4 Maggio 2017
Galliani coinvolto in un'inchiesta sui diritti tv al telefono "Daro' una botta alla Juve arrogante!
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L’ex ad del Milan Adriano Galliani, secondo la Procura di Milano, avrebbe fatto parte col presidente del Genoa Enrico Preziosi e altre persone di «un’associazione a delinquere in grado di interporsi fin dal 2009 tra il mercato e le squadre di calcio, cui spettano» i profitti della «commercializzazione» dei diritti tv in Italia e all’estero,«per appropriarsi di una fetta consistente di questi». Il coinvolgimento di Galliani, allo stato non indagato, emerge dalla richiesta d’arresto per 2 ex manager di Infront, respinta dal gip. La richiesta di arresto dei manager Infront, il cui rigetto da parte del gip Manuela Accurso Tagano è stata impugnato dai pm di Milano Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, riguarda Riccardo Silva (il fondatore nel 2004 della MP & Silva), Marco Portareli e Giuseppe Ciocchetti, ex presidente ed ex direttore generale di Infront Italy, società advisor della Lega Calcio.
“Un’associazione a delinquere”
I tre, si legge nel capo di imputazione, avrebbero «costituito, organizzato e gestito una associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti, tra i quali turbativa d’asta (in relazione ai diritti tv per il mercato estero, ndr), autoriciclaggio, truffa aggravata, ostacolo alle funzioni di vigilanza, evasione fiscale e comunque tutti quei reati di volta in volta necessari per governare i processi di sfruttamento dei diritti audiovisivi derivanti dal gioco del calcio, con l’impossessamento di denaro che avrebbe dovuto, in un corretto regime concorrenziale, entrare nelle casse della Lega Calcio e quindi, pro quota, nelle casse delle società che vi aderiscono».
Coinvolto anche Preziosi
Tale associazione per i pm «ha operato dal 2009 fino a tutto il 2015» e sarebbe stata costituita anche da Preziosi, Andrea Locatelli, ex manager Infront e altri, e si sarebbe giovata «del ruolo fondamentale svolto» dalla «società nominata advisor della Lega Calcio di serie A dal gennaio 2009 fino ad oggi». «Ricopre un ruolo importante nella realtà associativa - scrivono i pm - il rapporto tra Bogarelli e Galliani, dirigente del Milan Calcio e vice presidente della Lega». Secondo una informativa della Gdf, riportata nella richiesta, risultano diverse telefonate intercettate che «rivelano l’esistenza di “rapporti e interessi comuni”» tra Bogarelli da un lato e Galliani e Preziosi dall’altro. «Emerge in particolare - annotano i pm - la condivisione di strategie comuni...che coinvolgono il mondo del calcio. Non risulterebbero derivare esclusivamente dalla rivalità sportiva, bensì dal perseguimento di interessi economici e dalla loro tutela’». A questo proposito nell’atto si parla di due conversazioni tra Galliani e Bogarelli che «stigmatizzano il presidente della Juventus, Agnelli».
“A Juve arrogante darò botta”
Non hanno usato troppi giri di parole l’ex ad del Milan Adriano Galliani e l’ex manager di Infront Marco Bogarelli per descrivere il comportamento del presidente della Juventus Andrea Agnelli, che hanno bollato con epiteti poco cortesi. Infatti da una intercettazione del 13 marzo 2015, riportata nella richiesta di arresto - poi respinta dal gip - della Procura di Milano nei confronti dello stesso Bogarelli e di altre due persone, il primo riferendosi al numero uno della squadra bianconera dice: «(?)Oltre ad essere un imbecille, per altro è? Cioè non è che è un genio? Non lo so, poi va in Germania a sputtanare la Lega?io adesso gli scrivo, basta, non si può avere, tutti che sputano sul calcio italiano, come si va a vendere??». E Galliani: «Eh, sì (...) io, voglio dire, io ho dichiarato... qualcuno se mi chiede mi richiamo a quello che avevo detto quando hanno fatto quell’attacco famoso... l’arroganza è cosa della Juventus che ad essa non sa sfuggire... commento che io ho fatto, voglio dire, loro bisogna darli... perché il signor Agnelli prende 100 milioni dalla Lega Calcio». Poco più avanti Bogarelli afferma: «dai un’accelerata». Dall’ altra parte l’ex presidente rossonero: «solo sarà bene che risponda qualcun altro perché io, voglio dire, io la botta gliela do, io voglio star concentrato, la botta sarà nella ripartizione dei diritti televisivi, lì gli darò la botta... adesso chiamo Enrico che dice sempre che bisogna parlare con Agnelli». E ancora Galliani: «adesso faccio un po’ di casino». Bogarelli: «eh, bravo». Galliani: «fai un po’ di casino anche tu».
Galliani: “Sereno, non sono indagato”
«Sono caduto dalle nuvole, quando ho visto la notizia ho sentito il mio avvocato, Niccolò Ghedini. Mi ha confermato che non sono indagato e mi ha detto di stare sereno e tranquillo». Così l’ex ad del Milan, Adriano Galliani ha commentato la ricostruzione dei pm di Milano che indagano sui diritti tv, secondo cui sarebbe coinvolto in «un’associazione a delinquere». «Le intercettazioni? Ero vicepresidente di Lega, era normale che parlassi con l’advisor», ha replicato Galliani. --------------------------------
I BANDITI PROTETTI DAL SISTEMA MAFIOSO, SI DIVIDONO LA TORTA!
L’ordine della Lega calcio era chiaro: salvare il soldato Riccardo Silva. A ogni costo. Anche se “ha pisciato fuori dal vaso” come dice l’ex direttore generale di Infront, Giuseppe Ciocchetti.
Dalle indagini della Guardia di Finanza sulla lobby del pallone emergono altri dettagli inquietanti come quello che riguarda la cessione dei diritti tv per i siti di scommesse online: un prodotto che la Serie A non aveva commercializzato, ma che Silva aveva comunque ceduto. Con il benestare dell’advisor Infront.
A dimostrazione che la massimizzazione del ritorno per le squadre italiane non è mai stato il vero obiettivo dei consulenti della Serie A. Per gli imprenditori era importante guadagnare il più possibile, anche a costo di non seguire le regole del gioco.
“I soldi alla Lega sono sprecati” dice nelle intercettazioni l’avvocato di Infront, Antonio D’Addio secondo cui darli alla Juve sarebbe ancora peggio, meglio quindi “spenderli con Infront” che – almeno in teoria – dovrebbe aiutare il calcio a crescere e guadagnare di più.
Per questo quando all’inizio del 2015 la Juventus chiede conto della vendita da parte di Silva di un diritto sul quale non ha titolo, l’ordine impartito da Bruno Ghirardi, avvocato della Lega di Serie A, non lascia spazio ad alcun dubbio: “Se Riccardo ha fatto così bisogna coprirlo” dice all’ex direttore generale di Infront.
D’altra parte Silva, grazie alla liquidità accumulata all’estero, teneva in piedi diverse squadre nell’orbita Infront garantendo quando necessario iniezioni di capitale per coprire i buchi di bilancio, come nel caso eclatante del Genoa di Enrico Preziosi.
La difesa del soldato Silva è quindi fondamentale per non far crollare il castello costruito dalla lobby di Galliani-Bogarelli: sulla vendita dei diritti per le scommesse “temo che la Juve abbia ragione – scrive Ghirardi a Ciocchetti – se mi chiami concordiamo come gestirla perché ci vuole molta testa”.
Tramite il suo avvocato Sergio Spagnolo, però, Silva respinge ogni accusa ritenendole insussistenti e confida in una rapida richiesta di archiviazione dell’indagine a suo carico.
Il problema scoppia dopo l’inizio del campionato 2014-2015, quando la Juventus inizia a protestare perché su internet una serie di siti per le scommesse online utilizzano i diritti della Serie A senza averne il diritto. A confezionare le immagini del campionato italiano è l’inglese Perform che ha acquistato da Silva i diritti che lui ha comprato dalla Lega.
L’accordo tra Silva e Perform risale al triennio 2012-2015 e lo stesso imprenditore al telefono con Ciocchetti ammette che “la Serie A in teoria non ci sarebbe, ma non c’era scritto che è esclusa”.
In sostanza, facendo finta di nulla, Silva vendeva all’estero anche diritti di cui non era titolare: “In questi tre anni – dice – quando ci sono stati un paio di episodi del genere (di società che si lamentavano o chiedevano lumi, ndr) praticamente avevo sospeso per un mesetto, poi si erano placate le acque e avevo ripreso. E su questo Perform e i suoi clienti sono tranquilli”.
Come a dire che tutte le parti coinvolte fossero consapevoli di muoversi lungo un campo minato.O quanto meno ai limiti della legittimità.Mettere a punto la difesa di Silva è quindi cruciale per difendere l’intero sistema di potere creatosi all’interno della Lega.
Da parte sua Silva vorrebbe presentarsi al comitato diritti tv del 24 marzo 2015 dicendo che “probabilmente ci sono stati forse dei test e dentro potrebbe essere finita qualche immagine della Serie A”, nell’attesa che la stessa Lega decidesse poi di autorizzare la commercializzazione di quegli stessi diritti. Cosa che poi per l’estero avviene con il bando di gara 2015-2018 e lo stesso Silva dice: “Tra qualche mesi ce li avrò”.
L’avvocato della Lega, però, è di parere diverso e insiste sul fatto che Silva abbia venduto qualcosa che non aveva, quindi dovrà dire che “non ha venduto niente” facendo ricadere le colpe su Perform e spiegando che “quando la Lega me l’ha detto, io sono immediatamente intervenuto”.
Insomma anche il legale che avrebbe dovuto garantire l’interesse della Serie A, mostra più preoccupazione nel proteggere Silva che i suoi clienti.
Sul fatto che si tratti, ancora una volta, di difendere l’indifendibile ne è consapevole anche l’avvocato di Infront, Antonio D’Addio, secondo cui sarà difficile avere “una linea comune intelligente”, perché tra l’altro “conoscendo la vera verità faccio anche più fatica”.
Ovviamente grazie al controllo che Marco Bogarelli esercitava sulla Lega attraverso Adriano Galliani, il soldato Silva è salvo anche perché è proprio Bogarelli a dirgli quale dovrà essere la sua difesa: “Può darsi che qualche test sia stato fatto, ma è anche quello che mi ha permesso di fare un’offerta da 200 milioni”.
A completare il quadro, poi, a novembre del 2015, un anno dopo l’assegnazione dei diritti tv dove fu volutamente favorita Mediaset ai danni di Sky, vennero messi a trattativa privata le trasmissioni per i siti di scommesse online in Italia: tra gli aggiudicatari ci fu proprio la Perform che adesso li distribuisce su tutto il nostro territorio. A danno delle televisioni e dei loro abbonati.
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