mercoledì, dicembre 07, 2005

CHI PARTE PER PALERMO E NON VA A MONREALE, PARTE CRISTIANO E TORNA ANILALE!

Allora sabato vai a palermo? Ricorda, ogni Siciliano si deve ricordare che, chi parte per Palermo e non va a monreale, parte cristiano e torna animale. Ho letto il tuo sfogo settimanale, quando devi prendere un cattivo esempio affondi le mani nella Juventus, in tanti anni, non hai, mai una volta usato il milan, eppure e chiaramente il giardino del male; per esempio hai sentito il dovere di dire a chi legge, che le riserve del milan, hanno stravinto malgrado il lo scarto BUGIARDO e del golletto subito immeritatamente, ti sara`mica scappata una lacrimina? Scommetto che gli spettacolari ricami di fantasia, sullo Splendido(?) prato di S. Siro, ti ricordano i ricami e merletti della nonna; altro che quei gobbi nerboruti. E poi l'immancabile Sassolino: ti sei detto, ora faccio un dispetto al picciotto Siracusano e per cattivo esempio hai usato il campione del mondo Siciliano (Claudio Gentile nato in Libia). Ti sei guardato bene di non toccare quel malvivente di franco baresi; colui che ha fatto dei suoi piedi, la"Storia delle Entrate criminali"! Vedo che, anche se ancora non ha dato motivo di essere attaccato, hai gia` preso di mira lo svedese (Ibrahimovic)... tu servo intelligente non puoi non puoi usare come esempio negativo il delinquente Gattuso, Ambrosini o Stam, su questi bisogna usare il...SILENZIO! Specialmente ora che Catania e` diventa la tua meta preferita, ci vai tanto spesso che se anche ne avessi, i dubbi spariscono . Non credo che sei il tipo che spende una fortuna in antiquariato, ma se in caso...per qualcosa di abbordabile vai in via Tintori. Ma se pensi che andando li scopri chi sono ti sbagli. Ti piace come scrivo? Ciao la spediro` al mio ritorno.
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Intanto, prima di chiudere voglio farti una domanda: 
"Cosa ne pensi delle illazioni e speculazioni del su Republica,"tuo emulo-antijuventino": "maurizio crosetti" sull'addio di Giraudo e Moggi per pascoli piu' verdi - nel vasto prato Meneghino di inter & Milan?  Ecco l'articolo del tuo giovane collega carrierante della diffamazione della Juventus.

LA JUVE DEL FUTURO GIRAUDO HA CHIESTO DI ANDARE VIA
TORINO - L' uomo che ha cambiato il calcio italiano ha deciso di cambiare. 
Dopo undici anni bianconeri, sei scudetti e otto coppe, Antonio Giraudo ha chiesto alla proprietà della Juventus di non essere confermato nel ruolo di amministratore delegato, in scadenza il prossimo 30 giugno. Ha scelto lui ed è stata una richiesta semplice e chiarissima. 

Il tutto è avvenuto nel corso di un recente colloquio - dei cui particolari siamo venuti a conoscenza - fra l' amministratore delegato della Juve e gli alti vertici del gruppo. Si tratta della prima mossa della partita sul futuro juventino, e potrebbe essere quella decisiva. Giraudo probabilmente lascerà il mondo del calcio per tornare al settore immobiliare in cui cominciò la sua avventura di manager nel gruppo Fiat, accanto a Umberto Agnelli. 

Potrebbe lavorare con Silvio Berlusconi, che non l' ha chiamato al Milan (impossibile, per Giraudo e Moggi, accettare) ma che intende offrirgli il ruolo di immobiliarista principe del suo impero, ora che all' orizzonte sono state individuate importanti operazioni di "real estate" in Russia, grazie anche agli ottimi rapporti tra Berlusconi e Putin. E Giraudo ci sta pensando. Il primo indizio. 

Un rilancio da parte degli Agnelli non è da escludere (impensabile, invece, che la famiglia lasci la Juve dopo 83 anni), e il dottor Giraudo ne terrebbe conto. Per riconoscenza e per storia personale, anche se dopo la scomparsa di Umberto Agnelli non è stato confermato nel CdA della Stampa: un indizio, e lui ci teneva. Il rilancio potrebbe riguardare incarichi immobiliari, però Giraudo è più tentato da un' iniziativa personale: se non dovesse accettare le offerte di Berlusconi potrebbe mettersi in proprio, oppure attendere che gli venga affidata l' organizzazione degli Europei 2012 che tra un anno verranno con ogni probabilità assegnati all' Italia. 

L' ipotesi istituzionale regge, ma ogni scenario appare comunque lontano dalla Juventus. Un nuovo presidente. Di questi movimenti non si stanno occupando né Luca di Montezemolo né Marchionne. Oggi la Fiat gioca in altri stadi, e il presidente Montezemolo si limita a dire: «La Juve è grande, sempre». Gli Agnelli, attraverso Gianluigi Gabetti, azionista di controllo del club (la Juventus appartiene all' Ifi), stanno sondando il terreno e hanno deciso di affidare la presidenza a un giovane della famiglia. Probabilmente John Elkann, già vice presidente della Fiat, destinato a ricevere l' eredità dell' Avvocato, anche se non è esclusa l' ipotesi di Andrea Agnelli, figlio di Umberto, più defilato. Arriva il francese. 

Il ruolo di amministratore delegato, dunque di successore di Giraudo, dovrebbe ricadere su Jean-Claude Blanc, già nel consiglio di amministrazione bianconero dove si muove sottovoce: arriva alle riunioni, ascolta, tace, saluta gentilmente e se ne va. Blanc è un esperto organizzatore di eventi sportivi, dal Roland Garros al Tour, e ha partecipato all' allestimento delle Olimpiadi invernali di Albertville. 

Ma prima che Giraudo esprimesse al gruppo il proprio desiderio di non essere confermato e prima che il gruppo decidesse per la nuova strategia, si era pensato di anticipare la mossa contattando addirittura Michel Platini, juventino di chiarissima fama. Platini si è detto lusingato dall' offerta, ma l' ha rifiutata. In questo momento, la sua vera ambizione è arrivare alla presidenza dell' Uefa (gennaio 2007, l' avversario sarà Beckenbauer). 
Moratti vuole Moggi. 
Molto più incerto il futuro di Luciano Moggi, che Giraudo portò alla Juventus a dispetto dei santi, nel momento più difficile e chiacchierato di tutta la carriera di Lucianone. è sempre sulla breccia, ha 68 anni ma non è stanco di pallone, però è chiaro che anche il suo ciclo torinese è arrivato quasi alla fine. Gli Agnelli gli chiederanno di restare ancora un po' (ha un contratto di dipendente a tempo indeterminato, mentre quello del vice presidente Bettega scadrà nel 2007), e di continuare a costruire la squadra. 

Ma esistono grandi offerte da parte di Milan e Inter, e Moratti avrebbe voluto con sé anche Giraudo, proprio come Berlusconi. L' unica cosa certa è che Moggi non lascerà il calcio, dunque non seguirà il suo attuale amministratore delegato e meno che mai entrerà in politica: lui sì che potrebbe eventualmente diventare berlusconiano, però in senso milanista, sebbene la corte di Massimo Moratti sia assai più insistente e duri ormai da molti anni. Il presidente dell' Inter ha capito che se prima o poi vuol vedere uno scudetto, non può fare a meno di Luciano Moggi. Questo dovrebbe essere l' epilogo della storia. Il bilancio del dottore. 

Entro il mese di febbraio ogni decisione verrà presa, anche se Giraudo in privato sta già stilando consuntivi. è orgoglioso dei tre scudetti in più dell' amico Galliani, del progetto stadio (150 milioni di euro), delle sponsorizzazioni multinazionali (184,5 milioni di euro da Sky, 12 milioni da Mediaset per tre anni, 24 milioni a stagione da Tamoil per i prossimi dieci anni), del conto economico annuale che sta per tornare attivo, del nuovo centro di allenamento di Vinovo, pronto a gennaio (20 milioni), dei tre migliori allenatori italiani passati da Torino in questi anni (Lippi, Ancelotti, Capello) e di una squadra che per un po' andrà avanti da sola: una soddisfazione supplementare, i nove juventini tra i 50 candidati per il Pallone d' Oro. 

Agli amici, Giraudo ha detto di essere molto fiducioso anche sulla sentenza d' appello per la vicenda doping. Ma la cosa che in assoluto lo rende più soddisfatto è quello che in termine tecnico si chiama "vantaggio competitivo": ovvero il margine strategico conquistato sugli scenari principali, ad esempio lo stadio di proprietà o i contratti pubblicitari, e che oggi distanzia Milan e Inter dalla Juventus. 

Le dimissioni rientrate. 
La frase rivelatrice sull' addio di Antonio Giraudo l' ha appena pronunciata Franzo Grande Stevens, presidente bianconero: «A proposito del rinnovo contrattuale, occorrerà vedere anche la disponibilità degli interessati». Sarebbe stato assurdo che gli Agnelli e la Fiat, impegnati su ben altri terreni, volessero smontare un meccanismo come la Juve che funziona da solo, vince e si autofinanzia. 

La mossa di Giraudo, che alcuni mesi fa aveva già offerto le proprie dimissioni dopo le pesanti esternazioni di Lapo Elkann, rientrate su richiesta di Montezemolo, li ha spiazzati, ma l' uomo di fiducia di Umberto Agnelli vuole diventare finalmente il padrone di se stesso, tentando esperienze internazionali in Russia, oppure in Cina o Brasile. Tra un anno ne compirà sessanta: e a quell' età la pensione, come ha appena spiegato il suo amico Berlusconi, è davvero lontanissima. 
Maurizio Crosetti - 8 novembre 2005 
Don Beccantini, si ricordi, chi parte per Palermo e non va a monreale, parte cristiano e torna animale

Inviato, da Salvadore.  (turiddu baciamo le mani don beccantini)

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