Riccardo Viola, ha confessato che l'arbitro del match, il belga Vautrot, venne comprato da suo padre,
mediaset, Riccardo Viola, l'arbitro belga Vautrot, venne comprato da mio padre,
"La Roma pagò l'arbitro del Dundee". Il figlio di Viola si confessa alla Tribù - 17/03/11
"Che la Roma abbia dato a un intermediario 100 milioni per l'arbitro Vautrot è vero ed è un fatto vergognoso: però voglio ricordare che lo scandalo lo fece uscire Dino Viola per smascherare il colpevole e la Cupola del calcio. Una denuncia, insomma". Chi parla così, da testimone oculare di tutta la vicenda, è Riccardo Viola, figlio del presidente della Roma Dino, che ai microfoni della 'Tribù del Calcio' rievoca lo scandalo legato a Roma-Dundee del 25 aprile 1984, semifinale di Coppa dei Campioni, con i giallorossi che rimontano lo 0-2 dell'andata, vincono 3-0 e si qualificano per la finale (poi persa ai rigori contro il Liverpool).
Per la cronaca: la Corte Federale, nel febbraio dell'86, assolse tutti i protagonisti di quello scandalo, ma solo per sopraggiunta prescrizione e specificando di "aver riscontrato un comportamento gravemente censurabile messo in opera dall’ing. Viola. Non può quindi dichiarare caduta l’incolpazione contestata ai signori Landini e Viola in merito al passaggio della somma di 100 milioni".
Per la prima volta dopo 27 anni Riccardo Viola, a quei tempi giovane dirigente giallorosso, ricorda quel che successe nei giorni precedenti la partita. "Arriva il signor Landini, manager del Genoa, parla con Viola e gli dice: Vautrot è un amico e attraverso un altro mio amico si può arrivare a lui. Ma bisogna dare all'arbitro 100 milioni. Noi rispondiamo: che sicurezza abbiamo che Vautrot prenda questi soldi?". Ci si accorda per un segnale convenzionale che avvenga alla vigilia del match: "Noi organizziamo una cena con l'arbitro e chiediamo un segnale che effettivamente dimostri che qualcosa di vero in tutto questo c'è. Nel corso della cena arriva un cameriere che si rivolge all'arbitro e dice: 'Il signor Vautrot al telefono'. Quello era il segnale. Quando Vautrot dopo essersi assentato ritorna al tavolo, ci dice: 'Ha chiamato l’amico Paolo e mi ha detto di salutarvi'. Allora io mi alzo, chiamo papà e gli dico: 'essaggio arrivato'".
Riccardo Viola non esita ad ammettere che la consegna del denaro ci fu: "Tutto questo è stato fatto perché di fronte a una partita del genere dire di no non è facile. Tirarsi indietro poteva avere gravi ripercussioni". E alla domanda su chi fosse il misterioso Paolo amico di Vautrot e garante occulto dell’operazione, il figlio di Viola dice: "Chi fosse l'amico Paolo non l'abbiamo mai saputo. Papà domandava a tutti e in quel periodo c'erano solo due possibili Paolo, Casarin e Bergamo. Lui parlò con entrambi, ma finì che entrambi si accusarono a vicenda".
La puntata in onda sabato prevede altre tre grandi interviste: a Kalle Rummenigge, che ripercorre la sua carriera di fuoriclasse assoluto (2 Palloni d’oro nell'80 e nell'81) con particolare attenzione alla parentesi interista; Riccardo Zampagna, il bomber capace di segnare gol meravigliosi in rovesciata (e non solo); Simone Barone, il centrocampista campione del mondo a Berlino 2006 che oggi, a 32 anni, si ritrova inattivo e disoccupato. E molto altro ancora.
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