10 agosto 2011 - Oggi conferenza stampa di Andrea Agnelli
Sono passate tre settimane dal giorno della non competenza, certificata dal verbale del Consiglio federale del 18 luglio acquisito dalla Juventus, e Andrea Agnelli, come aveva lasciato intuire in più 'uscite', ha deciso che è giunta l'ora di passare ai fatti, per ottenere, nelle sedi opportune, quella parità di trattamento negata al club bianconero dalla Figc.
E la Juventus, per illustrare i prossimi passi che intende compiere sulla strada della giustizia, ha indetto per oggi, alle ore 15, a Roma (Regina Hotel Baglioni, via Veneto 72), una conferenza stampa avente per oggetto "l'aggiornamento a seguito dell'esito del consiglio federale della Figc di lunedì 18 luglio". Andrea Agnelli nell'occasione sarà affiancato dagli avvocati Michele Briamonte (consigliere d'amministrazione e coordinatore legale della Juventus, oltre che legale dello studio Grande Stevens), Pasquale Landi (professore di diritto amministrativo all'Università di Tor Vergata) e Luigi Chiappero (legale dello studio Chiusano, vicino all'ambiente bianconero avendo già difeso la società nel processo doping).
Il tempo stringe: il 18 agosto scade il mese di tempo a disposizione della Juve per presentare ricorso all'Alta Corte del Coni (che poi tuttavia si riunirebbe probabilmente non prima di settembre); ma è assai probabile che il club bianconero non si fermi qui e decida anche di proporre da subito il ricorso al Tar (lo farebbe supporre la presenza di un amministrativista nel trio dei legali presenti), ed eventualmente al Consiglio di Stato; nonché contestualmente anche di procedere sulla strada della richiesta danni alla Figc.
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E domani (11 agosto 2011) tocca a Luciano Moggi
Se oggi parla Agnelli, domani è il turno di Moggi che il 'suo' tavolo lo ha convocato proprio per domani 11 agosto, alle ore 18, al caffè della Versiliana, a Marina di Pietrasanta; l'incontro, dal titolo 'Il pallone rimbalza ancora?', è condotto da Oliviero Beha, con la presenza di Luciano Moggi e di Xavier Jacobelli. Un incontro che si preannuncia interessantissimo, uno di quelli 'da non perdere', tanto che Moggi, dalle colonne di 'Libero', vi ha invitato pure Abete: ma temiamo che non lo accetterà, lui non è interessato a cercare la verità.
Ora Moggi è un fiume in piena
Le continue 'novità', che in realtà nuove non sono, perché si tratta solo di reperti disseppelliti, dalle telefonate coi baffi alle radiazioni svanite nel nulla di Preziosi e Sabatini, non fanno altro che provocare in Luciano Moggi l'impulso a far conoscere compiutamente a tutti la vera storia di Calciopoli. E se sulle colonne di 'Libero', nell'articolo che pubblichiamo - http://www.ju29ro.com/senti-chi-parla/3338-moggi-su-abete-qvenga-da-me-gli-dico-tutta-la-veritaq.html - sviscera le parole dell'intervista di Abete, onde rilevarne tutte le incongruenze, in un'intervista a Tuttosport, rinnova l'invito ad Abete stesso a partecipare al 'suo' tavolo di domani, dove per esempio il presidente federale potrebbe chiarire "il perché della secretazione di certe conciliazioni di cui abbiamo chiesto gli atti.
E magari ci dicano pure dei verbali dell'ex consulente Pichi sulla questione Premiopoli: a proposito, che fine ha fatto quella storia?". Perché il preteso tavolo della pace di Abete non lo convince proprio: "La pretesa di pace di Abete è assurda: il 18 luglio se ne sono fregati di quanto ha scritto Palazzi sull'Inter e si sono dichiarati non competenti.
Eppoi al tavolo partecipa pure Cellino, un altro dei salvati dalla prescrizione e dal gioco dei baffi trascurati da chi comandava le indagini nel 2006? Al tavolo dovrebbero partecipare i poveracci che hanno perso tutto con Calciopoli a scapito di chi è stato salvato perché i suoi 'baffi' rossi erano meno 'rossi'". E, come noi, non può accettare che si dica che nessuno, ai tempi, sapesse dell'Inter:
"Ma Borrelli al Senato parlò di altre telefonate, di materiale enorme, di diritto di difesa mutilato. E al processo Caf i legali di Dondarini lo misero a verbale: ci sono altre telefonate. De Santis ne parlò nel 2006, dei suoi rapporti con Facchetti. Bergamo lo disse a Borrelli. Non sapevano, ma decidevano le sorti del calcio.
I processi si fanno con le prove: se la materia era l'indagine di Auricchio, lo stesso che a processo smentiva se stesso e la sua indagine, come si può restare fermi ora?". E lo indigna, come ha indignato noi, sentire Abete dire che non cercherà la verità, oltre un certo livello: "Non è bello sentirglielo dire. Non c'è problema: lo faccio io, quello che avrebbe dovuto fare la Figc, per il bene del calcio italiano. Non può esistere pace nel calcio senza giustizia e verità. Ci spieghi le telefonate di tutti, in ordine alfabetico o no, senza aspettare il suo sbobinamento che già ci annuncia lungo".
Fonte ju29ro.com News 10 Agosto 2011
inviato da: M Montuoro
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