Trigoria la santa sede, Sensi Marcincus, Baldini Sindona....
La Federcalcio la p3
Nell’estate 2001 la Roma stabilì un canale privilegiato con il Parma che dette origine a un flusso consistente da e verso la città ducale; dalla capitale partirono i difensori Sergej Gurenko e Amedeo Mangone con l’attaccante Paolo Poggi; da Parma scesero a Roma il difensore Saliou Lassissi e i centrocampisti Raffaele Longo e Diego Fuser. La plusvalenza dei giallorossi sfiorò i cinquanta miliardi di vecchie lire, e al Parma andò persino meglio: la società guidata dalla famiglia Tanzi incamerò una plusvalenza di poco superiore ai cinquantuno miliardi.
Ma è solo l’inizio. L’anno successivo i sofferenti bilanci giallorossi registrano un inaspettato attivo di 790.000 euro, ma solo grazie all’enorme cifra di 95,3 milioni, garantita dalle plusvalenze per la cessione di ben 20 calciatori delle giovanili: Marco Amelia, Cesare Bovo, Franco Brienza, Simone Casavola, Daniele Cennicola, Daniele De Vezze, Giuseppe Di Masi, Simone Farina, Alberto Fontana, Gianmarco Frezza, Armando Guastella, Daniele Martinetti, Giordano Meloni, Matteo Napoli, Simone Paoletti, Manuel Parla, Marco Quadrini, Cristian Ranalli, Fabio Tinazzi, Alfredo Vitolo.
E quali società, in piena crisi di liquidità del sistema, sono riuscite a contribuire con i loro acquisti alla maxi-plusvalenza romanista? Giganti come il Manchester United o il Real Madrid o il Barcellona? Macchè: gli acquirenti hanno il nome di Ancona, Cagliari, Cittadella, Cesena, Cosenza, Lecce, Livorno, Messina, Napoli, Palermo, Piacenza, Reggiana, Salernitana e Torino. Un ruolo di benefattori che non si addice loro. Infatti contemporaneamente alle vendite realizzate, la Roma si impegnò con le stesse società all’acquisto di sconosciuti agli stessi prezzi appena incassati.
La Roma si è distinta anche per Musacco 2,5 milioni di euro, e Panarelli, 10 milioni di euro. Senza dimenticare l’attaccante Quadrini venduto al Napoli per 3,7 milioni di euro dietro corrispondente cifra per il passaggio in giallorosso dello sconosciuto Malafronte.
Curioso come dietro gli affari di Milan, Inter e Roma ci sia quasi sempre stato il Parma dei Tanzi, quel Parma indicato come modello da seguire e salutato come unica “isola felice” del calcio italiano. Non stupisce quindi scoprire che gli emiliani hanno fatto volentieri affari anche con la Lazio. Dal 1998 al 2003 biancazzurri e gialloblù hanno “mosso” oltre 200 milioni di euro, in maggior parte costituiti dai 70 milioni incassati nel 1999 dal Parma per il passaggio dell’argentino Veron alla corte di Cragnotti. La storia si ripete l’anno successivo con la cessione ai biancazzurri di Crespo per 110 miliardi, dietro le contropartite di Almeyda (45 miliardi) e Sergio Conceiçao (35 miliardi). Ci sono ancora altri capolavori, il primo riguarda i giallorossi che prestano Frezza al Palermo e un anno dopo lo vendono al Torino per 15 miliardi di lire, intascando un’altra plusvalenza. Il secondo caso è un capolavoro della dirigenza interista e si riferisce alla cessione di Hernan Crespo al Chelsea: l’attaccante argentino, acquistato nel 2002 dal Parma per 38 milioni di euro, viene ceduto agli inglesi l’anno successivo per “soli” 24 milioni. Apparentemente una minusvalenza (il calciatore, dopo un anno di ammortamento, “valeva” 28,5) se non fosse che, due mesi prima della cessione, l’Inter è riuscita a svalutare il calciatore di 20 milioni grazie alla Legge Salvacalcio. In questo modo ha ottenuto una bella plusvalenza di 15,5 milioni! Stesso discorso con Cannavaro, che passa alla Juve nel 2004. Dapprima svalutato a circa 400mila euro, poi venduto ai bianconeri pe 10 milioni! Altre perle con l’indirizzo di via Durini sono la doppia cessione nello stesso anno di Matteo Ferrari (nel 2001/02 fu dapprima venduto al Parma con plusvalenza di 8,5 milioni euro, riacquistato in comproprietà dall’Inter, infine rivenduto ancora al Parma con un’altra plusvalenza di 1,5 milioni) e la doppia comproprietà di Mohamed Kallon: nella stagione 1999/2000 la prima comproprietà con la Reggina frutta una plusvalenza di 1,4 milioni di euro, la seconda con il Vicenza 11,5. Altre perle, Gianmarco Frezza, centrocampista nato a Roma nel 1975, acquistato dalla Fidelis Andria nel 1998 per un miliardo e duecento milioni. Dopo una serie di prestiti, viene ceduto alla Roma per l’esorbitante cifra di 8 miliardi e 800 milioni, la quale ricambia consegnando ai nerazzurri Alessandro Frau per 8 miliardi e 500 milioni di lire <> Per quanto riguarda il Milan, invece, altri proficui affari vanno in porto nel 2003 grazie alla collaborazione del Parma: il Milan cede Marco Donadel, Davide Favaro e Mirco Stefani in cambio di Luca Ferretti, Roberto Massaro e Filippo Porcari, per complessivi ricavi di 7,892 milioni. Non è un caso che, nel bilancio chiuso il 30 giugno 2003, il Milan abbia iscritto ben 28 milioni e 900 mila euro di plusvalenze fittizie.
Il 24 giugno, ovvero a sei giorni dalla chiusura dell’esercizio, nella conferenza stampa seguita a una delle tante assemblee dei presidenti delle società di A e B, richiesto di un commento sulla questione delle plusvalenze incrociate e fittizie, riguardanti soprattutto Milan e Inter, [Galliani] rispose serafico: “La Lega non può sindacare l’operato dei singoli, perché vi sono società per azioni”. E aggiunse laconico: “Se Milan e Inter vogliono scambiarsi i giocatori, non posso farci niente”. Peccato! C’è dunque da ritenere che il numero uno della Lega, Adriano Galliani, non abbia nemmeno fatto una semplice tiratina di orecchie all’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. O magari ci ha provato, ma la linea telefonica era sempre occupata! Quei sei giorni che mancavano alla chiusura dell’esercizio furono così utilizzati da Milan e Inter per un megascambio di quartetti: i rossoneri hanno ceduto ai nerazzurri Simone Brunelli, Matteo Deinite, Matteo Giordano e Ronny Toma. In cambio, i nerazzurri hanno dato ai rossoneri Salvatore Ferraro, Alessandro Livi, Giuseppe Ticli e Marco Varaldi. Prezzo complessivo pattuito: 13,95 milioni di euro. Plusvalenza per il Milan: 11,961 milioni. Plusvalenza per l’Inter: 13,941 milioni. Valore Medio del singolo: circa 3,5 milioni di euro per calciatori che generalmente vengono valutati al più qualche centinaia di migliaia di euro. Del resto se fossero stati così bravi anche l'ingaggio sarebbe stato commisurato. I poveri plusvalutati, invece, avevano stipendi medi di 250
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