martedì, novembre 21, 2006

EMANUELE BOFFI: CALCIOPOLI? E' SE LO SCANDALO FOSSE IL MODO CON CUI CE L'HANNO RACCONTATO

Emanuele Boffi - Tempi.it
Calciopoli: E se lo scandalo fosse il modo con cui ce l’hanno raccontato?

Pagine e pagine di verbali al veleno. Moggi&co già condannati prima delle sentenze. Ecco, cosa è successo prima che Juve, Lazio, Milan e Fiorentina finissero alla sbarra

Con una certa dose di saggezza rusticana Giuseppe Di Pietro gli confidava: «Figlio mio, se vai con un ladro, allora anche tu sei un ladro». E il figlio, che ha fatto prima il pm con grande successo di pubblico, poi il politico con minor incasso di consensi, ha reso il monito del padre una ragione di vita. Ma se dopo aver rovesciato il calzino italiano, se dopo aver usato la carcerazione preventiva come metodo d’indagine, se dopo aver preteso che tutte le mani fossero pulite, oggi, Antonio Di Pietro, si fa qualche scrupolo a far di ogni uomo un ladro, allora qualche domanda, anche i più rancorosi fra i giustizialisti, dovrebbero porsela.

«Le intercettazioni sono come il bisturi in mano al chirurgo: necessarie per sconfiggere il male, pericolose se usate da soggetti diversi dal chirurgo, drammatiche se usate dal chirurgo per ammazzare la moglie» (Repubblica, 20 giugno)
E se, come lui, anche il segretario dell’Anm ed «esponente di spicco di Md» (Magistratura Democratica, associazione di sinistra), Nello Rossi, ha qualche remora professionale a leggere tutti i santi giorni verbali o intercettazioni, forse qualche quesito anche i giustizialisti di destra e sinistra dovrebbero porselo.

«Assisto sempre più di frequente alla massiccia e indiscriminata pubblicazione di intercettazioni provenienti da indagini in corso. Sono preoccupato come magistrato e indignato come cittadino»; «le intercettazioni sono un mezzo d’indagine estremamente invasivo. E perciò vi si ricorre solo per reati gravi. Sono previsti rigorosi divieti nell’uso e garanzie per l’ascolto e l’acquisizione nel processo»; «si leggono pagine e pagine di intercettazioni di conversazioni che coinvolgono anche persone del tutto estranee all’inchiesta e di cui spesso si stenta a comprendere la rilevanza ai fini del processo»; «così si lede, in modo inutile, crudele, spesso irrimediabile, la dignità degli indagati, per cui vale la presunzione di innocenza, e l’onore di persone che non hanno commesso reati»; «di qui la necessità di regole più severe e incisive. Per tutti, giornalisti, magistrati, poliziotti, avvocati.

Dall’aumento delle pene per la rivelazione di segreti d’ufficio, alla prevenzione di meccanismi che rendano più fruttuose le indagini sulla violazione del segreto»; «il nostro codice deontologico stabilisce una regola semplice, da rispettare sempre: il magistrato non parla dei propri processi». (Rep., 19 giugno)

E, forse, tutti gli antifascisti dovrebbero meditare le parole di chi una certa esperienza politica ha dimostrato di averla: «Siamo di fronte a una demonizzazione. Il nostro è un paese di garanzie civili. Per ora conosciamo solo le notizie di stampa, peraltro enfatizzate con questo sistema di dare pubblicità ad intercettazioni, un sistema barbaro. Le leggi sulla violazione del segreto istruttorio non trovano mai condanna per chi le ha violate. Pensavamo che le intercettazioni fossero una prerogativa del regime fascista e invece, evidentemente, non è così». (Corriere della Sera, 22 maggio)

O quelle di chi oggi, risponde alle lettere dei lettori del Corriere, da quel pulpito che fu di Indro Montanelli: «è giusto che circolino nella stampa trascrizioni più o meno integrali in cui notizie utili all’indagine sono sommerse da un torrente di pettegolezzi, maldicenze, allusioni, vanterie goliardiche e faccende personali prive di qualsiasi rilevanza penale? La mia risposta a questa domanda è: no, non è giusto». (Corriere, 27 giugno)

E se tutto ciò non bastasse, pur non volendo insegnare la giustizia ai giustizialisti, basterebbe citare la lettera della legge: «è vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, degli atti coperti da segreto o anche solo del loro contenuto» (articolo 114 del Codice di procedura penale)

IL DISGUSTO DI AUGIAS
Premessa necessaria e sufficiente è che il più sano ha la rogna. «Non sono uno stinco di santo» ha detto Luciano Moggi, ma questo non è bastato ad impietosire Corrado Augias, che, rispondendo a un lettore, scrive: «Lo dico con brutalità, le lacrime di Moggi davanti ai carabinieri e ai magistrati mi hanno suscitato un forte senso di disgusto» (Rep., 20 maggio).

Mentre l’ammissione è servita a Maurizio Crosetti per spiegare che c’è rogna e rogna e quella di Moggi è rogna d’asino: «Una volta, all’avvocato Agnelli che non si era mai fatto fotografare accanto a Moggi, ma che lo utilizzava eccome e con soddisfazione, chiesero in confidenza perché usasse un simile personaggio. Agnelli rispose: “Lo stalliere del re deve conoscere tutti i ladri di cavalli”. Peccato che lo stalliere ormai si fosse messo in proprio. Peccato che quei cavalli, alla fine, fossero asini». (Rep., 12 maggio)

Asini che vivevano attorniati da una corte di lacché che si tenevano buoni con regalìe di ogni tipo. Il Corriere della Sera del 24 giugno, in un articolo a tutta pagina titola: “I regali degli arbitri: champagne, salumi e orologi di marca”. Leggendo le frasi riportate nei verbali si scopre che di champagne e salumi si parla in relazione a cesti natalizi e che per gli orologi non vi sia alcuna prova che siano stati donati dai dirigenti.

Che Moggi abbia mostrato preoccupazione per la sorte del figlio, Alessandro, dirigente della Gea World, non muove a compassione i critici. Per Gad Lerner, infatti, si tratta solo di «Amici degli amici, figli dei padrini, più o meno come nella mafia» (Rep., 23 maggio). è proprio il paragone con l’onorata società ad andare per la maggiore. Non solo nell’ironia livorosa degli striscioni da stadio che compaiono su tutti i campi di serie A nell’ultima partita di campionato (“Pronto sono Luciano, liberate Provenzano”, “Moggi usa i pizzini”, “Luciano baciamo le mani”) ma anche nella definizione di “cupola” con cui si indica il “sistema Moggi” (fra i pochi a indispettirsi Giovanni Trapattoni: «Chi si indigna è un ipocrita, parlare di cupola è un’esagerazione», Rep., 20 maggio).

«Questo scandalo è peggio di tutti gli altri, è il più ramificato ed il più simile (ammazzamenti esclusi) ai metodi mafiosi» (Gianni Mura, Rep., 22 maggio)
Un sistema che viene processato minuziosamente sulla stampa e un po’ frettolosamente nell’aula del tribunale.
«In settemila pagine non c’è traccia di una mia telefonata con Moggi. Sono stato giudicato sui giornali e sulle tv. Gli sviluppi delle indagini li ho conosciuti andando in edicola» (Massimo De Santis, Corriere, 24 giugno)

Pure Repubblica – che da maggio a oggi non si risparmia nella pubblicazione delle intercettazioni e negli attacchi ai protagonisti di Calciopoli – ha qualche dubbio: «Al processo non sono stati ammessi testimoni. Anche il peggiore dei criminali ha diritto a una testimonianza a favore»; «la partenza sprint del pm Palazzi è stata un passo avventato»; «è singolare l’impostazione del dibattimento. Strano che nessuno faccia domande (…) si entra poco nel merito. Comprensibile la velocità, ma nell’80 (scandalo calcio scommesse, ndr) e in tanti altri casi, le Commissioni giudicanti andavano a notte fonda» (Rep., 6 luglio)

Proprio paragonando l’attuale processo a quello che lo vide protagonista come capo ufficio indagini sul calcio scommesse, Corrado De Biase dice:
«Sui giornali ho letto solo frasi staccate, non mi pare di aver letto di un illecito sportivo per alterare il risultato. Di partite comprate o vendute non mi sembra di averne viste»; «Quando sento dire dal commissario Rossi che farà tutto lui e che può arrivare a giudizio anche senza interrogare, c’è qualcosa che non torna» (Rep., 20 maggio)

Lo stesso De Biase, in un’altra intervista, commenta la frase di Francesco Saverio Borrelli che ha parlato di «illecito strutturato» come reato commesso da Moggi e soci: «Si parla di illecito strutturato. Ma che cos’è? Non esiste. Si vuol far capire che c’è qualcosa di diverso, di anomalo. Ma illecito strutturato proprio no. Esiste l’illecito sportivo. Non si può parlare di cose che non esistono nell’ordinamento giudiziario sportivo»; «La dimostrazione dell’illecito sportivo io ancora non l’ho vista. (…) Fino a oggi quello che vedo è la violazione dell’articolo uno del codice di giustizia sportiva, che impone ai tesserati di comportarsi secondo i princìpi di lealtà, correttezza e probità. (…) Però quello che abbiamo letto fino a oggi a me non dimostra che c’è stato il tentativo di alterare una partita» (Il Foglio, 22 giugno)

L’avvocato Gaetano Scalise, difensore dell’arbitro Gabriele e dell’ex designatore Bergamo dichiara: «Il commissario straordinario della Figc ci ha concesso solo tre giorni per studiare migliaia e migliaia di carte e presentare memorie. Non so se mi spiego» (Corriere, 24 giugno).

D’altronde la Procura di Torino che per prima aveva visionato tutte le intercettazioni aveva archiviato il caso in quanto «le ipotesi accusatorie sono senza riscontro» e per «l’assenza di alcuna utile informazione sull’eventuale corruzione».

Lo ribadisce anche Marcello Maddalena, procuratore della Repubblica di Torino in una lettera al quotidiano Repubblica che il giorno precedente l’aveva accusato di «timidezza investigativa». Scrive Maddalena che dalle intercettazioni non erano «emersi elementi di prova tali da confermare l’originaria ipotesi investigativa (corruzione di pubblico ufficiale) per cui le stesse erano state autorizzate». E d’altronde, come dichiara Borrelli, nel giorno degli interrogatori degli arbitri, «non ci sono pentiti» (8 giugno). Però c’erano già i colpevoli.

E di Giraudo che dice di un arbitro “se è furbo dimezza l’Udinese” cosa pensa? «Mi sono divertito a scaricare da internet gli orari delle telefonate. E se li controllate anche voi, capirete tutto». La telefonata era successiva alla partita incriminata? «Proprio così» (intervista all’arbitro Massimo De Santis, Rep. 9 maggio)

Siamo in buone mani. Perché, come spiega Giorgio Bocca:
«La nomina di Borrelli a dirigere le indagini sul grande scandalo del calcio è la cartina di tornasole, il reagente chimico, la prova della verità, la caduta delle menzogne, il re nudo del popolo berlusconiano che “non molla”, che non tollera ritorni alla giustizia, che concepisce la democrazia solo come alleanza delle cosche più forti e più ricche» (Rep., 24 maggio)

Né, d’altronde, alcun dubbio può essere mosso sulla figura super partes di Guido Rossi. O forse solo uno:
«Mi chiedo come mai la pubblicistica italiana dica ogni abominio possibile sul potenziale conflitto di interessi di Adriano Galliani presidente di Lega e dirigente del Milan, ma non adoperi lo stesso criterio nei confronti di Guido Rossi, commissario straordinario della Federcalcio ed ex dirigente dell’Inter di Moratti dal 1995 al 1999, e di Gigi Agnolin, nominato Commissario degli arbitri ma pur sempre ex dirigente della Roma dal 1995 al 2000 (al posto di Moggi, guarda che combinazione)». (Christian Rocca, ilfoglio.it/camillo, 3 luglio)
 Alla luce di queste parole e dopo i fasti mondiali, a rileggere certe dichiarazioni vien quasi da piangere dal ridere. 
 se si arrende anche mike
 «Dopo 75 anni di fede juventina, abbandono» 
(Mike Bongiorno, Chi, 24 maggio);

«Il vero scudetto della Juve sarebbe restituire lo scudetto» 
(Francesco Merlo, Rep., 16 maggio),
«La mia Juve senza telefonini. Con Agnelli contavano onestà e sacrifici» 
(Zibì Boniek, Rep., 16 maggio);  
«L’hanno fatta grossa. Il profondo disagio di tifare Italia non riusciamo a togliercelo di dosso» 
(L’Unità, 19 maggio);

«Dati i sospetti, la Figc, o lo stesso ct, dovrebbero dare un segnale chiaro. Ad esempio la sospensione dell’allenatore» 
(Il Riformista, 19 maggio); 

«Lippi, Buffon e Cannavaro devono tornarsene a casa» 
(Il manifesto, 19 maggio); 

«La Nazionale farebbe meglio a starsene a casa» 
(La Padania, 19 maggio);

«Lippi e Cannavaro, per favore: lasciate o spiegate. (…) I protagonisti del calcio italiano devono mettersi in testa una cosa: dopo quello che abbiamo letto o sentito, l’età della deferenza è finita» 
(Beppe Severgnini, Corriere, 20 maggio); 

 «La Nazionale è la Nazionale italiana, non la Nazionale della Gea. Lippi deve dimettersi» 
(Beppe Grillo, 20 maggio); 

 «Lippi si faccia un esame di coscienza» 
(Gigi Simoni, 20 maggio); 

 «Quelli del calcio scommesse, al confronto erano ladri di galline» 
(Paolo Rossi, Rep., 21 maggio);

  «Con Lippi ci presentiamo in una situazione imbarazzante» 
(Gianni Mura, Rep., 21 maggio);

 «Serve un atto di umiltà, il ct non se la può cavare parlando solo di calcio, 
le intercettazioni non ce le siamo inventate noi giornalisti» 
 (Roberto Beccantini, La Stampa, 21 maggio);

«Come presidente della Figc avrei voluto Zeman» 
(Daniele Capezzone, Corriere, 24 maggio); 

 «Il mondo del calcio è marcio» 
(Zdenek Zeman, 13 maggio),

«Gesto nobile, ma sulle intercettazioni sbaglia» (l’associazione “Libertà e giustizia”, commentando le dimissioni del suo affiliato Franzo Grande Stevens da presidente della Juventus che aveva osato dire: 
«La privacy è stata violata», 25 maggio); 

 «Parole fuori posto» (titolo di un commento non firmato apparso sul Corriere a fianco dell’articolo “Cannavaro:
 «Moggi? Facevano tutti così»”, 25 maggio); «Chiediamo un risarcimento per ciascun tifoso di 2.500 euro» 
(Codacons, 25 maggio); 

 «Non dovevamo andare in Germania»
(Aldo Nove, 31 maggio)

  «Tifo Ghana» 
(Andrea Pinketts, 31 maggio);

«Sono con l’Italia senza entusiasmo»
 (Nando Dalla Chiesa, 31 maggio);

 «Tifare africano» 
(titolo di Alias, supplemento del Manifesto).

 «è un’occasione storica, non possiamo sciuparla. Siamo di fronte alla possibilità di processare, finalmente, tutto il calcio italiano. Le intercettazioni? Non bisogna demonizzarle. L’importante è usarle bene. Senza offendere le persone» 
(Diego Della Valle, Corriere, 24 giugno);

 «Levate quella fascia a Cannavaro. Signor commissario, ci ascolti, ascolti i tifosi di calcio. Questo non è un capitano,

 questo non è il nostro capitano, questo non è il capitano di una Italia che cerca di uscire dal più grande scandalo pallonaro della sua storia mostrando una faccia pulita» (Riccardo Luna, Il Romanista, 25 maggio);

 «Scudetto da assegnare. è un premio per chi rispetta le regole» (Massimo Moratti, presidente dell’Inter che falsificò il passaporto a Recoba, Corriere, 25 giugno);

 «Che questa fosse una squadra mediocre, lo penso da tempo e per una banale ragione (…). E se Lippi è un genio del pallone, almeno a un Nobel può aspirare anche il mio portinaio di Milano» (Vittorio Zucconi, Rep., 18 giugno).

E, infine, la più sublime:
«Mi farebbe piacere non vedere Totti in questa nazionale… O meglio: lo vorrei come capitano, in un’Italia senza Cannavaro, Buffon e Lippi. Saremmo dovuti andare in Germania col lutto al braccio perché il calcio è morto» 
(Claudio Amendola, Corriere, 2 giugno). 
TEMPI  

IL PUNTO SUL "TORNEO AZIENDALE DELLA FAMIGLIA MORATTI" - COSI' CONVERTITA LA EX SERIE A CON IL COLPO DI STATO NOMINATO-CALCIOPOLI. PER POTER FAR VINCERE QUALCOSA AL "MASSIMO-CORRUTTORE-MINUS HABBENS", INCAPACE DI VINCERE MALGRADO I COPIOSI AIUTI ARBITRLI, SIA DIRETTAMENTE FAVORENDO L' "inter", E' SIA INDIRETTAMENTE DANNEGGIANDO LA JUVENTUS! IN QUESTA PAGINA, ABBIAMO FATTO UNA PICCOLA RACCOLTA DEI CAMPIONATI 2001-2002 --- 2002-2003 --- 2003-2004 --- 2004-2005

EX SERIE A - NUOVO TORNEO AZIENDALE DELLA FAMIGLIA MORATTI
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  L'IRONIA DI Christian Rocca - MOLTO SIMPLICIO
 Il fondamentale calciatore del Palermo, Simplicio, è stato espulso preventivamente. Domenica, infatti, i rosanero giocano contro gli indossatori di scudetti altrui. E' la decima volta in tredici giornate che accade. (Nota: c'è, evidentemente, qualcuno che non ha capito il senso di questo conteggio). Non è volto a dimostrare che gli indossatori sono favoriti dagli arbitri, quello e evidente in tutte le partite.  Il favore che gli hanno fatto è molto più grande: l'assegnazione di uno scudetto, la cancellazione della Juventus e l'abbattimento di Milan, Fiorentina e Lazio in modo da fargli vincere la (ex) Serie A trasformata in torneo aziendale dei Moratti... dalla tristezza come i colori sociali!


Il ridicolo conteggio serve a dimostrare l'insensatezza dell'accusa (rigettata perfino dai giudici di Guido Rossi) avanzata a maggio nei confronti della Juventus
 

Sempre più avvicente il Torneo Aziendale della famiglia Moratti, col valoroso Palermo in testa, la Rometta sempre lì in agguato e il fantasioso Siena minacciosamente quarto (ma opportunamente penalizzato di un punto, non si sa mai con questi bianconeri). Il torneo aziendale è così palpitante e appassionante che i tifosi preferiscono non andare allo stadio 


né abbonarsi a Sky per paura di farsi venire un infarto, tanto l'esito finale è appeso a un filo. Lo sponsor del torneo è sempre quello di casa, diverso da quello che compare sulle maglie, ma quello che compare sulle maglie controlla quello che sponsorizza il torneo.

Gli avversari sono quelli che sono, per effetto delle inchieste avviate in ambienti della società telefonica sponsorizzatrice e intrecciata con quella di famiglia. L'ex membro del cda è passato un attimo in Federazione per chiudere la Juve, il Milan, la Fiorentina e la Lazio e poi è tornato a presiedere la società sponsorizzatrice e intrecciata con quella di famiglia, 

oltre che con l'ufficio intercettazioni illegali da cui è partito tutto e con il megafono rosa del torneo aziendale nel cui cda siede il vicepresidente dello sponsor e della specchiata seconda squadra di Milano. Ora Moratti apre un altro fronte di incertezza, questa volta sullo stadio. Vuole lo stadio, ne vuole uno tutto suo, accipicchia, un po' come quando si mise in giardino Recoba, Avioncito Rambert e il sassofonista jazz Vampeta. 

Moratti lo vuole questo stadio ed è disposto ad aprire un duro contenzioso col sindaco di Milano, probabilmente già durante il pranzo familiare di Natale.(20-11-2006 - 02:42)
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 Dall'inter a Telecom i 100mila file degli spioni. Per ricattare a piacimento?
http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/cronaca/spionaggio-calcio/spionaggio-calcio/spionaggio-calcio.html

Un assaggio dei risultati dei campionati 2001-2002 - 2002-2003 - 2003-2004 - 2004-2005
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Stagione 2004-2005
1)-inter vs palermo: gol annullato a toni per fuorigioco che non c'era
2)-inter werder brema: rigore dell' 1-0 -il fallo e' stato commesso fuori area, dunque c' era punizione e non rigore.
3)-atalanta vs inter : il gol dell 2-3 nasce da un evidente fallo di adriano ai danni di natali.
4)-inter vs parma: rigore non dato al parma sull 1-2 per trattenuta in area di materazzi ai danni di gilardino.
5)-roma vs inter: rigore non dato alla roma sull' 1-1 per fallo di cordoba su mancini (l'inter aveva un rigore su martins (non dato)
6)-udinese vs inter: van der meyde andava espulso per un fallo da dietro su jankulovski. neanche ammonito. un rigore non dato all udinese sull' risultato di 3-1 per i perdazzurri per trattenuta di killerazzi su un giocatore bianconero
7)-inter vs lazio: veron fa una bruttissima entrata da dietro su un giocatore laziale. prima lo calcia con la gamba sinistra e poi con la destra (a forbice). soltanto ammonito.7 novembre 2004) Fiorentina-Inter 1-1
Nel primo tempo, fallo di Javier Zanetti su Nakata in area interista. L'argentino lo stende, prendendolo dalla spalla sinistra, ignorando completamente il pallone. E' rigore. L'arbitro De Santis non lo concede
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SUPERCOPPA:
JUVE-inter 0-1 : rete regolare annullata a Trezeguet.
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CAMPIONATO:

8)-inter-fiorentina 1-0 : rete di Martins viziata da fuorigioco di Adriano.
9)-inter-milan 3-2 : vantaggio interista su rigore inesistente.

10)-siena-inter 0-0 : sul finale rigore per il siena non dato per fallo di mani. Mancano 10 secondi -alla fine del recupero, ma l'arbitro fischia la fine.
11)-inter-cagliari 3-2 : rigore negato al cagliari sullo 0-0. Capovolgimento di fronte e vantaggio dell'inter. Gol del 2-0 dell'inter su rigore inesistente.
12)-treviso-inter 0-1 : sullo 0-0 Beghetto viene messo a terra da Cordoba mentre sta per colpire di testa a colpo sicuro. Rigore ed espulsione? macch !
13)-messina-inter 1-4 : sull'1-0 per l'inter viene negato un rigore al messina che avrebbe potuto cambiare la partita, per fallo di Favalli su Iliev.
14)-lazio-inter 0-0 : annullato misteriosamente un gol a Cesar.
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COPPA ITALIA (quarti di finale):
inter-parma 0-0 (1-0 per l'inter all'andata)
negato un netto rigore a parma per fallo da ultimo uomo di Materazzi. Si sarebbe andati ai supplementari con l'inter in 10!
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CHAMPIONS LEAGUE :
inter-villareal2-1:sul finale rigore negato al villareal. Poi al ritorno decide un gol di Arruabarrena. =====


SERIE A 2003/2004
4
)-giornata - Udinese-Inter 0-0
Dopo 3 giornate interlocutorie in cui Marco Killerazzi, mai sanzionato, si era reso protagonista dei soliti interventi con tacchetti altitudine-2-metri-dal-suolo, contro l'Udinese finalmente   lui a farsi male, peraltro da solo. La chiamano giustizia divina.
Nonostante l'assenza della punta di diamante del gioco diciamo cos ... maschio (!!), l'Inter non demorde e il buon Luciano in un raptus di grinta si produce in un intervento da dietro. Come Cristo paga lui per tutte le porcherie dei suoi illustri compagni: doccia.
Ancor meglio fa Mohamed Killeron che prende a spallate l'arbitro e a calcioni il portiere dell'Udinese. Solo ammonito.
Nel secondo tempo vengono bloccate due azioni pericolose dell'Udinese con uomini di fronte alla porta. Non erano in fuorigioco.
Il sempre corretto Cordoba si fa notare per interventi a forbice, spinte immotivate e tutto ci  che concerne il repertorio. Nemmeno ammonito.
5
)-giornata - Inter-Milan 1-3
Mancava Marco Macellazzi, non ci ha pensato Cordoba a farne le veci ma Cannavaro   stato eccezionale. Intervento in tacchetto puro 100% sul petto di Inzaghi. Da segnalare il doppio avvitamento volante per raggiungere lo scopo. Colpo di gran classe.
Era gi  ammonito ma l'arbitro ha sorvolato.
6
)-giornata - Brescia-Inter 2-2
Forbice di Almeyda (nemmeno ammonito!) e comico rigore su micro-spinta ai danni di Cruz al minuto 87.
7
)-giornata - Inter-Roma 0-0
Almeyda interviene in elevazione di ginocchio(!) sulla testa dell'avversario. Nemmeno ammonito.
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Champions 2003/2004
2
)-turno, primo girone champions Inter-Dinamo Kiev 2-1
Adani prosegue la tradizione europea segnando un bel gol di mano. A livello di falli siamo ancora distanti da Materazzi ma in quanto a sportivit  la frequentazione comincia a dare i suoi frutti.
Nota di costume: Adani era il piu' "scandalizzato" dagli episodi a sfavore dell'Inter contro l'Udinese....
Questi dell 2003/2004 non sono aggiornati.
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SERIE A 2002/2003
2
)-giornata - Inter-Torino 1-0
Prima giornata e gi  si ruba...
Gol su punizione del Torino che viene annullato per presunto fuorigioco di Galante.
4
)-giornata - Inter-Chievo 2-1
Vieri (gi  ammonito per un fallo a centrocampo) protesta e manda a fare in culo l'arbitro per 90 minuti consecutivi. In un'occasione chiede platealmente il cambio alla sua panchina ma il secondo cartellino giallo non arriva mai. Alla fine della partita entra Sergio Coince ao ed alla prima protesta viene espulso direttamente.
Sudditanza psicologica?
5
)-giornata - Piacenza-Inter 1-4
Di Biagio (gi  ammonito) sgambetta volotariamente Maresca al limite dell'area, il giocatore cade in area e viene concessa una punizione dal limite. In Brescia-Roma (turno precedente) lo stesso episodio nella stessa zona del campo aveva portato al rigore per la Roma.
Di Biagio viene incredibilmente graziato dalla seconda ammonizione ma la stessa sorte non capita ad Hubner che viene sbattutto fuori su segnalazione del guardalinee dopo una protesta per un calcio d'angolo ingiustamente non concesso. Con il Piacenza in 10 l'Inter dilaga.
6
)-giornata - Inter-Juventus 1-1
Di Biagio reagisce un fallo di Davids scalciandolo da terra. Nessuna sanzione. Toldo esce alla disperata su Del Piero lanciato a rete. Evidente gioco pericoloso al limite dell'area ma non viene fischiato nulla.
Al minuto 50 del secondo tempo si fa cinema, viene riproposta "La carica dei 101". Protagonisti: tutta la squadra dell'Inter e Buffon. Pareggio...
7
)-giornata - Inter-Bologna 2-0
Clamoroso rigore non concesso al Bologna dopo un evidente fallo di S.Coince ao. Pochi minuti dopo l'Inter raddoppia grazie ad un fuorigioco di Crespo non segnalato dal guardalinee.
E Moratti ringrazia... 3 punti rubati in sole due giornate di campionato (+2 rubati alla Juventus).
8
)-giornata - Como-Inter 0-2
Nel periodo in cui impazza la prova televisiva Vieri si permette di pistare gli avversari senza rischiare minimamente la squalifica. Si sa, il "palazzo"   sempre contro l'Inter, lo disse Moratti...
(*1*
)-giornata (recupero) - Empoli-Inter 3-4
Emre, gi  ammonito, interviene in ritardo ed a gamba tesa, persino lui si rende conto della gravit  dell'intervento ma non scatta il secondo cartellino giallo.
9
)-giornata Inter-Udinese 1-2
Vieri sgambetta in allegria e non viene punito ne' dall'arbitro ne' dalla prova televisiva (evidentemente hanno fatto una Cirami proprio per Bobone..). Morfeo interviene a gamba tesa sui legamenti del povero Martinez che esce dal campo prematuramente. 6 mesi di stop per lui.... piu' o meno quanto avrebbe meritato Morfeo di squalifica...
10
)-giornata Roma-Inter 2-2
Cordoba ferma Montella in area tirandolo per la maglia, l'arbitro non vede, era fallo su chiara occasione da gol ossia rigore+espulsione.
Clamoroso pugno (ENNESIMO) di Vieri a Lima. Ancora... incredibilmente... nessuna decisione da parte dell'arbitro! Vieri continua ad essere immune.
12
)-giornata Inter-Brescia 4-0
Anche quando non servirebbe arriva l'aiutino. Il terzo gol di Vieri   segnato in fuorigioco.
16
)-giornata Inter-Modena 2-0
Minuto 37: Kamara viene fermato solo davanti a Fontana per fuorigioco inesistente.
Minuto 56: rigorissimo di Coco che s'ingroppa Kamara ma l'arbitro non vede.
18
)-giornata Inter-Empoli 3-0
Vieri segna 3 gol, uno in fuorigioco.
19
)-giornata Torino-Inter 0-2
Primo tempo, 0-0, Comotto viene fermato per fuorigioco inesistente con la difesa dell'Inter sulla 3/4.
20
)-giornata Inter-Reggina 3-0
Gomitata di Batistuta non sanzionata, rigore generoso su Emre (la giuria ha dato 9.5 al tuffo), grottesco dietro-front in occasione del rigore in favore della Reggina. Cannavaro cerca il pallone in sospensione ma il guardalinee vede un fantomatico fallo che annula l'infrazione precedente.
A fine partita De Canio, allenatore della Reggina, si sfoga ai microfoni di Telepiu e Rai.
22
)-giornata Inter-Piacenza episodio chiave
Sullo 0-0 e in pieno momento di crisi dell'Inter Morfeo commette fallo su Maresca che rimane a terra. Il piacenza chiede di buttare la palla fuori, Dalmat prosegue l'azione ed arriva il gol che sblocca la partita. Che stile... 23
)-giornata Juve-Inter 3-0
La premiata macelleria Materazzi si produce nel solito vigliacco colpo omicida. Stavolta i tacchetti di Killerazzi s'infilano diritti nel fianco di Trezeguet. Mister "ma io ve l'ho fatto vincere lo scudetto" rimane ancora una volta impunito, neanche cartellino giallo. Chi sar la prossima vittima?
26
)-giornata Udinese-Inter 2-1
Nel finale di partita non viene fischiato un clamoroso fuorigioco di Vieri che viene a trovarsi solo davanti alla porta. Per fortuna il portiere dell'Udinese compie un autentico miracolo e salva il risultato.
28
)-giornata Inter-Milan 0-1
Bollettino di guerra:
Marco Killerazzi solo ammonito dopo aver marchiato a fuoco le costole di Shevchenko.
Maldini sostituito per frattura del setto nasale dopo la gomitata numero "enne" di Vieri (nemmeno ammonito) nel campionato in corso.
Serginho sostituito dopo un' entrata assassina di Cordoba.
Varie ed eventuali....
29
)-giornata Brescia-Inter 0-1
Nel primo tempo viene annullato un gol al Brescia. Ovviamente il fuorigioco non c'era. Nel secondo tempo l'arbitro s'inventa un nuovo modo per fermare l'azione:
Baggio perde un parastinchi mentre ha la palla tra i piedi e si trova in area di rigore, fischio e gioco fermo....
31
)-giornata Brescia-Inter 0-1
Atalanta-Inter 1-1 (arb. Tombolini): clamoroso spintone in area interista di Materazzi a Rossini, scaraventato a terra dall'interista. Rigore netto che l'arbitro ignora.
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PRELIMINARE CHAMPIONS LEAGUE 2002/2003
Sporting Lisbona - Inter 0-0
40'(PRIMO TEMPO) Episodio dubbio nell'area dell'Inter. Su un cross di Barbosa, Nicolae d  l'impressione di essere trattenuto da Cordoba.
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CHAMPIONS LEAGUE 2002/2003, quarta partita del primo girone
Lione - Inter 3-3
Nel corso del primo tempo (1-1) Viene fermato Anderson lanciato a rete per fuorigioco assolutamente inesistente (Anderson era almeno 2 metri prima dell'ultimo difendente).
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CHAMPIONS LEAGUE 2002/2003, quinta partita del primo girone
Inter - Rosemborg 3-0
L'azione del secondo gol dell'Inter (autogol) nasce da un evidente fuorigioco di Vieri.
Nel finale di partita non viene punito un tocco di mano di Materazzi in piena area.
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CHAMPIONS LEAGUE 2002/2003, sesta partita del primo girone
Ajax - Inter 1-2
Nella partita decisiva per il passaggio del turno l'Ajax si vede annullare un gol stra-valido segnato a pochi minuti dopo l'inizio della partita (fuorigioco inesistente). Nel secondo tempo viene lasciato impunito un evidente fallo di mano di Cordoba in piena area.
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CHAMPIONS LEAGUE 2002/2003, terza partita del secondo girone
Barcelona - Inter 3-0
Nonostante la figura di ****a l'Inter trova il modo di atterrare i giocatori avversari in area senza alcun problema. Clamoroso l'abbaccio di Gamarra a Saviola all'altezza del dischetto del rigore.
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CHAMPIONS LEAGUE 2002/2003, quinta partita del secondo girone
Inter-Newcastle 2-2
Coince ao non viene espulso per un' entrata killer (identica a quella di Nervo su Emre...). Vieri simula in area di rigore e non viene ammonito come puntualmente   capitato a Bellamy.
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CHAMPIONS LEAGUE 2002/2003, ritorno dei quarti di finale
Valencia-Inter 2-1
Sul 2-1 per il Valencia non viene concetto agli spagnoli il rigore piu' netto della storia del calcio. Materazzi, completamente fuori tempo, calcia Sanchez dentro l'area di rigore ma l'arbitro non fischia!
Veramente incredibile. Il gol del 3-1 avrebbe qualificato il Valencia.

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SERIE A 2001/2002
1
)-giornata - Inter-Perugia 4-1
Sullo 0-0 l'azione che porta a gol di Kallon   frutto di una clamorosa "schiacciata" pallavolistica non sanzionata. In seguito a questo svista l'allenatore del Perugia Cosmi viene espulso dal campo per proteste. Nel secondo tempo un fallo da ultimo uomo di Cordoba non viene punito.
5
)-giornata - Inter-Bologna 1-0
Pecchia a pochi metri dalla porta scappa via a Georgatos che lo tira per la maglia.
L'arbitro non solo non concede il rigore, ma ammonisce Pecchia per simulazione! Pecchia era gi  ammonito per cui viene incredibilmente espulso!!

8)-giornata - Inter-Milan 2-4
I nerazzurri riescono a rubare pure quando prendono le batoste...
Dopo pochi minuti dall'inizio Toldo esce dalla porta per recuperare un pallone, calcola per  male le distanze e finisce mezzo metro fuori dall'area di rigore. L'arbitro non vede nulla.
2°tempo: Vivas gia' ammonito reagisce platealmente di fronte al guardalinee ed al quarto uomo. Anche i commentatori di Telepiu' si accorgono della scena e si stupiscono che non vengano presi provvedimenti.
9
)-giornata - Inter-Lecce 2-0
Materazzi entra in maniera scomposta con le ginocchia su un giocatore del Lecce, ci starebbe una sacrosanta ammonizione ma viene fischiato solo fallo. Successivamente sarebbe stato perci  espulso dopo la gomitata su Giacomazzi che ha fruttato solo il cartellino giallo.
10
)-giornata - Roma-Inter 0-0
Fallo di Zanetti su DelVecchio lanciato a rete. Sarebbe espulsione ma l'arbitro lascia proseguire.
11
)-giornata - Inter-Fiorentina 0-0
Fuorigioco inesistente fischiato a Rossi (Fiorentina) lanciato a rete. Si era sullo 0-0
12
)-giornata - Atalanta-Inter 2-4
Sullo 0-1 per l'Inter l'arbitro non vede un gol dell'Atalanta con palla dentro la porta di 50 centimetri. Ricordiamoci che per un episodio analogo (empoli-juventus 1998) gli interisti pretesero interrogazioni parlamentari...
Sul 2-1 per l'Atalanta viene assegnato un ridicolo rigore in favore dell'Inter. Vieri pareggia ed i nerazzurri che prima non stavavo beccando palla vanno a vincere la partita.
13
)-giornata - Brescia-Inter 1-3
Minuto 35, Esposito crossa e Gresko (gi  ammonito) stoppa il pallone con le braccia alzate, l'arbitro non fischia nemmeno fallo.
Nel secondo tempo lo stesso Gresko trattiene Toni in area in una chiara occasione da gol. Sarebbe rigore + espulsione ma l'arbitro non vede. Un minuto dopo Vieri segna il gol del 1-2 per l'Inter.
Finale di partita: Cordoba da una gomitata a Tare ma non viene sanzionato.
14
)-giornata - Inter-Chievo 1-2
Nell'azione del primo gol del Chievo il giocatore dell'Inter Farinos tenta di rinviare la palla con un palese tocco di mano volontario. Non viene nemmeno ammonito! (in certe situazioni gli arbitri decidono sempre per il rigore + espulsione, ma visto che la palla entrata in rete si e  avuta l'impressione che l'arbitro Rosetti non abbia voluto infierire)
Sul 1-2 per il Chievo l'interista Sorondo trattiene Corradi in area ma l'arbitro non vede, segue un'azione confusa e la palla calciata a rete a botta sicura va a sbattere proprio contro Corradi che era rimasto a terra!
15
)-giornata - Inter-Verona 3-0
Gol del 2-0 di Ronaldo che riceve il pallone da Coincecao partito in netta posizione di fuorigioco.
16
)-giornata - Piacenza-Inter 2-3
Gomitata di Vivas al giocatore del Piacenza Gautieri. Sarebbe espulsione ma l'arbitro non vede (si era sullo 0-0).
Nel finale di partita viene fermata una pericolosa azione di Gautieri per fuorigioco inesistente.
1
7)-giornata - Inter-Lazio 0-0
Dopo 3 minuti di gioco viene fermato Claudio Lopez solo davanti a Toldo per un fuorigioco inesistente.
18
)-giornata - Perugia-Inter 0-2
Sullo 0-0 Vieri da un pugno al centrocampista del Perugia Gatti. L'arbitrodecide di non vede.
19
)-giornata - Inter-Parma 2-0
1-0 per l'Inter, Recoba spinge in area ed in maniera molto sospetta il giocatore Diana del Parma che era lanciato a rete.
20
)-giornata - Venezia-Inter 1-1
Sul risultato di 0-0 Maniero viene fermato di fronte a Toldo per fuorigioco inesistente, un minuto dopo Vieri porta in vantaggio l'Inter. Nel secondo tempo Valtolina crossa basso in mezzo e Materazzi ferma il cross con la mano, la palla ritorna allo stesso Valtolina che esegue un nuovo cross fermato con la mano stavolta da Gresko! Niente rigore.
21
)-giornata - Inter-Torino 0-0
Materazzi entra a piedi uniti sulle caviglie dell'avversario, sarebbe espulsione diretta ma viene graziato.
Di Biagio (gi  ammonito) tocca il pallone con entrambe le mani ma non viene sanzionato. Dopo pochi minuti lo stesso Di Biagio interviene in maniera pericolosa e scomposta su Bucci in uscita ma viene salvato nuovamente dall'arbitro! Cuper molto astutamente lo sostituisce per evitare problemi.
Kallon da una ginocchiata a Bucci procurandogli una ferita in testa, nemmeno ammonito.
22
)-giornata - Bologna-Inter 2-1
Ennesimo furto interista anche in una partita persa.
Minuto 70, Cristiano Zanetti gi  ammonito ferma nettamente con un braccio un passaggio di un giocatore del Bologna. Collina lo grazia. Dopo un solo minuto tiro di Cruz dal limite dell'aria e clamoroso fallo di mano in area (braccio non aderente al corpo) di Sorondo, ancora una volta Collina non se la sente di intervenire.
23
)-giornata - Verona-Inter 0-3
Al primo minuto Materazzi commette fallo su uomo lanciato a rete ma viene soltanto ammonito.
Cordoba da un calcione violento in faccia al povero Frick che   costretto a farsi sostituire. Udite, udite... nemmeno cartellino giallo!!
Perla della giornata:
Georgatos stende Cossato (sul risultato di 0-1), l'episodio   veramente clamoroso, l'arbitro fa proseguire.
24
)-giornata - Inter-Udinese 3-2
Fallo violento di Farinos non sanzionato. 
Fallo di Seedorf non sanzionato.
Fuorigioco inesistente fischiato all'Udinese con giocatore di fronte a Toldo e sul punteggio di 2-1.
Sul punteggio di 3-1 per l'Udinese nettissimo fallo di mano di Di Biagio in area nel tentativo di anticipare l'avversario. Anche i telecronisti rimangono perplessi.
25
)-giornata - Milan-Inter 0-1
Seedorf e Materazzi, gi  ammoniti, se la cavano piu' volte nonostante trattenute volontarie a centrocampo e falli di vario genere. Difficile da capire la mancata seconda ammonizione a Seedorf per uno sgambetto a palla lontana al 24esimo del secondo tempo. 2 minuti dopo   arrivato il gol di Vieri.
26
)-giornata - Inter-Juventus 2-2
Del Piero fermato due volte per fuorigioco inesistente. Nella prima occasione era solo di fronte a Toldo, nella seconda aveva la possibilit  di passarla comodamente a Trezeguet completamente smarcato in mezzo all'area.
27
)-giornata - Inter-Roma 3-1
Cafu subisce fallo da Javier Zanetti appena fuori area, cade e l'arbitro lo ammonisce per simulazione!
Cristiano Zanetti tocca volontariamente il pallone con la mano e non viene ammonito. Sul punteggio di 3-1 Totti viene ammonito per simulazione dopo un fallo da rigore di Cordoba.
31
)-giornata - Inter-Brescia 2-1
Sul risultato di 0-1 per il Brescia viene fermato Bachini completamente libero in area per via di un fuorigioco inesistente.
32
)-giornata - Chievo-Inter 2-2
Durante l'ultimo minuto di recupero sul risultato di 2-2 Ventola trattiene vistosamente Corradi in area.
33
)-giornata - Inter-Piacenza 3-1
Sommese del Piacenza viene espulso per doppia ammonizione dopo una leggera trattenuta su Zanetti ed una posizione troppo avanzata su una punizione di Recoba. La stessa cosa non accade a Gresko che, gi  ammonito, non viene espulso per netto fallo in scivolata su Gautieri.
Con il Piacenza in 10 contro 11 negato un solare rigore per trattenuta clamorosa di Gresko sempre su Gautieri.
Chiss  se Moratti avr  visto "cose strane" oggi....
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COPPA UEFA 2001/2002
2  turno - Inter-Wisla Cracovia 2-0
Gol di Kallon del vantaggio interista segnato in netto fuorigioco.
-
Ottavi di finale (andata) - Inter-AEK Atene 3-1
Gol del 3-2 annullato all'AEK per fuorigioco inesistente.
In precendenza c'era stato un sospetto rigore di Zanetti.




GEA: IL VERO SCANDALO

20-11-2006 - 12:28
EMERGONO SVILUPPI A DIR POCO SORPRENDENTI DALL'INDAGINE RELATIVA ALLA DEFUNTA SOCIETA' DI PROCURATORI: STRALCIATE LE POSIZIONI DI GERONZI JR E GIUSEPPE DE MITA, GUARDA CASO I DUE PERSONAGGI PIU' POTENTI DELLA SOCIETA'.

GEA: ECCO IL VERO SCANDALO

Clamorosa l'uscita di scena dall'inchiesta di Chiara Geronzi, quella che era la principale azionista del discusso sodalizio, fondato grazie all'opera congiunta di papà Cesare Geronzi, patron di Capitalia (il gruppo bancario che tiene forzosamente in piedi la Lazio e che ha importanti rapporti anche con Perugia, Parma e Roma) e Franco Carraro (presidente di Mediocredito Centrale che è la merchant bank di Capitalia stessa). Insomma, gli eterni indagati non vengono mai condannati.
IL DOSSIER. Chiusa a Roma l'inchiesta sui presunti illeciti legati all'attività della Gea, la società che gestiva le procure di numerosi calciatori. Con il deposito degli atti, avvenuto oggi, si va verso una richiesta di rinvio a giudizio per Luciano Moggi, il figlio Alessandro (GEA), Franco Zavaglia (GEA), Davide Lippi (procuratore), Riccardo Calleri (GEA), Luciano Gaucci (ex patron del Perugia), Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo (ex collaboratori dei Moggi). Stralciate invece le posizioni di Chiara Geronzi, Giuseppe De Mita e Tommaso Cellini. Per questi ultimi tre dovrebbe prospettarsi un'uscita di scena dalla vicenda giudiziaria.Associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza tramite minaccia e violenza privata, i reati contestati agli indagati dai pubblici ministeri Maria Cristina Palaia e Luca Palamara.
CONTRODOSSIER.
1° puntata
Allora cominciamo con la domanda più banale di tutte.
Cos'è la Gea e come nasce?
IL MANIFESTO SCRIVE: E' una società che cura la procura e gli interessi di addetti ai lavori del mondo del calcio. In particolare allenatori e calciatori. Nasce nell'ottobre 2001 grazie all'opera congiunta di due uomini forti Capitalia e cioè il patron Geronzi e Franco Carraro (presidente di Medio Credito Centrale che è la merchant bank di Capitalia). Scorrendone la composizione, rilevabile dai documenti depositati presso la Camera di Commercio, salta evidente all'occhio il socio occulto che poi tanto occulto non è e cioè la Banca di Roma (alias Capitalia). Gli azionisti della Gea sono tre: le due società Football Management e General Athletic, ciascuna al 45%, e Riccardo Calleri al 10%. A sua volta, la Football Management è controllata al 60% da Alessandro Moggi. Della General Athletic, Andrea Cragnotti, Francesca Tanzi e Chiara Geronzi detengono ciascuno il 20%. Il restante 40% è in mano a Romafides, una fiduciaria della Banca di Roma e dunque di Capitalia che si configura, di fatto, come socio di maggioranza.
- Dunque la Gea viene fondata da patron Geronzi che, ben prima dell'arrivo di Moggi jr, la affida alla figlia. Fra padre e figlia detengono più del 50% e intanto c'è anche Carraro. Potentissimi, no? Infatti come vedremo nella prossima puntata, Moggi deve spesso "chiedere il permesso" a Geronzi anche solo per andare al bagno.. ma come??
Non era di Moggi la Gea?? Non era Moggi l'uomo più potente dell'universo??
E invece, nella prossima puntata, riporterò tutte le intercettazioni in cui Moggi parla di Geronzi e di Capitalia come del suo padrone. E Geronzi è quello che ha salvato Roma, Lazio e Parma dalla C tramite l'acquisizione di grosse quote delle suddette società e tramite l'aiuto del suo sodale Carraro che, in quanto presidente della Figc, ha "casualmente" retrocesso in C Fiorentina e Napoli, ma non le 3 squadre di Geronzi che erano messe forse ancora peggio sul piano finanziario...
2° puntata
Ma se Moggi (e la Juve) erano i soli, unici ed onnipotenti padroni/taroccatori del calcio, com'è che Moggi fa da galoppino ai due uomini emersi nella prima puntata (Carraro e Geronzi) che sono vicinissimi a Lazio e Roma e non certo alla Juve...
IL CORSERA SCRIVE: Così il colloquio viene ricostruito nel brogliaccio: « Zavaglia gli comunica che Luciano Moggi è andato da Cesare Geronzi per valutare la possibilità di far entrare il figlio Alessandro nella Roma come direttore generale ma, a suo dire, sia Chiara che il padre Cesare vedono questa operazione non particolarmente utile (evidentemente perché susciterebbe tutta una serie di polemiche da parte dell'ambiente gialorosso tradizionalmente ostile da anni all'organizzazione moggiana) ». I due ne parlano nuovamente 21 dicembre e Zavaglia « gli riferisce che Chiara Geronzi ha parlato con la "figlia" (riferendosi a Rosella Sensi) e costei gli ha detto che l'operazione sarebbe anche possibile però è opportuno aspettare un po' prima di far entrare Alessandro Moggi nei quadri dirigenziali di detta società (evidentemente riferito all'ostacolo Baldini da rimuovere) ».
- Dunque Moggi vorrebbe mettere il figlio dentro la Roma. Ovviamente chiede ai veri padroni della Roma e del calcio italiano cioè i Geronzi che però gli negano tale permesso. Infatti, credo che risulti a tutti, alla fine Alessandro Moggi NON E' ENTRATO nella società AS Roma. Ma come? Moggi non era Dio? Com'è che chiede permessi??
Com'è che gli vengono negati? E com'è che la potente Juve non riesce a mettere le mani sulla santa Roma? Forse perchè, essendo diventata dei Geronzi ora la Roma è molto molto forte.. e nel sistema, grazie a Geronzi, ci può sguazzare...
"LA STAMPA" SCRIVE: [...]Molto intenso invece il rapporto con la Roma di Franco Sensi. Capitalia, per evitare la rivolta della Curva Sud e per tutelare anche i suoi affari, converte i debiti e acquista il 49% dell’Italpetroli che controlla Roma 2000 che a sua volta detiene il 61% del club giallorosso e di fatto ne assume il controllo.
IL CORSERA SCRIVE: Il 14 aprile 2005 Franco Baldini viene interrogato dai carabinieri. E afferma: «Quando le situazioni economiche ormai evidentemente pressanti che riguardavano in primis la società Italpetroli e conseguentemente l'A.S. Roma, è stato sottoscritto dalla famiglia Sensi un accordo per la ristrutturazione dei debiti pregressi con Capitalia e la diretta assunzione in Italpetroli come direttore generale di Bassi indicato espressamente dallo stesso istituto di credito."
3° puntata
Dicevamo che Moggi era semmai il galoppino di Capitalia e non il burattinaio. I primi due episodi fatti di prove, non di chiacchiere antigobbe, lo dimostrano.. non basta? Ok, allora proseguiamo.. Ci sono diverse (e ben note) intercettazioni in cui Carraro, parlando con Mazzini, infama Moggi. Ci sono altre dichiarazioni in cui Moggi infama Carraro. Allora perchè Moggi si sbatte per farlo rieleggere?? Che è scemo oltre che mafioso??
IL CORSERA SCRIVE: Proprio in quel periodo Moggi si occupa dell'elezione dei vertici federali. «Di interesse investigativo — si legge nell'informativa — sono anche i contatti con Geronzi nell'ambito delle attività di gestione del potere federale e quindi in relazione alla riconferma di Carraro alla presidenza della Figc."
Se però si considera per un attimo (dico per un attimo) Geronzi come il vero padrone del calcio allora ha senso.. e infatti Moggi non controlla Carraro, o almeno non ci riesce e infatti guardate a chi chiede aiuto..
LA STAMPA SCRIVE: Moggi: « Stamattina m'ha chiamato Geronzi... allora senza sape' niente... senza sape' niente ho detto a Geronzi: Cesare, tu che puoi, mettigli il pepe in culo a Carraro perché mi sembra rincoglionito! ».
Ma come?? Ci deve pensare Geronzi?? Ma non era Moggi il dio del pallone italico??
simili episodi, come vedete, cominciano a diventare numerosi (vedi 2° puntata)..
Infine risulta che Moggi abbia fatto il peggio del peggio pur di "togliere" Taddei all'Inter e darlo alla Roma.. ma come? Non alla Juve?? Scusate ma per chi lavorava Moggi?? Ah.. ma la Roma, Baldini dixit, è ormai in mano a Capitalia di Geronzi e dunque il giocatore "casualmente" finisce lì.. Chiaro allora che Moggi era costretto (come ha detto ai magistrati) davvero a rispondere a certi "poteri forti" pur di non far chiudere baracca alla Juve, no?
4° puntata
Ma vediamo cosa ne pensano altre persone, ben più addentro alle cose e ben più addette ai lavori di me, ok?
REPUBBLICA.IT SCRIVE: "Tutti quanti oggi sparano su Moggi, ma lui è sì una delle componenti importanti, ma non è quella che ha determinato il calcio degli ultimi dieci anni". Commenta così il presidente del Livorno Aldo Spinelli le vicende delle presunte partite aggiustate in cui sarebbero coinvolte diverse squadre di serie A tra cui la Juventus. "E' un sistema che si è andato creando con l'andare degli anni e che risale io credo a dieci anni fa, quando in Lega Calcio è arrivato un certo potere, legato a interessi di gente molto potente, tranquillamente coperti da una grande società che tutti pensavano facesse il bene della Juventus" ha aggiunto il presidente del Livorno. "Ora da questo calcio bisogna uscire una volta per tutte, ma puliti, perché non deve pagare solo il Genoa. La pulizia deve partire soprattutto da Roma che in questi anni non era controllata da nessuno".
L'ANSA SCRIVE: L'ex presidente del Napoli Franco Corbelli, storico amico di Corioni, ha dichiarato alla stampa: "Non capisco questa indignazione a comando e a senso unico che esce solo adesso. C'è stato un campionato falso nel 2000-2001, quello dei giocatori schierati con tutti i passaporti falsi, un campionato che andava annullato e che invece tutti quanti hanno accettato supinamente come campionato regolare. Chissà perchè quell'anno non si indignò nessuno."
REPUBBLICA SCRIVE: CALCIO, INCHIESTE; GAUCCI: PRONTO A DIRE TUTTO
"Intendo confermare quanto anticipato, in maniera molto sintetica, circa la mia ferma volontà di fare luce sugli incresciosi avvenimenti nei quali, mio malgrado, mi sono trovato coinvolto". Inizia così una lettera inviata da Luciano Gaucci da Santo Domingo, dove si trova attualmente, ai giudici che stanno indagando sul crac del Perugia e sugli scandali del calcio. "Per amore di verità e giustizia - scrive l'ex patron di Perugia, Catania e Viterbese - il mio difensore avvocato Pompa fornirà alla magistratura inquirente delle procure di Perugia e Roma tutti gli elementi utili a provare le condotte inammissibili, delle quali sono stato vittima, ad opera del Dott. Cesare Geronzi, quale presidente 'deus ex machina' di ogni vicenda legata alla gestione economica-finanziaria del calcio, nonchè della Gea, da lui etero-diretta tramite la figlia Chiara, dei suoi soci dalle nobili ascendenze, del sig. Luciano Moggi e di altri professionisti e Pubblici Ufficiali compiacenti ed ossequiosi dello strapotere Geronzi". Secondo Gaucci, "indagare su ciò che è avvenuto vuol dire anche e soprattutto indagare sulle ragioni che hanno indotto e compiere determinati atti, ed allora si comprenderà l'odiosa criminalizzazione da me subita". L'ex presidente chiude precisando di aver "riferito la rete tessuta ai miei danni, quindi sono in grado di dare conto in modo concreto di ogni singolo episodio da me citato a discolpa, contro i suddetti personaggi".
23/05/2006 PIERFERDINANDO CASINI A BALLARO' DICE: "E' inutile vedere il capro espiatorio nel solo Moggi quando tutti sappiamo che c'è una banca che possiede 4 squadre e che controlla la Gea" E allora Floris (il conduttore) gli fa: "intende Capitalia?" E Casini. "Suvvia siamo a Roma non mia faccia fare nomi... secondo lei? E dai.. a buon intenditor poche parole.."
DARIO CANOVI EX PROCURATORE DI NESTA DICE A "LA 7": "Io sono stato tra i primi ad affrontarli, quando la Gea penso' bene di ingaggiare Alessandro Nesta. L'accordo fu raggiunto grazie all'intervento del presidente Capitalia Geronzi, dell'allora dirigente della Lazio Giuseppe De Mita, della figlia di Geronzi e di altri personaggi." Proprio in relazione al banchiere capitolino, Canovi affonda, sostenendo che piu'' della Gea, puo' Geronzi: "Credo che le connessioni e i rapporti tra i massimi dirigenti federali, parlo di Carraro, e i poteri economici e le grandi banche erano molto piu' forte di quelli della Gea o di un Moggi. Capitalia e' direttamente o indirettamente legata a grandissime societa' italiane che avevano nei suoi confronti grandi debiti, mi riferisco a Parma, Roma e Lazio. Gli Arbitri? Ci sono societa' piu' coinvolte e societa'' che non lo sono affatto o che lo sono molto meno. Di certo i rapporti tra i club e classe arbitrale erano gestiti dai due designatori, che erano molto vicini ad alcune societa' in particolare, a partire dalla Juventus, ma non solo".
AGE, AGENZIA GIORNALISTICA EUROPEA SCRIVE: Ma se qualcuno pensa di aver aperto gli occhi, siamo pronti a replicare che si sta ancora sonnecchiando, poiché il ruolo dei Moggi & C. rimane sì quello di responsabili, ma complici gregari, bravi manager, strapagati e senza scrupoli, pronti ad assolvere e coltivare gli interessi dei veri padroni del pallone. Tutti parlano della Gea, ma nessuno dichiara esplicitamente che le quote di maggioranza della stessa sono da ricondurre, attraverso la partecipazione di Chiara Geronzi e di Romafides, una fiduciaria del gruppo bancario Capitalia, al banchiere romano Cesare Geronzi. Tutti parlano di Carraro, ma nessuno dice che la responsabile marketing della Federcalcio è Benedetta Geronzi, altra figlia del banchiere di Marino e che lo stesso Carraro è anche presidente di Mediocredito Centrale, la banca d’affari del gruppo Capitalia. Tutti parlano di conflitti di interesse e di pressioni sugli andamenti delle partite e sui miliardari e vorticosi giri di affari del calciomercato ma nessuno dice che molte delle principali società di calcio sono state e sono tuttora indebitate nei confronti di Capitalia. Tutti fanno nomi in maniera confusa, ma nessuno dice che i proprietari di Inter e Milan (Moratti e Fininvest) siedono nel patto di sindacato della banca romana. Tutti blaterano a vanvera, atteggiandosi a moralizzatori dell’ultimo minuto, dai politici agli scribacchini benpensanti, ma nessuno era presente ad alzare la mano quando, già da qualche anno, andavamo pubblicamente a denunciare, con nomi e cognomi, quanto ora sta emergendo. (controdossier tratto da http://www.visivagroup.it/showthread.php?t=13754 )
IL COMMENTO. L'Ansa scrive che i Moggi e Franco Zavaglia sarebbero i promotori dell'associazione per delinquere che avrebbe portato la Gea World a dominare il mercato. Nel provvedimento depositato oggi, i pm romani Maria Cristina Palaia e Luca Palamara, sostengono che i tre avrebbero creato la Gea al fine di "acquisire il maggior numero di procure sportive e, tramite esse, ottenere un potere contrattuale in grado di incidere in maniera determinante sul mercato calcistico, per condizionare la gestione dei calciatori".
Punto 1. Innanzitutto la Gea non è stata creata nè da i Moggi, nè tantomeno da Zavaglia. Ma come scritto sopra è stata fondata nell'ottobre del 2001 da papà Cesare Geronzi, patron di Capitalia (il gruppo bancario che tiene forzosamente in piedi la Lazio e che ha importanti rapporti anche con Perugia, Parma, Roma e Inter) e Franco Carraro (presidente di Mediocredito Centrale che è la merchant bank di Capitalia stessa).
Punto 2. Cos'altro deve fare una società di procuratori se non "acquisire il maggior numero di procure sportive e, tramite esse, ottenere un potere contrattuale in grado di incidere in maniera determinante sul mercato calcistico, per condizionare la gestione dei calciatori"?. E' come accusare la Fiat di aver venduto troppe macchine per incrementare i propri utili. Robe da pazzi. Non sanno più cosa inventarsi. (Corsivo79)

BERTINETTI: "C'E' TROPPO SILENZIO SUL TAS"

IL PROMOTORE DEL MANIFESTO BIANCINERO
BERTINETTI: "C'E' TROPPO SILENZIO SUL TAS"

Ennesimi appelli lanciati dal Professor Bertinetti sulle colonne di Tuttosport e sul sito dell'Associazione "Giulemanidallajuve" al fine di riottenere il meritatissimo scudetto del 2006. Ma la società nicchia: "Il Club si è detto favorevole ma i termini possono scadere"
LETTERA APERTA. Nei giorno scorsi Tuttosport ha pubblicato molti interventi relativi alla “ necessità” di un ricorso della Juventus al Tribunale Sportivo di Lo­sanna, dando anche notizia di un sito in cui si raccol­gono le richieste dei tifosi in tal senso, petition on line ( e un altro sito “ giulemanidallajuve” riporta i dati di un piccolo plebiscito a favore del ricorso).
Nelle settimane scorse la stessa dirigenza della Ju­ventus aveva espresso tale intenzione. Tuttavia ora tut­to tace. I maliziosi sostengono che si vuole fare un altro piacere all’Inter, dopo che già gli è stato fatto quello di dargli Ibrahimo­vic ( che ne è il trascinatore, come nel primo anno alla Juve) e Viei­ra a metà prezzo. Qualche mal­pensante addirittura ha il dub­bio che, non decidendo nulla per il momento, si finisca di non de­cidere nulla anche per il futuro, perché i termini per fare ricorso al Tas potrebbero scadere.
Mi sembra molto curioso che, dopo averlo detto e ripetuto, la società non voglia che, a proposi­to degli scudetti revocati e di quello regalato ad altri, si cerchi di ottenere giustizia. Tanto più che ora l’artefice della revoca al­la Juve e dell’assegnazione al­l’Inter, l’interista Guido Rossi, si permette di fare il furbo a propo­sito del pallone d’oro a Cannavaro. Come dissi un me­se fa in una trasmissione televisiva, se non era Buffon a vincerlo, andava benissimo Cannavaro, perché nella stagione 2005- 06 ( che è quella a cui il premio si riferi­sce) aveva vinto lo scudetto con la Juventus; e poi il mondiale. In quanto alla preferenza per Cannavaro è ovvio a tutti ( tranne che ai soliti moralisti antijuventi­ni), che Buffon non ha il difetto di essere un portiere, ma ha quello di essere ancora della Juve: una squadra che agli occhi della stampa internazionale ( che ha pre­so per buona la campagna di stampa italiana) è colpe­vole di ogni male. Sono i nostri moralisti, che adesso si lamentano, gli artefici della “ eliminazione” di Buffon e del premio a Cannavaro ( quello che, pensate un po’, al­l’inizio dei mondiali aveva detto ciò che pensava sul linciaggio contro la Juve).
Cannavaro ora è al Real; e questo lo ha aiutato per il premio; ma poi sappiamo che Zambrotta è al Barcellona, Viei­ra e Ibrahimovic all’Inter, Mutu alla Fiorentina. In una lettera che in agosto Le mandai da Lon­dra dissi che apprezzavo molto lo slogan di Lapo Elkan riferito ai campionissimi rimasti ( i cinque samurai), ma mi auguravo che non si dovesse cambiare lo slo­gan in quello dei “ tre moschet­tieri”. In base alle ultime dichia­razioni, tra pochi mesi temo che ci saremo. Anzi, non vorrei che lo slogan da usare divenisse quello dei “ due orfanelli”.
Va benissimo che ci siano mol­ti giovani bravi. Tuttavia, per es­sere da scudetto, non nel 2008, non scherziamo, ma almeno nel 2010, è necessario ( come si fece con l’acquisto di Charles e Sivo­ri in una situazione non molto di­versa) comprare dei grandi campioni da affiancare ai giovani. La domanda non è “ investiranno?”. La doman­da è “ quanto si vuole investire?”. Ma di questo, se cre­de, preferirei parlare un’altra volta. Quello che conta adesso, e che non costa niente ( solo la parcella all’av­vocato svizzero) è fare il ricorso al Tribunale di Losan­na.
I MOTIVI DEL RICORSO. I tifosi juventini pensano, con ragione, che la Juve abbia vinto 29 scudetti. Cosa pensi il Commissario straordinario Pancalli non è chiarissimo: si è limitato a dire che “lo scudetto poteva non essere assegnato, ma la Figc non può revocarlo”. E’ invece chiarissimo cosa pensava il suo predecessore, l’interista Guido Rossi, il quale, avendo capito che l’Inter non era in grado di vincere lo scudetto sul campo, quasi sistemata la questione per quanto riguarda il campionato 2006-07, gli ha regalato lui quello vinto dalla Juve nel 2005-06.
Rossi sapeva benissimo che lo scudetto ingiustamente revocato al Torino nel 1927 non fu assegnato a nessun’altra squadra; e che anche in Francia, nel 1993, si comportarono allo stesso modo, togliendo lo scudetto al Marsiglia ma non assegnandolo al Monaco, secondo classificato. E allora prima si inventò che la Uefa voleva assolutamente che si indicasse la squadra campione d’Italia; poi nominò due persone di sua fiducia e fece nominare dall’Uefa l’avvocato Aigner per formare una Commissione di Saggi che assegnasse lo scudetto all’Inter. Il loro parere è un capolavoro di acrobazie giuridiche, che si concludono con un richiamo a criteri “di ragionevolezza e di etica sportiva”. Quale ragionevolezza? Le inchieste riguardano il campionato 2004-05 e lo scudetto sottratto alla Juve è quello del 2005-06, che non era stato oggetto di indagine: solo a un buontempone, anche un po’ alticcio, può quindi sembrare ragionevole togliere lo scudetto a chi lo ha vinto.
Quale etica sportiva? Non contenti del furto perpetrato, i Saggi di Rossi hanno assegnato lo scudetto all’Inter, il cui dirigente Oriali, a fine aprile 2006 (quindi nel pieno delle lamentazioni dei moralisti per “calciopoli”) patteggiava la pena, cioè ammetteva la colpa commessa, per il passaporto falso di Recoba (i reati sono ricettazione, falso e contraffazione); per non parlare del suo Presidente Moratti, il quale pensa che spiare illegalmente arbitri e giocatori sia una quisquiglia. E’ difficile immaginare che la decisione dei tre Saggi possa essere confermata da un Tribunale di giustizia sportiva. E poiché esiste il TAS, il Tribunale sportivo di Losanna (organismo giuridico a cui tutti, da Blatter in giù, hanno dichiarato che è perfettamente legittimo rivolgersi), credo che sia doveroso da parte della Juventus farvi ricorso per ottenere giustizia. La società lo deve a se stessa; ma lo deve soprattutto a milioni di tifosi che finora hanno dovuto accettare umiliazioni e penalizzazioni basate non su colpe commesse ma sulla forza di persuasione del linciaggio mediatico. Questa volta la Juventus non avrà contro le autorità sportive italiane tifose delle squadre rivali; né avrà di fronte giudici italiani condizionati dai media italiani.. Ma per avere speranze di successo, tuttavia, la Juventus farà bene a farsi rappresentare da un avvocato svizzero che già abbia avuto successo presso il TAS. Massima stima per gli avvocati italiani, naturalmente; ma se si vuole vincere, sospetto che si debba proprio fare così.

lunedì, novembre 06, 2006

Zona grigia Tronchetti e i furbetti dei telefonini

Zona grigia Tronchetti di Peter Gomez, Vittorio Malagutti e Leo Sisti L'affaire delle intercettazioni. Gli intrecci fra la Telecom e la Pirelli. Il ruolo della holding Olimpia. La Tim. Le ricche stock option. E poi i debiti. Tutti i retroscena di un puzzle pericoloso
Una cifra: zero. Nella sala dell'hotel Principe di Savoia a Milano, dove lunedì 25 settembre Marco Tronchetti Provera ha trasformato una conferenza stampa in un'appassionata difesa di se stesso e delle sue aziende, un numero ha colpito gli analisti e i giornalisti. "Sapete quanto denaro è passato da Telecom a Pirelli negli ultimi anni?", ha chiesto polemicamente alla platea l'ex presidente del gruppo telefonico. Poi si è dato una risposta. "Zero".

Come dire, i profitti dell'ex monopolio telefonico non servono a sostenere le società di Tronchetti. Un modo per smentire dubbi e perplessità degli ambienti finanziari che da tempo si interrogano sulla solidità della lunga catena di controllo che dall'accomandita personale dell'imprenditore milanese arriva fino al gigante dei telefoni, attraverso ben sei passaggi.

Una costruzione che permette a Tronchetti e famiglia di controllare una delle più grandi imprese italiane con una partecipazione diretta che, a conti fatti, risulta inferiore all'1 per cento. Al di là delle retoriche evocazioni di presunte 'zone grigie' da cui arriverebbero gli attacchi a Telecom, proprio questo aspetto finanziario rappresenta la sostanza del tentato contrattacco di Tronchetti, da settimane costretto nell'angolo da polemiche politiche, perplessità degli investitori internazionali e, da ultimo, anche dalla magistratura con l'arresto di uno dei suoi manager di fiducia, Giuliano Tavaroli, e della rete di presunti spioni che a lui faceva capo.

Quel lunedì, mentre Tronchetti arringava una piccola folla di giornalisti convocati in fretta e furia, i titoli Pirelli erano sotto attacco in Borsa, colpiti da ribassi che hanno superato il 4 per cento. I mercati stavano dando un segnale più evidente che mai delle loro perplessità. Ecco, allora, il contrattacco. I debiti non sono un problema e Pirelli non succhia risorse a Telecom.


Questa la sostanza del messaggio di Tronchetti. Di lì a pochi minuti molti analisti sono andati a riprendere una tabellina. Pochi dati che mettono a confronto Telecom Italia con le maggiori aziende europee di telecomunicazioni. Negli ultimi tre anni, come spiega questa tabella, il gruppo italiano ha distribuito sotto forma di dividendi in media l'85 per cento dei suoi utili. Una situazione che non ha eguali in nessun altro tra i colossi telefonici continentali. Qualche esempio. France Telecom ha distribuito in media il 20 per cento dei propri utili, British Telecom il 54, la spagnola Telefonica il 60. Dati molto lontani all'85 per cento della società italiana. Un record.

Come si spiega questa differenza così eclatante? Semplice: gli ingenti flussi di dividendi distribuiti da Telecom servono a garantire la sopravvivenza di Olimpia, la holding a cui fa capo il controllo degli ex telefoni di Stato. E da chi è controllata Olimpia? Dalla Pirelli di Tronchetti, che ne possiede il 70 per cento circa del capitale, una quota che è destinata a salire all'80 nel prossimo ottobre quando, come previsto, Banca Intesa e Unicredito cederanno la loro partecipazione. Il restante 20 per cento è invece di proprietà della famiglia Benetton.

E allora, è vero che Pirelli non ha prelevato neppure un euro dalle casse di Telecom. In sua vece, però, lo ha fatto Olimpia, che per evitare di portare i libri in tribunale per effetto del pesante indebitamento è costretta a succhiare quanto più denaro possibile dalla sua controllata. In altre parole, i profitti della telefonia, invece di finanziare investimenti in tecnologie e acquisizioni all'estero, vanno in larga parte a sostenere i bilanci della holding che la controlla. A questo punto, la conclusione a cui arrivano gli analisti è semplice.

Lo sviluppo di Telecom è condizionato dai debiti della struttura finanziaria che sta sopra la sua testa. Non è un caso, al di là di tutte le motivazioni di carattere strategico-industriale, che alla fine del 2004 Tronchetti abbia scelto di assorbire Tim, vera macchina da utili del gruppo. Questa mossa serviva ad avvicinare la cassa al vertice della catena finanziaria, là dove si trovano i debiti. Con la fusione si raggiungeva un altro risultato importante. Veniva aumentata la capitalizzazione borsistica di Telecom, rendendo così più ardua una scalata in Borsa. È questo il peccato originale di Telecom, ereditato dalla gestione di Roberto Colaninno e dei suoi amici della Razza padana che scalarono l'azienda indebitandola.
Come salvare la situazione? Una soluzione ci sarebbe, tornata alla ribalta nei giorni scorsi, subito dopo lo scorporo delle attività di telefonia mobile: in pratica una rinascita di Tim. Con la vendita del business dei cellulari, peraltro non proprio facile da portare a termine, Tronchetti avrebbe incassato 30-35 miliardi di liquidità, che sarebbero andati in parte a finanziare un superdividendo destinato alla controllante Olimpia, che così avrebbe risolto tutti i suoi problemi d'indebitamento. Ancora una volta, quindi, l'azienda Telecom sarebbe stata sacrificata per fornire una scialuppa di salvataggio ai propri soci di controllo.

Di fronte a una prospettiva di questo tipo, però, alcuni dei consiglieri indipendenti avrebbero espresso pesanti perplessità. Del resto, nonostante i segnali rassicuranti che provenivano dalle fonti ufficiali dell'azienda, attivissime nell'accreditare l'immagine di un consiglio di amministrazione compatto al fianco di Tronchetti, la situazione reale, secondo quanto risulta a 'L'espresso', sarebbe ben più articolata. Nel decisivo consiglio di amministrazione dell'11 settembre, quando venne annunciata l'intenzione di scorporare le attività di rete fissa (il cosiddetto ultimo miglio) e quelle della telefonia mobile, i due consiglieri indipendenti Francesco Denozza e Marco Onado si sono astenuti, esprimendo l'esigenza di una maggiore informativa sull'operazione. Di lì a quattro giorni Tronchetti ha spiazzato tutti, lasciando la poltrona di presidente a Guido Rossi.

Ma i problemi restano. Uno su tutti. Come conciliare le esigenze di Telecom, che ha bisogno di denaro fresco per investire e svilupparsi, con quelle della catena di holding che la controlla, a sua volta bisognosa di liquidità per far fronte agli impegni contratti al momento dell'acquisto del colosso telefonico? Nel 2001 Tronchetti riuscì a finanziare l'acquisizione dell'azienda messa in vendita da Colaninno e Chicco Gnutti grazie all'incasso da parte di Pirelli di 3,5 miliardi di dollari pagati dall'americana Corning nel settembre del 2000 per comprare l'Optical technologies. Un'operazione che capita una volta nella vita, frutto della bolla tecnologica di quel periodo. Un affare che, tra l'altro, fece guadagnare personalmente circa 200 milioni di euro a Tronchetti, grazie a una super stock option, che all'epoca fu al centro di un'indagine anche da parte della Consob conclusa senza conseguenze per il fortunato imprenditore milanese.

Iniziò così, cinque anni fa, l'avventura in Telecom scandita, per Pirelli, da una serie di cessioni che hanno trasformato una delle più antiche aziende italiane. Via le attività nei cavi. Venduta a investitori finanziari anche una quota di minoranza nella società che gestisce il business dei pneumatici. E nelle prossime settimane il gruppo ha annunciato nuove dismissioni tra le partecipazioni considerate non strategiche. Tutto per rispondere agli impegni sul fronte telefonico. Sui bilanci di Pirelli incombe anche un altro macigno. E cioè la svalutazione della partecipazione indiretta nella stessa Telecom. Nel 2001 Tronchetti comprò da Colaninno e soci al prezzo di 4,2 euro per azione contro una quotazione allora corrente in Borsa che superava di poco quota 2 euro. Un prezzo che lasciò di sasso gran parte del mondo finanziario. Peggio: a cinque anni di distanza, il titolo del gruppo telefonico naviga intorno a 2,1 euro, sempre molto distante dal valore di carico nei conti di Pirelli. Solo che adesso, con ogni probabilità, la Consob imporrà a Tronchetti la svalutazione della partecipazione in Telecom, avvicinandola alle quotazioni di mercato.

Una svalutazione che sin qui è stata sempre evitata. La finanziaria Edizione dei Benetton ha già adeguato due volte il valore della propria quota con una sacrificio finanziario vicino ai 500 milioni. Per Pirelli, che possiede una partecipazione in Olimpia quattro volte più grande rispetto a quella della famiglia di Treviso, il taglio (se ci sarà) risulterà ovviamente ben più pesante. Gli analisti calcolano che, nell'ipotesi di una svalutazione a quota 3 euro per azione, il costo ammonterebbe a poco più di 2 miliardi.
"Non c'è problema", ribatte Tronchetti: "Pirelli è solida". E infatti il patrimonio dell'azienda supera i 5 miliardi di euro. Più che sufficiente per reggere l'impatto della tegola Telecom. Resta la questione dei debiti. In base a una simulazione di consolidamento integrale di Olimpia in Pirelli che compare nell'ultima relazione semestrale della stessa Pirelli, al 30 giugno la posizione finanziaria netta del gruppo risultava negativa per 4,7 miliardi. In base alle stime più accreditate questa somma dovrebbe leggermente diminuire nel bilancio di fine anno. I debiti però si confronterebbero con un patrimonio netto più che dimezzato per effetto della svalutazione della quota in Telecom.

Come riequilibrare la situazione? Gli asset più importanti di Pirelli sono stati ceduti. Resterebbe l'attività nel real estate, già quotata in Borsa e affidata a Carlo Puri Negri. L'uscita dal settore immobiliare è stata però sempre formalmente esclusa. E allora? Telecom Italia dovrà continuare a sacrificarsi per sostenere i bilanci delle holding? Una soluzione, dicono gli analisti, ci sarebbe. Un aumento di capitale che riequilibrasse i conti di Pirelli. "Non se ne parla", dice Tronchetti, che dovrebbe aprire il portafoglio per fare la sua parte in una eventuale ricapitalizzazione. L'ultima volta, alla fine del 2004, in suo soccorso arrivarono le banche (Capitalia e Banca Intesa). E adesso?

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I furbetti del telefonino Due anni prima del blitz del 19 settembre, i manager della security Telecom si regalano un weekend in Sardegna. Guidati da Giuliano Tavaroli. Le immagini in esclusiva dei volti felici dei dirigenti che oggi sfliano davanti ai pm di Milano come arrestati, indagati o semplici testimoni
È un tiepido weekend di fine aprile 2004. Nelle foto tutti sudano e sorridono felici, al grande blitz di martedì 19 settembre mancano ancora più di due anni. I vertici della Sicurezza Telecom, un esercito privato di 500 uomini, si sentono una squadra. Sotto l'occhio attento di Giuliano Tavaroli e del responsabile security della Tim, Adamo Bove, arrancano per i sentieri delle montagne intorno a Tiscali: luogo magico della Sardegna dove prosperava la civiltà nuragica e, per ironia della sorte, nome di una delle società che attentano al monopolio della prima compagnia telefonica italiana. Nelle immagini compaiono molti dei dirigenti che in queste settimane sfilano davanti ai pm di Milano come arrestati, indagati o semplici testimoni. C'è Fabio Ghioni, il mago dell'informatica, creatore e nume tutelare del Tiger Team, la squadra di hacker assoldata da Telecom per testare la sicurezza dei sistemi e ora sospettata di aver 'bucato' i computer della Rcs-Corriere della Sera. C'è Angelo Jannone, l'ex ufficiale dei Ros inviato in Brasile per fronteggiare gli attacchi a colpi di dossier e microspie condotti dagli uomini dell'agenzia investigativa americana Kroll. C'è l'assistente di Tavaroli che a Roma teneva i contatti con i vertici delle forze di polizia e col Vaticano. E via via ci sono tutti gli altri. Sì, perché secondo la Procura la struttura messa in piedi in anni e anni di lavoro da Tavaroli era una macchina complessa. Quasi un servizio segreto parallelo in cui ciascuno, magari inconsapevolmente, contribuiva a raggiungere lo scopo: raccogliere e archiviare informazioni. Ecco, per i personaggi più controversi, le ipotesi al vaglio dei pm.

Emanuele Cipriani Fiorentino, titolare dell'agenzia investigativa Polis d'Istinto, amico dei figli di Licio Gelli, riceve all'estero da Pirelli-Telecom più di 20 milioni di euro. Nel suo archivio informatico sono state trovate "circa 800" pratiche relative a investigazioni condotte con metodi illeciti (corruzione, accessi a banche dati di Telecom, dei ministeri Interni e Finanze, e altre modalità "compatibili solo con la strumentalizzazione di apparati dello Stato"). Secondo i pm Cipriani utilizzava anche agenti del servizio segreto militare. Il ruolo di Cipriani potrebbe spiegare l'incredibile carriera del suo amico Marco Mancini, da semplice brigadiere dei carabinieri diventato poi capo del controspionaggio.


Stando a notizie apprese dall'ex capocentro del Sismi di Milano, Stefano D'Ambrosio, il detective privato era il fulcro di un meccanismo ideato per spillare denaro a Telecom e contemporaneamente far fare bella figura a Mancini con i suoi superiori: "Mancini acquisiva informazioni che trasmetteva a Tavaroli, il quale le veicolava a Cipriani. L'investigatore veniva poi retribuito (per quelle informazioni) dalle aziende di Tavaroli".

Le finte indagini di Cipriani servivano per "conferire all'attività informativa di Mancini una particolare credibilità". In sostanza le notizie di Mancini trovano sempre un conferma (apparente) da una seconda fonte, ma in questo modo "a volte venivano vendute vere e proprie bufale".

Guglielmo Sasinini Giornalista, responsabile di una sorta di ufficio analisi della security Telecom, riceveva 250 mila euro l'anno prima da Polis d'Istinto e poi dal gruppo di Tronchetti Provera. Vive da anni sotto scorta, è stato sentito come testimone: tra i suoi compiti, pagare profumatamente reports a giornalisti anche di grido. Fabio Ghioni lancia contro di lui accuse pesanti, tutte da verificare: "Ho saputo dal controller della security Maurizio Nobili, che Sasinini dichiarava di essere a conoscenza di tangenti versate ai politici. Nobili gli chiese come faceva a saperlo, Sasinini gli avrebbe risposto di averli fatti lui (così nel verbale, ndr) e di conservare la documentazione che lo dimostrava. Nobili ha preso queste affermazioni come un tentato ricatto".

Margherita Fancello Sarda di Dorgali, a pochi chilometri da Tiscali, è una lobbista legata a Francesco Cossiga e Paolo Cirino Pomicino, introdotta nei salotti della politica. Indagata per fatture per operazioni inesistenti, in tre anni riceve da Telecom più di un milione di euro, altro denaro le viene versato da Cipriani per conto di Tavaroli e da Claudio Tedesco, un amico di Tavaroli già arrestato per appalti di vigilanza concessi da enti pubblici in cambio di mazzette. Cipriani sostiene di averle dato 150 mila euro cash in un bar di via Veneto. Lei conferma, spiega di aver depositato la somma al Credito italiano, poi però fa marcia indietro: non ricorda di "aver effettivamente versato l'importo avuto".
Marco Bernardini Ex collaboratore del Sisde, socio dell'ex agente Cia Jonh Paul Spinelli. Subentra alla Polis d'Istinto quando L'espresso a fine 2004 svela la 'rete Tavaroli'. Doveva essere arrestato, ma Bernardini si presenta spontaneamente in Procura e dice di aver indagato su Chicco Gnutti, Carlo De Benedetti, Diego Della Valle e i fratelli Benetton, ed evita le manette. Sulla sua carriera dice tra l'altro: "Ho coordinato la scorta di Tronchetti Provera che mi risulta venisse pagata da Cipriani". Restano da verificare altre sue dichiarazioni.

Fabio Ghioni Ex responsabile della Tecnology and Information security, nel maggio 2006 esegue il primo audit su Radar, il sistema usato per estrarre tabulati da Tim senza lasciare tracce. Bernardini dice che Ghioni "faceva uso di abusive intercettazioni telematiche e monitorava i computer dei dipendenti sorvegliando la posta elettronica", e che gli chiese di recuperare gli indirizzi e-mail di vari giornalisti e aggiunge: "Ghioni mi ha sempre riferito di avere la possibilità di accesso anche a dati sensibili di altri gestori come Vodafone e Wind". <<<>>> Con le intercettazioni, si corrompevano poliziotti, carabinieri, finanzieri e in cambio si ottenevano informazioni riservate. Poi c'è il capitolo che riguarda i sistemi informatici di Telecom dai quali, secondo quanto ha raccontato una dipendente, era possibile estrarre tabulati telefonici e altre informazioni senza lasciare tracce. Un altro dato economico che finora era stato sottovalutato riguarda l'esatta scomposizione della grande torta delle intercettazioni legali, ovvero quelle disposte dalla magistratura. Secondo le ultime cifre fornite dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella, si tratta di 265 milioni di euro l'anno. Per molti politici, il vero scandalo. Un business notevole per i privati, certo, ma che non finisce tutto nelle tasche dei gestori telefonici come si crede comunemente. Le varie Telecom-Tim, Vodafone e Wind, infatti, mettono le mani solo sul 10 per cento del totale. Mentre il resto va in tasca a una serie di piccole ditte che danno in affitto le apparecchiature. <<<>>> Telecom non può intercettare, legalmente o illegalmente”.