HA VINTO ZACCONE ... PURTROPPO PER NOI! ........Pubblicato il 26.07.2006i Antonio La Rosa
.Vi sembrerà strano ma è la verità, la difesa della Juve era finalizzata ad una serie B con penalizzazioni, e così è stato.
Ma evidentemente la proprietà e la dirigenza non si aspettava che a fronte di una sentenza del genere, le altre venissero punite lasciandole tutte in A, e addirittura il Milan "punito" con i preliminari di CL, anzichè la qualificazione diretta, come conseguita sul campo. E probabilmente stanotte non avranno dormiranno tranquilli, nell’avere scoperto come si sono fatti fottere in modo davvero puerile; ma evidentemente l’avversione verso la vecchia dirigenza, il desiderio di cacciarli definitivamente fuori e magari pensare ad azioni di risarcimento danni verso di essi, sono state tutte componenti più forti e condizionanti, rispetto al sacrosanto dovere di difendere un patrimonio di famiglia e del calcio intero, che ha una storia ultrasecolare. Per capire l’assurdità di questa sentenza, basta solo pensare al fatto che le vicende sono accadute nella stagione 2004 - 05, e che a fronte di cinque gare sospette per la Fiorentina, di quattro per la Lazio, e di due per il Milan, la Juve era sotto indagine per due sole gare, e per la famosa telefonata sulle griglie arbitrali con Bergamo, mentre Meani discuteva, ad esempio con assistenti di linea che dovevano tenere la bandierina alzata o abbassata, a seconda dei bisogni rossoneri, e mentre lo stesso Meani relazionava il suo datore di lavoro, Galliani, che, incidentalmente, era anche il presidente di Lega Professionisti. Bene: il Milan ha avuto 30 punti di penalizzazione applicati nel campionato 2005 - 06, scendendo quindi a 58 punti, e dunque al quarto posto assoluto, preliminari di CL assicurati in danno al Palermo (in fondo sta bene a Zamparini, sempre pronto a parlare a vanvera), e soli 8 punnti di penalizzazione per la prossima stagione, ossia meno di quelli che c’erano di distacco a fine campionato tra i rossoneri e l’Inter.
Quindi totale punti tolti in due stagioni: 38. La Juventus si vede invece revocato lo scudetto 2004 - 05 (e ci poteva stare in caso di condanna), ma a parte questa sanzione, si vede retrocessa all’ultimo posto nella stagione 2005 - 06, con l’obbligo di ripartire nel prossimo campionato con 17 punti di penalizzazione. Sommate 86 punti (stagione2004 - 05), con 91 (2005 - 06) con 17, troverete che la Juventus ha pagato per tre stagioni con una penalizzazione complessiva di 194 punti! Ossia sei volte la penalizzazione del Milan, con l’aggiunta di due titoli cancellati. Non commento le condanne di Lazio e Fiorentina, che erano state coinvolte gioco forza, dato che il vero obiettivo, fin dall’inizio, era quello di colpire solo la Juventus, ma si badi, LA JUVENTUS, non i suoi vecchi dirigenti, ormai fuori causa. Era fin troppo chiaro il gioco sporco praticato con questa vicenda, un intreccio politica - affari (o malaffare), nel quale i killer avevano come unico scopo quello di eliminare un elemento scomodo quale la Juventus, scomodo sia per la ripartizione dei diritti televisivi, sia per la forza societaria e tecnica sul campo. Questo la proprietà non l’ha capito, o peggio, ha fatto finta di non capirlo, e mi auguro che sia vera la prima, perchè se davvero Montezemolo e gli Elkann, per il solo scopo di far fuori Giraudo e Moggi, avessero accettato di far immolare la Juventus in questo sporco gioco al massacro, sarebbero davvero imperdonabili e meritevoli di ogni biasimo, specie ricordandosi quanto amore avevano avuto in vita il loro bisnonno Edoardo Agnelli, sia il loro nonno Gianni Agnelli, persona che in fondo è stata anche quella che ha lanciato Montezemolo ad altissimi livelli. Sinceramente, mi auguro che così non sia stato, mi auguro che si tratti solo di un cattivo pensiero in un momento di grande sconforto, per una sentenza decisamente vergognosa, molto più di quella di primo grado. Ma è una sentenza che la società si è quasi cercata, con un atteggiamento inspiegabilmente rinunciatario, reticente, quasi ai limiti della complicità con i carnefici. Sta qui la mia rabbia, in una cosa che da anni scrivo quando commento le gare della mia Juventus: non importa che si perda e con che scarto si perda, ma conta il modo COME si perda. Per capirci, ci siamo fatti eliminare come contro l’Arsenal a Torino, nei quarti di CL, senza un tiro in porta degno di nota, quando la squadra avrebbe avuto il dovere di sputare sangue e di tentare il tutto per tutto. Dovere che aveva anche in questo processo, e che non mi pare abbia assolto, nel rispetto della tradizione, dei colori sociali e soprattutto di noi tifosi. Io non entro nel merito dei fatti, anche se potrei dire che in qualsiasi aula giudiziaria seria, fatti come quelli per cui la Juventus è stata processata, non avrebbero neppure la dignità di essere presi in considerazione, figuriamoci se addirittura degni di divenire elementi di accusa e ragioni di condanna. Dico di più, normalmente MAI entro nel merito delle strategie difensive di altri avvocati, sia per una ragione squisitamente deontologica (essendo avvocato ho rispetto sempre del lavoro di altri colleghi), sia pure perchè è sempre il difensore a conoscere gli atti e valutare dunque le armi da usare: certo, discutendosi accademicamente, e precisando che non conosco totalmente gli atti, e che da quanto mi consta, Zaccone è sicuramente un principe del foro, al cui cospetto chi vi scrive può solo portare indegnamente la borsa, qui potrei sostenere che poteva essere più efficace attaccare subito sul piano della legittimità il collegio di primo grado, dato che competente a conoscere degli illeciti sportivi è la Commissione Disciplinare, assurdamente esautorata da Caligola Rossi (per chi non lo sapesse, CAF è la sigla di Commissione di Appello Federale, dunque giudice di appello), attaccare subito per la evidente violazione dei diritti di difesa (tre giorni per esaminare settemila pagine, compresa una domenica nel mezzo), formalizzare comunque mezzi di difesa, qualunque essi fossero, insomma preparare il terreno ad una impugnativa anche davanti al TAR assumendosi la lesione di principi fondamentali, nel procedimento che aveva portato alla sanzione sportiva. Ma, vedete, sono questi discorsi diciamo soggettivi, non è detto che avrebbero prodotto esiti diversi: certamente avrebbero prodotto agli occhi di noi tifosi la consapevolezza che era stato fatto tutto il possibile, mentre oggi siamo tutti assaliti dal dubbio più o meno fondato, che non tutto si sia fatto per salvare soprattutto l’immagine della Juventus. Tuttavia, la proprietà aveva una formidabile arma difensiva da utilizzare in aula e fuori dall’aula, che invece è passata quasi sotto silenzio. Ossia, l’esautorazione , prima che si aprisse il processo, e soprattutto, prima ancora che esplodesse la vicenda in tutte le sue proporzioni (scarsissime ma abilmente ingigantite dai media), della vecchia dirigenza, e il rinnovamento integrale dei vertici societari. Questa scelta poteva e doveva avere una risonanza fortissima nei media, e soprattutto poteva e doveva essere il migliore elemento di difesa della Juventus. Bastava solo illustrare questo tipo di ragionamento: "Eccellentissimi Giudici della Corte, eccellentissimi giornalisti televisivi e della carta stampata, noi non vogliamo entrare nel merito di comportamenti posti in essere dai signori Giraudo e Moggi, non spetta a noi qualificarli, ci saranno giudici sportivi e ordinari che ci diranno come vanno qualificati quei comportamenti. Ma noi abbiamo voluto dare un segnale forte a 360 gradi, verso tutti coloro che parlano di calcio pulito e di riscriversi le regole del calcio: un calcio pulito e regole nuove e valide per tutti, possono partire soltanto se si rinnovano i protagonisti degli scenari passati, se quelli che ieri erano partecipi del gioco, e nulla dicevano di quel gioco che oggi si assume essere stato sporco e truccato, domani non dovranno più essere presenti in quel mondo del calcio, perchè non hanno titolo per poterci stare, prima che lo infettino. Noi, prima ancora che dei giudici ci dicano se Giraudo e Moggi fossero colpevoli di falli illeciti, abbiamo dato il nostro giudizio, e ci siamo assunti l’onere di azzerare una dirigenza che, nel bene o nel male, aveva dato molto alla Juventus, e lo abbiamo fatto proprio perchè crediamo fortemente alle esigenza di rinnovare, di ripulire, di dare credibilità al calcio, e per far questo siamo partiti dal nostro interno.
Altri invece sono rimasti al loro posto, vogliono fortemente rimanere al loro posto, sono stati protagonisti di vicende non meno gravi eppure passate sotto silenzio negli anni scorsi, dando invece impressione di volere continuare nei metodi del passato, di volere mantenere le loro posizioni acquisite negli anni scorsi, insomma di volere un rinnovamento ed una pulizia fittizia, che sa solo di epurazione di chi è scomodo, e non di pulizia effettiva. Volete condannare la nuova Juventus? Fatelo pure. Ma avrete condannato il segnale che si voleva mandare al mondo del calcio. Avrete condannato chi ha voluto fare pulizia al proprio interno, modo essenziale per presentarsi domani a riscrivere regole di un nuovo calcio che si assuma diverso e pulito rispetto a quello passato. E soprattutto avrete premiato chi invece di quel calcio che si assume essere sporco, ne ha fatto parte coscientemente, ci ha vissuto e bene, senza mai avere detto che fosse sporco, e che domani continuerà a comportarsi come nel passato, consapevole che solo chi ha voluto fare pulizia al proprio interno ha pagato per tutti." Ecco, bastava fare questo ragionamento in modo pubblico ed anche assordante: non venitemi a dire che il gruppo IFIL, il presidente di Confindustria, la famiglia Agnelli - Elkann, non avevano le possibilità di far rimbombare questo tipo di ragionamento ovunque, nelle televisioni, nei giornali, nelle aule della giustizia sportiva. Sarebbe stato il ragionamento che avrebbe messo a nudo l’ipocrisia della Gazzetta del Milan e di personaggi mediocri come Palombo, che scrive per l’equivalente moderno dei trenta denari di duemila anni fà: un giornale sportivo che di fatto ha usato due pesi e due misure per tutti questi mesi, giustizialista e forcaiolo verso la Juventus, indulgente e complice verso il Milan, e di questo spero la tifoseria juventina se ne ricordi e soprattutto se lo ricordi al momento opportuno. Mentre questo ragionamento non è stato affatto compiuto e spiegato, anzi spesso è sembrato percepirsi quasi il desiderio autolesionista e masochistico di far continuare il linciaggio mediatico, visto che negli stessi interventi pubblici dei vari Cobolli Gigli, Grande Stevens, Tardelli, più che il bisogno di difendere la Juventus in quanto tale, sembrava emergere il bisogno di non difendere troppo la vecchia Triade. Ed ora ci ritroviamo, unica società, a pagare per tutti. La sentenza d’appello smonta definitivamente sia la tesi di Borrelli, sia le conclusioni di Palazzi, ma di fatto ripristina la tesi della Gazzetta del Milan, ossia che esisteva solo il sistema Moggi, e tutti gli altri erano vittime. Quindi erano vittime del sistema personaggi che come sapete contano pochissimo in Italia, da Berlusconi a Galliani, a Moratti, a Tronchetti Provera, a Geronzi, alla classe politica intera nazionale, visto che un ex capostazione di fatto comandava su tutti costoro, e senza che costoro avessero la forza o la capacità di denunciarne le malefatte. Ecco la barzelletta che abbiamo ascoltato dalla bocca di Sandulli! A questo punto mi chiedo se ne valga la pena ricorrere al TAR. Anzi, forse sarebbe più dignitoso per la proprietà e la dirigenza, se si accettasse la sconfitta e si pensasse solo a ripartire e bene, facendo tesoro del primo grave peccato commesso al loro inizio, ossia aver pensato che un atteggiamento ossequioso, quasi servile, e di silenzio, potesse essere utile, mentre ha avuto l’effetto contrario. Adesso, dopo una difesa blanda e quasi spuntata, ricorrere al TAR e magari avere ragione, non farebbe che attirare maggiore odio verso la Juventus; viceversa una sentenza che, nel modo come emessa in appello, viene vista da tutti come un regalo al Milan, una amninstia indiretta a Lazio e Fiorentina, ed una punizione alla sola Juve, di fatto dimostra che era tutto prestabilito a danno dei bianconeri, e per agevolare i nuovi equilibri di potere nel calcio, fondati sull’asse Milano - Roma., con la benedizione di politici e gruppi economici. Solo che la Juventus ha un tesoro immenso che nessuna altra società ha: quattordici milioni di tifosi appassionati, che sono il grande capitale su cui investire per l’avvenire. Insomma cari Elkann e compagnia bella, avete preso la fregatura, pensavate di evitarla, ma vi ci siete cacciati dentro come polli: quindi ormai tenetevela e pensate a lavorare per la squadra e per i tifosi, preparando il momento in cui ci sarà da prendersi la rivincita. Perchè il bello della vita, come nel calcio, è che ogni partita ha il suo ritorno, la prima l’abbiamo giocata fuori casa e l’abbiamo perduta di brutto, con pubblico inferocito contro di noi, arbitro tutto a loro favore, e falli e fallacci subiti a ripetizione. Ma verranno a giocare a casa nostra, prima o poi questi signori, e allora si che ci si dovrà ricordare di come ci hanno trattato. Non so perchè, ma ieri sera mi è venuto incosciamente, nel prendere un cd musicale da ascoltare mentre scrivevo questo amaro pezzo, di prendere un cd che è la riedizione di un famoso LP uscito nel 1973, dei Genesis, "Selling England by the pound", che tradotto dovrebbe significare "vendendo l’Inghilterra a peso". Ecco: pensate quindi, cari Elkann e compagnia, a ripartire da quei tifosi, a non deluderli e dunque a non svendere la Juventus a peso, non lasciateci quindi soli a "danzare con il cavaliere illuminato dalla luna" (per chi conosce la canzone e le parole, sa di cosa parlo). Avete già svenduto la Juventus a Capello, il traditore, e a Baldini, colui che per ipocrisia fece il gran rifiuto: costoro mai avrebbero dovuto essere più interlocutori della nostra società, ed invece hanno quasi fatto da padroni con noi a fungere da servi. Adesso sappiamo di nostri dirigenti che vanno a Milano a trattare con Moratti a casa sua per la cessione di Vieira, o di uno tra Trezeguet ed Ibrahimovic: insomma quello che ci accusava di ladrocinio vuole comprare i giocatori di quel ladrocinio. Guai a voi, se cedete qualcuno di questi all’Inter, o altri al Milan: per noi sarebbe una coltellata ancora più difficile da assorbire, rispetto alla sentenza della Corte Federale. Sarebbe il chiaro segnale di una dirigenza imbelle e sputtanata, e noi tifosi juventini non la meritiamo. Ma soprattutto non la vogliamo...E scusatemi se stavolta sono stato troppo ma troppo prolisso, avevo bisogno di sfogarmi.
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Antonio La Rosa
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