IL COMPLOTTO DI TUTTOSPORT GIANCARLO PADOVAN
E' innegabile che il titolo pubblicato ieri in prima pagina da Tuttosport (Pulita solo la Juve) abbia provocato le reazioni più disparate. Da quelle - biliose e viscerali - degli anti-juventini, a quelle compiaciute di chi, a parte la fede calcistica, riconosceva la validità delle argomentazioni. Le notizie di oggi, però, confermano almeno tre punti del nostro precedente ragionamento. Punto 1: lo scudetto postumo all’Inter è un abuso di cui, tra gli altri, ha piena coscienza anche Marco Materazzi, campione del mondo e interista. Punto 2: Pierluigi Collina è stato deferito dal procuratore arbitrale Marcello Cardona per i contatti proibiti, tessuti con Leonardo Meani, l’addetto agli arbitri del Milan. Punto 3: Massimo Moratti, attraverso La Gazzetta dello Sport, ha gridato al complotto mediatico contro l’Inter sotto processo. Ma quale complotto può essere stato ordito se i due quotidiani principali del Paese - Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport - hanno soffocato la notizia per giorni e ancor oggi la trattano con una circospezione imbarazzante? Pensate che, martedì mattina, il quotidiano diretto da Paolo Mieli ha preferito richiamare in prima pagina l'apertura dell'inchiesta sul campionato, a sèguito delle denunce dell'arbitro Mazzoleni, piuttosto che l'affare Moratti-Telecom.Guardi dottor Moratti, le cose stanno così: fino a domenica settembre, quando Tuttosport - solo e unico quotidiano (sportivo e non) - uscì con un titolo a tutta pagina sulle spie e un editoriale intitolato « Telecom: scandalo Internazionale», nessuno, dico nessuno, aveva collegato l'Inter a Telecom. Anzi, tutti si guardavano bene dal farlo, altro che complotto mediatico. Il silenzio l'abbiamo rotto noi. A parte il coraggio, che non manca, siamo tutti formidabili lettori. E lei, caro dottor Moratti, in una intervista rilasciata a Roberto Beccantini, solo due giorni prima, aveva ribadito a La Stampa che De Santis era stato controllato e che, però, l’Inter non c’entrava nulla con le spiate di Telecom. Purtroppo, da quel che dicono gli atti dell’inchiesta milanese e, soprattutto, da quanto afferma Tavaroli, l’Inter c’entra e lei c’entra addirittura in prima persona. Ove mai, come ha già fatto, volesse acrobaticamente smentire se stesso (o i colleghi giornalisti Beccantini e Claudio Sabelli Fioretti ai quali, invece, io credo), non sarebbe comunque più sufficiente. Da adesso bisogna contestare la testimonianza di Tavaroli.Ma torniamo alla Juve e al nostro titolo di prima pagina. Perché la Juve è pulita? Perché, prima di essere condannata, si è mondata, ha accettato le colpe, ha reciso qualsiasi cordone ombelicale con il passato, è ripartita dalla serie B, sta espiando completamente. Nessun altro ha fatto repulisti, nessun altro ha cambiato, nessuno pensa di cambiare. Nemmeno Moratti che, da accusato, si comporta come un accusatore, al pari di tutti gli imputati di Calciopoli. No, nemmeno Moratti cambierà visto che ancor oggi ha tra i suoi tesserati un dirigente ( Gabriele Oriali) e un giocatore (Alvaro Recoba) i quali ad aprile hanno patteggiato la pena per i reati di ricettazione e falsificazione di timbri e documenti (passaporto contraffatto). E il Milan? Cosa dicono al Milan adesso che l'Aia vuole squalificare l'ex arbitro migliore del mondo un po troppo contiguo a Meani dipendente del signor Galliani? Forse che il complotto mediatico sta ormai stritolando la Milano del calcio. Certo. E dietro le quinte un Grande Vecchio. Ha sessantun anni e si chiama Tuttosport.
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