Bentornato, Capitano!
Antonio Conte nei suoi anni di Juve è sempre stato, per chi l’ha seguito e amato come calciatore, il “vero” capitano della Juventus, con o senza fascia: l’uomo simbolo, più dei fantasisti e delle prime donne, tanto belli da vedere quanto un pò snob e lontani dalle persone comuni...e a differenza di certi capitani che pensano solo a se stessi (a qualcuno fischieranno le orecchie), Antonio Conte era un vero capitano: che difendeva i suoi compagni e lasocietà. Uomo simbolo perchè uomo, innanzitutto.
E poi perchè simbolo della grinta, della leadership, della voglia di vincere e della cultura del lavoro figlie dell’orgoglio di indossare la maglia per la quale si tifava da ragazzino. Conte era “il tifoso” che aveva realizzato il sogno della sua vita; ad esso si è aggrappato con tutte le forze per tutta la carriera, finendo col collezionare 419 presenze e 44 gol e col meritarsi una delle cinquanta stelle, senza scorciatoie o trattamenti di favore.
Era il più amato dalla Curva, uno della Curva. Per lui, nella stagione 2000/01, si arrivò persino a contestare la dirigenza (e che dirigenza!) perchè il rinnovo del contratto tardava ad arrivare. Per lui nessuna trattativa: bianconero a vita, e basta. Anche ad Arezzo, anche a Bari, anche a Bergamo, anche a Siena. Hai voglia a provare a scucirsi di dosso quella maglia, vero Antonio? Impossibile. Conte era la Juve, più della dirigenza stessa, più di qualsiasi altro tesserato. Chiedere a Mezzaroma e Perinetti. Era naturale, conoscendolo, che prima o poi alla Juve ci tornasse, da leader, dalla porta principale, da protagonista.
A Torino arrivò nel 1991, da 21enne che non aveva mai lasciato la sua Lecce, subito dopo la stagione Maifredi. Ci torna nel 2011, dopo la stagione Delneri, ripartendo dal basso, dal più basso mai raggiunto sul campo nella storia recente. Senza la qualificazione alla UEFA League ma con l’orgoglio di essere bianconero, e per quello non c’è bisogno di cuciture sulla maglietta. Si partirà per ultimi ma, per citarlo, conta come si arriva, non come si parte. L’ha imparato a Torino, l’ha imparato ogni volta che a inizio stagione non era messo tra i titolari, l’ha imparato tutte le volte che era stato dato per vecchio, finito, rotto, morto, dopato (col cazzo!), malato grave (tiè!), scomparso. Minchiate. Alla fine ha vinto sempre lui. Perchè è un vincente, e chi lo è c’è poco da fare… vince. Conte e la vittoria è un binomio inscindibile (c’ha pure chiamato la figlia, Vittoria), contro tutto e contro tutti, come quel 5 maggio...e stiamo ancora godendo..!!!
Sono stracontento, inutile nasconderlo. Doppiamente, perchè lui e della stirpe dei Furino e dei Montero...quelli che giocavano solo per vincere, se poi incontri avversari p forti...alla prossima! Per ora bentornato, Capitano! Torino da oggi è più bianconera. Faccela diventare presto tricolore. An.Cor.Ieri Oggi e Domani, Antonio Conte il nostro Capitano. 31 maggio 2011
inviato da: anonimo cosentino
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