sabato, aprile 06, 2013

COME SE AI POTERI MASSONI NON BASTAVANO I GRANDI FURTI ALLO STATO DI PIRELLI, SARAS FININVEST, HANNO CONTINUATO A SPOLPARE L"OSSO ANCHE CON INTER & MILAN! E' LA BOCCASSINI CONTINUA A DISTOGLIERE L'ATTENZIONE FINGENDO DI CORRERE DIETRO AL DEPRAVATO nano MALEFICO, METTENDO IN CROCE UNA GIOVANE RAGAZZA INDIFESA!

                                                            LA GANG INTOCCABILE

I CONTI DEL PALLONE - Milan e Inter rivali nel derby ma alleate nelle plusvalenze

Troppi scambi incrociati fra le due società tra il 1999 e il 2004: un valzer su cui indaga la Commissione Disciplinare. E che coinvolge anche le trattative per giocatori come Coco, Seedorf,  Pirlo e "l'affare Crespo"

Milano, 2 aprile 2007. - Il caso "Brunelli", arrivato recentemente sotto la lente d'ingrandimento
della Commissione Disciplinare, è solo uno dei numerosi scambi fittizi  tra Milan e Inter avvenuti tra il 1999 e il 2004. La società nerazzurra e quella rossonera si dichiarano "nemiche" sul campo, sempre pronte a polemizzare sulle questioni calcistiche: in realtà, la vicenda delle plusvalenze, evidenziata dai riscontri sui bilanci di entrambe, sembrerebbe affermare una certa "affinità" tra di esse.

Questo stretto rapporto è tuttora al vaglio della Procura della Repubblica di Milano, che ne sta verificando le eventuali irregolarità. Di queste operazioni di "finanza creativa" ne è stata informata il 27 aprile 2004 la VII Commissione Cultura della Camera, che ha indagato sui problemi del pallone nostrano. Prima di passare in rassegna tutti i casi riguardanti i due club milanesi, occorre spiegare cos'è una plusvalenza incrociata fittizia.

La plusvalenza, ossia la differenza positiva tra il valore iscritto a bilancio di un calciatore e la somma di cessione, è un fatto perfettamente lecito. Invece, quella incrociata prevede che due club si scambino alla stessa cifra due o più calciatori contemporaneamente: si comprende facilmente che in questo caso l'operazione non movimenta denaro, ma ha solo un risvolto contabile. Entrambe le società registreranno nell'esercizio di competenza la plusvalenza incassata, ripartendo invece su cinque anni la cifra della cessione. Quest'ultima è però una passività che pesa sugli esercizi futuri: ed ecco spiegato perché Milan e Inter hanno proseguito a scambiarsi altri calciatori (sconosciuti oppure noti) a prezzi ben superiori rispetto ad ogni logica di mercato.

I quartetti d'oro
«La Lega non può sindacare l'operato dei singoli, perché sono società per azioni».Così dichiarò l'ex presidente della "Confindustria del pallone", Adriano Galliani, durante la conferenza stampa in Lega Calcio del 24 giugno 2003, a proposito degli scambi incrociati tra la sua società (Galliani era allora ed è tuttora amministratore delegato del Milan) e quella nerazzurra. Galliani aggiunse che «se Inter e Milan vogliono scambiarsi i giocatori, non posso farci niente».

Fedele a questo suo principio, il dirigente rossonero svolse pochi giorni dopo l'ennesima operazione con l'Inter. Infatti, stando al bilancio 2002/2003 del Milan, la società di via Turati scambiò con quella presieduta da Massimo Moratti due quartetti di giocatori.

Il Milan cedette all'Inter Simone Brunelli, Matteo Definite, Matteo Giordano e Ronny Toma. In cambio, la società nerazzurra cedette a quella rossonera Salvatore Ferraro, Alessandro Livi, Giuseppe Ticli e Marco Varaldi. Il prezzo complessivo pattuito fu di 13,95 milioni. Il Milan incassò una plusvalenza di 11,961 milioni, mentre l'Inter ottenne un maggior introito di 13,941 milioni. Particolare curioso: Livi fu ceduto a 3,45 milioni contro i 3,5 per ciascun altro calciatore. Visti i prezzi gettati a caso, perché sono state tolte proprio a lui 50mila euro di valutazione? E' un mistero rossonerazzurro.

Gli scambi del '99
Oltre al celeberrimo scambio di quartetti, Milan e Inter hanno svolto anche altri scambi incrociati. In ciascuna delle stagioni comprese tra il 1999-2000 e il 2001-2002 Inter e Milan si sono passati di mano Paolo Ginestra e Matteo Bogani, Fabio Di Sauro e Davide Cordone, Andrea Polizzano e Marco Bonura. Ogni operazione ha fruttato una plusvalenza reciproca variabile tra i 7 e i 10 miliardi di vecchie lire (non era ancora in vigore l'euro): valutazioni completamente fuori mercato per l'epoca.

Ma ci sono stati anche scambi di giocatori celebri, come Francesco Coco e Clarence Seedorf: sia l'Inter che il Milan hanno incassato la stessa cifra di 29 milioni. Questo scambio è stato effettuato nell'estate del 2002, quando tutti gli osservatori del calciomercato affermavano in coro che i prezzi erano in netta discesa. Nonostante ciò, il valore attribuito a Coco e Seedorf è lo stesso dell'acquisizione un difensore di livello internazionale come Alessandro Nesta: il Milan lo prelevò dalla Lazio per circa 31 milioni il 31 agosto del 2002.

Ma il "valzer" dello scambio di casacche, svolto da Milan e Inter, ha coinvolto altri giocatori: Andrea Pirlo, Andres Guglieminpietro, Dario Simic, Cyril Domoraud, Christian Brocchi, Umit Davala.

Gran finale con Crespo
Nel calderone delle plusvalenze interiste, una voce a parte merita l'«affare Crespo», segnalato anche dalla società di revisione Kpmg nella sua relazione al bilancio 2005/2006 della società nerazzurra. Il 31 agosto 2002 l'Inter acquistò dalla Lazio l'attaccante Hernan Crespo per 38 milioni di euro, secondo quanto rilevato a pagina 53 del bilancio della società biancoceleste.

La società milanese aveva sottoscritto un contratto quadriennale con il calciatore argentino: dividendo la cifra spesa su quattro anni se ne deduce che l'ammortamento annuo era pari a 9,5 milioni, che avrebbero portato il suo valore al 30 giugno 2003 a 28,5 milioni. Alla fine di agosto 2003,
Crespo fu ceduto al Chelsea per 24 milioni: di conseguenza nel bilancio dell'Inter 2003/2004 ci si sarebbe attesa una minusvalenza di 4,5 milioni. E invece no: la società di Massimo Moratti comunicò, a pagina 8 del suo documento contabile, di aver ottenuto una plusvalenza di 20,663 milioni da contabilizzare proprio nel 2003/2004.

La plusvalenza di Crespo fu l'effetto deleterio della legge "spalmadebiti" approvata nel febbraio 2003. Secondo la perizia giurata, obbligatoria per la normativa, effettuata il 30 giugno 2003, il valore del calciatore argentino era crollato a 4 milioni: meno di due mesi dopo era letteralmente volato a 24 milioni. Ecco spiegata la plusvalenza da circa 21 milioni ottenuta dall'Inter.

Ma, secondo l'articolo 2426 del Codice Civile questo "prodigio" da mago Silvan non è possibile: la valutazione di un bene, com'è appunto un giocatore per una società di calcio, va iscritta al costo di acquisto regolarmente ammortizzato.

Marco Liguori - quotidiano.net - 25/06/2007
http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone_2007/2007/06/25/3465-milan_inter_rivali_derby.shtml 
                                                            THE "DON SILVIO" GANG

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