CANDIDO CANNAVÒ: IL DIAVOLO FATTA PERSONA
Il triunvirato, e la Cupola Mediatica.
Un amico Juventino mi ha scritto, chiedendomi se avevo letto l'editoriale di Candido Cannavo sulla Gazzetta dello Sport, impostato sul Dr. Agricola-Doping, e mi chiede se secondo me, il Cannavò, è un moralista: Gli ho risposto No! Quella di Cannavò, non voleva/non vuole essere morale, ma soltanto uno degli ultimi tentativi di concludere l'opera cominciata da Gino Palumo a metà degli anni 70, e da Cannavò tenacemente proseguita: far male ai fratelli Agnelli! Sopratutto all'Avvocato, toccandolo in quello che gli era più caro: la JUVENTUS. Distruggerla se possibile!
Mi chiese, perchè questo desiderio di vendetta, da dove è nato? Ebbene, tutto e cominciò per uno sgarbo fatto a Gino Palumbo dall'avvocato Agnelli. Palumbo, aveva chiesto all'Avvocato un aiutino per Sport Sud. Il suo giornale che stava affogando nelle acque inquinate napoletane. Ma dall'avvocato, (il Piemontese e molto cortese ma se gli chiedi un favore ti manda a quel paese) non gli fu concesso. E come se non bastasse, nei mesi a venire gli negò sia un posto a La Stampa, sia una spintarella per arrivare a Tutto Sport. Cosa che gli chiuse le porte di Torino. Dove invece approdò l'altro Napoletano Antonio Ghirelli, è fu odio mortale!
Allora il buon Gino, tentò la via lombarda è con l'aiuto della camorra, tramite il figlio prediletto: "Peppunielle, alias l'avvocato del diavolo Peppino Prisco, Gino facce e luna ben presto arrivò a Milano (1966 corriere della sera). Ci vollero 10 anni, prima che gli consegnassero la Gazzetta, e fu in questi 15 anni assieme all'avvocato della Camorra prepararono la base per un grande potere.
Per avere l'aiuto della mafia chiamò con'sè Candido Cannavò che alla Gazzetta già lavorava, è così crearono un affiatato triunvirato che, con la protezione di Mafia e Camorra formarono una potentissima cupola mediatica. A Torino impiantò: Gian Paolo Ormezzano (GPO) a Tutto Sport, e Giovanni Arpino (ARP) a La Stampa; a Roma già c'erano i Caltagirone che preparavano il loro terreno con mazzette ed altri metodi (poco urbani!) per una parte di giornalisti, mentre i giornalisti della parte politica erano impegnati con i terroristi.
Al giornale di suo maggiore interesse, il "Corriere dello Sport" impiantò Mario Gismondi e Giorgio Tosatti (GIS e TOS); a Milano, al popolare Brera ormai alcoolizzato gli bastava che facessero la guerra a Torino nei programmi televisivi dove lui era presenza fissa, per non rendersi conto di cosa avesse intorno e non gli creava nessun problema. Mentre al Corsera impiantò il fedele Gianni de felice (GdF). Quel Gianni De Felice, che venne incaricato dell'affaire Lajolo-Chiodi-Petrini di Bologna-Juve(1-1). E alla Gazzetta il FIDO Candido Cannavò (CaCa) a fare le sue veci, per poi nell'83, passargli la direzione perchè, con Peppino Prisco era troppo occupato a corrompere e intimidire Giudici ed Editori per insabbiare il caso delle partite che i dirigenti e i giocatori dell'inter ...fixavano! Palumbo morì nel 1987, e Dr. Jekill Cannavò ebbe pieni poteri della cupola mediatica al servizio della Mafia.
Su quest'ennesimo, triste capitolo del calcio italiano, basterebbe chiedere all'ex giocatore dell'Inter Salvatore Bagni, oppure al giornalista (allora a il Giorno) Paolo Ziliani, autore con il collega Claudio Pea del libro: "non si fanno queste cose a cinque minuti dalla fine", libro-denucia di una delle tante partite combinate in quegli anni, da"dirigenti e giocatori dell'Inter"(Genoa-inter 2-3)
Sul giornalista Paolo Ziliani, dopo la scrittura di quel libro ci sarebbe da scrivere tutto un capitolo. Ma credo che bastano solo alcune note per descrivere il tarlo nel cervello, è nell'anima (qualora gliene sia rimasta una...) che la denuncia dell'inter in quel libro gli ha procurato.
Al tempo si diceva che l'avvocato Prisco, vera figura dominante nell'inter (dove cambiavano padroni e presidenti, ma come Cannavò alla Gazzetta: lui era sempre li!) gliela aveva giurata: "finirai nel lastrico! È così fu! A Paolo Ziliani nessuno dava lavoro... Si "diceva" che per poter tirare a campare, quel poveraccio aveva dovuto mandare la moglie a battere le redazioni dei giornali... Si "diceva" anche, che la povera signora Ziliani a forza di essere sbattuta su un malandato divano nella redazione della Gazzetta dello Sport, aveva fatto i calli alla schiena... fin quando il Grigio (il grigio: candido cannavò), per le preghiere dell'infelice signora Ziliani, preso da un moto di compassione lo raccomandò all'avvocato del diavolo e, incredibile ma vero, il "diabolico peppino" gli trovò lavoro... nientepopodimeno che, dal Piduista Silvio...A condizione però, che vita natural durante: avrebbe spalato merda e vomitato veleno sulla Juventus!
Peppino Prisco, curava le relazioni con la riservata camorra. Ma a Cannavò i "mamma santissima siciliani" gli chiesero di assumere altri impegni più importante per cosa nostra: fare da collante tra la Sicilia e Milano, cioè tra cosa nostra e la loggia massonica P2! Fare da corriere con il rampante "delfino di Licio Gelli", il giovane Berlusconi.
I BOSS Siciliani, per avere un diretto controllo dei loro affari, al piduista gli assegnarono un finto giardiniere per la villa di Arcore: il killer Vittorio Mangano. Gli incontri tra il Mangano e Cannavò avvenivano sempre in posti ben controllati lungo il naviglio, a volte Cannavò andava personalmente in sicilia, a volte incontrava emissari a Roma: sempre nell'hotel Salus a Piazza Indipendenza (un aneddoto raccontatomi da Oreste, nipote del padrone dell'Otel, e mio amico e` compagno di lavoro nel Mobilificio S.I.L.M.A. in Via di Pietralata -"poi mossa a Pomezia": Oreste mi disse che una volta senti` il Cannavò esprimere al "cumpari di turno arrivato dalla Sicilia", il desiderio di far saltare l'aereo proveniente dal giappone con a bordo Unberto Agnelli. Purtroppo non sono mai venuto a conoscenza di cosa le avesse fatto il Dr.Umberto Agnelli per volerlo morto, Oreste, questo non poteva saperlo. Logicamente la richiesta cadde nel vuoto perchè l'onorata società queste cose non le fa per i capricci di nessuno.
È risaputo che furono innumerevoli le cene del Dr. Cannavò con Berlusconi in Ville Private, ma anche in publici locali dove nessuno avrebbe sospettato loschi legami. Una volta preso possesso alla Gazzetta, si circondò di giornalisti fidati, tra questi Enrico Maida un piccoletto velenoso dal muso di pipistrello, il tipico fedelissimo sicario tagliagole, che per Cannavò avrebbe avvelenato la madre.
Maida, un fedelissimo, ma nevrotico che spesso dava segni d'insofferenza, perciò molto pericoloso e lo spedi` a Roma (tuttora lavora per i Caltagirone), e il fidatissimo Roberto Beccantini prelevato da Tuttosport. Si racconta che arrivato a Milano, con l'atavico modo di prendere in giro il prossimo: gentile di qua e gentile di la...fece girare i coglioni a un picciotto e questi come per magia tirò fuori uno sputa fuoco e glielo mise in bocca... Avrei voluto vedere l'occhialuto Felsineo strabuzzare gli occhi, tanto da andargli fuori delle orbite come quelle di un rospo. A Beccantini, "u dutturi" lo dominava, e gli era fedele come un cane! (beccantini, sposato, no figli...Homo?)
Manipolatore di prim'ordine, Beccantini è un bugiardo patologico, è nella congiura doping c'è dentro fino al collo. A sentire Maida, il Beccantini per infinocchiare gli Agnelli, si è coniato il titolo di "servo intelligente"! È per prendere l'Avvocato per i fondelli, gli bastava dire ogni tanto di essere tifoso Juventino dai tempi di Sivori. Spesso si sente dire, che l'Italia e il paese dei complotti, beh, io non so se l'Italia è il paese dei complotti, ma posso con certezza dire, che complotto lo è stato l'affaire Doping-Juventus! Per esempio, chi ha organizzato la farsa di zeman che accusa la Juventus di praticare il Doping, se non altri che Cannavò? Infatti, per saperlo, basterebbe chiederlo al perfido Roberto Beccantini, lui conosce tutti i dettagli perchè ne era parte! Beccantini era il trait dunion tra Cannavò e Guariniello!
È pur vero che tutto nacque per caso. Come casuale fu l'incontro a Messina tra Cannavò e Zeman, in quanto il direttore della Gazzetta era di ritorno da Capo Vaticato dove aveva presentato un premio letterario, e` Zeman era stato da alcuni amici dei tempi del Messina. Sulle frasi mozzicate dell'allenatore Boemo, immagino che "u dutturi" ebbe un orgasmo...è non crecendo alle proprie orecchie non si lascio scappare l'occasione! Prese la palla al balzo! Èfacendo sfoggio di tutto il genio di Dr. Jekill...creò il Siculo: Mr hyde! È come nella trama di un romanzo, il dottore vedeva scorrere davanti ai suoi occhi eventi immagginati e agognati per tanti anni....ed è immaginabile che dietro il sospiro liberatorio, tra se disse: finalmente!
Organizzò tutto nei minimi dettagli! È non tragga in inganno il fatto che Zeman rilasciò l'intervista all'Espresso e non alla Gazzetta, è la bomba la lanciò nel ritiro della Roma a Predazzo, perchè era tutto parte del preciso disegno, è non ci vuole un colpo di genio per capirlo! Sarebbe stato facile fare lo scoop alla gazzetta, ma sarebbe stato anche molto rischioso oltre che sciocco: si poteva infinocchiare l'ingenuo avvocato, ma non il Dottor Umberto!.
A Cannavò gli fu anche facile invogliare il PM Guariniello, il quale spesso gli aveva confidato che gli Agnelli lo trattavano con diffidenza, quasi come un meridionale di seconda classe; mai un invito ad uno dei loro ricevimenti o feste; e il diabolico Dr.Jekill quasi incredulo, di nuovo prese la palla al balzo. Siccome Guariniello indagava sul doping nel ciclismo e Cannavò collaborava con lui in qualità di direttore della gazzetta organizzatrice del giro d'Italia, si buttarono a capo fitto nella comune vendetta.
Nel complotto, ora comincia l'inserimento di Roberto Beccantini. Il bolognese venne ficcato a La Stampa da Cannavò per far venire un'ulcera a Gianni Agnelli... è miracolo di una mente diabolica, ha fatto un colpo grosso; ha preso due piccioni con una fava: fece venire un canchero a tutteddue fratelli. - CONTINUA -.
QUESTI LOSCHI FIGURI "prisco & palumo" GLI ALTRI MEMBRI DEL TRIUNVIRATO MERIDIONALE.
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