giovedì, maggio 17, 2018

17 MAGGIO 2018 IL GIORNO DEL CAPITANO: GIANLUIGI BUFFON DICE GRAZIE JUVENTUS, E' RINGRAZIA E SALUTA IL SUO POPOLO

CONFERENZA STAMPA BUFFON, CON IL PRESIDENTE ANDREA AGNELLI.

Introduceil Presidente Andrea Agnelli: 
"Buongiorno a tutti. Buongiorno anche al vicepresidente Nedved, al direttore Paratici e a Giorgio Chiellini, che sono qui con noi oggi. Trovare le parole è stato sicuramente molto difficile, quindi preferisco iniziare da qualche numero, che sono numeri davvero incredibili. In Serie A, Gigi ha giocato 639 volte e 284 volte, cioè, il 44% sono state 'clean sheets, vuol dire che con Gigi in porta, in una partita su due non si subisce gol. Giustamente ha il record di imbattibilità,. 974 minuti e per 80 volte è stato Capitano della Nazionale su 176 presenze, anche questo è un record. Ha vinto 11 campionati in Serie A, un campionato di Serie B, 5 Coppe Italia, 6 Supercoppe Italiane, una Coppa Uefa, un Campionato Europeo Under 21 e soprattutto è un Campione del Mondo con una Coppa del Mondo. Questo vuol dire 26 trofei in 22 anni di carriera, vuol dire che con Gigi ogni anno almeno un trofeo si porta a casa. E' una persona altruista, è carismatico, è ambizioso, è timido, è leale, è trasparente, è sincero, è onesto, è un amico, è il Capitano. E' stato in Paradiso, è sceso all'Inferno ed è tornato in Paradiso. Questo insieme a Nedved, Trezeguet, Del Piero, Chiellini e Camo, a cui noi, gente della Juve, saremo eternamente grati. Il 2017-18 è stato un anno lungo e logorante, Gigi credo se lo aspettasse sicuramente diverso e nella sua testa, nella nostra, c'era sicuramente quello di andare in Russia per giocare il sesto Mondiale e diventare l'unico giocatore ad aver disputato sei Mondiali, invece il 2017/18 ci ha riservato prima Italia-Svezia, poi un  infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per parecchio tempo, ha visto così sfumare il record di presenze in Serie A, si è visto concedere un rigore contro al 93' a Madrid, che ha visto sfumare la possibilità di vincere la Champions League e qui allo stadio si è visto segnare un gol 90' da Koulibaly che faceva o poteva far presagire di perdere lo Scudetto. Ma poi, come tutti sappiamo, Gigi è stato in porta all'Olimpico per la quarta Coppa Italia consecutiva, e quattro giorno, sempre all'Olimpico, ha portato a casa il settimo Scudetto consecutivo. E questi sono numeri pazzeschi dal mio punto di vista. Quest'anno Gigi, esclusi i familiari, è stata la persona che ha frequentato casa mia più assiduamente, ci siamo confrontati e tutte le decisioni sono sempre state condivise. Gli eventi di quest'anno che ho appena raccontato, non  possono e non devono far cambiare quella che è una programmazione di lungo periodo per la Juventus. Quindi, quello che noi sappiamo oggi è che Tek, Szczesny, difenderà la porta della Juventus l'anno prossimo, il cui ultimo guardiano è stato appunto il Capitano. Ma una porta che prima di Gigi ha visto, è stata difesa, da gente come Zoff, da gente come Sentimenti IV, come Peruzzi, come Tacconi. Gigi ha al momento proposte, sia per ruoli fuori dal campo, come si chiamano nel gergo, nel nostro mondo, e anche proposte per continuare a giocare. Gigi sa che ha il mio pieno supporto qualsiasi sarà la decisione che prenderà. Oggi io ci tengo a dirgli soprattutto una cosa: grazie, veramente grazie di cuore per questi 17 anni straordinari e ti prego goditi lo Stadium sabato, così come lo Stadium si godrà te, fino alla fine. Grazie Gigi. Buffon commosso,

Parla Buffon:
"Bene, dopo questa introduzione, volevo sicuramente ringraziare il Presidente, che a parte il ruolo istituzionale che ricorpre in Juventus, per me è realmente un qualcosa di più, perchè in questi anni abbiamo sviluppato veramente un rapporto unico diu vicinanza, di condivisione e posso anche dire di amicizia, magari allargandomi. Però è così, i fattori che hanno fatto sì che tutto ciò accadesse, penso siano quella dell'onestà, della lealtà e della lotta feroce all'ipocrisia. E questo secondo me è un comune denominatore che ci ha unito in tutto. Il fatto che lui sia presente insieme all'alta dirigenza della Juve, al mio procuratore, a Luca Casassa e a Giorgione Chiellini, che prenderà giustamente e meritatamente i gradi di Capitano, per me è un grande onore, un grande piacere. Mi fa piacere veramente che siate venuti anche voi, perchè alla fine non dico che siate un male necessario, ma siete necessari anche voi, perchè avete un ruolo importante anche per veicolare determinati messaggi e al netto delle polemiche, delle incomprensioni, io devo dire grazie anche a voi, e lo dico non perchè è un fatto dovuto, ma perchè è un fatto sentito. Detto questo, volevo fare un sunto di questa che è una giornata sicuramente particolare per me, è una giornata ricca chiaramente di emozioni, ma ci arrivo con tanta serenità e anche con tanta felicità e appagamento. Questi sentimenti sono figli secondo me di un percorso straordinario e bellissimo, che ho avuto la fortuna di poter condividere con tante persone che mi hanno voluto veramente bene. E questo bene l'ho percepito giorno dopo giorno e per questo bene ho lottato e ho cercato di fare del mio meglio. Detto questo, cosa posso aggiungere: che sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus e credo sia il modo migliore per finire questa grandissima avventura, finirla con altre due vittorie veramente importanti e finirla con la vicinanza e l'accompagnamento di Andrea, tutti quanti e il popolo juventino. La mia paura era di arrivare alla fine della mia avventura con la Juve, da sopportato o da giocatore che aveva fuso il motore. Posso dire che non è così e sono veramente orgoglioso, fino a 40 anni, fino a sabato, di aver potuto penso esprimere non dico il mio meglio, però di aver espresso sempre in campo delle prestazioni all'altezza del mio nome e all'altezza del nome della Juventus. Per me questa è la più grande gratificazione, ed è per questo che arrivo a questo saluto veramente sereno e veramente felice perchè non è scontato per uno sportivo essere così longevo e allo stesso tempo performante. Voglio concludere ringraziando veramente la Juventus e la Famiglia Juventus, perchè io credo che la Juve abbia preso all'epoca nel 2001 un talento straordinario - probabilmente sono di parte - però devo anche dire che se questo talento si è tramutato in campione è perchè la Juve ha fatto sì  che ciò accadesse, perchè mi ha fatto fare un ulteriore step in convinzione, in mentalità in consacrazione. E ho la totale convinzione che se a 40 anni sono ancora qua e sto in campo in questo modo è solo merito della Juve, della sua mentalità e dell'approccio che è totalmente diverso da tutte le altre parti del mondo. E io questa filosofia l'ho fatta mia e sono sicuro che la userò e la adopererò in futuro anche nel dopo calcio, se dovesse servire, perchè è l'unico modo che conosco per arrivare a dei risultati ed arrivarci con la felicità di aver sofferto, aver speso, essersi dannati, aver gettato veramente il cuore oltre l'ostacolo. E questo al di là dei soldi, della notorietà, delle coppe, è stato il più bell'insegnamento che mi ha dato la Juventus e la ringrazierò di tutto, per sempre (Gigi abbraccia Agnelli e partono le domande dei giornalisti, ndr)".

*Cosa farà Buffon? Che progetti hai per il futuro?
BUFFON: "Guarda, cosa farò... sabato giocherò una partita e questa è l'unica cosa certa che so di fare. Con Andrea, essendoci un dialogo continuo, è a conoscenza di tutto quello che sta accadendo intorno a me, anzi, è un consigliere del quale non voglio privarmi assolutissimamente. Fino a 15 giorni fa, era acclaratamente risaputo e certo che avrei smesso di giocare, adesso penso che sono arrivate delle proposte e delle sfide stimolanti, sia in campo che fuori dal campo. E la più importante, quella fuori dal campo, me l'ha fatta pervenire proprio il qui presente Andrea. E credo che dopo questi tre giorni, che saranno da qui, a sabato, a domenica, pregni e densi di emozioni, credo che la prossima settimana, dopo due-tre giorni di riflessioni, in modo sereno, prenderò la decisione definitiva e la decisione certa, che alla fine sarà quella di seguire un po' ciò che urla la mia indole e la mia natura".

*A parte il gol di Koulibaly e il rigore di cui ha appena parlato il Presidente, c'è stato un momento quest'anno in cui hai detto: non ce la facciamo. Lo Scudetto, la Coppa Italia, quest'anno qualcosa va storto...
BUFFON: "Beh, sai, quest'anno è stata un'annata veramente snervante, è stata un'annata stancante dal punto di vista emotivo, anche perchè è cominciata troppo presto, perchè di solito le emozioni più forti le stagioni le riservano da marzo in poi. Quest'anno io, insieme a Giorgio e a tanti altri ragazzi ci siamo fatti carico di un peso enorme, quello del fallimento del Mondiale. E poi è stata sicuramente una stagione con dei bassi clamorosi e inaspettati e dei picchi incredibili. E tutto questo ha fatto sì che anche la razionalità talvolta venisse meno. Ed è innegabile il fatto che qualche perplessità, per quanto riguarda lo Scudetto, dopo Juve-Napoli c'era. Perchè dovevamo capire se eravamo ancora noi, se fossimo riusciti ancora a ricompattarci, a riprenderci, a dare le ultime botte, oppure, se magari questa sensazione di esserci dissolti e disuniti si sarebbe protratta anche nel finale di stagione. Invece penso che per l'ennesima volta abbiamo dato una risposta incredibile".

*Ho visto due parate a Roma in Juve-Milan che hanno messo in evidenza un fatto, una discrasia, tra l'età anagrafica e quella fisica. Mi sto domandando se con un anno in più avrebbe superato qualche altro record, perchè è evidente che  il portiere Buffon, ancora come integrità fisica, come capacità di reazione, è ancora fisicamente integro nonostante l'età. Pensa di lasciare la Juventus più forte di sempre?
BUFFON: "Un altro anno ancora, ho detto che la prossima settimana sarà la settimana delle decisioni definitive. Decisioni che non cambieranno il mio umore, il mio stato, perchè io nella mia testa, come avevo detto al mio Pres, come ho detto prima, fino a 15 giorni fa, ero un ex giocatore e quindi lo aveva accettato con la massima serenità. Quindi qualsiasi cosa dovesse capitare continuerò ad essere felice e sereno, perchè per me l'importante era non intaccare, macchiare, questa mia vita, questa mezza vita, visto che ho 40 anni, con Juventus, e deludere le aspettative loro e delle persone che hanno creduto concretamente con i fatti in me. Per quel che concerne il discorso se potevo continuare o no, avendo fatto mio il modus operandi e ragionandi della Juve, e avendo condiviso insieme, per tutto l'anno, le nostre impressioni, io sono fermamente convinto che la Juve, essendo una società seria, debba programmare il futuro,  e io che sono stato giocatore per quasi 20 anni e giocatore per 7-8, sono il primo che lo capisce, sono il primo che ho pensato che fosse giusto continuare così, anche perchè per me, come ho detto prima, l'importante era finire nel miglior modo possibile, e questo era l'unica cosa che mi interessava. Poi non scordiamoci che la juve ha un portiere di un valore eccelso perlomeno quanto il mio, e ha 13 anni in meno di me. La Juve più grande di sempre non lo posso dire perchè probabilmente mancherei di rispetto non dico a quelle che ha vinto più di noi, però qualcosa di più importante di quello che abbiamo vinto noi. Probabilmente che sia la Juve più solida, più testarda, più continua, probabilmente sì, perchè lo dicono i risultati e tutti questi anni di successi ininterrotti".

*Tra le proposte è da escludere categoricamente l'Italia o ci può essere l'opzione romantica? Sappiamo del tuo tifo per Genoa...
BUFFON: "No, guarda, per l'Italia non se ne parla, ci poteva essere, ma sono cose romanzate, sogni di bimbo, un ritorno al Parma, ma niente di più".

*Ci sono stati anche dei momenti duri nella tua carriera. Quanto sei orgoglioso di quello che hai fatto dal 2010 in poi? Quando con quella operazione alla schiena in molti pensavano che Buffon fosse finito. Si diceva andrà via dalla Juventus- E' stato quello il momento più duro?
BUFFON: "No, quella è stata la svolta, la svolta mia, nel senso che in un momento nel quale tutti, giustamente - non è che fossero illazioni - pensavano che Buffon avesse finito la sua grande carriera, ho deciso dentro di me, ho trovato dentro di me, ho trovato anche grazie a loro, la forza per dire io voglio che questa grande carriera diventi unica. Però per farlo, c'è da darci sotto, da darsi da fare, da voler ancora soffrire, sudare, lavorare, anche se ho 32 anni, anche se ho vinto un Mondiale e ho già fatto tante cose. E questo tipo di sfida e questo tipo di obiettivo hanno fatto sì che adesso, a distanza di 8 anni, siamo qua con tanti trofei in più vinti, anche grazie ai miei compagni e con tanta soddisfazione in più rispetto a 8 anni fa. E all'epoca era impensabile anche per me, però sono una persona che si nutre di ambizioni e di sogni. E per me la vita, l'essenza della vita, è quella, trovare una sfida, che poi non importa se la vinci o la perdi, è la bellezza di battersi per questa sfida, è lì che sta l'essenza dello sportivo e della vita stessa".

*Qual è il sentimento prevalente? Totti l'anno scorso si è aperto, ha parlato anche di un sentimento di paura, volevo sapere  se c'è questo sottofondo.
BUFFON: "Il sentimento è una grande gratificazione, cioè l'essere gratificato per sentire questa vicinanza da parte della società, dei miei ex compagni e delle persone vicine a me. Poi per il futuro devo dire la verità, è un'incoscienza, forse sono un'incosciente, ma non ho paura, non ho paura, se non quella giusta, una cosa moderata, come penso possa capitare a tutti nel momento in cui  si prospetta un cambio di vita e di abitudini. Ma come ho detto prima, vivo per queste cose, vivo per levarmi anche da delle zone di comfort e andarmi anche a misurare in avventure più complicate che non conosco. Questo secondo me è un modo per formarsi anche maggiormente e pesarsi. E le sfide non mi hanno mai fatto paura e mi hanno sempre stimolato".

*Una domanda al Presidente. Prima Gigi ha detto che l'offerta più interessante l'ha ricevuta da te. Volevo sapere se puoi darci qualche particolare in più.
AGNELLI: "Abbiamo ragionato su quello che può e deve essere un percorso lontano dal campo di gioco come giocatore, qualunque sia il ruolo che uno deve andare ad assumere, passa attraverso una seria formazione, questo vale per le persone che vengono dall'Università ed entrano nella nostra società, così come vale per gente che lascia il campo e viene in società. Quindi l'inizio è stato quello di prospettare un anno di seria formazione per avere competenza e consapevolezza del significato di gestione di un club a 360°. Da lì, fatto questo passaggio, si può capire qual è la direzione più giusta, nel caso specifico per Gigi, ma questo vale per i dipendenti di una qualsiasi società".

*E Gigi quale mestiere immagina per se stesso? L'ipotesi di continuare con il calcio varrebbe anche per la Nazionale? O tra 10-15 giorni darai l'addio anche a quella?
BUFFON: "Per quel che riguarda il fuori campo, penso che innanzitutto un periodo di formazione e di presa di coscienza di quel che vuol dire stare all'esterno del prato verde e quindi stare in società, significa anche vagliare e capire quelli che possono essere gli interessi predominanti. Quindi il tipo di indirizzo specifico da prendere. Per quel che riguarda la Nazionale, io ho detto che se Buffon era diventato un problema 3 mesi fa, non oso pensare cosa possa esserlo tre mesi dopo, quindi poi ipoteticamente sei mesi dopo, un anno dopo, diventerebbe un qualcosa di estremamente complicato da gestire, un qualcosa dal quale voglio tenermi lontano, perchè non penso di meritarlo. E poi penso che la nazionale abbia già dei grandi e giovani portieri che hanno bisogno di fare le loro esperienze".

*Credo che abbiamo capito la ragione per cui tu lasci la Juventus, l'aveva spiegato il Presidente, avevate stabilito una linea e non si transige. Ma cosa ti devono offrire per continuare a giocare? il club che ti contatterà e ti ha contattato, cosa ti deve offrire? La possibilità di vincere quella cosa che non sei riuscito a vincere? O fare un'esperienza diversa?
BUFFON: "No, assolutissimamente, si va in base a percezioni, a ciò che ti trasmette l'importanza che puoi avere in un certo progetto, gli stimoli che potresti avere e quindi anche il mio stato di forma fisico. Sono tante riflessioni che io devo fare, senza lasciarmi condizionare dall'impeto e dall'esaltazione del momento. Sicuramente non sono uno, come dicevo tanto tempo fa, che vuole o che sia giusto, andare a finire la carriera in chissà quale campionato di terza e quarta fascia, perchè sono un animale da competizione e sinceramente in quel contesto non potrei vivere e non mi sentirei a mio agio".

*Qual è l'orgoglio di un ragazzo che nel momento in cui cambia vita, si sente abbinato alla Fifa, alla Figc, alla Juventus... quindi significa aver costruito delle cose oltre i pali. Cosa ti dà questo stato d'animo?
BUFFON: "E' un qualcosa che sicuramente mi inorgoglisce, ma per il tipo di carattere che ho non voglio mai delle delusioni a chi ha fiducia in me, quindi il giorno in cui avrò la certezza di intraprendere un altro ruolo lo vorrò fare con la pienezza di quelle che devono essere le conoscenze del caso e svolgerlo nel migliore dei modi perchè sento molto forte in me il senso del dovere e della responsabilità, soprattutto la responsabilità di tradire gli altri e la fiducia degli altri".

*Che stato d''animo hai aspettando la decisione della UEFA su quanto successo a Madrid?
BUFFON: "Per quella che potrebbe essere una squalifica per il dopo Madrid penso sia anche giusto. In campo io credo che l'arbitro abbia decretato un'espulsione che a oggi non ho ancora compreso e con l'onestà intellettuale del caso credo che anche voi più che focalizzarvi sulle mie dichiarazioni dovreste porre un interrogativo su un'azione che non trova un riscontro coerente. Per quello che ho esternato fuori dal campo, l'ho detto qualche giorno dopo, è evidente che abbia trasceso e di quello ne sono estremamente dispiaciuto perché in 23 anni di Champions League non sono mai stato né espulso né squalificato, per cui penso anche di aver avuto sempre una condotta educata e sportiva con tutti. Era sicuramente una situazione particolare e a distanza di giorni ho detto che il Buffon di quella sera con i sentimenti e l'animo dilaniato di quella sera, non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni, come ho detto anche ai vostri colleghi delle Iene, è chiaro che mi è dispiaciuto aver offeso l'arbitro. Perché l'arbitro fa un lavoro difficile, ma se l'avessi visto dopo due giorni l'averi abbracciato chiedendogli scusa, ma conservando il mio pensiero. Ma niente di più, non porto rancore e sono molto sereno in una situazione normale".

*Se giocherai all'estero la prossima stagione, il futuro da dirigente alla Juve resta un pensiero?
BUFFON: "Che la Juve per me rappresenti famiglia penso sia sotto gli occhi di tutti. Che io possa essere onorato di essere percepito come uno della famiglia in questi anni e in queste ultime ore credo che Andrea me lo abbia fatto sentire con tanta forza. La Juventus è una società che programma il futuro e il suo futuro è come il presente e come il passato: vincente. Se un giorno dovrò essere considerato un elemento sul quale fare affidamento perché posso spendermi e posso dare qualcosa alla causa è chiaro che per me la Juve ha la precedenza su tutto. Però non deve essere un'imposizione o qualcosa che devo sentire di diritto perché la Juve con me è pari. Mi ha dato talmente tanto che un qualcosa in più sarebbe un ulteriore gesto di generosità nei miei confronti".

*Hai mai pensato a un futuro totalmente lontano dal calcio?
BUFFON: "Sì, rianalizzando la stagione mi sono dimenticato un dettaglio da non sottovalutare. È stata un'annata faticosa ed emotivamente febbraio e marzo per me sono stati molto complicati. L'elaborazione del lutto di smettere di giocare ti appesantisce e ti tocca dentro, però poi da aprile sono tornato ad essere leggero, fiducioso e felice come lo sono stato nei giorni migliori. E tutto questo, come dicevo prima, grazie all'appoggio di tutte le componenti. E in quel periodo, in questo periodo, ho pensato anche col presidente che se dovessi smettere di giocare probabilmente anche sei mesi sabbatici non mi farebbero male anche per far decantare il tutto e poter ripristinare una situazione sentimentale normale che in questo momento è presa un po' d'assalto da quello che sta accadendo".

*Hai spesso detto che ti mancava un'esperienza in Premier. Questo fattore può spingerti in quella direzione?
BUFFON: "Giusto che il vostro mestiere vi porti a queste domande. Ho ricevuto qualche proposta molto interessante, in campo e fuori campo. La prossima settimana, a bocce ferme e in una situazione emotiva tranquilla deciderò il meglio per me. Ora fare totosquadre o totocampionati non ha senso. La cosa importante è che se decidessi di continuare è perché avrei ancora l'ambizione di lottare per grandi traguardi, perché come ho detto prima è l'unico modo che ho di concepire lo sport che forse è anche un limite".

*Qual è l'eredità più grande che pensi di aver lasciato a Szczesny?
BUFFON: "Lui secondo me è un ragazzo estremamente intelligente. Fin dal primo giorno, a parte l'aspetto tecnico di campo, era anche incuriosito da come si sta in uno spogliatoio come quello della Juve. A parte me ha avuto tanti esempi da cui attingere e capire cosa voglia dire stare alla Juve. E parlo di Chiellini, Barzagli, Marchisio, Khedira, Lichtsteiner. tutti quelli che in questi anni hanno fatto tanto per la Juve, sempre grazie alla Juve".

*Cosa ti aspetti da sabato? Come vuoi viverla?
BUFFON: "Voglio viverla normalmente come sono abituato a fare io per i grandi eventi. Non chiedo niente se non quello che già mi è stato dato: rispetto, stima, affetto, il sentire che sono stato sempre percepito come uno della Juve e uno da Juve. Per me questa è la più grande vittoria, poi per le celebrazioni non sono un soggetto adatto. Già da bimbo mi scocciava fare il compleanno per non essere al centro dell'attenzione, figurati sabato quando sarà un po' più al centro. Quello è un qualcosa di più, ma come dico sempre alle persone va fatto sentire il rispetto, l'affetto e la stima quando sono in vinta, non quando sono morte. tutto quello che c'è stato fino a sabato sarà quello che mi porterò dietro anche con grande gelosia. Di altre manifestazioni non ho bisogno, perché no ho già avute tante".

*Hai mai pensato a un futuro da vice?
BUFFON: "Con Andrea abbiamo parlato di tutto, però come dicevo prima un giocatore come me che si è sempre professato juventino e ha sempre sottoscritto con forza il modo di pensare e programmare della Juve, secondo me è cosa buona e intelligente, visto che sono stato anche capitano di questa squadra, capire quando è il momento. Anche perché la Juve ha un portiere che vale me e ha 13 anni in meno di me. La mia presenza lo porterebbe a ricevere paragoni inutili  che metterebbero in disagio anche me. E io per la Juve non posso vivere situazioni di disagio. È talmente normale e la fine è stata così bella e condivisa che più di così cosa posso volere? Mi sento una persona fortunata e sono onorato di essere stato accompagnato da compagni, amici, superiori e colleghi".

*Pensando a sabato ci sono similitudini con il ritiro di 7 anni fa di Del Piero. Quello sembrava l'inizio di un ciclo, sabato si chiude un ciclo?
BUFFON: "Sarebbe grave. Se pensassi una cosa simile significherebbe che non avrei capito nulla della Juve e avrei speso male questi anni. La Juve prima di me ha avuto tantissimi grandi portiere. Se io avessi solo la minima presunzione che la Juve senza di me finirebbe un ciclo sarei da rinchiudere. L'unica certezza che ha un tifoso della Juve è la famiglia. Una famiglia che è 95 anni che guida questa squadra con tali risultati ha una forza data dai risultati pazzesca. Io sono stato una  parte importante, ma piccola di questa storia. La Juve programma con anticipo, sapeva che sarebbe arrivato il mio addio e non si fa trovare impreparata e continuerà a vincere come quando c'ero io e magari anche di più perché quei traguardi importanti arriveranno ne sono certo".

*Cosa ti senti di dire a Chiellini?
BUFFON: "A Giorgio non posso dare consigli. Con lui abbiamo vissuto in simbiosi per 13 anni nello spogliatoio e in campo. Sappiamo perfettamente, abbiamo sviluppato con esperienza la modalità con cui si arriva ai risultati. E Giorgio incarna alla perfezione quello che deve essere il capitano della Juventus. Posso solo fargli un in bocca al lupo speciale e sincero, perché tra i traguardi che ho raggiunto c'è anche quello dell'imbattibilità. Se pensassi che la Juve senza di me non vince, sarei da rinchiudere, così come se pensassi che quel record sia solo merito mio. Di quel record io valgo un ventesimo e devo ringraziare Giorgio e tutti. Grazie di cuore Giorgio, sono sicuro che non mi farà rimpiangere".

*Il 4 giugno sarai in campo con la maglia azzurra per Italia-Olanda?
BUFFON: "No, non ci sarò. Come ho detto poc'anzi la Nazionale è un'altra parentesi che ha caratterizzato il mio percorso e la mia vita calcistica e le persone che hanno composto la dirigenza e la squadra il meglio di loro me l'hanno dato mentre combattevamo per i risultati. non ho bisogno di altri attestati di stima, affetto e celebrazioni varie. Le persone, come ho detto prima, vanno celebrate, come ho detto prima, da vive e non da morte, se si ritiene lo meritino".

*Hai sentito Casillas, che ha vissuto un'esperienza simile?
BUFFON: "No, non l'ho sentito, ma secondo me è una situazione un po' diversa secondo me. Qui hai persone che realmente, empaticamente ti sono vicine e pensano che quello che accadrà da sabato sarà più giusto per tutti. Iker con il Real non so come si sia lasciato e non so quali fossero le volontà delle parti".

*Chiude il Presidente
AGNELLI: "In questo calcio globale, le bandiere esistono. Gigi lo è, e passa il testimone a uno come Giorgio che ha 13 anni di Juventus. Il suo lavoro è il 20 per cento del lavoro della nostra famiglia. E ha vinto il 30 per cento dei trofei. Si merita l'applauso di tutti noi. Anche il vostro".
(trascrizione integrale  Edoardo Siddi e Giulia Borletto Tuttojuve.com, a cui va il nostro Grazie).
IL CAPITANO SALUTA IL SUO POPOLO


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