martedì, giugno 28, 2011

18 giugno 2010 - Lettera di Andrea Agnelli ai tifosi

AMARCORD

Cari tifosi,
è passato un mese da quando ho assunto la presidenza della Juventus. In tantissimi mi avete testimoniato incoraggiamento, fiducia e sostegno e ve ne sono veramente grato. Il calcio, soprattutto nel periodo estivo, è fatto di parole, di interviste, di emozioni fugaci e talvolta di illusioni. Io penso che ai sogni si debbano sempre accompagnare la realtà e la sincerità, quindi oggi scelgo di rivolgermi a voi attraverso il nostro sito per raccontarvi le priorità della Juventus per i prossimi mesi.

La Squadra, quella che appassiona tutti noi, è il fulcro della nostra attività e del nostro impegno. Ecco perché l’acquisto più importante della Juventus 2010-2011 è senz’altro Giuseppe Marotta, uomo di calcio e grande conoscitore sia del mercato sia dei complessi meccanismi gestionali di una società sportiva. Jean Claude Blanc ed io stiamo garantendo al nostro Direttore Generale tutto il sostegno necessario perché possa arrivare a fine agosto con una compagine competitiva da mettere a disposizione del nostro nuovo allenatore, Gigi Del Neri. A lui spetterà il delicato compito di riportare cultura e disciplina sportiva nello spogliatoio. La distanza dai rivali, che si è creata in questi anni, richiede un percorso complesso, ma siamo consapevoli che con professionalità e passione saremo in grado di costruire una squadra capace di vincere contro qualunque avversario.

La società, che io considero l’altra squadra, sta vivendo un momento di cambiamento. Siamo tutti, dal primo all’ultimo, ognuno nel proprio ruolo e con le proprie competenze, al lavoro per garantire stabilità economica e competitività sportiva.
Personalmente sto cercando di impegnarmi senza risparmiare energie su tutti i fronti.

Sappiate inoltre che io, come tutti voi, sono in vigile attesa di conoscere le decisioni definitive della giustizia sportiva che dovrà dimostrare, di essere uguale per tutti in qualsiasi momento storico. Ecco perché farò sempre sentire la voce della Juventus in FIGC, in Lega Calcio e in ogni altra sede.

L’estate è ormai alle porte e quindi auguro a tutti voi una serena e felice estate in attesa di salutarvi tutti allo stadio!

Andrea Agnelli
(Juventus.com)
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Andrea Agnelli:
15 dicembre 2010  «Calciopoli? In questi anni abbiamo abusato della pazienza dei nostri tifosi» 15 dicembre 2010
 Così il Presidente Andrea Agnelli nel corso di una cena organizzata sulla terrazza del Vittoriano assieme agli iscritti del club Juventus Parlamento:

«Calciopoli è una parte della nostra identità che dovrà essere chiarita al più presto. In questi anni abbiamo abusato della pazienza dei nostri tifosi, ora dobbiamo ancora aspettare le decisioni della giustizia ordinaria. Certo, se si riuscisse ad accelerarla… In cuor mio tutti sanno cosa penso di Calciopoli, e cioè che è stato un procedimento ridicolo. I legali mi hanno detto che non sono riusciti nemmeno a leggere tutte le carte».
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Come commentare senza essere banali? Non lo so, è difficile. E allora fatemi dire la cosa più spontanea e sincera: innanzitutto grazie, Andrea. Perchè parole del genere restituiscono un minimo di serenità a chi ogni giorno e fino ad oggi non è mai riuscito a capacitarsi di come fosse possibile non sdegnarsi, non reagire, non muoversi per ottenere giustizia. Di come il Presidente della Juventus (vero Cobolli Gigli? Vero Blanc?) non fosse a capo dello sdegno, come succede negli altri clubs, ma preferisse ascoltare i consigli dai “nemici” (o dai superiori, la differenza spesso è sembrata sottile). Di come si dovesse lottare per convincere anche loro. Prima loro. Soprattutto loro. Avete (hanno) abusato davvero tanto, della nostra pazienza. Ma è bellissimo che qualcuno finalmente lo ammetta, e si muova per riparare agli errori. Fieri di avere un Presidente così. Fieri di riaverne di nuovo uno. Ora i fatti.

Antonio Corsa
uccellinodidelpiero.com
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23 giugno 2011 alla Gazzetta dello Sport:
“Dal ricorso ci attendiamo anzitutto risposte. E che la giustizia sia davvero uguale per tutti. La restituzione degli scudetti è altra cosa, e dipende dall’esito del processo penale alla fine dei tre gradi di giudizio. Solo allora si potrà richiederla. Ma l’esito del ricorso, che attendiamo con pazienza da ben 14 mesi, è fondamentale: non si può comprendere il processo di Napoli se non si ricorda come iniziò e che cosa divenne il processo sportivo”.

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venerdì, giugno 24, 2011

Radiazione Moggi-Giraudo: la giustizia a TronchettOpoli


Moggi Mazzini e Giraudo hanno presentato ricorso alla Corte Federale e qualora venissero confermate le radiazioni – hanno già annunciato – il passaggio successivo, quello davanti all’Alta Corte Del Coni.

I quotidiani del 22 giugno hanno annunciato un ricorso sostenuto da voluminose e dettagliate memorie e l’adozione di una linea comune da tenere davanti alla corte d’appello della Figc, dove chiederanno di attualizzare le prove, seguendo l’indicazione data dall’Alta Corte Del Coni.

E’ una vergogna come, una “giustizia” sia essa anche sportiva, non debba tener conto di quanto emerso dal dibattimento del processo napoletano, quando questo va ad incidere direttamente sulle valutazioni di chi si è tenuti a giudicare. Soprattutto quando, quanto riportato alla luce negli ultimi due anni ha ridisegnato completamente quella realtà, con a sostegno prove vere, e non i teoremi che hanno portato a condanne mirate per poter annientare la juventus ed i suoi dirigenti.

Riportare le lancette indietro di cinque anni, significa giudicare nuovamente sulle prove e intercettazioni taroccate dal Maggiore Attilio Auricchio e la sua banda di corrotti carabinieri di Via in Selci a Roma. Il procuratore Stefano Palazzi si sta spogliando di quel manto da falso uomo di legge, per mostrare la vera pella: quella di militare corrotto al srvizio dei poteri massoni che proteggono i personaggi che si riconoscono legati all' "INTER": famiglia Moratti, Tronchetti Provera, potentati collusi & affini: famiglia Elkann in primis.

Si dice che la Corte di Giustizia Federale dovrebbe avere un pseudo dibattito e poi decidere i primi di Luglio, ma se venisse confermata la radiazione, come i potenti di Via Bigli (milano), non nascondono di dare per certa, gli imputati hanno annunciato che oltre al ricorso all’Alta Corte del Coni, adiranno alla Corte Europea dei Diritti Dell’uomo dove la decisione della Figc verrebbe sicuramente ribaltata (la carta dei diritti prevede un limite di 12 mesi, in questo caso la radiazione è arrivata dopo ben 58 mesi).

Ma gli italiani come possono avere fiducia in una giustizia che, ogni di più si dimostra di essere al servizio delle "Potenti Logge Massoniche"; ieri quella di Licio Gelli che proteggeva Berlusconi, oggi quella del Tribunale di Milano che protegge i Tronchetti Provera, i Moratti, Gli Elkann ecc. ecc.?!!!
Benvenuti : Nel Paese Dei Moratti

Inviato da Eugenio Natale

giovedì, giugno 23, 2011

La giustizia sportiva del Paese Dei Moratti

Moggi Mazzini e Giraudo hanno presentato ricorso alla Corte Federale e qualora venissero confermate le radiazioni – hanno già annunciato – il passaggio successivo, quello davanti all’Alta Corte Del Coni.

I quotidiani del 22 giugno hanno annunciato un ricorso sostenuto da voluminose e dettagliate memorie e l’adozione di una linea comune da tenere davanti alla corte d’appello della Figc, dove chiederanno di attualizzare le prove, seguendo l’indicazione data dall’Alta Corte Del Coni.

E’ una vergogna come, una “giustizia” sia essa anche sportiva, non debba tener conto di quanto emerso dal dibattimento del processo napoletano, quando questo va ad incidere direttamente sulle valutazioni di chi si è tenuti a giudicare. Soprattutto quando, quanto riportato alla luce negli ultimi due anni ha ridisegnato completamente quella realtà, con a sostegno prove vere, e non i teoremi che hanno portato a condanne mirate per poter annientare la juventus ed i suoi dirigenti.

Riportare le lancette indietro di cinque anni, significa giudicare nuovamente sulle prove e intercettazioni taroccate dal Maggiore Attilio Auricchio e la sua banda di corrotti carabinieri di Via in Selci a Roma. Il procuratore Stefano Palazzi si sta spogliando di quel manto da falso uomo di legge, per mostrare la vera pella: quella di militare corrotto al srvizio dei poteri massoni che proteggono i personaggi che si riconoscono legati all' "INTER": famiglia Moratti, Tronchetti Provera e e potentati collusi vari: famiglia Elkann in primis.

Si dice che la Corte di Giustizia Federale dovrebbe avere un pseudo dibattito e poi decidere i primi di Luglio, ma se venisse confermata la radiazione, come i potenti di Via Bigli (milano), non nascondono di dare per certa, gli imputati hanno annunciato che oltre al ricorso all’Alta Corte del Coni, adiranno alla Corte Europea dei Diritti Dell’uomo dove la decisione della Figc verrebbe sicuramente ribaltata (la carta dei diritti prevede un limite di 12 mesi, in questo caso la radiazione è arrivata dopo ben 58 mesi).

Ma gli italiani come possono avere fiducia in una giustizia che, ogni di più si dimostra di essere al servizio delle "Potenti Logge Massoniche"; ieri quella di Licio Gelli che proteggeva Berlusconi, oggi quella del Tribunale di Milano che protegge i Tronchetti rovera, i Moratti, Gli Elkann ecc. ecc.?!!!

mercoledì, giugno 22, 2011

CON MOGGI FINO ALLA FINE

        Antonio Corsa
«Moggi è stato radiato». «E’ finita». «Ha perso».

Questi i tre messaggi più frequenti che ho ricevuto da parte di amici,  conoscenti e appassionati lettori del blog a seguito della pubblicazione della sentenza della Commissione Disciplinare che ha sancito nero su bianco la preclusione “a vita” di Moggi, Giraudo e Mazzini. Preclusione che, specie nel caso dell’ex Direttore Generale bianconero, significa impossibilità di tornare ad esercitare la propria professione (e qualche giudice prima o poi ci tornerà, su questo concetto…).

Cinquantanove (lo scrivo a lettere, come negli assegni, e non capite male…) mesi dopo le sentenze del 2006 e ad uno dal traguardo, la veloce giustizia sportiva ha finalmente raggiunto il suo scopo: toglierlo di mezzo, per poter finalmente brindare al “nuovo” calcio finalmente pulito (non è vero?).

«Moggi è stato radiato», quindi. Vero. Anzi, no.

Perché Calciopoli ne ha radiate tante di persone, ma non ancora Moggi. Ha “radiato” la credibilità di gente fino ad allora stimata e che, il motivo aggiungetecelo voi, ha deciso di offrire in quell’estate infausta il peggio di sé: il prof. Guido ROSSI (poi passato a Telecom e Fiat, non prima comunque di essersi scelto come vice il figlio dell’avv. NICOLETTI, legale di fiducia di Angelo Moratti negli anni ‘60), l’uomo di Stato dott. Francesco Saverio BORRELLI (ancora in Figc), il suo vice Maurizio D’ANDREA (ora n. 3 di Telecom, avendo preso il posto di Tavaroli), il prof. Cesare RUPERTO, dimessosi poco dopo le sentenze (per lui basti ricordare le parole della buonanima di Cossiga..), Piero SANDULLI (ancora in Figc), il procuratore “radiateli tutti” Stefano PALAZZI, promosso da DE LISE e Borrelli a “superprocuratore” (e, pare, recentemente rinnovato), il ten. col. dei Carabinieri Attilio AURICCHIO (neo capo del gabinetto del sindaco di Napoli), il pm di Napoli Giuseppe NARDUCCI (attualmente in aspettativa poiché neoassessore della giunta De Magistris), il procuratore LEPORE, accusato dalla Casoria di aver fatto pressioni sul presidente del tribunale per farla astenere dal processo, il dott. Sergio ARTICO, presidente della Commissione Nazionale che ha disposto la radiazione di Moggi & co. (forse per lui si tratterà dell’ultima sentenza della carriera in Figc: chiusura col botto…) e potrei continuare per altre pagine (ad esempio citando, uno su tutti, il dott. PALAMARA, pm nel processo Gea e grande accusatore di Moggi e della presunta – e smentita – associazione a delinquere, divenuto presidente dell’ANM).

Il calcio e le istituzioni hanno lanciato dei messaggi chiari, inequivocabili, premiando chiunque abbia contribuito a costruire quelle sentenze (e “salvando” da radiazione i vari PREZIOSI, SABATINI, DAL CIN). Qualora ancora non fosse chiaro il motivo, ci ha pensato Giuliano Tavaroli in un fuori onda da Ravezzani: «Luciano Moggi non ha capito di essersi messo contro MONTEZEMOLO (.., ndr), Moratti, Tronchetti Provera, Berlusconi e pure i Della Valle». I potenti d’Italia e, si sa, quando ti metti contro questa gente «non hai alcuna possibilità di vincere».

Aggiungiamoci i giornalisti, che dal potere sono sempre, come dire… “affascinati”, e il quadro è quasi completo.

Quasi perché, non li ho dimenticati, i veri “radiati a vita” da Calciopoli, è bene che sia chiaro perché i giornali non ne parlano ma lo sappiamo tutti, sono i fratelli Elkann, Montezemolo & co., gente che con la morte dell’Avvocato prima e del dott. Umberto poi, è sicuramente diventata più ricca ma, al tempo stesso, ha guadagnato “a vita” il disprezzo da parte della tifoseria “vera” della Juventus, da loro distrutta.

Radiati Moggi e Giraudo, dicevate? Suvvia, mi viene da ridere (altro che BLANC e BALDINI…). Semmai sono gli unici riabilitati in questo… “mare”. Specie il primo.

Anzi, il primo.

«E’ finita», mi avete inoltre scritto.

Per dirla alla Enzo Ricchiuti.. “E chi lo dice?”. Lo ha detto la Commissione di primo grado. Lo diranno probabilmente anche in appello (in teoria l’hanno già detto, ma lasciamo perdere..), poi toccherà all’Alta Corte del Coni. «E poi si vedrà», dice Moggi. Perché «qualcuno pagherà», eccome se pagherà!

Moggi «Ha perso», la sintesi finale.

E no, non sono d’accordo. Questo signore è da ammirare, altro che mostro. Poteva starsene alle Bahamas, con tutti i soldi che ha. Poteva mandare tutti a fanculo e godersi il mare cristallino e il fresco all’ombra delle palme. E invece ha deciso di lottare, di vendere cara la pelle. E di pagare, tanto. In termini di immagine (più fai rumore e più ti attaccano: vedi Giraudo, quasi rimpianto da Ruggiero Palombo), di salute, di stress, di soldi. Soldi, già: li ha pagati lui i cd con le intercettazioni, di tasca sua. Ed è a lui che dobbiamo dire grazie se al bar possiamo zittire gli interisti citando la 544 o se possiamo chiedere a gran voce una revisione ex art. 39 delle sentenze del 2006 (parentesi: può farlo pure Moggi, tranquilli…). Costano, infine, anche gli avvocati, specie quelli presenti ad ogni udienza, senza sostituti a scaldare il posto e fare numero.

E’ per questo che, mentre qualcuno già prova a defilarsi, ribadisco forte e con orgoglio il mio schieramento. Ora.Con Moggi, fino alla fine.

fonte: uccellinodidelpiero.com

inviato da Federico

lunedì, giugno 20, 2011

Il presidente di RCS-SPORT "flavio 'senza pudore' biondi"!!

         Noi di Corriere della Sera & Gazzettatta dello Sport  nasciamo interisti (spudorato!

Ieri ha preso il via a Santa Margherita Ligure l’annuale workshop delle aziende partner dell’Inter. Tema del meeting è ‘L’Inter campione del mondo’. E Flavio Bondi, il presidente di RCS Sport (advisor per la gestione dei diritti di sponsorizzazione del club nerazzurro), non ha perso la ghiotta occasione per tessere le lodi dell’azienda Inter, l’unico club ricercato dalla stessa RCS: “L’Inter è un’azienda che abbiamo voluto fortemente nel nostro portafoglio.

In RCS nasciamo interisti e per noi era un’ambizione avere l’Inter tra i nostri partner sia dal punto di vista umano, sia da quello della passione. Siamo sempre stati convinti di questa scelta e non vogliamo cercare altri club. Vogliamo pochi partner ma di grandissimo valore. Anche noi siamo passione e business, vogliamo che la passione si trasformi in risultati. Una delle attività che più di ogni altra porta risultati in termini di business è lo sport, l’unico settore dove siamo continuamente in crescita”.

RCS vuol dire Gazzetta, la bibbia di Auricchio, e Corriere della Sera: e che tifassero Inter dal 1922 (dai tempi del compromesso colombo!) lo sapevamo, comunque. John Philip Jacob Elkann secondo maggiore azionista di RCS (il primo e mediobanca), e con Franzo Grane Stevens e Luca di Montezemolo consigliere di Amministrazione: nulla da dire?” Chi sarà il prossimo? E chi saranno i pupari, i marionettisti, i grandi burattinai che tirano i fili? Gli stessi del 2006? (19 giugno 2011)

Francesco Calabrone

L'ARLECCHINO

IL RATTO> STEFNOLIVARI NELLA SPAZZATURA-GUERINSPORTIVO

Ammetto la mia ignoranza: non avevo la minima idea di chi fosse il signor Stefano Olivari fino a dieci minuti fa. Ho letto articoli di Indro Montanelli ed Enzo Biagi, ma mai m’erano capitati sotto gli occhi i capolavori di questo campione del giornalismo, al quale, a titolo di mera informazione, andrebbe ricordato ciò che proprio Biagi disse a proposito di farsopoli: «Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome, una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna».

Ma forse anche Biagi era uno di quelli che, come sottolinea il principe della carta stampata Olivari, non potevano o non volevano attaccare Moggi, perché gli dovevano «assunzioni, carriere e altre cose (anche solo un miserabile biglietto omaggio o una maglia autografata)» . Già me l’immagino, Enzo Biagi che telefonava a Moggi, implorandolo perché lo raccomandasse a Biscardi per un posticino a commentare il moviolone.

Ad ogni modo, dimentichiamo per un attimo il mediocre Biagi e concentriamoci sul fuoriclasse Olivari, che parte immediatamente da un punto fermo: Moggi era colpevole. Ma oltre a Moggi, andavano puniti tutti quelli che avevano in un modo o nell’altro ceduto al “moggismo” e alla «furbizia, dell'uno che cerca di fregare il prossimo perché non ha convenienza (ecco la vera differenza con le NFL e NBA spesso stracitate) nel NON fregarlo». E allora cosa dire di Gianni e Umberto Agnelli, che «hanno ingaggiato Moggi, ben conoscendo le sue modalità operative al Torino e al Napoli»? In galera! (Ma qualcuno spieghi a Olivari che purtroppo gli Agnelli sono morti da un pezzo e che, con loro in vita, tutta questa oscenità a cui abbiamo assistito dal 2006 in poi non ce la saremmo neppure sognata nei peggiori incubi) E Moratti? Colpevole pure lui, «che già quando era consapevole di come funzionasse il sistema che lo derubava tentò più volte di metterlo (Moggi, ndr) sotto contratto andandoci anche vicino in almeno due occasioni».
Insomma, tutti colpevoli! Ma di cosa? Fondamentalmente, di non essere (o almeno tentare di non essere, senza riuscirci, come nel caso del patron interista) tonti. Perché evidentemente, stando all’idea di Olivari, nella NFL e nella NBA è prassi comune impedire ad un dirigente di comprare giocatori forti a prezzi convenienti e magari scambiare mediocri calciatori con campioni che di lì a poco avrebbero vinto Mondiale e Pallone d’Oro (ogni riferimento a fatti realmente accaduti NON è casuale…). Ma del resto non sorprende che ai mediocri l’altrui bravura possa sembrare una colpa.

E allora invitiamo il povero Olivari a farsi un giro nei «siti spazzatura» e a leggere anche le parole del netturbino Enzo Biagi, da cui magari qualcosa potrà imparare pure un mostro di bravura come lui. Perché le voci fuori dal coro, come quella del mai abbastanza rimpianto Biagi, ormai si trovano solo in quei siti che lui tanto disprezza. A proposito, personalmente non ho mai ricevuto una maglia autografata e allo stadio sono entrato sempre pagando. Ma forse perché non sono un giornalista.

E mentre scrivo, ho sulle spalle i redattori del sito che, a naso turato, gridano...il RATTO olivari per discarica vomero....

Nessuno è sfortunato come l'agnello: o è cornuto, o è castrato o è scannato.

Inviato da R.C.- Mister X

sabato, giugno 18, 2011

NOI AL FIANCO DI MOGGI

Con la decisione di radiare Moggi e Giraudo, Organizziamoci prende atto che:

La FIGC, rappresentata dal “fantoccio” dei poteri che dal 2006 controllano il calcio italiano, precipitato da Berlino a Johannesburg, ha perso una buona occasione per tentare di andare oltre farsopoli. Anche perchè il Presidente Federale cui era affidato il compito di decidere sulle radiazioni di Moggi e compagnia è riuscito con una serie di artifizi giuridici a scaricare l’incombenza sullo stesso Procuratore Federale che cinque anni formulò le accuse.

Palazzi, appunto, che mai avrebbe ammesso di essersi sbagliato ma che in passato ha salvato dirigenti condannati dalla giustizia ordinaria per aver contraffatto documenti al fine di aggirare le norme sportive. Che non ha richiesto di processare la società colpevole di reati come pedinamenti e intercettazioni abusive, facendo cadere il tutto nell’oblio della prescrizione. Che di concerto con i vertici federali ha evitato di radiare un presidente sorpreso in flagranza di reato con una valigetta piena di soldi. Che però nell’occasione delle radiazioni è stato inflessibile, ignorando le evidenze di un processo ordinario che ha completamente stravolto i presupposti, su cui si è basata farsopoli.

Le istituzioni del calcio hanno quindi mandato un segnale preciso. Per loro calciopoli si è chiusa inequivocabilmente nel 2006 e a niente, servono nuovi processi. Perché la loro convinzione non sarà scalfita da nessun fatto nuovo anche se clamoroso. E per rafforzare questo principio, i giudici della Commissione disciplinare hanno addirittura rincarato la dose. Aggiungendo, nelle motivazioni, alle farneticazioni di Palazzi concetti come “allarme sociale"o comportamenti altamente inquinanti.

Alla luce di quanto avvenuto per le radiazioni pare oggi scontato anche l’esito sull’esposto presentato da oltre un anno dalla Juve. Con gaudio dei media che dopo anni di silenzio hanno ripreso fiato.  Perché a decidere, sarà sempre lo stesso Palazzi. Anche in questo caso, infatti, Abete si è pilatescamente tirato fuori. 

Possiamo quindi affermare che la FIGC ha un presidente che non decide, ma è abilissimo a demandare ad altri scelte che richiedono un minimo di attributi.

MA NOI DI ORGANIZZIAMOCI NON CI STIAMO E RISPONDIAMO:

Anche per noi tutto è fermo al 2006. Esattamente al 14 di maggio quando la Juventus ha conquistato sul campo il suo VENTINOVESIMO scudetto. Tutto quanto è avvenuto dopo, non lo riconosciamo. Perché i risultati degli ultimi anni sono falsi e frutto di una mistificazione organizzata tavolino. Chiunque abbia beneficiato di questa situazione è solo oggetto del nostro disprezzo e mai sarà accettato come avversario.

Noi saremo al fianco del nostro Direttore e della Juve indipendentemente da quello che deciderà la società. Accompagneremo Moggi con la nostra azione in tutte le sedi, a partire da quella dell’appello sulla radiazione. Se sarà necessario, promuoveremo iniziative anche forti come pubbliche manifestazioni o boicottaggi di massa in grado di provocare, quelli si, “allarme sociale”.

La revoca dello scudetto di cartone non c’interessa, perché noi rivogliamo nella nostra bacheca e nelle nostre casse quanto ci è stato tolto con un colpo di mano.

Oggi più di ieri siamo determinati a perseguire l’obiettivo con la nostra azione, volta a cacciare personaggi come Palazzi e Abete che hanno distrutto il calcio italiano.

Se qualcuno, media compresi, pensa di zittirci con il messaggio delle radiazioni, sappia che ha ottenuto l’effetto opposto. Perché ha rigirato il coltello in una ferita mai rimarginata.

Noi non siamo né indignati ne sorpresi per quanto capitato, ma semplicemente disgustati perché la farsa continua.    I personaggi che decidono sono sempre gli stessi. E di conseguenza le loro scelte fanno diventare la nostra battaglia per la riconquista della dignità, ancora più aspra. 

            Noi non molliamo! 
Juventus - Compagna di Viaggio
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http://calabrone37.blogspot.com/

mercoledì, giugno 15, 2011

Dalla Discarica (la procura della republica) di Napoli + SHOTRADING - LIBERA INFORMAZIONE: IL COMPLOTTO

DELLA FAMIGERATA PROCURA DELLA DISCARICA (discarica il tribunale!) DI NAPOLI 

Nel 2006 non ci pensarono neanche un nanosecondo a utilizzare 21 intercettazioni (per di più taroccate!) su 180.000 circa, senza un riscontro, senza una prova a supporto. Logicamente c'era la regia occulta (occulta per modo di dire) con la precisa volontà di farlo. Forse perché con la Juventus ridimensionata ci guadagnavano tutti e ci perdevano in pochi (Giraudo, Moggi, Mazzini De santis e Pieri... tifosi a parte).

Aveva ragione la Giudice Casoria quando: "Dicono l’indipendenza della magistratura. Non possiamo più parlare! C’è solo l’indipendenza dei pubblici ministeri. Il procuratore della Repubblica tiene sotto lo schiaffo il presidente del tribunale [...]".

Quello stesso Procuratore capo, dott. Giandomenico Lepore, che oggi butta acqua sul fuoco dello scandalo calcioscommesse e pubblicizza alla giunta De Magistris uno dei topi della discarica-procura di napoli (i PM, quelli veri sono altra cosa; quelli che non parlano e indagano in silenzio e con rigore), il mitico Giuseppe "Peppe" Narducci che con tipico vizietto italiota del conflitto di interessi presenta libri in beata compagnia di capitan Zanetti, di quel fulgido esempio di efficienza, professionalità e rigore che risponde al nome di Col. Attilio Auricchio, insegnante di tecniche investigative (sic...) alla Scuola Ufficiali dell'Arma e già comandante del gruppo dei "Magnifici 12 di Via In Selci" (omen nomen) dell'indagine Off-side, anch'egli reclutato nella squadra di De Magistris come capo gabinetto (il posto giusto, non c'è che dire...).... e del "corruttore Massimo Moratti", con il quale, sfacciatamente, se ne stette in conclave nell'ascensore per SETTE lunghi minuti...Baciamo le Mani...Don massimino...

Sospetti? Beh...prendiamo il caso Auricchio: come si fa a diventare Colonnello in pochi anni? Per concorso tra un grado e l’altro ci vuole un apposito iter e devono passare alcuni anni per parteciparvi. Per promozione la provvidenza non ha limiti, sicuramente per il merito di essere il falsificatore di prove del "famigerato" generale Mario Mori... per il quale "taroccava prove e intercettazioni" per le malefatte del Generale Sloveno (agli arresti e sotto processo!) che, come Giandomenico Lepore (si dice!) braccio armato della "loggia" del tribunale di Milano. Ragion per cui il Mori venne investito della pseudo inchiesta-calciopoli che logicamente assegnò al fedelissimo-Taroccatore-Attilio Auricchio, allora maggiore, e a operazione calciopoli brillantemente conclusa, promosso prima Colonnello e poi a insegnante di tecniche investigative (sic...) alla Scuola Ufficiali dell'Arma dei carabinieri.
IL CORRUTTORE MASSIMO e IL CORROTTO GIUSEPPE 'peppe o scemu' NARDUCCI
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ARTICOLO"inte"ESSANTISSIMO, CHE CONTRIBUISCE A FAR CAPIRE, COME IN TEMPI DI MAFIA & MASSONERIA SE HAI L'ANIMA DA SCIACALLO SI FA PRESTO A FARE CARRIERA
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31/08/2007-Libera Informazione: Finanza e manipolazioni mediatiche:"Complotto calciopoli".
SHOTRADING - LIBERA INFORMAZIONE: IL COMPLOTTO

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L'alta finanza e le manipolazioni mediatiche: il caso "calciopoli"
Le vicende relative all’inchiesta sul mondo del calcio operata nel 2006 dalla Procura di Napoli, sono state un’autentica “deflagrazione mediatica” che ha occupato la maggioranza degli spazi dell’informazione italiana. Il motivo è facilmente intuibile: noi italiani abbiamo la capacità di passare con relativa indifferenza attraverso vicende di gravità straordinaria, purchè queste non riguardino “panem et circenses” , elementi che nessuno ci deve toccare. I calciatori sono i nostri “circenses”, e il “dio pallone” è l’unico motivo per cui valga davvero la pena discutere con coinvolgimento e animosità. Soprattutto è l’unico motivo per il quale valga la pena leggere qualche giornale, e più in generale…leggere (infatti in Italia abbiamo ben tre quotidiani sportivi, in particolare la Gazzetta dello Sport è sempre in vetta alle classifiche delle vendite).
E’ ovvio che tali affermazioni siano una volontaria provocatoria generalizzazione, ma dati alla mano (cioè le vendite dei giornali) si capisce che tale generalizzazione è basata su fatti reali. Churchill soleva dire: “gli italiani vanno alla guerra come si va ad una partita di calcio, e ad una partita di calcio come si va alla guerra”. Vorrei poter dire che Churchill era preda di snobismo pregiudiziale nei confronti del nostro paese, purtroppo mi tocca pensare che nelle sue parole ci fosse una dose di verità.

L’intera vicenda di “calciopoli” è un autentico scrigno ricolmo di tesori per chi è interessato ad esplorare territori quali gli intrecci dell’alta finanza italiana, le manipolazioni mediatiche, la psicologia di massa. Uno scrigno che dovrebbe destare l’attenzione di chiunque voglia capire meglio il paese nel quale viviamo, a prescindere totalmente da quale sia il proprio interesse nei confronti del calcio inteso puramente come sport. Uno scrigno che offre molto materiale d’analisi e numerosi spunti di riflessione. Quando l’interesse della “pancia del paese” si sarà spento sotto le ceneri del tempo, la vicenda diverrà a mio parere emblematica nello studio dei rapporti tra mass-media e società. Perché quando si vuole analizzare la storia di un paese non si possono ignorare i meccanismi che guidano i media. La qualità dell’informazione è una delle basi fondamentali della moderna democrazia, ed è affidabile metro di valutazione del grado di civiltà.

“Calciopoli” è un’opportunità unica: per la prima volta dai tempi di “tangentopoli” (“panem”) i media italiani hanno per la mani una vicenda che interessa la “pancia del Bel Paese” in maniera viscerale (scusate il poco felice gioco di parole). E’ proprio quel coinvolgimento, quel morboso interesse degli italiani nei confronti del calcio, che ha gettato le basi per costruire quella che, in termini di azione sull’emotività di massa, è stata forse la più clamorosa manipolazione mediatica avvenuta in Italia dal dopoguerra ad oggi. Nelle pagine che seguono dimostrerò tale affermazione analizzando molti dati, notizie e avvenimenti che sono stati censurati e manomessi, grazie ad una vasta azione di “taglia e cuci” operata dai media italiani sulle notizie che trapelavano dall’inchiesta. Si va dalle intercettazioni telefoniche (moltissime quelle tagliate, cancellate o diffuse in maniera parziale), alla clamorosa totale censura sull’identità di chi ha materialmente diretto le operazioni d’indagine. Dal parziale insabbiamento dello scandalo Telecom/Sismi, alla linea contraddittoria e sfuggente seguita daIla famiglia Elkann, dall’IFIL e dalla nuova dirigenza juventina durante l’inchiesta. Fino ai legami strettissimi tra Inter, Telecom e giudici che scrissero le sentenze sportive.

Ma per giungere a capire in quale terreno affondino le radici di tale manipolazione mediatica, bisognerà fare un passo in dietro fino alla fine degli anni ’90 ed analizzare le modalità con le quali si arrivò a privatizzare il gruppo Telecom-Italia

Nel diffondere le notizie sulla vicenda i media italiani si sono sempre mossi partendo da un presupposto di tipo etico e morale, ben sapendo che “etica” e “morale” sono strumenti che grazie alla retorica si possono utilizzare come grimaldelli e passpartout nelle coscienze delle masse. Quelle medesime masse che accedono a fonti d’informazione filtrate e indirette, e che quindi non sono in grado di acquisire i mezzi necessari per rapportarsi ai media con consapevolezza e senso critico. Grazie alla questione morale si fornisce sempre un fertile terreno emotivo sulla quale far presa: l’inchiesta su “calciopoli” è stata proposta come una lotta dicotomica tra concetti quali “moralità” e “immoralità”, “onestà” e “disonestà”, facendo largo uso di termini quali ”giustizia”, “pulizia” e “rinnovo”. Aggiungiamoci poi che tali dualismi sono applicati ad un contesto già per sua natura basato sull’emotività (cioè il tifo calcistico) e capiremo come una vicenda del genere non poteva che assumere dimensioni mediatiche abnormi (dato per fatto acquisito che il calcio sia lo sport più seguito in Europa, ma più in generale anche nel mondo).

Per avere un’idea di come i fatti siano avvenuti, o perlomeno per poter costruire un’ipotesi razionale e attendibile, dobbiamo a mio parere scomporre l’intera vicenda di “calciopoli” in tre aree di analisi:

- l’origine autentica delle intercettazioni telefoniche sulle quali si è sviluppata l’indagine della Procura di Napoli, e il modo con il quale tali intercettazioni sono state trascritte per i media
- le modalità giuridiche con le quali l’inchiesta è stata portata a termine con la scrittura della sentenza, analizzando la Commissione della CAF e i principali membri che la componevano, e raffrontando poi tali analisi con quelle relative alla linea di difesa adottata durante il processo dai legali della società Juventus (squadra oggetto principale dell’indagine)
- gli interessi dell’alta finanza italiana nella vicenda (e più in generale nel mondo del calcio), focalizzando l’attenzione su quelle società finanziarie che hanno occupato in primis le caselle della scacchiera sulla quale si è giocata l’inchiesta.

Non ho timore di dichiarare in anticipo che, una volta analizzato questo triplice contesto, avremo innanzi un orizzonte molto difforme rispetto a quello dipinto dai media italiani (o perlomeno dalla maggioranza di essi, soprattutto quelli che operano in ambito televisivo). Sul nuovo orizzonte non si staglieranno più le sagome di arbitri, dirigenti sportivi e giocatori, ma quelle di importanti società finanziarie che sono ai vertici del sistema economico italiano. Le prime sono il nostro dito, le seconde la Luna. E mentre i mass media hanno indirizzato l’attenzione del pubblico verso la punta del dito, sulla Luna si giocava la partita autentica, in quel “dark side of the moon” che gli obiettivi televisivi evitano sempre d’inquadrare. Come sempre, ogni volta che ci rapportiamo con i media, dobbiamo munirci di telescopio e concentrarci su ciò che è ben più distante del nostro dito.

Le verità nascoste sulle intercettazioni: il ramo Sisde
Secondo la versione ufficiale, l’indagine sulla corruzione nel mondo del calcio italiano è partita da una lunghissima serie d’intercettazioni telefoniche ordinate dalla Procura di Napoli. I telefonini sui quali i magistrati hanno focalizzato l’attenzione sono quelli di dirigenti di società, designatori arbitrali, arbitri, giocatori e membri della Federazione Italiana del Gioco Calcio. La Procura analizza un fascicolo di trascrizioni (e non le registrazioni audio originali), tali trascrizioni hanno due fonti di origine:

- una parte sono emerse in seguito agli sviluppi di un’altra inchiesta, quella sulle intercettazioni non autorizzate operate da parte dei responsabili della sicurezza del gruppo Telecom. Si tratta un’inchiesta che va ben oltre il mondo del calcio: prende origine dalle indagini sulle elezioni politiche della regione Lazio, passa attraverso il caso del rapimento dell’iman Abu Amar, e coinvolge anche uomini di polizia, finanza e carabinieri
- una parte delle intercettazioni è stata invece trascritta da alcuni membri del Sisde che si sono occupati in prima persona delle indagini sui dirigenti di alcune società di calcio

Cominciamo col parlare di quest’ultimo ramo d’origine, quello legato al Sisde. Nel farlo ci ritroveremo sorprendentemente catapultati in un caso che appare molto lontano da “calciopoli”, sia in termini di tempo che di contesto: l’omicidio del giudice Paolo Borsellino avvenuto nel luglio del 1992.

Nelle ore successive alla strage di Via D’Amelio, la Rai e il Tg5 mandarono in onda ripetutamente le immagini girate sul posto pochi minuti dopo l’esplosione. Si notava un uomo in borghese che si allontanava dai resti dell’auto con in mano la borsa in pelle del giudice Borsellino, borsa che fu ritrovata successivamente al suo posto, cioè sul sedile posteriore dell’auto. All’interno era sparita l’agenda personale di Borsellino, un’agenda rossa nella quale il magistrato era solito scrivere i suoi appunti sulle indagini e dalla quale, a detta di molti suoi collaboratori, non si separava mai. Un’agenda che probabilmente conteneva particolari scottanti sui rapporti mafia-istituzioni, e in particolare sull’omicidio Falcone. L’uomo nelle immagini è il colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, comandante del Nucleo Operativo Sisde di Roma. Nei giorni successivi i famigliari e i collaboratori di Borsellino, notando le immagini, chiesero alla Procura di indagare sul fatto e di interrogare il col. Arcangioli. La Procura ha ignorato le loro richieste per ben 13 anni, fino a quando improvvisamente ad inizio 2006 i magistrati di Caltanisetta acquisirono le immagini video girate poco dopo l’esplosione, e iscrissero il col. Arcangioli nel registro degli indagati. L’accusa ufficiale era “false dichiarazioni in ambito di indagini anti-mafia”. Il colonnello ammesse di aver prelevato la borsa dall’auto, ma dichiarò di averla aperta subito alla presenza dell’ex-magistrato Giuseppe Ayala, e di non aver notato nessuna agenda al suo interno. Nei primi giorni del febbraio 2006 i magistrati della Procura antimafia ordinarono un confronto tra Arcangioli e Ayala, quest’ultimo smentì con fermezza le affermazioni di Arcangioli. Altri testimoni smentirono il colonnello del Sisde.

La notizia riguardante il confronto è stata riportata in brevi articoli in pagine secondarie da vari quotidiani. Un paio di esempi:

PALERMO - Sarà interrogato dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta il colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, fotografato il 19 luglio 1992 in via D'Amelio con in mano la borsa di Paolo Borsellino che conteneva l'agenda del magistrato mai più trovata. Non è stata resa nota la data dell'interrogatorio né se l'ufficiale sarà sentito alla presenza dell'avvocato difensore. Arcangioli, già stato sentito nei mesi scorsi, ha fornito una versione dei fatti che contrasta con quella di altri testimoni. Ma l'acquisizione di filmati registrati da troupe della Rai e di Mediaset ha fornito ai pm la possibilità di ricostruire le ore successive all'attentato, compresi i movimenti dell'allora capitano Arcangioli. --- Corriere della sera, 8 febbraio 06

L´inchiesta sul mistero della borsa Agenda Borsellino, Ayala e Arcangioli confronto a Roma
ROMA - Il confronto tra il deputato dei Ds ed ex magistrato Giuseppe Ayala ed il colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, non ha chiarito il mistero sull´agenda rossa del giudice Paolo Borsellino, morto con i cinque uomini della scorta nella strage del 1992 in via D´Amelio a Palermo. Un´agenda scomparsa e mai ritrovata. Il faccia a faccia tra i due è stato disposto dal procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Francesco Messineo e dal suo aggiunto, Renato Di Natale e si è svolto ieri pomeriggio a Roma nell´ambito dell´inchiesta sui «mandanti esterni» delle stragi Falcone e Borsellino.
Tre giorni fa i magistrati e gli investigatori della Dia di Caltanissetta a quattordici anni dalla strage, hanno riesumato una fotografia ed alcuni filmati televisivi girati subito dopo l´attentato dell´estate del 1992 a Palermo nei quali si vede l´allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli, adesso comandante del nucleo operativo di Roma, allontanarsi con una borsa di pelle in mano.

Quella borsa era del giudice Paolo Borsellino ed era stata prelevata dall´automobile blindata distrutta dall´esplosione. La borsa fu fatta vedere a Giuseppe Ayala che era presente sul luogo e fu ritrovata qualche ora dopo sul sedile posteriore dell´automobile del magistrato. Ed è proprio in quella borsa, secondo quanto dichiarato e confermato dai familiari del magistrato ucciso nell´attentato, Borsellino aveva l´agenda rossa dove annotava tutte le cose più segrete relative alle indagini anche sulla strage del collega Falcone, ucciso dalla mafia a Capaci, insieme alla sua scorta.
La Repubblica, 09/02/2006
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Vi starete chiedendo che c’entra tutto questo con “calciopoli”. Ecco la risposta: nel 2005 la Procura di Napoli fa partire un’inchiesta su alcune società di calcio, in primis Juventus, Fiorentina e Lazio, e ordina intercettazioni telefoniche sui cellulari dei dirigenti di queste società. Una volta appresa la notizia, i vertici del Sisde, nella persona del generale Mario Mori, dichiarano alla Procura di farsi carico delle intercettazioni telefoniche.

Ci sarebbe ora da analizzare nei dettagli chi sia il generale Mori, quale il suo ruolo nell’Antimafia, e soprattutto perché dal 2005 sia inquisito dalla stessa Procura di Palermo "per aver favorito la mafia", ma dovremmo addentrarvi in argomenti che eludono dal contesto che stiamo trattando.
Genericamente possiamo dire che si tratta di un’Antimafia che processa se stessa, o meglio alcuni suoi membri.

Il generale Mori assegna la direzione delle indagini e delle intercettazioni a due suoi uomini di assoluta fiducia: uno è proprio Arcangioli, l’altro è il commissario Aurelio Auricchio.

Auricchio è un altro membro del Sisde che anni fa fu inquisito per aver falsificato prove e intercettazioni telefoniche in processi antimafia. Lui querelò per diffamazione i suoi accusatori ma i tribunali gli diedero torto anche in appello.

Pur essendo loro stessi oggetto d’indagine, nessuna di queste persone fu sollevata dal proprio ruolo durante l’inchiesta sul calcio.
Anche volendo evitare come la peste ogni forma di dietrologia o teoria preconcetta, non si può evitare di sottolineare per dovere di cronaca, che il generale Mori sia amico personale di Silvio Belusconi e fratello del capo della sicurezza di Mediaset.

Nel periodo del confronto Arcangioli-Ajala l’inchiesta su calciopoli (in corso da quasi un anno) non era stata ancora resa pubblica. I giornali non potevano sottolineare il legame tra Arcangioli, Auricchio, Mori e le indagini sul calcio, ma avrebbero dovuto farlo successivamente nell’estate 2006. Il fatto invece passò del tutto in ombra durante la “bagarre” mediatica che occupò i
palinsesti televisivi tra giugno e agosto.
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Telecom e conflitti d'interessi
Abbiamo visto chi si è occupato di trascrivere e consegnare alla Procura di Napoli una parte delle intercettazioni, ma ci fu un altro filone d’origine delle trascrizioni, filone che nasce in un contesto estraneo alle vicende del Sisde e dell’Antimafia: si tratta del caso sulle intercettazioni illegali operate dai vertici della sicurezza di Telecom. Una vicenda piuttosto complessa e dai risvolti inquietanti, risvolti che farebbero tremare i polsi a qualsiasi moderna democrazia degna di essere definita tale.

Ma come al solito in Italia questa vicenda è stata proposta dai mass-media con scarso rilievo rispetto alla gravità dei contenuti, con scarsa attenzione ai particolari e ai protagonisti. E’ un caso che coinvolge i dirigenti di quello che è uno dei gruppi finanziari più potenti nel nostro paese, il gruppo Pirelli-Telecom. Una struttura finanziaria estremamente estesa ed articolata, una struttura che oltre ad avere un controllo praticamente totale sulla rete telefonica italiana, estende il suo potere ben oltre: su editori, canali d’informazione sia multimediali che televisivi, si articola all’interno delle alte sfere del mondo finanziario, occupa grandi fette di mercati anche al di fuori del contesto delle telecomunicazioni.

Inoltre è il principale sponsor del campionato di calcio italiano, gestisce la trasmissione di gare di campionato (mediante internet con Rosso Alice, mediante digitale terrestre con Carta+ e La7). Telecom-Pirelli partecipa attivamente anche al finanziamento della società di calcio milanese F.C.Internazionale (la società che ha tratto i maggiori vantaggi dall’inchiesta su “calciopoli”), società della quale Marco Tronchetti-Provera, “patron” Telecom-Pirelli, è membro del consiglio di
amministrazione e finanziatore.
PORTOFINO: TRONCHETTI ANNUNCIA A GIAMMARCO DI AVER TOVATO LO SPECULATORE PRESTANOME PER SALVARE L'INTER DAL FALLIMENTO: L'INDONESIANO ERIC THOHIR'
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C’è un altro nome che riveste un ruolo importante nelle vicende che uniscono Telecom all’inchiesta sul calcio, e in molte altre che hanno attraversato l’alta finanza italiana degli ultimi anni. Uno di quei nomi sui quali i riflettori mediatici non si accendono mai, come si conviene ai veri uomini di potere. Questo nome è Carlo Buora. Chi è Carlo Buora ? In un paese che ha fatto dei conflitti d’interessi una consuetudine, Buora è uno degli esponenti più importanti dell’arte di tenere il piede in molteplici scarpe. Per spiegare nel dettaglio quante poltrone occupi Buora nei vertici dell’imprenditoria italiana, sarebbe necessario un intero capitolo. Mi limiterò qui a schematizzare l’incredibile molteplicità dei poteri di Buora. Queste le cariche rivestite dal manager milanese nato nel 1946:

- Consigliere Ras dal 10 settembre 2002
- ex-Amministratore Delegato di Pirelli & C. S.p.A. e attualmente Vicepresidente di Telecom Italia S.p.A.
- Presidente del Consiglio di Amministrazione di Tim S.p.A. (sponsor del campionato di calcio italiano)
- Amministratore di Olimpia S.p.A. Questa è una società finanziaria totalmente priva di dipendenti, che detiene la maggioranza relativa del pacchetto azionario di Telecom Italia. In pratica l’azienda privata che gestisce la rete italiana delle telecomunicazioni è in mano a un gruppetto ristrettissimo di persone riunitesi sotto un marchio costruito ad “hoc”. Fino al 2005 Olimpia era controllata, oltre che da Pirelli e dalla famiglia Benetton, anche da Hopa, l’holding bresciana fondata da Emilio Gnutti. Hopa fu al centro dello scandalo di “Bancopoli”, l’inchiesta che portò alle dimissioni del Presidente di Banca d’Italia Antonio Fazio (altra vicenda clamorosa abilmente insabbiata dai media italiani)
- amministratore di Real Estate
- amministratore di Rcs Mediagroup S.p.A. (uno dei più potenti gruppi editoriali italiani, editrice tra l’altro della Gazzetta dello sport, il principale giornale sportivo italiano che ha svolto un ruolo mediatico fondamentale nell’inchiesta su calciopoli)
- amministratore di Mediobanca S.p.A. (del consiglio di amministrazione Mediobanca è membro anche Gianluigi Gabetti, Presidente dell’IFIL, la società finanziaria Agnelli che controlla la società calcio Juventus. Ma di questo parleremo più avanti).

Carlo Buora è anche il vicepresidente esecutivo della società calcio FC Internazionale. Nel sito ufficiale dell’Inter, nella pagina che espone l’organigramma societario, il nome di Buora è sempre stato indicato con la carica di vicepresidente, ma da gennaio 2007 (subito dopo la sua rinomina a vicepresidente Telecom) viene indicato tra i membri del consiglio di amministrazione, in una posizione che salta agli occhi meno di prima. In ogni caso, “vicepresidente esecutivo” o “membro del consiglio di amministrazione” che sia, il clamoroso conflitto di interessi di Buora è uno degli innumerevoli casi passati sotto totale silenzio da parte dei mass-media.
CHI E' CARLO BUORA PER AMMONIRE TRONCHETTI ADDITANDOLO?!

Per capire come il gruppo Telecom Italia sia giunto ad essere uno dei protagonisti principali nella distribuzione dei diritti televisivi dobbiamo fare un passo indietro a fine anni ’90, quando si operò la trasformazione delle società calcistiche in Società per Azioni. Le prime a quotarsi in borsa furono le due società romane, Roma e Lazio. In questo modo trovarono una via di uscita da situazioni di bilancio prossime al fallimento. In questa via risiedeva anche la vendita dei diritti televisivi.

Successivamente infatti vennero scritte le normative che consentivano la vendita soggettiva dei diritti di trasmissione delle partite. Si lasciò che il mercato stesso facesse i prezzi in base all’entità dei vari bacini di utenza. In pratica le squadre che hanno un bacino ampio (cioè potenziali abbonati televisivi) hanno possibilità di guadagno di gran lunga superiori rispetto a quelle società seguite da un pubblico più legato al proprio territorio. A questo punto occorreva un acquirente che si facesse carico di acquistare dalle società di calcio i diritti televisivi pagandoli con somme molto ingenti, ingenti a tal punto da far risultare l’operazione molto redditizia per le società di calcio e non profittevole (anzi in perdita) per l’acquirente.

Tale acquirente fu creato ad hoc con Stream, il secondo polo satellitare. Stream nacque grazie alla privatizzazione del gruppo Telecom-Italia. Quella privatizzazione che la stampa estera definì una “rapina” (in particolare il Financial Times la definì testualmente “una rapina con destrezza”). E mentre all’estero la stampa si indignava per quello che era, come vedremo nelle prossime pagine, un autentico furto ai cittadini italiani, qui in Italia la vicenda finiva insabbiata grazie ad un divulgazione di notizie molto sommaria, superficiale, spesso confusionaria, da parte mass-media.

Stream pagò puntualmente a peso d’oro i diritti televisivi di alcune società di calcio consorziate a loro volta in una società creata "ad hoc", la SDS (Società Diritti Sportivi). La SDS era presieduta da Franco Sensi, il proprietario dell'A.S. Roma, ed aveva come membri Cragnotti (Lazio), Tanzi (Parma) e Cecchi Gori (Fiorentina).

L’obiettivo del consorzio era contrastare nel mercato dei diritti televisivi il terzetto composto da Milan, Inter e Juventus. Dal 2001-02 in poi tutti questi quattro imprenditori furono inquisiti per falso in bilancio. Per Sensi e Cragnotti cadde a fagiolo la riforma del reato in oggetto e il conseguente “decreto spalmadebiti” del 2003 (i pm furono costretti all'archiviazione per prescrizione).

Cecchi-Gori e Tanzi finirono invece agli arresti per bancarotta fraudolenta. Tanzi in particolare fu protagonista del più clamoroso fallimento della storia dell’imprenditoria italiana,  il crack Parmalat. [...]

SEGUE... (prossimamente la continuazione) -

http://www.shotrading.com/analisi_borsa/31_08_07.htm
31/08/2007-Libera Informazione: Finanza e manipolazioni mediatiche: "calciopoli"  

Per chi ancora nutrisse dei dubbi sul METODO AURICCHIO, ecco quali sono e come faceva le informative, solo a carico di Moggi e quei pochi altri che gli servivano per "spacciare la tesi" dell'associazione a delinquere. E' per questo nel 2006 non esistette nemmeno una sola telefonata nè di facchetti è nè di moratti. Le aveva nascoste
 Il 27 maggio 2010"moratti & auricchio" tramano confusi tra la folla a Palazzo Valentini!

Inviato da: Gino Aiello

mercoledì, giugno 08, 2011

ORGANIZZIAMOCI SCRIVE AD ANDREA AGNELLI

CHI SIAMO

Caro presidente, nel corso della manifestazione organizzata da calcio GP lei ha auspicato una maggiore coesione del popolo bianconero e noi di "Organizziamoci" rispondiamo: presenti!

Le sue considerazioni sull’evidente divisione dei tifosi con molteplici istanze avanzate in ordine sparso confortano il nostro tentativo di trasformare le singole voci in azioni unitarie e per questo abbiamo deciso di rivolgerci direttamente a lei. Sperando che abbia avuto notizia vista la sua attenzione per il Web del progetto oramai noto come “Organizziamoci”, che è una federazione di alcune tra le tante sigle che fanno capo ai tifosi juventini, nata per difendere il patrimonio sportivo rappresentato dalla Juventus. Dando maggiore incisività alla battaglia su calciopoli, affiancandosi alla società che per ragioni di opportunità non può esporsi più di tanto. E con la quale vorrebbe ricercare un dialogo su tutti gli argomenti. Fornendo, da tifosi, un contributo anche per programmare il futuro.

Di questo vogliamo parlarle con la presente lettera che, dopo quelle del 10 e 19 maggio, rappresenta la nostra terza iniziativa.

Prima di addentrarci nei dettagli riteniamo doveroso informarla di chi ad oggi ha sposato la causa juventina attraverso “Organizziamoci”, ma anche di chi con attenzione ne sta seguendo l’evoluzione.

Al momento possiamo dire con un pizzico di orgoglio che siamo la voce di:

Juvenews, Canale Juve, Juve Central, Nobiltà Gobba, Forza Juve blog, Juvemania.it, il blog di Alessandro Magno, Io juventino.net, Cronachebianconere.blogspot.com, Calabrone37.blogspot.com, Il pallone racconta, JuventusTheBest Forum, Juve forever.net Blog spot.com, La Divina Juventus.

Inoltre alle iniziative di “Organizziamoci” è stato dato ampio risalto sui seguenti siti o blog:

Ju29ro, Tutti pazzi per la Juve attraverso la trasmissione radiofonica, http://smillamagazine.com - http://www.liquida.it - http://calciototale.netsons.org - http://www.socialsport.net - http://www.parrotized.it - http://www.blogcalcio.info - http://www.wikio.it - http://oknotizie.virgilio.it - http://www.testadicalcio.com - http://www.ciaojuve.com –

ASPETTATIVE DELUSE

E’ forse superfluo rimarcare che a un anno dal suo insediamento le attese dei tifosi juventini siano andate del tutto deluse. Abbiamo però la presunzione di essere tifosi razionali e quindi coscienti delle difficoltà che ha dovuto affrontare per una gestione precedente non proprio felice, in un contesto di crisi generale e con l’aggravante delle nuove norme imposte dall’UEFA. Pur tuttavia sul piano sportivo è stato fatto davvero poco e non riusciamo a trovare elementi positivi in una stagione che si può, tranquillamente, definire disastrosa. Non ci aspettavamo miracoli ma, almeno, come probabilmente anche Lei si augurava, un’inversione di tendenza. Prendiamo atto che non c’è stata e guardiamo, comunque, avanti.

LE NOSTRE “LINEE GUIDA”

Da tifosi, ovviamente, sogniamo i grandi nomi, ma come Le dicevamo stiamo con i piedi per terra e comprendiamo quanto sia difficile oggi portare a Torino i cosiddetti Top Player che, in ogni caso, da soli non fanno una squadra. Auspichiamo, perciò, che prima si costruisca un telaio solido, e poi si pensi ai campioni, evitando così l’errore commesso dalle avversarie della grande Juve, che ipotizzavano di colmare il gap acquistando il Ronaldo di turno.

Sia chiaro che noi i campioni li vogliamo, ma solo se funzionali a una vera squadra perché solo un solido assetto di partenza è il giusto viatico per tornare grandi.

Questo presumiamo fosse il vero obiettivo della scorsa stagione e da questo occorre ripartire.

Continuiamo ad ogni modo a fidarci di Lei, convinti che dopo un anno d’esperienza si ponga rimedio a errori evidenti anche se forse inevitabili.

Non ci sembra opportuno fare nomi e indicare cosa si possa salvare, perché in questi casi è impossibile avere uniformità di giudizi, ma le prime mosse sembrano andare nella direzione da noi auspicata. Ed è apprezzabile che si sia cominciato, cambiando la guida tecnica che con tutte le attenuanti del caso, ha fallito per tutti gli aspetti che le competevano. L’aver optato poi per un giovane emergente ed entusiasta per il suo passato bianconero, oltre le considerazioni tecniche sempre opinabili, è il segnale che da parte della società vi sia l’effettiva volontà di realizzare un progetto che duri nel tempo con la certezza che non sarà ripetuto l’errore fatto con un’altra icona bianconera come Ferrara, abbandonata a se stessa.

Vi sono comunque altri aspetti che intendiamo portare alla sua attenzione.

Il primo riguarda la piaga degli infortuni cui in qualche maniera occorre porre rimedio e la preghiamo di valutare attentamente il problema, cominciando dai campi d’allenamento perché la Juventus non può permettersi di ripartire con un handicap simile.

Ciò che però ci sta particolarmente a cuore è la difesa della dignità bianconera. Lei spesso si è rivolto direttamente ai tifosi e di questo la ringraziamo, ma le chiederemmo, semmai, di trascurare noi, riservando la sua attenzione alla difesa della Juventus.

La nostra è una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano che oggi come in passato è presa a bersaglio, ma in più è derisa e sbeffeggiata in modo intollerabile.

Della Juve oramai si approfittano: gli avversari in campo e fuori, le istituzioni calcistiche ed i media e non ci riferiamo solo a Calciopoli che per una volta tralasciamo, anche se qualcosa di più concreto prima o poi dovrà dirci.

Presidente la esortiamo a lasciare da parte le parole al miele per gli juventini e a esternare, invece, il risentimento del popolo juventino nei confronti dei troppi detrattori.

Difenda la nostra Juve dopo le partite, quando siamo attaccati, indipendentemente dalla prestazione.

Risponda a tono ai suoi colleghi presidenti che non perdono occasione per gettare fango sulla nostra squadra.

Pretenda il rispetto, non favori, da chi come Figc, Lega e mezzi di comunicazione, senza di noi sarebbero costretti a chiudere bottega.

Questo sarebbe il modo giusto per farci sentire la sua vicinanza e questo ci aspettiamo da Andrea Agnelli tifoso della Juve.

Volendo adoperare un termine abbastanza abusato, quelle che le abbiamo illustrato, hanno la presunzione di essere le nostre "linee guida" che, converrà, rappresentano solo un indirizzo senza entrare nel merito di questioni che ci appassionano, ma non ci competono.

Noi siamo, infatti, per il rispetto dei ruoli e siamo al fianco della Juventus. E Lei?

L’APPELLO

Presidente: non ci abbandoni e continui nel solco tracciato dall’Avvocato e dal Dottore, cui dobbiamo l’orgoglio, di esser tifosi di una squadra unica. Ci aiuti a mantenere viva la nostra passione che, prima delle vittorie, chiede che sia ridata dignità ai colori bianconeri.

Noi non molliamo, ma come per gli amanti che si sentono traditi dopo un periodo di rifiuto della realtà e tanti tentativi di riprendere il rapporto, potrebbero subentrare, la rassegnazione e il conseguente distacco.

sabato, giugno 04, 2011

Mark Iuliano, sempre Cuore-Juve

Iuliano: Quanto è mancato Moggi alla Juve
La prima domanda che quasi tutti fanno in un’intervista a Mark Iuliano riguarda il famoso intervento su Ronaldo, cui l’Inter attribuisce l’addio al titolo nel campionato 1997-98; e Iuliano a tutti, e stavolta tocca a Calcio GP, ripete lo stesso racconto:
“Io ancora oggi dico che è stato sfondamento tutta la vita. Io guardavo la palla e lui mi ha travolto come un tir...Ed e molto evidente che cerco, anche se in modo goffo, di riparami da qualcosa che mi arriva a sorpresa. Dopo è successo il casino perché sul ribaltamento dell’azione Ceccarini diede un rigore a noi. Ma ripeto, per me non c’era assolutamente fallo”.

 E nei suoi ricordi in bianconero, oltre all’amico Paolo Montero, un posto speciale lo occupa Luciano Moggi:
“Non se ne troveranno più come lui. E’ il numero uno in assoluto. Ci capiva al volo, prima che aprissimo bocca. Un punto di riferimento, quando avevi bisogno di qualcosa non ti faceva mancare niente. Tutti i giocatori che sono passati dalla sua gestione non possono che parlarne bene, perché ha accontentato tutti. Scontato che venga rimpianto dalla gente”.

Anche perché la sua mancanza si è sentita nella costruzione della squadra:
“I problemi si sono riscontrati in ogni reparto. Hanno reso tutti al di sotto delle aspettative, a parte Del Piero. Ma non può essere sempre lui a trascinare i compagni. E’ pur vero che si è infortunato Quagliarella, ma alla Juve non puoi aggrapparti agli infortuni. Devi puntare ogni volta al massimo, non ci sono scuse. Piuttosto non hanno saputo fare il mercato, perché hanno speso tanti soldi per acquistare buoni giocatori che in altri club magari fanno la differenza, qui la realtà è totalmente diversa. Io avrei preso solo due giocatori di altissimo livello”.

Su Calciofarsopoli:
 “E’ stata tutta una farsa. Non hanno mai trovato prove tangibili, si sono dette solo frasi fatte che lasciano il tempo che trovano. Non è il caso neanche di commentarle. Gli scudetti la Juventus li ha sempre vinti con pieno merito sul campo. Se vai a chiedere ai componenti di tutte le squadre chi era la squadra più forte ti rispondono allo stesso modo. Capello guidava uno squadrone che dominava ovunque, non aveva bisogno di nessun aiuto. Le chiacchiere degli altri non mi interessano”.

Ha fiducia in Conte:
“Ha fatto la gavetta e adesso è pronto per il grande salto. Può solo migliorare la Juve, peggio di quest’anno non può fare… Scherzi a parte è l’allenatore ideale perché incarna i valori della juventinità e questo è un vantaggio. Coronerà il suo sogno, se lo merita”)

Andrea Agnelli:
“Conoscendo Andrea so che non vede l’ora di riportare la Juve nei posti che le competono. Sta soffrendo tantissimo immagino, è il primo a non essere felice di questa situazione. Io sono fiducioso, con una giusta programmazione potrà ripetere i successi del nonno e dello zio. Ancora deve crescere, sta facendo esperienza e bisogna dargli un po’ di tempo. Un progetto non si costruisce dall’oggi al domani. L’importante, però, è che sia supportato da gente competente, non può fare tutto da solo”.

E non gli dispiacerebbe un giorno “magari allenare la Juve”.

Mail inviata da Enrico Milito

venerdì, giugno 03, 2011

Spifferi dalla DISCARICA DI NAPOLI: "la procura della republica"

"Alla Dottoressa Casoria dobbiamo far capire che è “assolutamente necessaria” almeno una piccola punizione! Si è mosso il mondo che conta!  Un’assoluzione generale sarbbe una tragedia, finanziaria anzitutto, è finirebbe per palesare la ridicolaggine di una dissipazione di denaro e di energie della giustizia per eliminare una potenza (la Juventus. ndr) che guardava dall'alto in basso quelli del resto dell'Italia pallonara che si dissanguava per tenere il passo, e finire sempre con un pugno di mosche: Milano e Roma. Ecco perchè la condannuccia è necessaria. Tanto chi vuoi che protesti? quelli che hanno partecipato a farli fuori? Dopo tutto si tratta di Moggi, antipatico per definizione...Moggi ha 74 anni, e una condannuccia in pi o in meno, nulla gli aggiunge e nulla glitoglie.... mentre farà contenta tanta gente. Ecco perchè, così come per il processo sportivo il giudice Ruperto si è inventato l'illecito strutturale, e il giudice Fiasconaro il reato di violenza privata per il processo Gea, anche la Giudice Casoria e le sue colleghe dovranno inventarsi il "reato ad oc" per condannare Moggi. Noi non abbiamo alcun dubbio sulla buona fede e la competenza tecnica e morale del colleggio giudicante, è della Giudice Casoria in primis, ma non possiamo in alcun modo  permetterci il lusso di un'assoluzione "perchè il caso non sussiste". Questo Mai! Chiaro?"

Limpido rispondo io. Quindi questo sarebbe il sermone fatto dal procuratore capo Giandomenico Lepore per catechizzare il presidente del Tribunale Carlo Alemi. Quindi Napoli come Roma. Processo calciopoli come processo Gea, allora vedrete che Moggi avrà la sua condannuccia che farà contenti tutti: I promotori della cosa: Milano-Roma-Torino; il CSM che sfugge ad un'altra onta, tipo: Enzo Tortora (sempre Napoli); il potere massone cheorgogliosamente mostra i polsi; il procuratore Capo: Lepore, farà contenta la Loggia e verrà festeggiato da Vietti&co; il PM Narducci che verrà promosso Procuratore aggiunto, e il giovane PM Capuano comincierà in pompa magna la carriera di malfattore stipendiato dallo stato, noi! FOSSE  VERO (e il comportamento tenuto da Lepore, Beatrice e Narducci, chiaramente indica in senso affermativo!)POVERA-itaglia...

mercoledì, giugno 01, 2011

Il lupo il pelo lo perde, ma l'inter il vizio... MAI!

Francesco Calabrone

calcio scommesse: nuovo scandalo
In Inter-Lecce, 150mila euro e minacce

MILANO - L'affare in mano agli "zingari". Anche Beppe Signori tra gli intermediari finanziari della giocata sul match di campionato che poi non va buon fine. E il responsabile del fallimento della scommessa diventa vittima di un'estorsione. C'è anche la Serie A nel nuovo scandalo sulle scommesse che sta travolgendo il calcio italiano. Non solo soldi, ma anche minacce. Secondo gli atti dell'indagine della procura di Cremona emerge infatti il tentativo di manipolare il match Inter-Lecce del 20 marzo scorso "in modo da conseguire il risultato finale della segnatura di almeno tre gol, conforme alle scommesse predisposte". Una scommessa che però non va a buon fine perchè negli ultimi 25/30 minuti l'Inter, stranamente, scompare dal campo e il Lecce sembra il Barcellona. Ecco allora che a giudicare dall'andamento della partita il sospetto che qualcuno aveva "preventivato" qualcosa e qualcuno o qualcosa ha mandato a monte i piani degli scommettitori...nasce spontaneo.
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Bauscia, tranquilli, la farete franca come sempre.
Vi consiglio un libro scritto da (poi-traviato) Paolo Ziliani:
Non si Fanno Queste Cose a Cinque Minuti Dalla Fine