Nucini? Il mio nome è Bond, Danilo Bond
L'onestone moratti, all'altro onesto facchetti sul letto di morte:
Gipe, qualche mese fa ti chiedevo un po' scherzando un po' sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace.
Fantastico.
Non ne era capace la tua grande dignità, non ne era capace la tua naturale onestà, la sportività intatta dal primo giorno che entrasti nell'Inter
"moratti & palazzi" corruttore & corrotto
----------------------------------------
Strofa di una nota hit dell’estate 2006
Molta specie ha fatto il racconto della sua assidua frequentazione, mentre era un arbitro in attività, con un massimo dirigente dell’Inter, il compianto Giacinto Facchetti, che ha descritto come un punto di riferimento costante a cui si rivolgeva per trarre conforto dai suoi problemi di carriera.
Senza contare le numerose inesattezze e bizzarrie che costellano la storia degli incontri con Fabiani e Moggi e la faccenda della SIM italiana con relativa omessa denuncia. Ma andiamo per ordine.
L'OSTRACISMO DEL MONDO ARBITRALE
Nucini accusa la Commissione Arbitrale Nazionale di aver sempre gestito con logiche clientelari le carriere, senza criteri meritocratici, ripetutamente dichiarandosi vittima del sistema.Significativa però l’ammissione di aver avuto problemi con tutti i commissari che si sono succeduti alla guida della CAN, nessuno escluso, da Casarin, a Baldas/Mattei, a Pairetto e Bergamo. Nucini racconta candidamente di aver litigato con tutti. Inoltre, ammette di non aver mai legato nemmeno con i colleghi, di essersi sempre tenuto isolato dagli altri.
A suo dire, il problema non era lui, ma di certo chiunque avesse attorno non andava bene. Insomma, il classico piantagrane. Tranne il primo anno, con la CAN commissariata, momento di emergenza che portò alla cooptazione di molti arbitri dalle serie inferiori, permettendogli di accedere al livello più alto, arbitrare in serie A e B, traguardo che in caso contrario difficilmente avrebbe potuto raggiungere.
Per cercare di dare sostanza alle sue accuse contro il mondo arbitrale, cita la vecchia storia del giornalista Di Tommaso di Tuttosport, che nella famigerata stagione 1997-98, secondo un’inchiesta dalla concorrente (!) Gazzetta, venne accusato di aver tenuto rapporti inopportuni con alcuni arbitri, i quali però, una volta sottoposti a procedimento disciplinare, vennero scagionati. Non sarà questa l’unica volta in cui Nucini userà argomentazioni legate non tanto a fatti, ma a campagne di stampa e a opinioni vicine alle ragioni dell’Inter (l'affare Di Tommaso scoppiò in corrispondenza delle polemiche sul famigerato rigore di Ronaldo e conseguenti piagnistei).
JUVENTUS BOLOGNA 1-0 del 14/01/01
Nucini racconta di essere stato ostracizzato dai designatori Bergamo e Pairetto dopo aver concesso un rigore contro la Juve, nel match interno contro il Bologna del 14 gennaio 2001. Attribuisce a quell'episodio una sospensione di 40 giorni che subì. Poi però ammette di aver anche risposto male a Pairetto il quale, al successivo raduno settimanale a Coverciano, gli aveva fatto notare l’errore. Ma il rigore c’era?Prima Nucini parla di un'intervista nella quale, secondo un racconto telefonico della moglie immediatamente successivo alla partita, Iuliano, l'autore del fallo, gli avrebbe dato ragione; poi è costretto ad ammettere di aver subito unanimi critiche da tutti gli organi di stampa, e non solo per il rigore; un arbitraggio disastroso, a parere di tutti.
Invito il lettore a leggere L'articolo del Corriere su quella partita, eloquente fin dal sottotitolo: “L'arbitro Nucini il peggiore in campo”, a 9 minuti dalla fine assegna un rigore molto dubbio al Bologna, sotto per 1-0 (rigore poi sbagliato da Cruz).
Siamo sicuri che i designatori lo criticarono solo per quel rigore? Addirittura, Nucini racconta di aver fatto resistenza all’invito di Bergamo a chiedere scusa a Pairetto per la reazione a Coverciano. Dunque, Nucini arbitrava male e rispondeva male ai rilievi dei designatori. Di più: lamenta la mancata solidarietà dei colleghi, a suo avviso troppo competitivi con le nuove leve.
Gli si chiede se dopo la partita i dirigenti bianconeri andarono a protestare, ma la risposta è no. Per dare una parvenza di sostanza alle sue “sensazioni”, si attacca a un gadget post-partita, di quelli che i club ospitanti danno sempre agli arbitri e che, nel caso della Juve, era costituito da uno zainetto contenente una maglia e la videocassetta del match: in quel caso, Nucini vi trovò una casacca bianconera con un quadrato nero invece del nome del giocatore. In pratica, descrive l'episodio come si trattasse una ritorsione da thriller, manca solo il sangue.
Dunque, da quella gara, da quel rigore contro la Juve, a suo dire l’avrebbero ostracizzato. Peggio: dall’anno successivo gli avrebbero fatto arbitrare solo partite di serie B. Vero? No, falso. Basta controllare: Verona - Fiorentina 25° giornata 3 marzo 2002 e Lecce - Parma 18° giornata 14 gennaio 2002 (e altre 3 nel 2002-03). In realtà Nucini arbitrò partite di serie A fino all’ultimo anno di carriera, il 2004-05, quando ad esempio diresse un contestatissimo Fiorentina –Messina.
Insomma, su questo Nucini mente.
Non solo, sempre nel 2000-01, dopo quel Juve-Bologna diresse altre 4 gare di serie A, di cui una della Juve stessa (Juve-Reggina, vittoria della Juve) e, quando gli avvocati difensori glielo fanno notare, si rifugia nell'evocazione di una fantomatica strategia dei designatori per dismetterlo senza destare sospetti. Delirante.
Ma quale fu la prima partita di A che diresse dopo quel Juve-Bologna?
-----------
INTER – UDINESE 2-1 del 25/02/01
Questo è il vero momento chiave, molto più del rigore dato contro la Juve. Infatti, in seguito a una mancata ammonizione all’interista Di Biagio, Nucini viene redarguito negli spogliatoi dal commissario arbitrale, e poi telefonicamente da Bergamo. Come negli altri casi, l’arbitro non accetta la critica, ribatte a muso duro al commissario, e Facchetti, che assiste alla scena, il giorno dopo lo chiama.Un dirigente interista che telefona a un arbitro, per altro dopo un errore arbitrale in suo favore.
Gli avvocati vanno a nozze: “E’ normale questo? Era consentito dal regolamento?”
No, ammette, ma Bergamo è una città piccola e la conoscenza con Facchetti risaliva già al '98, no, al '99, no, al '97. Ci si incontrava, si beveva un caffè (come Baldini e Auricchio a Roma?....sssiiiii ).
Gli chiedono perché non ha segnalato all’Ufficio Indagini la telefonata del dirigente interista, tanto più che in precedenza Nucini aveva detto di aver segnalato ai designatori la presenza di Moggi negli spogliatoio dopo un Napoli-Ancona arbitrato da lui (che lo aveva semplicemente, e cortesemente, salutato, ammette), senza che la sua “denuncia” avesse seguito;
“eh, ma per la telefonata dipende dal contenuto”; “eh, ma Moggi a Napoli non doveva starci”.
Gli si fa notare che all’inizio si era lamentato del comportamento di arbitri accusati (poi assolti) di aver frequentato un giornalista, che dunque predica bene e razzola male. E’ costretto a convenire.
Poi il dossier. Nucini parla di un dossier, compilato da lui, sugli errori arbitrali pro-Juve (diretti e indiretti), relativo alla stagione del 5 maggio, il 2001-2002, e su come i designatori, a suo avviso, li valutassero in ottica filo-juve.
L'idea sarebbe nata dall’indignazione per un rigore concesso da Bolognino in un Juve-Chievo del 15 settembre 2001. Il documento viene acquisito agli atti. Nel dossier c'è un Parma-Juve, perché a dire di Nucini ci fu un rigore non concesso ai padroni di casa da Racalbuto; il difensore dell'arbitro gli fa notare che quella partita fu vinta dal Parma e che anche la Juve reclamò per la mancata espulsione di Almeyda. Risposta. "Io scrivevo quello che interessava a me". Il legale di Racalbuto va oltre: "Sa qual è la sospensione più lunga comminata a un arbitro? 8 mesi, che vennero inflitti a Racalbuto per un rigore dubbio concesso alla Juve contro la Roma"...... Nucini abbozza.
Gli si chiede se con Facchetti si cominciarono a vedere dopo quell’episodio, ma lui ammette che si frequentavano già prima, al bar, anche nell’ufficio di Facchetti a Bergamo, dove faceva l’assicuratore. Parlavano di “impressioni verbali, sensazioni, episodi e poi l'elenco delle partite”. Con che frequenza si vedevano? Frequentemente, anche settimanalmente.
----------
Poi la questione Fabiani, e il racconto di Nucini si trasforma in una spy-story.
L'ARBITRO SPIA: IL MIO NOME E' BOND, DANILO BOND
Fu Facchetti, secondo il racconto dell’ex arbitro, ad avere l’idea. Nucini, dopo il "tragico" 5 maggio, aveva presentato al suo amico il dossier sulla Juve, a suo dire convincendolo a fatica (in effetti mai gli interisti avevano recriminato prima di allora…) del presunto marcio nel calcio (durante il controesame dei difensori Nucini ammette ripetutamente che si trattava solo di sue “sensazioni” non suffragate da prove).Facchetti gli avrebbe consigliato di diventare “amico” degli arbitri, in particolare di De Santis (dossierato Telecom). E a una cena di Natale (2002?), sempre Facchetti gli avrebbe poi detto: “Informati su chi è Fabiani” (singolare: anche lui dossierato Telecom).
Durante una cena, Nucini avrebbe così chiesto ai colleghi chi fosse Fabiani, recependo del nervosismo (?) da parte di Racalbuto. E il giorno dopo, De Santis, col pretesto di uno strappo sull'auto di Nucini al campo di allenamento di Linate, gli avrebbe chiesto perché fosse interessato al soggetto, confidandogli di conoscerlo per essergli stato collega presso un carcere minorile, prima di nuovamente rimproverarlo per il rigore dato contro la Juve ormai più di un anno prima (remember l’articolo del Corriere "Nucini il peggiore in campo"!).
In seguito, dopo un Cosenza - Triestina (di cui Fabiani era DS) arbitrata il 16 marzo 2003 da Nucini, in aeroporto sarebbe avvenuto il primo incontro, durante il quale il ds gli avrebbe dato i suoi numeri di telefono.
L’avvocato di Fabiani, nel controesame, ha contestato la presenza di Fabiani quel giorno in aeroporto, producendo i documenti di viaggio predisposti dalla Triestina per quella trasferta, che non prevedevano il volo di ritorno per Fabiani. Inoltre, davanti al pm Nucini racconta di un Fabiani che promette di fargli avere un buon voto dal commissario arbitrale, ma al controesame dell’avvocato innesta la retromarcia, in realtà si sarebbe trattato solo un breve e amichevole saluto.
Dopo quell'episodio, Nucini sarebbe stato chiamato da Fabiani che lo avrebbe invitato al bar dell’hotel Cristallo a Bergamo, dove l’avrebbe rassicurato che ci avrebbe pensato lui a fargli tornare ad arbitrare la serie A. Tramite "il suo uomo". Peccato che, come già detto, nel 2002-03 Nucini la serie A l'aveva già fatta: Piacenza – Empoli del 26 ottobre 2002, Piacenza – Como del 2 marzo 2003 (quindi solo 14 giorni prima della partita di Cosenza) e Como – Perugia del 12 aprile.
L’"uomo di Fabiani", ovviamente, sarebbe Moggi, che in quell’occasione Fabiani avrebbe chiamato al cellulare, per poi passarglielo. Davanti al pm, Nucini racconta di un ambiguo invito di Moggi: “Fai quello che dice lui” (ma poi al controesame, al solito, parzialmente ritratta, parlando di uno semplice scambio di frasi di cortesia), e di uno show di Fabiani che si sarebbe vantato di poter designare gli arbitri. Così il pm gli chiede cosa accadde dopo quell’incontro, Nucini risponde che in effetti andò finalmente a fare una partita di A. Peccato che in aula citi proprio quel Piacenza – Como, una gara che si era svolta due settimane prima di Cosenza – Triestina, e cioè ben prima del primo incontro al bar.
Si arriva alla stagione 2003-2004. Nucini si aspetta di partire dalla A, ma lo mandano in B per Palermo – Cagliari. La sua direzione viene contestata dall’osservatore Ingargiola, ma Fabiani, a suo dire, l’avrebbe chiamato per rassicurarlo: “Non preoccuparti, non fare casini, ci penso io”. Nucini esegue, a Coverciano non fa casini, ma viene punito comunque: quindi Fabiani è un cazzaro? E poi perché non designarlo per la A?
A quel punto, finalmente, Fabiani si sarebbe deciso a presentargli il “suo uomo”. Appuntamento a Greggio, sulla MI-TO, dove Fabiani l’avrebbe caricato in macchina e portato in un paesino per fare un bancomat e comprare una ricarica telefonica da un tabaccaio (strampalato e confuso il racconto). Poi di nuovo alle rispettive macchine: a questo punto Fabiani l’avrebbe guidato a Torino, all’hotel Concord, dove in una stanza li avrebbe raggiunti Moggi, che dopo i convenevoli avrebbe fatto un paio di chiamate dimostrative a entrambi i designatori, trattandoli male, perorando la causa di Nucini e invitandoli a valorizzarlo; inoltre, avrebbe ingiunto a Pairetto di non designare Dondarini per la Juve. E dove andò il Donda a fare danni quella domenica? Ovvio, a Udine, a punire l’Inter, la grande vittima dei soprusi moggiani.
Quando Moggi si dilegua, Fabiani avrebbe consegnato a Nucini una SIM italiana.
Dunque, non straniera? No, italiana. Bah.
Esilarante, infine, la ricostruzione delle istruzioni che gli avrebbe impartito Fabiani: "Mi spiegava che le cellule si dividono... le cellule di qui... le cellule di là...". Forse voleva dire "celle", comunque è un capolavoro di nonsense.
-----
LA SIM MAI USATA, ANZI SI’;
MAI DENUNCIATA, ANZI SI’;
ANZI, NO;
NON VOGLIO DIRLO
Dunque, la Sim di Fabiani. Italiana. Qua tutto si fa ancora più confuso e grottesco.Nucini racconta di aver subito chiamato Facchetti in autostrada, di ritorno dall'incontro all'Hotel Concord, per raccontargli della Sim. Tempo dopo, a casa di Facchetti, ci sarebbe stato un colloquio più dettagliato. “Ecco, è questo il problema”, avrebbe concluso l’ex arbitro (dovremmo essere ormai verso la fine del 2003; sarebbe interessante verificare quando iniziarono le attività di Tavaroli per l'Inter).
Ma la Sim? Nucini la usò? No. Anzi, sì. Forse un paio di volte. Il teste continua a contraddirsi. D’altronde, come gli fanno poi notare gli avvocati, agli inquirenti aveva raccontato di essersi segnato il numero (comunicato solo a Facchetti) e di averla buttata subito. No, ora ricorda meglio, non subito, prima ci sarebbero state un paio di chiamate di Fabiani.
Ma Facchetti e Nucini non decisero di sporgere denuncia? A quel punto avrebbero in mano una bella bomba (la sim). Qualcuno vicino all’Inter consiglia di mandarlo dalla Boccassini, alla procura di Milano. Lui ci va, ma la sim l’aveva già buttata. Perché? Non poteva tenerla e dire alla Bocassini di intercettare quel numero? Ma allora che disse al pm milanese? Mistero. Nucini non vuole parlarne. “Parlammo di calcio”. Insomma, un "qui studio a voi stadio" con uno spruzzo di "un giorno in pretura".
E l’ufficio indagini della Figc? Era lì apposta. Macché, lui, Nucini, l'uomo senza briglie, non si fidava di nessuno.
Di nessuno. Anzi, di uno si, di Facchetti. “L'ho detto a Giacinto Facchetti, perché era l'unico, che poteva smontare tutto! Se io mi fossi rivolto all'ufficio indagini, a chiunque, nessuno mi avrebbe ascoltato, ma mi avrebbero buttato fuori!”.
Gli chiedono se è vero, come riportato da alcuni giornali, che voleva lavorare per l’Inter, magari fare l’addetto agli arbitri. Nucini prima nega decisamente qualsiasi ipotesi di tal genere, poi deve ammettere che Facchetti gli aveva offerto un posto di lavoro. Tiene a specificare che lui avrebbe rifiutato sdegnoso.
Gli avvocati lo incalzano: “Negli incontri con Moggi e Fabiani, non le è venuto in mente di portare un registratore?". Risposta. “Il registratore non è elegante. E poi non faccio l’investigatore.”
E per finire questo prolisso resoconto, una piccola chicca: infervorato, sotto i colpi del controesame dei legali che gli contestano le discrepanze tra la testimonianza resa in aula e quelle registrate nel 2006 e 2007 dagli inquirenti, Danilo Nucini-Bond si lascia andare: “Sa cos'è? Per venire qua mi sono letto un file di 250 pagine che ho archiviato e allora non l'avevo fatto!”.
I legali si scatenano: “Ah sì? E dove le ha prese queste informazioni? E quando le avrebbe raccolte? Ce l'aveva anche nel 2007 dai Carabinieri, allora? Prima di venire qua in questi giorni ha parlato con qualcuno di questo processo? Si è consultato con qualcuno?".
Un avvocato fa rilevare strane uguaglianze testuali tra due sue precedenti deposizioni agli inquirenti, come se la seconda fosse frutto di copiaincolla della prima. Il giudice cerca di calmare gli animi. Danilo Nucini-Bond non accetta le insinuazioni su eventuali "suggeritori" nell'ombra:
“No, no, non mi son consultato con nessuno, stia tranquillo, avvocato! Non ho mai avuto nessun padrone, avvocato”.
Mario Incandenza giovedì 28 maggio 2009
********************************
VEDI CALCIOPOLI A NAPOLI - E IL CALCIO MUORE
OLIVIERO BEHA IN TRASFERTA SOTTO IL VESUVIO PER LA DEPOSIZIONE DELL’OMISSIVO CELLINO: “TUTTI SAPEVANO TUTTO… BERGAMO E PAIRETTO? DUE GRAN SIGNORI” (MA POI IL SORTEGGIO DOVEVA ESSERE TRUCCATO) - LA “MAFIA DEGLI ARBITRI” RISALIVA A MOGGI? NON SI RICORDA PIÙ BENE – LA MORALE: IL POTERE NON È FORSE DI CHI CE L’HA?...
Oliviero Beha per "Il Fatto Quotidiano"
Una mattinata nelle viscere di Calciopoli, di Napoli, del suo tribunale, dell'essenza sempiterna della caratteristica "sceneggiata" che applicata al pallone viene ancora meglio. Il presidente del Cagliari, Massimo Cellino che come in una canzone di Mina accusa, difende e ancora accusa tutto il sistema-calcio e non solo Moggi, includendo responsabilità federali ed "espellendo" quasi fisicamente, il sospetto che i sorteggi arbitrali fossero truccati. OLIVIERO BEHA - copyrightPizzi Il maresciallo dei carabinieri che ammette: "Siamo andati a prendere a Chiasso le schede telefoniche svizzere senza rogatoria, in auto con lo stesso commerciante", smentendo precedenti testimonianze dei suoi colleghi d'arma. Un tribunale che ascolta tutto e sembra molto più avvertito di come viene descritto abitualmente sulla carta. Stampata.
E poi Sky e "Un giorno in pretura" con tanto di telecamere, un po' di stampa, fervori da proscenio per molti componenti di questa commedia all'italiana che non è una tragedia ma neppure una farsa, che dovrebbe appurare reati penali ma in realtà non riesce a sottrarsi al solito clima particolare. 9i32 Luciano Moggi con stile.
Quello sempre e comunque da bar sport o da processo biscardiano, almeno quando testi come Cellino raccontano della partita x y e non realizzano che stanno mettendo inconsapevolmente a nudo le magagne dello "sport più amato dagli italiani", tifosi midollari facilmente raggirabili. E' proprio così: il calcio in tv è diverso da quello "vero", visto allo stadio.
Per osmosi, anche il processo a Calciopoli visto (quasi nulla) e letto sui giornali è assai diverso da quello cui ho assistito per alcune ore nell'aula 216 del Tribunale di Napoli, alloggiato desolatamente in una delle tre tristissime torri del Palazzo di Giustizia, in un centro direzionale che non so che cosa diriga e verso dove. Fuori, pioggia, vento che spazza o spazzerebbe le strade se non fossero sempre sporche, almeno intorno alla Stazione Centrale, e tassisti incazzatissimi "con la sinistra" perché la corsa richiesta è troppo breve.
Con il sole sarei andato a piedi, spiego. 3m44 massimo cellino presidente cagliari Ma è inutile... Aula piccola ma a densità Hong Kong per gli avvocati dei 25 imputati per reati mica da ridere come l'associazione a delinquere, e cioè in ordine alfabetico l'assistente arbitrale Ambrosino più 24, e i legali delle parti civili.
Una falange abbastanza ordinata pronta ai microfoni e disposta tra la parete di fondo del pubblico, cui si appoggia smarrito un ragazzetto, il figlio del difensore dell'arbitro Bertini, che aspetta suo padre avendo saltato la scuola, e all'estremo opposto l'anfiteatro della giustizia, dove regnano la legge e il tribunale.
pairetto bergamo designatori figc La presidente, Teresa Casoria, confermata al suo posto giacché la sua ricusazione è andata in fumo proprio ieri, donna energica che ha avuto a che fare in aula con Raffaele Cutolo e quindi certo non si fa impressionare da Moggi, e i due giudici a latere, due donne, una, la Gualtieri che scrive a mano dietro un paio di occhiali gentili, l'altra, la corvina Pandolfi, che caccia gli occhi sui testimoni e sul computer.
Delle tre si dice che non capiscano nulla di calcio, ed effettivamente mentre si ricorda un gol di Serginho "sceso sulla fascia dopo un fallo non segnalato da Tombolini" la Casoria sorride. Chissà che non sia un bene se il gineceo togato ignora di pallone. Se sa di legge, basta e avanza.
Presenti tra gli imputati a quel che vedo nella jungla di teste e cappotti, solo l'arbitro De Santis in sciarpa turchese e in prima fila neanche fosse in tv Luciano Moggi, tirato per i capelli alla fine della testimonianza di Cellino a una dichiarazione spontanea il cui senso letterale è "sono l'imputato dei si dice" e poi la domanda "E' giustizia questa?"
arbitro massimo de santis 01 lap Saprà il tribunale rispondere a questa domanda, ed è ben posta? Qui si annida la vipera del dibattimento, e di tutto un pasticciaccio cui certamente il rito abbreviato non rende né giustizia né chiarezza.
Anche perché da sempre, dalla giustizia sportiva in poi del 2006 a caldo, all'udienza di ieri, una verità continua pur ad emergere, oltre le bugie, le simulazioni, i millantati crediti, le ritrattazioni e le omissioni di cui Massimo Cellino, da 18 anni padrone del Cagliari e di professione "presidente" (adr.), teste dell'accusa tradotto finalmente a Napoli con i carabinieri, ha riempito la sua deposizione: e cioè la verità oggettiva che prendere solo un pezzo del Lego di cui è fatto il calcio è quasi impossibile, e quindi è tutto il meccanismo che è a giudizio anche se oggi solo sotto le voci "Moggi, cupola, arbitri".
Il sistema è quello del puzzle, o dei vasi comunicanti. In questo senso le due testimonianze di ieri, appunto di Cellino e del maresciallo capo Nardone, assistente del capo-indagine tenente colonnello Attilio Auricchio ieri assente perché appena diventato padre (la Casoria: "Ma che impedimento è, mica avrà partorito lui..."), sono state sufficientemente rivelatrici.
Vediamo di coglierne il dettato, poi il senso almeno come appare a chi scrive, e infine il nesso tra tutto ciò. Si comincia dal maresciallo, teste dell'accusa, ad Auricchio toccherà il 9 febbraio. E' preziosa la sua testimonianza sulle schede, prima del Liechtenstein poi svizzere. Queste ultime, 9, sono state recuperate a Chiasso "informalmente". Teresa Casoria Senza rogatoria? Dunque tutte annullate? Oppure il commerciante che le "offre spontaneamente ai carabinieri" le rende giuridicamente valide? Vedremo.
Quando tocca a Cellino, casual nel suo dolce vita carta da zucchero, che sta per passare sei o sette brutti quarti d'ora tutti di seguito, l'atmosfera è "pronta". Il presidente Casoria gli dà spesso dell'esuberante mentre lo incalza il pm Capuano nelle contraddizioni tra ciò che ha dichiarato ai carabinieri in passato e ciò che sta dicendo in aula.
Quando poi lui si becchetta con qualche avvocato lei gli fa "uè, uè", e si fa chiamare più volte "signora" per non fargli perdere il filo. Un filo che Cellino intorcina e sgomitola più volte. Bergamo e Pairetto? Due gran signori, ma poi il sorteggio doveva essere truccato. La "mafia degli arbitri" risalente secondo i "si dice" a Moggi e alla Juve? Non si ricorda più bene, ma comunque al telefono intercettato l'ha ripetuto tante volte all'uomo di Carraro, Francesco Ghirelli, con Carraro prosciolto dal gup in questo processo.
E poi all'ufficio inchieste della Federcalcio. Se non intervengono loro, e non lo fanno mai, io che ci posso fare, è il tenore dell'omissivo, imbarazzato e riottoso Cellino.
Spettacolo leggermente deprimente per la morale: il potere non è forse di chi ce l'ha?
---------------------------------------
scritto da Farsopolata in seconda pagina? x bek non esiste. 26/12/2009 18:45
Salutoni
——–
14 dicembre 2009 –
Non avrà per caso pensato che mi sia arreso? Mi scuso per il ritardo ma per avere le prove di quello che scrivo, ho dovuto consultare il mio archivio(con poche voci), è in rete dove molte delle cose e casi che riguardano certi personaggi importanti, tengono a scomparire (tiene presente quell’articolo di Massimo Gramellini su La Stampa del 26/09/2006: La giostra gira ancora e la resa dei conti si avvicina…. Atto d’accusa a l’inter e moratti, fatta sparire dopo poche ore dalla publicazione? Forse, Massimo Gramellini lo aveva copiato dall’articolo di Maurizio Galdi publicato dalla Gazzetta dello Sport il 25/9/2006: De Santis-Inter, inchiesta Figc….., riiscritto in proprio e publicato a sua firma su La stampa con alcune aggiunte. Quella Stampa che per oltre 3 anni la redazione continua a negare di aver publicato. Ma io che ero un divoratore di giornali, specialmente quelli in cui avevano interessi gli Agnelli: La Stampa, Corriere della Sera e la Gazzetta degli infami "palumbo&cannavò, li ho copiaincollati nel mio archivio, quindi alla “Busiarda” hanno di che smentire…. La republica di Bocca (quello Vero-Giorgio!), man mano che vi si infitravano i terroristi veri, e i terroristi mediatici del suo (di fabrizio bocca) stampo, leggevo sempre di meno… fino al totale abbandono dei giorni nostri: che consulto solo previa segnalazione!
Segnalazione che in queste settimane mi è pervenuta per il suo(di maurizio bocca) articolo post Juventus Napoli di Coppa Italia(13//01/2010 ). Quel suo modo sadico di girare il coltello nella ferita per umiliare i Tifosi Juventini. Lei conclude con questo pezzo: La squalifica arriverà presto – su indicazione della tolleranza zero chiesta da Platini e Maroni – chiudendo quello “spicchio di inciviltà” per lungo tempo – dati anche i precedenti…… Allora ho voluto fare un passo indietro e cercare i suoi scritti sul “civile comportamento dei suoi (di fabrizio bocca) pari-tifosi-interisti con la speranza di trovare un suo di fabrizio bocca) articolo almeno sulle partite Messina-inter-Messina o inter-Napoli, è sono andato a cercare su la Republica della mia giovinezza…. la Republica di Via Po 12…niente Republica in Via Po, nè all’inizio è nè alla fine della via…sparita senza lasciare tracce! Allora ho fatto conversione su la famigerata “Republica di Segrate”(afferra il senso?) …ma non sono stato fortunato; dopo giorni e giorni di intense ricerche, alla voce: Fabrizio Bocca e i cori razzisti dei tifosi interisti… ZERO articoli… il massimo che ho trovato, un articolo senza firma (vigliacco!) del 1 aprile 2006 con questo titolo: L’Inter 2 travolge il Messina. Ancora cori razzisti contro Zoro. E’ sa quanto viene dedicato ai cori razzisti contro Zoro? copio incollo: Non abbiamo invece assolutamente apprezzato gli striscioni, i fischi, gli urli nei confronti di Zoro, dopo quello che era successo a Messina. - Che poi nella stessa curva sia apparso uno striscione per un saluto al povero Tommy, il bimbo di Parma rapito e ucciso(non poteva mancare il lacrimevole appiglio!), è un fatto che non cancella l’atteggiamento razzistico di alcuni ( ALCUNI. dice lui… republichino bugiardo!) tifosi nerazzurri.
Dei motorini volanti dagli spalti…niente; delle bombe addosso ai portieri delle squadre avversarie, niente; dei cori razzisti ai Napoletani niente(le rinfresco la memoria: inter napoli 6 ottobre 2008 – “Ciao Colerosi”, “Partenopei tubercolosi”, “Napoli fogna”: Lei non li considera razzisti (mi scusi, ma lei da quale fogna esce?)? Dei cori razzisti contro Zoro… spulciando nel mio archivio ecco cosa ho trovato?: Uno scosso Zoro A fine gara ha dichiarato: «Se fossi in loro mi vergognerei, mi hanno insultato per tutta la partita. Spero che la Fifa prenda dei provvedimenti, le norme antirazzismo varate di recente in questo senso sono molto chiare.(caro Zoro, ma a l’inter del petroliere corruttore non si applicano! aggiungo io…)». — Il presidente del Messina, Pietro Franza critica l’arbitro Rodomonti: «Speravo che facesse qualcosa, che interrompesse la partita come chiede il regolamento». —- Mentre Massimo Moratti difende a spada tratta i tifosi nerazzurri: «In questo caso il razzismo non c’ entra, è stata soltanto una manifestazione di stupidità da parte di un gruppo che pensa di essere stato ingiustamente danneggiato per quello che accadde nella gara di andata. Per questo motivo non temo assolutamente la squalifica del campo. Gli ultrà ce l’ avevano con la persona». — E’ il Meazza non venne squalificato, malgrado il Giudice Laudi passasse per tifoso Juventino! Buu, cori razzisti, parolacce e striscioni: «Noccioline e banane la paga dell’ infame». Per l’onesto signore che con i suoi petro euro, tutto e tutti compra(corruttore!!!). Logicamente anche l’asservito Maurizio Bocca… altrimenti come spiegare il servilismo verso un mentally handicap come massimo moratti? Oppure……
Oppure… mi torna in mente….. lei il 14 dicembre 2009 tra l’altro scrive: Tre anni e mezzo dopo c’è ancora chi non accetta – ingenuamente o subdolamente – questa realtà….. e poi – 1)-il progetto di rimettere in discussione ogni verità. – 2)-Un po’ perchè Calciopoli non era esistita, era una congiura, era una creazione paranoica di chi per anni era arrivato alle spalle della Juve. – 3)-un po’ perchè, dicevano e dicono ancora, “così facevano tutti”. – 4)-Se tutti non solo telefonassero ai designatori ma li circuissero e li riempissero di favori. – 5)-se tutti consegnassero telefonini segreti agli arbitri, se tutti mettessero i piedi nelle stanze dove si dirige il calcio per farci i propri comodi non sappiamo, – 6)-nessuna inchiesta giudiziaria recente, a parte questa, lo ha mai evidenziato – 7)- di sicuro,sappiamo che lo fecero Giraudo & C – 8)-Questo aveva detto la sentenza sportiva di tre anni e mezzo fa e questo ribadisce la sentenza penale oggi
1)-SI SBAGLIA! Noi Juventini abbiamo nel D.N.A. la mania di volere fortissimamente volere VERITA’ E’ GIUSTIZIA! Noi Juventini vogliamo pensare che i Giovanni e Umberto Agnelli, Leader della Juventus fossero Onesti, è li difendiamo fino a prova contraria. Se così non fosse, ci distanzieremmo da essi, è biasimandoli senza nessuna remora! Questo è quello che distingue i sostenitori delella Juventus dai sostenitori dell’inter, dei quali, lei è un benemerto “figuro”. I sostenitori dell’inter, atavici complessati, disonesti è disonesti intellettuali, amano trastullarsi nelle menzogne dei loro leaders, anche sapendo del loro delinquere, ne difendono gli atti criminale, lei (maurizio bocca) ne è un fulgido esempio. Mentre noi cerchiamo la verità attraverso un Tribunale Penale della REPUBLICA, lei è pagato, è si impegna per nascondere la verità è disinformare il lettore!
2)-lei si sbaglia ancora, quando dice che noi juventini crediamo che calciopoli non sia esistita perchè fu una congiura. Noi crediamo, è da quello che viene fuori dal processo di Napoli, che calciopoli è esistita, è fu veramente “una congiura”! Gli porto degli esempi, cominciando col fargli una domanda: è vero o no che la Juventus era del ramo Umberto Agnelli? Se si, ed è sì! Mi può dire perchè la “Famiglia Elkann” con una prova di forza gliel’ha scippata nel totale silenzio mediatico? Mi scusi, lei non può dirmelo perchè non sa o non vuole dirmelo perchè ha paura che le fanno fare…il “Volo del Bove”? Allora glielo dico io. Sul colpo di mano della Famiglia Elkann, le consiglio di leggere il Libro di Gigi Moncalvo: I lupi & gli agnelli…. . Sulla “Congiura” O ” Complotto cominciamo col dire che era in atto già dalla tarda primavera del 1998, ideata e iniziata dal direttore della Gazzetta dello Sport Candido Cannavò che sfruttando le esternazioni(allora abbastanza ingenue) di zeman prima(nel calcio ci sono troppe medicine), e l’inchiesta del Dr. Guariniello sul doping al giro d’Italia poi(il diabolico cannavò in qualità di direttore della gazzetta organizzatrice della corsa faceva da consigliere al pm di Torino). Cannavò nel frattempo aveva iniziato la congiura(o complotto) del Pirellone, attraverso Tronchetti, personalmente informato dell’attività di Moggi, è con la sua cupola mediatica – Franco Siddi presidente Fnsi, e Antonello Capone (il giornalista che presenziava ai sorteggi arbitrali) presidente Ussi continuava il processo diffamatorio della juventus e la demonizzazione di Moggi. Su Moggi Gazzetta e Corsera non ne sbagliavano una perchè Tronchetti era informato non solo dall’intercettatore Tavaroli, ma Anche dal generale Pollari. Ecco perchè dopo l’intervista rilasciata da Giraudo al suo collega Crosetti, è le continue dichiarazioni di Moggi: Stiamo lavorando per la terza stella, Tronchetti ha preso in mano la situazione. Ha messo in moto Luca di Montezemolo è, Guido Rossi che ha subito attivato Franzo Grande Stevens (Guido rossi già era ufficiosamente consigliere Ifil…ricorda?), Cannavò mandò da carraro un suo sicario a prendersi il faldone dell’inchiesta di Torino avuta dal Dottor Maddalena nell’autunno precedente (oppure la chiavetta del cassetto contenente il Faldone – di questo non sono certo). E’ cosi’ ebbe inizio la Gogna Mediatica. E’ lei mi dirà…. è la Republica, è l’Espresso? Ne parleremo nella prossima puntata tutta dedicata al complotto…Ricorda il processoGEA? Franco Baldini che nega di conoscere il “generalissimo Auricchio”? E’ il generalissimo incalzato dall’Avvocato di Moggi, dice il contrario?
3)-un po’ perchè, dicevano e dicono ancora, “così facevano tutti”? Infatti, così facevan tutti, ma con una differenza, è l’intercettazione dove Moggi e Bergamo comparano le loro griglie, parla chiaro! Non volendo farla troppo lunga tirando in ballo tutte le squadre, prendo in esame Juventus e inter: in 100 000 telefonate di Moggi intercettate, non ce ne una con un arbitro. Non ce ne una in cui chiede ai designatori favori o arbitri compiacenti, al processo penale di Napoli nessuno dei testi dell’accusa ha evidenziato illeciti o tentativo di illecito da L’uciano Moggi… Veniamo all’inter. L’arbitro Desantis in diretta Tv ha dichiarato che il presidente dell’inter facchetti gli faceva telefonate con richieste oltre le lineee (fatte sparire dalla GANG del corrotto Auricchio! Il retromarcia, pare sia un atto dovuto. Ne sapremo di più prossimamente, nel suo processo. Al processo penale di Napoli, sotto giuramento, l’arbitro Nucini ha dichiarato che il presidente dell’inter gli telefonava, che avevano un “settennale rapporto segreto”, SETTE ANNI!!! Che il presidente dell’inter facchetti gli aveva chiesto di fargli la spia con i suoi colleghi arbitri e con il mondo del calcio in generale, promettendogli un posto di lavoro a fine carriera arbitrale, e che lui(nucini) ogni settimana andava a fare rapporto nella sede dell’inter in via “durina”. Che facchetti gli chiese di preparargli un dossier sulla Juventus, che lui(nucini) preparò con ritagli di giornali: la Gazzetta dello Sport e la Republica. Che il presidente dell’inter facchetti in segreto, spesso lo invitava nel suo appartamento. Gianfelice facchetti in una intervista al Corriere dello Sport ha dichiarato: Mio padre faceva telefonate agli arbitri (eccone un paio sopravvissute all'insabbiamento di "auricchio & di laroni, scoperte dal Team difesa di Moggi - https://www.youtube.com/watch?v=ThY9CUkBJPs - https://www.youtube.com/watch?v=Okmc4Rnfb8Q ) come tutti i dirigenti, ma bisogna vedere cosa dicesse. Ne mio padre ne l’Inter hanno mai tramato contro qualcuno, Calciopoli è nata per caso, indagando scommesse clandestine>(escusatio non petita accusatio manifesta?).
———
M.M. «Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono».
https://www.youtube.com/watch?v=S9oHzzsh0Nw
M.M. «Sono loro che chiamano per sapere se tutto va bene».
(https://www.youtube.com/watch?v=ezJCMEaXR1Y)
M.M. «No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedevano delle opinioni.
moratti a bergamo le volevo telefonare io
(https://www.youtube.com/watch?v=lOuQOs-K344)
M.M. «Solo telefonate “normali” senza alcun interesse».
regalino
https://www.youtube.com/watch?v=rp0PhYrJsuA
Sig. Bocca, musica per le sue orecchie…
———-
4)-Se tutti non solo telefonassero ai designatori ma li circuissero e li riempissero di favori? Sig. Bocca lei ha proprio ragione, Ma a me i favori fatti da Moggi ai designatori sfuggono, se non quello in cui Pairetto chiede a Moggi se può intervenire per accelerare la consegna di una vettura per un suo amico… E’ come la mettiamo con gli Elettrostimolatori milionari (vecchie lire) regalati da Moratti (testimonianza dell’arbitro Cesari di Genova!)? Non crede che è molto più grave invitare Bergamo con moglie sul suo panfilo al largo di Viareggio e nella Villa di Forte dei Marmi? Oppure invitare il capoufficio inchieste della Figc nel suo palco al Teatro alla Scala per la Temporada lirica, dopo avergli mentito nell’interrogatorio!? Si potrebbe parlare anche delle “Tessere?” (non biglietti…tessere!)di facchetti a Pairetto.
5)-Patetico, quando dice: "se tutti consegnassero telefonini segreti agli arbitri, se tutti mettessero i piedi nelle stanze dove si dirige il calcio per farci i propri comodi. Nessuna inchiesta giudiziaria recente, a parte questa, lo ha mai evidenziato" – Telefonini agli arbitri? uominicchio di MALAFEDE! lei mente sapendo di mantire! Ma lei il processo penale di Napoli, non lo segue? Ma le deposizioni di Di Laroni, Maraca, Di Foggia e Zino le ha sentite? Non mi risulta che nelle stanze dove si dirige il calcio, Moggi mettesse i piedi o i piedi di un ex dirigente della Juventus . Ma risulta che i piedi e il sedere ce li mettesse Massimo Moratti…. e poi uscito lui ci ficcarono piedi e sedere di Sandro Mazzola… Semmai queste erano abitudini di Moratti. Come abitudini era di Moratti e facchetti di andare nello stanzino degli arbitri: il bugiardo patologico-petroliere prima della partita, è il presidente facchetti nell’interVALLO… che era severamente vietato… e poi gazzettari&republichini per fuorviare l’attenzione, accusavano Moggi! Mentre il DG Juventino era liggio al regolamento, è nello spogliatoio dell’arbitro ci andava quando era permesso: a fine partita!
6)-Come sarebbe: nessuna inchiesta giudiziaria recente, a parte questa, lo ha mai evidenziato. Cosa? Ma mi può dire quale inchiesta giudiziaria recente, è cosa ha evidenziato perchè a me sfugge. Quello che a me risulta, è quello che si evidenzia al processo di Napoli. Per esempio: Il presidente dell’inter Facchetti corrompeva gli arbitr (nucini), I PM di Napoli, l’ufficio indagini della Figc, cercano qualcuno che parli, ed ecco pentito. Un ex guardalinee accetta l’invito è spontaneamente si presenta al comando dei Carabinieri titolare dell’inchiesta in Via in Selci a Roma, ma il comandante Auricchio che lo interroga, appena sente il nome INTER, gli dice che non sono interessati all’inter, ma ad un’altra squadra….la Juventus…of course. Capito signor Bocca?
7)-di sicuro, sappiamo che lo fecero Giraudo & C. - Sicuro dice lei? Potrebbe essere più preciso su cosa sa con sicurezza, che fecero Giraudo & C, visto che lei si mostra molto sicuro di sapere? Mentre io malgrado mi sforzi, non riesco a captare?
8)-Questo aveva detto la sentenza sportiva di tre anni e mezzo fa e questo ribadisce la sentenza penale oggi. - Infatti, il giudice del “sistema”: Eduardo De Gregorio, “DOVENDO!” condannare (le ricordo che è lo stesso giudice dei rinvii a Giudizio!), è non avendo ne prove, è nè indizi di colpevolezza, si è dovuto aggrappare alle motivazioni della “ingiustizia sportiva! Non dimentichi nelle motivazione della condanna di Giraudo, addirittura, il gregoriano amico del “nero” morattiano, fa riferimento alla partita: Juventus sampodoria vinta dalla Juventus… Se non lo racconta al gregoriano della cricca BEATUCCI, le dico un segreto: la partita l’ha vinta la sampdoria 1-0.
Ha visto lo spettacolo del santo bevitore-protettore degli interTristi? Ma voi, con un padrone cafone, arrogante, bugiardo, corruttore e semideficiente, davvero non vi vergognate a dire che siete interisti… accidenti, bisogna proprio avere facce di bronzo. - Mi stia bene e a risentirci. 25 Gennaio 2010