Abbiamo invidiato il modello Barca/Cantera/TikiTaka (anche se avevano Neymar e Suarez e un Luis Enrique prima flop in A e poi sull’orlo dell’esonero dopo i primi mesi con Messi);
Abbiamo invidiato poi il modello Real/Galacticos/CR7/Zidane (anche se il Real veniva da 10 anni senza Champions, con lo stesso modello).
Poi è arrivata l’invidia per il modello Klopp-Liverpool perché “la vinci solo con un Grande Allenatore” (che cozza però con l’esperienza europea di Pep finora al Bayern e al City), modello sconfessato da Flick che ha vinto tutto in 18 mesi.
In mezzo i “disastri” della dirigenza Juventina (modello decennale per i media in altri Paesi e per i tifosi di Real, Barca e della altre di volta in volta battute, prima di cadere sul più bello).
Due banalità sul modello Bayern.
Il Bayern è IL club solido per eccellenza: fatturato enorme, tradizione, ambiente, competenza stellare, contesto florido, sistema calcio anni luce più avanti del nostro, dominio sul mercato interno. In questi anni, dopo la vittoria con Heynckes, i bavaresi hanno preso (ad es.), Lewandovski (Hummels) o Goretzka e Sané a parametro zero o a prezzi bassi, con ingaggi dai 10 ai 15 milioni e fatto investimenti super-redditizi su giovani come Coman, Gnabry, Davies e cannibalizzando il mercato tedesco.
Ma, sempre in questi anni, ha preso Pavard a 40 milioni, Hernandez a 80, Tolisso a 45 o la meteora Renato Sanches a 60 (bonus inclusi). Fino a 18 mesi fa l’esperienza Bayern era fallimentare in Champions con i 4 anni seminali di Guardiola mai oltre le semifinali e gli anni mediocri di Ancelotti e Kovac. La Bild parlava di vecchia guarda logora, acquisti inutili e strapagati e giocatori sempre rotti con l’errore di non aver preso gli eredi dei vari Robben, Ribery, Lahm e Schweinsteiger.
Col cambio allenatore in corsa (solo 13 mesi fa) i “vecchi” hanno svoltato (Neuer, Lewa, Muller, Kimmich), i “nuovi” hanno trovato continuità fisica esplodendo (Coman, Gnabry, Davies, Goretzka). Quando hai basi solidissime non solo ti rialzi, ma voli.
Un fatturato da 700 milioni puri (senza plusvalenze e player trading) ti consente di reggere a qualsiasi errore sul mercato o sulla scelta dell’allenatore e di riprendere a marciare, anzi asfaltare tutti.
Al contrario, se -come la Juve- hai un fatturato base da 450 milioni (più ogni anno i 100 di plusvalenze obbligate), se sbagli 2-3 acquisti sbandi, se sbagli l’allenatore ti areni. Sei costretto a vendere pezzi utili e non colmare lacune in cui sei scoperto.
Se avessimo avuto negli ultimi anni il fatturato Bayern (non il miliardo di Real, Barca o United né i budget infiniti -in barba al fair play- di City e PSG), in un sistema ricco avremmo potuto trattenere i rimpianti Pogba, Vidal e Coman (o egregi sostituiti) e non avremmo sacrificato Cancelo, Kean, Spinazzola, Can, aggiungendo comunque i Ronaldo, de Ligt, Chiesa e Arthur, senza ricorrere a cessioni per fare plus o a parametri zero. Col lusso di poter sbagliare.
Avremmo avuto meno “remore” nel dare quei milioni per Verratti dieci anni fa o per Haland 12 mesi fa. Se avessimo avuto la tacita “accettazione” del dominio interno che ha il Bayern avremmo fatto razzia dei vari Donnarumma, Zaniolo e Barella e avremmo un decennio in più di Squadre B e dei suoi frutti.
In sintesi, inutile invidiare il “Modello Bayern” se le basi e il contesto sono totalmente diversi.
In assoluto –difficile, lo so– quando “invidiamo” le altre e diciamo “Vedi? Così si fa!”, dobbiamo guardare al lungo periodo e pensare che in questi 10 anni di Presidenza Agnelli, la Juve è passata da:
– Dal 45° posto al 4° posto nel ranking UEFA,
– Da due 7° posti a 9 scudetti e 18 trofei (e le 2 coltellate delle finali Champions),
– Dal rifiuto di Di Natale al SI di Ronaldo e de Ligt
– Da 150 a 450 milioni di fatturato fisso (più quei 100 milioni da plus obbligate nel tentativo di competere contro club dai 700 milioni di fatturato in su…)
– Da una A che fatturava nel 2006 come Liga e Premier e più di Bundesliga ad una A che fattura la metà dei tornei ricchi e genera diritti TV inferiori anche a quelli di Ligue 1,
La Juve ha fatto tutto questo in un sistema in cui biglietti e abbonamenti costano la metà di quelli di Premier (in uno stadio con la metà della capienza delle big europee), in un Paese in cui il merchandising tarocco eccede quello ufficiale e in un mondo in cui la A è totalmente trascurata all’estero. Gap di visibilità e strategie di marketing di lungo termine che la Juve ha colmato con l’acquisto di Ronaldo.
Infine, nonostante tutto questo, la Juve ha avuto comunque anche la più alta percentuale di rivalutazione del valore di mercato degli acquisti fatti nell’ultimo decennio tra le big (se si escludono società prettamente venditrici come Porto e Dortmund).
Quindi è solo invidia per chi ce l’ha più grosso, il fatturato? Come un tifoso romanista o napolista qualsiasi? Forse, con la differenza che la Juve ha vinto tutto quello che poteva vincere e ha combattuto, con trionfi e sconfitte cocenti in Europa col 12° fatturato, arrivando ad un passo dal tetto del mondo. Come se il Torino (12° fatturato in A) combattesse sempre per la zona Champions…
In realtà non invidio il budget infinito degli sceicchi, non invidio le ricche proprietà straniere (che scappano appena si accorgono dei debiti), non invidio la cultura dei “giovani” (senza i vecchi Neuer, Lewa e Muller cosa sarebbe il Bayern? Quanti anni hanno de Ligt, Demiral, Kulusevski, Chiesa, Bentancur?) e posso anche invidiare il Grande Allenatore di ManCity e Liverpool (ma senza i 3 miliardi spesi dal City o i 500 milioni spesi dal Liverpool?), però alla fine Flick ha fatto meglio di loro.
Io invidio a Liverpool e Bayern solo due cose:
1. Il sistema calcio in cui agiscono, sperando arrivi presto il momento di far parte tutti di un “nuovo” sistema calcio chiamato SuperLeague;
2. Il fatto di aver beccato in finale un Tottenham con Kane acciaccato o un PSG con Kehrer, Kimpembe, Paredes, Herrera e Choupo-Moting e non Messi-Suarez-Neymar-Xavi-Iniesta o Ramos-Kroos-Modric-Bale-Benzema-Cristiano come capitato a noi.
Nessun commento:
Posta un commento