sabato, dicembre 08, 2012

IN OMAGGIO AL RITORNO DI ANTONIO CONTE SULLA SUA PANCHINA, IL BENVENUTO DA UNO SCRITTO DI MARIO SCONCERTI

.........SE CI LASCIATE GIOCARE SENZA FARCI SPORCA OSTRUZIONE, VE LO FACCIAMO COSI'!       

E' TORNATA: JUVENTUS CAMPIONE D'ITALIA!
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Corriere della Sera

"Senza la Juve tutti hanno potuto far finta di essere grandi. Ora finalmente si torna a giocare. Non esiste mediazione".

Il capolavoro di un tecnico con un'idea fissa
La Juve è campione d'Italia in fondo a un viaggio che non c'è mai stato: 37 partite senza perdere, mai una sconfitta. C'era riuscito Capello in un campionato di 34 giornate, prima ancora Castagner in un campionato di 30. Conte ha fatto qualcosa di diverso. Ha preso una squadra dal settimo posto e le ha dato un gioco, un'idea fissa, un obbligo: vincere. Il calcio ha spesso momenti eccessivi, quasi tribali, rivolti a chi appartiene a quel clan, ma credo che stavolta qualcosa di diverso sia esistito. Conte ha compiuto un'impresa che adesso prende il nome della Juve, ma la vittoria è sua. Non ci sono tanti esempi paragonabili. Per piccolo paradosso l'ultimo esempio di scudetto rubato al destino che mi viene in mente è quello di Liedholm e Rivera nel '78-'79, l'anno della stella.

Una squadra senza campioni, anche Rivera, come Pirlo, profumava di antico. Vinse allora la diversità di gioco, un carisma opposto, lento e laico, soltanto logico. Ha vinto oggi una diversità passionale, un ritorno quasi a un'unità nazionale perduta, quella juventina, quella delle grandi emigrazioni interne degli anni Cinquanta, una vecchia Italia dove il Pil era sempre una sorpresa benevola e si volava anche solo per non avere più alle spalle la miseria e la fame. Inutile giocare con la retorica, questo non è uno scudetto qualsiasi. Primo perché la Juventus non era favorita, era anzi sconosciuta a questi livelli. Secondo perché la Juve non vince adesso, ma si riappropria di un posto che è sempre stato suo negli ultimi 90 anni.

Ci sono stati incidenti nelle ultime stagioni che hanno comportato danni enormi, ma sono stati superati. Calciopoli ha causato un danno vicino al mezzo miliardo di euro, qualcosa che avrebbe ucciso quasi tutte le squadre europee. La Juve ha sentito il dovere di resistere, la Fiat lo ha confermato ragionando in modo più sportivo che aziendale. Ora ritornano tutte e due le cose, la società e la squadra, con dirigenti che hanno un terzo dell'età che avrebbero i padri. È questa la vera forza della Juve nel Paese, il filo rosso di generazioni di grandi imprenditori che tengono unita una passione. Forse è il divertimento dei re, forse un romanzo popolare, di sicuro qualcosa che non c'è mai stato in Italia. La fedeltà lunga un secolo a un'idea, a dei colori.

Va preso questo successo come un successo dell'intero calcio italiano. La mancanza della Juve ha indebolito tutti. Al sesto anno fuori da Calciopoli, il nostro calcio è arrivato esausto, non competitivo. La Juve era il riferimento. La sua assenza ha deciso una vacanza da tutti i doveri, compresi quelli di bilancio e dell'investimento. Senza la Juve tutti hanno potuto far finta di essere grandi. Ora finalmente si torna a giocare. Non esiste mediazione. Questa è l'arte del calcio, inutile confonderla con il commercio. La Juve adesso annuncia che il calcio italiano si ricompone, torna automaticamente vero. Da domani chi vuole vincere dovrà tornare a investire senza camuffamenti. Anche per questo è giusto ringraziare Conte.

Mario Sconcerti
CORRIERE DELLA SERA.it 7 maggio 2012
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Francesco Calabrone 


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