Dal Bilderberd alla Bocconi all'Aspen Istitute i 100 000 Dossier fanno di lui il Boss indiscusso del FU bel paese
27 maggio 2010 Roma-Palazzo Valentini incontro tra il Corruttore massimo e i Corrotti Narducci & Auricchio che l'Associazione a Delinquere Mediatica copri' sotto un Manto di Silenzio!
I fratelli Scarsi: Corruttore-Massimo & Corrotto Giancarlo fratello del Massone Luigi Abete
Attenti pero', perche il Presidente Andrea Agnelli e l'Avvocato Michele Briamone hanno pronesso: «Non ci fermiamo! La Juve continuerà a perseguire chi ha sbagliato anche quando non ricoprirà più le cariche attuali. Faremo danno a chi ci ha creato danno»
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GLI INFAMI RESTANO IMPUNITI ANCHE DI QUESTI GRAVISSIMI ILLECITI
Altrimenti come spiegarsi che il Colonnello Auricchio titolare dell'inchiesta calciopoli (della quale si e' venuti a sapre che egli, d'accordo con il PM Narducci "Ha Nascosto" le intercettazioni delle telefonate del padrone e del presidente dell'inter, perchè il compito della GANG di carabinieri, era, come ora dimostrato, di indagare solo su Moggi e la Juventus! Addirittura, non accettando neanche pentiti che avessero da testimoniare contro le malefatte di Moratti e Facchetti! Perchè, a sentire il "Teste Rosario Coppola", all'Auricchio non interessavano cose che non riguardassero la Juventus!
E' il corruttore padrone dell'inter che durante tutto il dibattito se ne sta seduto spalla a spalla con il Corrotto Capo dei carabinieri titolare della pseudo-inchiesta, quello che ha nascosto le compromettenti intercettazioni delle telefonate illecite sue (di moratti) e di facchetti! E' fa impressione il modo in cui i due hanno parlato in modo fitto e cordiale, dando la Chiara Impressione di essere legati da vincoli solidi...
Ma quello che più fa specie, è l'improvvisa presenza di Massimo Moratti, un miliardario che, ad un avvenimento per invito si presenta come un intruso, perchè invitato non fu! Sto parlando dello stesso Massimo Moratti, teste della difesa di un processo che lo vede "esternamente" coinvolto, che se ne va con il Publico Ministero dello stesso processo, quindi l'accusa....è lui teste della difesa se ne sta per 7 lunghi minuti chiuso in un ascensore - (https://www.youtube.com/watch?v=QsW_vxpqbnk - video con solo l'entrata e poi uscita dopo 7 minuti) - con il PM che lo dovrà controinterrogare, come si fa a non credere che siamo di fronte ad un "Corruttore e un corrotto?! Sono lunghi sette minuti...quante cose si possono dire in sette minuti....!
Altro che spiegarli con il parlare contorto di Massimo Moratti! Che Giuseppe Narducci, Massimo Moratti e il colonnello Auricchio sono legati da interessi loschi e occulti è una cosa che tantissimi sospettano. Ma più che sospetti direi certezze! Incredibile che la stampa di regime (RCS: Corsera-Gazzetta il cui Maggiore zionista è, il Padrone della Juventus: joh elkann!) vuole nascondere che Massimo Moratti è piombato a Palazzo Valentini per chiedere ad Auricchio quante intercettazioni sue e di facchetti aveva ascoltato e la gravità dei contenuti! E' a quale prezzo l'accordo per non dare o ritardare la consegna delle intercettazioni alla Figc, ad evitare all'altro corrotto di Professine: Stefano Palazzi di andare a Napoli e prenderle personalmente come fece Borrelli (allora fuorilegge!!!) per fare partire Farsopoli nel 2006, ci avrebbe pensato la banda Tronchetti...come puntualmente e avvenuto?!
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La conferma, viene anche dalle dichiarazioni di Giancarlo Abete:
Il 2 Luglio: «Chiederemo tutte le intercettazioni, a prescindere da quelle che entreranno nel processo di Napoli. - http://www.tuttosport.com/3/227/2010/07/02-75082/Abete%3A+%C2%ABFigc+acquisir%C3%A0+tutte+le+intercettazioni+di+Calciopoli%C2%BB - Sono emerse ulteriori intercettazioni negli ultimi mesi, io stesso ne sono stato oggetto e non ho intenzione di rimanere passivo. La Figc si è costituita parte civile ed è importante che acquisisca tutti i documenti e li dia alla procura, abbiamo interesse a verificare tutto».
Il 4 agosto: «Non siamo riusciti a sapere quanto bisogna pagare per entrare in possesso di tutte le intercettazioni di Calciopoli emerse nel Processo di Napoli. - http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/calciopoli/2010/08/04-79085/Calciopoli,+Abete%3A+%C2%ABStupiti+di+non+avere+le+intercettazioni%C2%BB - Nonostante il pressing restiamo stupiti dal fatto di non averle ancora a disposizione. Come le hanno avute le parti, vorremo averle anche noi anche perché ci siamo mossi un mese fa»
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Presidente Abete, Ma a chi pensa di darla a Bere? Ai media di Regime? Al popolino pecora? Buon per lei che (al contrario di come da anni cerca di dipingerlo la cupola mediatica) il Popolo juventino è un Popolo civile. Che, fino a prova contraria, al contrario di altre tifoserie, non fa barricate d'avanti alla sede della Federcalcio, non uccide dentro e fuori lo stadio, non fa atti di vandalismo d'avanti a studi televisivi per impedire di parlare a chi ne avesse voglia (nucini?), e non lancia motorini dalle tribune dello stadio! Forse lei non può capirlo (trattandosi di fratello scarso!), ma il Popolo Juventino e abbastanza intelligente per capire come stanno le cose, è con chi lei sta! Infatti malgrado sotto la sua presidenza, il calcio Italiano abbia raggiunto il punto più basso della sua storia....la tengono inchiodata alla poltrona...Cui Prodest avrebbe chiesto Enzo Biagi!
PS. Solo per essere presente nelle intercettazioni con telefonate compromettenti (aiutare la Fiorentina), e per altre silenziate e insabbiate dalla cupola mediatica, o fatta passare come avvenuta il giorno dopo (telefonata notturna di moratti dopo inter-sampdori vietata dal nuovo codice di comportamento redatto sotto la sua presidenza!), se in italia operava una stampa libera e indipendente, avrebbe dovuto chiedere la sua testa! Invece se ne sta li a fare la figura dello zimbello dei poteri milanesi, coperto dall'omertoso silenzio mediatico. Vergogna!
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Ma Come rileva l'Avvocato Botti, Legale del VicePresidente Mazzini: «Il medesimo Abete graziato dal processo nonostante una deposizione testimoniale che solo la bontà dei pm poteva chiudersi in questa sede. Una verginità che aveva resistito all’indagine, nonostante i suoi sviamenti.».
Ecco l'importanza del di essere fratello scarso, di un importante Banchiere Massone (Luigi Abete), che occupa una poltrona nello stesso tavolo di John Elkann (padrone della Juventus!) del CDA della Loggia: Aspen Istitute.
I SICARI DELLA LOGGIA ASPEN ISTITUTE, SERVI DEI PADRONI DEL MONDO!
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L'IMPUNITO MINUS HABBEN-CORRUTTORE con IL SUO PROTETTORE
UNA VERGOGNA ITALIANA
Il caso Milito-Motta e l’amicizia Mourinho-Benquerenca:
altri due casi che hanno favorito l’Inter
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L'inter e stata accusata di illeciti non solo durante Calciopoli, ma anche successivamente.
Dunque, l’Inter è stata accusata di azioni illecite, salvo poi uscirne indenne come sempre. Esempio il caso “Milito-Motta”. Sul caso, ecco un pezzo di Tuttosport che analizza, fondandosi sul regolamento e citando nei tratti relativi alla vicenda, datato 8 giugno 2010.
Palazzi ha deferito in queste ore con l’invio della chiamata in udienza (metà luglio la Disciplinare?) di Massimo Moratti ed Enrico Preziosi, con Inter e Genoa per responsabilità diretta, per la famigerata vicenda della cessione di Motta e Milito (ma anche di pezzi di Bonucci, Acquafresca, Viviano) il 21 maggio del 2009. Par condicio perché è vietato trattare con il Preziosi, «inibito in via definitiva» direttamente, come da lui candidamente ammesso su vari organi di stampa (ma anche agli uomini della Procura federale quando li interrogarono) proprio dal presidente genoano inibito per cinque anni con richiesta di radiazione (la stessa che incombe su Moggi e Giraudo). Ebbene l’articolo 10 del codice di giustizia partorito proprio dopo Calciopoli vide anche l’ex ds della Juve, Secco, squalificato per un mese per aver trattato Criscito con lo stesso Preziosi, vieta i rapporti e i contatti d’affari con i paria della squalifica. Non solo, addirittura, pregiudica gli effetti di quei contratti sottoscritti tra un presidente nel pieno delle sue funzioni (Moratti, in questo caso) e uno che non può partecipare attivamente a trattative (Preziosi, nell’estate del 2009). Contratti nulli, sarebbero, a rigore di regolamento quelli sottoscritti per cedere l’uomo del Destino nerazzurro, Diego Milito autore dei gol decisivi per scudetto, Coppa Italia e anche Champions League. Nulli i trasferimenti di Motta e tutti gli altri del maxi -affare dell’anno 2009. Preziosi avrebbe, secondo le indiscrezioni, confermato a Palazzi. «Abbiamo trovato l’ accordo per la cessione di Milito e Thiago Motta all’ Inter – disse – . Ci siamo privati di due pedine importanti. Mi sono incontrato a colazione con il presidente Moratti e abbiamo raggiunto l’accordo», disse dopo l’incontro al Palazzo Saras, Preziosi. La vigorosa stretta di mano per il codice non vale quanto la firma (apposta con tutta probabilità da chi era titolato a farlo), ma l’articolo 10 del codice recita al secondo capoverso: «È fatto divieto, nello svolgimento di attività (di compravendita, ndr), di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto».
Il tempo.it:
Un nuovo caso di giustizia sportiva rischia di scuotere il calcio italiano. Difficile prevedere conseguenze clamorose, ma farà discutere. E pure tanto: ci sono di mezzo l’Inter e il suo giocatore più decisivo, Diego Milito, il clamore viene da sé. I fatti: il presidente nerazzurro è stato deferito il 31 maggio scorso dal procuratore federale Stefano Palazzi per presunte irregolarità nella trattativa con il Genoa per gli acquisti di Milito e Thiago Motta realizzati nell’estate 2009, quando il numero uno dei rossoblù era inibito con tanto di richiesta di preclusione in seguito per gli illeciti amministrativi del periodo 2003/04. L’articolo 10 della giustizia sportiva – aggiornato dopo Calciopoli – vieta rapporti e affari con i soggetti sotto squalifica. Così, come i Menarini (proprietari del Bologna) e il ds dell’Arezzo Ceravolo non potevano trattare con Moggi (e per questo sono stati deferiti), lo stesso comportamento irregolare viene contestato all’Inter, deferita insieme al Genoa e a Moratti per responsabilità oggettiva. Anche gli effetti dei trasferimenti concordati tra un presidente in piena carica e uno che non può partecipare a trattative in modo attivo verrebbero annullati.
Tradotto: Milito e Motta non avrebbero potuto giocare con l’Inter, così come gli altri giocatori coinvolti nella maxi-trattativa. La Disciplinare dovrebbe ascoltare i protagonisti a metà luglio. Una dichiarazione di Preziosi risalente a quel periodo rafforza la tesi accusatoria di Palazzi: «Mi sono incontrato con il presidente Moratti a colazione e – raccontò il presidente dei liguri – abbiamo raggiunto l’accordo». Cosa rischiano i nerazzurri? L’articolo 17, al comma 8, specifica che «alla società che fa partecipare a gare calciatori ai quali, per effetto di irregolarità imputabile alla stessa società, la FIGC abbia successivamente revocato il tesseramento, è applicata la penalizzazione di un punto in classifica per ciascuna gara cui abbiano partecipato i predetti calciatori». Siccome Milito ha giocato 35 gare (Motta 26) nell’ultimo campionato, se venisse riconosciuta la colpevolezza e applicata la norma, l’Inter perderebbe 35 punti in classifica e consegnerebbe lo scudetto alla Roma. Tutti da valutare, poi, gli effetti sulle competizioni europee.
Uno scenario clamoroso ma è assai improbabile che si realizzi: si va verso una squalifica ai protagonisti e multe alle società. La giurisprudenza in materia tranquillizza le società nerazzurra e rossoblù. Per i professionisti (vedi sentenza della Commissione tesseramenti su Giacomo Galli del 2002) gli effetti dell’Articolo 10 sono «ex nunc», quindi la nullità degli atti scatterebbe dalla sentenza sportiva in poi e non avrebbe effetto sul campionato precedente A Trigoria, ovviamente, seguono la vicenda con grande interesse. Ma senza intervenire: al momento non è previsto alcun intervento legale della Roma. Si aspetta che la giustizia sportiva faccia il suo corso, senza illudersi che uno scudetto possa piovere dal cielo.
Dunque la penalizzazione in punti era la pena prevista senza nessun tipo di valutazione soggettiva. Non si sarebbe dunque potuto parlare di punizione severa o di parte, perchè il regolamento parla chiaro. L’Inter avrebbe dovuto consegnare lo scudetto 2009/2010 (l’unico che, secondo le classifiche senza errori arbitrali redatte dall’Osservatorio sugli errori arbitrali nel calcio, l’Inter aveva vinto meritatamente dal 2007) alla Roma e i tesserini di Milito e Motta sarebbero passati alla Federazione, che li avrebbe poi venduti al migliore offerente. La UEFA avrebbe poi dovuto valutare le conseguenze da apportare nelle sue competizioni (nel caso dell’Inter per la Champions League) con un probabile ritiro del titolo e una riassegnazione alla finalista di quell’anno, ossia al Bayern Monaco (sconfitto in finale dai nerazzurri proprio grazie a Milito). Una valutazione di questo genere sarebbe stata fatta probabilmente anche per la Coppa Italia (Inter in finale con la Roma). Anche il “triplete” dunque è stato ottenuto dalla società di Massimo Moratti solo grazie alla “clemenza” della giustizia sportiva.
Altro “caso” che fa sorgere più di un dubbio sui successi dell’Inter (in questo caso sulla conquista della Champions 2009-2010) è quello relativo a Benquerença. La scelta dell’UEFA di fargli arbitrare l’andata della semifinale tra Inter e Barcellona risulta quanto meno discutibile ma a rendere questa “stranezza” un vero e proprio caso sono le rivalzioni di Sport.es, che riporto di seguito (l’articolo è stato citato da laroma24.it, dal quale l’ho ripreso)
La designazione di Olegario Benquerença per la direzione di Inter-Barça non potrebbe essere più sospetta. A comprovare la sua direzione tendenziosa a favore del club italiano tutti i pezzi si stanno incastrando in un incredibile montaggio che rende incomprensibile la scelta di far arbitrare l’incontro ad un amico di Jose Mourinho.
Il rapporto tra Mourinho e Olegario e’ iniziato dieci anni fa. I due si incontrarono a Leiria, dove il tecnico ha iniziato la sua carriera come allenatore e dove l’arbitro risiede. Anche COM Ràdio ha rivelato nel programma “Que as dinat?” che erano stati insieme nel ristorante “O Menino”.
In Portogallo hanno inoltre affermato ieri che Mourinho e Olegario e avevano abitudini simili. Era abitudine che frequentassero gli stessi ristoranti. ‘Mou’ in quel momento aveva un rapporto con Elsa Sousa, come rivelato da ‘The Sun’, e la coppia frequentava gli stessi locali dell’arbitro.
Benquerença non si dedica esclusivamente all’arbitraggio, ma è anche venditore di assicurazioni. La sua carriera è decollata in gran parte grazie ai suoi ottimi rapporti con la FIFA. Solo per la loro influenza si può presumere che sarà uno dei funzionari designati per la prossima Coppa del Mondo.
Olegario è famoso nel suo paese per essere particolarmente polemico e, in particolare, è legato uno dei più grandi pasticci degli ultimi tempi in una classica tra Benfica e Porto. Fu nel 2004, quando non concesse un gol ai primi dopo un errore di Vitor Baia con la palla che aveva superato la linea. È interessante notare che Mourinho era l’allenatore di Porto, che aveva beneficiato della sua decisione. A seguito di tale decisione e di altre, Benquerença è conosciuto nel suo paese come ‘O Larápio’, che significa ladro in portoghese.
Tutte queste circostanze non sono state considerate dall’UEFA, quando è stato identificato come l’arbitro ideale per dirigere l’incontro tra italiani e catalani. La presenza di Mourinho di per sè ha sollevato sospetti, ma questi si sono decisamente ampliati dopo che la sua prestazione è stata così negativa per il Barca.
Per chi non lo ricordi la prestazione dell’arbitro portoghese fu considerata scadente a causa dell’assegnazione del gol del 3 a 1 (siglato da Milito, che partì in fuorigioco) e la successiva decisione di assegnare un rigore al Barcellona per fallo di Sneijder su Daniel Alves. Ricordo che entrambi gli episodi furono decisivi per la qualificazione dell’Inter, in quanto il Barcellona s’impose in casa per 1 a 0 e dunque, se avesse perso all’andata per 2 a 1 (senza il gol di Milito) o per 3 a 2 (con un gol su rigore per il fallo di Sneijder), avrebbe conquistato l’accesso alla finale il virtù delle reti segnate fuori casa (una o due contro nessuna dell’Inter). Ricordo anche che l’UEFA, anche dopo la pubblicazione di quest’articolo, non smentì nè commento queste indiscrezioni riguardo Mourinho e l’arbitro Benquerença nè i due interessati si preoccuparono di farlo.
L'inter e stata accusata di illeciti non solo durante Calciopoli, ma anche successivamente.
Dunque, l’Inter è stata accusata di azioni illecite, salvo poi uscirne indenne come sempre. Esempio il caso “Milito-Motta”. Sul caso, ecco un pezzo di Tuttosport che analizza, fondandosi sul regolamento e citando nei tratti relativi alla vicenda, datato 8 giugno 2010.
Palazzi ha deferito in queste ore con l’invio della chiamata in udienza (metà luglio la Disciplinare?) di Massimo Moratti ed Enrico Preziosi, con Inter e Genoa per responsabilità diretta, per la famigerata vicenda della cessione di Motta e Milito (ma anche di pezzi di Bonucci, Acquafresca, Viviano) il 21 maggio del 2009. Par condicio perché è vietato trattare con il Preziosi, «inibito in via definitiva» direttamente, come da lui candidamente ammesso su vari organi di stampa (ma anche agli uomini della Procura federale quando li interrogarono) proprio dal presidente genoano inibito per cinque anni con richiesta di radiazione (la stessa che incombe su Moggi e Giraudo). Ebbene l’articolo 10 del codice di giustizia partorito proprio dopo Calciopoli vide anche l’ex ds della Juve, Secco, squalificato per un mese per aver trattato Criscito con lo stesso Preziosi, vieta i rapporti e i contatti d’affari con i paria della squalifica. Non solo, addirittura, pregiudica gli effetti di quei contratti sottoscritti tra un presidente nel pieno delle sue funzioni (Moratti, in questo caso) e uno che non può partecipare attivamente a trattative (Preziosi, nell’estate del 2009). Contratti nulli, sarebbero, a rigore di regolamento quelli sottoscritti per cedere l’uomo del Destino nerazzurro, Diego Milito autore dei gol decisivi per scudetto, Coppa Italia e anche Champions League. Nulli i trasferimenti di Motta e tutti gli altri del maxi -affare dell’anno 2009. Preziosi avrebbe, secondo le indiscrezioni, confermato a Palazzi. «Abbiamo trovato l’ accordo per la cessione di Milito e Thiago Motta all’ Inter – disse – . Ci siamo privati di due pedine importanti. Mi sono incontrato a colazione con il presidente Moratti e abbiamo raggiunto l’accordo», disse dopo l’incontro al Palazzo Saras, Preziosi. La vigorosa stretta di mano per il codice non vale quanto la firma (apposta con tutta probabilità da chi era titolato a farlo), ma l’articolo 10 del codice recita al secondo capoverso: «È fatto divieto, nello svolgimento di attività (di compravendita, ndr), di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto».
Il tempo.it:
Un nuovo caso di giustizia sportiva rischia di scuotere il calcio italiano. Difficile prevedere conseguenze clamorose, ma farà discutere. E pure tanto: ci sono di mezzo l’Inter e il suo giocatore più decisivo, Diego Milito, il clamore viene da sé. I fatti: il presidente nerazzurro è stato deferito il 31 maggio scorso dal procuratore federale Stefano Palazzi per presunte irregolarità nella trattativa con il Genoa per gli acquisti di Milito e Thiago Motta realizzati nell’estate 2009, quando il numero uno dei rossoblù era inibito con tanto di richiesta di preclusione in seguito per gli illeciti amministrativi del periodo 2003/04. L’articolo 10 della giustizia sportiva – aggiornato dopo Calciopoli – vieta rapporti e affari con i soggetti sotto squalifica. Così, come i Menarini (proprietari del Bologna) e il ds dell’Arezzo Ceravolo non potevano trattare con Moggi (e per questo sono stati deferiti), lo stesso comportamento irregolare viene contestato all’Inter, deferita insieme al Genoa e a Moratti per responsabilità oggettiva. Anche gli effetti dei trasferimenti concordati tra un presidente in piena carica e uno che non può partecipare a trattative in modo attivo verrebbero annullati.
Tradotto: Milito e Motta non avrebbero potuto giocare con l’Inter, così come gli altri giocatori coinvolti nella maxi-trattativa. La Disciplinare dovrebbe ascoltare i protagonisti a metà luglio. Una dichiarazione di Preziosi risalente a quel periodo rafforza la tesi accusatoria di Palazzi: «Mi sono incontrato con il presidente Moratti a colazione e – raccontò il presidente dei liguri – abbiamo raggiunto l’accordo». Cosa rischiano i nerazzurri? L’articolo 17, al comma 8, specifica che «alla società che fa partecipare a gare calciatori ai quali, per effetto di irregolarità imputabile alla stessa società, la FIGC abbia successivamente revocato il tesseramento, è applicata la penalizzazione di un punto in classifica per ciascuna gara cui abbiano partecipato i predetti calciatori». Siccome Milito ha giocato 35 gare (Motta 26) nell’ultimo campionato, se venisse riconosciuta la colpevolezza e applicata la norma, l’Inter perderebbe 35 punti in classifica e consegnerebbe lo scudetto alla Roma. Tutti da valutare, poi, gli effetti sulle competizioni europee.
Uno scenario clamoroso ma è assai improbabile che si realizzi: si va verso una squalifica ai protagonisti e multe alle società. La giurisprudenza in materia tranquillizza le società nerazzurra e rossoblù. Per i professionisti (vedi sentenza della Commissione tesseramenti su Giacomo Galli del 2002) gli effetti dell’Articolo 10 sono «ex nunc», quindi la nullità degli atti scatterebbe dalla sentenza sportiva in poi e non avrebbe effetto sul campionato precedente A Trigoria, ovviamente, seguono la vicenda con grande interesse. Ma senza intervenire: al momento non è previsto alcun intervento legale della Roma. Si aspetta che la giustizia sportiva faccia il suo corso, senza illudersi che uno scudetto possa piovere dal cielo.
Dunque la penalizzazione in punti era la pena prevista senza nessun tipo di valutazione soggettiva. Non si sarebbe dunque potuto parlare di punizione severa o di parte, perchè il regolamento parla chiaro. L’Inter avrebbe dovuto consegnare lo scudetto 2009/2010 (l’unico che, secondo le classifiche senza errori arbitrali redatte dall’Osservatorio sugli errori arbitrali nel calcio, l’Inter aveva vinto meritatamente dal 2007) alla Roma e i tesserini di Milito e Motta sarebbero passati alla Federazione, che li avrebbe poi venduti al migliore offerente. La UEFA avrebbe poi dovuto valutare le conseguenze da apportare nelle sue competizioni (nel caso dell’Inter per la Champions League) con un probabile ritiro del titolo e una riassegnazione alla finalista di quell’anno, ossia al Bayern Monaco (sconfitto in finale dai nerazzurri proprio grazie a Milito). Una valutazione di questo genere sarebbe stata fatta probabilmente anche per la Coppa Italia (Inter in finale con la Roma). Anche il “triplete” dunque è stato ottenuto dalla società di Massimo Moratti solo grazie alla “clemenza” della giustizia sportiva.
Altro “caso” che fa sorgere più di un dubbio sui successi dell’Inter (in questo caso sulla conquista della Champions 2009-2010) è quello relativo a Benquerença. La scelta dell’UEFA di fargli arbitrare l’andata della semifinale tra Inter e Barcellona risulta quanto meno discutibile ma a rendere questa “stranezza” un vero e proprio caso sono le rivalzioni di Sport.es, che riporto di seguito (l’articolo è stato citato da laroma24.it, dal quale l’ho ripreso)
La designazione di Olegario Benquerença per la direzione di Inter-Barça non potrebbe essere più sospetta. A comprovare la sua direzione tendenziosa a favore del club italiano tutti i pezzi si stanno incastrando in un incredibile montaggio che rende incomprensibile la scelta di far arbitrare l’incontro ad un amico di Jose Mourinho.
Il rapporto tra Mourinho e Olegario e’ iniziato dieci anni fa. I due si incontrarono a Leiria, dove il tecnico ha iniziato la sua carriera come allenatore e dove l’arbitro risiede. Anche COM Ràdio ha rivelato nel programma “Que as dinat?” che erano stati insieme nel ristorante “O Menino”.
In Portogallo hanno inoltre affermato ieri che Mourinho e Olegario e avevano abitudini simili. Era abitudine che frequentassero gli stessi ristoranti. ‘Mou’ in quel momento aveva un rapporto con Elsa Sousa, come rivelato da ‘The Sun’, e la coppia frequentava gli stessi locali dell’arbitro.
Benquerença non si dedica esclusivamente all’arbitraggio, ma è anche venditore di assicurazioni. La sua carriera è decollata in gran parte grazie ai suoi ottimi rapporti con la FIFA. Solo per la loro influenza si può presumere che sarà uno dei funzionari designati per la prossima Coppa del Mondo.
Olegario è famoso nel suo paese per essere particolarmente polemico e, in particolare, è legato uno dei più grandi pasticci degli ultimi tempi in una classica tra Benfica e Porto. Fu nel 2004, quando non concesse un gol ai primi dopo un errore di Vitor Baia con la palla che aveva superato la linea. È interessante notare che Mourinho era l’allenatore di Porto, che aveva beneficiato della sua decisione. A seguito di tale decisione e di altre, Benquerença è conosciuto nel suo paese come ‘O Larápio’, che significa ladro in portoghese.
Tutte queste circostanze non sono state considerate dall’UEFA, quando è stato identificato come l’arbitro ideale per dirigere l’incontro tra italiani e catalani. La presenza di Mourinho di per sè ha sollevato sospetti, ma questi si sono decisamente ampliati dopo che la sua prestazione è stata così negativa per il Barca.
Per chi non lo ricordi la prestazione dell’arbitro portoghese fu considerata scadente a causa dell’assegnazione del gol del 3 a 1 (siglato da Milito, che partì in fuorigioco) e la successiva decisione di assegnare un rigore al Barcellona per fallo di Sneijder su Daniel Alves. Ricordo che entrambi gli episodi furono decisivi per la qualificazione dell’Inter, in quanto il Barcellona s’impose in casa per 1 a 0 e dunque, se avesse perso all’andata per 2 a 1 (senza il gol di Milito) o per 3 a 2 (con un gol su rigore per il fallo di Sneijder), avrebbe conquistato l’accesso alla finale il virtù delle reti segnate fuori casa (una o due contro nessuna dell’Inter). Ricordo anche che l’UEFA, anche dopo la pubblicazione di quest’articolo, non smentì nè commento queste indiscrezioni riguardo Mourinho e l’arbitro Benquerença nè i due interessati si preoccuparono di farlo.
Quest’anno invece Mourinho, lamentandosi per i torti arbitrali subiti nella semifinale contro il Barcellona, citò altri presunti errori degli arbitri durante le partite in cui le sue squadre hanno influenzato il Barcellona, ma si è guardato bene dal fare riferimenti all’andata della semifinale dell’anno scorso, ricordando solo la sfida di ritorno contro i blaugrana.
IL MINUS HABBEN & IL PREGIUDICATO: UNA VERGOGNA ITALIANA
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Anche la gazzetta dello sport, per dovere d'informazione, riporto' la notizia
9 giugno 2010 Moratti deferito per Milito-Motta. Trattò con l'inibito Preziosi
https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/09-06-2010/moratti-deferito-milito-motta-7127120316.shtml
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