domenica, giugno 23, 2013

COSA NASCONDE LA TRAGICA FARSA DEL 2006?

SEGRETI LEGAMI o PAURE SEGRETE IMPEDISCONO A ROBERTO BECCANTINI DI SCRIVERE, ALMENO UNA VOLTA, IL NOME DEL MISTERIOSO VICEPRESIDENTE DELL'INTER: CARLO BUORA, E' DI ACCOSTARLO ALLO SCANDALO CALCIOPOLI!

PERCHE' IN 7 ANNI DI INCESSANTE STROMBAZZAMENTO DELLO SCANDALO-CALCIOPOLI, E' DI CONTINUA ESPOSIZIONE DELLA JUVENTUS AL PUBLICO LUDIBRIO, ROBERTO BECCANTINI NON HA, NEMMENO UNA VOLTA NOMINATO IL VICEPRESIDENNTE DELL'INTER CARLO BUORA.

NEMMENO UNA VOLTA! QUANDO NELLO SCANDALO ERA STATO COINVOLTO DALLE ACCUSE DEL SUO DIPENDENTE LUCIANO TAVAROLI PER I DOSSIER SULLA JUVENTUS, SU LUCIANO MOGGI E' SULL'ARBITRO DESANTIS?

QUALI SEGRETI LEGAMI, PUO' AVERE ROBERTO BECCANTINI CON TRONCHETTI PROVERA E CARLO BUORA, PER AVER FATTO DI TUTTO E' DI PIU' AL FINE DI DISTOGLIERE L'ATTENZIONE DAL DIRETTO COINVOLGIMENTO DELL'INTER ATTRAVERSO GLI ILLECITI DEL VICEPRESIDENTE CARLO BUORA?!

VIEN DA PENSARE... PERCHE' DOPO LA CADUTA IN PRESCRIZIONE DEGLI ILLECITI DELL'INTER, LA RCS (controllata dal "gruppo tronchetti-elkann) LO HA RIPORTATO ALLA GAZZETTA DOVE LA CONIUGE GIA' DA ANNI OPERAVA?! 

NON E' UN MISTERO CHE IL POTENTE MASSONE CARLO BUORA, ALL'EPOCA DELLO SPIONAGGIO DELL'INTER AI DANNI DELLA JUVENTUS E' DEI SUOI DIRIGENTI, ERA AMMINISTRATORE DELEGATO DI TELECOM ITALIA E VICE PRESIDENTE DELL'INTER!

MI DOMANDO, PERCHE' CARLO BUORA , COSI' COME ANCHE L'ALLORA PRESIDENTE DELLA JUVENTUS FRANZO GRANDE STEVENS, E' METODICAMENTE E ACCURATAMENTE TENUTO FUORI DAL FARSESCO SCANDALO "CALCIOPOLI"? COSA NASCONDE? VEDIAMO DI CAPIRE CHI E' CARLO BUORA:

L'ISTRUZIONE
Carlo Buora, come Mario Monti e Marco Tronchetti provera e stato istruito (laureato) alla Bocconi, e' subito spacciato per compiti importanti, a cominciare dalla Banca Nazionale del Lavoro, alla Merloni Finanziaria; dalla Snia Viscosa alla Fiat;  dal Gruppo Benetton alla Pirelli, dove ne diviene amministratore delegato e direttore generale.

TELECOM
Nel 2001 assume il ruolo di amministratore delegato dell'azienda.
Il 15 settembre 2006, assume la carica di Vice Presidente Esecutivo.
Il 6 aprile 2007, assume il ruolo di Presidente

 LE ALTRE POLTRONE
Carlo Buora siede nei consigli di amministrazione di Pirelli & C. Real Estate, Olimpia SpA, Mediobanca, e RAS. È componente del comitato esecutivo di RCS MediaGroup (Corriere della Sera & Gazzetta dello Sport) Maggiore Azinista Ifil-Exor Famiglia Elkann = padrone della Juventus!!!
E' CHISTU CU E', DONNU CARRUZZU? CHI...? CARLO BUORA? MIZZICA!

               

giovedì, giugno 06, 2013

DOPO L'ATTO INTIMIDATORIO DEL CAPO DELLA DISCARICA (la procura!) DI NAPOLI: GIOVANDOMENICO LEPORE, ALLA GIUDICE TERESA CASORIA, PER OBLIGARLA A NON ACCETTARE L'INCARICO A PRESIEDERE IL PROCESSO CALCIOPOLI. L'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI NAPOLI EBBE UN MOTO DI RIBELLIONE, E' SCRISSE UN COMUNICATO...

                        'O CAPO...IMMAGINABILI GLI INCUBI DELLA GIUDICE CASORIA

Comunicato dell'Ordine degli Avvocati di Napoli esposto all'esterno della Camera penale del Tribunale :

Le vicende che si sono sviluppate a margine del processo noto come “calciopoli” compromettono fortemente
l’immagine della magistratura napoletana e suscitano allarme e preoccupazione. Il Presidente del collegio giudicante della IX sezione del nostro Tribunale ha denunziato, nel corso del procedimento disciplinare che la
vedeva incolpata innanzi al CSM, di aver subito pressioni affinché si astenesse.

Il Procuratore della Repubblica di Napoli avrebbe inviato una missiva al Presidente del Tribunale, allo scopo di invitarla ad astenersi. Senza entrare nel merito del procedimento disciplinare, i penalisti napoletani intendono denunziare come, ancora una volta, vi sia stata una indebita ingerenza della Procura della Repubblica sulla magistratura giudicante, che rappresenta un tentativo di condizionamento del giudice, ncidendo sulla sua libertà di determinazione.

Quello che inquieta e preoccupa è che la sollecitazione all’astensione sarebbe intervenuta a mezzo di uno scritto del Procuratore Capo della Repubblica ed avrebbe riguardato il processo di “calciopoli” per il quale i pubblici ministeri avevano già avanzato istanze di ricusazione, l’ultima delle quali ancora pendente innanzi alla VII sezione penale della Corte di Appello.

La Camera Penale di Napoli si vede, quindi, costretta ad aprire l’ennesima “pratica a tutela” della libertà e dell’indipendenza di un giudice. Più volte, nel recente passato, magistrati che si erano ‘permessi’ di dissentire dall’ipotesi accusatoria e di emettere provvedimenti o sentenze in contrasto con i pareri o con le richieste del P.M. sono stati al centro di attacchi della Procura della Repubblica, che naturalmente la stampa ha amplificato, riportando la notizia con largo spazio.

Il giudice che si è deliberato ad assolvere un imputato di cui era stata richiesta la condanna dal P.M. o a rimettere in libertà un imputato, nonostante il parere contrario dell’Accusa, viene presentato come un magistrato che mostra di non saper tutelare la società civile dal male e dai cattivi. Dunque, il fenomeno non è nuovo, ma non per questo è meno allarmante.

L’avvocatura napoletana ha, sovente, stigmatizzato la figura di un giudice appiattito sulle posizioni dell’accusa, di un giudice che riteneva più comodo e meno rischioso seguire e condividere passivamente l’impostazione dell’accusa. Più comodo perché condividere la tesi dell’accusa vuol dire non dover affaticarsi a motivare il provvedimento o la sentenza.

L’esperienza professionale ha dimostrato come, talora, sia sufficiente premere il tasto “taglia ed incolla” del computer, per fare in modo che, d’incanto, gli scritti del P.M. si tramutino in provvedimenti del giudice e, siccome le richieste del P.M., spesso, sono interamente mutuate dalle informative della Polizia, alla fine, con questo sistema, si è dissolto il necessario vaglio critico e si è privilegiata la strada più agevole.

Meno rischioso perché ci si sottrae all’alea della delegittimazione da parte del P.M., che, mal tollerando il mancato, acritico, recepimento delle proprie idee, si abbandona a duri attacchi contro il giudice “indisciplinato”, che ha inteso rimettere in libertà pericolosi pregiudicati, poco importa se innocenti. L’avvocatura non intende arretrare dal suo compito di denunzia delle disfunzioni di un sistema che confonde tra punizione e vendetta, tra equo processo e giustizia sommaria.

*Negli ultimi tempi, in cui, grazie anche ad una cattiva informazione, si guarda alla giustizia come ad uno strumento di vendetta sociale, il giudice che condanna è quello che agisce per il bene comune, che difende la società e che combatte la criminalità. Il giudice che, invece, correttamente esercita la propria funzione, che, terzo tra le parti, talvolta, ritiene che l’accusa sia inconsistente o non compiutamente provata, lavora nel buio, rimane isolato, insomma, non merita nulla, nessuna attenzione, forse talvolta il ‘disprezzo’*.

Solo qualche anno fa, venne smantellata una intera Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli, cui la Procura aveva chiesto di astenersi dal decidere perché spesso, forse troppo spesso, aveva avuto il torto di
accogliere le richieste avanzate in favore dagli indagati.

Nonostante la magistratura giudicante napoletana, in larga maggioranza, sia riuscita a sottrarsi da sola, senza il conforto di “pratiche a tutela” da parte del CSM, al condizionamento che la situazione sopra descritta inevitabilmente determina, la Camera Penale, che è sempre stata attenta e pronta a denunziare attacchi all’autonomia ed all’indipendenza dei giudici - valori troppo spesso spesi e sbandierati al servizio della tutela di piccoli privilegi - rappresenta come la magistratura debba difendersi sopratutto da se stessa, perché gli attacchi più forti ed insidiosi alla ibertà del giudice vengono proprio dal suo interno. Il Segretario  Il Presidente - Napoli 17.4.2011
                                             L'incubo degli avvocati dell'ordine di Napoli

...POI SUCCESSE CHE, A CAUSA DEI 100 000 DOSSIER CHE TENGONO L'ITALIA PER LA GOLA, COME IL PREDATORE TIENE LA PREDA, E' CON LA PROSPETTIVA DI FARE IL VOLO DEL BOVE, I PENALISTI NAPOLETANI, PER LA "TOTALE" MANCANZA DI CORAGGIO E SENSO DEL DOVERE, DECISERO DI CALARSI LE BRAGHE ALLA GANG DELLA DISCARICA (discarica la procura!) DI NAPOLI, DEL CAPOBANDA, E' AUTORE DELLA LETTERA INTIMIDATORIA:  GIOVANDOMENICO LEPOLRE