mercoledì, luglio 12, 2006

Didì.......BIEN VENU CHEZ NOUS ........

DESCHAMPS, SCUSATE IL RITARDO
L'ex centrocampista francese nominato ieri nuovo allenatore della Juventus: «Felice di essere tornato: la squadra dovrà assomigliarmi e dare tutto in campo». Nel nuovo staff il preparatore Pintus. Conferma per il vice Corradini. Rampulla allenerà i portieri e spazio a Ferrara.
Una breve interru­zione dopo qualche ora di confronto serrato e blindato. Una pausa veloce per dettare alle agenzie, subito dopo la chiusura della Borsa, uno scarno comunicato. Quello dell’ufficializzazione di Di­dier Deschamps alla guida tecnica. « La Juventus annun­cia di aver siglato un accordo biennale, fino al 30 giugno 2008, con Didier Deschamps, che sarà quindi il nuovo alle­natore bianconero » . Stop. E poi di nuovo in riunione, assieme al francese, per sti­lare un primo programma or­ganizzativo, per definire nei dettagli la politica di mercato e dare finalmente un orienta­mento alla Juventus che ri­nasce. Giornata importante e simbolica per il presidente Giovanni Cobolli Gigli, l’am­ministratore delegato Jean­ Claude Blanc e il direttore sportivo Alessio Secco. Ci siamo. Dopo la rifonda­zione dirigenziale, è partita ufficialmente anche la ri­strutturazione tecnica. Con la scelta che più di tutte era nell’aria, cioè l’investitura dell’ex mediano di Marcello Lippi, premiato proprio per la conoscenza dell’ambiente, per la statura internaziona­le, per l’entusiasmo e i valori tecnici e caratteriali. Alla fine il suo identikit è stato quello più vicino al profilo tracciato dal Cda bianconero nel gior­no dell’insediamento, quasi un mese prima. Una scelta ponderatissima, fino all’ulti­mo secondo, a dimostrazione dei dubbi e delle incertezze dovuti anche alla spada di Damocle di una sentenza sportiva che condiziona tutti i pensieri e le idee in bianco­nero. Ma alla fine, il fatto che la decisione abbia privilegiato lo juventino Deschamps ri­spetto all’ex milanista Rober­to Donadoni, significa che il club ha riposto piena fiducia in questo tecnico giovane, tutto da verificare nel cam­pionato italiano e ancor più, eventualmente, in quello ca­detto. Significa che la stima in Deschamps va oltre gli eventi in arrivo. E questo è già un punto di partenza. Il francese-ex campione del mondo che arriva curio­samente all’indomani di Ita­lia-Francia e che trova in so­cietà il connazionale Blanc ­ ha dunque firmato un con­tratto biennale. Il minimo per avere tempo di sistemare le questioni pratiche e poi ri­mettere in piedi la squadra. Più avanti si vedrà. La Juve adesso vive di solo presente, al massimo può ispirarsi al passato. Il futuro è una que­stione più difficile da gover­nare. Didier ci prova. Ma in­tanto le vicende in evoluzione hanno consigliato i dirigenti a posticipare la presentazio­ne del tecnico. Doveva anda­re in scena oggi, rappresen­terà invece il momento clou del primo giorno di ritiro, in­torno alle 16 ad Acqui Terme, un appuntamento altrimenti povero di grandi protagonisti mediatici. Dopo l’annuncio, il club ha distillato il primo Descham­ps pensiero: « In questo mo­mento provo una grande feli­cità. Sono molto fiero di tor­nare qui, a Torino, per alle­nare una squadra come la Ju­ventus » . Ed ecco che cosa i tifosi devono attendersi dal­l’ex mediano che già quando giocava si sentiva allenatore in campo: « Sono legato alla storia della Juventus come giocatore e i tifosi mi ricorda­no per come ero in campo; magari concedevo poco allo spettacolo, ma davo sempre il massimo, fino alla fine. La squadra dovrà avere questa stessa mentalità: crederci sempre, sino in fondo. E per riuscirci avremo bisogno del supporto di tutti » . Più carat­tere che bel gioco, per ora, perché c’è bisogno di grande concretezza. Con Didì, che è rientrato a Montecarlo per preparare la valigia, ci sarà il preparatore atletico Antonio Pintus: un ritorno, ma anche uno specialista già con De­schamps al Monaco. La conti­nuità ( tecnica) con il passato recente sarà rappresentata da Giancarlo Corradini, vice di Didì dopo esserlo stato di Capello. E poi è previsto un nuovo ruolo, da preparatore dei portieri, per Michelangelo Rampulla che nel frattempo ha tenuto i contatti con i tifo­si. Infine è prevista una mag­giore visibilità, non solo lega­ta al settore giovanile, per Ci­ro Ferrara, già definito da Cobolli Gigli « grande comuni­catore » e quindi una risorsa da utilizzare per un’immagi­ne da ricostruire. Primo mat­tone già piazzato. L’ESSENZIALE della vita. « Semplicità, lavoro, rettitudi­ne » . Didier Deschamps è così, uno che segue la sua filosofia terrena che è poi la forza sup­plementare, la marcia in più di chi si sente attaccato alle proprie radici. Didì il basco dei Pirenei. Prima basco, poi francese. La famiglia gli ha lasciato in eredità le basi per diventare quello che è, ap­punto uno semplice, gran la­voratore, dai sani principi. Lo dimostra da subito, sul cam­po di Bayonne dove il picco­letto si distingue per preco­cità e determinazione. Un guerriero in miniatura, so­prattutto con la palla ovale però. Sì, rugbista come da tradizione di casa Descham­ps, con papà Pierre già terza linea del Biarritz Olympique. Ma il primo regalo degno di ricordo è un... trattore. Con­tadino dello sport, il ragazzo, all’aria aperta, amante della caccia come il genitore che manca la sua nascita proprio perché impegnato in una bat­tuta. Poi, Didì diventa un eroe della famiglia: a 14 anni sceglie il calcio definitiva­mente, a Nantes cresce in ogni senso e comincia la sca­lata al mondo che conta. Marsiglia, Juventus, le Coppe da collezionare in serie, il Mondiale e l’Europeo con i galletti. Trionfi ovunque, an­che in Inghilterra. E poi la carriera da allenatore, perché sul rettangolo verde già co­mandava, non fine di piede ma con un cuore grande così, leader con ruolo da gregario. Il Monaco, con lui sulla pan­china, arriva alla finalissima di Champions, battuto da Jo­sé lo spocchioso Mourinho, al­lora al Porto. L’illusione Juve bussa alla porta - due anni fa -, quando invece tocca a Fa­bio Capello prendere il testi­mone da Marcello Lippi. E siccome la storia è ciclica, ec­co il cerchio che si chiude. « Rispetto a quando ero giova­ne - annota il trentasettenne ­ sono cambiati solo i capelli » . Il resto è come prima: ru­spante, orgoglioso, fiero e con un angelo che da lassù lo se­gue con amorevole attenzio­ne. E’ il fratello grande Phi­lippe, compagno di mille par­tite, che se n’è andato, morto in un incidente aereo tra Bruxelles e Bordeaux. Man­cavano tre giorni al Natale e da allora - Didì è appena maggiorenne - il simbolo di festa dibenta in realtà la vit­toria della tristezza, sino al­la nascita di Dylan ( il 14 maggio 1996, in zona Cham­pions), l’erede che riporta al­legria, anche se la ferita re­sta aperta nell’anima. Ieri, oggi, domani. Una vita da battaglia e le soddisfazioni professionali non mancano; il carisma c’è, le qualità an­che. Suole dividere la carrie­ra in tranche, monsieur De­schamps il metodico. ( da Tuttosport)
Didì.......BIEN VENU CHEZ NOUS ....(F M I )

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