mercoledì, agosto 29, 2012

LA SCROFA BOEMA (zednek zeman), A PALERMO, CIBATO DI MAFIA E VILLESCON...

E' NE E USCITA UNA SCROFA BOEMALA! 

Quando il giovane Zdenek giocava nella squadra del farmacista
Era un centrocampista lento "Ma con un paio di pilloline si mise a correre fortissimo" Una brutta sera gli si presento' mogio mogio proprio davanti al bancone, li' nella farmacia di Carini, con gli scarpini in spalla e quella sua cantilena siculo - boema piu' strascicata del solito: "Dottooore, non pooosso giooocare... sooono staaanco".

Il dottor Gino Governanti, che in paese non era soltanto il farmacista rispettatissimo ma pure il talent scout e il mecenate, presidente e allenatore dell'Unione sportiva Carini, la squadretta di pallone dei ragazzi, lo folgoro' con un'occhiataccia: "Nossignore, Sdengo, tu giochi comunque!". Logico. La partita era fondamentale per sapere chi avrebbe vinto il torneo rionale, un "torneo libero", tra dilettanti, con in palio solo l'onore: ma da quelle parti, sulle pendici del monte Saraceno a una ventina di chilometri da Palermo, l'onore ha sempre avuto il suo peso, si sa.

Cosi' Governanti apri' un cassetto e tiro' fuori due pilloline: "Manda giu', ragazzo". Fu un miracolo. Sdengo, come molti chiamavano Zdenek Zeman italianizzandogli il nomigliolo familiare di Zdengu, lo smilzo nipote di Cestmir Vycpalek, scappato da Praga un attimo prima che i sovietici chiudessero le frontiere dopo aver chiuso la bocca a Dubceck, era di solito un centrocampista "contemplativo": ma quella volta corse come un matto per novanta minuti. L'Unione sportiva vinse uno a zero, grazie a lui.

Erano appena cominciati gli anni Settanta. Ma anche adesso che e' famoso, Zeman passa spesso da Carini, in Sicilia e' di casa. Il buon Gino lo sfotte: "Devo chiamarti vossia?". E lui si scioglie: "Meeenghia, dottooore, ancora sto correndo con quelle pilloooline!". + una delle rare volte che lo vedono ridere. Di sicuro, Governanti ci sghignazza ancora su: "Eh eh eh, erano due pastiglie di Villescon, niente di dopante: un blando cardiotonico che i piloti tedeschi prendevano durante la guerra. Gliele diedi per suggestionarlo. Funziono".

Potenza dell'illusione, dunque: anche se qualche vecchio cardiologo potra' raccontarvi che il Villescon, un antidepressivo poi ritirato dal commercio, non era proprio acqua fresca.

E scherzi del destino: il Savonarola antidoping, che vorrebbe bruciare su un rogo scatole di creatina e affini, mosse i primi passi su un campo da calcio italiano sotto la benevola guida di un farmacista illuminato, dopo aver studiato e praticato pallavolo, pallamano, pallacanestro e hockey (da bambino si alzava nel cuore della notte per controllare la temperatura del ghiaccio).

"Si', l'ho lanciato io", dice ancora con affetto Governanti, al quale lo mando' zio Cestmir: "Fallo giocare al calcio". Come ingaggio, il dottore gli dava duemila lire per la benzina. Il mondo di Zeman e' un mondo a parte. Una riserva privata con poche spie utili a segnalare umori e nevrosi. Una di queste spie e' il tabagismo, le sessanta e piu' sigarette bruciate ogni giorno anche davanti alle telecamere. Eppure Giancarlo Dotto ha scritto sul Messaggero che Zeman "non ti fuma mai in faccia, fuma tra se' e se".

Ed e' vero. Allo stesso modo, il nipote di Vycpalek vive tra se' e se'. Uno dei pochi punti di osservazione sulla sua vita e' la Sicilia: li' s'e' sposato con Chiara, una signora della Palermo bene che ha conosciuto alla piscina Calidarium, dove lui (per arrotondare) insegnava nuoto, e che da piu' di vent'anni parla anche a nome del silenziosissimo marito; li' ha fatto i figli; li' ha i pochi amici veri. Come Governanti, che a 70 anni continua a giocare a pallone e a correre in bicicletta e dice che, per capire Zeman, bisogna guardargli le mascelle: "Se le stringe forte, e' segno che e' incavolato nero".

Lo chiamavano Il Muto, piaceva a tutti da quelle parti. Dal Carini passo' al Bacicalupo, la squadra palermitana dei fratelli Dell'Utri, nel cui consiglio d'amministrazione c'era un certo Gaetano Cina', poi tirato in ballo come amico di boss in qualche verbale dal chiacchierato finanziere Filippo Alberto Rapisarda. Marcello Dell'Utri, che era il manager della societa', dichiara come per riflesso condizionato che "Cina' era una persona assolutamente normale e nessuno immaginava ne' immagina che fosse un mafioso come qualcuno dice".

Ma recupera subito il suo proverbiale aplomb quando gli si spiega che non si tratta di replicare a nuove e sgradevoli accuse della procura antimafia di Caselli, ma solo di rispolverare memorie calcistiche su Zeman: "Certo che me lo ricordo! Da noi faceva il preparatore atletico, era un vero calvinista, scrupoloso e puntuale. Dire che fosse triste, e' dire poco. Era di una serieta' che faceva paura, non l'ho mai sorpreso a ridere... nemmeno noi palermitani avevamo mai visto uno cosi".

E, come tutti i taciturni, Sdengo quando parla fa sfracelli. Quattro anni fa, su Sette, disse a Gian Antonio Stella che lui la mafia non l'aveva "mai scoperta" in tanti anni passati in Sicilia. Successe un pandemonio e il giorno dopo fu costretto a sterzare: "Non e' in due minuti che si puo' affrontare un argomento cosi' delicato...".

Nonostante l'aria da levriero annoiato,il nostro eroe pare destinato a suscitare sentimenti viscerali:
 grandi amori, grandi rancori. 
Quando, dopo l'addio alla Lazio, e' andato ad allenare la Roma, Daniela Fini,moglie del presidente di
Alleanza nazionale,ha gridato al tradimento:"+come se mio marito si fosse iscritto a Rifondazione".
Vycpalek, vecchia gloria ed ex allenatore della Juve
 e del Palermo, gli ha fatto un po' da padre. Sdengo in Cecoslovacchia cresceva nel suo mito e sognava un giorno di allenare quella squadra bianconera - https://www.youtube.com/watch?v=kWYbSaoVSmc - che adesso prova ad affondare a parole.

Zeman passa per un intellettuale, pur dichiarando di non leggere un libro da tempo immemorabile (gli occhiali da lettura li ha persi chissa' quando). E suo zio ci mette del suo: "Ha studiato tantissimo. Eppure i comunisti lo mandavano a fare l'operaio in una fabbrica fuori Praga".

Il carattere e' di ferro. 
Sdegno, ad esempio, e' rimasto legato nella buona come nella cattiva sorte a Pasquale Casillo, 
il presidente del Foggia che lo portava sul suo aereo personale a Praga a far visita alla famiglia.
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DALLA MAFIA DI BRANCACCIO: DELL'UTRI & CO.
ALLA CAMORRA DI NAPOLI (San Giuseppe Vesuviano)
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24 aprile 1994 - QUEL BOSS NEL PALLONE. PASQUALE CASILLO 
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22 settembre 2016 - Fallimento Foggia condannato Pasquale Casillo
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(da un estratto dell'articolo di Goffredo Buccini - corriere della sera)


domenica, agosto 26, 2012

Il cocainomane, e le scommesse clandestine per comprare la coca"

                                                                          IL COCAINOMANE

L'operazione dei magistrati di Napoli doveva scattare dopo il Mondiale
Maddalena e il giallo della telefonata ai colleghi: la mia fonte, un carabiniere
La fuga di notizie "dolosa" che ha affossato l'inchiesta
Così sfumò l'arresto di Moggi: accuse all'Arma e al pm Marabotto

di CARLO BONINI e GIUSEPPE D'AVANZO

C'è un sospetto. Perché quella partita, ultima di campionato, doveva finire proprio con quel risultato, 3-3? Perché tra le 2.187 combinazioni ancora possibili e capaci di decidere il destino di chi doveva andare in serie B, è stato combinato proprio quell'esito? L'arbitro De Santis avrebbe potuto lavorare di fino, come ha dimostrato di saper fare, per dare la vittoria al Lecce e dannare alla B il Parma. Era il modo più semplice per salvare la Fiorentina, come stava a cuore al Sistema. Il 3-3 è un risultato astruso, ma forse assai fine. Quel 3-3 può portare diritto nel cuore dell'affare che il Sistema non governava, ma di cui si approfittavano gli uomini del Sistema. Le scommesse clandestine.

(15 giugno 2006)

http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/sport/calcio/retroscena-inchiesta/retroscena-inchiesta/retroscena-inchiesta.html
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Gli Autori dell'articolo: CARLO BONINI e GIUSEPPE D'AVANZO, quando sono venuti a sapere chi era L'autore della fuga di notizie (il suo collega a Aprile 2009 chiedera' il trasferimento!), complice un loro collega, hanno insabbiato il tutto, mai piu' ritornando su quello che avrebbe dovuto essere una miniera di oro:  Juventus e Moggi,,,che al Bonini, stava tanto a cuore!
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http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2012/20-marzo-2012/pentito-pisani-indagava-narducci-2003763001848.shtml 

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/03/20/news/il_pentito_lo_russo_pisani_indagava_su_narducci_restai_sbalordito-31901140/
CORRUTTORE MASSIMO E IL CORROTTO PEPPE 'O SCEMO.



ALTRA PROVA CHE IL PROCURATORE FEDERALE E', UNO SPREGEVOLE CORROTTO

                                                                             LA SCROFA BOEMA

Il Procuratore Federale, è l'omessa denuncia di zeman?
       di Barbara D.

Stralcio dell'interrogatorio di zednek zeman al Processo di Napoli..
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PM: con riferimento a quell'ultima partita, quella del 29 maggio Lecce-Parma, risultato finale 3-3
ZEMAN: vabbè son partite di fine campionato... era una partita che per noi non aveva importanza, nel senso che eravamo salvi, anche se qualcuno dice no, però matemticamente eravamo salvi e, quindi, penso che non c'era la giusta volontà, fino a mezz'ora dalla partita abbiamo giocato, poi abbiamo smesso, cioè abbiamo, la mia squadra

PM: è vero che a un certo punto di quell'incontro si alza, si mette dietro la panchina e dà le spalle al campo di calcio?
ZEMAN: ripeto, io faccio l'allenatore, cerco di giocare sempre, poi il discorso di salvare qualcuno per condannare un altro non era nella mia mentalità e, quindi, volevo che la squadra che ha giocato bene per un'ora continuava a giocare

PM: e questa circostanza che le ho detto adesso è vera, la ricorda?
ZEMAN: sì, mi sono alzato e sono andato dietro la panchina perché non c'era niente da fare, niente da vedere

PM: cioè, mi sembra di comprendere, lei stata sostanzialmente protestando
ZEMAN: a me dispiaceva perché Lecce faceva campionato ottimo, eravao a metà campionato fra le prime dieci e potevamo arrivare anche in Coppa Uefa quell'anno, poi purtroppo non si è giocato. Lecce era abituata a salvarsi e io volevo invece qualche cosa di più

PM: dunque con quel comportamento lei stava sostanzialmente protestando nei confronti dei suoi giocatori
ZEMAN: contro la mia squadra. Sì
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signor procuratore, dov'è l''omessa denuncia di zeman?

LA PROMESSA DI Galliani a Conte: questa te la faccio pagare, e' mette in moto i servi: Palazzi, Artico e San Dulli !!!

                                                       Ma il Giudice Piero Calabrò spiega:
                                                       «Ecco perchè Conte vincerà al Tnas».

Piero Calabrò è in magistratura dal 1979 è attualmente Giudice del Tribunale Civile di Monza nonché Presidente Nazionale del Tribunale dei Diritti dei Disabili e referente FIGC in materia di contrasto della violenza negli stadi.

Da tifoso juventino ha spesso partecipato a dibattiti televisivi, dove si è sempre distinto per il suo equilibrio e la sua pacatezza.
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          di Guido Vaciago

TORINO, 25 agosto 2012 - Giudice Calabrò, ha letto le motivazioni dell'appello che ha ricondannato Conte a dieci mesi di squalifica?
«Sì, con grande attenzione. Approfittando anche della velocità inusitata con la quale sono state scritte e depositate, forse anche per tappare la falla aperta dalle dichiarazioni rilasciate da Sandulli, violando la deontolgia e dimostrando forse anche poca serenità di giudizio. E pensare che la stessa corte non ha ancora depositato motivazioni di procedimenti svolti ai primi di luglio. Comunque, tornando alle motivazioni le ho trovate molto promettenti per Conte».

In che senso?
«Al contrario di quanto pensa di aver scritto la Corte, io credo che la sentenza sia tutt'altro che blindata, ma che anzi contenga più di un grimaldello per essere scardinata in sede di Tnas. Conte si presenta con armi eccezionali al terzo grado di giudizio».

Ce le spieghi.
«Innanzitutto i giudici ci tengono a specificare che non hanno condannato Conte per AlbinoLeffe-Siena (l'unica partita contestata a Conte, visto il proscioglimento su Novara-Siena, ndr ) solo sulla base del non poteva non sapere, ma dicono di aver riscontri oggettivi. Quali sono? Il primo è che Conte è un accentratore e quindi non poteva sfuggirgli il comportamento scorretto di Stellini. Ma come accentratore? Cosa significa? Anche io sono un accentratore sul lavoro perché mi piace controllarne ogni aspetto, ma questo non vuol dire che io debba o possa sapere se un cancelliere commette un qualche reato. E poi c'è la questione Mastronunzio (che trattiamo ampiamente a lato, ndr ) che è clamorosa. I giudici scrivono che Conte l'avrebbe escluso, lui che era un titolare fisso, perché non era d'accordo a combinare la gara con l'AlbinoLeffe, in quanto avrebbe voluto regalare i punti anche all'Ascoli, squadra a cui era legato. E qui è tutto sbagliato: Mastronunzio non era titolare, era infortunato ed è stato un simbolo dell'Ancona, in rapporti tutt'altro che amichevoli con l'Ascoli! Siamo all'inversione della realtà».

Siamo alla teorie delle ammonizioni preventive di Calciopoli: un fatto chiaramente falso certificato come vero durante il processo...
«Effettivamente ci sono delle analogie con il 2006, ma questo perché i giudici che sono chiamati a decidere non hanno conoscenza tecnica della materia, un'aberrazione per quanto mi riguarda».

D'altra parte il coro è ormai unanime: la giustizia sportiva va riformata.
«Sì, ma io vorrei riflettere: siamo sicuri che sono le regole e le procedure ad essere sbagliate o chi le applica frettolosamente e senza conoscere la materia? Il caso Mastronunzio è clamoroso. Perché nessuno in Procura si è preso la briga di chiamarlo e chiedergli qualcosa a proposito di Conte? Perché nessuno si è preso la briga di prendere un almanacco e scoprire che lui era un mito dell'Ancona e non dell'Ascoli? Perché nessuno ha controllato che l'esclusione era dovuta a un infortunio che lo ha tenuto fuori per qualche domenica? E' folle tutto ciò. Hanno fretta e non sanno di cosa si parla. Se domani qualcuno gli va a dire: Ho la prova che Maradona truccò una partita perché tirò un rigore di sinistro invece che di destro, sono capaci di credergli. Perché magari non sanno che Maradona era mancino».

Conte, quindi, può sperare?
«Io penso di sì. L'ho spiegato anche a lui l'altro giorno. Ci siamo parlati e lui mi ha detto: al Tnas non voglio trattare, non mi interessano gli sconti, perché sono innocente: o mi assolvono o oppure mi diano anche un secolo di squalifica, basta che poi mi spieghino perché. Credo che sia l'atteggiamento giusto e, al Tnas, Conte non troverà più Palazzi: sarà lui e la Figc con tre arbitri che si suppone possano essere più liberi e imparziali nel giudicare il caso».

Fonte: Tuttosport 

giovedì, agosto 23, 2012

TNAS = CONI, UNA FOGNA ROMANA! IL GRUPPO DI AVVOCATI PIU' CORROTTI DEL PAESE CHE BIVACCA NEL NIDO (circolo canottieri aniene!) DI SERPENTI MASSONI BRACCIO ARMATO NELLA FIGC


             IL PRESIDENTE, SI E' SCOGLIONATO... FINALMENTE!        

Sono loro, gli utori di quel maledetto imbroglio, che oltre al danno di Immagine, ha creato un Mega-danno finanziario alla società, che ora dovrà fare le sue opportune valutazioni e quantificazioni.

Bene cosi' Presidente! Lotta a Tutto Campo! Altro che silenzi, i silenzi ci hanno portato in B. Moggi, e' stato condannato per pagare i crimini dei delinquenti di Milan, inter Roma e Lazio! Ne ha prese tante ma almeno ha dimostrati che e' stato uno scandalo creato ad oc per impedire alla Juventus di continuare a vincere con i conti a posto e di continuare a vincere a dispetto dei criminali di Milano e Roma, con tanto di vittoria sul Piano Morale!

In quanto al TNAS, meglio on farsi illusioni, perche' e' una "Pestilente Fogna Romana"! Con avvocati romani e' per la maggior parte romanisti; garanzia di corrotti e corruttibili!

E' tutto detto! Una volta si parlava di Roma come "Porto Delle Nebbie", per indicare una magistratura corrotta, oggi e' anche ladra e Mafiosa! Pensate che per Presidente dell'ANM, ci hanno messo il corrotto "faccia di tonno" (pres. Cossiga dicit) Palamara...quel disonesto che ha preteso e ottenuto per diritto territoriale il faldone dell''inchiesta della Procura di livorno sulla Corruzione del proprietario-presidente della Roma Franco Sensi, al corrotto "designatore" Paolo Bergamo, per insabbiarla, e' insabbiata!

Poco o Nulla e' cambiato, dal tempo dei processi a Maletti, Andreotti, Pecorelli, Ciarrapico, Caltagirone ecc. ecc. per non parlare dei processi sportivi a Cafù, Sensi ecc...."Corruttori e Corrotti" Benvenuti a corruttOpolI!

LA RIFORMA che ausspica il Presidente Agnelli deve cominciare dal Selezionare Giudici Onesti, Competenti, dalla Moralita' in'attaccabile, e' che operano su tutto il territorio Nazionale, e' Non solo a Roma! Ma anche con scadenza di mandato!  
IL BRACCIO ARMATO DEI POTERI OCCULTI

mercoledì, agosto 22, 2012

Andrea Agnelli: Oggi la misura è colma... I Tifosi: e' che il "vaso trabocchi"!


                                        IL PRESIDENTE, SI E' SCOGLIONATO...FINALMENTE!

Dichiarazione di Andrea Agnelli
22 agosto 2012

L’odierna sentenza della Corte di Giustizia Federale conferma i peggiori sospetti sulla vicenda che ha coinvolto Antonio Conte, per fatti asseritamente avvenuti quando egli era tesserato per altra società. Per molti mesi ho osservato questa situazione con incredulità, accompagnata da un crescente sconcerto, per una giustizia sportiva che somiglia sempre di più ad una caccia alle streghe. Oggi la misura è colma: in presenza di una vittoria giuridica lampante, cioè il proscioglimento per l’omessa denuncia di Novara-Siena che ha fatto emergere le contraddizioni e le ritrattazioni ad orologeria di un “pentito” interessato solamente a sgravare la sua posizione personale, si è deciso di uccidere la logica e di applicare in modo arbitrario una sanzione addirittura raddoppiata.

In sostanza dopo mesi e mesi in cui abbiamo sentito tale Filippo Carobbio raccontare che il suo allenatore avrebbe addirittura invitato a pareggiare una partita nel corso di una riunione tecnica, oggi si scopre la totale innocenza di Antonio Conte su quell’episodio, ma ci si rifugia nella seconda contestazione (Albinoleffe – Siena) per applicare la stessa pena del primo grado, con buona pace della verità, dell’aritmetica e della giustizia. Quella vera.

Per mesi ho dovuto sentire le lezioni, provenienti da membri delle istituzioni e illustri opinionisti, che invitavano alla fiducia in un sistema di giustizia sportiva che, in assenza di prove riscontrate, si accontenta di celebrare processi sommari con tempi asimmetrici, caso per caso, filone per filone, forse persona per persona o peggio società per società, e con modalità barbare che non trovano cittadinanza in democrazia. Non solo: questo sistema brandisce dapprima il patteggiamento come facile via d’uscita in spregio al sentimento di giustizia del singolo, salvo poi rifiutarlo immotivatamente.

Ribadisco il mio pieno sostegno personale e quello della Juventus ad Antonio Conte e ad Angelo Alessio, che si trovano a lottare contro tale sistema, che deve essere riformato dalle sue fondamenta. Confido che gli organi di giustizia del C.O.N.I. , cui con urgenza si farà ricorso, sappiano porre rimedio a questa profonda ingiustizia, che tra l’altro ha creato e crea un danno anche alla società, che dovrà fare in questo senso le sue opportune valutazioni e quantificazioni.

Antonio Conte, come già più volte ribadito è e sarà l’allenatore della Juventus, che dopo aver vinto la Supercoppa Italiana meritatamente, suscitando nuove invidie e risvegliando vecchi “anti-juventini” militanti, si appresta ad affrontare compatta una stagione impegnativa in Campionato, in Champions League e in Coppa Italia.

Chi pensa che le vicende giudiziarie di questa estate possano condizionare la nostra stagione, ha fatto male i suoi conti.

fonte, sito ufficiale juventus.com
http://www.juventus.com/juve/it/news/Dichiarazione+di+Andrea+Agnelli+2

mercoledì, agosto 15, 2012

RAI-LOTTIZZATA: UNA VERGOGNA ITALIANA

Organizziamoci  - Servizio Rai ancora una volta a senso unico
 
La soddisfazione per il primo trofeo stagionale portato a casa,  è stata in parte offuscata dall'ennesima sceneggiata del clan Rai. Ma prima di parlare della partita di Pechino occorre fare un passo indietro, perchè questo non è altro che l'ultimo di una lunga serie di soprusi mediatici subiti dalla Juventus. E torniamo proprio alla finale di Coppa Italia del 20 Maggio scorso, trasmessa in diretta su Rai uno. I tifosi juventini più attenti non avranno infatti dimenticato la disastrosa telecronaca del duo Rimedio-Collovati. Disastrosa certamente per coloro che si erano sintonizzati su Rai uno nella speranza di assistere ad una bella partita e che invece si sono ritrovati con due ultras scatenati del Napoli come commentatori. Nessuno stupore, almeno da parte nostra, viste anche le precedenti telecronache andate in onda sulla stessa tv di Stato proprio in occasione dei precedenti turni della stessa edizione della Coppa Italia. Clamorosa fu infatti anche la telecronaca di Gianni Cerqueti, prima voce Rai del calcio di club, che in occasione di Juventus-Roma, gara stradominata dai bianconeri, tradì la sua fede calcistica dicendo: “Intanto però attacchiamo”, riferendosi ad una delle poche azioni offensive della “sua” Roma. Non è la prima volta che "Organizziamoci" si occupa di tali argomenti: già nell'iniziativa del 14 Marzo scorso, con un appello ai media in generale, tra cui Rai, Mediaset e Sky, abbiamo manifestato la nostra insoddisfazione nei confronti di chi disattende i propri doveri di obiettività ed etica professionale.
 
Ma rimanendo alla partita del 20 Maggio: come è possibile che la telecronaca di una finale di Coppa Italia, in onda sulla tv pubblica, che ogni anno puntualmente finanziamo con il canone, sia a senso unico? Una cosa vergognosa e che non può passare inosservata. Ricordiamo bene come sin da subito la coppia di telecronisti non abbia nascosto le proprie simpatie, enfatizzando i falli dei giocatori bianconeri sui partenopei e sorvolando su quelli del Napoli sui giocatori della Juventus, definiti come "da rivedere". Ma sicuramente il meglio è stato mostrato nel momento in cui nel corso della partita sono arrivati alcuni episodi dubbi. Così gli evidenti fuorigioco dei partenopei sono diventati “al limite” e tirati in causa per tutto il corso della diretta (ma alla Rai non dicevano che non facevano più la moviola?) mentre sul rigore netto su Marchisio ci si è appena soffermati per dovere di cronaca, mostrando mille dubbi su un fallo invece nettissimo e da punire con il penalty. Al contrario di quanto accaduto in occasione del rigore concesso al Napoli (netto e anche questo assolutamente da assegnare, sia ben chiaro), accolto subito con la sentenza senza appello di Collovati: “E' rigore”, senza neanche attendere l'ausilio del replay, tanto invocato nel precedente episodio. Ma due sono state le frasi del Sig. Fulvio Collovati che più hanno indispettito e che seriamente avrebbero dovuto suggerire ai tifosi juventini di disdire immediatamente il canone Rai. Al momento del rigore trasformato da Cavani, Fulvio Collovati ha voluto togliere qualsiasi dubbio a quei due o tre telespettatori distratti che ancora non avevano capito per chi facesse il tifo: "Adesso la partita comincia a farsi sempre più interessante", proprio a voler sottolineare come fosse in veste di ultrà napoletano. Ma ancor di più ha urtato la sensibilità del tifoso bianconero, al momento dell'uscita dal campo di Del Piero, alla sua ultima partita in maglia bianconera, un'affermazione ancora più sconcertante: "La sua è una storia fatta di successi, anche qualche incidente di percorso come Calciopoli che però non hanno minimamente intaccato la sua persona, la sua figura di calciatore e uomo straordinario". Qualcosa di veramente vergognoso, inaccettabile, gratuito e falso. Forse il Sig. Collovati, troppo emotivamente coinvolto visti i suoi trascorsi da giocatore nel Milan e nell'Inter, ha dimenticato come semmai Del Piero possa essere stato vittima di Calciopoli e di una sentenza che lo ha visto, ingiustamente, retrocedere in Serie B poche settimane dopo avere vinto il titolo di Campione del Mondo a Berlino con la Nazionale di Marcello Lippi. Soprattutto vorremmo ricordare  al Sig. Collovati come la sentenza di Napoli abbia decretato come il campionato 2004-2005 sia stato regolare e come la Juventus sia stata assolta. A quale incidente di percorso si riferisce allora? E' forse una colpa quella di essere la bandiera di una squadra mortificata ingiustamente dalla giustizia sportiva?
Parole fuori luogo, lesive della dignità bianconera e di Alex soprattutto.
 
Fatto questa doverosa premessa, andiamo alla partita di Pechino. Una finale giocata in terra cinese e che ha privato i tifosi bianconeri della possibilità di andare ad assistere alla partita allo stadio (ricordiamo che la finale di Supercoppa, se giocata fra i confini italici, viene disputata in casa della squadra Campione d'Italia). Ma questa è un'altra storia, in cui entrano in ballo soldi, tanti soldi, versati nelle casse delle due squadre. Il tifoso juventino, che nulla si aspetta più dalla televisione di Stato, dopo i precedenti di cui sopra, si sintonizza comunque, per amore della Juventus, su Rai uno per assistere a quella che può definirsi una vera e propria rivincita a soli tre mesi di distanza. Cosa è cambiato rispetto a tre mesi fa? Poco o niente. O meglio: è cambiato qualche volto, non certamente la sostanza. Infatti non c'è più la premiata coppia Rimedio-Collovati in telecronaca, ma viene riproposto il vecchio cuore giallorosso Cerqueti in coppia con Mario Somma. Non vi preoccupate però, il buon Rimedio è nello studiolo di Roma in compagnia di Vincenzo D'Amico. Manca solo Collovati. Ma di contro ci possiamo consolare con un bordocampista d'eccezione: il grande Enrico Varriale, napoletano doc! Si proprio Varriale, presente a dire il vero anche a Roma al seguito della panchina del Napoli mentre al seguito di quella della Juve era presente Alessandro Antinelli, stavolta impossibilitato dal presenziare perché a Londra per seguire le Olimpiadi. Poco male, c'è Varriale che segue entrambe le panchine! Ed ecco che appena può Varriale ricorda tra le 4 o 5 volte la finale di Supercoppa persa dalla Juve di Maifredi contro il Napoli di Bigon per 5-1. E quando viene assegnato il rigore su Vucinic (netto anche per la Gazzetta udite udite, che di certo non è un quotidiano amico della Juve) Varriale sentenzia come Mazzoleni sia il vero protagonista del match, prevedendo aspre e interminabili polemiche a fine partita. Apriti cielo dopo l'espulsione di Pandev, con l'assistente Stefani accusato di aver sentito, anche se lontano, le ingiurie del macedone! Sembra una comica ma è così, la colpa è dell'assistente che ha sentito l'insulto non dell'attaccante del Napoli che lo ha insultato! Commenti acri ovviamente anche sulle espulsioni di Zuniga e Mazzarri. Ovviamente il rigore non concesso su Matri non è stato minimizzato, ma totalmente ignorato, tanto è vero che, nel corso dell'intervallo, non è stato nemmeno riproposto dallo studio di Roma condotto da Rimedio. Non parliamo neanche dello spazio post partita, interminabile a Roma, con interviste a raffica ai protagonisti; ridottissimo a Pechino, anche in virtù del prolungarsi della partita ai supplementari.
 
Dunque, per la seconda volta nel giro di alcuni mesi, dopo quel 14 Marzo scorso, il nostro suggerimento non può che essere quello di sottrarsi a questo corrotto sistema di disinformazione, di mistificazione della realtà e di vergognosa parzialità da parte di chi, invece, dovrebbe solamente limitarsi a narrare le vicende sportive che avvengono sul campo di gioco. E un modo per cominciare a farlo è senz'altro quello di non guardare più trasmissioni sportive della Rai e di tutte quelle emittenti che ledono l'immagine della Juventus. “Organizziamoci” non si fermerà qui ma continuerà a vigilare affinché non si arrivi a ricreare quel sentimento popolare, fomentato proprio dai media, che tanto caro ci è costato nel 2006. E che proprio in questi ultimi mesi, successivi al ritorno ai vertici de calcio italiano della Juventus, si sta tentando ad ogni mezzo di far rinascere.
 
Redazione Organizziamoci
"Organizziamoci” è seguito da  Juvenews.net, JuveCentral.it, Juvemania.it, CanaleJuve.it, Nobilta gobba.it, Il Blog di Alessandro Magno, Cronace Bianconere,La Divina juventus, Juveforever.net, Forzajuveblog.com, Juventus Compagna di Viaggio e altri ancora.  In passato nostre iniziative sono state riprese da Calcio GP, di Giancarlo Padovan, e dal sito Ju29ro.com.
 
 
 








martedì, agosto 14, 2012

CONFERENZA STAMPA DEL PRESIDENTE E DEI LEGALI DELLA SOCIETA'. ANDREA AGNELLI: "IO SONO IL PRESIDENTE DELLA JUVENTUS E DEVO TUTELARLA. ABBIAMO SEMPRE RISPETTATO LE REGOLE E CONTINUEREMO A RISPETTARLE! IL LEGALE: "FAREMO DANNO A CHI CI HA CREATO DANNO"! UTILIZZEREMO TUTTI GLI STRUMENTI LEGALI A NOSTRA DISPOSIZIONE PER TUTELARE LA JUVENTUS IN OGNI SEDE!

 ATTENTI A QUESTO PRESIDENTE, E' UN AGNELLI: NON SCHERZA! 
                                     
La promessa dell' Avv. Briamonte: «Non ci fermiamo! La Juve continuerà a perseguire chi ha sbagliato anche quando non ricoprirà più le cariche attuali. Faremo danno a chi ci ha creato danno»
 *
Risponde L'Avvocato Michele Briamonte:
«Doping Legale? Non mi sembra giusto parlare di doping legale. Purtroppo ci sono persone antiche e non aggiornate che si accorgono in ritardo che il mondo si muove. Allora parliamo pure di narcolessia. Le nostre azioni Legali? Faremo ricorso alla Corte d’Appello di Roma contro la decisione del Tnas.

Quando ci fermeremo?
L’obiettivo è fare danno a chi ci ha fatto danno, andremo avanti a oltranza sino a quando ci saranno strade legali percorribili. Anche perché una cosa è certa. La Juventus ha saputo resistere a cosa ha subito e esisterà anche in futuro quando continuerà a perseguire i responsabili anche se nel frattempo avranno smesso di ricoprire le cariche attuali o quelle avute.

Non bisogna creare false illusioni sulla questione stadi. L’amministratore delegato dell’Inter, Ernesto Paolillo , ha detto che abbiamo ricevuto in regalo il terreno. Peccato non sia vero, l’abbiamo pagato al comune 25 milioni».

Avv. Michele Briamonte
   26 Gennaio, 2012
http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2012/01/26-167187/Briamonte,+la+promessa%3A+%C2%ABNon+ci+fermiamo%C2%BB
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PER IL PRESIDENTE ANDREA AGNELLI

Dottor Andrea Agnelli,
come ben vede, sotto forma di Super Procuratore & Giustizia Sportiva hanno messo in moto il loro Potentissimo Braccio Armato, e' mandato all'assalto l'Associazione a Delinquere Mediatica...che ha messo in atto una GOGNA che somiglia sempre piu', alla gogna che la stessa CUPOLA a rami unificati:  Rcs- Gazzetta dello Sport-Corriere della Sera & Espresso-Republica metterono in scena nel 2006 che quasi affondo' la Juventus.

Presidente, Mi/ci vengono in mente le sue parole nella conferenza stampa dell’agosto 2011, e' quelle più recenti a fianco del suo amico Antonio Conte, e' ci fidiamo ciecamente. Ma si dia da fare, e' metta in moto il piano di difesa....con un piano D'ATTACCO, senza perdere tempo! E', si ricordi, il prossimo anno, quando dovrete cambiare di nuovo il logo, togliete la scritta stile Milan e rimettete tutte le stelle al posto dove le volle suo padre, in puro stile Agnelli-Juventus! In un altro anno si può chiudere Farsopoli, tra due anni mettere tre stelle NON avrebbe piu' senso. Auguri e Buon Lavoro.
Un Caro Saluto 
Francesco Calabrone
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LA CONFERENZA STAMPA DEL 16 NOVEMBRE 2011

"Buonasera a tutti quanti. Diciamo che sono state giornate intense e questa mattina il presidente del Coni Petrucci ha tenuto una conferenza stampa che io ho ascoltato molto attentamente. E' chiaro che nel discorso che tutti quanti voi avete ascoltato, il presidente non abbia mai citato la Juventus, ma in alcuni suoi passaggi è stato chiaro a tutti il riferimento che ha fatto alla società Juventus e, a mio modo di vedere le cose, specialmente quando ha parlato di doping legale. Credo che, giustamente, abbia anche fatto un commento e alcune riflessioni su quello che è il drammatico momento che sta vivendo il Paese, probabilmente una delle crisi più importanti della storia recente di questo Paese. Oggi si è insediato il nuovo Governo, con alla guida il professor Mario Monti ed i suoi ministri. 

Credo che anche da parte mia personale e della società Juventus vada un grande in bocca al lupo, perchè il lavoro che avranno da svolgere sarà sicuramente importante. All'interno di questo lavoro molto importante, a me viene da fare una riflessione, che è sicuramente molto importante in un momento delicato come questo. E' molto semplice, ma anche molto efficace e credo che la cosa più opportuna sia che ognuno il faccia il proprio mestiere: i dirigenti facciano i dirigenti, i muratori facciano i muratori, gli impiegati facciano gli impiegati. Io faccio il presidente della Juventus con grandissimo orgoglio. E quindi come presidente della Juventus devo tutelare i suoi interessi. 

Oggi, però, il presidente Petrucci ha fatto anche un appello molto importante: ha richiamato ed ha cercato di coinvolgere tutti quanti su quello che deve essere il ritrovamento di un'armonia e serenità all'interno del mondo dello sport, all'interno del mondo sportivo, ed in particolar modo - che ha citato più volte - quello del calcio ad alto livello. Io credo che sia giusto e doveroso che ogniqualvolta un'istituzione lanci un appello sia giusto coglierlo. Il presidente, nei suoi vari passaggi, ha ricordato tante volte quello che è un suo punto fondamentale,  e questo è il rispetto delle regole. 

La Juventus, per quanto mi riguarda, ha sempre, e ribadisco sempre rispettato tutte le regole ed ha intenzione di continuare a farlo. Certo è che una serie di avvenimenti che sono avvenuti dal maggio 2010 ad oggi sono stati diversi ed è difficile fare di tutta l'erba un fascio. A me piace in questa fase fare un piccolo excursus di quello che è successo e ricordare i vari fatti. Il tutto nasce nel maggio del 2010 a fronte di un esposto che la Juventus ha presentato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio e col quale chiedevamo di verificare se i presupposti che hanno portato all'assegnazione del titolo di campione d'Italia 2005/2006  - quindi quello che io ho ricordato in altri momenti, l'assenza di comportamenti poco limpidi -, fossero ancora validi alla luce di quanto emerso successivamente. 

Questo è stato il momento in cui noi facciamo questa richiesta. Questa nostra richiesta che nello specifico è: 'La società esponente ha dunque ragione di ritenere che risponda a giustizia ed equità la revisione di codesta e spettabile Federazione della citata decisione del 26 luglio del 2006, alla luce del materiale probatorio recentemente emerso e già acquisito al tempo dell'indagine'. Il nostro esposto presentato nel maggio 2010 diventa lettera morta per 14 mesi. 

E qui c'è una mia prima riflessione che è doverosa da fare con gli ordinamenti di giustizia sportiva: un maxi processo, se così vogliamo chiamarlo, come quello che è avvenuto nel 2006, ha avuto corso in meno di quattro mesi ed ha portato a pesantissime condanne, mentre invece si debbano aspettare 14 mesi per ottenere una risposta ad un semplice esposto di otto pagine. 

Qui già c'è una prima differenza notevole. A me piace ricordare inoltre che il 26 ottobre del 2010, riceviamo da parte della Federazione  - quindi siamo a cinque mesi dopo la presentazione del nostro esposto - una lettera in cui ci comunica che ha valutato di assumere ogni determinazione in ordine alla richiesta avanzata all'esito dell'attività già in corso. Quindi, noi, quantomeno a ottobre, sappiamo che l''attività d'indagine è già in corso da parte della procura federale. Quindi, questa è la lettera che noi riceviamo dalla Federazione e noi  - come ho sempre ricordato - siamo sempre stati estremamente fiduciosi del buon funzionamento e del buon esito da parte degli organi di giustizia sportiva. 

Passano però da questa lettera che noi riceviamo ad ottobre.... abbiamo avuto chiaramente diversi rapporti informali, quindi rimaniamo fiduciosi, ma è solo il 1° luglio del 2011, quindi otto mesi dopo, che arriva la relazione del procuratore Palazzi. E, coincidenza, arriva a qualche giorno da quando trascorrono i termini di prescrizione degli atti contestati. 

Mi piace ricordare cosa diceva la relazione di Palazzi. E vi leggo nuovamente alcuni passaggi: "...una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l'unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare, come già anticipato nella premessa del presente provvedimento e come si specificherà anche in seguito...per via di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo al fine di condizionare il settore arbitrale. Intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l'Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra. In relazione a tali gare l'Inter si pone quale interlocutore privilegiato per il consenso preventivo della definizione di un arbitro, eccetera..'. 

Arrivando alla conclusione, dove il procuratore Palazzi ritiene che 'le condotte in parola sono tali da integrare la violazione oltrechè i principi di cui l'articoli 1, comma 1, del codice di giustizia sportiva, anche dell'oggetto protratto di cui all'articolo 6, comma 1 del codice di giustizia sportiva, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità  e indipendenza che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale in violazione del previgente articolo 6, comma 1, 2 eccetera...'. 

Questo era quanto emerge dalla relazione del procuratore Palazzi, che come vi dicevo prima avviene pochi giorni dopo l'avvenuto trascorrere dei termini di prescrizione per gli atti probatori. A questo punto è chiaro che la vicenda non può che diventare politica, tant'è che viene chiesto al Consiglio Federale di esprimersi in merito alla relazione del dottor Palazzi. A me piace ricordare che fino a quel giorno, fino al 18 luglio, noi abbiamo avuto, come è giusto che sia e come è giusto che debba essere come ha ricordato oggi il presidente Petrucci, totale fiducia su quello che era l'ordinamento sportivo. E abbiamo rispettato assolutamente tutte le regole. 

Quando il Consiglio decide di non decidere, noi dobbiamo valutare qual è il modo migliore per tutelare gli interessi della Juventus. E solo quando il Consiglio, che ha tutti i poteri per rivedere una decisione del Consiglio stesso - il Commissario straordinario in sè racchiude in sè tutti i poteri del Consiglio Federale, quindi il Consiglio Federale ha la possibilità di rivedere una decisione del Consiglio Federale stesso... - e solo in quel momento, quando il Consiglio si dichiara incompetente, che noi decidiamo di utilizzare tutti gli strumenti legali a nostra disposizione per tutelare la Juventus in ogni sede. 

A me piace anche ricordare, con la massima serenità, e la massima tranquillità, che gli strumenti legali, previsti dall'ordinamento giuridico italiano, sono gli stessi a cui fanno fede i principi dell'ordinamento giuridico sportivo italiano. L'ordinamento giuridico sportivo italiano è un ordinamento all'interno di un ordinamento superiore della giustizia italiana. 

Quindi è con grande serenità che valuto e accolgo il richiamo al rispetto delle regole da parte del presidente Petrucci. Rispetto delle regole che però deve valere sempre e per tutti. Siamo quindi passati ad un altro grado della giustizia sportiva, il ricorso al Tnas. Tnas che si è dichiarato anch'esso incompetente ieri. Ma non è tanto sulla competenza o sull'incompetenza...,ma come voi sapete, il rito presso il Tnas prevede anche la facoltà di conciliazione tra le parti. E giustamente il presidente Petrucci ha parlato di doping legale. 

A me fa piacere ricordare di nuovo però, con la massima serenità, però, che a quell'incontro di conciliazione io ero l'unico presidente presente; la Federazione e l'Inter hanno mandato i loro legali. Quindi i legali avevano un mandato ed io ero quindi l'unico presidente in grado di conciliare eventualmente le varie posizione. La Juventus quindi era presente nella persona del suo presidente, me stesso, in questa sede; le altre istituzioni hanno deciso che non era il caso di essere presenti ed hanno loro mandato i legali. 

Detto tutto ciò mi sembrava doveroso, perchè è vero ed è corretto concordare sul fatto che il clima si sia effettivamente riscaldato dal punto di vista legale, però è giusto anche ragionare perchè da parte nostra...non è che si sia surriscaldato, però abbiamo deciso di intraprendere una serie di passi alla luce di quelle che sono state le risposte da parte dell'ordinamento sportivo. Il presidente Petrucci oggi ha fatto un appello e ha chiesto giustamente a tutti noi di fare un passo indietro. Ecco, io chiedo invece al presidente Petrucci ed al neo presidente dello Sport e Turismo, il dottor Piero Gnudi, a cui faccio chiaramente un grosso in bocca al lupo, di fare un passo avanti tutti assieme e di aprire veramente e finalmente un tavolo politico dove confluiscono due grandi elementi: da una parte tutti i fatti che hanno concorso  a generare il fenomeno del 2006 e dove questi si possano serenamente valutare e trarre le giuste conclusioni, alla luce di tutti i fatti emersi dal 2006 al 2011.

Dall'altro, concentrare i  nostri sforzi - lo dico come istituzione, lo dico come società, lo dico come persona che ha ricevuto una grandissima educazione sportiva, che è presidente di una società di calcio, che è un consigliere federale della Federazione Italiana Golf - quindi dove possano confluire tutti i nostri sforzi per creare un futuro allo sport italiano migliore ed in particolar modo -. come ha giustamente citato il presidente Petrucci oggi  - il futuro del calcio ad alto livello, che mi piace ricordare, è una delle prime dieci industrie italiane ed una dei maggiori contribuenti dello Stato Italiano. 

Quando dico questo, dico in particolare, leggi sugli impianti sportivi che sono ferme, legge 91/81, che è obsoleta, la legge Melandri, che alla ricerca di un principio di equità ha invece generato un principio veramente difficoltoso da gestire; la riforma del codice di giustizia sportiva.  Questi sono alcuni esempi dove il mondo dello sport deve confluire su un unico tavolo e cercare di portare avanti un discorso di crescita. Questo tavolo ha la possibilità di portare avanti questi discorsi se ci sono le volontà politiche da parte di tutti, per riportare quello che era l'auspicio madre, a cui faceva riferimento il presidente Petrucci e quella sensazione di armonia e serenità che deve esistere all'interno del mondo dello sport. Io per primo ho sempre detto  - e qui vado incontro al presidente Petrucci una volta di più - credo che il calcio, come gli altri sport, sia un gioco ed ho sempre ricordato che a me piace il calcio dappertutto, soprattutto quando ci sono i bambini che lo giocano al parco. 

Però è anche giusto essere consapevoli che ad alto livello, il mondo del calcio, è un business da centinaia di milioni di euro ed ha bisogno di leggi adeguate che lo regolino. Grazie, io avrei terminato. Queste sono le riflessioni che volevo fare con voi oggi".
IL PRESIDENTE INCAZZATO NERO. PROPRIO COME PIACE A NOI!
ANDREA AGNELLI IL NOSTRO PRESIDENTE. NOI NON DIMENTICHEREMO MAI!

Michele Briamonte «Non ci fermiamo! Faremo danno a chi ci ha fatto danno!!!

                                          ATTENTI A QUEI DUE: ANDREA E MICHELE

venerdì, agosto 10, 2012

Stefano Palazzi, il corrotto insabbiatore degli illeciti dell'inter

                                      IL CORROTTO EBETE E IL CORRUTTORE MO-RATTO

FIGC - COMUNICATO STAMPA
Roma, 22 giugno 2007

Il Procuratore federale, esaminata la relazione dell’ufficio Indagini sugli accertamenti
richiesti dalla Procura federale in ordine a numerosi articoli di stampa riguardanti il
comportamento di dirigenti della società Internazionale F.C. S.p.A. nei confronti dell’arbitro
Massimo De Santis, dei calciatori Christian Vieri, Adrian Mutu, Luis Ronaldo Delima
Nazario, Vladimir Jugovic e del tesserato Mariano Fabiani, ha disposto l’archiviazione del
procedimento, non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non
prescritte.

http://www.figc.it/Assets/contentresources_2/ContenutoGenerico/23.$plit/C_2_ContenutoGenerico_2635_upfDownload.pdf

  *****
Non sarebbe ora che, Presidente e Super Procurare Federale spiegassero ai cittadini Italini dei quali sono essi dipendenti,  l’archiviazione del procedimento sui crimini compiuti da Massimo Moratti e giacinto facchetti, sotto la VOCE: non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte.

Si, perche' il Tribunale di Milano, ora ci ha detto che i crimini compiuti dai criminali: Massimo Moratti e giacinto facchetti erano reali e procedibili! E' questo, malgrado i magistrati Ilda Boccassini & soci li avevano insabbiati! Gli stessi magistrati che insabbiarono i crimini perpetratri da dirigenti, allenatori e giocatori dell'inter con gli spacciatrori di Stupefacenti della Ndrangheta Mimmo Brescia e Daniele Bizozzero, scoperti dalla procura di Trento a comprare macchine di lusso rubate, gioielli ed altri oggetti di valore, e' stupefacenti di ogni genere, come quelli che chiedeva l'all'ora Allenatore Roberto Mancini (ora allenatore del Manchester City) sotto forma di stampelle per i giocatori prima delle partite......!!! e' reclamati, ottenuti e insabbiati dalla Procura di Milano, e' nascondendo anche le prove: le 2000 telefonte intercettate!

Sappiamo che accompagnare i crimini di moratti e facchetti alla prescrizione, e' la specialita' del procuratore Stefano Palazzi. Ma alla luce della caccia che fa ai tesserati della Juventus, e' arrivata l'ora di dare delle spiegazioni!




                                                                      I DELINQUENTI!

giovedì, agosto 09, 2012

STEFANO PALAZZI: L'INFAME BOIA DELLA MAFIA DI MILANO, CON LA MISSIONE DI INSABBIARE GLI ILLECITI PERPETRATI DA MASSIMO MORATTI & GIACINTO FACCHETTI, E ADDOSSARLI A GIRAUDO E MOGGI PER DECAPITARE LA JUVENTUS!DECAPITARE LA JUVENTUS, ADDOSSA

IL CARNEFICE, IL MINUS HABBENS CORRUTTORE, IL BRACCIO ARMATO



    30 settembre 2012 di Marco Iaria

Nei giorni scorsi tifosi e opinionisti hanno denunciato il presunto silenzio dei media sulla presunta notizia “Luciano Moggi spiato dall’Inter”. E’ uno di quegli strani cortocircuiti che produce la disinformazione. Sì, disinformazione, perché quella che alcuni hanno spacciato per notizia di questi giorni è in realtà vecchia di tre mesi.

Chi scrive ha seguito in presa diretta le ultime battute del processo sui dossier illegali Telecom. E sulla Gazzetta ha riportato senza infingimenti tutti gli sviluppi. Ecco, dunque, una breve cronistoria per sgombrare il campo da equivoci.

A giugno la vecchia storia di spionaggio relativa all’Inter torna alla ribalta con la deposizione di Giuliano Tavaroli, ex capo della sicurezza di Telecom e Pirelli che ha già patteggiato una condanna a 4 anni, davanti alla Corte d’assise di Milano, nell’ambito del processo sui dossier Telecom. Sono le domande dei legali dell’ex arbitro Massimo De Santis, parte civile nel procedimento, a riaccendere i riflettori sugli intrecci tra spionaggio e Inter, già noti dal 2006 e non sanzionati dalla giustizia sportiva. 

Il 7 giugno, il giorno dopo la prima parte della deposizione di Tavaroli, la Gazzetta titola in prima pagina “Tavaroli: «Spiavo De Santis per conto di Moratti»”


 Questo è l’articolo pubblicato il 7 giugno:

«L’ operazione Ladroni mi fu commissionata da Massimo Moratti, poi io la gestii con Giacinto Facchetti». Nel bel mezzo di una deposizione-fiume al processo sui dossier illegali Telecom ai danni di politici, imprenditori, giornalisti, sono bastate queste parole di Giuliano Tavaroli a riaprire il pentolone delle polemiche su Calciopoli. Perché per la prima volta l’ ex capo della sicurezza di Telecom e Pirelli ha detto in un’ aula di tribunale, in qualità di testimone (dopo aver patteggiato 4 anni) e quindi sotto giuramento, ciò che aveva riferito ai pm di Milano nell’ autunno del 2006. A porgergli la domanda i legali dell’ ex arbitro Massimo De Santis, parte civile nel procedimento in Corte d’ assise, che nella causa per risarcimento danni rinviata ad ottobre chiederà all’ Inter 21 milioni di euro. De Santis è stato oggetto di investigazioni riservate tra il 2002 e il 2003, realizzate anche dall’ agenzia Polis d’ Istinto di Emanuele Cipriani, sulla cui scrivania fu trovato il dossier Ladroni: l’ input sarebbe partito dopo una denuncia dell’ ex arbitro Danilo Nucini all’ allora presidente nerazzurro Facchetti sull’ esistenza di una presunta combriccola romana. È stata una dipendente Telecom, Caterina Plateo, a raccontare agli inquirenti come funzionava il dossieraggio, producendo gli appunti manoscritti sui tabulati «spiati» (con orario, durata e destinatari delle telefonate), in particolare «gli sviluppi del traffico in entrata e in uscita su utenze telefoniche intestate a Figc, Ceniccola (ex guardalinee, ndr), Juventus e Gea World. Mi sono stati richiesti come al solito da Adamo Bove (allora dirigente Telecom, poi suicidatosi, ndr) in data 11-2-2003 e dopo la mia elaborazione sono stati consegnati allo stesso». Non intercettazioni, cioè ascolto delle conversazioni, ma dati sui traffici magari per scoprire connessioni tra vari soggetti, attraverso il cosiddetto sistema Radar, programma antifrode nelle intenzioni, rivelatosi strumento di controllo illecito in grado di non lasciar traccia in azienda. Tavaroli, in uno degli interrogatori, aggiunse che l’ attività sul calcio riguardava anche accertamenti bancari. L’ Inter ha sempre respinto qualsiasi addebito. Ascoltato il 3 ottobre 2006 dall’ allora capo dell’ ufficio indagini Figc Francesco Saverio Borrelli, Massimo Moratti dichiarò che sulla scia delle rivelazioni di Nucini a Facchetti «ritenni opportuno fare delle verifiche in merito e a tal fine mi rivolsi al Tavaroli, che conoscevo come persona capace che curava la sicurezza della Pirelli (…) Non ho mai dato alcun mandato al Tavaroli per redigere dossier sull’ arbitro De Santis né ho mai visto alcun documento in merito». Per l’ Inter nessun coinvolgimento in sede penale e un fascicolo aperto dai procuratori federali (relativo anche a presunti pedinamenti di Vieri, Mutu, Jugovic e Ronaldo) e archiviato il 22 giugno 2007, con un’ ulteriore coda senza esito dopo l’ esposto della Juventus sullo scudetto 2006 revocato ai bianconeri e assegnato all’ Inter a tavolino. È vero che la fattura da 50 mila euro per l’ operazione Ladroni venne pagata a Cipriani da Pirelli e non dall’ Inter, ma lo stesso investigatore privato ha fatto mettere a verbale: «Tavaroli spiegò che era opportuno che l’ investigazione non risultasse». A quei tempi, tra l’ altro, Pirelli era socia dell’ Inter col 19,5% delle azioni. Anche se ieri Tavaroli non ha fatto che confermare la deposizione resa ai magistrati, la portata delle sue dichiarazioni è evidente. Innanzitutto per il contesto (davanti ai giudici) ma anche e soprattutto per l’ eco sull’ opinione pubblica. Sullo sfondo dei tradizionali legami tra Inter e Pirelli-Telecom, dossieraggi illegali su una serie di soggetti (compreso Mariano Fabiani, ex d.s. di Messina e Genoa) vicini all’ ex direttore generale della Juve Luciano Moggi, avvenuti tra il 2002 e il 2003. Poi, nel 2004, l’ avvio delle indagini della Procura di Napoli che svelarono l’ esistenza di una cupola tale da condizionare arbitri e apparati delle istituzioni calcistiche e condussero nel 2006 alla retrocessione in B della Juventus e alla decapitazione dei suoi vertici dirigenziali. È una successione di fatti che, agli occhi del popolo bianconero, rimette in discussione perfino la genesi di Calciopoli. Quel che è certo è che si riapre l’ eterna questione etica sottesa a cavilli e formalismi. Per la giustizia sportiva i fatti riemersi ieri sono coperti da prescrizione. L’ Inter non rischia nulla. Moratti, semmai, deve preoccuparsi per la richiesta milionaria di risarcimento danni di De Santis (oltre a quella di Vieri). E per il dibattito che giocoforza si riaccende sull’ opportunità di aver assegnato il titolo 2006 all’ Inter.

Il 14 giugno, il giorno dopo la seconda parte dell’interrogatorio a Tavaroli, nuovo                                    richiamo in prima pagina della Gazzetta: “Tavaroli: «Spiavo anche Moggi»”

Questo è l’articolo pubblicato il 14 giugno:

Inter, Moggi, Dossier Ladroni, frodi sportive. Sta in questo intreccio di parole la nuvola nera che avvolge Calciopoli, e che ieri Giuliano Tavaroli ha contribuito a rendere ancor più densa. Nel corso della sua deposizione-bis al processo sullo spionaggio Telecom, nell’ aula bunker di San Vittore, l’ ex capo della sicurezza del gruppo (che ha patteggiato 4 anni di carcere) è tornato a parlare delle indagini illegali che, come lui stesso aveva rivelato una settimana fa, gli furono commissionate da Massimo Moratti per poi essere gestite con Giacinto Facchetti. Una conferma della versione che rese ai pm milanesi nel 2006, e contorni circostanziati. Incalzato dalle domande dell’ avvocato Paolo Gallinelli, legale dell’ ex arbitro Massimo De Santis, Tavaroli ha spiegato che tutto partì da «un incontro a tre con Moratti e Facchetti». Il motivo del Dossier Ladroni, confezionato tra il 2002 e il 2003? «Trovare conferma alle notizie su possibili frodi sportive che l’ Inter aveva ricevuto da un arbitro (Danilo Nucini, ndr)». Quindi la fase esecutiva: «Non svolsi le indagini io personalmente, ma fu il dottor Adamo Bove (ex dirigente della sicurezza Tim, morto suicida, ndr) a fare le analisi sui traffici telefonici, anche su quello di Luciano Moggi, oltre che di De Santis, non ricordo se pure su quello di Antonio Giraudo». Infine, «i report furono consegnati integralmente a Facchetti (allora vicepresidente dell’ Inter, ndr), non so se lo stesso riferì le risultanze a Moratti». Una parte dell’ attività spionistica venne delegata all’ agenzia Polis d’ Istinto dell’ investigatore privato Emanuele Cipriani, che si era già occupata di spiare alcuni giocatori nerazzurri come Vieri, Jugovic e Ronaldo. «Ma l’ operazione “Care” era completamente diversa, perché riguardava dipendenti dell’ Inter – la precisazione di Tavaroli -. Quella fu la prima volta in cui l’ Inter si rivolse a Tronchetti Provera e quindi a me per un supporto professionale. Pagò la società nerazzurra, mentre il Dossier Ladroni venne pagato da Pirelli per un errore amministrativo». Mentre nel procedimento sullo spionaggio Telecom – come riferito dal Corriere della Sera – sono state archiviate le posizioni dei manager Tronchetti e Buora, De Santis aspetta l’ udienza autunnale per la causa di risarcimento danni nei confronti dell’ Inter: la richiesta è di 21 milioni, sulla scia dell’ istanza di Vieri. Dal punto di vista sportivo, gli eventuali reati sono ormai prescritti. Il 3 ottobre 2006, ascoltato dal capo dell’ ufficio indagini Figc Francesco Saverio Borrelli, Moratti raccontò di essersi rivolto a Tavaroli ma di non avergli dato alcun mandato per redigere dossier su De Santis né di aver visto alcun documento in merito. Il 22 giugno 2007 la procura federale archiviò il caso. Le parole di Tavaroli riaccendono il dibattito e riportano alla ribalta la questione etica.

Quindi è Tavaroli a rivelare in aula che nell’ambito dell’operazione Ladroni, realizzata tra il 2002 e il 2003 e commissionatagli dall’Inter, vennero effettuati controlli telefonici pure su Luciano Moggi. Con una precisazione, essenziale per la nostra cronistoria: quelle analisi sulle utenze furono compiute da Adamo Bove, ex dirigente della sicurezza Tim.

Continuano le udienze e la Gazzetta, unica testata sportiva (e a volte unica in assoluto) presente al dibattimento, pubblica un altro articolo sul fatto che il dossier Ladroni potesse essere finito nel pc di Tavaroli poi ispezionato nel 2005, nell’ambito dell’inchiesta Telecom, dagli stessi carabinieri romani che si stavano occupando di Calciopoli.

Arriviamo ai nostri giorni e al presunto silenzio dei media e, in particolare, della Gazzetta. Il 26 settembre c’è il controesame di Emanuele Cipriani, investigatore privato titolare della Polis d’Istinto. Cipriani, beninteso, curò solo una parte del dossier Ladroni. Come lui stesso ammette, non si occupò di controlli telefonici “perché il committente (che di telefonia qualcosa ne sa, ndr) non aveva bisogno di chiederli a me”. La sua attività era circoscritta sostanzialmente a pedinamenti e verifiche patrimoniali con intrusioni all’anagrafe tributaria. E’ per questo che il 26 settembre in aula – il sottoscritto era l’unico giornalista presente – Cipriani, interrogato dal legale di De Santis Paolo Gallinelli, a precisa domanda su altri possibili obiettivi delle sue investigazioni (il mandato principale riguarda appunto De Santis) risponde: “La Juventus no, la Gea sì”. La notizia, cioè l’elemento nuovo rispetto all’evoluzione processuale, è dunque questa: Cipriani ammette che fu spiata pure la Gea di Alessandro Moggi, in particolare attraverso “analisi sui bilanci e sul patrimonio”. Correttamente il giorno dopo la Gazzetta titola: “Cipriani e i dossier illegali: «Spiata pure la Gea»”. In aula Cipriani non fa mai riferimento a Luciano Moggi né ad altri ex dirigenti della Juventus. E un motivo c’è: i controlli sulle utenze telefoniche, secondo le risultanze del processo Telecom, furono svolti direttamente dal gruppo di telecomunicazioni. Rivelatrice, in tal senso, la testimonianza di Caterina Plateo, ex dipendente Telecom, incaricata da Bove di appuntare a mano le telefonate “in entrata e in uscita delle utenze intestate a Figc, Ceniccola, Juventus e Gea”.

Perché la Gazzetta ha evitato di riportare la notizia che anche Luciano Moggi venne spiato dall’Inter, non riservando a essa un richiamo in prima pagina? Semplice: l’abbiamo già fatto a giugno, seguendo rigorosamente gli sviluppi del dibattimento.


http://footballspa.gazzetta.it/2012/09/30/inter-e-dossier-illegali-la-vera-cronistoria-del-processo-telecom/
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                             L'organizzazione calcistica affidata a politici di vecchio stampo.            
I Democristiani (partito scomparso!) di oggi Abete e Palazzi collusi con la Mafia di Milano (tronchetti provera & moratti giammarco), ricorda da vicino la collusione tra i vecchi democristiani Vito Ciancimino e Salvo Lima con la Mafia Siciliana: Corleone (Toto' Riina ) e Palermo (Stefano Bontate). I comportamenti sono molto simili, tranne che,  Corleonesi e Palermitani usavano bombe, mitraglie e lupare (accertato dai magistrati Falcone e Borsellino), mentre i Milanesi, non sono "ancora arrivati a tanto (ci sono delle voci su qualche volo da cavalcavia ed altri tipi di incidenti mortali, ma solo vioci, nessuna prova!), ma quel Palazzi, ha dato ampie prove di avere l'anima di un Riina e di un Bontate,  e' c'e' poco da fidarsi...mentre l'Ebete Giancarlo, e usato come nei tempi passati si usava lo scemo del villaggio...portatore di ordini. Senza dubbio alcuno, il Boia dei poteri Meneghini e', il militare Napoletano.  


giovedì, agosto 02, 2012

CASO CONTE-FIGC - DURA LA REPLICA DI ANDREA AGNELLI

                                           
Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale.

Per molto tempo e con grande senso di responsabilità la Juventus e i suoi tesserati hanno mantenuto un atteggiamento sereno e coerente rispetto alle Istituzioni e rispetto ad atteggiamenti che, fin da subito, suggerivano che fosse in atto un nuovo attacco ai suoi danni e ai danni dei suoi tesserati.

Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale e non può essere accettato.

La decisione di ieri della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC, che ha opposto un non motivato rifiuto al patteggiamento già ponderato e sottoscritto dal Procuratore Federale, è la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera. Rilevo nuovamente l'incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all’onorabilità.

La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio.

Sarà una stagione complessa ed impegnativa, ma la concentrazione sulle prestazioni in campo della Squadra da parte di tutto il nostro ambiente rimane alta con l'obiettivo di confermarci vincenti a maggio 2013.  juventus.com - 2 agosto 2012

http://www.juventus.com/juve/it/news/Dichiarazione+di+Andrea+Agnelli