venerdì, marzo 31, 2023

Andrea Bosco. L'IMBOSCATA: Ora troppi indizi e coincidenze: ecco il complotto per distruggere Juve e Superlega.

   

Il mandante, l'esecutore e il "compare". I retroscena e l'ombra della politica. Ma dovranno fare i conti con Elkann. Rischio blocco Serie A

Complotto:  ora mi sento di scriverlo.


Perché gli indizi sono troppi. E perché  troppe sono anche le coincidenze. Complotto per distruggere non solo e non tanto la Juventus (danno collaterale) ma per affossare l'idea Superlega. Tutti d'accordo: Uefa, il mandante, la Figc l'esecutore, la Fifa , il “compare“. 
Il  “Potere“: che  da una Superlega avrebbe tutto (economicamente) da perdere. Non è esatto che potrebbe essere  il Coni  con il suo Collegio di Garanzia a  riscrivere la storia giudiziaria della Juventus. Sarà il tribunale di Madrid: se decreterà che l'attuale posizione di monopolio  detenuta dall'Uefa è incompatibile in un  regime di libera concorrenza. La Superlega offrirebbe ai club quanto l'Uefa sta da decenni sottraendo. La Coppa Campioni fu inventata nel 1955 dal giornalista francese Gabriel Hanot. “Rapinata“,  qualche anno dopo  dall'Uefa, ha visto varie evoluzioni del format fino a diventare l'attuale Champion's League. 

L'Uefa è uno scrigno che incamera valanghe di denaro, ridistribuito solo in parte ai club. L'Uefa  si muove senza alcun controllo. Fa figli e  figliastri. Applica il fair play finanziario a chi le pare. Squalifica e estromette gli “inimici“ politici. “Salva“ gli amici specie se garantiti dai petrodollari.  Se la Superlega verrà realizzata, il mondo assisterà ad una rivoluzione copernicana. Barcellona, Juventus e Real Madrid sono i Martin Lutero del calcio che stanno mettendo in discussione l'“infallibilità“ di Ceferin.  Se il tribunale di Madrid darà ragione ai ricorrenti, il castello è destinato a sbriciolarsi. Non si deciderà più in Svizzera il futuro del calcio, ma forse lo si farà a New York a Wall Street. 

L'advisor della Superlega infatti garantirebbe una cifra iniziale “mostruosa“ rispetto a quelle “suddivise“ dall'Uefa. La questione, tanto per cambiare è di soldi. 

Il complotto  prende corpo quando la Juventus ancora non ha messo in bacheca l'ottavo scudetto.  Otto di fila sono una enormità (con Sarri arriverà un anno dopo anche il nono). E per aggiunta la Juventus si è presa  Cristiano Ronaldo. Come dire che ogni partita inizia dal 2-0 a favore della Juve.  E' troppo per il “sistema“. Anche perché in quei mesi iniziano i primi incontri (clandestini ma presto scoperti)  per la Superlega. E la Superlega è un'ulcera  per Ceferin e Infantino. Gravina oggi è nell'Eca, ma mira all'Uefa. Chi ha il potere non lo vuole cedere. E per conservarlo è pronto a tutto. 

Indizi del complotto? La procura di Torino inizia le indagini su segnalazione della Consob e della Covisoc. La prima  dovrebbe tutelare i consumatori ma  è assai attenta soprattutto  a tutelare se stessa. Visto che la Juventus è società quotata in Borsa, l'approccio, nel caso, è dovuto. Ed è un approccio facile, visto che nel frattempo i conti della Juventus sono finiti in “rosso“ e l'azionista di maggioranza per due volte ha dovuto ricapitalizzare per cifre enormi.  La seconda controlla i conti della società di calcio. La cosa è quasi ridicola visto che improvvisamente svegliatasi da un letargo ventennale la Covisoc mette sotto la sua “lente“ i conti di 65 società società. 42 operazioni le ha fatte la Juventus. 

A proposito di Borsa: sono  inferociti i piccoli azionisti. Ma stanno guardando al dito invece che alla Luna. Chi prende azioni, prende un rischio. La Borsa è spietata. La governano squali che sui “resti“ di chiusura muovono miliardi ogni giorno. Personalmente ho giocato in Borsa una sola volta nella mia vita: ho preso uno stock di azioni a un valore  e le ho rivendute quando il valore si era più che raddoppiato. Il denaro non dorme mai. Mai rischiare troppo. Meglio accontentarsi. Quelle azioni salirono ancora. Salvo precipitare successivamente ben sotto il valore  del mio acquisto. Devi alla fine conteggiare con quanto hai guadagnato anche quanto non hai perso. A me andò bene. Ma non l'ho rifatto.

Indagano alla Procura di Torino sulla Juve tre magistrati più sconosciuti di Guariniello, il pm che si occupò del caso doping.  Ma i mezzi messi loro a disposizione  (intercettazioni, trojan, pedinamenti, guardia di finanza ventre a terra) fanno ipotizzare che la “copertura“ sia  anche politica. Qualcuno ha voluto si indagasse sul calcio italiano? Sulla Juve in particolare? Riavvolgere il nastro e analizzare la successione dei governi italiani. Le analogie con Calciopoli sono  impressionanti. Ma più impressionante è la “macchina  del fango“ che si mette in moto quando dell'inchiesta viene data notizia . Media schierati sotto alla ghigliottina, sferruzzatrici  all'opera: sentenze ipotizzate  prima che le accuse vengano formalizzate. Oggi un quotidiano ha spiegato che sommando le penalizzazioni per i vari filoni d'inchiesta per i quali la Juventus è chiamata a rispondere  “le   pene – a campionato in corso - potrebbero aggirarsi tra i 30 e i 40 punti.  La differenza con Calciopoli, stavolta è che la  Juventus viene giudicata a campionato  corrente con “pena veloce e  afflittiva“ come hanno spiegato i Saint Just della Federazione. 

Morale: Paratici ormai  in versione Silvio Pellico. Perché tanto accanimento? Perché  Paratici non ha fatto i nomi. E senza i nomi, le inchieste di Chinè sono un gruviera di contraddizioni. Ergo  si minaccia alla  Di Pietro: “tintinnar di manette“ .  

Dopo le plusvalenze, il filone stipendi. E dopo gli stipendi “le partneship sospette“. Dosando con il bilancino. Questa terza inchiesta vedrà le procure di mezza Italia all'opera  solo dopo la fine del campionato. L'obiettivo è la Juve. La lupa capobranco ferita contro la quale si stanno accanendo giovani maschi, cani e cacciatori.  Quindi per le Procure che non hanno “intercettatori“ e non hanno tojan, ma che avranno il carteggio da  quella di Torino, se ne parlerà a fine campionato. Con sentenza per gli altri club nel 2024.

L'importante è cercare di  scannare la Juve. Almeno vorrebbero. Ma non sarà facile. Per due motivi. Primo: la Juve ha deciso di difendersi. Lo ha deciso Elkann. E mi spiace per Gigi Moncalvo che continua  a sostenere che John Elkann voglia “vendere“ . Non è così. Per il semplice motivo che oggi la Juve vale meno  del suo effettivo valore. E se c' è una cosa (a differenza del cugino Andrea gran tifoso, troppo per essere stato anche lucido) che Elkann sa fare è quella di maneggiare abilmente il denaro. La seconda è strettamente legata all'immagine: stavolta non sbucherà un Luca Cordero di Montezemolo a consigliare come nel 2006 di “non adire al Tar“. Stavolta al Tar ci sono già andati. E non dovessero avere soddisfazione ci torneranno. E bloccherebbero il campionato. Nel frattempo la Juve continui a vincere. Tutto se possibile. L egare di campionato, quelle di Coppa Italia, quelle di Europa League. Vedremo se una Juve che conquista almeno il quarto posto in campionato e magari vincente  in Coppa Italia e Europa League, verrebbe toccata dai Gravina e dai Ceferin.  Oggi più che mai “ vincere è l'unica cosa che conta “ .

Mai visto un accanimento giudiziario paragonabile a quello che la Juventus sta  subendo. Mai vista una informazione tanto schierata. Mai vista una giustizia federale tanto spudorata.

La nottata sarà lunghissima. Ma non è detto che il finale sia quello che tanti “colleghi“ prevedono , neppure larvatamente. Stavolta la Juventus non ci sta. E come hanno spiegato i suoi nuovi dirigenti: “Ci difenderemo in tutte le sedi con le unghie e con i denti“. Questione di  denaro e di immagine. Lasciamo perdere “questione di giustizia“. In federazione, il significato della parola, è da tempo ignorato. Non c'è giustizia in Figc: c'era un figuro tra gli arbitri italiani, era il braccio destro di Trentalange: era un narcos. O sbaglio  presidente Gravina? E la Federazione?Vispa Teresa.Ma quando li prepara gli scatoloni presidente Gravina?

QUELLO CON BARBA INCOLTA IN GALERA, QUELLO CON LA TESTA SULLO SCUDO SOTTO PROCESSO, GLI ALTRI DUE A PIEDE LIBERO.


venerdì, marzo 24, 2023

ANDREA BOSCO. L'IMBOSCATA DI PECORARO, SANTORIELLO E CHINÈ: COSE IMMONDE ATTORNO ALLA JUVENTUS.


 
ANDREA BOSCO: 
ASTIO TOTALE NEI CONFRONTI DI GRAVINA!
  Bianconeri nel mirino dalla vigilia dell'8° Scudetto.

Ho tanti difetti. Ma sono una persona sincera. Non riesco a dissimulare quello che provo. E quello che provo da qualche mese è un astio  totale nei confronti di Gabriele Gravina e della sua Federazione. Fino a qualche tempo fa, l'ho scritto ripetutamente, avrei accettato qualsiasi decisione da parte della giustizia sportiva. Così come la accetterò certamente da parte di quella ordinaria. Nel caso la Juventus dovesse risultare colpevole. Ma negli ultimi mesi quanto è accaduto ai confini della Juventus è a dir poco immondo.

Io non uso le parole a sproposito. Le iperboli non mi piacciono. Ribadisco: cose immonde. Per esempio le fedi calcistiche di molti dei giudici chiamati a sentenziare sulla Juventus. Nessuno mi venga a dire, che “quello è un giudice di specchiata onestà eccetera“. Quando si tratta di tifo la “specchiata onestà va a farsi fottere“.

Il caso più clamoroso (quello di Santoriello alla Procura di Torino, che si è astenuto da processo Prisma, lodato a destra e a manca), è esemplare di quello  che la realtà fotografa.  Primo:  le immagini nelle quali Santoriello spiegava di “odiare la Juve“ e che la “Juve arrubava“ come un De Laurentiis qualsiasi,  le hanno tirate fuori i tifosi. Non è stato Santoriello “sua sponte“ a dire (ma avrebbe dovuto farlo quando l'inchiesta Prisma è iniziata): “Mi ritiro: odio la Juve e per una questione di opportunità non posso indagare su di lei“. Ha aspettato e ancora aspettato. Tradotto: ha fatto un passo indietro con grave ritardo.

Per quanto vale il mio pensiero, reputo che Santoriello sia un bravo magistrato. Non lo penso di Chinè, Torsello and company. Ma di Santoriello, sì, lo penso.  Ma ovviamente è una  mia idea. Peraltro suffragata dai fatti. Nel passato di Chinè, spicca il sonno profondo da sostituto a Latina nella vicenda dei passaporti e della patenti rubate alla Motorizzazione di quella cittadina “in bianco“ . Arrivarono da quella città di passaporti di Recoba e pare, anche quello di Veron.

Azioni, allora, da parte della magistratura:  piume spiumate. Spicca la vicenda “tamponi della Lazio“ passata grazie al buon Chinè in cavalleria. Tralascio le miserie di alcuni componenti 

PARACULATA DEL CONI?
 

del Collegio di Garanzia del Coni: tifosi partenopei  spudorati con tanto di selfie. Non so perché mi indigno: Giuseppe Pecoraro quello che c'era prima di Chinè, scelto da Tavecchio (presidente federale, allora)   con la benedizione dei Gianni Letta, dei  Lotito, dei  Malagò, dei  Petrucci, oltre che di alcuni “patres coscripti“ allocati in Parlamento, tutti entusiasti di avere come procuratore federale (capace di fabbricare false intercettazioni: è accaduto o no?) l'ex Prefetto di Roma che con il faccendiere Bisignani (l'uomo che “sussurrava ai potenti“)  discuteva  dell'ordine del giorno del Copasir (a che titolo? Mai saputo) anche lui era un tifoso del Napoli“.

Contento Marzullo del campionato del “nostro Napoli“? Risposta di Marzullo: “Io veramente tifo Avellino“.  Indimenticabile Pecoraro.  Che aprì una inchiesta per stabilire per quale motivo un arbitro in un Cagliari-Juventus non avesse fischiato un fuorigioco contro la Juventus. Nessun esito collaterale. Solo un fottutissimo fuorigioco del cavolo. Ma Pecoraro, uomo dabbene, e  privo di prevenzioni, aprì un fascicolo.  Quindi, alla larga con le  considerazioni che “non mi dovrei permettere“.   

Non credo più alla giustizia sportiva. In generale non credo più alla giustizia ordinaria che spedisce gli assassini ai domiciliari o in casa di cura invece che in galera. E che neppure persegue una ladra perennemente gravida, che "fa“ anche 1000 euro di borseggi al giorno perché le donne incinte per la legge italiana non devono andare in galera. Le quali  come la ladra di cui sopra  ti sbattono in faccia che “io per mestiere rubo. Ogni giorno“. Di andare a lavorare neanche a parlarne. Meglio rubare. Specie a donne anziane fragili, scelte come prede . Nell'indifferenza volgare di una magistratura che non vuole occuparsi di casi del genere. Potrebbe ma non vuole.  Quindi non mi fido.

Ieri si attendeva la sentenza del Consiglio di Stato. Qualche notizia? Io non ne ho avute. Forse sono distratto. Forse faccio male il mio mestiere. Forse sono talmente incazzato con questo Gravina che mi ha tolto il gusto, persino di tifare Italia, e che si permette di  assistere senza fare un plisset ad un inno nazionale sfregiato con un bestiale remix, da aver perso il lume della ragione. L'inno nazionale, porca vacca. Senza vergogna . 

Sono stanco di questo calcio. Una cloaca  alimentata da gazzette che più faziose non si può, da opinionisti, neppure incompetenti o  di parte:  solo bestialmente  tifosi . 

Sono stanco di Infantino che sta vendendo a fondi dei satrapi del Golfo il calcio intero, aumentando il numero dei partecipanti, aumentando le competizioni. E lorsignori imbecilli e incapaci di vedere più lontano del proprio naso a protestare per una Superlega per “ricchi“ a scapito dei “poveri“. A parte che nel mondo del calcio di “poveri“ non ce ne sono: ci sono spiantati, bancarottieri, maneggioni ma “poveri“ proprio no. Con la  riforma Infantino (e quella di Ceferin)  di grazia, macroscopici  imbecilli chi pensate andrà nell'Olimpo? I club più ricchi o  quelli con minori possibilità economiche? I Qatar che “ungono le ruote“ o le Isole Faroer?  Il Psg o il Burgos (una  a caso)? 

Io detesto Gravina. Che finge di essere caduto sulla Terra da Marte. Come se non avesse  governato il calcio dal 2018 in poi. Che non si prende  responsabilità. Che, porca la pupattola, non ha fatto una riforma che sia una. Fosse stato per lui, non lo avessero costretto, col  cactus che avrebbe concesso il professionismo al calcio femminile. Lo ha fatto solo perché  il vento sociale era cambiato. Non lo avesse fatto le Murgia e le Cirinnà si sarebbero (giustamente) accampate  fuori dal portone della Federazione. 

Ci si continua a chiedere per quale motivo la Juventus sia entrata nell'occhio del ciclone. Per proprie responsabilità, certamente. Nessuno l'ha obbligata a certe spese, a certe retribuzioni che ne hanno terremotato il bilancio. Il Covid è stata una sfiga non conteggiabile a priori. Ma le aziende quotate in Borsa, dovrebbero ipotizzare anche il futuro più fosco, oltre che la crescita felice. Poi l'invidia: il grande motore dei vizi umani. La Juventus ha rappresentato un dito nell'occhio . Con il suo stadio di proprietà, il suo Museo, il suo Jmedical, la sua Continassa, con sede, albergo ed annessi,  con la sua squadra femminile strapotente, con la Nex Generation, unica società di serie A  a partecipare con la  seconda squadra al campionato di Lega Pro. Con il suo marketing portato anche in Asia e negli Stati Uniti. I suo Scudetti e le sue Coppe.  Troppo e troppo avanti rispetto agli “altri“. E quando essendo “avanti“ vinci a ripetizione “sfruttando il sistema” come  ha detto a quella cena che ho più volte citato (e pazienza se nessuno ha ripreso la cosa: a proposito di invidia) un uomo potentissimo “nuoci al sistema“ . Lo ripeto: la bufera sulla Juventus si è addensata prima che Allegri conquistasse l'ottavo scudetto. A Torino  lo sanno anche loro. Perché  le informazioni che ho io le hanno anche loro. Complotto? 

Qualcuno mi ha spiegato: “Una necessità“.

Il Coni toglierà i 15 punti di penalizzazione? Se lo farà, voglio vedere in quanti club faranno causa alla Figc per aver manipolato il campionato. Il primato del bellissimo Napoli di Spalletti non è a rischio. Ma anche De Laurentiis dovrebbe far causa alla Figc: le vicende giudiziarie hanno tolto spazio e lustro (sacrosanto) alle imprese di Osimeh e compagni. Il Napoli ha subito un danno indotto. Dopo decenni lo scudetto tornerà a Napoli e si continua  a parlare di plusvalenze. Anche delle sue: quelle relative proprio all'acquisto di Osimeh. Voglio vedere quanti media avrebbero le palle di chiedere le dimissioni di Chinè. Io per quelle attendo. Il Coni potrebbe fare il paraculo e rimandare il processo  alla Corte d'Appello (del garantista Torsello). Insomma “decidere di non decidere“: non sarebbe un novità per la giustizia sportiva. Ma intanto continuo chiedere quelle di Gravina. Chissà  a che a forza di farlo, come quel romano che ogni volta in Senato pretendeva la  "distruzione di Cartagine“, qualcuno non mi segua. E le chieda anche lui. Questo “povero pazzo“  troverebbe qualche suo simile: vertical. (24.03.2023) 

L'amico Andrea Bosco ci racconta di una 'gattopardesca' cena alla presenza di un politico decisamente influente. La Juve vinceva troppo

 Ma dopo qualche minuto l'uomo potente lancia una  “bomba“. 

"AVEVANO DECISO PRIMA CHE LA JUVENTUS VIMCESSE L'OTTAVO FITOLO"!
-Stupore , subito archiviato dalla curiosità: “Chi,  ha deciso cosa?“.  
Risposta: “gli interessi della Federazione si sono saldati a quelli dell'Uefa e a quelli della politica. 
Una società che vince nove titoli di fila è una aberrazione che il sistema non può che combattere. 

 Un sistema funziona se ogni anno vince una squadra diversa. Se l'interesse viene distribuito  su varie  platee. 
L'Italia è un Paese con numerose  realtà geografiche e sociali. La Superlega, idea di calcio elitario, ha fatto traboccare il vaso“.

Fanno notare all'uomo potente che le sue affermazioni sono gravi. “Che le cose  finissero in questo modo era fisiologico - prosegue  l'uomo – visto che  per troppo tempo si sono rifiutati di vedere“. Poi spiega: “Nuoci al sistema se per vincere adoperi il sistema medesimo. La situazione è sfuggita di mano  . Contestano alla Juve, soprattutto  di essere stata più spudorata di altri nel servirsi del sistema. E ora  il Palazzo  deve far vedere che esiste. La  Federazione non avrebbe voluto si andasse così oltre. Ma  Chinè e Torsello sono stati mal consigliati. Nove scudetti sono stati uno  schiaffo che ha ridicolizzato il Palazzo. Calcio maschile , ma anche quello  femminile: Juventus, solo Juventus.  In Federazione c'è chi pensa che  una redistribuzione  economica e sportiva potrà far rinascere il calcio nostrano“. 

Legenda: il sottoscritto non è il giornalista presente alla  cena menzionata. Ma uno dei presenti (o delle presenti?) è un suo amico (o una amica?) .   

Dice che Gravina stia pensando di ricorrere al Consiglio di Stato contro il Tar che ha imposto a Chinè di consegnare la carta Covisoc, entro “sette giorni“ . La notizia è stata fatta trapelare dal “Corriere dello Sport“, un quotidiano che conosce benissimo i meccanismi della Federazione. 

Dunque Gravina che non si “costituì“ al Coni nella vicenda Asl del  Napoli , sembra voglia “costituirsi“ (come non fece per Sandulli) a sostegno di Chinè. Comunque possa andare l'eventuale  ricorso al Consiglio di Stato. La Juventus secondo Gravina avrebbe dovuto andare eventualmente  al Tar,  “dopo“ che il Coni si fosse espresso. La cosa è idiota: se la “carta Covisoc“ contiene cose in grado di smontare  il castello di Chinè è evidente che la Juventus pretenda di esibirla al  Coni. Se quella carta è ininfluente non si comprende per quale motivo Chinè se la sia imboscata per sette mesi e si sia  rifiutato  di darne copia alla difesa della Juventus. Ma il perché si può ipotizzare. In ogni caso se il Coni invaliderà la penalizzazione lo farà perché  invaliderà il processo che ha visto Chinè, protagonista: per vizio di forma. Le prove dell'accusa devono essere visionate preventivamente anche dalla difesa. Dura lex, sed lex. A meno che dopo Chinè, anche il Coni non voglia farsi  una “legge propria". 

Non c'entra a  questo punto se la Juventus sia o meno colpevole. E' ininfluente.  Un procedimento giudiziario, oltre che di sostanza è fatto di “forma“. Persino nella bizantina, ingiusta e proterva, giustizia sportiva . Quella che Gravina si è sempre rifiutato di riformare.

                          Quindi l'invito, oggi più di ieri,  è sempre il medesimo: “Gravina, vattene 

MALEDETTI! MI FANNO PIANGERE

MALEDETTI: PROCURA DI TORINO, FIGC-INGIUSTIZIA-SPORTIVA, MONDO-ANTIJUVENTINO 


martedì, marzo 14, 2023

Juve Sampdoria 4-2 Arbitro Prontera Addetto al VAR-Di Bello. Rabiot Gol

Juve Sampdoria 4-2 Prontera VAR-Di Bello Rabiot Gol.
Gol che ha segnato le proterste dell'alenatore Stankovic ion panchina, mentre in campo tranne che di un giocatore alle spalle dell'autore del gol, nessun'altro ha protestato. Non hanno protestato  i due giocatori vicinissimi e di fronte, ma ha alzato il braccio il giocatore alle spalle. 
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Nessun segno di protesta nemmeno del portiere  a 13/14 metri e con visuale liberissima.
Non il portiere che ha la visione libera al 100%, ma il solito imitatore di Barella che e' alle spalle!
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Ha protestato pero' , con i tifosi juventini utenti del suo profilo facebook: #RobertoBeccantini, rimproverandoli per le proteste sugli imbrogli dell'aritro di Milano di, dichiarata fede antijuventino:#Sozza in Bologna-Juventus (30-4-2023 : 
Roberto Beccantini
Gino Baioli Gentile Gino,con le braccia di Rabiot(Sampdoria,Inter)non scriveva queste cose 

 

venerdì, marzo 03, 2023

Monza Juventus 1-0 Arbitro Maresca VAR-Fabbri Espulso Di Maria colpevole di volersi divincolre dalla MorsaAvversaria

Monza Juventus 1-0 Arbitro Maresca VAR-Fabbri.

Espulso Di Maria colpevole di aver subito fallo reitertato e volendo divincolrsi dalla Morsa dell'avversario, lo spinge con braccio-gomito tra lo stomaco e il petto! Mai braccio distante dal corpo dell'avversario per essere gomitate! Arbitro infame ad inventatare fallo da punire con punizione estrema, e' ancora piu' infame L' Arbitro addertto al VAR che condivide!
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Questa siiiiiii, una Gomitata, ma impunita dai due corrotti infami, figli della maledizione!

 

mercoledì, marzo 01, 2023

Procura della Republica di Torino. Inchiesta PlusValenze (inchiesta prisma) della Juventus.

JUVENTUS,  MANOVRA  STIPENDI  "SEGRETA"?  BEH,  MICA  TANTO... 


I termini del piano sono sempre stati noti: Tuttosport scriveva già nel marzo 2020 che ci sarebbero stati "accordi individuali" (Guido Vaciago, 27.02.2023)

"Sapevamo quello che era uscito, cioè il risparmio e la riduzione tout court degli stipendi. Quando abbiamo letto gli atti di questo fascicolo delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati". 

Dai non esattamente impermeabili faldoni dell’inchiesta Prisma è scivolata un altro documento: le parole sono quelle di Paolo Piccatti, presidente del collegio sindacale della Juventus dal 23 novembre 2009 al 29 novembre 2021, contenuti nel verbale del suo interrogatorio del 25 novembre ‘22 a proposito della 

“manovra stipendi”. Parole che alimentano quello che si potrebbe definire il filone della “segretezza” e del “mistero” che nelle ricostruzioni dei pm ammantano la vicenda. Ora, senza entrare nel merito delle eventuali irregolarità di bilancio (che sono un’altra storia), il fatto che i termini della manovra stipendi fossero ignoti è piuttosto lontano dal vero. E basta consultare l’archivio di qualsiasi quotidiano, a partite da Tuttosport. Il 28 marzo 2020, a pagina 3, si legge: 

"Se invece si dovesse tornare in campo, i giocatori riceveranno i soldi... ...ma non immediatamente, bensì più avanti. Tra questa ipotesi e quella del taglio a prescindere di un mese e mezzo, ne è stata individuata un’altra: ossia la rinuncia da parte delle squadra a due mesi dei prossimi quattro (da marzo a giugno) se la Serie A dovesse essere sospesa definitivamente; o a un mese su quattro se invece si dovesse riuscire a portare a termine il campionato", che è esattamente come è andata. 

La mediazione fra Chiellini e Agnelli

Il giorno dopo, 29 marzo, a pagina 2 viene esplicitamente scritto di una mediazione fra Giorgio Chiellini e Andrea Agnelli, viene riportato il comunicato e poi viene aggiunto: 

"Quanto alla formula, le indiscrezioni riferiscono di una rinuncia netta a un mese e mezzo, mentre per i restanti due mesi e mezzo si troveranno appunto accordi individuali con vista sui prossimi anni". 

Accordi individuali con vista sui prossimi anni: il 29 marzo 2020, prima di qualsiasi indagine, il quadro della manovra stipendi era chiaro, compreso il fatto che ci sarebbero stati accordi individuali. Nessuno aveva sbirciato le chat di whatsapp della squadra, ma le notizie pubblicate erano state diffuse da società e giocatori con relativa trasparenza.

I due ombrelli

Tant’è che qualche mese dopo, quando attraverso il bilancio di Exor si riescono a capire i primi numeri di quello della Juventus (che verrà pubblicato un mese dopo), c’è un articolo di Tuttosport che sembra anticipare di anni ciò che negli ultimi mesi è stato “svelato” dall’inchiesta. 

Il 4 settembre 2020 a pagina 2 si legge che la Juventus si è protetta dagli effetti del Covid "grazie a due ombrelli:  

Uno è stato l’accordo con i giocatori sulla sospensione degli ingaggi durante il periodo del lockdown, che ha permesso di risparmiare ben 90 milioni sul bilancio al 30 giugno 2020. Non risparmiare in assoluto, perché la società gli stipendi ai calciatori dovrà pagarli e dunque andranno ad appesantire i prossimi bilanci, ma intanto non hanno affondato quello già gravato dall’effetto Covid. 

L’altro ombrello è stato quello delle plusvalenze, tra cui spicca quella da 42 milioni realizzata attraverso la cessione di Miralem Pjanic al Barcellona nello scambio con Arthur". Concetto ribadito il 12 settembre quando Tuttosport scrive che le perdite sono state arginate dalle "plusvalenze di mercato (166 milioni) e l’accordo raggiunto da Fabio Paratici e i dirigenti bianconeri con la squadra per risparmiare 90 milioni di ingaggi (20 in modo effettivo, 70 solo dal punto di vista contabile, visto che sono stati spalmati sulle prossime tre stagioni)". 

Insomma, le eventuali responsabilità della Juventus e dei suoi dirigenti saranno accertate dai vari tribunali, ma per scoprire certi dettagli non servivano le chat di squadra, bastava leggere Tuttosport.

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                                                             28 marzo 2020:   Nota della società
                "INTESA CON CALCIATORI E ALLENATORE DELLA PRIMA SQUADRA
Torino, 28 marzo 2020 - Juventus Football Club S.p.A. comunica, in ragione dell’emergenza sanitaria globale attualmente in corso che sta impedendo lo svolgimento dell’attività sportiva, di aver raggiunto un’intesa con i calciatori e l’allenatore della Prima Squadra in merito ai loro compensi per la restante parte della corrente stagione sportiva.
L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020.
Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative vigenti.
Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta sono positivi per circa euro 90 milioni sull’esercizio 2019/2020.
Qualora le competizioni sportive della stagione in corso riprendessero, la Società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse.
Juventus desidera ringraziare i calciatori e l’allenatore per il senso di responsabilità dimostrato in un frangente difficile per tutti."
E queste sono le dichiarazioni di Gravina il giorno successivo, 29 marzo 2020:

(ANSA) - ROMA, 29 MAR - "L'accordo raggiunto dalla Juventus è un esempio per tutto il sistema".
Lo dichiara all'ANSA il presidente della Figc, Gabriele Gravina, commentando l'intesa tra club, giocatori e tecnici bianconeri per un taglio agli ingaggi vista l'emergenza coronavirus.
"Ringrazio Giorgio Chiellini, i suoi compagni e Maurizio Sarri - aggiunge Gravina - perché nel solco della collaborazione che la Federazione auspica da giorni, hanno posto l'interesse generale al centro della loro interlocuzione con il club. L'unità e la solidarietà nel mondo del calcio rappresentano la prima grande risposta all'emergenza che stiamo vivendo e che rischia di essere ancor più grave se non dovessimo tornare a giocare. Solo attraverso il contributo di tutti i protagonisti, ognuno per la sua parte, renderemo il calcio più forte". (ANSA).
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NON SONO PIU' PRESIDENTE, MA...