venerdì, giugno 18, 2010

Pierluigi Battista:- Nostra Signora dell’orgoglio - "C'è bisogno di una rivoluzione" Il Destino della Juventus non potrà mai essere banale.

JUVENTINOVERO.com
PIERLUIGI BATTISTA-PASSIONE CALCISTICA - BIANCONERO

E' stata di poco tempo fa la scoperta di un altro amico rancoroso tra le penne del Corriere della Sera, ad affiancare, tra i "gobbi" della redazione di Via Solferino, dove la sezione sportiva è a forti tinte nerazzurre, l'ex direttore Ostellino.

Un bellissimo editoriale, pubblicato lo scorso novembre, dal titolo "Nostra Signora dell' Orgoglio", a firma Pierluigi Battista, il celebre giornalista romano del CorSera, ci raccontava uno stato d'animo, in cui tutti noi, senza distinzioni, ci siamo riconosciuti. L'eccezionalismo della Juve, orgoglio di sempre, contrapposto alla mediocrità del presente e a un'amara quanto necessaria riflessione: il vero tifoso non riesce a parlare di Juve, oggi, senza parlare di Calciopoli, di una ferita impossibile da rimarginare.

Da una lettera scritta per ringraziarlo e fargli i complimenti per un pezzo bellissimo, è nata una chiacchierata tra Ju29ro e Pierluigi Battista, intorno, naturale, al nostro argomento preferito: "la Juventus. "Significa emozione, orgoglio, voglia di combattere, identificazione con una storia. La Juve si sceglie, non è la squadra del gonfalone, del municipio, della città. E’ un innamoramento che dura nel tempo."
Come si diventa juventini? "A Roma i miei amici erano quasi tutti giallorossi, qualcuno biancoceleste. Io scoprii Omar Sivori, la sua tecnica beffarda, i suoi calzettoni tirati giù, la sua cattiveria geniale. Diventai juventino."

Gli chiediamo cosa sia la juventinità, dove si nasconda lo stile Juve, come lo si riconosca, ma questa volta sbotta: "Senta, posso confessarLe che mi sento in imbarazzo con queste domande? Fino a pochi mesi fa Le avrei risposto in modo più tranquillo. Oggi non si può più. Siamo in mezzo a un evento catastrofico. La Juve è stata distrutta. Stiamo toccando forse il punto più basso della nostra storia.

Mi sento offeso, umiliato, preso in giro. Viviamo in un vortice che sembra un incubo. Come posso darLe risposte elegiache, scontate, sentimentali?" Continua amareggiato: "E' il momento più triste. Senza una testa, con il cuore a pezzi. Siamo una squadretta e ogni volta la squadra avversaria, giocando con noi, sembra il Brasile di Pelé. Come si fa a non essere tristi, sconcertati, sgomenti? Come si fa a parlare serenamente della Juve se non si cerca di uscire dal disastro?"

Addirittura più triste di Calciopoli? "Il momento più triste non è stata la scientifica demolizione della Juve, ma questo. Le voglio dire una cosa su cui immagino non sarà d’accordo. E’ vero: è stata una gigantesca campagna contro di noi. E’ vero: hanno crocifisso Moggi come fosse il Male. E’ vero: la giustizia sportiva si è comportata in modo violento, prepotente, senza dare il diritto di difendersi chi era accusato.

Roba da tribunale del popolo, altro che giustizia. Però, guardi, se la Juve fosse stata sanzionata, secondo un illecito sportivo che è altra cosa da un reato, in forme equilibrate, proporzionate, misurate, io avrei accettato un verdetto che avesse la revoca dello scudetto vinto nel campionato contestato (non il ventinovesimo, fuori dall’inchiesta e meritato sul campo), una ragionevole penalizzazione nella serie A. Come per il Milan e la Fiorentina. Invece hanno voluto massacrare la Juventus, schiacciarla, mortificarla, ucciderla con una pena grottesca, assurdamente sproporzionata.

Beh, ci sono riusciti. Ma non per il campionato della B, che abbiamo giocato con fierezza. Ma perché il nuovo assetto della Juve, dei suoi vertici, del suo personale tecnico, di quello atletico, di quello medico, infine della sua squadra risulta totalmente inadeguato, mediocre, incompetente. Nessuno, ripeto: nessuno, che oggi abbia responsabilità nella Juve sembra minimamente in grado di gestire i colori, la storia, la tradizione della Juventus. Lo dico con infinita amarezza. Ma è così."

Proviamo ancora a insistere con Calciopoli, ma è un fiume in piena contro questa Juve: "Ripeto: non me la sento di parlare della Juve in astratto, viste le condizioni disperate in cui versiamo. Dobbiamo capire che siamo risaliti dall’abisso della B grazie ad alcuni eroi della vecchia guardia di cui sono orgoglioso di fare i nomi: Buffon, Camoranesi, Nedved, Trezeguet, naturalmente capitan Del Piero. E poi Chiellini e Marchisio (purtroppo non Giovinco) della nuova generazione. Con questa anima, e con Ranieri, siamo arrivati due volti in un più che decente secondo posto e ci siamo onorevolmente battuti nella ritrovata Champions.

Dopo di che: nessuno è stato capace di andare per il mondo alla ricerca di talenti che non costassero cifre astronomiche (ricordiamo che Moggi, che nella vulgata oggi passa come il grande corruttore degli arbitri, portò in Italia un certo Ibrahimovic a una cifra più che accettabile: lui lo conosceva, nessun altro in Italia lo conosceva). Abbiamo sbagliato tutte, diconsi tutte le campagne acquisti. L’elenco è da incubo, un branco di mediocri: Grygera, Andrade, Almiron, Tiago, Boumsong, Poulsen, Brazzo, Grosso, Cannavaro, Felipe Melo, Diego. Abbiamo lasciato andar via risorse promettenti o confermate: Nocerino, Zanetti, Marchionni, Criscito. Possiamo dire che gli unici acquisti azzeccati in tre anni sono stati solo tre: Sissoko, Amauri e Iaquinta. Basta. Abbiamo speso un sacco di quattrini inutilmente.

Abbiamo fatto gli spilorci per Xabi Alonso e ci siamo ritrovati Poulsen (e non Stankovic, per colpa, devo dirlo, di una tifoseria miope) mentre l’anno dopo sono fioccati i milioni di euro per Melo. Abbiamo cacciato Ranieri per trovarci con Ciro Ferrara, grande bandiera della Juve, ma senza nessun curriculum affidabile. Poi Zaccheroni. E ora? Abbiamo sbagliato preparatori atletici, con tutta evidenza. Abbiamo scoperto solo ora che forse il campo di Vinovo ha un terreno assassino. Mi limito ad un ultimo, eclatante episodio. Mentre nel mercato di gennaio l’Inter ha preso Pandev e la Roma Toni, noi abbiamo preso la punta dell’ultima squadra in classifica, ma non quella che segnava (Maccarone), no: l’altra. Ma vi pare possibile? Vi pare che con tutto questo non dovevamo arrivare alla catastrofe?"

Come se ne esce? "Penso che chi ama la Juve non meriti più un trattamento così. E che per risorgere, dopo aver toccato il fondo, bisogna fare grandi rivoluzioni: nella dirigenza tecnica e amministrativa, nella panchina, nella squadra. Solo così si può tentare di sperare nuovamente di tener testa e fede a una storia gloriosa. Riprendersi la Juve: è un imperativo che non si può eludere. Tornare a essere quel che eravamo. Poi, se volete, parliamo di cose elegiache. Ma solo poi: prima tornare a essere la Juventus." Giovedì 01 Aprile 2010
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JUVENTUS SEMPRE LASSU' A GUARDARE TUTTI DALL'ALTO IN BASSO!
Il destino della Juventus non potrà mai essere banale
Pierluigi Battista - 211 novembre 2009
Prima della catastrofe, avrei scritto in tutt’altro modo questo omaggio grato e accorato alla nostra Signora. Prima della catastrofe avrei accennato alla gloria bianconera, al solito elogio dello «stile Juve», alla grinta del Trap, alle finali di Coppa perdute per un soffio dopo averle dominate, alla maestria scanzonata di Platini, alle punizioni di Del Piero. Prima della catastrofe avrei raccontato di come un ragazzino di Roma dei primi anni Sessanta, stanco della pressione ambientale di lupacchiotti sdentati e aquilotti spennati, si fosse innamorato della Juventus, simboleggiata dai calzettoni tirati giù di Omar Sivori, concentrato dinamitardo di classe finissima e geniale irriverenza. Prima della catastrofe, però. Dopo la catastrofe, la storia degli juventini è diventata la storia della sofferenza, dell’orgoglio ferito, dell’umiliazione ingiusta e bruciante. Dopo l’abisso della B comminata da un tribunale (sportivo) che non ha nemmeno voluto ascoltare le ragioni della difesa, ogni juventino ha scoperto che, toccato il fondo, occorreva risorgere, e in fretta.
Abbiamo sudato con il Crotone e l’Albinoleffe (con rispetto parlando, per carità) mentre qualcuno usurpava titoli mai conquistati sul campo. Abbiamo frequentato stadi minuscoli, con la gente sui balconi che si godeva la partita gratis, vista la mole non proprio imponente delle tribune. Abbiamo subito la ferocia giustizialista e trucemente revisionista di chi voleva riscrivere una storia meravigliosa come una vicenda para-criminale. Abbiamo conosciuto l’altrui smania dell’annientamento bianconero, lo sprofondamento nella vergogna, la disarticolazione di una formazione fantastica. Abbiamo ricominciato da zero. Ma mai come da allora riconoscersi l’un l’altro la comune passione bianconera ha creato il senso di una comunità, colpita da un destino avverso, ha temprato un mondo che non ha ceduto alla tentazione dell’abbandono e della desolazione. Anzi. Anzi, l’abisso, l’ingiustizia somma, l’inferno della degradazione hanno rafforzato i legami di un’appartenenza sbiadita, hanno rinfocolato l’orgoglio. Gli juventini sono molto apprensivi con la loro creatura. Combattono sempre, fino all’ultimo. Non fanno gli spavaldi. Soffrono fino all’ultimo secondo. Non sono gradassi (come tanti altri, che non si vergognano di fregiarsi di titoli immeritati).
La Juve è la squadra con minor radicamento territoriale. Essere juventini è una scelta: inconsapevole, ma pur sempre una scelta. Gli avversari prigionieri del luogo comune sostengono che è facile scegliere chi vince. È falso, sono più le volte che la Juve ha perso: ventinove scudetti vinti sul campo contro decine e decine non conquistati. Perché la Juve è fatta così: quando perde, è il primato che svanisce. Quando perde, è una promessa non mantenuta. Il destino degli juventini non è mai banale, mediocre. Un vantaggio arbitrale viene accompagnato dalla fanfara di chi vede complotti, macchinazioni, trame occulte e non sa riconoscere mai il merito. Uno svantaggio arbitrale viene accompagnato dal silenzi o assoluto. È sempre stato così. Sarà sempre così. Quando ci hanno retrocesso d’imperio amministrativo (senza garanzie e senza contraddittorio) ci hanno voluto scaraventare nell’abisso. Come se per noi fosse impossibile ogni senso della misura. Un vivacchiare nel mezzo. No, agli juventini («i juventini», secondo Checco Zalone) tocca sempre un destino estremo. Tra le stelle o nella polvere. Vincitori o vinti. Bianco o nero. Bianconero: non potevano esserci colori più significativi.           
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19 APILE 2010 - ANDREA AGNELLI IL PRIMO GIORNO DA PRESIDENTE.
"Ho accettato questo incarico poiché ritengo di poter dare un contributo importante alla società, sappiamo che contano i risultati e cercheremo di ottenerli. Sarà un percorso complicato, la situazione è sotto gli occhi di tutti. Bisognerà rafforzare la struttura a tutti i livelli, sia in Corso Galileo Ferraris sia nella parte pratica a Vinovo. La storia della mia famiglia è profondamente legata alla Juventus. Io non voglio confronti con periodi storici passati, penso solo al domani. Sono orgoglioso di dare il mio contributo con massima passione e impegno. Si chiude un cerchio che ha sempre visto la mia famiglia alla guida di questa società. La storia della mia famiglia è legata alla storia di questa squadra e parte ottantaquattro anni fa. Mio padre è stato presidente quasi cinquant’anni fa, ma la vicinanza alla Juventus è sempre stata totale. Non voglio fare paragoni con allora, pensiamo al domani".
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LA JUVENTUS AGLI AGNELLI
I TRE CAVALIERI DELLA SIGNORA JUVENTUS
FINO ALLA FINE!


GLI IMBROGLI DEI "RATTI" - DAL RATTO-PADRE AL RATTO-FIGLIO - ECCO COME SI RUBANO LE CHAMPIONS...

L'angelo del diavolo, il creatore della società/squadra-inter, cancro del calcio italiano.
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GLI EROI (corruttori &corrotti) NERAZZURRI (“inter”) DEL “triPlete” 2010
Alessandro Profumo-Pres.Unicredit, Walter Gagg dirigente-fifa-uefa: gli arbitri del Sistema:Mejuto González - Stark - Lannoy -  Benquerença - De Bleeckere - Webb - (in panchina: ernesto paolillo, barbara facchetti, andrea butti, e "pierluigi'farabutto'collina" x concorso esterno in corruzione)
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Guerin Sportivo 25-31 marzo 2008 Matteo Marani: Un ambasciatore al serivizio di Moratti 
Matteo Marani Direttore del Guerin Sportivo e Autore del sottostante articolo denuncia.

Messi o Cristiano Ronaldo? Mourinho o rafa Benitez? Dopo l’ennesima uscita anticipata dall’Europa, Massimo Moratti e l’Inter si stanno attrezzando velocemente per ritentare l’assalto alla Champions del prossimo anno. Mancini o non mancini, l’obiettivo è quello di riuscire a mettere finalmente le mani sulla Coppa con le orecchie. Comprensibile, visto gli investimenti milionari del presidente e del lungo digiuno. Complicato, viste le ultime edizioni.
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Il primo acquisto, in quest’ottica, è già stato fatto. Ancora prima del bielorusso Hleb. Si tratta di una punta svizzera, non specialista delle aree di rigore come Indaghi, bensì abilissimo nel muoversi dentro le stanze dei bottoni. Walter Gagg è infatti il nuovo ambasciatore internazionale dell’Internazionale, ruolo che sarebbe dovuto spettare a Roy Hodgson prima di passare sulla panchina del Fulham.
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Ed è un acquisto di assoluto rilievo fatto direttamente alla corte della Fifa, da cui Gagg andrà in pensione entro i prossimi due anni. Un attaccante destinato a dare più di Ibrahimovic nel panorama della diplomazia calcistica mondiale.
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Forse non basterà lui a vincere la finale del 2009, ma aiuterà la causa.. Già direttore dei campionati giovanili della Federazione Mondiale, nonché membro della commissione stadi e sicurezza. Gagg è intimo amico di Blatter e delle istituzioni svizzere e proprio da li è uscita la notizia del passaggio, subito rimbalzata su qualche sito dei tifosi più attenti.
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Chi lo conosce bene, descrive lo svizzero come un lobbista eccellente, non a caso componente anche del Panathlon internazionale. Uno di quelli che pesano davvero sulla cartina europea e che nono si limiterà a osservare il mercato estero come ha sostenuto qualcuno . S’intende più dei potenti che dei bomber.
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Molti italiani lo conoscono già. Vi ricordate il signore contro cui inveiva Giovanni Trapattoni durante la partita del Mondiale 2002 con la Corea? Quella che ci fu rubata in mondovisione. Ebbene, il Trap aveva individuato in quell’uomo alle sue spalle il mandante di un disegno più alto.
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Tenendo conto dell’esperienza e delle conoscenze dell’allenatore, probabilmente si trattava di una conferma del potere di questo dirigente, ben vestito e spesso con una montatura degli occhiali sobria. Da tecnocrate.
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In quel giugno 2002, mentre Carraro e la delegazione azzurra guidata da Ranucci protestavano proprio con Gagg per il trattamente subito a Daejeon, al papavero della Fifa spettava l’opera di diplomazia, di cui è maestro. “Anche noi siamo rimasti allibiti dall’arbitraggio” giurò. Adesso ritrova l’Italia e gli toccherà difendere l’immagine dell’Inter in Europa.
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Facendo si che non si ripetano gli ultimi casi di Materazzi e Burdisso, esplulsi tra andata e ritorno contro il Liverpool. Un occhio di riguardo che l’inter insegue dai tempi gloriosi di Moratti padri e Allodi, quando in Europa otteneva lo stesso rispetto di cui godeva in Patria. All’Inter degli ultimi anni, tornata a pesare in serie A, è mancato proprio questo, malgrado l’eccellente lavoro fatto da Giacinto Facchetti.
Non a caso il rapporto stretto tra Gagg e l’Inter ha avuto come punto di congiunzione il grande Cipe.
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I due erano amicissimi, al punto che il burocrate svizzero non solo partecipò ai funerali di Facchetti in compagnia dell’amico Platinì, ma anche alla commemorazione fatta in suo onore a Coverciano.
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Da allora data di inizio del dialogo tra via Durini e Gagg, pronto ora a sfociare in qualcosa di strutturale, di definitivo. Lo svizzero ha già fatto la sua comparsa sulle tribune italiane , addirittura fotografato in occasione della trasferta pareggiata a Genova contro la Sampdoria. Giubbotto scuro, pettinatura perfetta, foglietto in mano per prendere appunti.
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Ma il duro del lavoro dovrà farlo sottotraccia, cercando di dare maggiore spessore internazionale al club che- solo per statuto – ha vocazione esterofila. Membro della Ueac e della Usac, associazione che unisce gli allenatori svizzeri, prenderà possesso a giorni del suo nuovo ruolo. E a quel punto, toccherà (anche) a lui spingere in avanti l’Inter in Europa. Ha scritto un tifoso su un blog interista: “ Possiamo chiedergli di iniziare a guadagnarsi lo stipendio, presumibilmente alto, garantitogli da MM (Massimo Moratti)”?. Anche nei tifosi è ben chiaro il motivo dell’ingaggio di Gagg…

(...gli Arbtri: Mejuto González - Stark - Lannoy -  Benquerença - De Bleeckere - Webb)
IL CORROTTO DIRIGENTE FIFA WALTER GAGG, AL SERVIZIO DEL CORRUTTORE MASSIMO
IL MINUS HABBENS CORRUTTORE CHE VOLEVA EMULARE IL PADRE!
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NELLE FOTO GLI EROICI CORRUTTORI (del triPlete) NERAZZURRI DEL 2010!

Corruttori dei Corrotti:Walter Gag-Mejuto González-Stark-Lannoy-Benquerença-De Bleeckere-Webb - in panchina: "ernesto paolillo" - "barbara facchetti" e "andrea butti"]. 
("pierluigi 'FARABUTTO'collina" corruttore in concorso esterno)
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LA TRIBUNA DELLA CRICCA DI CORRUTTORI
UNICREDIT-ALESSANDRO PROFUMO & Co. OMAGGIANO IL FRATELLO SCARSO
IL CORROTTO WALTER GAG A TESTA BASSA SEGUE IL CORRUTTORE!

Mettiamoci l'anima in pace, ragazzi. La coppa dalle grandi orecchie è già in via Durini. Quando si riesce a rubare in questo modo sfacciato e plateale in una semifinale contro il Barça, dopo aver già rapinato il Chelsea negli ottavi, non c'è scampo. Ai piani alti dell'Uefa è già tutto deciso. E non è solo una questione di legge dei grandi numeri da sfatare in qualunque modo (gli ex onesti non vincono una champions più o meno dall'età della pietra...e anche quelle...coppe truccate e dopate).
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No: è una questione politica. E di soldi, ovvio. E' tornata l'era dei faccendieri corruttori e degli arbitri corrotti, l'era delle coppe assegnate negli uffici di Ginevra e Nyon, piuttosto che sul campo. L'era dei maneggioni che decidono dietro le quinte. Allora si chiamavano "serpentine" Allodi, al servizio di moratti padre. Ora si chiamano Walter Gagg. Chi è costui? Riporto un suo breve profilo tratto da un articolo del Guerin Sportivo: "Anche gli onesti fanno lobbyng". Un ambasciatore al servizio di Moratti. Walter Gagg, intimo amico di Blatter, già capo della commissione stadi della Fifa, si occuperà all’Inter dei rapporti internazionali. Obiettivo: pesare di più anche in Champions. Amico di Facchetti, era il delegato con cui se la prese Trapattoni nel Mondiale nippo-coreano. Venendone anche deriso. In definitiva, quello che ci fece fuori dal mondiale tramite l'arbitro Moreno.
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Altro che Moggi! Sul soggetto in questione esiste una gustosa intercettazione tra Facchetti e l'arbitro De Santis - https://www.youtube.com/watch?v=ThY9CUkBJPs - Direi che i buoni servigi di questo "signore", braccio destro di Blatter e potente uomo FIFA si stiano vedendo eccome. Una tipica storia da sedicenti "onesti". Ma ripercorriamo rapidamente la farsesca epopea interista in questa edizione della coppa. Il principio. Viene "sorteggiata" nel girone in assoluto più ridicolo di tutto il tabellone. I due posti per gli ottavi sono già sicuri: Barça e loro. Eppure, riescono a passare il turno solo per miracolo. Ed in modo del tutto immeritato.
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Desta parecchi sospetti la vittoria, che poi risulterà decisiva, sul campo della Dynamo Kiev: gli ucraini, padroni del gioco ed in vantaggio nel primo tempo, nel secondo non entrano in campo. O meglio: mandano le controfigure. Non la giocano, e si lasciano incredibilmente rimontare e battere senza opporre la minima resistenza (ma anche in quel caso, gli ex onesti avranno bisogno del solito gol in fuorigioco). Proprio di lì a poco, si parlerà di uno scandalo che coinvolgerà squadre dell'europa orientale: partite vendute. L'Uefa accenna un'indagine, ma a quanto pare tutto viene presto insabbiato, almeno sul piano mediatico.
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Ottavi: il Chelsea. Partita dura, almeno sulla carta. Se non fosse che gli inglesi arrivano a quella gara decimati nell'organico e in forma scadente. Ma sin qui si può parlare solo del leggendario culo di Mourinho. Andiamo alla partita: nonostante le tante assenze, da Essien ad Ashley Cole, al suo sostuituto naturale Zhirkov, il Chelsea comanda il gioco agevolmente per larga parte della partita. Ma non basta: Ancelotti non aveva messo in conto l'avversario più temibile. L'arbitro. Mejuto Gonzalez. Bestia nera di Carletto, con cui sembra avere un conto aperto (è quello della incredibile finale di Istanbul contro il Liverpool). Ma che al contrario ha sempre portato bene all'inter in Europa: dopo Inter-Lione (1-2) dell'edizione 2002-2003, ha diretto Arsenal-Inter (0-3) nell'edizione 2003-2004, Inter-Porto (2-1) nell'edizione 2005-2006 e Panathinaikos-Inter (0-2) della scorsa stagione. Insomma, una vera garanzia per moratti.
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Ed è raro che gli ex onesti vincano tutte quelle partite in Europa...Per giunta, Mejuto Gonzalez è uno che ama essere protagonista, e per questo è molto chiacchierato. Ed infatti sarà lui a decidere la partita. Ancora a favore dei disonesti. Conduzione a senso unico su falli, cartellini, e quant'altro. Ma dove riuscirà a superare il più estremo limite della decenza, sarà al minuto 45, quando non concede il più limpido dei rigori al Chelsea, e non espelle Samuel per fallo da ultimo uomo, per il netto e clamoroso atterramento di Kalou a due passi da Julio Cesar.
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Ma, come dicevamo: Mejuto ama essere protagonista, proprio come mourinho. Infatti, non contento dello scempio arbitrale del primo tempo, riesce a ripetersi anche nel secondo, non punendo diversi falli da rosso ma soprattutto quando, al 41', su angolo battuto da Lampard, Thiago Motta trascina terra a due mani, al vertice dell'area piccola, Ivanovic. Sarebbe stato rigore (per il Chelsea) e ammonizione (per Motta): e visto che Motta era già ammonito, Mejuto Gonzalez avrebbe dovuto espellerlo. Invece nulla. Inter, che a quel punto avrebbe dovuto essere in 9 e con due rigori sul groppone, incredibilmanete salvata. Di nuovo. Vince 2-1, il più immeritato e bugiardo dei risultati.
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Ma non finisce qui, perchè a Stamford Bridge la storia si ripete. Non entrerò nel dettaglio per non dilungarmi troppo, ma anche a Londra i ladri verranno graziati per ben due volte su altrettanti falli da rigore (con annessa espulsione su uno dei due episodi). Insomma, lo scempio è dilagante. Ora li conoscono anche in Inghilterra. Anzi no: lì già li conoscevano!

Sorteggio. Tutti vorrebbero una sola squadra: il docile CSKA Mosca. Chi se lo becca? Esatto, loro. Ma, anche qui, è il solito culo di mourinho. O anche qualcos'altro? Beh...visto che loro hanno costruito fior di leggende sui presunti sorteggi truccati dallo stregone Moggi (poi smontati dal processo), anche noi ci concediamo i nostri più che legittimi dubbi sulle urne di Nyon...e, visti i precedenti, ammetterete che sia lecito dubitare dell'onestà e della limpidezza del numero due della FIFA, Gagg, sempre lui, ora al servizio di moratti, no? Bene, vista la scarsezza dell'avversario (ancora una squadra dell'orbita russa, è la terza che incontrano in questa edizione della coppa, un insolito record...), passiamo alla semifinale.
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Storia recente. La partita di stasera l'avete vista tutti. Preambolo: il culo di mourinho colpisce anche il Barça: si infortuna Iniesta proprio alla vigilia del match, salterà entrambe le gare. Parliamo di iniesta, il più tecnico dei blaugrana dopo Messi. Uno che ha il peso specifico di uno Zidane nel loro centrocampo. Ma non finisce qui: un vulcano dal nome impronunciabile (Eyjafjallajokull...si: finisce proprio in "kull"...profetico!) decide di esplodere dopo un sonno millenario in una sperduta propaggine islandese.
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Un segno del destino: doveva avvenire qualcosa di apocalittico per far vincere una coppa a questi qua. Una nube mefitica e nera quanto la coscienza di moratti invade i cieli d'Europa. Un funesto presagio? Si bloccano tutti i voli internazionali. Il Barça, che per giunta ha giocato un giorno dopo l'inter ed ha avuto anche il turno infrasettimanale, è costretto a farsela in pullman, visto che nel frattempo anche i treni hanno deciso di scioperare. Più di 1000 chilometri chiusi in un pullman, per la gioia del povero Pep Guardiola. Possiamo immaginare in quali condizioni fisiche arrivi il Barcellona alla partita, con mezzo allenamento nelle gambe. E infatti l'inter impone la sua superiorità SOLO fisica. Corsa e forcing indemoniati per 90 minuti, peggio che cavalli drogati (che abbiano resuscitato il "mago" chimico Herrera?).
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Ma questo strapotere atletico non basta all'inizio: gli spagnoli vanno in vantaggio quasi subito con irridente facilità. Sul piano tecnico sono di un altro pianeta e si vede (al termine il possesso palla sarà imbrazzante per l'inter: 70% Barça) Ma ecco che entra in scena LUI: stavolta è portoghese, come mourniho, e si chiama Benquerenca. Concede falli su falli ai nerazzurri, perdonando già all'avvio un'entrata col piede a martello del killer Samuel, e permettendo ai ladroni un atteggiamento intimidatorio.
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I cartellini li estrae invece nei confronti dei catalani, e lo fa con chirurgica precisione: subito colpito Puyol che guardacaso era diffidato e salterà il ritorno. Ma permette ad un interista di passeggiare sulla guancia di Messi dopo averlo steso da dietro. E prosegue su questa falsariga fino alla fine. Ma gli episodi più scandalosi saranno altri: prima convalida un gol di Milito in netto fuorigioco, quindi sorvola su almeno due episodi da rigore in area interista. Prima quando non vede un fallo di mani, poi, e questo è davvero scandaloso, lasciando correre su Snejider che in scivolata falcia da dietro Dani Alves lanciato in porta. Era rigore ed espulsione tutta la vita. Talmente evidente da potersi definire "da manuale".
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Proprio come contro il Chelsea. Ma non per Benquerenca che anzi ammonisce il blaugrana per simulazione. Ora li conoscono anche in Spagna. Un furto talmente colossale, osceno e sfacciato da risultare fastidioso ed imbarazzante persino al più incallito dei ladri. Ma anche in questa occasione il "pesciaio" di setubal(mourinho) non fa il gesto delle manette....

Logicamente, l'aiutone non poteva mancare nella finale contro la squadra sponsorizzata da "Unicredit di Alessandro Profumo" (Bayern München) ad opera dell'arbitro Inglese Howard Webb, che oltre ad aver avuto un costante occhio di riguardo per la squadra di Profumo & Walter Gag", non puniva un macroscopico intervento da rigore di maicon che saltava in cielo per andare ad intercettare il pallone con il braccio! (22/04/2010 - 24/5/2010)
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la champions di Alessandro Profumo & Walter Gag
https://www.youtube.com/watch?v=DSUms9VuvvQ
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Alessandro Profumo Presidente Unicredit "Sponsor Bayern & Champions League"!
https://www.youtube.com/watch?v=c_GWx4okT5o 
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la vergogna di inter-Chelsea
https://www.youtube.com/watch?v=v6zrF3y4djc
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Referees Robs Barcelona ( Barcelona Vs Inter )
https://www.youtube.com/watch?v=7KtHjSn0zQw&feature=player_embedded
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Bayern vs Inter mano di Maicon l'arbitro? piu' malafede di cosi...?
https://www.youtube.com/watch?v=5emAtbucPt4&feature=related
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ECCO ALCUNE PERLE DEI FARABUTTI IN "onore" DELL' "inter"!:
il farabutto telefona a De Santis che lo tratta da corruttore:
"ti interEssi di arbitr. il farabutto risponde: ti viene a salutare GAG
https://www.youtube.com/watch?v=ThY9CUkBJPs
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IL CORROTTO dirigente FIFA e UEFA: WALTER GAG
https://www.youtube.com/watch?v=ThY9CUkBJPs
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il farabutto telefona a De Santis: ci tenevo a salutarti
https://www.youtube.com/watch?v=Okmc4Rnfb8Q
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facchetti a bergamo: moratti ha un regalino da darti
https://www.youtube.com/watch?v=tmOjdvNplMM
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il grande corruttore: l'arbitro si e' comportato benissimo
https://www.youtube.com/watch?v=ksmo-MJ5NRE 
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il grande corruttore: senta io ci tenevo a incontrarla
https://www.youtube.com/watch?v=7AW4lJMnh-Y
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il farabutto al vice designatore: li non devono fare il sorteggio
25.11.04 (prima di Inter-Juventus)
https://www.youtube.com/watch?v=-BQx3Opwgw8
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il farabutto a Bergamo 26/11/04 metti dentro collina
26.11.04 (prima di Inter-Juventus)
https://www.youtube.com/watch?v=ezJCMEaXR1Y
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26 novembre 2004 - con bertini abbiamo avuto la a torino un problemino
https://www.youtube.com/watch?v=ezJCMEaXR1Y&feature=youtu.be 
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Co.Ita.11/5/2005 Bergamo e Facchetti 4-4-4- 3:31
https://www.youtube.com/watch?v=RLU6eHsPmjw
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MA COSA VOLEVA L'INTER NEL 1997-98 ?
https://www.youtube.com/watch?v=olU4W10thg8
GLI INTERISTI CORRUTTORI TRONCHETTI & PROFUMO 
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Il Times getta fango sull'Inter degli anni 60
di EMILIO MARRESE - 11 novembre 2003 

ROMA - Angelo Moratti era un imbroglione e l'unica cosa buona che si possa dire di suo figlio Massimo è che s'è messo alle spalle le malefatte del padre. Questo è quanto incredibilmente sostenuto sabato dal londinese Times che ha ripreso - nella rubrica di Brian Glanville titolata sulla "storia gloriosa ma macchiata" dell'Inter - la confessione dell'arbitro ungherese Gyorgi Vadas su un tentativo di corruzione da parte di Moratti sr. prima della semifinale di Coppa Campioni col Real Madrid del 20 aprile '66: denaro, orologi d'oro ed elettrodomestici in cambio di rigori.

Il quotidiano scrive dunque che "le vittorie dell'Inter degli anni '60 furono frutto di corruzione e imbrogli nei quali Angelo Moratti giocò un ruolo cruciale in un sistema messo in piedi da due uomini ora deceduti: Deszo Holti, faccendiere ungherese, e Italo Allodi", definito "serpentine".

L'Inter, si sostiene in maniera molto discutibile, fece offerte per tre anni consecutivi agli arbitri delle semifinali e le prime due volte, nel '64 e '65, la cosa funzionò, ai danni di Borussia e Liverpool. La terza no, perché Vadas (le cui rivelazioni furono pubblicate nel libro di un giornalista ungherese), rifiutò una somma con cui avrebbe potuto comprarsi 5 Mercedes: 10 per un rigore all'ultimo, addirittura 25 per un rigore ai supplementari. Il giorno della partita Vadas fu ospite di Moratti nella sua villa e ricevette un orologio d'oro. Moratti promise anche televisori ed elettrodomestici.

Ma Vadas non aiutò i nerazzurri a rimontare lo 0-1 dell'andata, la gara finì 1-1 e fu la sua ultima apparizione internazionale. L'articolista del Times si chiede infine il perché di questo strano debole degli italiani per i "condottieri" alla Moratti, citando gli attuali tentativi per ripulire l'immagine di Mussolini. Una bella palata di fango su vivi e morti.  (11 novembre 2003
La GANG dell'ANGELO del MALE con i SUOI-SICARI: "prisco-allodi-herrera & co"
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DEFERIMENTO moratti-inter & preziosi-genoa - AFFARE TRA BURATTINAI E BURATTINI - TRONCHETTI - PALAZZI E L'IMPUNITO CORRUTTORE! IL CORROTTO PROCURATORE FEDERALE STEFANO PALAZZI CON LA GARANZIA DEL BURATTINAIO TRONCHETTI, PER LA PROTEZIONE DELL'ASSOCIAZIONE A DELINQUERE MEDIATICA "O.D.G", TROVA LA SCORCIATOIA PER PER EVITARE LA FINE DI "ADAMO BOVE" E CANTARE VOLARE GIU' DA UN CAVALCAVIA: IL FINTO DEFERIMENTO CON PSEUDO SQUALIFICA (3 mesi) E MULTARELLA (40000€) NOCCIOLINE... PER UN MILIONARIO CHE HA AVUTO IN DONO QUASI UN MILIARDO DI EURO, DAL MEGA-FURTO DELLE "AZIONI-SARAS-GONFIATE!

Dal Bilderberd alla Bocconi all'Aspen Istitute i 100 000 Dossier fanno di lui il Boss indiscusso del FU bel paese
27 maggio 2010 Roma-Palazzo Valentini incontro tra il Corruttore massimo e i Corrotti Narducci & Auricchio che l'Associazione a Delinquere Mediatica copri' sotto un Manto di Silenzio!
I fratelli Scarsi: Corruttore-Massimo & Corrotto Giancarlo fratello del Massone Luigi Abete
Attenti pero', perche il Presidente Andrea Agnelli e l'Avvocato Michele Briamone hanno pronesso: «Non ci fermiamo! La Juve continuerà a perseguire chi ha sbagliato anche quando non ricoprirà più le cariche attuali. Faremo danno a chi ci ha creato danno»
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GLI INFAMI RESTANO IMPUNITI ANCHE DI QUESTI GRAVISSIMI ILLECITI

 Il 27 maggio, alla presentazione del libro del Gaucho Pablo Llonto - LA VERGÜENZA DE TODOS (i mondiali della vergogna ). ...A sorpresa si incontrano:  I Tre Compari: Narducci, Auricchio e Massimo Moratti - https://www.youtube.com/watch?v=XJaiWs0eGoA -, ma a differenza de los tres Chiflados che si guadagnano la pagnotta schiaffeggiandosi e schiamazzando, i tre compari si incontrano tra la "folla" a Palazzo Valentini (centro di Roma) e seduti uno accanto al'altro! E invece di schiaffeggiarsi e schiamazzare, si sussurrano all'orecchio la strategia sulla sua Deposizione come Teste della Difasa di Luciano Moggi (al Processo-calciopoli in corso al tribunale di Napoli), e' sulle intercettazioni "Nascoste da Narducci e Auricchio", scoperte dal Team di difesa (e' sbobinate dall'esperto perito Nicola Penta) in caso di richesta da parte della Federcalcio.

Altrimenti come spiegarsi che il Colonnello Auricchio titolare dell'inchiesta calciopoli (della quale si e' venuti a sapre che egli, d'accordo con il PM Narducci "Ha Nascosto" le intercettazioni delle telefonate del padrone e del presidente dell'inter, perchè il compito della GANG di carabinieri, era, come ora dimostrato, di indagare solo su Moggi e la Juventus! Addirittura, non accettando neanche pentiti che avessero da testimoniare contro le malefatte di Moratti e Facchetti! Perchè, a sentire il "Teste Rosario Coppola", all'Auricchio non interessavano cose che non riguardassero la Juventus!

E' il corruttore padrone dell'inter che durante tutto il dibattito se ne sta seduto spalla a spalla con il Corrotto Capo dei carabinieri titolare della pseudo-inchiesta, quello che ha nascosto le compromettenti intercettazioni delle telefonate illecite sue (di moratti) e di facchetti! E' fa impressione il modo in cui i due hanno parlato in modo fitto e cordiale, dando la Chiara Impressione di essere legati da vincoli solidi...

Ma quello che più fa specie, è l'improvvisa presenza di Massimo Moratti, un miliardario che, ad un avvenimento per invito si presenta come un intruso, perchè invitato non fu! Sto parlando dello stesso Massimo Moratti, teste della difesa di un processo che lo vede "esternamente" coinvolto, che se ne va con il Publico Ministero dello stesso processo, quindi  l'accusa....è lui teste della difesa se ne sta per 7 lunghi minuti chiuso in un ascensore -  (https://www.youtube.com/watch?v=QsW_vxpqbnk - video con solo l'entrata e poi uscita dopo 7 minuti) - con il PM che lo dovrà controinterrogare, come si fa a non credere che siamo di fronte ad un "Corruttore e un corrotto?! Sono lunghi sette minuti...quante cose si possono dire in sette minuti....!

Altro che spiegarli con il parlare contorto di Massimo Moratti! Che Giuseppe Narducci, Massimo Moratti e il colonnello Auricchio sono legati da interessi loschi e occulti è una cosa che tantissimi sospettano. Ma più che sospetti direi certezze! Incredibile che la stampa di regime (RCS: Corsera-Gazzetta il cui Maggiore zionista è, il Padrone della Juventus: joh elkann!) vuole nascondere che Massimo Moratti è piombato a Palazzo Valentini per chiedere ad Auricchio quante intercettazioni sue e di facchetti aveva ascoltato e la gravità dei contenuti! E' a quale prezzo l'accordo per non dare o ritardare la consegna delle intercettazioni alla Figc, ad evitare all'altro corrotto di Professine: Stefano Palazzi di andare a Napoli e prenderle personalmente come fece Borrelli (allora fuorilegge!!!) per fare partire Farsopoli nel 2006, ci avrebbe pensato la banda Tronchetti...come puntualmente e avvenuto?!
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La conferma, viene anche dalle dichiarazioni di Giancarlo Abete:
Il 2 Luglio: «Chiederemo tutte le intercettazioni, a prescindere da quelle che entreranno nel processo di Napoli. - http://www.tuttosport.com/3/227/2010/07/02-75082/Abete%3A+%C2%ABFigc+acquisir%C3%A0+tutte+le+intercettazioni+di+Calciopoli%C2%BB  -  Sono emerse ulteriori intercettazioni negli ultimi mesi, io stesso ne sono stato oggetto e non ho intenzione di rimanere passivo. La Figc si è costituita parte civile ed è importante che acquisisca tutti i documenti e li dia alla procura, abbiamo interesse a verificare tutto».

Il 4 agosto: «Non siamo riusciti a sapere quanto bisogna pagare per entrare in possesso di tutte le intercettazioni di Calciopoli emerse nel Processo di Napoli. - http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/08/04-79085/Calciopoli,+Abete%3A+%C2%ABStupiti+di+non+avere+le+intercettazioni%C2%BB - Nonostante il pressing restiamo stupiti dal fatto di non averle ancora a disposizione. Come le hanno avute le parti, vorremo averle anche noi anche perché ci siamo mossi un mese fa»
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Presidente Abete, Ma a chi pensa di darla a Bere? Ai media di Regime? Al popolino pecora? Buon per lei che (al contrario di come da anni cerca di dipingerlo la cupola mediatica) il Popolo juventino è un Popolo civile. Che, fino a prova contraria, al contrario di altre tifoserie, non fa barricate d'avanti alla sede della Federcalcio, non uccide dentro e fuori lo stadio, non fa atti di vandalismo d'avanti a studi televisivi per impedire di parlare a chi ne avesse voglia (nucini?), e non lancia motorini dalle tribune dello stadio! Forse lei non può capirlo (trattandosi di fratello scarso!), ma il Popolo Juventino e abbastanza intelligente per capire come stanno le cose, è con chi lei sta! Infatti malgrado sotto la sua presidenza, il calcio Italiano abbia raggiunto il punto più  basso della sua storia....la tengono inchiodata alla poltrona...Cui Prodest avrebbe chiesto Enzo Biagi!

PS. Solo per essere presente nelle intercettazioni con telefonate compromettenti (aiutare la Fiorentina), e per altre silenziate e insabbiate dalla cupola mediatica, o fatta passare come avvenuta il giorno dopo (telefonata notturna di moratti dopo inter-sampdori vietata dal nuovo codice di comportamento redatto sotto la sua presidenza!), se in italia operava una stampa libera e indipendente, avrebbe dovuto chiedere la sua testa! Invece se ne sta li a fare la figura dello zimbello dei poteri milanesi, coperto dall'omertoso silenzio mediatico. Vergogna!
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Ma Come rileva l'Avvocato Botti, Legale del VicePresidente Mazzini: «Il medesimo Abete graziato dal processo nonostante una deposizione testimoniale che solo la bontà dei pm poteva chiudersi in questa sede. Una verginità che aveva resistito all’indagine, nonostante i suoi sviamenti.». 
Ecco l'importanza del di essere fratello scarso, di un importante Banchiere Massone (Luigi Abete), che occupa una poltrona nello stesso tavolo di John Elkann (padrone della Juventus!) del CDA della Loggia: Aspen Istitute. 
I SICARI DELLA LOGGIA ASPEN ISTITUTE, SERVI DEI PADRONI DEL MONDO!
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L'IMPUNITO MINUS HABBEN-CORRUTTORE con IL SUO PROTETTORE
UNA VERGOGNA ITALIANA

Il caso Milito-Motta e l’amicizia Mourinho-Benquerenca: 
altri due casi che hanno favorito l’Inter
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L'inter e stata accusata di illeciti non solo durante Calciopoli, ma anche successivamente.
Dunque, l’Inter è stata accusata di azioni illecite, salvo poi uscirne indenne come sempre. Esempio il caso “Milito-Motta”. Sul caso, ecco un pezzo di Tuttosport che analizza, fondandosi sul regolamento e citando nei tratti relativi alla vicenda, datato 8 giugno 2010.

Palazzi ha deferito in queste ore con l’invio della chiamata in udienza (metà luglio la Disciplinare?) di Massimo Moratti ed Enrico Preziosi, con Inter e Ge­noa per responsabilità diretta, per la fami­gerata vicenda della cessione di Motta e Milito (ma anche di pezzi di Bonucci, Ac­quafresca, Viviano) il 21 maggio del 2009. Par condicio perché è vietato trattare con il Preziosi, «inibito in via definitiva» diretta­mente, come da lui candidamente ammes­so su vari organi di stampa (ma anche agli uomini della Procura federale quando li in­terrogarono) proprio dal presidente genoano inibito per cinque anni con richiesta di radiazione (la stessa che incombe su Moggi e Giraudo). Ebbene l’articolo 10 del codice di giustizia partorito proprio dopo Calciopoli vide anche l’ex ds della Juve, Secco, squa­lificato per un mese per aver trattato Cri­scito con lo stesso Preziosi, vieta i rappor­ti e i contatti d’affari con i paria della squa­lifica. Non solo, addirittura, pregiudica gli effetti di quei contratti sottoscritti tra un presidente nel pieno delle sue funzioni (Mo­ratti, in questo caso) e uno che non può par­tecipare attivamente a trattative (Preziosi, nell’estate del 2009). Contratti nulli, sareb­bero, a rigore di regolamento quelli sotto­scritti per cedere l’uomo del Destino neraz­zurro, Diego Milito autore dei gol decisivi per scudetto, Coppa Italia e anche Cham­pions League. Nulli i trasferimenti di Mot­ta e tutti gli altri del maxi -affare dell’anno 2009. Preziosi avrebbe, secondo le indiscre­zioni, confermato a Palazzi. «Abbiamo tro­vato l’ accordo per la cessione di Milito e Thiago Motta all’ Inter – disse – . Ci siamo privati di due pedine importanti. Mi sono incontrato a colazione con il presidente Mo­ratti e abbiamo raggiunto l’accordo», disse dopo l’incontro al Palazzo Saras, Preziosi. La vigorosa stretta di mano per il codice non vale quanto la firma (apposta con tut­ta probabilità da chi era titolato a farlo), ma l’articolo 10 del codice recita al secondo capoverso: «È fatto divieto, nello svolgimen­to di attività (di compravendita, ndr), di av­valersi di soggetti non autorizzati e di ave­re comunque contatti con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto».

Il tempo.it:
Un nuovo caso di giustizia sportiva rischia di scuotere il calcio italiano. Difficile prevedere conseguenze clamorose, ma farà discutere. E pure tanto: ci sono di mezzo l’Inter e il suo giocatore più decisivo, Diego Milito, il clamore viene da sé. I fatti: il presidente nerazzurro è stato deferito il 31 maggio scorso dal procuratore federale Stefano Palazzi per presunte irregolarità nella trattativa con il Genoa per gli acquisti di Milito e Thiago Motta realizzati nell’estate 2009, quando il numero uno dei rossoblù era inibito con tanto di richiesta di preclusione in seguito per gli illeciti amministrativi del periodo 2003/04. L’articolo 10 della giustizia sportiva – aggiornato dopo Calciopoli – vieta rapporti e affari con i soggetti sotto squalifica. Così, come i Menarini (proprietari del Bologna) e il ds dell’Arezzo Ceravolo non potevano trattare con Moggi (e per questo sono stati deferiti), lo stesso comportamento irregolare viene contestato all’Inter, deferita insieme al Genoa e a Moratti per responsabilità oggettiva. Anche gli effetti dei trasferimenti concordati tra un presidente in piena carica e uno che non può partecipare a trattative in modo attivo verrebbero annullati.

Tradotto: Milito e Motta non avrebbero potuto giocare con l’Inter, così come gli altri giocatori coinvolti nella maxi-trattativa. La Disciplinare dovrebbe ascoltare i protagonisti a metà luglio. Una dichiarazione di Preziosi risalente a quel periodo rafforza la tesi accusatoria di Palazzi: «Mi sono incontrato con il presidente Moratti a colazione e – raccontò il presidente dei liguri – abbiamo raggiunto l’accordo». Cosa rischiano i nerazzurri? L’articolo 17, al comma 8, specifica che «alla società che fa partecipare a gare calciatori ai quali, per effetto di irregolarità imputabile alla stessa società, la FIGC abbia successivamente revocato il tesseramento, è applicata la penalizzazione di un punto in classifica per ciascuna gara cui abbiano partecipato i predetti calciatori». Siccome Milito ha giocato 35 gare (Motta 26) nell’ultimo campionato, se venisse riconosciuta la colpevolezza e applicata la norma, l’Inter perderebbe 35 punti in classifica e consegnerebbe lo scudetto alla Roma. Tutti da valutare, poi, gli effetti sulle competizioni europee.

Uno scenario clamoroso ma è assai improbabile che si realizzi: si va verso una squalifica ai protagonisti e multe alle società. La giurisprudenza in materia tranquillizza le società nerazzurra e rossoblù. Per i professionisti (vedi sentenza della Commissione tesseramenti su Giacomo Galli del 2002) gli effetti dell’Articolo 10 sono «ex nunc», quindi la nullità degli atti scatterebbe dalla sentenza sportiva in poi e non avrebbe effetto sul campionato precedente A Trigoria, ovviamente, seguono la vicenda con grande interesse. Ma senza intervenire: al momento non è previsto alcun intervento legale della Roma. Si aspetta che la giustizia sportiva faccia il suo corso, senza illudersi che uno scudetto possa piovere dal cielo.

Dunque la penalizzazione in punti era la pena prevista senza nessun tipo di valutazione soggettiva. Non si sarebbe dunque potuto parlare di punizione severa o di parte, perchè il regolamento parla chiaro. L’Inter avrebbe dovuto consegnare lo scudetto 2009/2010 (l’unico che, secondo le classifiche senza errori arbitrali redatte dall’Osservatorio sugli errori arbitrali nel calcio, l’Inter aveva vinto meritatamente dal 2007) alla Roma e i tesserini di Milito e Motta sarebbero passati alla Federazione, che li avrebbe poi venduti al migliore offerente. La UEFA avrebbe poi dovuto valutare le conseguenze da apportare nelle sue competizioni (nel caso dell’Inter per la Champions League) con un probabile ritiro del titolo e una riassegnazione alla finalista di quell’anno, ossia al Bayern Monaco (sconfitto in finale dai nerazzurri proprio grazie a Milito). Una valutazione di questo genere sarebbe stata fatta probabilmente anche per la Coppa Italia (Inter in finale con la Roma). Anche il “triplete” dunque è stato ottenuto dalla società di Massimo Moratti solo grazie alla “clemenza” della giustizia sportiva.

Altro “caso” che fa sorgere più di un dubbio sui successi dell’Inter (in questo caso sulla conquista della Champions 2009-2010) è quello relativo a Benquerença. La scelta dell’UEFA di fargli arbitrare l’andata della semifinale tra Inter e Barcellona risulta quanto meno discutibile ma a rendere questa “stranezza” un vero e proprio caso sono le rivalzioni di Sport.es, che riporto di seguito (l’articolo è stato citato da laroma24.it, dal quale l’ho ripreso)

La designazione di Olegario Benquerença per la direzione di Inter-Barça non potrebbe essere più sospetta. A comprovare la sua direzione tendenziosa a favore del club italiano tutti i pezzi si stanno incastrando in un incredibile montaggio che rende incomprensibile la scelta di far arbitrare l’incontro ad un amico di Jose Mourinho.

Il rapporto tra Mourinho e Olegario e’ iniziato dieci anni fa. I due si incontrarono a Leiria, dove il tecnico ha iniziato la sua carriera come allenatore e dove l’arbitro risiede. Anche COM Ràdio ha rivelato nel programma “Que as dinat?” che erano stati insieme nel ristorante “O Menino”.

In Portogallo hanno inoltre affermato ieri che Mourinho e Olegario e avevano abitudini simili. Era abitudine che frequentassero gli stessi ristoranti. ‘Mou’ in quel momento aveva un rapporto con Elsa Sousa, come rivelato da ‘The Sun’, e la coppia frequentava gli stessi locali dell’arbitro.

Benquerença non si dedica esclusivamente all’arbitraggio, ma è anche venditore di assicurazioni. La sua carriera è decollata in gran parte grazie ai suoi ottimi rapporti con la FIFA. Solo per la loro influenza si può presumere che sarà uno dei funzionari designati per la prossima Coppa del Mondo.

Olegario è famoso nel suo paese per essere particolarmente polemico e, in particolare, è legato uno dei più grandi pasticci degli ultimi tempi in una classica tra Benfica e Porto. Fu nel 2004, quando non concesse un gol ai primi dopo un errore di Vitor Baia con la palla che aveva superato la linea. È interessante notare che Mourinho era l’allenatore di Porto, che aveva beneficiato della sua decisione. A seguito di tale decisione e di altre, Benquerença è conosciuto nel suo paese come ‘O Larápio’, che significa ladro in portoghese.

Tutte queste circostanze non sono state considerate dall’UEFA, quando è stato identificato come l’arbitro  ideale per dirigere l’incontro tra italiani e catalani. La presenza di Mourinho di per sè ha sollevato sospetti, ma questi si sono decisamente  ampliati dopo che la sua prestazione è stata così negativa per il Barca.

Per chi non lo ricordi la prestazione dell’arbitro portoghese fu considerata scadente a causa dell’assegnazione del gol del 3 a 1 (siglato da Milito, che partì in fuorigioco) e la successiva decisione di assegnare un rigore al Barcellona per fallo di Sneijder su Daniel Alves. Ricordo che entrambi gli episodi furono decisivi per la qualificazione dell’Inter, in quanto il Barcellona s’impose in casa per 1 a 0 e dunque, se avesse perso all’andata per 2 a 1 (senza il gol di Milito) o per 3 a 2 (con un gol su rigore per il fallo di Sneijder), avrebbe conquistato l’accesso alla finale il virtù delle reti segnate fuori casa (una o due contro nessuna dell’Inter). Ricordo anche che l’UEFA, anche dopo la pubblicazione di quest’articolo, non smentì nè commento queste indiscrezioni riguardo Mourinho e l’arbitro Benquerença nè i due interessati si preoccuparono di farlo.

Quest’anno invece Mourinho, lamentandosi per i torti arbitrali subiti nella semifinale contro il Barcellona, citò altri presunti errori degli arbitri durante le partite in cui le sue squadre hanno influenzato il Barcellona, ma si è guardato bene dal fare riferimenti all’andata della semifinale dell’anno scorso, ricordando solo la sfida di ritorno contro i blaugrana.

IL MINUS HABBEN & IL PREGIUDICATO: UNA VERGOGNA ITALIANA
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Anche la gazzetta dello sport, per dovere d'informazione, riporto' la notizia 

9 giugno 2010 Moratti deferito per Milito-Motta. Trattò con l'inibito Preziosi
https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/09-06-2010/moratti-deferito-milito-motta-7127120316.shtml

mercoledì, giugno 16, 2010

La Corte d’Appello ha scardinato tutte le fondamenta di Calciopoli

FARSOPOLI: PARLA IL PROFESSOR PAOLO BERTINETTI.
 «IL SORTEGGIO arbitrale non era truccato». 
Questa è la sentenza emessa il 9 novembre 2007 dalla Corte d’Ap­pello di Roma, chiamata a pronunciarsi sulla de­signazione dell’arbitro Borriello da parte di Ber­gamo e Pairetto. E’ una sentenza clamorosa (che conferma quella precedente del Tribunale di Ro­ma), curiosamente ignorata dai media e dal Pa­lazzo del calcio.

Teniamo conto che già la Corte Federale, quella che condannò la Juve alla B con meno 17 punti, nella sua sentenza scriveva che non era emersa la responsabilità di Moggi e De Santis relativamente alle partite della Juventus oggetto d’indagine; e, in generale, chiudeva il di­scorso (pagine 70 e 71) dicendo che non c’erano elementi per far presumere che vi fosse il fine di determinare l’alterazione del campionato a favo­re della Juventus.

Il linciaggio mediatico contro la Juve si basava sul fatto che l’inchiesta napoletana, e quindi il processo inscenato dalla Figc, sosteneva che il sor­teggio era truccato. Se non lo era, come spiegano il Tribunale e la Corte d’Appello di Roma, e come già lasciava capire la sentenza della Corte Fede­rale, il “processo” era quindi basato sul nulla, se non sulla volontà di eliminare la squadra più forte. Questo risultato è stato comunque rag­giunto.

La Juve, che probabilmente nel 2006-07 avrebbe vinto il suo 30° scudetto, è stata cacciata in B, è stata indotta a vendere sette dei suoi cam­pioni, ed è ora tornata in A a cercar di ottenere un 4° posto per la Champions. Forse a questo punto la Figc può anche per­mettersi il lusso di ristabilire la verità; e alla lu­ce delle sentenze della magistratura romana ri­vedere il grottesco operato dell’estate 2006, cul­minato con quella che Enzo Biagi definì «una sentenza pazzesca basata sul nulla».

Non che la notizia del ripescaggio da parte della Federcalcio degli antichi inquirenti della gestione Carraro sia un gran bel segnale. Tuttavia vogliamo spe­rare che la Figc presieduta da Abete riconosca il suo interesse a rivedere spontaneamente la farsa di calciopoli (oppure dobbiamo aspettare che una sentenza della Corte Europea la costringa a far­lo?) in nome del diritto e dei diritti della difesa. E anche in nome della credibilità del campiona­to.

In base alle decisioni dell’estate 2006 la crème della classe arbitrale è stata messa alla gogna. Gli arbitri ora in attività (designati dal sempre innocente Collina), soprattutto nelle partite con la Juventus, ma non solo in quelle, operano in con­dizioni psicologiche difficilissime, chiamati a di­mostrare di essere più precisi della moviola e, so­prattutto, più “indipendenti” dei loro predecesso­ri.

Se i sorteggi non erano truccati e gli arbitri non erano corrotti, come assicura la Corte d’Ap­pello, allora non ci sarebbe niente da dimostrare; ma ci sarebbe solo da arbitrare al meglio delle proprie possibilità. Tuttosport è l’unico giornale che ha i titoli per aprire un confronto serio su questa prospettiva. Non solo e non tanto nell’interesse della Figc e della Juve. Ma nell’interesse del calcio.
Paolo Bertinetti: Presidente Associazione Nazionale Amici della Juventus (ANAJ)
 BARI 14 MAGGIO 2006 JUVENTUS REGGINA 2-0 JUVENTUS 29 VOLTE CAMPIONE! 
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Il Professor Bertinetti, Campione di Buona Fede, fa appello al Giancarlo Abete, ritenendolo il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio: "vogliamo spe­rare che la Figc presieduta da Abete riconosca il suo interesse a rivedere spontaneamente la farsa di calciopoli"

Caro Professore, Lei purtroppo non sa che il "Burattino-Ebete Giancarlo", e' semplicamente il fratello scarso del Massone Luigi Abete, a sua volta, culo e camicia con Tronchetti Provera & Luca di Montezemolo, e' occupa la Poltrona a fianco di John Elkann nel comitato esecutivo della Loggia Aspen Istitute -
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Caro Professore, lo so che e' nel terzo Millennio e' difficile credere ai complotti, ma che lo si creda o no, sono tutti una famiglia. Non solo si sono impadroniti dei beni dello stato, ma anche dei Beni degli Agnelli! Per quanto riguarda il calcio, Un piccolo esempio lo abbiamo avuto mesi fa con la Vergogna di "inter-Sampdoria prima e moratti subito dopo". Ecco una articolo su quella partita e il moratti post partita, con annesso il video dell'intera partita.
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Il clima d'intimidazione creato da allenatore e giocatori dell'Inter (con risse e caccia all'uomo non solo in campo, ma anche nel sottopassaggio, all'intervallo) hanno fatto sì che il 2° tempo si giocasse pro-forma, e graziando da sacrosante espulsioni, Stankovic e Milito

La cosa peggiore è Moratti che appena finita la partita (i media di Regime, prendono per buona la versione di Abete: "Moratti mi ha telefonato il giorno dopo) Inter-Sampdoria, telefona al presidente federale Giancarlo Abete (vietatissimo dal nuovo codice di comportamento voluto proprio da Abete!), per chiedere chiarimenti: e spiegazioni sull'accanimento degli arbitri contro l'Inter (dicono loro. Certo, non possono mica dirci la verità). Siamo al delirio, ovviamente. Pensate un po': una volta, si accusava la Juventus di non rispettare le regole, ora che nell'orticello del calcio italico la Juvents è stata disintegrata ed estromessa da ogni velleità di classifica, nel più completo disprezzo delle regole ci agisce proprio l'inter, padrona della Federazione i cui massimi dirigenti sono tutti o di estrazione nerazzurra o zerbini di Tronchetti Provera (il quale per avere il pieno controllo della Figc si avvale del sostegno del padrone della Juventus-John Elkann) non permettendo agli avversari (l'odiata Juventus, logicamente resa innoqua!) di gareggiare ad armi pari!

E' non gli basta! Gioca le partite appunto, nel più completo disprezzo del regolamento con inaudita arroganza e violenza: e se l'arbitro prova, ogni tanto per non dare nell'occhio, a farlo rispettare, per esempio espellendo giocatori che spudoratamente picchiano come fabbri dal pronti-via e senza una ragione, dà in escandescenze e strepita e crea un clima invivibile al punto che la partita può proseguire solo pro-forma. Cioè: gli avversari devovo ignorare il pallone, fare attenzione alle zampate che arrivano da ogni dove e non azzardarsi più a entrare in area di rigore! E' evidente che l'arbitro punta solo ad arrivare al fischio finale chiudendo gli occhi su qualsiasi atto criminale (perchè di criminali si tratta!) o isterismo degli strepitanti interisti, con l'unico obiettivo di evitare ulteriori incidenti o sceneggiate da fuori di testa. E se c'è un rigore sacrosanto perché Stankovic (recidivo) atterra Semioli o se c'è un rosso perché l'isterico Milito prova a spaccare una gamba a Palombo, non fischia il rigore e non espelle i colpevoli per evitare che venga giù il mondo!

È veramente offensivo, e grave, il modello di comportamento che l'Inter sta perseguendo e affinando in queste stagioni vittoriose dell'era-Mourinho; ed è triste che il club che si lamentava di essere più danneggiato ai tempi del dominio della Juventus si ritrovi, dopo pochi anni, a vestire i panni del Nuovo Prepotente di turno; il Don Rodrigo cui tutto è concesso, a cominciare dagli eccessi e dalle corbellerie a dir poco inauditi come quelli visti, in campo e fuori, la sera di Inter-Sampdoria. Cose peggio dei tempi dgli "isterismi", quando in campo ci andava per creare risse, invece di giocare al pallone, è poi, accusava la Juventus di vincere perchè comprava gli arbitri!

Se il calcio fosse una cosa sera, la partita Inter-Sampdoria dovrebbe essere considerata irregolare e il giudice sportivo dovrebbe assegnare il 3-0 a tavolino alla Sampdoria. Perché qui è necessario riaffermare un principio: o l'Inter (a cominciare da Mourinho e da Moratti) prende atto che esiste un solo regolamento che l'arbitro è tenuto ad applicare anche nelle partite giocate dall'Inter; oppure si rifiuta di accettare la sgradevole realtà, esce dalla serie A, s'inventa un campionato di calcio-rollerball dove Stankovic può attentare alla vita di Pozzi prim'ancora di aver toccato il suo primo pallone (3:15' di Inter-Samp: intervento da arresto e galera senza processo! Nemmeno sanzionato dal Delinquente Tagliavento!) e dove Samuel, Cordoba, Milito e Muntari possono distribuire calcioni e manate in faccia agli avversari perché all'Inter, appunto, è tutto concesso, e tutti sono contenti: l'Inter (e il suo presidente, il suo allenatore, i suoi giocatori, i suoi tifosi) perché finalmente può giocare le partite a modo suo, senza il disturbo di arbitri che espellono giocatori per la risibile ragione che riempiono di botte gli avversari; e gli altri 19 club, che vengono a sapere che nella serie A italiana esiste un solo regolamento - quello da anni auspicato da Moratti & co. ora finalmente attuabile dopo l'eliminazione della Juventus e dei suoi dirigenti -  e questo regolamento vale per tutti e non ce ne sono altri, cuciti su misura per chicchessia.

Naturalmente, nell'atteggiamento dell'Inter – che grazie al palazzo si avvia a vincere il 4° scudetto consecutivo (5° con quello a Tavolino)e nonostante questo continua a considerarsi vittima di una Grande Macchinazione – c'è un che di stolto e vigliacco. Perché in casa nerazzurra dall'arrivo di Moratti, passa il concetto, ad esempio, che Samuel, Cordoba & co sono stati espulsi in modo del tutto incolpevole, allora i giocatori dell'Inter continueranno a non fare alcuna autocritica e mercoledì, contro il Chelsea, continueranno a comportarsi come hanno sempre fatto, che sia contro la Sampdoria, la Juventus, il Valencia ecc! Attenzione però. Perché se Inter-Samp fosse stata una partita di Champions, e a Walter Gag fosse venuto un arbitro europeo di giocatori ne avrebbe espulsi 6: 5 dell'Inter (Stankovic dopo 2 minuti, Samuel, Cordoba, ancora Stankovic e Milito) e 1 della Sampdoria (Pazzini). Con buona pace di Mourinho. E di Moratti, che magari l'indomani si sarebbe trovato al telefono con Platini. A chiedere spiegazioni. A proposito della macchinazione anti-Inter estesasi come un contagio dall'Italia all'Europa.

E non è tutto. Perché se è vero che il sottopassaggio di San Siro, alla fine del primo tempo di Inter-Sampdoria, assomigliava ad un saloon stile-Far West, con giocatori nerazzurri usciti completamente di senno scatenati a caccia dello scalpo di Pozzi (in bella evidenza Toldo, Cambiasso e Muntari), con Cambiasso che molla un ceffone a Padalino e con Mourinho, livido, che dopo aver atteso Tagliavento gli indirizza ironici complimenti conditi dalla frase: “E ricordati che la tua famiglia ti sta guardando in tivù” (la ricostruzione è di “Repubblica”), allora vuol dire che ogni limite è stato valicato. Con l'arbitro che finge di non vedere e di non sentire, perché altrimenti dovrebbe dire a qualche altro giocatore dell'Inter di considerarsi espulso, e di non ripresentarsi in campo nel secondo tempo: un po' troppo anche per un arbitro che cerca solamente di fare bene il suo dovere, come Tagliavento.

Non avendo preso provvedimenti sul campo, l'arbitro di Inter-Sampdoria non dirà nulla "dell'azione criminale del sottopassaggio” nel suo referto. Una prova del potere dell'inter (Tronchetti e Moratti" lo vedremo dal comportamento degli ispettori della Procura, che negli spogliatoi c'erano e hanno visto e sentito, i provvedimenti del Procuratore Federale sui tesserati e sulla responsabilita oggettiva dell'inter, ce lo diranno.
CORRUTTORE MASSIMO & CORROTTO PALAZZI

giovedì, maggio 13, 2010

DA SALVATORE COZZOLINO E LA REDAZIONE DI JUVENTINOVERO.COM: ER GO' de TURONE, ED ALTRE CASTRONERIE FABRICATE AD ARTE DAGLI I NFAMI NEMICI DELLA JUVENTUS DELL'ASSOCIAZIONE A DELINQUERE MEDIATICA: "O.D.G.", SICARI DEL DIABOLICO CANDIDO CANNAVO'(canapa)RCS GAZZETTA DELLO SPORT & CORRIERE DELLA SERA - + di SALVATORE COZZOLINO: COME RICOSTRUIRE SULLE MACERIE, DEL GRANDE IMBROGLIO CALCIOPOLI

LA FONTE DEI MALI DELLA JUVENTUS
"gino palumbo&candido cannavo"nella tana di Sciacalli(la redazione)la gazzetta dello sport.
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CALCIOPOLI - FORSE NON TUTTI SANNO CHE...  
 Ci auguriamo che questo esercizio di confronto tra i fatti e le interpretazioni dichiaratamente di parte juventina, finalmente disponibili, con la versione propagandata negli anni dalla macchina mediatica, possa farvi rendere conto quanto quest’ultima abbia contribuito a creare nell’opinione pubblica il sentimento popolare antijuventino, determinante, per stessa ammissione di un giudice, per gli esiti della farsa dell’estate 2006
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 Il goal di Turone conosciuto anche come “Er go’ de Turone” in Juventus-Roma 1980-1981
   Torino, 10 Maggio 1981. Juventus e Roma si affrontano a tre giornate dal termine del campionato con la Juventus in vantaggio di un punto sulla Roma. A un quarto d’ora dalla fine sul punteggio di 0-0 l’arbitro Bergamo annulla una rete per fuorigioco al giocatore della Roma Turone.




Descrizione dei fatti
La Juventus gioca la partita decisiva con la Roma priva di Roberto Bettega squalificato.
Al diciassettesimo minuto del secondo tempo, l’arbitro Bergamo espelle il capitano della Juventus Giuseppe Furino per doppia ammonizione, lasciando la Juventus in 10 uomini per l’ultima mezzora di gioco.Nel 1981, la regola del fuorigioco, più volte modificata anche in tempi recenti, prevedeva che la posizione in linea fosse considerata irregolare.

Il calciatore della Juventus Prandelli, che potrebbe tenere in gioco Turone, si trova in elevazione al momento del passaggio e i suoi piedi non sono a contatto con il terreno: ciò ha reso più difficile stabilire, anche a distanza di anni e con l’ausilio dei mezzi televisivi, la reale posizione del calciatore e determinare la regolarità o meno dell’azione sulla quale non è stato ancora trovato un accordo unanime (su Internet si trovano versioni discordanti persino sull’esito del celebre test con il Telebeam, precursore della supermoviola di Biscardi); la Juventus vincerà il campionato con due punti di vantaggio sulla Roma
Nell’incontro Juventus-Roma del maggio 1981 si sono verificati due fatti da moviola importanti, uno dei quali ha favorito la Roma (espulsione di Furino dopo due terzi di gara), uno la Juventus (rete annullata alla Roma per fuorigioco).
 
Interpretazione juventina
La squalifica di Roberto Bettega è una squalifica che viene comminata sulla base di dichiarazioni di calciatori avversari relative a tentativi di combine mai provate, del tipo di quelle di Materazzi all’Olimpico di Roma il 5 maggio 2002 (prive di conseguenze seppure provate dalla lettura del labiale in TV),

e arriva a distanza di quasi due mesi dall’episodio contestato, al momento giusto affinché una delle tre giornate di squalifica venga scontata nella partita decisiva contro la Roma. L’episodio ricorda la squalifica di Ibrahimovic che obbligò la Juventus a disputare la sfida decisiva contro il Milan a San Siro dell’8 maggio 2005 senza uno dei suoi attaccanti più in forma.

In occasione dell’espulsione di Furino, l’arbitro Bergamo sembra avere interpretato il regolamento in maniera severa: c’è sempre un certo margine di discrezionalità nella distribuzione dei cartellini (ricordiamo tutti come questo argomento sia stato usato contro la Juventus nell’estate del 2006, spesso a sproposito), un arbitro che avesse voluto favorire la Juventus avrebbe benissimo potuto evitare di espellere Furino.

Il famigerato goal di Turone (Er go’ de Turone), regolare o irregolare che sia (non è stato ancora accertato), lo è per una questione di centimetri. Bergamo e il suo assistente Sancini sono stati bravissimi oppure hanno sbagliato nel giudicare un fuorigioco millimetrico* -

(Aggiunta su questo Blog il 26 febbraio 2013: ma a chiarire una volta per tutte l'episodio, ci penserà Carlo Sassi (l'uomo che all'epoca faceva la Moviola da lui inventata), chiamato direttamente in causa il 24 febbraio 2013  da Massimo De Luca conduttore del programma di Radiodue Rai "Circo Massimo", Sassi, dinnanzi a un interdetto Massimo De Luca (noto tifoso romanista e antijuventino viscerale, oltre a grande propagatore del "gol di Turone-Regolare"), ha affermato: "La moviola dimostrò che il gol era irregolare, che Turone era oltre Prandelli, poi però a Roma con un marchingegno particolare dimostrarono che invece non era in fuorigioco, il che non era vero".

Stranamente, quest'esplosiva dichiarazione era passata inosservata dalle testate nazionali, e da giornalisti che sulla bufala-gol di Turone c'hanno fatto la trentennale crociata antijuventina (roberto beccantini ha più volte affermato 'indirettamente', che Carlo Sassi ha detto una bugia!) ma poi qualcuno l'ha rilanciata su Internet e il caso è esploso.

Sassi, come andò?
"Noi che ci occupavamo della moviola, dato che solitamente all'epoca si disponeva di un'unica inquadratura (obliqua e dall'alto), sapevamo che quel particolare punto di vista (lo stesso da cui è stato immortalato il gol di Turone) falsava di parecchio - addirittura fino a due metri - la reale dinamica dell'azione. Se lei fa un esperimento a casa sua con una telecamerina può verificare di persona che con la prospettiva funziona così. Era quindi pacifico che quella di Turone fosse una posizione di offside, e il guardalinee della partita, giustamente, come tale la valutò, segnalandola a Bergamo che annullò la rete".

*La Roma perde un altro punto dalla Juventus nelle due giornate successive: la rigorosa analisi matematica ci dice che il goal annullato a Turone avrebbe significato spareggio e non scudetto alla Roma. Probabilmente ci sarà obiettato che le motivazioni per Juventus e Roma sarebbero state diverse nelle ultime due giornate e che, se il goal di Turone fosse stato convalidato, la Roma non avrebbe poi perso il punto di vantaggio. I fatti ci dicono che in diverse occasioni la squadra favorita si è vista sfilare lo scudetto dalle maglie all’ultimo tuffo conto ogni pronostico (Milan 1973, Roma 1983, Juventus 2000, Inter 2002), l’unico dato incontestabile è quello matematico.

 Il rigore di Ronaldo in Juventus-Inter 1997-1998

Torino, 26 Aprile 1998. Juventus e Inter si affrontano a quattro giornate dalla fine con la Juventus in vantaggio di un punto sull’Inter. Al venticinquesimo del secondo tempo, sul risultato di 1-0 a favore della Juventus l’arbitro Ceccarini ignora un contatto in area di rigore Juventina tra Ronaldo e Juliano e nell’azione immediatamente successiva concede un rigore alla Juventus per fallo di West su Del Piero.

Descrizione dei fatti
Il regolamento del gioco del calcio prevede il calcio di punizione di seconda in area per fallo di ostruzione. Il commento a caldo dei telecronisti di Telepiù è di sorpresa per le esagerate proteste degli interisti: in particolare l’ex arbitro Chiesa, guardando il primo replay afferma: “Per me non è rigore”.
Il successivo rigore assegnato alla Juventus viene sbagliato da Del Piero e risulta ininfluente sul risultato finale. La Juventus si aggiudicherà il venticinquesimo scudetto con 5 punti di vantaggio sull’Inter.

Interpretazione Juventina
Il contatto tra Iuliano e Ronaldo, qualora considerato falloso, sarebbe classificabile come fallo di ostruzione, per il quale il regolamento prevede l’assegnazione di un calcio di punizione indiretto in area di rigore

Qualora invece fosse stato assegnato un rigore e se il rigore fosse stato realizzato, l’Inter avrebbe ottenuto un punto in più e la Juventus due in meno. La differenza tra le due squadre nella classifica finale sarà di ben cinque punti.

La matematica ci dice che il risultato della gara Juventus Inter risulta ininfluente sulla classifica finale, visto il notevole distacco tra le due squadre. Per una lettura più approfondita dell’episodio vi rimandiamo al relativo capitolo de “Il campionato dei piagnoni”.

Il goal di Cannavaro in Juventus-Parma 1999-2000
Torino, 7 Maggio 2000. La Juventus ha due punti di vantaggio sulla Lazio a due giornate dal termine e affronta in casa il Parma. A un minuto dalla fine, con la Juventus in vantaggio per 1-0, l’arbitro De Santis annulla un goal al difensore del Parma Cannavaro per fallo sul giocatore bianconero Kovacevic.

Descrizione dei fatti
Il calcio d’angolo dal quale scaturisce il goal annullato viene concesso per errore dell’arbitro De Santis. Dalle immagini rallentate, appare evidente che l’ultimo a toccare il pallone prima che superi la linea di fondo è il giocatore del Parma. Il calciatore della Juventus Darko Kovacevic cade in area e non riesce a contrastare Cannavaro.  

La Juventus sarà sconfitta a Perugia la domenica successiva in una gara giocata in condizioni meteorologiche estreme. L’intervallo della partita di Perugia viene prolungato per 67 minuti, oltre i 15 previsti da regolamento.

  Durante l’intervallo l’arbitro Collina, attuale designatore, comunica al cellulare
con interlocutori la cui identità non è mai stata rivelata
 (sussurri e bisbigli fuori da Telecom, indicavano i nomi di "franco carraro & adriano galliani")
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Nel campionato 1999-2000 la Lazio schiera il calciatore Juan Sebastian Veron dotato di passaporto comunitario irregolare. L'irregolarità’ del passaporto di Veron è stata accertata da una sentenza penale per la quale sono state emesse sentenze di condanna per Maria Elena Tedaldi (un anno e tre mesi di reclusione), dipendente di uno studio legale di Buenos Aires, e Gianfranco Orsomarso (cinque mesi), impiegato del comune di Fagnano Castello (Cosenza). I due imputati - secondo il giudice - avrebbero materialmente preparato, tra l’Argentina e la Calabria, i documenti contraffatti utilizzati per il passaporto comunitario di Veron. Il tribunale, dichiarata la falsità degli atti, ne ha ordinato la cancellazione dagli uffici dell’anagrafe comunale di Roma.

Interpretazione Juventina
Un arbitro che avesse voluto favorire la Juventus non avrebbe certamente assegnato un calcio d’angolo inesistente al Parma a un minuto dalla fine dell’incontro. Il calciatore della Juventus Kovacevic, molto forte nel gioco aereo, sembra essere sbilanciato da Cannavaro, il fallo non è evidentissimo, ma ci può stare. -

L’arbitro potrebbe avere adottato un criterio molto fiscale nella valutazione del fallo su Kovacevic perché condizionato dal precedente errore nella concessione del calcio d’angolo.

La veemente campagna di stampa all’indomani della partita Juventus-Parma e le manifestazioni di piazza dei tifosi laziali (o spareggio o guerra) condizionano pesantemente l’esito dell’ultima giornata del campionato, che vede la Juventus impegnata in trasferta a Perugina.

Per la prima volta in assoluto nella storia del calcio italiano, l’arbitro Collina fa riprendere la partita Perugia Juventus dopo una sospensione di ben 82 minuti. Durante la lunga interruzione, l’arbitro Collina si consulta telefonicamente con un interlocutore mai reso noto...
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(ma che dopo, dagli spifferi della Telecom, uscì il nome di "Franco Carraro" presidente di banca Medio Credito, succursale di Capitalia, la Banca Romana del Boss Massone "Cesare Geronzi", e a seguire, dalla stessa fonte uscirono voci anche sui nomi di "Sergio Cragnotti & Adriano Galliani", per il legame con il su detto Banchiere Cesare Geronzi, vero dominus del calcio Italiano che controllava sette squadre, tra queste Lazio & Roma" - Per saperne di più sul perchè i suoi sicari [i giornalisti!] "demonizzarono" Moggi, Giraudo e la Juventus! Eccone una breve Biografia
Cesare Geronzi,il Massone che viene dal nulla,con il suo Braccio Armato nel calcio:Franco Carraro)
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...il sospetto è che la decisione di non sospendere definitivamente la gara sia stata politica piuttosto che tecnica. La regola per la quale i secondi tempi delle partite dell’ultima giornata devono iniziare in contemporanea viene violata, Lazio-Reggina riprende con largo anticipo rispetto a Perugia-Juventus.
Il secondo tempo della partita di Perugia si gioca su campo impraticabile.
Il goal annullato a Cannavaro risulta ininfluente sul campionato vinto dalla Lazio con un punto di vantaggio sulla Juventus. A norma di regolamento, la Lazio avrebbe dovuto perdere a tavolino tutte le partite del campionato 1999-2000 nelle quali è stato schierato il calciatore Juan Sebastian Veron, sarebbe risultata ultima in classifica e sarebbe retrocessa in serie B. 

(Ci sarebbe da agiungere che gli illeciciti delle squadre di Milano e Roma in quei tempi, si susseguivano con cadenza quotidiana, ed i vertici dello sport, "Coni" in primis, erano occupati a fare i salti mortali con i Media dell'Associazione a Delinquere Mediatica ODG per silenziarli e insabbiarli! Se per lo scudetto del Giubileo alla Lazio, era necessaria la Par Condicio alla Roma e darne uno anche alla squadra del Club Roma Montecitorio forte degli oltre 500 iscritti! - Ecco alcuni Link per farsi un'idea di cosa bolliva nel pentolone dei poteri romani per sottrarre alcuni scudetti alla Juventus!!
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Il messaggio sms di Bergamo al quarto uomo in Roma Juventus 2004-2005
 Roma, 5 Marzo 2005. Durante l’intervallo della partita Roma-Juventus, con la Juventus in vantaggio per 2-1, l’arbitro Bergamo invia un messaggio sms al quarto uomo Gabriele.
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Descrizione dei fatti
Dalla pubblicazione delle intercettazioni si apprende che il presidente federale Carraro aveva dato precise istruzioni al designatore affinché in situazioni dubbie la Juventus non venisse favorita (Carraro: “Le dico mi raccomando… Se c’è un dubbio, per carità, che, che, che, che il dubbio non sia a favore della Juventus dopo di che succede… Gli dà quel rigore lì!?”).

Al diciannovesimo minuto del primo tempo l’arbitro Racalbuto concede un goal irregolare alla Juventus, Cannavaro segna in posizione di fuorigioco.

Al trentottesimo minuto del primo tempo, l’arbitro convalida il goal del romanista Cassano che è in posizione regolare, mentre altri giocatori della Roma sono in posizione di fuorigioco considerato passivo.

A un minuto dall’intervallo, l’arbitro concede un calcio di rigore alla Juventus per fallo su Zalayeta sulla linea dell’area di rigore o in posizione molto prossima alla stessa.

Nel corso del primo tempo il calciatore della Roma Cufré colpisce il capitano della Juventus Del Piero a gioco fermo con un pugno, Del Piero non reagisce, Cufré non viene espulso.

Ancora nel corso del primo tempo il calciatore della Roma Dacourt commette un fallo da tergo molto violento, ma non viene espulso.

L’arbitro Gabriele ha sostenuto di fronte ai magistrati di Napoli che con l’sms inviato nell’intervallo il designatore «rimproverava» la terna arbitrale per gli errori che avevano sino a quel momento determinato il risultato a favore della Juventus.

Nel secondo tempo, sul risultato di 2-1 per la Juventus, l’arbitro annulla un goal regolare a Ibrahimovic per un fuorigioco che appare inesistente.
 Interpretazione personale, di alcuni estratti della Partita
-Espulsione di Cufrè
-Rigore pro Juve per doppio fallo, in successione
su Ibrahimovic e Cannavaro
-Espulsione di Dacourt per intervento criminale
su Blasi la cosa peggiore della partita!
-Gol di Ibrahimovic regolare
-Permesso a totti, cufre' e dacourt la caccia all'uomo
-totti calcia il pallone addosso,
all'arbitro che si gira, vede chi e, e non lo espelle!
ECCO IL VIDEO DELL'INTERA PARTITA PER CONTROLLARE
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  Interpretazione Juventina
Dalle intercettazioni telefoniche rese pubbliche e dalle dichiarazioni rese dal quarto uomo Gabriele di fronte ai magistrati di Napoli, appare evidente che, almeno per la partita Roma-Juventus, le direttive degli organi federali agli arbitri, attraverso i designatori, erano di giudicare i casi dubbi a sfavore della Juventus: ciò rende credibili le affermazioni di Moggi quando sostiene che la Juventus era un fortino assediato.

Nel corso dell’incontro si verificano sei casi da moviola: goal di Cannavaro, pugno di Cufré a Del Piero, violento fallo da tergo di Dacourt, goal di Cassano, rigore su Zalayeta, goal di Ibrahimovic; in una circostanza l’arbitro sbaglia a favore della Juventus (goal di Cannavaro), in due circostanze l’arbitro si comporta secondo le direttive ricevute (“Ehh, questo uhhehh Racalbuto era preparato” le parole di Bergamo a Carraro) e sbaglia a favore della Roma (mancata espulsione di Cufré, goal di Ibrahimovic), nelle tre rimanenti situazioni il dubbio rimane (la posizione di Cassano è certamente regolare, ma gli altri giocatori della Roma in fuorigioco considerato passivo potrebbero aver distratto Buffon; il fallo di Dacourt sembrerebbe appartenere alla categoria di falli punibili con rosso diretto secondo il regolamento, anche se riconosciamo un margine di discrezionalità al direttore di gara, Zalayeta sembra essere atterrato sulla linea dell’area di rigore, ma quand’anche fosse al di fuori lo sarebbe per pochissimi centimetri, la valutazione risulta difficilissima anche alla moviola).
Le situazioni che abbiamo appena descritto sono note alla maggioranza degli appassionati di calcio, perché sono state propagandate per anni come episodi simbolo dei favoritismi di cui avrebbe goduto la Juventus, come probabilmente sarà scritto nei vostri appunti della scorsa settimana.

Per tutte e quattro le occasioni, crediamo di avere dimostrato che la Juventus non è stata clamorosamente favorita e che tre volte su quattro la decisione arbitrale è risultata ininfluente per l’assegnazione dello scudetto; l’unico episodio determinante è il goal di Cannavaro che, anche grazie all’atteggiamento dei media, origina un clima di altissima tensione che condiziona l’esito della giornata successiva e costa lo scudetto alla Juventus a favore della Lazio di Cragnotti e Veron.

Siamo convinti che abbiate trovato molte più difficoltà a ricordare gli episodi che verranno elencati di seguito: anche con l’ausilio di Internet certe informazioni son molto difficili da scovare e a volte non si trovano proprio; non è difficile immaginare che stiamo parlando di episodi nei quali la Juventus è stata gravemente svantaggiata. Si tratta di episodi sempre determinanti e verificatisi in competizioni più importanti del campionato di serie A.
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 Il rigore su Platini in Amburgo-Juventus del 1983 
Atene, 25 Maggio 1983. Finale di Coppa dei Campioni. Nel corso del secondo tempo con l’Amburgo in vantaggio per 1-0, l’arbitro rumeno Rainea non concede il calcio di rigore alla Juventus per un vistoso atterramento di Michel Platini da parte del portiere tedesco Stein. L’Amburgo vince l’incontro per 1-0 e si aggiudica la Coppa dei Campioni.
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 Il goal di Manfredonia in Real Madrid-Juventus del 1986
 Madrid, 22 ottobre 1986. Andata degli Ottavi di finale di Coppa dei Campioni. Nel corso del primo tempo con il Real Madrid in vantaggio per 1-0 l’arbitro scozzese Valentine annulla al bianconero Manfredonia un goal che appare assolutamente regolare. Il Real Madrid si aggiudica l’incontro per 1-0 e seppure sconfitto nella gara di ritorno per 1-0 passa il turno ai calci di rigore. Juventus eliminata dalla Coppa dei Campioni
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 Il goal di Laudrup in Napoli-Juventus del 1989
 Napoli, 15 Marzo 1989. Ritorno dei quarti di finale della Coppa Uefa. Al decimo minuto del primo tempo, l’arbitro Kirschen della Germania Est, concede un rigore molto generoso al Napoli. In precedenza aveva annullato per fuorigioco inesistente un goal regolare al bianconero Michael Laudrup. La Juventus, che aveva vinto 2-0 l’incontro di andata, viene sconfitta per 3-0 ed è eliminata dalla Coppa Uefa.
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Il goal di Vieri in Borussia Dortmund-Juventus del 1997

 Monaco di Baviera 28 Maggio 1997. Finale di Champions League. Nel corso del primo tempo, con il
 Borussia Dortmund in vantaggio per 2-0, l’arbitro ungherese Puhl annulla al bianconero Vieri una rete
 che appare regolare: il tocco di mano del giocatore bianconero (non chiarissimo dalle immagini televisive) appare del tutto involontario. Il Borussia Dortmund vince l’incontro per 3-1 e si aggiudica la Champions League. La Juventus recrimina anche per la mancata concessione di due calci di rigore perfalli su Jugovic nelle fasi iniziali del match e su Del Piero nella ripresa 
(celebri le dichiarazioni di Bettega nel post-partita)
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 Il goal di Mijatovic in Real Madrid-Juventus del 1998
 Amsterdam 20 Maggio 1998. Finale di Champions League. Al ventiduesimo minuto della ripresa il giocatore del Real Madrid Mijatovic segna il goal del vantaggio madrileno in posizione irregolare. Le immagini rallentate mostrano un fuorigioco di circa 2 metri. L’arbitro tedesco Krug convalida. Il Real Madrid vince l’incontro per 1-0 e si aggiudica la Champions League.
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 I rigori di Manchester in Milan-Juventus del 2003
 Dida illegalmente fuori dalla linea di porta. L''arbitro era il corrotto Merk (meglio conosciuto come l'ambasciatore di PublItalia), e' pazienza se non prese nessun provvedimento. Contro Montero, era fuori di  oltre un metro e mezzo! Ma fosse stato almeno menzionato per dovere di cronaca! Che vergogna italiani che vergogna!

Manchester 28 Maggio 2003. Finale di Champion’s League. La Juventus priva di Nedved (Pallone d'Oro di quell'anno), squalificato per un’ammonizione comminata negli ultimi minuti della semifinale con il Real Madrid, si gioca la coppa ai calci di rigore contro il Milan. Per la Juventus sbagliano Trezeguet, Zalayeta e Montero. Al momento della battuta di Zalayeta e Montero, il portiere del Milan Dida si trova circa due metri in avanti rispetto alla riga di porta (il movimento di Dida appare meno evidente sul rigore di Trezeguet). Con il portiere in quella posizione la larghezza della porta si riduce di circa il 20%. I calciatori bianconeri dovevano segnare in una porta larga 6 metri anziché 7,32 metri come da regolamento. L’arbitro tedesco Merk non fa ripetere nessun rigore. Il Milan vince l’incontro per 3-2 e si aggiudica la Champions League.

Questi ultimi episodi sono ben stampati nella memoria di noi juventini, ma ovviamente per i dettagli ci siamo dovuti aiutare con un lavoro di ricerca prevalentemente sulla rete. Alcuni degli episodi suddetti non sono nemmeno citati o sono difficili da scovare.

Il rigore su Platini nella finale di Atene si trova in un filmato con commento in inglese e lo ricorda Giovanni Trapattoni in un’intervista a Gianni Mura del 1999; il goal annullato a Manfredonia è menzionato in un ritratto dello stesso giocatore (“Il pallone racconta”); il goal di Laudrup a Napoli non siamo riusciti a trovarlo; il goal di Vieri a Monaco si trova in un filmato con commento in inglese; il filmato dei rigori di Manchester è reperibile con relativa facilità, ma il commentatore si guarda bene dal commentare l’evidente movimento anticipato di Dida.


Il capolavoro è sul Corriere online del 21 maggio 1998: un articolo a firma Roberto Perrone e Giancarlo Padovan descrive così il goal di Mijatovic: “Certo, poi, conta anche il caso, perché la conclusione di Roberto Carlos è diventata un assist a Mijatovic, in sospetto fuorigioco”. 

Un fuorigioco di due metri che costa una finale di Champions League si liquida in due righe definendolo sospetto e si assegna un bel 6 in pagella all’arbitro tedesco Krug. Era passato nemmeno un mese dal rigore di Ronaldo.

 Dopo altri 8 anni di questa informazione, il terreno per Farsopoli era stato preparato, i giudici potevano emettere le sentenze in nome del sentimento popolare.
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Sentimento antijuventino, creato dall'Infame Associazione a Delinquere di questo diavolo!
                  

                                      
 ...al servizio dei poteri Meneghini: Chi tocca i "moratti & tronchetti" Muore!

Ecco di cosa sono capaci i Sicari del "topo di fogna catanese"
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 SALVATORE COZZOLINO - JUVENTINO VERO
MORATTI 'MINUS HABBENS' MASSIMO" IL PRESIDENTE DI CARTONE
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In questi giorni è interessante notare come i giornali si affannino a pubblicare articoli e notizie con presunti scoop sulla Juventus attuale e futura. Inutile dire che molte delle cose che si leggono sono autentiche bufale, partorite soprattutto in funzione del fatto che i giornali cartacei vanno pur venduti e quindi riempiti con qualcosa che possa ingolosire il tifoso e saziare la naturale tendenza di quest’ultimo a sognare. Questo tourbillon di voci e titoloni ha l’effetto di sottoesporre anche le notizie vere, dando un quadro d’insieme poco attendibile. Proverò a mettere qualche punto fermo, per capire come possa evolvere la situazione di breve e medio periodo.

Andrea Agnelli ha cominciato in questi giorni ad analizzare da vicino la situazione della Juventus, traendo le prime drammatiche conclusioni, e cioè che il quadro complessivo è molto più grave di quello che appare all'esterno. Dal punto di vista sportivo, vige l’anarchia più completa. Giocatori che si allenano poco e male, spogliatoio spaccato in vari clan, autoreferenzialità assoluta dei nazionali, che da tempo hanno cominciato a pensare solo ai Mondiali. In questo quadro Zaccheroni e il suo staff navigano a vista, cercando di arrivare in maniera indolore al 30 giugno.

Dal punto di vista societario cominciano a vedersi i primi effetti di lungo periodo della cura Blanc: depauperamento del marchio, mancanza di collaborazione tra i vari comparti della società, dirigenti alle prese con la stesura dei curriculum vitae, prezzo del titolo in Borsa che aggiorna nuovi minimi, riduzione prospettica dei ricavi complessivi attesi, grave ritardo nella programmazione tecnica della prossima stagione, sponsor che giocano al ribasso. Su questo ultimo punto abbiamo scoperto un ulteriore inquietante particolare spulciando la trimestrale pubblicata subito dopo il Consiglio di Amministrazione del 10 maggio, a cui Andrea Agnelli non ha partecipato, pur essendo Presidente “in pectore”.

Ebbene si è appreso che il contratto di sponsorizzazione con BetClic per le prossime due stagioni (7,5 la prima e 8,5 la seconda) contiene una piccola postilla che riduce a 6,5 milioni l’ammontare del corrispettivo per la prima stagione in caso di mancata qualificazione alla Champions League. Ecco, dunque, la cura Blanc. La Juventus nel 2006 era la prima società al mondo per sponsor di maglia, 24 mln annui. Nel 2007 dopo Calciopoli la Tamoil aveva ancora dato fiducia per un anno, a circa 13 milioni annui. Successivamente non riesce a trovare lo sponsor e la FIAT risolve il problema tramite New Holland che eroga circa 11 milioni annui. Infine, dopo 4 anni, e dopo aver bruciato un aumento di capitale, l’unica soluzione è BetClic a 7,5 milioni con l'asterisco che li riduce a 6,5. Ecco cosa intendevo per depauperamento del marchio quando, nel corso delle Assemblee degli ultimi quattro anni, avevo messo in guardia gli azionisti, piccoli e grandi, circa il pericoloso andazzo della gestione Blanc.

Andrea Agnelli di questi numeri avrebbe già preso atto e avrebbe deciso di “segare” il tennista francese fin dal prossimo giugno, anche perché, se dovesse arrivare Marotta, il profilo professionale di quest’ultimo è più da Amministratore Delegato che da Direttore Sportivo. Per quanto riguarda Marotta la trattativa è stata avviata e condotta dalla vecchia gestione e sembrerebbe che il neo-Presidente non sia pienamente convinto della scelta. Probabilmente alla fine si farà lo stesso, e sono convinto che la professionalità di Marotta non sia in discussione. E’ da capire però quale possa essere il suo impatto su una realtà complessa come quella della Juventus, dove pressioni ed aspettative sono infinitamente più alte che a Genova. Anche per quanto riguarda Benitez ricorderete che, primo fra tutti, Ju29ro.com aveva preannunciato che la pista si stava raffreddando. Non ci eravamo sbagliati. Il primo a nutrire perplessità in merito è stato Bettega, che di sicuro non avrà mancato di esprimere le sue riserve al nuovo Presidente.

Andrea Agnelli ha evidentemente ereditato il pragmatismo del papà Umberto e ha capito che alla Juventus attuale non serve un tecnico straniero, alla prima esperienza in Italia, e soprattutto con pretese economiche irreali. L'idea invece è di scegliere un sergente di ferro italiano di gran carisma, che sappia coniugare il lavoro sul campo con le esigenze della società. E i primi nomi sul taccuino sono quelli di Capello e in subordine di Spalletti. Se non si dovesse riuscire a raggiungere uno di questi due la scelta avverrà tra Del Neri, Prandelli o Allegri, in ogni caso tecnici a mio avviso di seconda fascia. Qualcuno obietta che Capello non accetterebbe mai di allenare una squadra da rifondare. Questo è vero, ma è altrettanto reale il rapporto di stima con il nuovo Presidente, il che potrebbe fargli accettare una sfida nuova, titanica certo, ma sicuramente non priva di stimoli per uno come Don Fabio, che nella sua carriera ha già fatto il pieno sia in termini economici che sportivi. D’altronde il nuovo tecnico dovrà accettare un programma di medio periodo, ed eventualmente mettere in preventivo una stagione di transizione, proprio perché la programmazione del mercato e della rifondazione è in grave ritardo. Andrea Agnelli si è reso conto che l’unica strada maestra per riportare la Juventus sui binari della sua storia è inculcare nuovamente nei gangli della società quella cultura del lavoro e del sacrificio tipica del DNA bianconero e polverizzata sull’altare dello “smile”.

Personalmente credo quindi che la priorità verra data alla ristrutturazione della società e alla pianificazione strategica del lavoro, senza le quali è assolutamente improbabile che si riesca ad allestire una squadra competitiva. D’altronde una delle cose più stucchevoli che i giornali amano fare è parlare di “tesoretti” di svariati milioni da utilizzare per il mercato. Chi gestisce una squadra di calcio sa bene che questi sono discorsi per i tifosi, mentre le vere risorse sono funzione del cashflow presente e futuro. E allora la “cura” Blanc ci imporrà per il prossimo anno una riduzione dei ricavi di quasi 50 milioni di euro (diritti TV e gare Champions League -25 mln, sponsor maglia -6 mln, diritti collettivi TV -7,5 mln, ricavi straordinari non ricorrenti iscritti nel 2009-2010 -10mln) e quindi, a meno di deliberare un nuovo aumento di capitale, difficilmente si potranno portare a Torino i nomi che la stampa generosamente ipotizza.

La ricostruzione della Juventus quindi dovrà avvenire per forza attraverso la politica dei piccoli passi, dello sfruttamento rigoroso delle risorse, della scelta degli uomini prima che dei tesserati. Crediamo che Andrea Agnelli, pur desideroso di regalare qualche soddisfazione ai tifosi e agli azionisti, non si farà condizionare dall’ansia di voler fare tutto e subito, correndo il grave rischio di bruciare tempo e risorse. La sua impronta è però ben chiara sul fronte giudiziario.

Anche in questo caso avevo ipotizzato, in tempi non sospetti, che l’atteggiamento della Juventus, nei confronti di Calciopoli e di tutto quello che è accaduto dal 2006 in poi, sarebbe radicalmente cambiato. Ed infatti la notizia della presentazione del ricorso verso l’assegnazione dello scudetto “di cartone”, con annessa richiesta di deferimento dell'Inter, è a mio avviso solo il primo passo in tal senso. Ritengo che la prossima mossa possa essere la sostituzione dei legali impegnati nel processo di Napoli, dove la Juventus, non dimentichiamolo, è responsabile civile e quindi potenzialmente esposta a risarcimenti milionari in caso di condanna degli imputati.

Un altro passaggio cruciale che dovrebbe concretizzarsi a breve è l’abbandono della politica strategica che aveva avviato Blanc nel 2006, e cioè quella di concentrare tutte le attività su stadio, gestione sportiva e riduzione del numero degli sponsor.

Alla luce di quanto sta accadendo questa strategia sta mostrando tutti i limiti che avevo esposto nelle Assemblee degli Azionisti a partire dal 2006. In questo caso la sterzata potrebbe avvenire attraverso il ritorno a Torino di Romy Gai, che mi risulta essere imminente. Spazio dunque al vecchio progetto di entertainment company globale, soprattutto se, come ha fatto intendere il nuovo Presidente, la Juventus progressivamente sarà sempre meno dipendente da Exor e sempre più interessata allo sfruttamento del marchio anche in iniziative diverse dal calcio.
Andrea Agnelli primo giorno da Presidente della Juventus
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In definitiva rimango coi piedi per terra. Andrea Agnelli ha un compito difficile da eseguire, ma con i consigli giusti potrà arrivare all’obiettivo. Agli azionisti e ai tifosi tocca avere molta pazienza. Forse i cinque anni di cui si parlava nel 2006 partono oggi. Forse non saranno cinque, potrebbero essere di meno. Quello che si può sperare però è che da questo momento non sarà più tempo sprecato.
E' CON IL RITORNO DI UN AGNELLI A DECIDERE, SEMPRE LASSU' RESTERAI!
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  Salvatore Cozzolino - JUVENTINOVERO - 13 Maggio 2010