venerdì, novembre 18, 2011

Perche' la Triade moratti-petrucci-abete, ha paura della Giustizia?

   Il brutto del alcio
di Davide Fumagalli

Andrea Agnelli, in data 14 novembre 2011, ha formalmente vinto due prestigiosi premi.
Il primo (Premio Sport e Lavoro) gli è stato consegnato al teatro Regio di Parma direttamente dal Presidente del Parma Calcio Tommaso Ghirardi, nell'ambito della rassegna "Premio Internazionale Sport Civiltà". Insieme a lui, altri sportivi, personaggi del mondo del giornalismo e la moglie del calciatore Stefano Borgonovo hanno ritirato i restanti riconoscimenti, in qualità di rappresentanti illustri e degni di merito dello sport italiano ed internazionale, a vario titolo.
Il secondo, ambitissimo e, naturalmente, più strombazzato, gli è stato affibbiato nel corso della contemporanea manifestazione "Premio Facchetti: il bello del calcio".

Ad onor del vero, il riconoscimento creato dalla Gazzetta dello Sport e dalla famiglia Facchetti e consegnato nella Sala Buzzati della RCS, è andato a "Le Roi" Michel con la seguente motivazione: "A prescindere dalla fama e dalla fortuna — che nel suo caso non mancano — un uomo è speciale quando mantiene uno stile riconoscibile nelle diverse fasi ed esperienze della vita. Michel Platini è un eterno ragazzo che, dopo aver incantato Francia e Italia con le sue giocate meravigliose accoppiate alla capacità di non prendersi troppo sul serio, ha saputo reinventarsi dirigente sportivo di altissimo profilo senza perdere il gusto dell’ironia, e della «giocata» spiazzante, nel campo delle idee.

E dopo aver esaltato i tifosi della Juve senza mai risultare antipatico agli altri - circostanza che lo rende un felice alieno - il suo impegno all’Uefa è ora animato da una spinta propulsiva trasparente, il bene del gioco inteso come patrimonio comune". A premiarlo, un sorridente Massimo Moratti ed i figli della bandiera interista alla quale è intitolato il premio, di fronte ai vertici della Federcalcio e dello sport italiano Abete, Petrucci, Albertini e Galliani, in prima fila in una platea composta soprattutto dai giornalisti del quotidiano più rosa che esista: perché in definitiva, al di là di quel che sembrerebbe, non era un premio di natura federale né attribuito dall'Inter, bensì un riconoscimento assegnato da un giornale della galassia RCS (legata, questa sì, commercialmente al club nerazzurro: e poi, in RCS si nasce interisti), forse in funzione della tutela di quelle figure sportive da preservare, come ebbe a dichiarare proprio il direttore della Rosea, in occasione della scorsa edizione di questo premio.

Ma ecco che una notizia scuote la platea e rovina la festa dei gazzettari, dei dirigenti federali e di quelli interisti, curiosamente uniti a festeggiare nella stessa sala e ad inneggiare alla memoria del grande Giacinto: Andrea Agnelli ha compiuto l'ennesimo passo, il ricorso al Tar del Lazio. Chiedendo 443 milioni di euro di risarcimento alla stessa FIGC.

Questo il comunicato apparso sul sito bianconero: JUVENTUS FOOTBALL CLUB S.p.A. ha depositato in data odierna presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ricorso ai sensi dell’art. 30 del codice del processo amministrativo contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e nei confronti della F.C. INTERNAZIONALE s.p.a. chiedendo la condanna al risarcimento del danno ingiusto subito dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa e dal mancato esercizio di quella obbligatoria in relazione ai provvedimenti adottati dalla FIGC nell’estate del 2006 e del 2011.

Con tale atto JUVENTUS intende far accertare la mancanza di parità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata ottenendo il risarcimento agli ingenti danni che sono prudenzialmente stimati in diverse centinaia di milioni di euro per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chances e di opportunità, costi e spese.

Il ricorso dà seguito alla pronuncia del Presidente Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport (TNAS) del 9 settembre 2011 che ha rimesso la Società innanzi al TAR limitatamente ai danni e rientra nella più ampia strategia di tutela della Juventus in ogni sede, già preannunciata nella conferenza stampa del 10 agosto 2011.

Immediato il conferimento del premio "il brutto del calcio" al Presidente bianconero Andrea Agnelli: la decisione di uscire con questa boutade senza prima controllare che si trattava proprio del giorno della memoria non è andata giù.
"
I nostri legali capiranno di più questo desiderio di attaccare. Non credo al cattivo gusto fino a quel punto (per la coincidenza dell'evento, ndr)", sentenzia Moratti, che ribadisce: "La Juve chiede 443 milioni di danni? Sono tanti, non entro in questa cosa perché, se devo essere sincero, la trovo ridicola". Gli fa eco Abete: "L'iniziativa della Juventus sul versante risarcitorio era preannunciata ma, ed è una mia valutazione, forse non era il giorno giusto per presentarla". Anche Petrucci si straccia le vesti: "Troppi avvocati nel calcio!"

Si muovono anche i legali della Federazione, preoccupati, certo, da una richiesta milionaria e solo apparentemente spropositata (oltre che inopportuna, ma questa è la solita solfa). A rimorchio arriva, dalle colonne del Corriere della Sera, la richiesta di Roberto Perrone di assegnare di assegnare ad Agnelli il premio "Sport e perfidia": peccato che la Juventus ha presentato un ricorso del tutto legittimo.

Chissà perché queste sparate non venivano fatte quando Moratti chiedeva (eccome!) gli scudetti bianconeri? E mica solo quelli degli anni sotto indagine, pure quello del '98 e perché no, magari anche quello della figuraccia del 2002 (accomunati fondamentalmente dall'immagine di un Ronaldo in lacrime, più che da presunte ruberie).

Peraltro, Andrea Agnelli ha subito risposto alle prevedibili reazioni del duo inscindibile Federazione Gioco Calcio-Internazionale (che poi così non ci sarebbe nemmeno da cambiare l'acronimo della Federcalcio...): "Il ricorso al Tar è semplicemente il follow up, la prima delle sette azioni che avevamo annunciato in agosto". Ha poi continuato: "La nostra è un'iniziativa tesa a verificare gli atti amministrativi compiuti dalla Federazione nel 2006 e nel 2011. Abbiamo bisogno di chiarezza con la Figc: o si è sbagliato prima, o si è sbagliato dopo. Il nostro atto è rivolto verso chi ha giudicato. L'Inter? È un danno collaterale". Per finire con una critica piccata, che testimonia come lo stile Agnelli non sia proprio stato dimenticato: "Alcune istituzioni hanno l'abitudine di far trascorrere i termini, altre no".

Per l'appunto, c'è chi attacca lo stile ormai perduto della casata piemontese, come se il voler proseguire una battaglia contro altre società o contro la Federazione sia un'onta per gli illustri avi: e così, per tagliar la testa al toro, la società Juve ha rilanciato con ulteriori esposti: uno al Prefetto di Roma, in cui si chiede il commissariamento della Federazione; in particolare, che: 1) eserciti i poteri di controllo e vigilanza sulla Figc, 2) ordini l'immediata sospensione del provvedimento del Commissario Straordinario della Figc, l'avvocato Guido Rossi, in data 26 luglio 2006 e della delibera del Consiglio Federale in data 18 luglio 2011, 3) ordini lo scioglimento del Consiglio Federale della Figc, nominando un Commissario Governativo.

E non è finita qui: visto che anche il Tnas ha dichiarato la sua incompetenza a decidere sul ricorso del club bianconero avverso Figc e Inter sull'assegnazione dello scudetto 2006 ai nerazzurri, decisione che mette fine al percorso della Juventus in campo sportivo, i legali della società torinese oggi presenteranno un esposto al procuratore regionale del Lazio presso la Corte dei Conti per chiedere di verificare se sia ravvisabile un danno erariale del comportamento della Figc nei confronti della Juve

Non essendo ancora disponibili le motivazioni della sentenza che ha condannato Moggi a Napoli e che ha escluso, invece, la Juve dai risarcimenti alle parti civili, non troviamo lecito dare per certa l'inutilità di questi ricorsi. Questa è la strada intrapresa, questo è il difficile sentiero su cui la società bianconera aveva annunciato si sarebbe inerpicata, tentando di raggiungere quanto le spetterebbe di diritto. O quantomeno, sperando di ristabilire la verità dei fatti e la famosa parità di trattamento, la quale, Moggi o non Moggi, ancora non si vede all'orizzonte.

ju29ro.com: 16 Novembre 2011

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