sabato, settembre 29, 2012

Ecco le Prove che Massimo Moratti, E' un bugiardo, corruttore-disonesto.

Moratti «L'Inter non c'entra con lo scandalo Telecom Vieira espulso perche' ha cambiato maglia»
ROBERTO BECCANTINI,IL PATRON NERAZZURRO RIBADISCE LA FIDUCIA IN TRONCHETTIPROVERA: «UN AMICO VERO, GARANTISCO SULLA SUA ONESTA'»
(li mortacci sua! guarda chi garantisce! cazzo!!!)
GLI INTOCCABILI DI TRONCHETTOPOLI DEL PAESE DEI MORATTI
(di roberto beccantini: mai fa domande che possano mettere in buona luce la Juventus!)

Roberto Beccantini, Dottor Moratti, grande Inter all'Olimpico.
«Grande, sul serio. E ancora piu' grande se penso chi, e come, ha battuto: la Roma. Le mancava Taddei, ha perso Mancini: pedine cruciali. Noi, pero', siamo stati proprio bravi. Aggressivi, continui. Complimenti al mio Mancini. Formazione strana, ma perfetta. Zanetti piu' avanti: intuizione geniale. E il primo tempo di Crespo: straordinario».

E' un'altra Inter: e' gia' un altro calcio?
«Beh, un segnale l'ho colto. Vieira. La scorsa stagione, zero espulsioni in tutto il campionato. Oggi, gia' una dopo tre partite. E tre giornate di squalifica: le sembra normale? Dimenticavo: ha cambiato maglia».

Allude?
«Assolutamente si'. E ne prendo atto».

Allora avra' preso atto anche dello scandalo Telecom. Dossier illegali, spiati eccellenti. Telecom, cioe' Marco Tronchetti Provera...
«E' un amico, un amico vero. Gli sono molto vicino. L'Inter non e' l'unica passione che ci accomuna. Piena fiducia in lui e nei suoi metodi. Sull'onesta' e la buona fede di Marco garantisco io. Di piu': ci metto la mano sul fuoco».

Preoccupato dagli sviluppi delle indagini?
«In che senso, scusi?».

Nel senso che possa essere tirata in ballo l'Inter?
«No, nella maniera piu' categorica».

Eppure faceste pedinare l'arbitro De Santis.
«E' ormai un episodio di dominio pubblico. Le rispondo come risposi a Claudio Sabelli Fioretti: un tizio si offri' di farlo. Era in contatto con persone del ministero presso il quale aveva lavorato De Santis. Potevano offrirci delle informazioni. Risultato: zero su tutta la linea. E comunque, c'e' un'inchiesta in corso. Meglio attendere gli esiti».

La giustizia sportiva l'ha bastonato.
«Deduco che proprio visionari non fossimo».

Guido Rossi: perche', secondo lei, non ha voluto restare «solo» commissario?
«Bisognerebbe entrare nella sua testa, cosa che mi guardo bene dal fare. Rimango dell'idea che avrebbe potuto lavorare in Telecom senza abbandonare la Federazione».

E il conflitto di interessi?
«Per favore... C'e' conflitto e conflitto. Soprattutto, c'e' persona e persona».

Cosa mi dice del nuovo commissario, Luca Pancalli?
«Non ho il piacere di conoscerlo, ma lo ritengo un'ottima scelta. Chi riesce a trasformare la sofferenza in un valore, diventa fortissimo e impermeabile alle tentazioni. E lui ci e' riuscito».

Fra i suoi vice, ci sara' Gigi Riva.
«Ecco, lui si' che lo conosco. Capisco l'amarezza di Albertini, ma Riva e' un patrimonio. Serio, competente, fedele alle istituzioni. Anche qui, mano sul fuoco».

A proposito di istituzioni: tira aria di restaurazione, non trova?
«Eccome. Rossi era un picconatore. Dava fastidio. Da quello che leggo sui giornali e vedo in tv, premesso che la liberta' di opinione e' sacra, noto un ritorno di facce e pensieri obliqui e ambigui».

Bastera' la diga Pancalli?
«Se Petrucci lo aiuta, si'. Ultimamente si e' mosso bene».

Gli juventini non le perdonano lo sgarro dello scudetto a tavolino.
«Lei lo chiama sgarro? Vero, non lo abbiamo vinto sul campo. Ma non lo abbiamo vinto sul campo anche per tutto quello che ci facevano, o ci avevano fatto, fuori campo. Ripeto: sono altri che devono vergognarsi, non il sottoscritto».

State ereditando l'antipatia storica della Juventus.
«Dipende da cosa si intende per antipatia. E, in particolare, da chi arriva questa etichetta. Quando eravamo ''troppo'' simpatici, ci sghignazzavano dietro. Poi si e' visto che i giochi proprio limpidi non erano. Preferisco un'antipatia moderata, che sappia di rispetto, magari di invidia, ma non di soprusi».

Sia sincero: le manca la Juve?
«Diciamo cosi'. Mi manca una certa idea di Juventus che avevo coltivato da giovane e sono stato costretto a correggere da presidente. La Juventus di Giraudo e Moggi no, non mi manca affatto».

Cosa pensa dei nuovi dirigenti?
«Molto simpatici».

A Torino lo zoccolo duro dei tifosi la prendera' come una battuta, se non peggio.
«Non scherzo. Hanno ereditato una realta' sportivamente drammatica. E poi: altro stile».

Ce la faranno a tornare subito in A?
«Il livello della rosa non si discute. L'unico problema e' il cambio di mentalita'. La B e' una giungla. Ho intravisto spezzoni della partita di Crotone. Mi pare che Deschamps sia sulla buona strada, e la squadra lo segua».

A ottobre, fra parentesi, l'arbitrato del Coni sfumera' le penalizzazioni. Il solito inciucio all'italiana.
«Non me ne intendo, di arbitrati...».

E di inciuci?
«Sono il nostro pane quotidiano».

Guardi che tocchera' anche al Milan.
«Buon per lui. Il Milan e' forte di suo. D'accordo, aveva un calendario piu' agevole del nostro ma, paradossalmente, e' stato proprio l'handicap a cementarne la concentrazione. Se non sbaglio, finora ha sempre vinto».

Il boom del Palermo l'ha sorpresa?
«Zamparini sa di calcio. E Guidolin e' un fior di allenatore. Come faccio a essere sorpreso?».

Mancini condannato a vincere: parole sue.
«Non ho notizia di condannati ad arrivare secondi».

Le ultime sul caso Adriano?
«Nessun caso, tanto per cominciare. Con la Sampdoria, era entrato e aveva pure segnato. Lo stiamo recuperando psicologicamente. Se impara a cogliere gli attimi, e sabato li aveva colti, presto tornera' l'Adriano che mandava in delirio San Siro. C'e' un giocatore che vale il famoso prezzo del biglietto? «Ibrahimovic. Detesta l'ovvio: e cosa c'e' di piu' ovvio che trasformare un banalissimo rigore? Che numeri, pero'. Una pertica con il cuore e la fantasia dei vecchi campioni. Nello stesso tempo, ci sara' pure una ragione se Capello non lo sostituiva mai, e Mancini si e' subito adeguato. Tiene su la squadra, le da' respiro. Pazzo da legare, come l'Inter».

Vieira?
«Mi ha colpito la sua educazione. Sembra un guerriero, e' un signore».

Ibrahimovic, Vieira: 
ma allora Moggi se ne intende.
«Mai detto il contrario».
 A dare ascolto al dialogo di questa Telefonata: 
molto ambiguo il direttore, forse perche' Abbagliato dalle lusinghe del Corruttore Massimo, si ha la percezione, di remare contro  la Juventus. O la mia, forse , e' un'errata percezione?
                         
NEMICI? MA A CHE GIOCO GIOCANO? 
LA STAMPA.it  - 22-09-2006
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Franco Rossi: Moratti andava in giro con valigetta X corrompere gli arbitri

Cari nemici e amici,
recentemente Moratti ha detto che non sa se Mancini potrà tifare Inter: ne ho sentite tante di frasi volgari, ma questa le supera tutte. Mancini ha vinto sette trofei in una società nella quale, con Moratti presidente, nulla era stato vinto sino al suo arrivo, se non una Coppa Uefa sulla quale pesa il macigno di un arbitraggio (quello di Lione) che definire scandaloso è poco. Qualche tempo dopo quella partita circolavano voci inquietanti su una strana valigetta colma e ricolma di soldi, voci che lo stesso Moratti volle controllare. Si era sparsa la voce che l'Uefa avesse aperto un'inchiesta dietro la soffiata di una società italiana e Moratti diede incarico di verificare tale voce. All'epoca non imperava in casa Inter il "potere telefonico" emerso in maniera devastante qualche anno più tardi. Un potere che, casualmente, si è sempre ritorto a favore della società nerazzurra culminato con le ultime intercettazioni a Mancini, intercettazioni usate dall'Inter (in un comunicato stampa delirante) per sputtanare proprio l'allenatore. Moratti con i suoi allenatori ha avuto sempre rapporti conflittuali. Dopo una settimana dall'ingaggio di Simoni, voleva rompere il contratto per via di una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport nella quale Simoni diceva: "Avrei voluto Boghossian". Una settimana dopo essersi accordato con Lippi, prima ancora della presentazione ufficiale, incontrai il presidente dell'Inter all'uscita del ristorante Santa Lucia. Mi chiese cosa ne pensavo dell'ingaggio di Lippi e francamente gli risposi così: "Lei dopo l'arbitraggio di Ceccarini disse che la Juve vinceva grazie agli arbitri: allora perchè di quella squadra ha preso proprio l'allenatore che di meriti, sempre secondo le sue parole, ne aveva pochi? La replica di Moratti fu: "Si si, ha ragione , Lippi è un debole…". Il capitolo Zaccheroni è stato penoso con Facchetti che lo dichiarò confermatissimo quanto Moratti si era già accordato. E per non sputtanare Facchetti a Zaccheroni venne offerta una liquidazione da primato per dimettersi. Nel 2002 con Mancini allenatore Moratti si accordò con Capello. Moratti fu costretto, a causa di Calciopoli, a fare marcia indietro e mi raccontò cosa fece per tacitare Capello: "Ho mandato mio figlio in Svizzera e ha messo tutto a posto con grande intelligenza". Mancini è rimasto all'Inter vincendo ma sempre inviso a quasi tutta la società. Dopo un derby vinto 4-3 ma che poteva finire in goleada senza l'espulsione di Materazzi se la prese con Mancini dicendo a più persone, me compreso: "Quello là ha sbagliato i cambi anche stasera…". Nello scorso settembre Mourinho fu licenziato dal Chelsea e pochi giorni più tardi Moratti andò a Londra per contattarlo e accordarsi. Moratti non sa se Mancini potrà tifare Inter? Nemmeno senza valigette, accordi in Svizzera e intercettazioni? (23.08.2008 00.00)
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QUESTE SONO, SOLO ALCUNE, PROVE, CHE MASSIMO MORATTI E' UN DELINQUENTE CHE HA CORROTTO IL CORRUTTIBILE CAPOUFFICIO INDAGINI FRANCESCO SAVERIO BORRELLI
E IL CORRUTTIBILE PROCURATORE FEDERALE STEFANO PALAZZI!
DELINQUENTI!

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