LA FONTE DEI MALI DELLA JUVENTUS
"gino palumbo&candido cannavo"nella tana di Sciacalli(la redazione)la gazzetta dello sport.
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CALCIOPOLI - FORSE NON TUTTI SANNO CHE...
Ci auguriamo che questo esercizio di confronto tra i fatti e le
interpretazioni dichiaratamente di parte juventina, finalmente
disponibili, con la versione propagandata negli anni dalla macchina
mediatica, possa farvi rendere conto quanto quest’ultima abbia
contribuito a creare nell’opinione pubblica il sentimento popolare
antijuventino, determinante, per stessa ammissione di un giudice, per
gli esiti della farsa dell’estate 2006
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Il goal di Turone conosciuto anche come “Er go’ de Turone” in Juventus-Roma 1980-1981
Torino, 10 Maggio 1981. Juventus e Roma si affrontano a tre giornate dal termine del campionato con la Juventus in vantaggio di un punto sulla Roma. A un quarto d’ora dalla fine sul punteggio di 0-0 l’arbitro Bergamo annulla una rete per fuorigioco al giocatore della Roma Turone.
Descrizione dei fatti
La Juventus gioca la partita decisiva con la Roma priva di Roberto Bettega squalificato.
Al diciassettesimo minuto del secondo tempo, l’arbitro Bergamo espelle il capitano della Juventus Giuseppe Furino per doppia ammonizione, lasciando la Juventus in 10 uomini per l’ultima mezzora di gioco.Nel 1981, la regola del fuorigioco, più volte modificata anche in tempi recenti, prevedeva che la posizione in linea fosse considerata irregolare.
Il calciatore della Juventus Prandelli, che potrebbe tenere in gioco Turone, si trova in elevazione al momento del passaggio e i suoi piedi non sono a contatto con il terreno: ciò ha reso più difficile stabilire, anche a distanza di anni e con l’ausilio dei mezzi televisivi, la reale posizione del calciatore e determinare la regolarità o meno dell’azione sulla quale non è stato ancora trovato un accordo unanime (su Internet si trovano versioni discordanti persino sull’esito del celebre test con il Telebeam, precursore della supermoviola di Biscardi); la Juventus vincerà il campionato con due punti di vantaggio sulla Roma
Nell’incontro Juventus-Roma del maggio 1981 si sono verificati due fatti da moviola importanti, uno dei quali ha favorito la Roma (espulsione di Furino dopo due terzi di gara), uno la Juventus (rete annullata alla Roma per fuorigioco).
Interpretazione juventina
La squalifica di Roberto Bettega è una squalifica che viene comminata sulla base di dichiarazioni di calciatori avversari relative a tentativi di combine mai provate, del tipo di quelle di Materazzi all’Olimpico di Roma il 5 maggio 2002 (prive di conseguenze seppure provate dalla lettura del labiale in TV),
e arriva a distanza di quasi due mesi dall’episodio contestato, al momento giusto affinché una delle tre giornate di squalifica venga scontata nella partita decisiva contro la Roma. L’episodio ricorda la squalifica di Ibrahimovic che obbligò la Juventus a disputare la sfida decisiva contro il Milan a San Siro dell’8 maggio 2005 senza uno dei suoi attaccanti più in forma.
In occasione dell’espulsione di Furino, l’arbitro Bergamo sembra avere interpretato il regolamento in maniera severa: c’è sempre un certo margine di discrezionalità nella distribuzione dei cartellini (ricordiamo tutti come questo argomento sia stato usato contro la Juventus nell’estate del 2006, spesso a sproposito), un arbitro che avesse voluto favorire la Juventus avrebbe benissimo potuto evitare di espellere Furino.
Il famigerato goal di Turone (Er go’ de Turone), regolare o irregolare che sia (non è stato ancora accertato), lo è per una questione di centimetri. Bergamo e il suo assistente Sancini sono stati bravissimi oppure hanno sbagliato nel giudicare un fuorigioco millimetrico* -
(Aggiunta su questo Blog il 26 febbraio 2013: ma a chiarire una volta per tutte l'episodio, ci penserà Carlo Sassi (l'uomo che all'epoca faceva la Moviola da lui inventata), chiamato direttamente in causa il 24 febbraio 2013 da Massimo De Luca conduttore del programma di Radiodue Rai "Circo Massimo", Sassi, dinnanzi a un interdetto Massimo De Luca (noto tifoso romanista e antijuventino viscerale, oltre a grande propagatore del "gol di Turone-Regolare"), ha affermato: "La moviola dimostrò che il gol era irregolare, che Turone era oltre Prandelli, poi però a Roma con un marchingegno particolare dimostrarono che invece non era in fuorigioco, il che non era vero".
Stranamente, quest'esplosiva dichiarazione era passata inosservata dalle testate nazionali, e da giornalisti che sulla bufala-gol di Turone c'hanno fatto la trentennale crociata antijuventina (roberto beccantini ha più volte affermato 'indirettamente', che Carlo Sassi ha detto una bugia!) ma poi qualcuno l'ha rilanciata su Internet e il caso è esploso.
Sassi, come andò?
"Noi che ci occupavamo della moviola, dato che solitamente all'epoca si disponeva di un'unica inquadratura (obliqua e dall'alto), sapevamo che quel particolare punto di vista (lo stesso da cui è stato immortalato il gol di Turone) falsava di parecchio - addirittura fino a due metri - la reale dinamica dell'azione. Se lei fa un esperimento a casa sua con una telecamerina può verificare di persona che con la prospettiva funziona così. Era quindi pacifico che quella di Turone fosse una posizione di offside, e il guardalinee della partita, giustamente, come tale la valutò, segnalandola a Bergamo che annullò la rete".
*La Roma perde un altro punto dalla Juventus nelle due giornate successive: la rigorosa analisi matematica ci dice che il goal annullato a Turone avrebbe significato spareggio e non scudetto alla Roma. Probabilmente ci sarà obiettato che le motivazioni per Juventus e Roma sarebbero state diverse nelle ultime due giornate e che, se il goal di Turone fosse stato convalidato, la Roma non avrebbe poi perso il punto di vantaggio. I fatti ci dicono che in diverse occasioni la squadra favorita si è vista sfilare lo scudetto dalle maglie all’ultimo tuffo conto ogni pronostico (Milan 1973, Roma 1983, Juventus 2000, Inter 2002), l’unico dato incontestabile è quello matematico.
Il rigore di Ronaldo in Juventus-Inter 1997-1998
Torino, 26 Aprile 1998. Juventus e Inter si affrontano a quattro giornate dalla fine con la Juventus in vantaggio di un punto sull’Inter. Al venticinquesimo del secondo tempo, sul risultato di 1-0 a favore della Juventus l’arbitro Ceccarini ignora un contatto in area di rigore Juventina tra Ronaldo e Juliano e nell’azione immediatamente successiva concede un rigore alla Juventus per fallo di West su Del Piero.
Descrizione dei fatti
Il regolamento del gioco del calcio prevede il calcio di punizione di seconda in area per fallo di ostruzione. Il commento a caldo dei telecronisti di Telepiù è di sorpresa per le esagerate proteste degli interisti: in particolare l’ex arbitro Chiesa, guardando il primo replay afferma: “Per me non è rigore”.
Il successivo rigore assegnato alla Juventus viene sbagliato da Del Piero e risulta ininfluente sul risultato finale. La Juventus si aggiudicherà il venticinquesimo scudetto con 5 punti di vantaggio sull’Inter.
Interpretazione Juventina
Il contatto tra Iuliano e Ronaldo, qualora considerato falloso, sarebbe classificabile come fallo di ostruzione, per il quale il regolamento prevede l’assegnazione di un calcio di punizione indiretto in area di rigore
Qualora invece fosse stato assegnato un rigore e se il rigore fosse stato realizzato, l’Inter avrebbe ottenuto un punto in più e la Juventus due in meno. La differenza tra le due squadre nella classifica finale sarà di ben cinque punti.
La matematica ci dice che il risultato della gara Juventus Inter risulta ininfluente sulla classifica finale, visto il notevole distacco tra le due squadre. Per una lettura più approfondita dell’episodio vi rimandiamo al relativo capitolo de “Il campionato dei piagnoni”.
Il goal di Cannavaro in Juventus-Parma 1999-2000
Torino, 7 Maggio 2000. La Juventus ha due punti di vantaggio sulla Lazio a due giornate dal termine e affronta in casa il Parma. A un minuto dalla fine, con la Juventus in vantaggio per 1-0, l’arbitro De Santis annulla un goal al difensore del Parma Cannavaro per fallo sul giocatore bianconero Kovacevic.
Descrizione dei fatti
Il calcio d’angolo dal quale scaturisce il goal annullato viene concesso per errore dell’arbitro De Santis. Dalle immagini rallentate, appare evidente che l’ultimo a toccare il pallone prima che superi la linea di fondo è il giocatore del Parma. Il calciatore della Juventus Darko Kovacevic cade in area e non riesce a contrastare Cannavaro.
La Juventus sarà sconfitta a Perugia la domenica successiva in una gara giocata in condizioni meteorologiche estreme. L’intervallo della partita di Perugia viene prolungato per 67 minuti, oltre i 15 previsti da regolamento.
Durante l’intervallo l’arbitro Collina, attuale designatore, comunica al cellulare
con interlocutori la cui identità non è mai stata rivelata
(sussurri e bisbigli fuori da Telecom, indicavano i nomi di "franco carraro & adriano galliani")
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Nel campionato 1999-2000 la Lazio schiera il calciatore Juan Sebastian Veron dotato di passaporto comunitario irregolare. L'irregolarità’ del passaporto di Veron è stata accertata da una sentenza penale per la quale sono state emesse sentenze di condanna per Maria Elena Tedaldi (un anno e tre mesi di reclusione), dipendente di uno studio legale di Buenos Aires, e Gianfranco Orsomarso (cinque mesi), impiegato del comune di Fagnano Castello (Cosenza). I due imputati - secondo il giudice - avrebbero materialmente preparato, tra l’Argentina e la Calabria, i documenti contraffatti utilizzati per il passaporto comunitario di Veron. Il tribunale, dichiarata la falsità degli atti, ne ha ordinato la cancellazione dagli uffici dell’anagrafe comunale di Roma.
Interpretazione Juventina
Un arbitro che avesse voluto favorire la Juventus non avrebbe certamente assegnato un calcio d’angolo inesistente al Parma a un minuto dalla fine dell’incontro. Il calciatore della Juventus Kovacevic, molto forte nel gioco aereo, sembra essere sbilanciato da Cannavaro, il fallo non è evidentissimo, ma ci può stare. -
L’arbitro potrebbe avere adottato un criterio molto fiscale nella valutazione del fallo su Kovacevic perché condizionato dal precedente errore nella concessione del calcio d’angolo.
La veemente campagna di stampa all’indomani della partita Juventus-Parma e le manifestazioni di piazza dei tifosi laziali (o spareggio o guerra) condizionano pesantemente l’esito dell’ultima giornata del campionato, che vede la Juventus impegnata in trasferta a Perugina.
Per la prima volta in assoluto nella storia del calcio italiano, l’arbitro Collina fa riprendere la partita Perugia Juventus dopo una sospensione di ben 82 minuti. Durante la lunga interruzione, l’arbitro Collina si consulta telefonicamente con un interlocutore mai reso noto...
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(ma che dopo, dagli spifferi della Telecom, uscì il nome di "Franco Carraro" presidente di banca Medio Credito, succursale di Capitalia, la Banca Romana del Boss Massone "Cesare Geronzi", e a seguire, dalla stessa fonte uscirono voci anche sui nomi di "Sergio Cragnotti & Adriano Galliani", per il legame con il su detto Banchiere Cesare Geronzi, vero dominus del calcio Italiano che controllava sette squadre, tra queste Lazio & Roma" - Per saperne di più sul perchè i suoi sicari [i giornalisti!] "demonizzarono" Moggi, Giraudo e la Juventus! Eccone una breve Biografia
Cesare Geronzi,il Massone che viene dal nulla,con il suo Braccio Armato nel calcio:Franco Carraro)
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...il sospetto è che la decisione di non sospendere definitivamente la gara sia stata politica piuttosto che tecnica. La regola per la quale i secondi tempi delle partite dell’ultima giornata devono iniziare in contemporanea viene violata, Lazio-Reggina riprende con largo anticipo rispetto a Perugia-Juventus.
Il secondo tempo della partita di Perugia si gioca su campo impraticabile.
Il goal annullato a Cannavaro risulta ininfluente sul campionato vinto dalla Lazio con un punto di vantaggio sulla Juventus. A norma di regolamento, la Lazio avrebbe dovuto perdere a tavolino tutte le partite del campionato 1999-2000 nelle quali è stato schierato il calciatore Juan Sebastian Veron, sarebbe risultata ultima in classifica e sarebbe retrocessa in serie B.
(Ci sarebbe da agiungere che gli illeciciti delle squadre di Milano e Roma in quei tempi, si susseguivano con cadenza quotidiana, ed i vertici dello sport, "Coni" in primis, erano occupati a fare i salti mortali con i Media dell'Associazione a Delinquere Mediatica ODG per silenziarli e insabbiarli! Se per lo scudetto del Giubileo alla Lazio, era necessaria la Par Condicio alla Roma e darne uno anche alla squadra del Club Roma Montecitorio forte degli oltre 500 iscritti! - Ecco alcuni Link per farsi un'idea di cosa bolliva nel pentolone dei poteri romani per sottrarre alcuni scudetti alla Juventus!!
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Il messaggio sms di Bergamo al quarto uomo in Roma Juventus 2004-2005
Roma, 5 Marzo 2005. Durante l’intervallo della partita Roma-Juventus,
con la Juventus in vantaggio per 2-1, l’arbitro Bergamo invia un
messaggio sms al quarto uomo Gabriele.
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Descrizione dei fatti
Dalla pubblicazione delle intercettazioni si apprende che il presidente federale Carraro aveva dato precise istruzioni al designatore affinché in situazioni dubbie la Juventus non venisse favorita (Carraro: “Le dico mi raccomando… Se c’è un dubbio, per carità, che, che, che, che il dubbio non sia a favore della Juventus dopo di che succede… Gli dà quel rigore lì!?”).
Al diciannovesimo minuto del primo tempo l’arbitro Racalbuto concede un goal irregolare alla Juventus, Cannavaro segna in posizione di fuorigioco.
Al trentottesimo minuto del primo tempo, l’arbitro convalida il goal del romanista Cassano che è in posizione regolare, mentre altri giocatori della Roma sono in posizione di fuorigioco considerato passivo.
A un minuto dall’intervallo, l’arbitro concede un calcio di rigore alla Juventus per fallo su Zalayeta sulla linea dell’area di rigore o in posizione molto prossima alla stessa.
Nel corso del primo tempo il calciatore della Roma Cufré colpisce il capitano della Juventus Del Piero a gioco fermo con un pugno, Del Piero non reagisce, Cufré non viene espulso.
Ancora nel corso del primo tempo il calciatore della Roma Dacourt commette un fallo da tergo molto violento, ma non viene espulso.
L’arbitro Gabriele ha sostenuto di fronte ai magistrati di Napoli che con l’sms inviato nell’intervallo il designatore «rimproverava» la terna arbitrale per gli errori che avevano sino a quel momento determinato il risultato a favore della Juventus.
Nel secondo tempo, sul risultato di 2-1 per la Juventus, l’arbitro annulla un goal regolare a Ibrahimovic per un fuorigioco che appare inesistente.
Nel corso dell’incontro si verificano sei casi da moviola: goal di Cannavaro, pugno di Cufré a Del Piero, violento fallo da tergo di Dacourt, goal di Cassano, rigore su Zalayeta, goal di Ibrahimovic; in una circostanza l’arbitro sbaglia a favore della Juventus (goal di Cannavaro), in due circostanze l’arbitro si comporta secondo le direttive ricevute (“Ehh, questo uhhehh Racalbuto era preparato” le parole di Bergamo a Carraro) e sbaglia a favore della Roma (mancata espulsione di Cufré, goal di Ibrahimovic), nelle tre rimanenti situazioni il dubbio rimane (la posizione di Cassano è certamente regolare, ma gli altri giocatori della Roma in fuorigioco considerato passivo potrebbero aver distratto Buffon; il fallo di Dacourt sembrerebbe appartenere alla categoria di falli punibili con rosso diretto secondo il regolamento, anche se riconosciamo un margine di discrezionalità al direttore di gara, Zalayeta sembra essere atterrato sulla linea dell’area di rigore, ma quand’anche fosse al di fuori lo sarebbe per pochissimi centimetri, la valutazione risulta difficilissima anche alla moviola).
Le situazioni che abbiamo appena descritto sono note alla maggioranza degli appassionati di calcio, perché sono state propagandate per anni come episodi simbolo dei favoritismi di cui avrebbe goduto la Juventus, come probabilmente sarà scritto nei vostri appunti della scorsa settimana.
Per tutte e quattro le occasioni, crediamo di avere dimostrato che la Juventus non è stata clamorosamente favorita e che tre volte su quattro la decisione arbitrale è risultata ininfluente per l’assegnazione dello scudetto; l’unico episodio determinante è il goal di Cannavaro che, anche grazie all’atteggiamento dei media, origina un clima di altissima tensione che condiziona l’esito della giornata successiva e costa lo scudetto alla Juventus a favore della Lazio di Cragnotti e Veron.
Manchester 28 Maggio 2003. Finale di Champion’s League. La Juventus priva di Nedved (Pallone d'Oro di quell'anno), squalificato per un’ammonizione comminata negli ultimi minuti della semifinale con il Real Madrid, si gioca la coppa ai calci di rigore contro il Milan. Per la Juventus sbagliano Trezeguet, Zalayeta e Montero. Al momento della battuta di Zalayeta e Montero, il portiere del Milan Dida si trova circa due metri in avanti rispetto alla riga di porta (il movimento di Dida appare meno evidente sul rigore di Trezeguet). Con il portiere in quella posizione la larghezza della porta si riduce di circa il 20%. I calciatori bianconeri dovevano segnare in una porta larga 6 metri anziché 7,32 metri come da regolamento. L’arbitro tedesco Merk non fa ripetere nessun rigore. Il Milan vince l’incontro per 3-2 e si aggiudica la Champions League.
Questi ultimi episodi sono ben stampati nella memoria di noi juventini, ma ovviamente per i dettagli ci siamo dovuti aiutare con un lavoro di ricerca prevalentemente sulla rete. Alcuni degli episodi suddetti non sono nemmeno citati o sono difficili da scovare.
Il capolavoro è sul Corriere online del 21 maggio 1998: un articolo a firma Roberto Perrone e Giancarlo Padovan descrive così il goal di Mijatovic: “Certo, poi, conta anche il caso, perché la conclusione di Roberto Carlos è diventata un assist a Mijatovic, in sospetto fuorigioco”.
Un fuorigioco di due metri che costa una finale di Champions League si liquida in due righe definendolo sospetto e si assegna un bel 6 in pagella all’arbitro tedesco Krug. Era passato nemmeno un mese dal rigore di Ronaldo.
Al trentottesimo minuto del primo tempo, l’arbitro convalida il goal del romanista Cassano che è in posizione regolare, mentre altri giocatori della Roma sono in posizione di fuorigioco considerato passivo.
A un minuto dall’intervallo, l’arbitro concede un calcio di rigore alla Juventus per fallo su Zalayeta sulla linea dell’area di rigore o in posizione molto prossima alla stessa.
Nel corso del primo tempo il calciatore della Roma Cufré colpisce il capitano della Juventus Del Piero a gioco fermo con un pugno, Del Piero non reagisce, Cufré non viene espulso.
Ancora nel corso del primo tempo il calciatore della Roma Dacourt commette un fallo da tergo molto violento, ma non viene espulso.
L’arbitro Gabriele ha sostenuto di fronte ai magistrati di Napoli che con l’sms inviato nell’intervallo il designatore «rimproverava» la terna arbitrale per gli errori che avevano sino a quel momento determinato il risultato a favore della Juventus.
Nel secondo tempo, sul risultato di 2-1 per la Juventus, l’arbitro annulla un goal regolare a Ibrahimovic per un fuorigioco che appare inesistente.
Interpretazione personale, di alcuni estratti della Partita
-Espulsione di Cufrè
-Rigore pro Juve per doppio fallo, in successione
su Ibrahimovic e Cannavaro
-Espulsione di Dacourt per intervento criminale
su Blasi la cosa peggiore della partita!
-Gol di Ibrahimovic regolare
-Permesso a totti, cufre' e dacourt la caccia all'uomo
-totti calcia il pallone addosso,
all'arbitro che si gira, vede chi e, e non lo espelle!
-Rigore pro Juve per doppio fallo, in successione
su Ibrahimovic e Cannavaro
-Espulsione di Dacourt per intervento criminale
su Blasi la cosa peggiore della partita!
-Gol di Ibrahimovic regolare
-Permesso a totti, cufre' e dacourt la caccia all'uomo
-totti calcia il pallone addosso,
all'arbitro che si gira, vede chi e, e non lo espelle!
ECCO IL VIDEO DELL'INTERA PARTITA PER CONTROLLARE
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Interpretazione Juventina
Dalle intercettazioni telefoniche rese pubbliche e dalle dichiarazioni rese dal quarto uomo Gabriele di fronte ai magistrati di Napoli, appare evidente che, almeno per la partita Roma-Juventus, le direttive degli organi federali agli arbitri, attraverso i designatori, erano di giudicare i casi dubbi a sfavore della Juventus: ciò rende credibili le affermazioni di Moggi quando sostiene che la Juventus era un fortino assediato.Nel corso dell’incontro si verificano sei casi da moviola: goal di Cannavaro, pugno di Cufré a Del Piero, violento fallo da tergo di Dacourt, goal di Cassano, rigore su Zalayeta, goal di Ibrahimovic; in una circostanza l’arbitro sbaglia a favore della Juventus (goal di Cannavaro), in due circostanze l’arbitro si comporta secondo le direttive ricevute (“Ehh, questo uhhehh Racalbuto era preparato” le parole di Bergamo a Carraro) e sbaglia a favore della Roma (mancata espulsione di Cufré, goal di Ibrahimovic), nelle tre rimanenti situazioni il dubbio rimane (la posizione di Cassano è certamente regolare, ma gli altri giocatori della Roma in fuorigioco considerato passivo potrebbero aver distratto Buffon; il fallo di Dacourt sembrerebbe appartenere alla categoria di falli punibili con rosso diretto secondo il regolamento, anche se riconosciamo un margine di discrezionalità al direttore di gara, Zalayeta sembra essere atterrato sulla linea dell’area di rigore, ma quand’anche fosse al di fuori lo sarebbe per pochissimi centimetri, la valutazione risulta difficilissima anche alla moviola).
Le situazioni che abbiamo appena descritto sono note alla maggioranza degli appassionati di calcio, perché sono state propagandate per anni come episodi simbolo dei favoritismi di cui avrebbe goduto la Juventus, come probabilmente sarà scritto nei vostri appunti della scorsa settimana.
Per tutte e quattro le occasioni, crediamo di avere dimostrato che la Juventus non è stata clamorosamente favorita e che tre volte su quattro la decisione arbitrale è risultata ininfluente per l’assegnazione dello scudetto; l’unico episodio determinante è il goal di Cannavaro che, anche grazie all’atteggiamento dei media, origina un clima di altissima tensione che condiziona l’esito della giornata successiva e costa lo scudetto alla Juventus a favore della Lazio di Cragnotti e Veron.
Siamo convinti che abbiate trovato molte più difficoltà a ricordare gli
episodi che verranno elencati di seguito: anche con l’ausilio di
Internet certe informazioni son molto difficili da scovare e a volte non
si trovano proprio; non è difficile immaginare che stiamo parlando di
episodi nei quali la Juventus è stata gravemente svantaggiata. Si tratta
di episodi sempre determinanti e verificatisi in competizioni più
importanti del campionato di serie A.
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Il rigore su Platini in Amburgo-Juventus del 1983
Atene, 25 Maggio 1983. Finale di Coppa dei Campioni. Nel corso del
secondo tempo con l’Amburgo in vantaggio per 1-0, l’arbitro rumeno
Rainea non concede il calcio di rigore alla Juventus per un vistoso
atterramento di Michel Platini da parte del portiere tedesco Stein.
L’Amburgo vince l’incontro per 1-0 e si aggiudica la Coppa dei Campioni.
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Il goal di Manfredonia in Real Madrid-Juventus del 1986
Madrid, 22 ottobre 1986. Andata degli Ottavi di finale di Coppa dei
Campioni. Nel corso del primo tempo con il Real Madrid in vantaggio per
1-0 l’arbitro scozzese Valentine annulla al bianconero Manfredonia un
goal che appare assolutamente regolare. Il Real Madrid si aggiudica
l’incontro per 1-0 e seppure sconfitto nella gara di ritorno per 1-0
passa il turno ai calci di rigore. Juventus eliminata dalla Coppa dei
Campioni
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Il goal di Laudrup in Napoli-Juventus del 1989
Napoli, 15 Marzo 1989. Ritorno dei quarti di finale della Coppa Uefa. Al decimo minuto del primo tempo, l’arbitro Kirschen della Germania Est, concede un rigore molto generoso al Napoli. In precedenza aveva annullato per fuorigioco inesistente un goal regolare al bianconero Michael Laudrup. La Juventus, che aveva vinto 2-0 l’incontro di andata, viene sconfitta per 3-0 ed è eliminata dalla Coppa Uefa.
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Il goal di Vieri in Borussia Dortmund-Juventus del 1997
Monaco di Baviera 28 Maggio 1997. Finale di Champions League. Nel
corso del primo tempo, con il
Borussia Dortmund in vantaggio per 2-0,
l’arbitro ungherese Puhl annulla al bianconero Vieri una rete
che appare
regolare: il tocco di mano del giocatore bianconero (non chiarissimo
dalle immagini televisive) appare del tutto involontario. Il Borussia
Dortmund vince l’incontro per 3-1 e si aggiudica la Champions League. La
Juventus recrimina anche per la mancata concessione di due calci di
rigore perfalli su Jugovic nelle fasi iniziali del match e su Del Piero
nella ripresa
(celebri le dichiarazioni di Bettega nel post-partita)
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Il goal di Mijatovic in Real Madrid-Juventus del 1998
Amsterdam 20 Maggio 1998. Finale di Champions League. Al ventiduesimo
minuto della ripresa il giocatore del Real Madrid Mijatovic segna il
goal del vantaggio madrileno in posizione irregolare. Le immagini
rallentate mostrano un fuorigioco di circa 2 metri. L’arbitro tedesco
Krug convalida. Il Real Madrid vince l’incontro per 1-0 e si aggiudica
la Champions League.
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I rigori di Manchester in Milan-Juventus del 2003
Dida
illegalmente fuori dalla linea di porta. L''arbitro era il corrotto Merk (meglio conosciuto come l'ambasciatore di PublItalia), e' pazienza se non prese
nessun provvedimento. Contro Montero, era fuori di oltre un metro e mezzo! Ma fosse
stato almeno menzionato per dovere di cronaca! Che vergogna italiani che vergogna!
Questi ultimi episodi sono ben stampati nella memoria di noi juventini, ma ovviamente per i dettagli ci siamo dovuti aiutare con un lavoro di ricerca prevalentemente sulla rete. Alcuni degli episodi suddetti non sono nemmeno citati o sono difficili da scovare.
Il rigore su Platini nella finale di Atene si trova in un filmato con
commento in inglese e lo ricorda Giovanni Trapattoni in un’intervista a
Gianni Mura del 1999; il goal annullato a Manfredonia è menzionato in un
ritratto dello stesso giocatore (“Il pallone racconta”);
il goal di Laudrup a Napoli non siamo riusciti a trovarlo; il goal di
Vieri a Monaco si trova in un filmato con commento in inglese; il
filmato dei rigori di Manchester è reperibile con relativa facilità, ma
il commentatore si guarda bene dal commentare l’evidente movimento
anticipato di Dida.
Il capolavoro è sul Corriere online del 21 maggio 1998: un articolo a firma Roberto Perrone e Giancarlo Padovan descrive così il goal di Mijatovic: “Certo, poi, conta anche il caso, perché la conclusione di Roberto Carlos è diventata un assist a Mijatovic, in sospetto fuorigioco”.
Un fuorigioco di due metri che costa una finale di Champions League si liquida in due righe definendolo sospetto e si assegna un bel 6 in pagella all’arbitro tedesco Krug. Era passato nemmeno un mese dal rigore di Ronaldo.
Dopo altri 8 anni di questa informazione, il terreno per Farsopoli
era stato preparato, i giudici potevano emettere le sentenze in nome del
sentimento popolare.
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Sentimento antijuventino, creato dall'Infame Associazione a Delinquere di questo diavolo!
...al servizio dei poteri Meneghini: Chi tocca i "moratti & tronchetti" Muore!
Ecco di cosa sono capaci i Sicari del "topo di fogna catanese"
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SALVATORE COZZOLINO - JUVENTINO VERO
MORATTI 'MINUS HABBENS' MASSIMO" IL PRESIDENTE DI CARTONE
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Andrea Agnelli ha cominciato in questi giorni ad analizzare da vicino la situazione della Juventus, traendo le prime drammatiche conclusioni, e cioè che il quadro complessivo è molto più grave di quello che appare all'esterno. Dal punto di vista sportivo, vige l’anarchia più completa. Giocatori che si allenano poco e male, spogliatoio spaccato in vari clan, autoreferenzialità assoluta dei nazionali, che da tempo hanno cominciato a pensare solo ai Mondiali. In questo quadro Zaccheroni e il suo staff navigano a vista, cercando di arrivare in maniera indolore al 30 giugno.
Dal punto di vista societario cominciano a vedersi i primi effetti di lungo periodo della cura Blanc: depauperamento del marchio, mancanza di collaborazione tra i vari comparti della società, dirigenti alle prese con la stesura dei curriculum vitae, prezzo del titolo in Borsa che aggiorna nuovi minimi, riduzione prospettica dei ricavi complessivi attesi, grave ritardo nella programmazione tecnica della prossima stagione, sponsor che giocano al ribasso. Su questo ultimo punto abbiamo scoperto un ulteriore inquietante particolare spulciando la trimestrale pubblicata subito dopo il Consiglio di Amministrazione del 10 maggio, a cui Andrea Agnelli non ha partecipato, pur essendo Presidente “in pectore”.
Ebbene si è appreso che il contratto di sponsorizzazione con BetClic per le prossime due stagioni (7,5 la prima e 8,5 la seconda) contiene una piccola postilla che riduce a 6,5 milioni l’ammontare del corrispettivo per la prima stagione in caso di mancata qualificazione alla Champions League. Ecco, dunque, la cura Blanc. La Juventus nel 2006 era la prima società al mondo per sponsor di maglia, 24 mln annui. Nel 2007 dopo Calciopoli la Tamoil aveva ancora dato fiducia per un anno, a circa 13 milioni annui. Successivamente non riesce a trovare lo sponsor e la FIAT risolve il problema tramite New Holland che eroga circa 11 milioni annui. Infine, dopo 4 anni, e dopo aver bruciato un aumento di capitale, l’unica soluzione è BetClic a 7,5 milioni con l'asterisco che li riduce a 6,5. Ecco cosa intendevo per depauperamento del marchio quando, nel corso delle Assemblee degli ultimi quattro anni, avevo messo in guardia gli azionisti, piccoli e grandi, circa il pericoloso andazzo della gestione Blanc.
Andrea Agnelli di questi numeri avrebbe già preso atto e avrebbe deciso di “segare” il tennista francese fin dal prossimo giugno, anche perché, se dovesse arrivare Marotta, il profilo professionale di quest’ultimo è più da Amministratore Delegato che da Direttore Sportivo. Per quanto riguarda Marotta la trattativa è stata avviata e condotta dalla vecchia gestione e sembrerebbe che il neo-Presidente non sia pienamente convinto della scelta. Probabilmente alla fine si farà lo stesso, e sono convinto che la professionalità di Marotta non sia in discussione. E’ da capire però quale possa essere il suo impatto su una realtà complessa come quella della Juventus, dove pressioni ed aspettative sono infinitamente più alte che a Genova. Anche per quanto riguarda Benitez ricorderete che, primo fra tutti, Ju29ro.com aveva preannunciato che la pista si stava raffreddando. Non ci eravamo sbagliati. Il primo a nutrire perplessità in merito è stato Bettega, che di sicuro non avrà mancato di esprimere le sue riserve al nuovo Presidente.
Andrea Agnelli ha evidentemente ereditato il pragmatismo del papà Umberto e ha capito che alla Juventus attuale non serve un tecnico straniero, alla prima esperienza in Italia, e soprattutto con pretese economiche irreali. L'idea invece è di scegliere un sergente di ferro italiano di gran carisma, che sappia coniugare il lavoro sul campo con le esigenze della società. E i primi nomi sul taccuino sono quelli di Capello e in subordine di Spalletti. Se non si dovesse riuscire a raggiungere uno di questi due la scelta avverrà tra Del Neri, Prandelli o Allegri, in ogni caso tecnici a mio avviso di seconda fascia. Qualcuno obietta che Capello non accetterebbe mai di allenare una squadra da rifondare. Questo è vero, ma è altrettanto reale il rapporto di stima con il nuovo Presidente, il che potrebbe fargli accettare una sfida nuova, titanica certo, ma sicuramente non priva di stimoli per uno come Don Fabio, che nella sua carriera ha già fatto il pieno sia in termini economici che sportivi. D’altronde il nuovo tecnico dovrà accettare un programma di medio periodo, ed eventualmente mettere in preventivo una stagione di transizione, proprio perché la programmazione del mercato e della rifondazione è in grave ritardo. Andrea Agnelli si è reso conto che l’unica strada maestra per riportare la Juventus sui binari della sua storia è inculcare nuovamente nei gangli della società quella cultura del lavoro e del sacrificio tipica del DNA bianconero e polverizzata sull’altare dello “smile”.
Personalmente credo quindi che la priorità verra data alla ristrutturazione della società e alla pianificazione strategica del lavoro, senza le quali è assolutamente improbabile che si riesca ad allestire una squadra competitiva. D’altronde una delle cose più stucchevoli che i giornali amano fare è parlare di “tesoretti” di svariati milioni da utilizzare per il mercato. Chi gestisce una squadra di calcio sa bene che questi sono discorsi per i tifosi, mentre le vere risorse sono funzione del cashflow presente e futuro. E allora la “cura” Blanc ci imporrà per il prossimo anno una riduzione dei ricavi di quasi 50 milioni di euro (diritti TV e gare Champions League -25 mln, sponsor maglia -6 mln, diritti collettivi TV -7,5 mln, ricavi straordinari non ricorrenti iscritti nel 2009-2010 -10mln) e quindi, a meno di deliberare un nuovo aumento di capitale, difficilmente si potranno portare a Torino i nomi che la stampa generosamente ipotizza.
La ricostruzione della Juventus quindi dovrà avvenire per forza attraverso la politica dei piccoli passi, dello sfruttamento rigoroso delle risorse, della scelta degli uomini prima che dei tesserati. Crediamo che Andrea Agnelli, pur desideroso di regalare qualche soddisfazione ai tifosi e agli azionisti, non si farà condizionare dall’ansia di voler fare tutto e subito, correndo il grave rischio di bruciare tempo e risorse. La sua impronta è però ben chiara sul fronte giudiziario.
Anche in questo caso avevo ipotizzato, in tempi non sospetti, che l’atteggiamento della Juventus, nei confronti di Calciopoli e di tutto quello che è accaduto dal 2006 in poi, sarebbe radicalmente cambiato. Ed infatti la notizia della presentazione del ricorso verso l’assegnazione dello scudetto “di cartone”, con annessa richiesta di deferimento dell'Inter, è a mio avviso solo il primo passo in tal senso. Ritengo che la prossima mossa possa essere la sostituzione dei legali impegnati nel processo di Napoli, dove la Juventus, non dimentichiamolo, è responsabile civile e quindi potenzialmente esposta a risarcimenti milionari in caso di condanna degli imputati.
Un altro passaggio cruciale che dovrebbe concretizzarsi a breve è l’abbandono della politica strategica che aveva avviato Blanc nel 2006, e cioè quella di concentrare tutte le attività su stadio, gestione sportiva e riduzione del numero degli sponsor.
Alla luce di quanto sta accadendo questa strategia sta mostrando tutti i limiti che avevo esposto nelle Assemblee degli Azionisti a partire dal 2006. In questo caso la sterzata potrebbe avvenire attraverso il ritorno a Torino di Romy Gai, che mi risulta essere imminente. Spazio dunque al vecchio progetto di entertainment company globale, soprattutto se, come ha fatto intendere il nuovo Presidente, la Juventus progressivamente sarà sempre meno dipendente da Exor e sempre più interessata allo sfruttamento del marchio anche in iniziative diverse dal calcio.
Andrea Agnelli primo giorno da Presidente della Juventus
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In definitiva rimango coi piedi per terra. Andrea Agnelli ha un compito difficile da eseguire, ma con i consigli giusti potrà arrivare all’obiettivo. Agli azionisti e ai tifosi tocca avere molta pazienza. Forse i cinque anni di cui si parlava nel 2006 partono oggi. Forse non saranno cinque, potrebbero essere di meno. Quello che si può sperare però è che da questo momento non sarà più tempo sprecato.
E' CON IL RITORNO DI UN AGNELLI A DECIDERE, SEMPRE LASSU' RESTERAI!
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Salvatore Cozzolino - JUVENTINOVERO - 13 Maggio 2010