24-10-2019 Juventus Assemblea degli Azionisti 2019
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Il discorso del Presidente Andrea Agnelli
"Siamo passati dal 12° al 5° posto nel ranking. Aumento di capitale per crescere ancora"
Se guardiamo un dato che è il livello di fatturato, quando guardiamo i principali club in Germania, in Inghilterra e in Spagna, quindi il Borussia Dortmund, il Manchester United, il Bayern Monaco, il Barcellona e il Real Madrid, vediamo che i loro fatturati vanno dai 489 milioni del Borussia Dortmund, fino al quasi miliardo realizzato quest’anno dal Barcellona. Queste realtà devono essere il nostro benchmark. Dobbiamo essere estremamente orgogliosi della nostra crescita e del nostro sviluppo, ma il nostro livello di fatturato attuale esclusa la voce dei trasferimenti dei calciatori, quindi circa 500 milioni, è il livello di fatturato che il Real Madrid aveva quando io ho assunto la presidenza della Juventus nel 2010. È evidente che i tassi di crescita che abbiamo sviluppato sono stati superiori a quelli del Real Madrid: noi siamo passati da circa 170 milioni ai 500 milioni attuali, il Real Madrid da 500 milioni a 750 milioni, quindi noi abbiamo più che raddoppiato e il Real Madrid è cresciuto solo del 50%, però c’è ancora un divario, che dobbiamo evidentemente colmare.
Abbiamo la necessità di tenere il passo con le nostre realtà, con i nostri benchmark, con i nostri competitor europei. Ma nel tenere il passo, dobbiamo al tempo stesso confermare il nostro metodo di gestione, che ci ha permesso di ottenere dei risultati straordinari in questi anni. Un metodo di gestione che si basa sulla responsabilità di tre aree specifiche, gestite e guidate da Fabio Paratici, Marco Re e Giorgio Ricci. Fabio Paratici è il responsabile dell’Area Sport e non dobbiamo mai dimenticarci che la nostra attività principale è quella sportiva, quella della squadra che scende in campo. Questa però è un’attività fortemente influenzata dai risultati ottenuti dalle altre due aree: dalla capacità di investimento e di gestione di tutta la struttura, dei costi dei servizi che operano all’interno della Juventus, che cadono sotto la responsabilità di Marco Re, e infine dalla capacità di generare le risorse da investire nella squadra, per mantenere al competitività a livello italiano ed europeo, gestita da Giorgio Ricci.
Prima di guardare avanti, diamo uno sguardo al nostro recente passato. Dal 2010 al 2019, abbiamo visto il nostro fatturato aumentare dai 172 milioni della stagione 2010-2011 ai 621 milioni di questa stagione. La crescita di fatturato, per portare avanti le progettualità della società, ha avuto anche un grande impatto a livello occupazionale sul territorio. Poche aziende hanno assunto in Italia quanto noi in questi anni: dalla stagione 2010/2011 alla stagione 2018/2019, i dipendenti della Juventus sono passati da 85 a 258 per un totale organico, incluse anche le figure dei tesserati sportivi e staff tecnico, di 885 persone. Riguardo alla nostra valorizzazione, al 30 giugno del 2010 la market capitalization della Juventus era di 162 milioni; al 30 giugno di quest’anno, e il valore è analogo in questi giorni, era di 1 miliardo e 470 milioni. Quindi, in questi nove anni, abbiamo creato più di 1 miliardo e 200 milioni di valore.
Non posso poi non pensare al percorso sul campo, di cui dobbiamo essere estremamente orgogliosi. In questo momento il mio pensiero va a chi ha vinto gli otto scudetti di fila, il capitano Giorgio Chiellini e anche Andrea Barzagli. Un pensiero va anche al contributo di Max Allegri, determinante nella crescita della Juventus. A questo si aggiungono i successi in patria e la costante competitività in Champions League. E questo è dimostrato dal nostro Ranking Uefa. Siamo passati dal 42esimo al 5o posto e ci sono ragionevoli basi per immaginare che alla fine di questa stagione potremo superare il Bayern Monaco e arrivare al quarto posto.
Questi anni non sono stati privi di gestioni di situazioni complesse, che non hanno fatto altro che forgiare ulteriormente il gruppo dirigente della società. Pensiamo alla gestione del calcio scommesse che ha coinvolto i tesserati Juventus nel 2012, fatti avvenuti comunque in altre società. Fabio potrebbe scrivere un libro sulla gestione di una squadra senza allenatore. Quale altra società sarebbe stata in grado di gestire sei mesi senza il primo allenatore? Questo ha forgiato ulteriormente i dirigenti. Penso all'inchiesta Alto Piemonte e la successiva inchiesta antimafia. Sono stati periodi intensi e pesanti e ultimo ma non ultimo l'inchiesta Last Banner per le estorsioni ai danni di Juventus.
Penso a questi anni e devo ricordare che la società ha investito direttamente e indirettamente circa 400 milioni nello sviluppo immobiliare: 180 milioni per lo Stadium, quindi gli investimenti per la nuova sede, il JTC, il J Medical e i negozi. Inoltre sono stati investiti circa 100 milioni tramite il fondo J Village, 90 milioni per l’area commerciale sul lato est, e circa 16 milioni per migliorie a Vinovo e nelle aree limitrofe. Quindi la vostra Società ha investito circa 400 milioni nel rafforzamento del patrimonio. Penso poi al coraggio avuto nel gennaio del 2017 nel presentare il nuovo logo della Juventus. In quei momenti ha incontrato dello scetticismo, ma oggi i dirigenti delle altre società riconoscono il coraggio che abbiamo avuto nel lanciarlo per affrontare le sfide del futuro e ne riconoscono la valenza assoluta. Al tempo del suo lancio il logo fu definito in un modo che trovo estremamente appropriato: “la nuova identità cattura il DNA dell’estetica Juventus e la scolpisce nelle linee taglienti di un segno iconico ed essenziale, un approccio audace e senza compromessi, che sgretola gli schemi e le tradizioni del settore calcistico”.
Questo siamo stati in grado di fare e questo ci è stato riconosciuto.. Abbiamo strada facendo ampliato il settore professionistico. Il settore delle donne, guidato sapientemente dal miglior dirigente del calcio femminile, Stefano Braghin. Ha costruito una grande struttura, non sono ancora professioniste ma sono gestite come tali. Squadra che ha vinto due scudetti e una coppa Italia con coach Guarino, che si merita un applauso (arriva l'applauso, ndr) oltre che un in bocca al lupo da parte di tutti noi perché domenica giocheranno la Supercoppa e speriamo di portare a casa quel trofeo. Settore ampliato con la nascita della squadra Under 23 e da questo punto di vista c'è Cherubini, che non è qui, ma con grande sapienza, sagacia e abnegazione sta portando avanti quella parte meno visibile, ma importante.
Solo nell'ultima stagione abbiamo attratto il migliore del mondo, Cristiano Ronaldo, che spero quest'anno possa vincere il Pallone d'Oro perché lo merita. Siamo diventato la squadra con il maggior numero di seguaci digitali, con 90 milioni di followers e un engagement medio al mese di 1.2 miliardi di interazioni. Da ultimo, ma non ultimo, l'apertura del J Hotel, aperto al pubblico a settembre e nella scorsa stagione l'apertura dei nostri store diretti a Milano e Roma e l'ufficio di Hong Kong. Sono risultati importanti, che ci rendono orgogliosi, ma questo si riferisce al passato. Viviamo, come spesso mi è ricordato di dirvi, in una industry molto complessa. Oggi ho preferito fare un'analisi generale dell'industria. Abbiamo punti di forza straordinari, ma anche debolezze che devono farci riflettere. Punto di forza è senza dubbio la crescita del settore, con le prime 5 leghe che ormai monopolizzano la scena, sono cresciute del 15%. E all'interno di queste leghe c'è un gruppo di club che monopolizza queste leghe e questi club sono cresciuti del 7%. La crescita di questi grandi club da più del 50% deriva dalla crescita dell'area commerciale. Stiamo perdendo la dipendenza dei nostri ricavi dai diritti televisivi, che rimangono sì importanti, ma quest'anno i ricavi commerciali superano i ricavi dai diritti televisivi domestici, che pesano circa il 20% del nostro fatturato. Nei grandi club europei pesano tra il 40 e il 60% e questi risultati devono farci ben sperare.
Esistono anche debolezze. Come gestiamo questo maniopoli di club che domina la crescita e monopolizza i risultati sportivi? Pensiamo al monopolio del Bayern in Germania, al nostro di cui siamo orgogliosi in Italia. Abbiamo monopoli sportivi che generano forte tensione all'interno delle leghe di riferimento. Questo deve far riflettere su quella che sarà la gestione delle competizioni future e la loro finalità. Abbiamo minacce che devono essere tenute in considerazione. Si parla spesso della Lega di A, ma in generale si combatte ovunque con la pirateria. Perdere eventualmente l'esclusività dei diritti sportivi può far perdere essi valori. Abbiamo un audience televisiva del calcio europeo, che deve far riflettere.
Pensiamo anche ai dati che si sviluppano al mondo egli esports. Un dato su tutti, la finale di League of Legends, nel 2017 ha avuto 58 milioni di spettatori. E questi dati, da qualsiasi rapporto, sono in crescita. Gli sport nazionali sono in crescita nelle fasce minori, le nuove attività nel campo dell'intrattenimento sono in crescita. Abbiamo anche opportunità, infatti il fatto che sia diminuito il peso dell'impatto dei diritti televisivi significa avere meno intermediari e poter essere proprietari dei nostri contenuti. E da questo punto di vista la novità del digital deve essere strategica e ci sono riflessioni in corso. Questa può essere una nostra killer application. Devono essere individuati strumenti per farci fare un grande salto nei ricavi attraverso i ricavi commerciali. Focus sulle nuove generazioni. Aver iniziato studi che ci permettono di conoscere meglio i millennial e la generazione Z, può essere importante. Viviamo con un grande proliferare di piattaforme OTT e questo deve farci vedere coinvolti. La federazione ha annunciato il lancio su Tim Vision, la UEFA ha annunciato il lancio di UEFA TV e noi dovremo essere bravi a cogliere le opportunità che il mercato ci darà. L'ultima opportunità è il calcio femminile. Il tutto esaurito fatto registrare qui è un fatto positivo, poi un grande Mondiale ha ulteriormente enfatizzato l'attenzione. Il calcio femminile apre a nuovi mercati e nuovi consumatori e vogliamo farci trovare pronti a cogliere queste opportunità. E per questo oltre che approvare il bilancio vi chiederemo l'aumento di capitale per lo sviluppo. Nel piano approvato nel 2014 volevamo far diventare Juventus un marchio globale.
Questo a mio giudizio è un risultato ottenuto. La visione del nuovo piano deve essere far prosperare Juventus come brand globale e questo ci deve essere riconosciuto da tutti, comprese le nuove generazioni. Dobbiamo essere un brand moderno, innovativo e iconico. La missione deve rimanere quella di sempre, con lo sport al centro, e guardo Pavel e Fabio. Dobbiamo mantenere la leadership sportiva in Italia, competere ad alto livello in Europa. I principali obiettivi che il piano si pone è quello di continuare a partecipare alla Champions, mantenendo l'attuale coefficiente UEFA e rimanere, e questo non è semplice vista la dimensione della Premier League, tra le prime 12 in Europa come fatturato, avere un'incidenza del costo dei tesserati tra il 55% e il 60% e aiutare a riposizionare la Serie A nel mercato globale. Oggi noi nell'immaginare il 2019/20 immaginiamo un nuovo anno zero, per pensare in grande. L'aumento di capitale chiesto nel 2011 era volto a un risanamento societario evidentemente completato, negli asset e nel valore della prima squadra, l'obiettivo dell'aumento di capitale del 2019 è invece lo sviluppo della società e accertarsi di rispettare tutte le norme del FFP. Oggi vi chiederemo di approvare il bilancio, ma anche la fiducia a questo gruppo dirigente per raggiungere insieme nuovi grandi traguardi. Grazie, fino alla fine".
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LA PAROLA ALLA DIRIGENZA
Marco Re e il calcio mercato estivo 2019: il valore a bilancio della rosa di 420 milioni di euro.
(prima squadra, Under 23 e settore giovanile: prestiti compresi).
"Altro fatto di rilievo la campagna abbonamenti chiusa con il sold out e un ricavo di circa 32 milioni di euro nell'esercizio 2018/19. Fatto rilevante il rinnovo della sponsorizzazione Adidas, rinnovato fino al 30 giugno 2027. Corrispettivo fisso a 408 milioni di euro, circa 51 milioni all'anno. Valore rilevante cui si dovranno somare le royalties derivanti dalla vendita di prodotti a marchio Juventus che Adidas raggiungerà oltre a premi variabili al raggiungimento di risultati sportivi. A ciò vanno aggiunti i 15 milioni di euro riconosciuti come bonus. Altro fatto di rilievo è stata anche l'emissione del prestito obbligazionario, primo bond unsecured emesso da una società di calcio. Bond che ha avuto seguito in un contesto di mercato non facile. E ricordiamo l'emissione di questo bond non imbriglia la società e quindi lo riteniamo un successo in merito alla credibilità ottenuta".
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^Un azionista ha richiesto la rimozione della stella di Antonio Conte.
La stella a Conte. Se il parametro è quello di Boniek, lei presidente deve mandare i muratori a toglierla”, perché lui è un ingrato. Essere la Juventus significa meritarselo tutti i giorni”!
Ma nessuno dei dirigenti ha risposto, e l'azionista si deve accontentare dell'indiretta risposta del Presidente Andrea Agnelli:
“Il club è cresciuto anche affrontando emergenze. Pensiamo alla
gestione del calcio scommesse che ha coinvolto i tesserati Juventus nel
2012, fatti avvenuti comunque in altre società. Fabio potrebbe
scrivere un libro sulla gestione di una squadra senza allenatore. Quale
altra società sarebbe stata in grado di gestire sei mesi senza il primo
allenatore? Questo ha forgiato ulteriormente i dirigenti”
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^Un'altro azionista ha chiesto lumi sull'atteggiamento della Juve nei confronti di Demiral per il suo comportamento in Nazionale.
Su Demiral, ha risposto Pavel Nedved:
"Sono stato io a parlare con Demiral. Ognuno ha la libertà di espressione, ma noi volevamo capire il gesto del ragazzo. Gesto avvenuto nella Nazionale turca e noi aspettiamo quando gli organismi competenti valuteranno e noi dovremo attenerci alla loro decisione. Comunque suo gesto per noi non integra alcuna violazione del codice etico".
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Giorgio Ricci su Supercoppa, JTV e sponsorizzazione JTC:
"Relativamente alla Supercoppa, non siamo noi a doverlo ufficializzare, ma a breve non mancherà l'ufficializzazione da parte della Lega. Si giocherà in Arabia Saudita verosimilmente nel mese di dicembre. Juventus Channel come avete detto non è più su canale lineare e anche questa è stata una scelta. Abbiamo deciso con il nostro canale ufficiale di rivolgerci direttamente ai tifosi con una piattaforma OTT diretta che segue i normali trend di mercato. Sponsorizzazione Trading Center? Rientra tra le opzioni normali valutate nell'ambito dello sviluppo del business".
Sull'accordo esclusivo con Konami per PES:
"Sul non accordo con EA Sport c'è stata una scelta. Non abbiamo subito la volontà da parte di nessuno, entrambe le realtà volevano fare un accordo con noi, è stata una scelta strategica da parte nostra di firmare una partnership esclusiva con Konami. Approviamo il rilancio del loro videogioco, che sta avendo risultati importanti".
Sul mercato asiatico:
"Relativamente al mercato cinese, l'ufficio di Hong Kong serve a presidiare nel modo migliore un'area strategica, dove si concentra la maggior parte della popolazione mondiale e della ricchezza. Avere un avamposto in quest'area lo riteniamo fondamentale e tra l'altro non arriviamo nemmeno primi. Ci sono già Manchester United e Liverpool, per esempio. Non abbiamo aperto l'ufficio solo per la regione di Hong Kong, ma per presidiare tutta l'Asia, quindi è un avamposto che si occuperà di facilitare l'esportazione di tutte le nostre attività. Relativamente alla proposta di una sorta di tessera di affiliazione, ce l'abbiamo: la Juventus Membership, con tante sottoscrizioni estere. E questo progetto si sovrappone a quello degli Official Fan Club. Più della metà dei club che si aprono sono fuori dall'Italia. Due anni fa avevamo 4 OFC attivi in Cina, oggi sono diventati 27. Quella è la forma di affiliazione che la società già oggi propone. Sulla richiesta di un giocatore per ogni club: sarebbe bello, ma sono più di 500 e presidiarli tutti e in modo diretto sarebbe bello, ma come potete comprendere dai numeri difficilmente praticabile. Cerchiamo di non far mancare mai la nostra presenza, senza poter ovviamente garantire presidio diretto nello specifico da parte dei nostri giocatori.
Sulle maglie e ruolo Trezeguet:
"Sul discorso maglie. Le maglie non vengono create in stanzini chiusi che non tengono conto dei gusti dei tifosi. Vengono fatte studiando questo. E' prioritario per noi e Adidas che le maglie piacciano e vendano. Ogni valutazione sui gusti personali deve essere vista nell'ottica di un calcio che cambia. Di questo cambiamento bisogna tenerne atto e per scalare un mercato che non è più solo domestico bisogna entrare in dinamiche più ampie. Ci tengo a sottolineare comunque che è interesse sia nostro che del nostro sponsor introdurre maglie che piacciano e vendano. In Italia e nel mondo. Venendo a domande più specifiche, su David Trezeguet confermo che ha un contratto da Brand Ambassador del club che svolge in modo professionale e con grande soddisfazione da parte nostra. Nell'ultimo hanno ha partecipato a una ventina di eventi".
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Fabio Paratici sui pochi italiani e pochi giovani dal settore giovanile alla prima squadra:
"Parlando di giocatori italiani, è chiaro che il livello tecnico della nostra squadra è cresciuto, quindi ci sono meno calciatori che possono giocare nella nostra squadra e quindi anche meno italiani. E' una questione di livello e credo sia semplice a capire. Volevo dare anche un'altra risposta sul settore giovanile: ci sono pochi giocatori presenti in prima squadra? La risposta è la stessa, io ho lavorato anni alla Samp e lì era più semplice portare su giocatori dal settore giovanile. Alla Juve è mediamente più difficile e ora abbiamo raggiunto un livello tale che l'ha reso ancora più difficile. L'obiettivo non è solo portare giocatori in prima squadra, ma anche produrre giocatori che poi sul mercato diventino plusvalenze importanti. Come Kean, Audero, Spinazzola e Rogerio che negli ultimi anni hanno portato plusvalenze importanti".
Su Dybala:
"Per quanto riguarda il tema Dybala, dobbiamo essere attenti anche alle dinamiche del mercato in uscita. Poi nascono opportunità in entrata e in uscita e dobbiamo essere attenti a questo e poi fare valutazioni. Vale per Dybala come per gli altri della rosa".
Sui parametri zero:
"Per quanto riguarda i parametri zero, avete citato Ramsey e anche Howedes che comunque era solo in prestito. Negli ultimi anni abbiamo acquistato diversi parametri zero: nel 2011 Pirlo, poi Pogba, Emre Can, Ramsey, Rabiot, Khedira. Credo che tutti abbiano giocato numerose gare e dato un contributo significativo ai nostri successi e in alcuni casi portate alcune plusvalenza".
Sui rinnovi:
"Sui rinnovi dei giocatori ultra trentenni, noi pensiamo siano utili all'equilibrio della nostra squadra. Abbiamo 24 giocatori e 7-8 hanno più di trent'anni. Pensiamo che per essere competitivi non basti essere giovani, bravi e forti, ma serva anche un contributo d'esperienza e in questi anni ci ha dato ragione".
Sull'Under 23:
"Faccio riferimento ad alcuni punti. Sull'Under 23 posso dire che è un progetto nuovo, nato solo nel luglio 2018, quando ci è stata comunicata la possibilità di continuare il progetto che avevamo caldeggiato per far continuare la formazione dei nostri calciatori. E ci tengo a sottolineare che questo è l'obiettivo principale di questa formazione. Giochiamo per vincere, chiaro, ma l'obiettivo è far crescere i ragazzi, perché i nostri calciatori dall'Under19 faticavano a trovare spazio in prestito. Grazie al sacrificio di Cherubini, Chiellini e Fusco che ringrazio siamo riusciti a partecipare al campionato. Quest'anno abbiamo continuato sulla stessa linea, abbiamo più organizzazione, l'anno scorso è stato fondato un club nel club ed è stata una grande difficoltà".
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Con le risposte chiude il Presidente Andrea Agnelli:
"Darei alcune risposte più di carattere generale prima di lasciare risposta ai miei collaboratori. Jeep, è stato fatto notare da più azionisti, come mai solo oggi questo adeguamento. E' motivo di grande soddisfazione, insieme all'inizio della fase di rinegoziazione che è già in corso. Io farei una riflessione: ricordiamoci che un momento traumatico a luglio dell'anno scorso ha colpito l'FCA, e a Marchionne rivolgo comunque un ricordo affettuoso. Questo adeguamento avviene all'indomani della presentazione in cui fissa i suoi obiettivi del suo piano a medio termine. C'è stato un cambio di immagine totale e una ristrutturazione del nuovo gruppo dirigente. Abbiamo tenuto a Detroit un consiglio, in occasione della partita tra Juve e Leverkusen e non ero allo stadio per questo, che ha coinciso con l'insediamento di una nuove leadership. Non appena la situazione si è strutturata abbiamo iniziato a dialogare con FCA e abbiamo raggiunto questo primo accordo, con le negoziazioni per il rinnovo già in corso. Ricordo che comunque sarebbe stato diritto per FCA e Adidas di conservare gli accordi già raggiunti. Il gruppo di Giorgio ha quindi fatto un lavoro straordinario nel far comprendere la direzione presa e farci riconoscere il nostro valore".
Stadio Women e U23: "Noi per ora per motivi di riservatezza non diamo dettagli. Un impianto per le due squadre, sia lo stesso, due separati o di dimensioni diverse è all'interno della società. Siamo consapevoli che realtà come Women, Under 23 e Under 19 sia giusto trovino strutture adatte nelle quali giocare".
Superlega:
"La Superlega non esiste. Non confondiamoci. Superlega, no. Il problema è trovare una nuova ricalibrazione delle competizioni. Fino al 2024 c'è un accordo sui calendari internazionali. Da lì si possono fare delle riflessioni. Le riflessioni che portiamo avanti come Juventus all'interno dell'ECA quindi dialogo con UEFA e FIFA è un ragionamento generale. Affrontare i temi immaginando un riallineamento dei tornei confederali. Si vuole ragionare anche sul numero delle partita per ogni data di rilascio dei giocatori per le Nazionali. Poi un'armonizzazione a livello europeo dei calendari. Vi do esempi alla rinfusa sul numero massimo di partite per lega domestica: 51 in Inghilterra, 48 in Francia, in Portogallo 46, in Italia 45. Si ha una grossa differenza nel numero di partite giocate nei singoli campionati. Questa riflessione è guidata dal principio di armonizzazione. Individuare un numero di partite ottimale cui controbilanciare un numero di partite a livello internazionale. Tutte le squadre hanno desiderio di giocare più partite a livello internazionale a prescindere da come. I principi? Basati sulla meritocrazia sportiva; essere aperte a tutti, così che tutti possano pianificare e sognare di partecipare, deve rimanere una forte simbiosi con le leghe domestiche. Qualche azionista ha ricordato le posizioni dei media internazionali e nazionali, ma se noi emettiamo un comunicato stampa e come ECA nell'aprile 2019 "abbiamo emesso un comunicato in cui diciamo che il principio di simbiosi con le leghe nazionali è centrale", e ci sono poi opinioni diverse lo stile è di non curarsene. Con questo avrei concluso.
Fino alla Fine
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