mercoledì, maggio 11, 2011

Una questione di dignità

                                                 Dignità? Chi non ne ha, non può inventarsela...                   
I dubbi che lo facciano apposta sono finiti da un pezzo ma certe conferme, la società, non ha mai smesso di fornircele. Al nono anno della ricorrenza che per Cobolli Gigli fu sinonimo di Manzoni e Napoleone, la dirigenza bianconera ha pensato di festeggiare con un video ad hoc. Per mancanza di risorse o svogliatezza del personale incaricato, la Juventus ha celebrato il 5 maggio con un servizio della Sanipoli.

Sì, avete letto bene, la stessa Francesca Sanipoli che a Napoli voleva costituirsi parte civile. La Francesca Sanipoli che raccontò al tribunale di aver promosso una causa per «dequalificazione professionale» poiché – sempre secondo il suo racconto – alla Rai la trattavano male non essendo persona gradita dalla Juventus. È evidente come oggi, dopo le sue accuse e la sua deposizione a Napoli, sia entrata finalmente nelle glorie della società presieduta da Agnelli. Ma le sorprese non finiscono qui...

Per mettere ulteriormente alla prova le coronarie dei tifosi, hanno pensato bene di far coincidere il rinnovo dell'ultimo contratto di Del Piero con questo giorno di festa. Pensiero gradito quanto il rinnovo stesso, non c'è dubbio. Il problema sorge dopo la firma, al momento delle interviste. Quando mancano tre giornate al termine della stagione 2010/11, il presidente della Juventus dichiara: «L’anno prossimo deve essere l’anno della riscossa», un proclama che vuole seguire gli esempi dei suoi “illustri” predecessori Blanc e Cobolli Gigli. All'interno dello stesso intervento, registra inoltre un apprezzamento per la frase: «L’anno prossimo voglio uscire dal nuovo stadio con un altro scudetto sul petto» che Del Piero gli avrebbe detto.
Il Capitano, che fesso non è, ha ironicamente chiesto ai giornalisti di dargli qualche anno in meno: «così finalmente quella stella che dice il presidente la prendiamo, se non il prossimo anno, gli altri anni». Perché, nonostante sia indubbio che la Juventus dovrebbe puntare a vincere tutto ogni anno, certe frasi dette nel clima d'elemosina creato da John Elkann sanno di presa per i fondelli.

È proprio Giòn a chiudere il cerchio, e la settimana, con poche frasi studiate a tavolino durante le famose quatto ore passate in sede a imparare come si pedala. Posto il correttivo sul termine “progetto”, ora diventato “piano”, ed esaurito l’amabile colloquio col direttore della Gazzetta, Giòn si è concesso ai giornalisti: «La Juve sta lavorando a un piano ambizioso che sosterremo, se ce n’è bisogno» … «È un piano che vuole essere ambizioso soprattutto come percorso che la Juve si vuole dare nei prossimi anni». Nella sostanza, lo stesso concetto espresso dopo l’assemblea di Exor, la tiritera che ripete ogni anno per guadagnare tempo illudendo la piazza. «Blanc, Cobolli Gigli e la società stanno creando qualcosa che regge. Abbiamo la grande occasione di far sì che la Juventus diventi una società in grado di sostenersi da sola, non un fuoco di paglia come purtroppo ce ne sono tanti nel calcio. Contiamo di entrare a regime in tre-cinque anni». Sono frasi del 2008, già dette nel 2007, che ci sono ripetute negli anni successivi, passando da un rilancio all’altro. Cinque anni di “fuochi di paglia” non sono bastati e ci stanno già introducendo nel sesto. Il rispetto per le persone, perché i tifosi sono persone prima che numeri da esporre in Lega, dev'essere un concetto troppo astratto per la famiglia Elkann.

Il 16 marzo del 2007, Candido Cannavò rese pubblico il contenuto di una conversazione dai toni “sentiti” avvenuta con Giòn. Il presidente di Exor fece quella telefonata alla Gazzetta perché «sono contento e volevo condividere con voi che ci avete seguito con tanta attenzione il piacere di un giorno importante», rivelando di aver azzerato la dirigenza bianconera per «una questione di dignità».

A maggio 2011, per «una questione di dignità», Elkann dovrebbe tornare ad affrontare il discorso “calciopoli”. Se la pensa ancora come nel 2006, rimproveri pure ai tifosi di non aver capito nulla e avvii le azioni di responsabilità verso quei dirigenti che ritiene colpevoli. Se ha cambiato opinione, invece, dica qual è la sua idea, promuova le azioni di responsabilità verso chi non ha tutelato la società e si batta concretamente riportando i due scudetti. Per rilanciare la Juventus basterebbe questo, un piano trimestrale; Elkann ha le capacità e la voglia di portarlo avanti? - 09/05/2011

di I. SCALISE
fonte: giulemanidallajuve.com

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