il fascicolo che sta inseguendo da ormai due anni

Calciopoli, nuovo giallo

Il mistero del «Modello 45» e la Calciopoli alla milanese
TORINO - Qualcuno un giorno lo ricorderà come l’uomo del Modello 45, il fascicolo che sta inseguendo da ormai due anni. Ma l’avvocato Paolo Gallinelli è soprattutto un uomo che non ha smesso di cercare le verità nascoste di Calciopoli, esplorando fra gli atti dei processi a caccia di indizi, perché a volte si tratta solo di scavare e qualcosa si trova. Le ultime “pepite” sono di questi giorni e le racconta lo stesso Gallinelli.

Avvocato, cos’ha scoperto di nuovo?
“Analizzando fra gli atti del Processo Telecom è emerso un documento nel quale la PM Ilda Boccassini richiede dei file di logs. Si tratta di una richiesta che, ritualmente, viene effettuata dalla Polizia Postale della Lombardia verso Telecom, all’ufficio per l’acquisizione del traffico telefonico. Il fax è indirizzato a Fabio Ghioni, uno dei personaggi chiave del processo Telecom, un membro del Tiger Team. Quello che in sede di udienza preliminare, durante l’incidente probatorio ha detto al gup Panasiti che attraverso il sistema Radar si potevano alterare i tabulati, creando un contatto tra due utenze telefoniche mai avvenuto”.

Che cos’è un file di log?
“In pratica è un tabulato telefonico con le chiamate effettuate e ricevute, i numeri telefonici, i nominativi delle utenze, la durata delle chiamate, gli eventuali sms e anche gli spostamenti fisici della scheda, tracciando le celle a cui si aggancia la scheda: è una radiografia molto più approfondita di un semplice tabulato”.

Cosa rende interessante questa richiesta di file di log da parte della dottoressa Boccassini?
“Questa richiesta potrebbe essere inerente al famoso fascicolo che la Boccassini aveva aperto dopo aver ascoltato l’ex arbitro Nucini che era andato da lei dopo i colloqui con Facchetti e attraverso l’intervento di Moratti. In teoria Nucini avrebbe dovuto denunciare il “sistema Moggi”, ma qualcosa - diciamo - non funzionò e la Bocassini archivio il fascicolo come Modello 45, ovvero fascicolo non contenente notizie di reato. Un modello che una volta archiviato può anche non essere concesso in visione. Tant’è che finora non sono mai riuscito a vederlo, nonostante due richieste, la seconda delle quali risale a pochi giorni fa”.

Cosa le fa pensare che quella richiesta di file di log possa avere a che fare con quel fascicolo e quindi con una specie di “Calciopoli alla milanese”?
“Da una serie di elementi penso di poter dedurre che il numero di procedimento sia lo stesso. Ma per aver certezza, naturalmente dovrei visionare il fascicolo...”

Cosa pensa di trovare in quel fascicolo di così interessante?
“Beh, sarebbe interessante sapere qualcosa di più di quel colloquio fra Nucini e la Boccassini, che con la richiesta dei file di log voleva verificare ’l’autenticità’ di dati di traffico telefonico che potevano essere allegati ad un esposto denuncia contro Moggi, De Santis, eccetera. Quelli che potevano essere contenuti in quel famigerato Dossier Ladroni, commissionato dall’Inter e che era il frutto di indagini illegali su De Santis, Moggi, altri dirigenti della Juve, i designatori. Insomma sarebbe interessante capire perché da Milano stava partendo un’inchiesta sul calcio nel novembre 2004, ma soprattutto da quali spunti partiva quella inchiesta”

Insomma, quel fascicolo archiviato come modello 45 potrebbe raccontarci qualcosa di più su Calciopoli, che poteva partire a Milano o forse, in realtà, da Milano è proprio partita...
“Quel fasciolo chiuderebbe il cerchio rispetto alle scoperte del Processo Telecom, da dove sono emerse le indagini illegali commissionate dall’Inter”

Altri ritrovamenti interessanti negli atti Telecom?
“C’è un decreto di ispezione di materiale informatico, computer e cd rom. Questa volta però il materiale che viene sequestrato dal nucleo operativo dei Carabinieri di Milano non viene analizzato dalla sezione del maggiore Auricchio ma, come normalmente avviene in casi simili, dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Ora, non abbiamo tutti gli atti di ispezione di materiale informatico, ma tutto fa pensare che la procedura fosse che i computer e i cd relativi a quell’indagine fossero ispezionati a Milano. Perché anche il computer di Tavaroli, che - secondo quanto deposto la processo Telecom da Cipriani conteneva anche materiale del Dossier Ladroni e delle altre indagini della Polis d’Istinto - non viene ispezionato dalla Polizia Postale della Lombardia? E viene spedito a Roma, nella caserma di via In Selci, quella dell’indagine di Calciopoli. E nella parte centrale dell’indagine di Calciopoli? Strano. Come quello che emerge a Napoli».

Cosa sta emergendo?
“Invece dagli atti di Napoli ho scoperto un decreto con il quale viene disposta, previa autorizzazione del Gip di Napoli, datata 29 ottobre 2004, l’esecuzione da parte dei Carabinieri della seconda sezione di Roma, comandati dal maggiore Auricchio, delle intercettazioni dei telefoni di Luciano Moggi, Massimo De Santis, Giuseppe De Mita, Francesco Ghirelli, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Gennaro Mattei, Piero Sciascia Tullio Lanese. Ebbene quel decreto fondamentale per l’inizio dell’indagine viene firmato in data 2 novembre 2004, non da Beatrice e Narducci come ci si aspetterebbe considerata la loro titolarità sull’indagine, e nemmeno da Lepore che era il loro suepriore, bensì da Carmine Esposito, all’epoca sostituto procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Ovvero che è colui che rappresenta l’accusa, nelle vesti di procuratore generale, nel processo di appello di Antonio Giraudo: sembra quasi ci sia una circolarità dell'accusa nel processo Calciopoli”. Guido Vaciago

Il Tribunale di Milano "succursale Italiana" della "Loggia Massone Bilderberg"?AGGHIACCIANTE!
        BORRELLI & BOCCASSINI BRACCI ARMATI DEI POTERI MENEGHINI 

martedì, novembre 20, 2012

. Juventus Stadium: Corso Gaetano Scirea 50

                                                             Gaerano Scirea 25/51953 - 3/91989
                                                                      COME TE NESSUNO
Corso Gaetano Scirea 50. Da domani (20 Novembre 2012) sarà questo il nuovo indirizzo dello Juventus Stadium. A poco più di un anno dalla decisione della Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Comunale infatti, il viale che costeggia il lato ovest della casa bianconera cambia nome. Non sarà più Corso Grande Torino, ma verrà appunto dedicato al grande Gai.

Il tutto diventerà ufficiale domani pomeriggio, quando, alle 14.30, allo Juventus Stadium si terrà la cerimonia che sancirà il cambio di denominazione. Saranno presenti Mariella e Riccardo il Presidente Andrea Agnelli, le autorità cittadine e, idealmente, 14 milioni di tifosi, per rendere il doveroso omaggio non solo a un campione indimenticabile, ma a un uomo buono e leale come pochi. Ad uno dei migliori esempi di sportività che il calcio abbia mai conosciuto

lunedì, novembre 19, 2012

Motivazioni TANAS: Istigazione alla Violenza!!

TRIBUNALE NAZIONALE DI ARBITRATO PER LO SPORT
IL COLLEGIO ARBITRALE composto dai signori
- prof. avv. Maurizio Cinelli, Presidente
- prof. avv. Luigi Fumagalli, Arbitro
- avv. Dario Buzzelli, Arbitro


(...) il 22 ottobre 2012, ha deliberato all’unanimità il seguente LODO nel procedimento di arbitrato (prot. n. 2397 del 17 settembre 2012 – 654) promosso da: MAVILLO GHELLER (...)

(...) quando non emerge un quadro sufficientemente definito di riscontro in ordine alle dichiarazioni di incolpazione, il prevenuto va prosciolto. (...) sebbene per ritenere la responsabilità da parte del soggetto incolpato di una violazione disciplinare sportiva non sia necessaria la certezza assoluta della commissione dell’illecito, né il superamento del ragionevole dubbio, come nel diritto penale, è comunque necessario acquisire, sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti, una ragionevole certezza in ordine alla commissione dell’illecito. (...) Poiché nella specie non emerge alcun significativo quadro di riscontro circa la univocità delle dichiarazioni di incolpazione rese dal Carobbio, la prova del fatto illecito addebitato all’istante deve ritenersi non raggiunta, neppure nella prospettiva delle specifiche regole del sistema giudiziale sportivo (...).

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TRIBUNALE NAZIONALE DI ARBITRATO PER LO SPORT
IL COLLEGIO ARBITRALE
- Prof. Avv. Massimo Zaccheo, Presidente
- Prof. Guido Calvi, Arbitro
- Avv. Enrico De Giovanni, Arbitro

(...) in data 02 ottobre 2012 e 05 ottobre 2012 ha deliberato all’unanimità il seguente LODO ARBITRALE nel procedimento di arbitrato n. 2605 promosso (con istanza prot. n. 2165 del 29 agosto 2012) da: Antonio Conte (...)

(...) In via presuntiva, pare allora decisamente più logico, per il contesto organizzativo in cui lo Stellini era inserito, ritenere che egli abbia informato dell’accaduto il Conte piuttosto che il contrario. Anche qui, applicando il principio della assenza di necessità di raggiungere la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio, in un giudizio comparativo tra le due ipotesi l’una pare più probabile e plausibile dell’altra. (...) la confessione di Stellini ha avuto ad oggetto la sua partecipazione al fatto illecito, non anche la conoscenza del medesimo da parte di Conte. La prova articolata avrebbe forse consentito a questo Collegio di accertare se il ricorrente avesse avuto o meno conoscenza di quel fatto.(...) La responsabilità del sig. Conte va dunque confermata (...).

MA A QUESTI CORROTTI AVVOCATI ROMANI, SERVI DEI LOSCHI FIGURI CHE FORMANO IL - CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, NON LI ARRESTANO?

sabato, novembre 17, 2012

JUVENTUS GRANDE ONORE

                                                     Altro premio per lo Juventus Stadium 
La stupenda cerimonia dell'inaugurazione dello Juventus Stadium è sicuramente rimasta nell'animo e negli occhi della mente di tutti noi, per l'impatto emotivo che ha saputo esercitare; ma continua anche ad essere oggetto di apprezzamento anche all'esterno. E proprio ieri il sito ufficiale della Juventus ha dato notizia di un doppio        riconoscimento attribuito a quel coinvolgente spettacolo:  

"Quattordici mesi dopo, l’inaugurazione dello Juventus Stadium continua a far parlare di sé e a ricevere premi. La straordinaria cerimonia dell’8 settembre 2011, conosciuta come 'Welcome Home', ha ottenuto un doppio riconoscimento alla cerimonia dell’European Best Event Awards e del Best Event Awards Italia 2012 ieri e oggi a Milano. La cerimonia, ideata e prodotta da Filmmaster Events – con la prestigiosa firma di Marco Balich -, ha vinto il premio come miglior evento celebrativo in Italia e il premio per la miglior regia sia in Italia che in Europa".   -  http://www.youtube.com/watch?v=jBj9IAzvii8  - fonte-ju29ro.com

giovedì, novembre 08, 2012

Dopo aver speso un miliardo di Euro senza vincere un tubo, la Mafia-Meneghina, ha creato calciOpoli

 I TRE COMPARI   DISONESTI
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Riccardo Gambelli
Ripassiamo la storia calcistica

Sabato sera, dopo Juve-Inter, il Presidente Moratti ci ha regalato un’altra delle sue frasi illuminanti: “Nei primi dieci minuti di partita abbiamo visto la vera storia dei due club”.

Frase arrogante, provocatoria? Sicuramente istigatrice di violenza per certe teste calde che girano negli stadi, e che fanno del calcio l’unica loro ragione di esistenza. Al riguardo non ho sentito nessuna voce importante parlare del pericolo che frasi del genere, dette da un numero uno di società, potrebbero arrecare. L’importante era commentare, con gli occhi iniettati di sangue, il fuorigioco di Asamoah.

Io non risponderò a tale affermazione, essendo troppo di parte, ma citerò due frasi sulle quali cercherò di argomentare questo mio pezzo, premettendo che sarà difficilissimo in quattro, cinque pagine di word ripercorrere pagine di storia di due club così importanti; ancora più difficile sarà sintetizzare, con il rischio di non riportare particolari che invece potrebbero risultare fondamentali.

La prima frase è di Mario Sconcerti, notoriamente conosciuto come grande giornalista ma, sicuramente, non propriamente juventino. Frase pronunciata su Sky Sport:

“ Sono venute fuori valanghe d'intercettazioni diverse, che hanno messo in seria difficoltà l'Inter; non ci scordiamo che l'Inter sta usando la prescrizione, perché altrimenti sarebbe stata deferita, e deferita con argomentazioni, usate dal pubblico ministero della Federcalcio, molto molto pesanti. [...] Ma quando Moggi e Facchetti telefonavano agli arbitri, perché telefonava anche Facchetti, ce ne sono le registrazioni, era per avere che cosa? Quando Bergamo gli disse, perché Facchetti si lamenta che con quell'arbitro non vincono mai, Bergamo gli risponde alla lettera 'Vedrai che questa volta non dovrai più dire così', l'avversario non era la Juve, ma era un danneggiato che andava a giocare e perdere con l'Inter con un arbitro favorevole all'Inter. Io non voglio rientrare a quel tempo, ma anche Moratti deve stare attento a quello che dice, perché lui nel 2006 faceva pedinare i suoi dipendenti, faceva pedinare e mettere sotto controllo il telefono dell'arbitro De Santis".

Questa dichiarazione è facilmente reperibile su YouTube, per un’eventuale conferma di ciò che sto scrivendo.

Proprio in questi giorni ho scritto che Sconcerti che risponde a Moratti equivale ad “un fungo porcino che nasce sulla corsia di sorpasso della Firenze Mare”, talmente è un caso più unico che raro. E’ la prima volta che una voce autorevole del settore urla la verità che tutti gli altri addetti ai lavori stanno nascondendo ad arte.

La seconda frase che voglio citare è di Roberto Bettega, proprio di questi giorni: "Io prima del 2006 avevo vinto 14 scudetti, più di quelli vinti in tutta la sua storia da parte dell’Inter”. Chiaramente Penna Bianca ricordava i suoi successi sia da giocatore sia da dirigente.

La leggenda della “Juve ladra” è nata, o per lo meno si è ingigantita, durante gli anni settanta, proprio a Milano, e proprio durante il periodo in cui le due squadre lombarde erano sprofondate in una crisi nera che sembrava non avere mai fine. Poi, come vedremo, il tam- tam milanese arriverà forte e chiaro anche a Firenze, Roma, e sino in fondo allo stivale.

Ma torniamo all’affermazione di Bettega.
Gli anni settanta, a parer mio, sono stati quelli della consacrazione definitiva della Società Bianconera, guidata in quei magici anni da Giampiero Boniperti, intenditore di calcio sopraffino, oltre che comunicatore terribilmente efficace: nel senso che liquidava i giornalisti, onesti o meno, con tre battute mirate e ficcanti. Boniperti era decisamente la proiezione di sua maestà Gianni Agnelli, anche lui sbrigativo, pungente ed ironico di fronte ai microfoni.

Erano però altri tempi. Adesso le battute non bastano più: di fronte a certi hooligans della parola occorre documentare, portare prove, dare risposte articolate e concrete, senza possibilità di replica.

Gli anni settanta. Boniperti raccolse una Juve decisamente incolore ed insignificante che stava chiudendo miseramente il decennio precedente. Ringiovanì il gruppo e creò un team di futuri campioni, rimasti nella storia del calcio, che domineranno per quasi due decenni. Bettega, l’angelo volante, Causio, la farfalla imprendibile, Anastasi, il siciliano goleador, Capello, il grande geometra, Furino, la roccia, ed a seguire Gentile, Scirea, Cabrini, Tardelli e tutti gli altri, che solo a nominarli fanno vibrare le corde dell’emozione. L’allenatore era il grande Trap, allenatore con la A maiuscola.

L’Inter, al contrario, stava vivendo ed ammirando il tramonto dei suoi grandi giocatori, come Mazzola, Facchetti, Burgnich, mentre gli acquisti più importanti rispondevano ai nomi di Libera, Massa, Doldo, Bini, Gasperini, Muraro, Scanziani, Pavone, tutti giocatori che per ricordarli occorre andare a sbirciare gli Almanacchi Panini.

Boniperti, addirittura, fu talmente astuto che si affrettò ad acquistare proprio dall’Inter l’unico giocatore che stava ritardando il tramonto: Roberto Boninsegna, che a Torino avrebbe segnato goal a grappoli. Quindi, la leggenda “Juve ladra” è nata proprio nel periodo in cui la squadra bianconera non aveva rivali.
Ecco che era ricorrente udire, nei bar e nei circoli, che la “Juve regalava le Fiat agli arbitri”, solo perché era più facile gridare al ladro che fare l’inchino ai più forti.

Intanto la Juve “ladra” arrivò a prestare ben nove calciatori alla Nazionale di Bearzot per Argentina '78, contro il solo Bellugi interista. Contro l’Argentina, padrona di casa e futura campione, furono addirittura schierati tutti quanti per una vittoria storica con goal di Bettega. Quella è stata, a livello di gioco, la Nazionale più spettacolare di tutti tempi, a detta dei professionisti del settore.

Ognuno di noi dovrebbe fare propria una frase di Trapattoni, tratta da un’intervista rilasciata alla fine del campionato '81-'82: “Alla fine di ogni torneo i torti ed i favori si compensano, e alla fine vince sempre la più forte”. Frase che gli attuali addetti ai lavori hanno volutamente dimenticato.

Come dicevo, non tardarono romani e fiorentini ad accodarsi ai meneghini: il grido “Juve ladra” stava diffondendosi ormai in tutta Italia, dall’Arno al Tevere, colpa di due campionati “assassini”, quello '80-'81 e quello '81-'82, dove gli episodi incriminati furono rispettivamente il famoso goal di Turone ed una rete annullata al viola Graziani nella partita decisiva di Cagliari, ultima giornata del campionato successivo.

Il goal di Turone è stata la scena finale di un film antijuventino iniziato molti anni prima, divenendo (insieme a quello di Ronaldo in seguito) il totem della diffamazione, il corpo del reato, la prova inconfutabile dei furti sul campo perpetrati dalla Juventus.

Nessuno ricorderà mai ai posteri che durante quel campionato a Tardelli fu annullato, contro il Toro, un goal regolarissimo, che avrebbe consentito alla Juve di pareggiare, e portare via un punto, quando il punto era importante e la vittoria ne valeva due. Nessuno ricorderà mai ai posteri gli aiuti che furono dati alla squadra capitolina per poter reggere il passo della Vecchia Signora. L’unica cosa che conta alla vigilia di ogni Juve-Roma è correre ad intervistare Turone. Lo faranno anche quando l’ex giocatore romanista si avvicinerà ai novanta anni.

Invece sul secondo episodio la cosa buffa è che gli amici fiorentini e molti giornalisti ricordano un rigore 'inesistente' per la Juve a Catanzaro (parata del difensore Celestini sulla linea di porta) e non parlano più dell’episodio di Cagliari. Proprio come i bugiardi che non ricordano più a distanza di tempo la balla raccontata: ma l’importante è diffamare la Juve ed organizzare una festa provocatoria per festeggiare lo scudetto '82, vero, Della Valle? Come se io ne organizzassi una per festeggiare la mia medaglia d’oro nei 100 metri vinta a Los Angeles nel 1984 davanti a Carl Lewis.

E l’Inter che fine aveva fatto durante quel periodo? Aveva acquistato il “fuoriclasse” Bachlechner, e faceva da comparsa alle altre duellanti.

Intanto la “Juve ladra” aveva prestato sei giocatori alla futura Nazionale Campione del Mondo di Spagna '82. E’ doveroso ricordare che anche l’Inter, comunque, contribuì con Oriali, Bergomi ed Altobelli a quella indimenticabile impresa. Ma lo scheletro della squadra era tutto juventino. Sei ladri juventini alzarono la Coppa del Mondo.

Ed eccoci arrivati agli anni di Platini, Boniek, e dei sei Campioni del Mondo, che dominarono la scena italiana ed europea per cinque anni.

L’Inter rispondeva con tale Ludo Coeck, Hansi Müller, Pasinato ed il “grande” Antonio Sabato, che andarono a completare la rosa dei veterani Beccalossi, Baresi, Bergomi, Collovati, Marini, Altobelli. Una squadra di valore medio che non poteva competere con una Juve stellare, di cui solo un tiraccio di Magath e la sanguinosa Curva Zeta hanno leggermente offuscato le gesta.

Con qualche ottimo ritocco, Laudrup, Manfredonia, Mauro e Serena, la Juve conquistò il Mondo a Tokio e l’ennesimo scudetto, 1986.

L’Inter, intanto rispondeva, con l’acquisto di Marco Tardelli, ormai al capolinea, e Franco Selvaggi dall’Udinese, che vennero inseriti in una squadra incapace di esplodere e maturare.

Ma la Juve continuava a rubare.

Ed ecco “finalmente” il periodo buio per Madama, che coincise, guarda caso, con l’esplosione del Milan di Berlusconi e dell’Inter dei tre tedeschi, Matthäus, Brehme e Klinsmann, che andarono a dare un contributo essenziale ad una formazione ormai pronta per i trionfi. A dimostrazione che nel calcio nulla s’inventa e chi è più forte alla fine vince.

A sostituire i disastrosi Montezemolo e Maifredi tornarono intanto Boniperti e Trapattoni i quali, con la conquista della Coppa Uefa, fecero da apripista alla Triade, protagonista assoluta della storia recente juventina. Non starò a ricordare i troppi trionfi ed i moltissimi campioni che hanno illuminato il Delle Alpi, anche se negli occhi di tutti noi resteranno per sempre le magie di Del Piero, Zidane, Ibra, Nedved, Trezeguet e di tutti gli altri fuoriclasse bianconeri.

Anni di gloria assoluta, che l’Inter ha cercato di contrastare acquistando i vari Gresko, Vampeta, Coco, Martins, Luciano, Kily Gonzales, Adani, Morfeo, Kallon, Belozoglu e vendendo Seedorf, Pirlo, Crespo e Roberto Carlos. Altro grande acquisto: Alvaro Recoba, proprietario di un passaporto falso e di un contratto da 7 miliardi l’anno delle vecchie lire per essere prestato a destra e sinistra.

Ma la cosa divertente era che la Juve comprava i fenomeni con i bilanci sempre in attivo, mentre il Petroliere dilapidava capitali per giocatori di modesta caratura. Ma la Juve rubava. E addirittura riuscì a rubare, e non riusciamo a capire come possa avere fatto, visto che giocava ad Udine, il giorno che l’Inter perse lo scudetto a Roma contro la Lazio. Era il 5 maggio.

“Quel giorno si scatenò Poborsky”, ama ripetermi il mio amico Luciano, durante le nostre cene. Grande Direttore! Intanto la Juve ladra e retrocessa in Serie B prestava cinque giocatori alla Nazionale di Lippi (ex juventino) Campione del Mondo a Berlino 2006, che insieme a Thuram, Trezeguet e Vieira, prestati alla Francia Vice Campione, fanno nove. Da ricordare la presenza di Zidane ed Henry nella finale, altri due grandi del calcio, che hanno dato lustro, assolutamente il primo, alla Juve della Triade.

Ma la Juve rubava e ruba.

Vorrei concludere con la frase di Sconcerti: “L'Inter sta usando la prescrizione... anche Moratti deve stare attento a quello che dice".

Infatti solo inventando Calciopoli l’Inter poteva distruggere la Juve e tornare a vincere.

Ma il sig. Moratti non aveva fatto i conti con Andrea Agnelli, ecco...un Agnelli, che dal nulla è riapparso e insieme a Conte ha rivestito la Juve da Regina.
Manca ancora qualcosa però, caro (per modo di dire...) Moratti: quello scudetto che ci deve restituire, e sarà bene che lo faccia al più presto, perché Lei si sta avvalendo di una prescrizione che lo sta salvando dalla Serie B.

E noi juventini non accettiamo più critiche ed offese da Lei. Noi sappiamo accettare il verdetto del campo, ma non possiamo accettare continue paternali da un Prescritto.

Inoltre, un ultimo consiglio: ripassi la storia calcistica, la sua preparazione è da quattro in pagella....Ma come suggerisce l' Illustre Presidente dell'ANAJ:  Professore Paolo Bertinetti, un bel 2 in pagella, sarebbe gi àpremio congruo!
Publicato da: ju29ro.com - 7 Novembre 2012
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  Francesco Calabrone
 Oliviero Beha fa proseliti.: Anche Mario Sconcerti canta fuori dal coro.

MARIO SCONCERTI: "MORATTI SU CALCIOPOLI DEVE STARE ZITTO"

 Sconcerti: "MOGGI SI DIFENDEVA DA POTENZE SMISURATE"
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IL CORRUTTORE E I CORROTTI
"francesco saverio borrelli
"stefano palazzi"


lunedì, novembre 05, 2012

Gli ORRORI PRO INTER, L'ASS. A DELINQUERE MEDIATICA: ODG, E LA VERGOGNA DE PAOLA

SE COSTUI HA L' "anima" COME IL VOLTO, DEVE ESSERE UN MISERABILE!

FOTO. Corriere dello Sport, 3 novembre 2012. Juve, clamoroso fuorigioco di Asamoah sul gol di Vidal.
 .
Foto che il 5 novembre ancora fa bella mostra in prima pagina, Il direttore Paolo De Poaola, non si vergogna? Forse no, perche', come mi dicono, copio incollo: "Guarda che quello, alla Pravda Rosa, era il braccio destro del topo di fogna catanese! Chi era costui? Certo che se facesse/facessero una cosa del genere all' "inter", al milan, alla roma, fiorentina ecc, la manderebbero a ramengo! Mentre sa benissimo che essendo protetto dalla MAFIA milano-roma, non corre nessun pericolo... MA SE JOHN ELKANN AVESSE I COGLIONI...SAREBBERO CAZZI SUA!
  . 
dottor De Paola, ripropongo questo dialogo, domanda e risposta tra lei ed un lettore, affinche' chi legge puo' giudicare la sua  risposta, che io trovo offensiva. Poi dia uno' occhiata alla lista degli Orrori pro/inter nei pochi anni dei "Corrotti Agnolin-Collina-Gussoni - iNcchi-Braschi" (quello che voi chiamate calcio pulito!), e' poi trovi pari numero di Orrori in favore della Juventus in tutta la sua storia! 

Francesco Calabrone 
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Paolo De Paola: Zeman cosi' no! Mazzarri rifletti
 04/novembre/2012 

Catilina la sua parzialità è ormai famosa. Le ricordo che in occasione di un gol di Maicon in netto fuorigioco il potere massmediatico propose dei fermo immagine a piena pagina su molte Prime accompagnate da titoli tipo “Inter, così no!”. Su, non prosegua sua questa strada perché sconfina nel ridicolo. Lei può avercela con Moratti e con l’Inter, non entro nel merito, ma eviti di sparare sempre nel mucchio contro l’informazione in generale. Sa, amo distinguere e lei non lo fa. Grazie
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catilina scrive:
04/novembre/2012 

Moratti e Stramaccioni due grandi “signoroni”!
E così dopo 50 giornate anche tutta “l’altra Italia” può gioire e lo può fare doppiamente, perchè può continuare ad accusare di favoritismi la Juve.
Dopo aver fatto i complimenti all’inter per aver saputo sfruttare tutti gli errori di Conte (dalla formazione- Giovinco, Lichsteiner- alla gestione – cambi sbagliati) e quidi per aver riportata una vittoria meritata, mi preme avere un pensiero per chi, ancora una volta, ha dimostrato la propria signorilità, con le solite insinuazioni.

Moratti da gran signore ha pensato dopo 18 ” che “La storia si stesse ripetendo”.
Ma che pensiero gentile, aver pensato che gli errori arbitrali si commettono non solo dopo 18″ dall’inizio, ma anche a 18″ dalla fine, come quando si “dovette” confezionare la carica dei 101 su Buffon per consentire a Toldo di segnare il gol - http://www.youtube.com/watch?v=dt05SwCgfe4 - e a “Collina” (quello di “metti Collina”, con Mazzei) di sancire l’1-1 finale. (direttore, sa cosa e' la malafede? No? guardi dove si e' posizionato collina, la convalida del gol, e' poi, se lei e' munito di buona fede, capira' cos'e' la malafede!)

Grazie, per aver pensato al rigore commesso da Cordoba e Samuel su Ibrahimovic, e non concesso, dall’amico di Moggi, De Santis in quella Juve-inter 0-1, nella quale la sceneggiata di Cordoba con il turbante in testa, costò la prova telivisiva ad Ibra, senza che nessunò rilevò il pestone rifilato dallo stesso Cordoba ad Ibra e che era stato la causa del diverbio.

Grazie, di essersi ricordato della mancata espulsione di Toldo in quello che “dovette” essere il 2-2 di quell’inter-Juve, per la quale Bergamo telefonò a Rodomonti, consigliandogli di tenere un occhio di riguardo per chi era “indietro in classifica”.

Ricordo, poi, di averla vista, caro presidente, molto triste quando il solito amico di Moggi De Santis annullò, per un fuorigioco inesistente, la rete di Treseguet realizzata nei tempi regolamentari, che avrebbe assegnata alla Juve la Supercoppa Italiana (altro trofeo “cartonato” che fa mostra nella vostra bacheca), che l’inter riusci a sgraffignare in quei tempi supplementari, che non si sarebbero mai dovuti giocare!

Lei, sicuramente, si è ricordata anche di quell’entrata assassina di Materazzi sulla tibia di Ibrahmovic e per la quale lo juventino dovette abbandonare alla fine del primo tempo. Un fallaccio da espulsione che venne sanzionato con la semplice ammonizone.  - http://www.youtube.com/watch?v=Wv7LwjGC9CE
Ah, questa non se la ricorda perchè la Juve vinse lo stesso 2-0!

Ma, ricorderà sicuramente che, “per non correre rischi” (la FIGC mai avrebbe potuto consentire che la Juve, di ritorno dalla serie B, potesse vincere lo scudetto, sconfessando di fatto Calciopoli), nell’annata 2007/08 l’inter finì prima in classifica e con +6 rigori assegnati e la Juve finì terza a 12 e con -6 rigori. Guarda un po’ la distanza tra +6 e -6 è esattamente 12, come i punti di differenza (12) in classifica delle due squadre.

E mai nella storia del calcio italiano si era vista una squadra terza classificata che nel conto algebrico dei rigori a favore e contro finisse a -6!!
Le sarà venuto in mente anche quel momento lirico in cui Bergomi chiedeva a Caressa di far vedere le immagini dove “il rigore non si vede” (forse pensando di avere il microfono spento) per occultare la netta e fallosa ancata di Muntari su Marchionni in un inter- Juve finito 1-0, con gol “rocambolesco” dello stesso Muntari.
Penso che si sarà ricordato anche delle due violente gomitate appioppate da un indisciplinato Balotelli ad un corretto Legrottaglie che uscì dal campo con gli occhi lividi, in un Juve-inter 2-3, andata di coppa Italia. http://www.youtube.com/watch?v=Y1cISkoN9iw
E sono sicuro che nella sua, signorilità, non avrà omesso di fare un pensierino all’espulsione (concordata tra Thiago Motta e Murinho) del focoso Sissokò che cambiò il volto di una partita fin lì (34° del 1° tempo) dominata dalla Juve, in quel di S.Siro, e nella quale la Juve, stremata daall’inferiorità numerica, dovette soccombere (2-0) negli ultimi 10 minuti!!

E come, infine, non ricordare, con enorme rammarico, il rigore negato a Marchisio, lo scorso anno a S. Siro, da Rizzoli nell’1-2 confezionato da Vucinic e dallo stesso Claudio.

Noi peraltro, sappiamo bene che un anno abbiamo violato S.Siro grazie ad un fuorigioco di Camoranesi (su doppio tocco, non facile da leggere) e che quello di ieri sera di Asamoha era fuorigioco, esattamente come quello di Nagatomo sul terzo gol alla Sampdoria nel 3-2 di mercoledì scorso; così come era fuorigioco il gol di Bendtner in Catania-Juve, identico al terzo di Cambiasso in Bologna-inter.

Vede, presidente, la differenza tra gli errori a favore della Juve e quelli a favore dell’inter sta nel fatto che i primi formano oggetto di interrogazioni parlamentari e di dibattiti televisivi, mentre i secondi vengono sistematicamente occultati.

In questi giorni non ho mai visto foto o fermi immagine con la linea dei fuorigioco di Nagatomo e Cambiasso, nè dalle varie TV nè dalla carta stampata!!
Fa niente.

Dimostreremo, come sempre, di saper sconfiggere anche il potere massmediatico!

Complimenti vivissimi a Stramaccioni per come ha saputo interpretare l’intera partita (tranne i primi quindici minuti, nei quali, gol irregolare a parte, avrebbe potuto subire tre gol facile facile, Marchisio, due volte, e Vidal. Chissà che gli avrebbe detto, il presidente, per quella “spensierata tattica”!!).

Ma chi vince ha sempre ragione e quindi onore a Stramaccioni.
Un po’ meno è piaciuto Stramaccioni nell’inter-pretazione dell’italiano, quando ha confuso un elogio con una critica.
Se ha proprio voglia di fare polemiche, aspetti ancora un mese e le potrà fare con Antonio Conte, uno che non l’ha mandate mai a dire a nessuno!
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Gol T.Motta(Inter)vs Cagliari con fuorigioco e mano (19/11/11) 
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Gol in fuorigioco di Ranocchia(Inter) vs Cagliari (19/2/11)
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 Gol Fantasma di Balotelli (Inter) vs Genoa (7/3/09)
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Gol di braccio di Adriano (Inter) vs Milan (15/2/2009) 
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Gol Maicon(Inter)vs Siena con quadruplo-fuorigioco (20/12/08) 
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Gol in fuorigioco di Cambiasso (Inter-Catania (10/2/08)
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Rigore Inter vs Empoli per testa(..mano)di Vannucchi(3/2/08)
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Rigore Inter vs Parma per testa(..mano..)di Couto(20/1/08)
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igore negato al Parma vs Inter (20/1/08) cordoba tira giu' corradi
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Cordoba tira giù Del Piero in area,niente rigore(4/11/07) 
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Gol Crespo (Inter) vs Chievo dopo tocco di mano (11/2/2007)
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Juve-Inter 1997-98 andata e ritorno, metedo di giudizio diversi 
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Ma cosa volevano l' "inter" ed i Lecchini-media di regime nel 1997 - 1998 ? 
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Juve-Inter 1997-98 andata e ritorno, metedo di giudizio diversi 
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In Europa: I Corruttori Walter Gag & Alessandro Profumo-(unicredit) 
I Corrotti> Mejuto-Stark-Benquerença-De Bleeckere-And-The-Spider-Web
stealing the Champions League: Inter 2010 Alessandro Profumo & Walter Gag 
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POI SI GUARDI QUESTI VIDEO, E' PROVI A VERGOGNARSI! 
Juve-Inter 1997-98 metro/metodo di giudizio 
dell'Assiciazione a Delinquere Mediatica "odg"
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4 Gennaio 1998 inter-Juve i-o
http://www.youtube.com/watch?v=7TGR2d6YQZ0 
QUANDO TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE

sabato, novembre 03, 2012

TORNA IL SENTIMENTO POPOLARE ANTIJUVENTINO

                   25 Febbraio 2012 GalliKula urla a Conte: Questa te la faccio Pagare!                                 
Antonio La Rosa: L’amarezza di uno juventino catanese

Ho scritto in passato che questa partita è stata (perché non lo sarà più in avvenire) per chi tifa per i colori bianconeri, ma vive alle falde dell’Etna, una sorta di partita della sofferenza, non essere proprio completamente euforici della vittoria dei colori bianconeri, o non essere proprio troppo delusi da un eventuale insuccesso; posso pure dirvi che più di metà dello stadio, quando si gioca questa gara, è di cuore bianconero, anche se possibilmente urla “Forza Catania” in curva.

Catania in A, dopo decenni di annate buie del calcio siciliano, tra C1, radiazioni, campionati dilettantistici, arrivo di pionieri (si fa per dire) alla Gaucci, campionati altalenanti di B, ha significato per tutti noi non solo il ritorno nel calcio che conta, ma anche la possibilità di seguirlo “da casa”, di poter anche vedere i bianconeri qui, dopo anni di costrizione a seguirli da Reggio Calabria in su.

Ha pure significato rabbia quando, ad esempio, la squadra veniva massacrata da Farina in un famigerato Catania – Inter 0 – 2, o quando all’Olimpico di Roma, i padroni di casa riuscivano a capovolgere il risultato nel finale con due reti irregolari, o quando al Milan, per farlo pareggiare in casa, gli concedevano un rigore perché un cross rasoterra colpiva un difensore etneo a terra, e dunque si riteneva mani punibile quello; insomma potrei raccontarne di episodi del genere, subiti dai catanesi contro altri avversari. Mai con la Juventus però.

Anzi, ricordo sempre gare o senza errori arbitrali di rilievo, o con evidenti errori a favore degli etnei, quali l’espulsione di Iaquinta dopo 10’ (gara vinta dalla Juventus in inferiorità numerica), o il gol non visto di Quagliarella, ancor più netto e visibile di quello reso celebre, dai media filomilanisti, di Muntari, e con la Juventus sempre vittoriosa alla fine; potrei pure ricordare la punizione ripetuta di Lodi, al 49’ della ripresa, che diede loro il pareggio e a noi l’esclusione dalle posizioni per l’Europa.

Quindi mi pare evidente che, con precedenti del genere, ed un ambiente dal cuore “misto”, come sanno bene in casa rossazzurra, le sortite deliranti del presidente etneo Pulvirenti sono sembrate davvero fuori luogo nei toni e nei contenuti, forse anche opportunamente “suggerite”: e lo dico perché, negli anni scorsi, mai questo signore si era scatenato in aggressioni del genere contro altre società, sicuramente influenti, per episodi non meno gravi.

Intendiamoci, lamentarsi dell’errore arbitrale ci sta, chiedere rispetto in quanto società piccola che deve lottare per rimanere in A, ci sta pure, ma arrivare ad una ferocia di toni come quella del dopo partita, e proseguita a reti unificate anche il giorno dopo, lascia davvero stupiti.

Vedete, da “dietrologo” quale credo di essere, non ritengo che certi comportamenti siano casuali o frutto di un momento di ira, se posti in essere da dirigenti che, avendo esperienze non solo nel calcio, ma anche nel mondo degli affari, deve mantenere sempre freddezza e lucidità.

Fateci caso: dopo Milan – Juventus, che per certi aspetti è il giro di boa di un atteggiamento che, se pur ostile anche in precedenza, non era mai arrivato a punte di violenza tipo estate 1998 o estate 2006, è iniziato un crescendo “raveliano”, che però ha visto sempre soggetti diversi, rendersi protagonisti
 -Dapprima Carobbio, per colpire Conte;
 -poi Masiello, per colpire Pepe e Bonucci;
 -quindi i giornali che pubblicano la bufala sulla tabaccheria di Parma, per colpire Buffon;
 -Mediaset che alza i toni, con il solito ineffabile zilianipaolo e cricca similare;
 - prosegue il cinepanettonaro e la sua corte dei miracoli, per la finale di supercoppa;
 -poi ancora Della Valle, che rianima la mai sopita rivalità della sua squadretta di provincia con i bianconeri;
 -a Roma arriva (e non so se per libera scelta societaria, qualcosa mi fa supporre di no), Zeman che subito comincia a dedicarsi alle polemiche antijuventine trascurando il suo compito principale, allenare la Roma;
 -prima di Juventus – Napoli viene creato ad arte un clima incandescente, che ricorderete bene tutti, ora Pulvirenti che sclera, e, notizia di stasera, c’era già un clima intimidatorio verso la dirigenza juventina (in tribuna A, ossia quella vip), prima ancora degli episodi controversi.
E siamo nella settimana prima di Juventus – Inter.

Orbene, se prendete tutti gli episodi singolarmente, possono sembrare cose del tutto autonome e distinte l’una dall’altra; ma se li vedete in unico contesto, magari poi ripensate che questa estate il presidente genoano, controllato dal Milan tramite la società satellite Infront Italy (della quale vi ho parlato settimane fa), ha creato una polemica ad arte con la Juventus per la vicenda Destro, finito alla Roma, anche su accordo del presidente del Siena, il giorno prima dei deferimenti di Palazzi, e del proscioglimento proprio di Mezzaroma, penso che non occorra essere esperti di strategia militare per notare che sono episodi che assomigliano molto alla “guerriglia”, colpire il nemico con azioni isolate e rapide, compiute da gruppi ristretti e separati, per logorarlo prima dello scontro con il grosso delle forze, le quali rimangono nascoste fino al momento giusto.

Come dire, sono troppe le vicende, troppo distanti apparentemente l’una dall’altra, e compiute da soggetti che a ben vedere non avrebbero, attualmente, ragione di astio o di scontro con la società bianconera, se non per finalità diverse da quelle che vengono mostrate, e non sto qui a dilungarmi: mi limito, solo per l’ultima vicenda di ieri, a rilevare che non c’è ragione alcuna per il Catania calcio, di polemizzare con la Juventus, quando, visti i precedenti, ha spesso anche avuto momenti di decisioni a favore in vari precedenti.

E’ normale, secondo voi, che contemporaneamente tutti questi soggetti scoprano di avere buone ragioni di antijuventinismo?

E non è strano che siano misteriosamente silenti proprio quelle che hanno ragioni di vero scontro, astio, rivalità storica, siano defilati?

Come dire, ho la sensazione che alcuni soggetti del mondo pallonaro nostrano, si siano incaricati di fare il lavoro sporco per conto di qualcuno.

Noi juventini siamo stati storicamente abituati a rivalità contingenti, con le milanesi, con la Roma in un certo periodo, ma di norma non era mai accaduto, neppure nel 1998 o nel 2006, che tutti si fossero scoperti antijuventini.

E che proprio in una città dove il bianconero è di casa fin dai tempi di Pietro Anastasi, esploda prima una ostilità mai manifestatasi verso i dirigenti juventini, e poi con ripetute dichiarazioni, puntualmente riprese dai soliti noti ed enfatizzate dai soliti impostori, mi fa supporre che la cosa parta da lontano, dalla conquista imprevista e forse "inopportuna" di uno scudetto che doveva andare altrove, secondo certi disegni.

E fu così che il calcio pulito, gli arbitri che sbagliano in buona fede, gli errori si compensano, divenne nuovamente il calcio marcio, della Juve che intrallazza, degli scudetti decisi da oscuri complotti, e via di seguito.

Chiudo questa parte, dicendo due cose:
- da ieri la squadra a strisce rossazzurre che gioca a Catania, per me e per molti juventini etnei, sarà da considerare come le altre;
- qualche amico tifoso rossazzurro, in buona fede, mi ha sfidato a manifestare o meno la mia solidarietà verso la squadra siciliana e il suo presidente, per
dare prova di mia vera sicilianità.

Bene, la mia sicilianità credo di doverla dimostrare, esprimendo massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori Wind Jet, che hanno perso il loro lavoro, per il crack della azienda di Pulvirenti presidente del Catania calcio.  - juworld.net - JUWORLD.NET  - 29 - 10 - 2012
                                        La Mafia di Berlusconia -Bruzi-Longobardi-Siculi

venerdì, novembre 02, 2012

Antonio La Rosa: Lettera a Guido Vaciago - Tuttospor


                                                                             
Lettera "cordialmente chiarificatrice"

Egregio Dott. Vaciago, o se mi permetti la confidenzialità, Caro Guido,
le famose 140 battute di twitter, come correttamente hai detto, non sono sufficienti per chiarire al meglio opinioni su certi argomenti, per cui occorre maggiore spazio, che un social network non consente.

Premetto che non ho mai ritenuto e non ritengo (sarebbe offensivo per te e per voi tutti della redazione), Tuttosport un quotidiano filo juventus, nè pretendo sia questo il ruolo, anzi, io credo alla stampa imparziale e obiettiva nel raccontare i fatti, dunque non voglio che giornali sportivi di qualsiasi tipo facciano lavoro di fiancheggiamento della mia squadra, finirebbero con il raccontarmi una realtà diversa e annebbiarmi la vista.

Ma purtroppo questo NON E’ IL METODO DEL NOSTRO GIORNALISMO, SPECIE QUELLO SPORTIVO, DATO CHE OGNI REDAZIONE DI QUOTIDIANO O DI EMITTENTE TELEVISIVA, SEMBRA COMPOSTA DA ULTRAS PESCATI NEI POSTI PEGGIORI DELLE TIFOSERIE LOCALI.

E dunque, siccome il grosso dell’informazione sportiva è tra Milano e Roma, le redazioni che contano sono fiancheggiatrici, quasi sempre, degli interessi delle società calcistiche milanesi e romane.

Ammetto pure che fino al 2006, tranne qualche caso isolato, al fogliaccio rosa milanese, o al Corriere di Trigoria-Formello-Castel Volturno, si cercava di mimetizzare, ogni tanto, il loro collateralismo alle società milanesi e romane; poi, partito l’ordine di dare addosso alla Juventus, questi giornali, Sky, Mediaset, Rai, sono soprattutto diventati bollettini di guerra antijuventina (ricordi il maggio - giugno 2006, si parlava solo di calciopoli, dimenticandosi che si eleggeva un Capo dello Stato e un nuovo governo?).

Orbene, in questo contesto di ostilità aprioristica verso la Juventus, Tuttosport è stato visto da noi juventini come l’unico organo di informazione che potesse quantomeno raccontare una versione diversa dei fatti, senza piegarsi al pensiero unico imperante di Sua Santità Rossi Guido e dei conclave di congiurati che l’aveva nominato commissario FIGC.

Opera che è stata spesso fatta in maniera proficua, il racconto del processo di Napoli, fatto da Tuttosport, ha consentito di conoscere anche ai non addetti, cosa davvero accadeva in quell’aula giudiziaria, e cosa veniva occultato dai vari Galdi, Mensurati, Foschini e soci.

Ma opera che spesso si è rivelata insufficiente, dato che, quando il fronte della disinformazione è così forte e capillare, si deve fare "controinformazione" in maniera ancor più incisiva, come dire "rompere" il muro di gomma che vuole imporci una verità preconfezionata. Ecco, quando sostengo che alle artiglierie pesanti degli altri, ci pare di vedere Tuttosport replicare con i temperini e quasi con timore, intendo proprio questo concetto.

Il titolo di lunedì mattina, in prima pagina, correttamente, racconta l’errore di Maggiani, ma minimizza quanto accaduto altrove, e dunque sembra allinearsi a quel pensiero unico, per cui unico vero scandalo della domenica è quello che ha coinvolto il Catania contro la solita Juventus.

Costava molto invece mettere in evidenza TUTTO QUANTO ERA SUCCESSO NELLA GIORNATA CALCISTICA?

E’ il limite, a mio giudizio, della stampa torinese, che vuole proporsi al lettore con criteri direi "anglosassoni", dimenticando però che siamo in Italia, dove spesso occorre urlare per farsi sentire, e soprattutto urlare più forte per tentare di far conoscere la verità che altri vogliono occultare.

Bene, in questo contesto, nessuno vi chiede di schierarvi, o di condurre guerre contro chiunque, le guerre, in questo caso, dovrebbe semmai deciderle e condurle la società Juventus, il suo canale tematico, e se non le fanno loro, ancor meno chi come Tuttosport non dipende e non deve dipendere da nessuno.

Ma cercare di non dimenticarvi che in fondo siete il quotidiano di riferimento di una tifoseria che non vuole più leggere e sopportare passivamente le imposture milanesi in salsa rosa, o condite con sugo all’amatriciana, e se il quotidiano diretto dal vostro ex direttore, milanese a Milano, torinese a Torino e romanista a Roma, parla di scandalo al cibali, perchè

Tuttosport non deve aprire con "Scandaloso al Meazza" con la foto del netto fuorigioco di Abate? o magari, la volta precedente, con il netto rigore negato proprio al Catania, che però stranamente non ha indignato Pulvirenti?

Non è guerra questa, al contrario, è far capire che se una cosa è scandalo a Catania, lo è pure a Napoli, a Roma, a Milano, a Firenze; o se dal 2006 il calcio è pulito, lo è anche adesso che non si vince a Milano.

Era questo che volevo rappresentarti, e chiederti: che Tuttosport cominci ad usare anche toni diciamo "forti", quando c’è la necessità di ristabilire la verità di fatti e correggere interpretazioni altrui distorte o faziose.

Ultima cosa: a suo tempo ti segnalai la vicenda Infront Italy, advisor della Lega Calcio per la vendita dei diritti televisivi del calcio in Italia e all’estero, prima all’epoca di Galliani, e successivamente con Beretta: società d’area Mediaset ben ramificata ovunque, oltre che società che gestisce il marketing e i diritti estero per competizioni diverse dal campionato, di (prendi nota) Milan, Lazio, Genoa, Cagliari e Palermo.

Fermo restando che non si comprende la necessità di un advisor, ti suggerisco di approfondire la storia, magari potresti anche scoprire il perchè l’informazione calcistica italiana viene fornita in un certo modo, e, tra le tante cose, il perchè mai nessuno pone domande scomode a Galliani ...
Cordialmente

JUWORLD.NET - 29.10.2012
http://www.juworld.net/articolo.asp?id=19307


AUGURI VECCHIA SIGNORA-JUVENTUS

                                                       I CREATORI DEL MITO-JUVENTUS



                                                          STORIA DI 115 ANNI DI GLORIA